Mondiali corsa in montagna, dettano legge gli africani. Per l'Italia due medaglie pesanti
Imprendibili gli africani. Uganda e Kenia dettano legge ai Mondiali di corsa in montagna in programma ad Andorra. Nella prova di Canillo di sola salita, tre ugandesi ai primi tre posti della gara maschile: oro per Robert Chemonges davanti a Joel Ayeko e Viktor Kiplangat. Quarto il britannico Joe Gray, quinto il norvegese Johan Bugge. Ma l’Italia va comunque a medaglia: argento a squadre - dietro ovviamente all’Uganda - con il settimo posto di Francesco Puppi, l’ottavo di Martin Dematteis, il nono di Bernard Dematteis e il dodicesimo di Nadir Cavagna.
Al femminile, Kenia protagonista con l’oro di Lucy Wambui Murigi e nella classifica per nazioni. Sul podio individuale la svizzera Maude Mathys, con bronzo per la keniana Viola Jelagat. Solo sesta l’austriaca Andrea Mayr dopo sette titoli iridati. La migliore delle azzurre, Elisa Sortini dodicesima.
Seconda medaglia per l’Italia con la squadra juniores femminile che mette in bacheca l’argento. Vittoria per l’ugandese Risper Chebet con quarta Alessia Scaini, quinta Angela Mattevi, nona Gaia Colli e ventitreesima Linda Palumbo. Negli junior maschile ancora tripletta ugandese con Dan Chebet, Mathew Chepkurui e Oscar Chelimo; Italia quinta a squadre con due azzurrini nei venti, Isacco Costa decimo e Giovanni Rossi diciottesimo.
Anton Palzer primo alla Südtirol Drei Zinnen Alpine Run
Anton Palzer e Michelle Maier sono i vincitori della Südtirol Drei Zinnen Alpine Run 2018. Il vi a davanti alla Casa Sesto, con nebbia alta e temperature attorno ai 13 gradi, tempo perfetto per una corsa in montagna Dopo il tradizionale giro del paese un gruppetto di sei concorrenti, formato da Palzer, Luca Cagnati e Hannes Perkmann, dai due keniani Robert Surum e Francis Njoroge e l'austriaco Manuel Seibald, già vantava diversi metri di vantaggio sul gruppo. Dopo circa 10 chilometri e 30 minuti di tempo, al Rifugio Fondo Valle è arrivato un gruppo ridotto a cinque con Njoroge, Surum, Palzer, Perkmann e Cagnati.
Iniziata la salita, presto Palzer e Perkmann hanno staccato gli altri corridori.
Sul tratto che conduce al Rifugio Comici, Palzer è riuscito a distanziare anche Perkmann, guadagnando un vantaggio di circa un minuto sull'inseguitore. Dietro a loro, Cagnati e Njoroge. Giunto al punto più alto della gara, la Forcella Pian di Cengia, Palzer aveva accumulato un vantaggio di due minuti. Ormai era chiaro che nulla avrebbe impedito al bavarese di vincere. E infatti, dopo 1h29’31” Anton Palzer, che a marzo aveva vinto la gara di scialpinismo Drei Zinnen Ski Raid, ha tagliato il traguardo accaparrandosi la vittoria. Con un ritardo di 2’08”, Luca Cagnati si è classificato secondo, mentre Hannes Perkmann ha completato il podio classificandosi terzo (1h33’01”).
Al femminile, Michelle Maier si è rivelata straordinaria. Dopo solo una settimana dal secondo posto nella Jungfrau Marathon, pochi metri dopo il via ha staccato il gruppo, ha mantenuto le distanze per tutti i 17,5 chilometri con 1350 metri di dislivello e ha tagliato il traguardo davanti al Rifugio Locatelli a 2405 metri di altitudine dopo 1h42.34. Con questo tempo, Michelle Maier ha battuto il record stabilito nove anni fa dalla neozelandese Anna Frost di 25 secondi. Al secondo posto la svizzera Victoria Kreuzer con un tempo di 1h48’21”. Nel 2014, l'elvetica aveva vinto la corsa in montagna nelle Dolomiti, mentre nel 2016 si era classificata terza. Il terzo piazzamento della Südtirol Drei Zinnen Alpine Run 2018 è andato a Petra Pircher in 1h53’08”.
Il re è ancora Kilian Jornet, ma il Mago è argento
Il re è ancora Kilian Jornet: il catalano vince in Scozia la Salomon Ring of Steall, il Mondiale ISF di skyrace. Ci ha provato Nadir Maguet, fortissimo, determinato, che alla fine è argento a 1’31”, mettendosi alle spalle il norvegese Stian Angermund-Vik. Quarta piazza per il francese Alexis Sévennec, quinto lo svizzero Pascal Egli, quindi il polacco Bartlomiej Przedwojewski, gli svizzeri Rémi Bonnet (all’attacco nelle fasi iniziali) e Marc Lauenstein, il britannico Sebastian Batchelor e lo spagnolo Jan Margarit a completare la top ten.
Al femminile oro per la svedese Tove Alexandersson, davanti alle britanniche Victoria Wilkinson a 7’33” e Holly Page a 11’19”.
Albion e Debats campioni mondiali ultra
Il primo atto dei Mondiali di skyrunning scozzesi, ieri, ha visto il maltempo protagonista, che ha costretto ad evitare la cima del Ben Nevis, accorciando la gara a 47 km e 1.750 m D+ in luogo dei 52 previsti. Il titolo ultra è andato al britannico Jonathan Albion e all’olandese Ragna Debats. 3h48’02’’ il tempo di Albion, argento per lo svedese André Jonsson e bronzo per l’intramontabile Luis Alberto Hernando. Al femminile argento pe soli 4’ per la spagnola Gemma Arenas e bronzo per l’Ecuador con Maria Mercedes Pila. Primo italiano Riccardo Montani, diciassettesimo, seguito da Luca carrara, ventunesimo. Prima italiana Katia Fori, ventiquattresima. Al via 478 runner di 41 Paesi.
Fine settimana iridato
Tempo di Mondiali nel fine settimana, da Andorra alla Scozia, dalla corsa in montagna allo skyrunning.
WMRCH 2018 - Viaggio nel principato pirenaico per gli azzurri di Paolo Germanetto: domenica a Canillo va in scena la rassegna iridata di corsa in montagna. Un’Italia che cercherà di fare bottino con Nadir Cavagna, Francesco Puppi, Bernard e Martin Dematteis, Gloria Giudici, Emma Quaglia, Erica Ghelfi ed Elisa Sortini. A livello junior, convocati Isacco Costa, Dionigi Gianola, Alessandro Mello Rella, Giovanni Rossi, Gaia Colli, Angela Mattevi, Linda Palumbo e Alessia Scaini.
SKYRUNNING WORLD CHAMPIONSHIPS - I Mondiali ISF saranno di scena nelle highland scozzesi: la prova ultra è partita venerdì con la Salomon Ben Nevis Ultra (52 km e 4000 m D+): in casa azzurra occhi puntati soprattutto su Luca Carrara, Enrico Bonati, Francesca Canepa, Katia Fori e Cristiana Follador. Sabato tempo di skyrace con la Salomon Ring of Steall Skyrace di 29 km e 2500 metri dislivello. Tra gli italiani nella start list, Daniele Cappelletti, Nadir Maguet, Eddj Nani, Alex Oberbacher, Manuel Bortolas, Silvia Rampazzo e Daniela Rota.
Due gare impegnative e non sarà facile vista gli iscritti Kilian Jornet, Luis Alberto Hernando, Pere Aurell, Jan Margarit, Stian Angermund-Vik, Jonathan Albon, Tom Owens, Sage Canaday, Dakota Jones, Laura Orgué, Maite Maiora, Sheila Avilés, Holly Page, Hillary Gerardi, Ragna Debats, Lina e Sanna El Kott, Mira Rai...
Sono andate forte le donne al Tor
Sono andate forte le donne al Tor. Silvia Ainhoa Trigueros Garrote ha un carattere indomito, tipico dei baschi, di chi il Tor lo voleva vincere. E così è stato, naturalmente, dal primo all’ultimo dei 330 km del percorso. Silvia infatti l’ha condotto sempre in testa, spesso anche nella top ten assoluta, sempre tenendo a distanza le più dirette inseguitrici, che pian piano si sono diluite nella stanchezza e nel caldo. La ultrarunner basca ha chiuso il suo TOR all’attacco con il tempo di 87 ore e 50 minuti, ben 10 ore in meno rispetto al tempo dello scorso anno, che era stato di 97 ore e 43 minuti e che le era valso il secondo posto. Oltretutto quest’anno è arrivata anche dodicesima assoluta. Meglio di così dunque non poteva proprio fare. La seconda e la terza classificata, vale a dire l’italiana Scilla Tonetti e la britannica Jamie Aarons, sono arrivate al traguardo di Courmayeur otto ore dopo, con il tempo di 95 ore e 54 minuti. Per l’atleta italiana di Samarate un bel passo avanti rispetto alle 108 ore dello scorso anno e anche un passo più in alto sul gradino del podio rispetto al terzo posto conquistato nel 2013.
E dunque è ‘volata in avanti e in alto’, ha detto un suo fan a bordo campo, facendoci notare che Scilla ha tatuate sulle gambe farfalle e uccelli in volo. Jamie non ha tatuaggi visibili, e quel che ha mostrato è stata una grande energia, che le deriva dal carattere brillante e da una lunga esperienza internazionale. Il suo curriculum parla chiaro.
Il tempo cronometrico registrato di 95 ore e 54 minuti vale per entrambe (quindi un secondo posto a pari merito), perché le due ultrarunner hanno tagliato il traguardo insieme, mano nella mano.
«Fino al Malatrà, l’ultimo colle prima della lunga discesa verso il traguardo, ci eravamo più volte alternate in testa, distanziate davvero di un paio di minuti o poco più - ha detto Scilla dopo la linea d’arrivo - poi una volta arrivate lassù, a 3mila metri e con una bella giornata di sole davanti, ci siamo dette: perché non la smettiamo di inseguirci vicenda e arriviamo insieme?». Accordo gentile, che solo le donne sanno fare.
TOT DRET - Altre ragazze dal piede veloce e dal cuore forte hanno riempito nella notte tra il 12 e il 13 settembre anche il podio del Tot Dret, gara di 130 chilometri con partenza notturna da Gressoney Saint Jean. Sul gradino più alto del podio è salita la veneta Francesca Pretto, già vincitrice della Trans d’Havet, al traguardo in 26 ore e 38 minuti. Francesca ha chiuso anche al quarto posto in assoluto. Sul gradino numero 2, Maria Elisabetta Lastri (12ª in 30h59’33”), ultrarunner senese, e, al terzo posto, Alessandra Boifava (14ª in 31h38’56”), veneta come la vincitrice.
Tot Dret a Marco Mangaretto e Francesca Pretto
Marco Mangaretto, origini valdostane, abitante nel Canavese ha vinto la seconda edizione del Tot Dret, la prova ‘griffata’ Tor, di 130 km e 12.000 metri di salita, partita da Gressoney-Saint-Jean.
Al traguardo di Courmayeur è arrivato alle 21,01 del giorno successivo, dunque un minuto in più oltre le 24 ore. Un tempo che comunque abbassa di 14 minuti il tempo del vincitore dello scorso anno. Il quarantasettenne atleta, che nella quotidianità lavora in una azienda metalmeccanica, ha ‘giustificato’ la sua vittoria con il ritiro di ultra runners più accreditati al successo. Ma il fatto di essere andato forte fin dall’inizio e di aver condotto la gara sempre nelle prime posizioni, alternandosi spesso in testa, annulla di fatto la sua sportiva giustificazione. Un successo dunque per niente occasionale.
Dopo 30 minuti esatti ha tagliato il traguardo il valdostano Ruben Bovet, che a sua volta ha preceduto, a completamento del podio, Geoffrey Radeka, francese di Chamonix, che ha portato a termine la sua impresa sportiva e personale facendo fermare il cronometro su 24 ore e 58 minuti.
E quarta piazza assoluta per Francesca Pretto la regina del Tot Dret in 26h38’16”.
Il Tor è ancora di Franco Collè. Ma che finale con il canadese Reynolds
Un finale di Tor così non s’era mai visto nelle otto precedenti edizioni. Un testa a testa negli ultimi chilometri dei 330 del tracciato. Social impazziti, tutti a controllare i GPS del live tracking tra Franco Collè e il canadese Galen Reynolds. Il valdostano era saldamente primo, poi a Saint-Rhémy-en-Bosses, vista anche l’esperienza dello scorso anno, ha deciso di dormire, dormire di più rispetto al suo solito. Così, come ha raccontato al traguardo, la macchina ci ha impiegato un po’ a ripartire, ha fatto le tradizionali foto al Malatrà, ma non aveva riferimenti precisi su Reynolds. Che intanto si avvicinava, in palla, con la musica nelle cuffiette: un margine che a un certo punto è arrivato ad un solo quarto d’ora. Collè è sceso, anzi è volato su Courmayeur e ha tagliato il traguardo dopo 74h03’29”. Reynolds, visto che non poteva più riprenderlo, si è goduta la discesa: un grande secondo posto per lui in 74h40’36”. In terza posizione viaggia Peter Kienzl, in quarta Oliviero Bosatelli.
ZacUp, domenica si corre
Ultimi lavori di rifinitura per lo staff del Team Pasturo: domenica si corre la sesta edizione della sky del Grignone. Restano solo poche ore e pochi pettorali per la kermesse che di fatto varrà come prova unica di campionato italiano assoluto di skyrunning e tappa delle Italy Series. Difficile azzardare un pronostico, ma al di là di qualche sorpresa dell’ultima ora, nella lista dei favoriti figurano il campione di casa Daniel Antonioli, il dominatore del circuito La Sportiva Gil Pintarelli e il re della ResegUp Jean Baptiste Simukeka. Ruolo di outsider per Paolo Bert, ma attenzione soprattutto a Cristian Minoggio, uno con una serie infinite di gare nelle gambe e ancora tanta voglia di correre.
Restando in casa Valetudo Serim, a Pasturo il presidente Giorgio Pesenti schiererà anche il keniano Dennis Kiyaka e la ruandese Primitive Niyirora. Quest’ultima, nella gara in rosa, dovrà guardarsi le spalle dalla compagna di team Cecilia Pedroni, dall’ex fondista Elisa Grill, da Paola Gelpi e Martina Brambilla.
Il meteo preannuncia una splendida domenica di sole e la voglia di tornare in vetta al Grignone dopo due edizioni di percorso alternativo è molta. Piano A confermato: domenica da affrontare 27.5km (con 2650 metri di dislivello) con un tifo da stadio al passaggio ai rifugi Riva, Bogani, Brioschi e Pialeral. I tempi da battere sono quelli di Marco De Gasperi (2h50’24”) e Elisa Desco (3h28’49”).
Tor Day-2, Collè sempre più leader. Nonostante il caldo
Il primo giorno del Tor è stato condizionato dal gran caldo che ha costretto tanti (155 per la precisione) ad alzare bandiera bianca (ma tutta la settimana sono previste temperature piuttosto alte): tra questi anche i vincitore del 2012, Oscar Perez, e Giulio Ornati, tra i migliori nella prima fase della gara. Afa che ha sofferto anche Franco Collè che comunque resta leader anche martedì mattina, mentre sta viaggiando sui sentieri di casa. Il valdostano è uscito dalla base di Champoluc poco dopo le 6 ed è atteso a Valtournenche verso le undici. Dietro di lui non c’è più Gianluca Galeati, ma Peter Kienzl: il margine è importante, l’altoatesino è partito da Gressoney alle 5.21 e verso le 10.30 è previsto l’arrivo a Champoluc. Deve controllare il canadese Galen Reynolds partito un’ora dopo da Gressoney. E sempre da Gressoney sono usciti insieme alle 8 di martedì mattina Oliviero Bosatelli e Gianluca Galeati. Silvia Ainhoa Trigueros Garrote leader rosa e sempre non assoluta.
Veia Sky Race a Daniel Antonioli e Denisa Dragomir
In Val Bognanco appuntamento con International Veia Sky Race, Trofeo Giampiero Bragoni, valida come prova delle Italy Series. Sin da subito si delinea un duello sportivo fra il vincitore dello scorso anno Daniel Antonioli ed il keniano Kiyiaka Dennis Bosire.
Sulla prima salita saltano e si ritirano due tra i favoriti per la lotta alle prime posizioni, l’altro keniano Robert Panin Surum ed il local Alberto Comazzi. Al gran premio della montagna a cima Verosso a quota 2.444 transitano appaiati Antonioli e Kiyaka, nella tecnica discesa Antonioli allungava e staccava il keniano che riusciva però a ricucire il distacco nei tratti più pianeggianti e meno tecnici.
Sull'ultima discesa l'allungo vincente di Antonioli: per lui arrivo in solitaria con il crono record di 3h00'09'', Kiyaka Dennis Bosire è secondo in 3h01'43'', sul terzo gradino del podio il francese Johann Baujard con 3h03'42''.
A completare una top ten veramente di alto livello, il tedesco Stefan Knopf, Cristian Minoggio, il britannico Heines Hector, il giovane svizzero Roberto Delorenzi, Paolo Bert Paolo, Mattia Bertoncini Team Salomon e lo spagnolo Jordi Sanchez Alìs.
In campo femminile vittoria incontrastata per la rumena Denisa Dragomir con l'incredibile tempo di 3h23'27'', per il quarto anno consecutivo si conferma regina della gara di Bognanco, seconda la ruandese Niyirora Primitive, terza Stephanie Jimenez, quindi Cecilia Pedroni e Martina Chialvo.
Nella 15 km, novità di questa edizionem che ha riscosso un grande successo, vittoria per il ruandese Jean Baptiste Simukeka ed Elisa Grill.
Tor, day-1: Collè al comando. Incidente al Col de la Crosatie
Una prima giornata intensa al Tor. Prima dell’aspetto agonistico, tiene banco un incidente, quello avvenuto nella discesa dal Col de la Crosatie. Dopo la mezzanotte un concorrente valdostano, Narciso Dagnes, è caduto scendendo per il Lac du Fond: assistito dalle guide alpine presenti sul Colle e da un medico della base di Valgrisenche, con il supporto di un rianimatore, coordinati dal responsabile del 118 della Valle d’Aosta Luca Cavoretto, è stato trasportato in elicottero all’alba all’ospedale Parini di Aosta, dove è stato trasferito nel reparto rianimazione in prognosi riservata.
LA GARA - Per quanto la gara al comando Franco Collè atteso alla base vita di Donnas verso le 14 di lunedì. Con un distacco di circa 40 minuti Gianluca Galeati, mentre terzo è Peter Kienzl uscito da Champorcher venti minuti dopo Galeati. Quindi John Tidd e Giulio Ornati. Al femminile guida la basca Silvia Trigueros Garrote, addirittura nella top ten. Una gara rosa dura che vede i ritiri della svizzera Denise Zimmermann, di Sonia Locatelli e Raffaella Miravalle.