Che spettacolo al Trofeo Nasego

Solito, grande spettacolo al Nasego. Puntuale alle ore 9.30 lo start da Casto, poi via a perdifiato tra le vallate e le alture del savallese, un lunghissimo serpentone colorato che solcava i luoghi simbolo della gara: le ferrate, i Piani di Alone, i Pannelli, il Rifugio Nasego, Famea… 21 km circa e 1330 di dislivello, velocità, tecnica e muscolarità. Gara uomini: pronti via e poco studio, non c’è davvero tempo per la tattica. Lo scozzese Andrew Douglas, già quinto nel vertical di sabato, si getta all’attacco senza alcun indugio. Provano ad andargli in scia il francese Julien Rancon e l’attesissimo kenyano Robert Surum. La prima parte di gara, filante e veloce, è tutta per l’uomo delle highlands che riesce a raggranellare oltre 1’ all’aggiornamento di metà gara. I migliori Italiani in questa fase sono Alberto Vender, Gabriele Bacchion ed Hannes Perkmann. Come sempre accade il momento decisivo si consuma sui sentieri che salgono al GPM del Rifugio Nasego, reso ancora più duro dalla forte pioggia. Gran finale con la crudele ed impegnativa discesa sul traguardo di Famea, Andrew Douglas regge il ritorno di Cachard, Surum e Rancon, per lui grande vittoria in 1h35’37” che gli vale il nuovo record e l’ingresso nella leggenda della Nasego. Podio stellare con il francese Sylvain Cachard, autore di rimonta incredibile, ed il kenyano Robert Surum. Uno strepitoso Julien Rancon al quarto posto anticipa di poco il primo atleta azzurro, Martin Dematteis, che si laurea così campione d’Italia Lunghe Distanze per un podio tricolore che vede Gabriele Bacchion al secondo posto e Alberto Vender al terzo.

Martin Dematteis ©Damiano Benedetto e Marco Gulberti

Nella gara donne previsioni completamente rispettate, la keniana campione del mondo Lucy Wambui Murigi si getta alle spalle la debacle del 2018 quando fu protagonista di giornata anonima. Questa volta non c’è scampo per le avversarie, messe implacabilmente in fila dalla fenomenale gazzella africana che comanda dal primo all’ultimo km in un assolo che le vale anche il record del tracciato, sfilato alla bresciana Sara Bottarelli che qui fu regina nel 2016. Da oggi il crono da battere sarà 1h52’23”. La Murigi domina ma dietro è grande battaglia per un posto nella ambitissima top ten. Sorpresona di giornata al secondo posto con l’irlandese Sarah McCormack, ormai stabilmente tra le top del ranking internazionale, e sorpresissima in terza piazza Erica Ghelfi, incredula e felicissima per quella che rimane un’autentica impresa. Per lei c’è anche il titolo Italiano lunghe distanze 2019 davanti a Lorenza Beccaria ed alla sorella Francesca Ghelfi, per un podio tricolore interamente di marca piemontese.

Lucy Wambui Murigi ©Damiano Benedetto e Marco Gulberti

Al Sardinia Trail dettano legge i polacchi

Il polacco Bartosz Gorczyca, con il tempo finale di 6h12’52”, ha vinto l’ottava edizione del Sardinia Trail, conclusasi sulla spiaggia di Museddu, nel comune di Cardedu. Anche nell’ultima tappa è arrivato primo nella classifica assoluta, precedendo il belga Fabien Huby e Dario Tuveri, giunti insieme sul traguardo. Nella generale in seconda e terza posizione rispettivamente ancora Fabien Huby e lo svizzero Lino Polti; il primo italiano è Stefano Buosi, all'ottavo posto.
Nella gara rosa si aggiudica, per la prima volta, il titolo di regina del Sardinia Trail la polacca Ewa Majer, con il tempo di 7h34’08”, quinta assoluta, strappando lo scettro alla svizzera Patrizia Besomi, vincitrice delle due scorse edizioni, che ha concluso in terza posizione nella classifica generale, preceduta dall’altra elvetica Ylenia Polti.


QuarTrail des Alpages a Nicolas Pianet e Tatiana Locatelli

La primavera non si è fatta vedere. Anzi, il QuarTrail des Alpages si è trovato in mezzo alla neve, caduta in quota prima dello start. Quasi venti centimetri a oltre 2.200 metri che hanno costretto gli organizzatori a un repentino cambio di percorso. In basso leggera pioggia alla partenza e anche un timido sole che ha accompagnato gli atleti al traguardo: meglio di quanto previsto. «Bella gara comunque e giusta decisione quella di accorciare» il commento dei trailer.
La gara di 50 chilometri, accorciata alla vigilia a 46, è stata ulteriormente limata per un totale di 41 chilometri e un dislivello positivo di poco inferiore ai 4000 metri. È stata battaglia nella prova maschile, con Nadir Vuillermoz, Hans Hansen, Nicolas Pianet, Giuliano Cavallo ed Erik Bochicchio insieme per diversi chilometri nella zona di Fonteil. Poi la gara si è accesa: Bochicchio e Pianet hanno accelerato e staccato gli avversari. Il valdostano a sua volta ha rilanciato l’andatura, salutando il francese che però lo ha raggiunto e superato negli ultimi tre chilometri. Vittoria sfumata per Bochicchio che ha patito i crampi nell’ultima lunga discesa. Pianet ha vinto in 4 ore 38’56”, davanti a Bochicchio che ha chiuso in 4 ore 39’33”; terzo posto per Nadir Vuillermoz in 4 ore 43’09”. Non è partito Franco Collé.
Nella gara femminile, assente Francesca Canepa, la nuova favorita Tatiana Locatelli non ha avuto problemi a vincere la sua prima gara di stagione. La valdostana si è imposta dopo 6 ore 03’06”, andando a precedere Scilla Tonetti (6 ore 09’10”) e Dominique Vallet (6 ore 20’38”).
Vittoria straniera anche nella 26 chilometri maschile. Il successo è andato allo svizzero Antoine Piatti che ha tagliato il traguardo - posto nel cuore del castello di Quart - dopo 2 ore 54’08” di fatica. Secondo e terzo gradino del podio per i valdostani Loris Vuillen (3 ore 02’11”) e Denys Capponi (3 ore 03’58”).

Dopo il successo del 2018, Gloriana Pellissier si è ripetuta, ma questa volta nella prova più corta. L’alpina ha trionfato in 3 ore 32’02”, davanti a Lisa Borzani (3 ore 56’05”) che è ritornata in gara dopo il lungo stop per infortunio. Terzo posto per Marcella Pont in 3 ore 56’11”.

Poco meno di 100 i concorrenti al via della gara lunga, oltre 130 quelli che hanno scelto la 26 chilometri, ma sono stati ben 156 gli sportivi che nonostante il meteo si sono presentati al via di una delle prove non competitive. Nel pomeriggio spazio anche ai bambini.


Vertical Nasego, Davide Magnini e Valentina Belotti tricolori

Ai campionati Italiani di KM Verticale di Casto è spettacolo puro e cadono i record. L’ABCF Comero più forte della pioggia e di difficoltà atmosferiche che sono state spazzate via da una passione incontenibile. Al Vertical Nasego edizione numero 4 si assegnavano i titoli italiani assoluti, promesse, master e società di Kilometro Verticale ma sul tracciato da 4,3 km di sviluppo per 1000 metri di dislivello dal capoluogo alla spettacolare Corna di Savallo si è giocato a ben più alto livello, con una sfida che rimane memorabile anche per merito della presenza di numerosi campioni internazionali.
La gara femminile è stata disputata per prima, con partenza alle ore 10.00 dal municipio di Casto Capoluogo per raggiungere il traguardo posto a 1.430 metri sul livello del mare. L’attesa era tutta per lei, per la leggenda vivente di questo sport, l’austriaca Andrea Mayr, e la leggenda non ha deluso. La 6 volte iridata ha distrutto il record, abbassandolo di quasi 5 minuti (era 43’09”) e fermando le lancette su un incredibile 38’39” , relegando a 3’59” la seconda classificata, la pur brava rwandese Primitive Nyriora.

Andrea Mayr ©Damiano Benedetto

Lo spettacolo non è mancato alle loro spalle, dove è andata in scena la caccia al titolo tricolore che ha visto al fine prevalere Valentina Belotti che, come troppe volte le sta accadendo ultimamente, si è dovuta completamente reinventare dopo essere stata afflitta dapprima dall’ennesimo infortunio al tendine achilleo e poi da una polmonite che le ha permesso di tornare ad allenarsi solo da poche settimane.
La sfida era annunciata, lei contro Elisa Sortini, la migliore azzurra dell’ultimo mondiale e la campionessa in carica di km verticale. Dopo una seconda parte di gara di lotta furibonda, che per un attimo l’aveva lasciata sola sulle tracce della Nyriora, la vittoria ed il titolo italiano sono andate a Valentina, la camuna di Temù in forza all’Atletica Alta Valtellina.
Per lei l’ennesimo titolo di una carriera super, con un crono finale, 43’06”, che le sarebbe valso il record, visto che è stata capace di andare anche lei sotto il suo precedente primato.
Elisa Sortini quarta assoluta ed argento italiano, quinta la polacca Katarzyna Kuzminska, mentre ad ascoltare l’inno di Mameli in sesta posizione generale ma terza Italiana, è la sorpresa di giornata Corinna Ghirardi.
Record e pronostici rispettati anche al maschile, cade il regno di Patrick Facchini ed inizia verosimilmente quello di Davide Magnin, il trentina della Val di Sole strapazza la nutrita truppa degli avversari e si prende titolo italiano, vittoria generale e soprattutto il nuovo record, perché da oggi è il suo 35’17” a comandare, archiviando il pur eccellente 35’31” di Facchini, stabilito nel 2017.
Non sono mancate anche qui le sorprese: alle spalle del ‘Magno, il marocchino tesserato Tornado Running, Elhousine Elazzaoui, che non annunciato negli élites allo start si è andato a prendere la seconda piazza finale grazie ad una gara di grande aggressività che ha colto di sorpresa i maggiori indiziati della vigilia. Terzo generale ed argento italiano all’altoatesino Hannes Perkmann, abbonato al podio qui a Nasego, al 4° e 5° posto della generale due autentici fuoriclasse del panorama internazionale, il giovane transalpino Sylvain Cachard ed il fuoriclasse scozzese Andrew Douglas a precedere il settimo assoluto, ma medaglia di bronzo tricolore, Patrick Facchini.


Confermato per sabato il QuarTrail des Alpages

Il QuarTrail des Alpages, terza prova del Tour Trail della Valle d’Aosta, previsto per sabato 18 maggio, è confermato. Giovedì gli organizzatori hanno effettuato tutte le valutazioni del caso, decidendo di non far slittare la gara a domenica: le previsioni meteo attuali non sono così diverse rispetto a quelle annunciate per sabato.
Claudio Herin e la squadra di tracciatori hanno disegnato anche la 50 chilometri, che cambia leggermente rispetto a quanto previsto. Si correrà su un percorso di 46 chilometri effettivi e raggiungerà la quota massima di circa 2700 metri del Mont Grand Pays.
Il percorso è pulito, ma in quota può esserci qualche tratto ancora innevato. Per la 46 chilometri, gli organizzatori consigliano dunque i ramponcini che però non rientrano nel materiale obbligatorio.
Sono circa 120 gli iscritti alla 46 chilometri, mentre sfiorano i 200 i concorrenti che hanno fatto richiesta di un pettorale per partecipare alla 26 chilometri. Altri 150 invece partiranno in una delle prove non competitive che si snoderanno sempre sul territorio di Quart.
Al via oltre a Franco Collé e a Giuliano Cavallo, ci saranno anche Giancarlo Annovazzi e l’elvetico Florian Thevoz, nella gara rosa presente Francesca Canepa, mentre Gloriana Pellissier ha scelto la 26 chilometri.


Sabato la sfida del Garda Trentino Trail

Sarà una giornata da veri eroi quella di sabato, con un percorso ricavato nella neve che ancora fa bella mostra in quota e letteralmente districato tra gli schianti provocati dalla tempesta Vaia dell’ottobre scorso: ma il Garda Trentino Trail si è rivelato ancora una volta più forte delle avversità e sabato 18 maggio si appresta a vivere la quarta edizione, ancora una volta nel solco della crescita con i suoi mille iscritti. La gara dei tre laghi - Garda, Tenno e Ledro come è conosciuta nel gergo degli appassionati, è stata presentata stamane al Caffè Trentino di Arco, a poche decine di metri dalla partenza del tracciato di 60 chilometri e 3500 metri di dislivello protagonista sabato, alla presenza del presidente di Garda Trentino Marco Benedetti, degli assessori allo sport del Comune di Arco - Maria Luisa Tavernini - e Riva del Garda - Mario Caproni, del direttore del Consorzio Turistico Valle di Ledro Stefano Cronst e del presidente della Cassa Rurale Alto Garda Enzo Zampiccoli, accolti dal presidente del Comitato Organizzatore Matteo Paternostro.
Tra gli iscritti non mancano i volti noti a cominciare dalla veneta Federica Boifava che nel 2016 ha avuto l’onore di battezzare - con tanto di successo - la prima edizione del Garda Trentino Trail. Confermata anche la presenza del forte runner trentino Christian Modena, del gardenese Christian Insam - sul podio l'anno scorso - e di tanti altri protagonisti del panorama nazionale ed internazionale compreso il recente primatista mondiale di dislivello nelle 24h Manuel Degasperi.
Il presidente Matteo Paternostro non nasconde come “Nelle ultime settimane siamo dovuti intervenire tre volte per spalare la neve caduta nella parte più alta del tracciato, tra il Rifugio Nino Pernici e Bocca Saval, sulle Alpi di Ledro, oltre i 1600 metri di quota. Oggi possiamo dire che quel tratto è in perfetta sicurezza, pur persistendo ancora della neve. Necessità di sicurezza che ci ha invece suggerito di rinunciare all’altro tratto del Sentiero della Pace e di conseguenza da Bocca Saval, invece di proseguire verso Bocca Dromaè si scenderà verso la Valle di Ledro percorrendo in senso inverso la salita della Ledro SkyRace. Il resto del tracciato è confermato, con un’unica variazione legata alla possibilità di pioggia nella giornata di sabato: l’arrivo non sarà in Piazza III Novembre a Riva del Garda ma all’altezza del PalaMeeting di RivaFiera in modo da garantire al termine della gara un posto al coperto a tutti i partecipanti. Nel giro di quattro edizioni siamo cresciuti notevolmente e non possiamo che ringraziare tutti i rappresentanti dei Comuni interessati che hanno sempre garantito il loro appoggio: Arco, Tenno, Ledro e Riva del Garda in ordine di percorrenza, la Comunità di Valle, l’Apt Garda Trentino, Trentino Marketing e la Provincia Autonoma di Trento oltre a tutti gli sponsor privati a cui quest’anno si sono aggiunti Hoka One One e WildTee”.
E saranno 1000 gli iscritti sulle tre distanze previste dal Garda Trentino Trail 2019 che nel rispetto del principio di alternanza del verso di percorrenza si presenta nella versione con partenza da Arco ed arrivo a Riva del Garda. Come detto la prova maggiore, il Garda Trentino Trail, propone 60km di sviluppo con 3500 metri di dislivello: tre le (lunghe) salite principali, con il Monte Calino in apertura, seguito dall’ascesa a Bocca Saval passando per il Rifugio Nino Pernici per scollinare in Valle di Ledro e lasciarla dopo aver scalato la cresta di Nara che ripoterà il gruppo verso l’Alto Garda Trentino: il tratto finale sarà tutto da gustare, lungo il sentiero del Ponale, uno dei tratti più spettacolari d’Europa.
Medesimo finale per le due prove di minor chilometraggio: da Tenno prenderà il via la Tenno Trail Marathon, 42km per 2400 metri di dislivello, mentre la Ledro Trail Experience vivrà lo start a Bezzecca con un menù fatto di 30km e 1200 metri di salita.
«Crescono i numeri e con loro anche le presenze straniere - è stato il commento del vicepresidente del CO Diego Tamburini - in questo 2019 ci assestiamo sul 25% di iscritti stranieri, in rappresentanza di una trentina di nazioni. Merito anche dell’impegno promozionale da parte nostra, che oltre a presidiare i canali social e web, ci ha visti protagonisti di persona in appuntamenti clou come la ZugSpitze Marathon, la 100 miglia d’Istria, la Venice Marathon, la Firenze Marathon e tante altre».


Tutto pronto per la prima edizione della Val del Riso Trail

Tutto pronto per la prima edizione della Val del Riso Trail, in programma domenica 19 maggio, nella valle delle miniere. Dal paese di Gorno, attraverso un itinerario di 24 chilometri con 1400 metri di dislivello positivo, ci si dirigerà alla contrada Sant’Antonio, in località Crocefisso, e poi più in basso, nella frazione Riso, per poi risalire al nucleo alpestre di Ortello e la frazione Chignolo d’Oneta. Dalla Madonna del Frassino si va a Cantoni d’Oneta e l’ascesa porta al Colle di Zambla. Si superano le scale del Sapplì e si giunge alla Baita Alta di Grem. Bivacco Telini (1650 metro), la zona mineraria di Preda Balaranda, Forcella Bassa, si sbuca nella conca di Piazza di Golla, Zucco, e ci si abbassa ancora. La panoramica Curva delle Guardie, e giù fino al centro del paese di Gorno dove è posto l’arrivo. Un percorso disegnato con cura, che va a toccare alcuni dei punti di maggior interesse paesaggistico e ambientale della valle orobica. La manifestazione è organizzata dalla Fly-Up Sport di Mario Poletti in stretta collaborazione con la Pro Loco di Gorno. Partenza in linea alle ore 9.30 dall’area feste comunale in via Madonna 2 a Gorno. Il ritiro pettorali e la consegna del pacco gara avverranno dalle ore 7.30 alle ore 9. Il tempo massimo consentito per completare la Val del Riso Trail è 4h30′.


Grandi sfide al Trofeo Nasego

Una classica della corsa in montagna, il Trofeo Nasego, che nel fine settimana accende Casto con l’assegnazione dei titoli italiani Vertical e Lunghe Distanze. Ma ‘La Nasego’ non sarà solo italiana, da tempo si lavora da tempo per proporre un vero evento internazionale.

VERTICAL - Fin troppo facile partire da qui, dalla vera notizia di questa edizione: Andrea Mayr sarà al Nasego per la gara Vertical. La detentrice del primato del mondo sul kv, stabilito sempre in italia alla Chiavenna-Lagunc, sarà la donna da battere. Per lei si tratterebbe di chiudere un cerchio e dopo Chiavenna e Malonno apporre il sigillo anche sulla croce di Savallo, il simbolo del Vertical Nasego. Ma non sarà sola, perché in gara per il titolo italiano ci saranno Valentina Belotti, la super scalatrice Camilla Magliano e la scudettata tricolore uscente Elisa Sortini. Poi tante atlete di livello e specialiste, da Samantha Galassi a Roberta Ciappini, dalla scozzese Louise Mercer alla rwandese Primitive Nyriora, e poi ancora Katarzyna Kuzminska, Anna Laura Mugno per una gara che ancora una volta non tradirà le attese.
Nel vertical uomini, fari puntatissimi sul detentore delle ultime due corone, Patrick Facchini. Tra gli sfidanti, attenzione allo scozzese Andy Douglas ed al giovane francese Sylvain Cachard. Ma sarà a livello italiano che arriverà l’attacco più deciso con Hannes Perkmann che ha davvero tanta voglia di continuare il suo grande avvio di stagione e con Henri Aymonod pronto a dimostrare di essere definitivamente maturato e pronto a recitare in un ruolo da protagonista. Outsiders di livello top? Il capitano dell’US Malonno Emanuele Manzi o Fabio Bazzana, poi Fabio Ruga ed il giovane Andrea Rostan.

TROFEO NASEGO - Nella gara regina si incrociano medaglie iridate ed europee. Siamo rimasti col salto e lo schiaffo al tabellone di Alessandro Rambaldini, era un anno fa e da quel momento 'Rambo' non avrebbe più sbagliato: vittoria nella classica di casa, titolo italiano al Bronzone Trail e poi il suo secondo mondiale nella magia di Karpacz. Rambo ha sfatato il tabù della Nasego, realizzando un sogno ed ora parte con il pettorale numero uno e facendo paura a tutti. Il livello si impenna decisamente però, i gemelli Bernard e Martin Dematteis hanno non uno, ma parecchi conti in sospeso con la Nasego, che con loro è sempre stata avara di soddisfazioni. Ci saranno poi Aymonod e Luca Cagnati. Storia tutta diversa per un altro orange delle Valli Bergamasche, Xavier Chevrier: a lui è dedicata la serata di sabato presso la tensostruttura di Famea, poi si getterà in gara. Tra i favoriti anche Francesco Puppi, ma soprattutto il keniano Robert Penin Surum. Le superstars internazionali non finiscono qui: Andy Douglas e Sylvain Cachard doppiano e saranno in gara anche la domenica, dove per la verità ambiscono ambedue alla vittoria senza se e senza ma, insieme a loro la Gran Bretagna e la Francia presentano altri due top runner: Chris Arthur e l’eterno ‘le capitain’ Julien Rancon. Tra gli outsiders di lusso pronti a fare esplodere la gara: Emanuele Manzi, Andrea Rostan, Hannes Perkmann, Alberto Vender, Patrick Facchini, Marco Zanoni, Rolando Piana, Fabio Ruga, Francesco Trenti ed Andreas Reiterer…
Nella gara rosa impossibile non partire da un dato altrettanto clamoroso: saranno in gara le campionesse del mondo in carica sia del classic che del long distance. Qualcosa che non capita a molte gare, ma alla Nasego si potrà ammirare la sfida tra Lucy Wambui Murigi e Charlotte Morgan. E ancora Barbara Bani e Gloria Giudici, la rwandese Primitive Niyirora, la francese Elise Poncet, l’irlandese Sarah McCormack, le sorelle della Valle Varaita Francesca ed Erika Ghelfi e la saluzzese Lorenza Beccaria, neo-campionessa d’Italia a staffetta. E proprio il titolo tricolore di lunghe distanze rappresenta la gara nella gara lasciando molto aperto il pronostico in virtù del fatto che la favorita Elisa Sortini sia in forte dubbio a causa di un ginocchio dolorante che le permetterà probabilmente di gareggiare solo nel Vertical. Le pretendenti al titolo però non mancano oltre alle già citate ecco Samantha Galassi, Cecilia Basso, Camilla Magliano.


Il Tor va in Tour

Il Tor des Géants, dopo dieci anni non ha bisogno di presentazioni, allora si racconta. Racconta le storie dietro le quinte, racconta le allucinazioni degli atleti, racconta le curiosità dei volontari, racconta il lavoro degli organizzatori. Storie che inevitabilmente si intrecciano tra loro. Questo un po’ lo spirito di Tor in Tour che martedì scorso ha fatto tappa a Torino, nella Sala degli Stemmi del Museo Montagna di Torino. Un appuntamento voluto da Ferrino, che sin dalla prima edizione ha creduto nell’evento ed è rimasto sempre sponsor della manifestazione. Dalla fornitura tecnica, sino alla presenza in gara, con un team tutto al femminile. Non a caso nella serata a Torino, con Anna Ferrino, Ceo di Ferrino, c’erano due atlete del Ferrino Women Team, Scilla Tonetti e Alice Modignani Fasoli. E c’era anche Erika Noro, responsabile del progetto VolonTOR e coordinatrice dei 2.500 volontari del Tor des Géants. Ma c’erano anche tanti appassionati di Tor: c’era chi l’ha fatto e chi magari un pensierino a farlo in futuro lo sta facendo. Una gara che nelle storie di chi l’ha fatta diventa più un viaggio dentro se stessi. Cosa si mangia, quanto si dorme, quali sono i tratti più difficili, il Malatrà come momento più emozionante e non solo perché si ‘vede’ il traguardo di Courmayeur: il Tor è una gara diversa da tutte le altre. Lo sapevamo, ma adesso ci crediamo sempre di più.

NUOVI REGOLAMENTI ALL’INSEGNA DELLA CONSAPEVOLEZZA DELLE DIFFICOLTÀ DI UNA CORSA IN MONTAGNA - In un’ottica di autoconsapevolezza sono cambiati i regolamenti delle gare per il Tor X, con modifiche sostanziali per quanto riguarda il materiale obbligatorio e quello consigliato per affrontare in sicurezza la gara. Il concorrente dovrà decidere se portare nello zaino o lasciare nella sacca Tor, in conseguenza di valutazioni proprie o di obblighi da parte della direzione di gara, l’attrezzatura sufficiente per affrontare in tranquillità e sicurezza il tratto di percorso che lo attende. Nonostante ciò, in particolari condizioni (meteo avversa, difficoltà tecniche del percorso…) i commissari di gara potranno controllare l’equipaggiamento del corridore e, in accordo con la direzione di gara, obbligare il corridore ad equipaggiarsi con il materiale richiesto o, in caso estremo, fermarlo.
Il concorrente, valutate le condizioni meteorologiche e il tratto di percorso da affrontare, alle basi vita (ogni 50 km circa), dove trova la sacca Tor, deve preparare la propria attrezzatura. In casi estremi, ai punti di controllo o di ristoro (dove è tollerata l’assistenza personale) il corridore può, grazie ai propri assistenti, avere ulteriori indumenti e scarpe di ricambio, alimenti e/o integratori.
Discorso a parte merita il Tor des Glaciers che, proprio per la sua natura di gara estrema in quasi totale autonomia, richiede che o corridori siano dotati di navigatore GPS, mappe del percorso, altimetro e bussola per seguire il percorso di gara. Una gara che ha riscosso immediato riscontro con pettorali sold out in pochissimi minuti.
Alla base di queste modifiche c’è il concetto di semi-autosufficienza che, da sempre, contraddistingue le gare di Vda Trailers: l’organizzazione fornisce una rete di sicurezza all’interno della quale l’atleta deve essere in grado di muoversi risolvendo e gestendo in autonomia situazioni difficili che possono presentarsi, legate alle condizioni psico-fisiche del corridore ed ai mutamenti meteorologici. Il ruolo dell’organizzazione non è di aiutare un atleta a gestire i normali problemi che possono insorgere: per una corsa in montagna di tanti chilometri la sicurezza dipende in primis dalla propria capacità di autogestione, anche in situazioni estreme, di giorno e di notte.

ESERCITO - Un endurance trail di 330 km con 24.000 metri di dislivello, corso per un tempo che va dalle 67 alle 150 ore in condizioni difficili e con poche ore di sonno, non è solo una prova estrema dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Lo sa bene l’Esercito Italiano che, grazie ad una partnership stretta con Vda Trailers, utilizzerà il percorso di preparazione al Tor des Géants e la gara stessa come un addestramento alle missioni.
Ventuno militari, suddivisi in due plotoni da dieci ai quali si aggiunge un capitano, parteciperanno al Tor in partenza l’8 settembre, con le wild card messe a disposizione dall’organizzazione, per allenare e mettere alla prova diversi aspetti della vita sotto le armi quali la capacità di elaborare informazioni in condizioni di difficoltà, la gestione del sonno, la sopportazione del dolore: un addestramento mentale e fisico che nasce dal progetto ‘Over the Top – Cognitive Training’.
Nel 2018, il tenente colonnello Vincenzo Zampella ed il tenente colonnello Giulio Monti parteciparono all’endurance trail valdostano, portandolo a termine. Un ruolo fondamentale, in quell’impresa, è stato rivestito dal cognitive training affrontato dai due ufficiali in preparazione. Monti, nel 2017, si ritirò a pochi chilometri dal traguardo, e da lì è ripartito per raggiungere l’obiettivo.
In preparazione al Tor, i ventuno militari parteciperanno anche al Gran Trail Courmayeur 105 km, che partirà il 13 luglio. La collaborazione tra Vda Trailers e l’Esercito Italiano, presente sul territorio con il Centro Addestramento Alpino di Aosta, è di lunga data, e nasce con la prima edizione del Tor des Géants. Dal 2010 a oggi, infatti, le brandine messe a disposizione dai militari offrono il meritato riposo agli atleti nelle basi vita dislocate sul percorso: una fornitura indispensabile per una delle competizioni più dure e impegnative del mondo. Con la nuova partnership siglata, il corpo militare fornirà un supporto logistico fondamentale, anche in termini di sicurezza, per la realizzazione della gara, grazie all’impiego di mezzi (per esempio elicotteri abilitali al volo notturno) e personale, durante tutta la durata del Tor.


Maga, aperte le iscrizioni

Doppio appuntamento domenica 1 settembre sulle Orobie Bergamasche: in programma la Maga Skyrace (e la Maga Ultraskymarathon che sarà prova unica di campionato europeo di specialità. Dietro le quinte un comitato organizzatore che viene dal ‘mondo gare’ e conosce le esigenze degli atleti. Al fianco della rodata Maga Skyrace 24 km e 1400 metri di dislivello), molto veloce e aperta a tutti, lo scorso anno è stata introdotta una prova ultra che per durezza e tecnicità è stata definita ‘il mostro’, da 50 km con 5000 metri di dislivello. Una gara tanto dura quanto spettacolare che la ISF ha voluto promuovere sul campo come campionato europeo. A decretare i nuovi campioni europei un anello disegnato su sentieri di montagna con tanto di tratti attrezzati, ferrate e corde fisse. I migliori interpreti della specialità saranno chiamati a confrontarsi su cenge esposte e ripidi pendii rocciosi. Proprio per questo, si è pensato di richiedere un vero e proprio curriculum atletico ai concorrenti che dovranno compilare un form di preiscrizione sul sito e, se ritenuti idonei, avranno la possibilità di correre una delle gare più attese della stagione. Una super gara che li porterà sulle cime Menna, Arera, Grem e sulle due croci dell'Alben. Per maggiori informazioni e iscrizioni: www.magaskymarathon.it


Tutto pronto al Trail del Monte Soglio

Manca poco al Trail del Monte Soglio, in programma il 25 maggio sui sentieri dell’Alto Canavese. Un progetto nato dieci anni fa per promuovere questa parte del Piemonte che ha saputo coinvolgere oltre venti associazioni del territorio e migliaia di volontari che si sono messi all’opera per valorizzare e far conoscere la rete di sentieri esistente sulle montagne canavesane, riscoprendo, e anche ripulendo, antiche vie di comunicazione tra le borgate e gli alpeggi, e creando così nuovi percorsi fruibili tutto l’anno. Per l’undicesima edizione, il comitato organizzatore, in collaborazione con i nuovi gestori del rifugio Alpe Soglia, ha deciso di effettuare il ristoro (tradizionalmente posto sulla cima del monte Soglio) proprio al rifugio, situato lievemente più in basso a quota 1.700 metri circa). Il passaggio sulla cima, sarà quindi un momento che gli atleti potranno ‘gustarsi’ in solitaria senza la ‘confusione’ del ristoro, per poi affrontare i circa 300 metri di discesa che in poco meno di 2 km li condurranno al rifugio. La nuova ubicazione del ristoro comporterà una piccola variante al percorso che ha richiesto agli organizzatori la tracciatura di nuovo sentiero sia per il Gir Lung che per il Gir Curt e l’allungamento di qualche minuto dei cancelli orari nella seconda parte del percorso di gara.


il Trail del Segredont al keniano Dennis Bosire Kiyaka

Non ha avuto rivali il keniano, classe 1990, Dennis Bosire Kiyaka sui 23 chilometri del Trail del Segredont. Il portacolori del team Serim ha tagliato il traguardo di Vertova con il tempo di 2h06’44”. Avvincente la battaglia per il podio, con Luca Carrara del team Salomon Running Italia, fresco vincitore della Trentapassi Marathon, che ha agguantato il secondo posto stoppando le lancette su 2h08’34”.
Rimonta come al solito impressionate per Fabio Bonfanti nella gara che passa proprio fuori casa sua. Innestando il turbo lungo la discesa della Val Vertova, i suoi sorpassi gli sono valsi il terzo gradino del podio, su cui è salito con il crono di 2h09’36”. Nella top ten di giornata Paolo Poli, Cristian Terzi, Matteo Longhi, Fabio Bazzana, Clemente Belingheri, Luca Rota e Denny Epis.
La gara femminile ha avuto come protagonista la bergamasca Federica Giudici del team Sport Evolution che si è guadagnata la vittoria con il finish time di 2h48’59”. In seconda posizione la trentina Lara Bonora (Atletica Lumezzane), prima lo scorso anno – che troviamo al via della gara vertovese da ben sei edizioni. 2h56’02” il suo tempo. A far loro compagnia sul podio Elena Sala.
Il presidente del Gav Vertova Franco Testa: «Ci riteniamo soddisfatti dell’esito della manifestazione. Abbiamo raccolto un parere positivo da tutti gli atleti. Tutto è filato liscio nonostante le condizioni del percorso non fossero delle migliori. C’era grandine sul terreno nella parte alta del tracciato e acqua in abbondanza nel torrente Vertova che gli atleti hanno attraversato».