Laetitia pensa all'inverno

La Roux annulla la partecipazione alle gare estive

Niente Chamonix, ma anche niente Fully, Valdigne, Dolomites Sky Race, Puig Campana... A poche ore dalla partenza della Marathon du Mont Blanc Laetitia Roux ha deciso di non partecipare alle gare estive programmate. La decisione dell'atleta francese è stata presa per risposarsi e preparare al meglio la stagione invernale, che culminerà con i Campionati del mondo di Pelvoux.


Coppa del Mondo ISMF: due tappe in Italia

Valle Aurina il 12 e 13 gennaio, Clusone il 2 e 3 marzo

Nello scorso week-end si è riunita a Torino l'assemblea plenaria dell'ISMF (International Ski Mountaineering Federation) per tirare le conclusioni sulla stagione appena conclusa e gettare le basi per la prossima, in cui oltre alla Coppa del Mondo sono in calendario i Campionati Mondiali di Pelvoux, in Francia.
Nel capoluogo piemontese si sono seduti al tavolo i rappresentanti delle quindici nazioni affiliate (oltre all'Italia presenti Germania, Turchia, Svezia, Svizzera, Belgio, Austria, Spagna, Andorra, Russia, Francia, Portogallo, Corea e Giappone), per discutere alcuni cambiamenti nel regolamento tecnico e approvare il nuovo calendario.
Il presidente Armando Mariotta ha proposto alcuni cambiamenti all'organigramma federale, mettendo a punto alcuni ruoli chiave che nella stagione appena terminata hanno creato qualche difficoltà. La britannica Rebecca Vernon è stata nominata vice-presidente con l'incarico specifico della sezione 'Sport&Events', mentre sono entrati a far parte del consiglio l'italiano Marco Mosso (già presidente della commissione scialpinismo in FISI, nonché comandante del Gruppo Sportivo Esercito di Courmayeur), la svizzera Anne Bochatay, l'andorrana Johanna Van De Wal. Due nuovi referenti, inoltre, sono stati incaricati di questioni tecniche: il francese Alexandre Pellicier, che è il nuovo responsabile tecnico dell'ISMF, e lo statunitense di stanza a Chamonix, Michael Silitch, che affiancherà Jordi Canal nel ruolo di consulente dell'area tecnica.

CALENDARIO CON DUE TAPPE ITALIANE - È stato proprio Pellicier ad introdurre le novità a livello di regolamento tecnico (approfondiremo in seguito) e a presentare il calendario gare del 2013.
Si inizia con l'Italia, che avrà due tappe del massimo circuito internazionale: opening della stagione in Valle Aurina il 12 e 13 gennaio, dove si disputeranno una gara individuale e un vertical. Seconda tappa a Les Marécottes-Salvan in Svizzera il 25 e 26 gennaio con una sprint e una individuale. Quindi ancora Italia, con la tappa di Clusone del 2 e 3 marzo (sprint + individuale), poi Andorra la settimana seguente (vertical + individuale), infine la finale a Tromsoe in Norvegia il 13 e 14 aprile, solo per Senior ed Espoir (vertical + individuale).
I campionati del Mondo si disputeranno a Pelvoux, sede dell'edizione 2012 degli Europei, dal 9 al 15 febbraio.

NESSUN CASO DI DOPING - Una nota importante è emersa nel discorso dei rappresentanti di Sportaccord, Francoise Dagouret e Matteo Vallini che hanno sottolineato come nessun caso di doping sia stato riscontrato tra membri dell'ISMF nell'ambito del progetto ABP anti-doping nei primi mesi di controlli (prima federazione non olimpica di sempre a prender parte al progetto). Gli atleti che fanno parte a questo programma che prevede la creazione di un vero e proprio 'passaporto biologico' sono stati monitorati durante le gare di Coppa del Mondo, gli Europei e con sedute a campione durante i periodi di allenamento. Test che continueranno anche durante l'estate e l'autunno.

SODDISFAZIONE DEL PRESIDENTE - «Sono contento di come si stanno sviluppando le cose. Credo che il nuovo assetto federale ci permetterà di muoverci meglio e mi sembra che tutte le federazioni affiliate siano motivate a contribuire alla causa. Certo, c'è molto lavoro da fare, ma sono rimasto sorpreso dall'intenso scambio di opinioni e dallo spirito di collaborazione che si è creato tra i membri dell'assemblea. Stiamo già lavorando per il futuro e faremo del nostro meglio affinché questa magnifica disciplina possa crescere ed essere sempre più conosciuta dagli sportivi di tutto il mondo».
 


L'ultimo saluto a Stephane Brosse

A Thones i funerali dello ski-alper scomparso sul Monte Bianco

Una giornata radiosa quella di ieri, di quelle ideali per andare in montagna ma persin troppo bella per accompagnare un amico nel suo ultimo viaggio. Così ieri alle 14.30 il simpatico paesino di Thones sopra Annecy si è riempito di gente venuta dalla regione e da località più lontane per portare l'ultimo saluto a Stephane Brosse.
La grande chiesa in centro al paese, il sagrato gremito di giovani sul cui volto trasparivano le caratteristiche proprie di chi fa sport di montagna. Su tre pannelli le foto di Stephane, molte immagini, ora in azione ora sorridente con i suoi bambini e la sua compagna. Poi la cerimonia in chiesa. Il parroco che parla di questo ultimo viaggio: ramponi, boudrier, pila frontale… Poi gli amici che a turno salgono all'altare per leggere un proprio messaggio, un ricordo dell'amico scomparso.
Molto toccante il discorso del responsabile della Fournier - Mobalpa, la fabbrica di cucine per la quale Brosse lavorava da vent'anni in qualità di responsabile marketing e di produzione, con considerazioni sulle qualità di quest'uomo che noi già abbiamo avuto modo di apprezzare durante gli anni della collaborazione con la nostra casa editrice.

E poi l'uscita dalla chiesa, interminabile, la bara sul sagrato con gli amici che uno alla volta vanno a posare una pietra davanti alla bara sotto lo sguardo affranto di Nadege, la moglie, sorretta dai parenti in questa sua grande disperazione.
Due bambini e uno in arrivo, a breve… Come farà Nadege a spiegare loro che papà non tornerà più? Fra i convenuti ci sono le facce note: se non fosse per la triste circostanza sembrerebbe di essere al briefing della Pierra Menta…
Kilian è distrutto, sembra invecchiato di anni. In compagnia della mamma segue le esequie fra i banchi dei parenti stretti.
Guido Giacomelli e Jean Pellissier, che con Stephane hanno vinto Mezzalama e Patrouille, sono saliti anch'essi a Thones con una delegazione tutta italiana. I fratelli Blanc al completo rendono omaggio al feretro. Pierre Gignoux, il compagno di mille battaglie è prostrato: la loro amicizia è rimasta stretta anche dopo il periodo delle gare.
C'è anche Pierre Tardivel che con Brosse ha portato a termine alcune discese di sci estremo in questi ultimi anni...
Difficile immaginare il futuro di questa famigliola che viveva in una casa immersa nella montagna, lontano dal paese, noi non possiamo che augurare loro ogni bene certi che se in loro c'è parte della forza del papà riusciranno a superare questa immane tragedia.


Brosse ucciso da una valanga

El Periodico ricostruisce l'incidente di domenica

Con il passare dei giorni emergono nuovi dettagli sulla tragedia che domenica ha ucciso Stéphane Brosse sull'Aiguille d'Argentière. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano catalano El Periodico e ripreso da Carreraspormontana.com Brosse sarebbe stato ucciso da una valanga. Lo sciatore francese si trovava diversi metri davanti a Kilian, a quota 3600 metri, quando una valanga l'ha trascinato a valle per 700 metri. Kilian è rimasto solo e ha lui stesso chiamato i soccorsi. Sul luogo sono intervenuti una pattuglia del soccorso alpino francese e una in arrivo dalla Svizzera. La traversata del Monte Bianco era stata già rinviata a causa delle cattive condizioni meteo e quando è avvenuto l'incidente, alle 11 circa, era in atto un forte rialzo termico.
 


Stephane Brosse perde la vita sul Monte Bianco

Grande scialpinista, amico e collaboratore di Ski-alper, era con Kilian

La notizia sta ormai facendo il giro del mondo: il drammatico tam tam sta coinvolgendo amici e appassionati precipitando nella disperazione quanti hanno avuto modo di conoscere un grande personaggio dello scialpinismo come Stephane. Il suo palmarès è impressionante: dopo aver interrotto la carriera agonistica a soli 35 anni l'elenco delle vittorie è di quelli difficili da eguagliare annoverando fra l'altro tre titoli mondiali, un europeo, una vittoria al Mezzalama nel 2005 con Blanc e Giacomelli e due secondi posti sempre nella classicissima italiana, due vittorie alla Patrouille, una volta con Pellissier e Blanc e l'altra con Giacomelli e Blanc. Poi una nuova passione: lo sci estremo, i record, i concatenamenti. I suoi compagni sono personaggi del calibro di Pierre Gignoux, Pierre Tardivel, Kilian Jornet… Per noi è oltre a tutto questo un grande amico, un prezioso collaboratore. Innovatore e grande tecnico dello ski-alp ha collaborato per la nostra rivista sia come dimostratore che come testatore.
In questi ultimi tempi ci teneva aggiornati attraverso mail sulle sue incredibili performance come la recente traversata integrale des Aravis in compagnia di Kilian e Jacquemoud. Questa mattina avrebbe dovuto concludere la traversata del Monte Bianco, sempre con Kilian, prima impresa di 'Summits of my life' quando una cornice l'ha tradito facendolo precipitare per 600 metri dall'Aiguille d'Argentière. Brosse, Jornet, Monta-Rosset e Fleury erano partiti ieri da Les Contamines e avevano passato la notte al rifugio del Couvercle. Tutta la redazione di Ski-alper si unisce al dolore dei familiari, della compagna e del figlio.
 


Scomparsa Brosse, il comunicato del team di Kilian

Jornet sta bene e dedica le sue energie a consolare la famiglia di Stephane

Il team di Kilan Jornet ha da poco emesso un comunicato sul terribile incidente di montagna che oggi ha ucciso Stéphane Brosse durante il tentativo di traversata del Monte Bianco. «Siamo dispiaciuti che durante il tentativo di traversata del Monte Bianco Stéphane abbia perso la vita in uno sfortunato incidente. Kilian sta bene e in questo momento difficile dedica tutte le sue energie a consolare la famiglia di Stéphane e gli amici. Nei prossimi giorni verrà rilasciata una dichiarazione ufficiale. Grazie per la vostra comprensione. Il team di Kilian». Kilian Jornet ha anche fatto sapere che non sarà alla Western States 100 del prossimo fine settimana negli Stati Uniti.


Robert Antonioli arruolato dal Centro Sportivo Esercito

L'atleta valtellinese arruolato nel concorso speciale per meriti sportivi

Si sono presentati ieri presso la caserma Perenni di Courmayeur gli undici atleti neo-arruolati grazie al concorso straordinario Vfp4 dell'Esercito. Un bel numero, vista la crisi nel settore e gli ingenti tagli che altri gruppi sportivi militari hanno dovuto apportare al proprio organico. «È stato uno sforzo importante, voluto dallo Stato Maggiore dell'Esercito, per dimostrare quanto crediamo nello sport e nei giovani» sono state le parole del colonnello Marco Mosso.
«I problemi economici credo che siano un fattore comune in questo particolare momento storico, ma abbiamo ritenuto opportuno dare un segnale: l'Esercito può e deve rimanere un obiettivo per la carriera dei giovani sportivi. Sono stati tutti arruolati con il grado di caporale vfp4 con una selezione per meriti sportivi».

ANTONIOLI ENTRA A FAR PARTE DEL GRUPPO -
Tra gli undici nomi delle diverse discipline invernali, spicca quello di Robert Antonioli, giovane talento dello sci club Alta Valtellina, uno dei giovani di spicco del panorama scialpinistico azzurro. Le complicate tabelle che assegnano i punteggi e determinano la graduatoria hanno premiato Antonioli a discapito allo 'storico' compagno Michele Boscacci (c'era un solo arruolamento a disposizione per lo scialpinismo). Non è da escludere, però, un ruolo da aggregato all'esercito nella stagione invernale per il forte portacolori della Polisportiva Albosaggia. Tutti gli altri atleti dell'Esercito sono stati confermati: Reichegger, Eydallin, Lenzi, Trento, Cazzanelli e l'unica donna Gloriana Pellissier, sempre agli ordini dei tecnici Nicola Invernizzi e Manuel Conta.
«Per noi la sezione di scialpinismo è un vanto e fa parte delle tradizioni del corpo degli Alpini - ha aggiunto il colonnello Mosso -. Ma non è solo questo che ci spinge a puntare su questo sport: infatti lo consideriamo un'attività molto spettacolare, in grande espansione, che merita attenzione e investimenti. Non sarebbe male tra qualche anno vederla inserita nel programma olimpico».

IL FUTURO DELLO SKI-ALP IN FISI - Importante questa considerazione di Marco Mosso, anche perché ricopre il ruolo di presidente della commissione nazionale scialpinismo in seno alla FISI. «La settimana scorsa abbiamo incontrato il direttore agonistico della nazionale Oscar Angeloni e gli abbiamo confermato l'incarico per il prossimo biennio. Il presidente Roda crede molto in questa disciplina e penso che questo sia il miglior viatico per una crescita importante, soprattutto nel settore giovanile». Tra gli obiettivi a breve termine nell'agenda della FISI c'è sicuramente quello di lavorare sui regolamenti e magari di fare un passo avanti sulla formazione degli allenatori di scialpinismo.


Damiano Lenzi lascia alle spalle una stagione difficile

Lo abbiamo intervistato per capire i motivi della stagione deludente

Da protagonista atteso ad autentico 'desaparecidos'. Questa è stata la parabola di Damiano Lenzi nell'ultima stagione agonistica dello scialpinismo. L'atleta ossolano del Centro Sportivo Esercito, infatti, non è mai riuscito a trovare la condizione per scaricare sulla neve i cavalli di cui è dotato il suo potente motore. La spiegazione ce l'ha data lui stesso. «Credo per una questione di overtraining. Sono arrivato 'cotto' già a inizio stagione, avevo esagerato con i carichi e non andavo più avanti. Nelle prime gare sono riuscito a tener duro per orgoglio, faticando come un pazzo, poi non ce la facevo più e anche il morale mi ha via via abbandonato». Stagione da dimenticare, dunque. «Prendiamo il lato positivo, ho imparato una lezione. Ero abituato a carichi di lavoro pesanti quando facevo il fondista, poi dopo un paio di stagioni 'fai da te' quando ho ricominciato a fare il professionista probabilmente avrei dovuto dosare di più l'allenamento. Ma avevo tempo, voglia e entusiasmo e ho provato a bruciare le tappe». In tutto questo anche una sospetta mononucleosi. Insomma, una stagione da dimenticare per Damiano. «A fine marzo ho mollato con le gare e ho iniziato un periodo di scarico. Ora sto bene, ho ricominciato ad allenarmi, sto pedalando e correndo. A luglio, se mi sentirò a posto, mi iscriverò a qualche skyrunning, ma senza esagerare». Il 18 giugno, intanto, l'Esercito ricomincerà con i raduni che avranno cadenza abbastanza regolare, ogni due settimane. Lezione imparata? A giudicare dalle sue parole sembrerebbe di sì. Questo vorrebbe dire per lo ski-alp azzurro ritrovare un protagonista per la prossima stagione invernale.


Angeloni confermato direttore agonistico fino al 2014

Abbiamo intervistato Oscar subito dopo l'incontro con il presidente Roda

Rinfrancato e soddisfatto. Così abbiamo sentito il dt dello scialpinismo azzurro, Oscar Angeloni, subito dopo il colloquio con il nuovo presidente della FISI, Flavio Roda. Questa, di per sé, sarebbe già una notizia, vista la situazione in cui versava la federazione negli ultimi tempi. «Sono davvero soddisfatto della riunione. È stato un incontro informale, a cui ha preso parte Roda insieme al consigliere Marco Mosso, referente della disciplina in consiglio federale. Sono rimasto sorpreso dell'attenzione dimostrata per questo settore dal presidente, che era documentato e preparato su tutte le questioni».

Angeloni è stato confermato alla direzione agonistica dello scialpinismo per le prossime due stagioni e ha avuto modo di gettare le basi per l'attività futura con i vertici federali. «Ho ottenuto carta bianca sulla gestione tecnica, ma anche notevole autonomia nella gestione logistica e di eventuali sponsorizzazioni. Un bel modo di lavorare, in cui dialogo e confronto non limitano la libertà d'azione». Lo staff tecnico della nazionale non subirà sostanziali modifiche, con 'Lillo' Invernizzi che continuerà ad affiancare Angeloni. «Non escludo di inserire un terzo tecnico di supporto nelle occasioni più importanti. Lungo il percorso di gara ci siamo accorti che una persona in più potrebbe essere d'aiuto per i ragazzi, ma anche nella gestione della logistica e delle trasferte».

Anche sul fronte degli atleti non ci saranno stravolgimenti, anche se Oscar non ha voluto rilasciare dichiarazioni in attesa dell'approvazione ufficiale delle squadre. Si può ipotizzare una continuità nel settore maschile, dove Pietro Lanfranchi ha confermato che sarà al via ancora per una stagione e tutti gli altri saranno confermati. Qualche dubbio sulla squadra femminile, dove il dt si è riservato di valutare alcune situazioni. Primo raduno previsto a novembre. «Nei prossimi giorni parlerò con tutti i ragazzi per sentire come stanno, ma sono molto tranquillo. Anche se il loro status è quello di dilettanti e ognuno di loro ha altri impegni nella vita, in realtà sono tutti professionisti veri, che conoscono alla perfezione il proprio fisico e sanno dosare periodi di recupero ed allenamenti. A novembre ci guarderemo negli occhi e partirà la stagione vera e propria». Obiettivi? Molto chiari, a giudicare dalla risposta di Oscar... «Quest'anno ci sono i Campionati del Mondo a Pelvoux e vogliamo fare bene. C'è un titolo europeo a coppie da difendere, ma non ci limiteremo a questo. E poi la Coppa del Mondo, dove proveremo a scalare le classifiche». In attesa dunque dell'ufficializzazione delle squadre, registriamo l'ottimismo del direttore agonistico del settore. Con i tempi che corrono, non è poco…


Il trailer del film ufficiale sulla PDG 2012

In estate previsto il lancio dell'opera completa

Probabilmente gli svizzeri sono ancora convinti che la PDG 2012 sia un evento da ricordare. Per questo motivo hanno incaricato Juerg Kaufmann di realizzare il film ufficiale, che sarà presentato nel corso dell'estate. Per ora è stato rilasciato un trailer, in cui, naturalmente, fanno bella mostra di sé le autorità dell'esercito...


Brunod e Martinelli vincono la Coppa Italia di skialp

Le premiazioni del Trofeo Scarpa sabato a Bergamo

Appuntamento sabato 26 maggio alle 18.30 a Bergamo, al 'Palamonti', per le premiazioni della Coppa Italia - Trofeo Scarpa di scialpinismo. Denis Brunod con 183 punti ha vinto il ranking maschile, mentre Francesca Martinelli ha dominato la classifica femminile con 132 punti. A completare il podio, nell'ordine, tra gli uomini Manfred Reichegger e Matteo Eydallin, tra le donne Elisa Compagnoni e Roberta Pedranzini. Nella categoria Master ha vinto Giancarlo Lira davanti all'inossidabile Martino Cattaneo e a Camillo Campestrini, tra le donne Monica Sartogo ha preceduto Silvia Ponzo.

GIOVANI ATLETI CRESCONO - Al Palamonti oltre a premiare i primi dieci della classifica assoluta maschile, le prime cinque della classifica femminile e i primi cinque delle categorie Master saranno chiamati sul palco anche i giovani delle categorie Cadetti e Junior. 
Tra i cadetti vittoria di Giulia Compagnoni e di Davide Magnini, alle spalle della Compagnoni, Natalia Mastrota e Laura Corazza. Omar Campestrini e Andrea Greco completano il podio tra i ragazzi. Nella categoria Junior Arianna Majocchi vince davanti a Valeria Bonapace e a Stefania Casari. Tra i ragazzi ha domintoa l'azzurro Luca Faifer, Simone Bettega e Luigi Pedranzini sono arrivati rispettivamente secondo e terzo. I numeri della Coppa Italia 2012 sono in continua crescita anche grazie alla visibilità mediatica garantita dall'intervento dello sponsor tecnico Scarpa di Asolo. Sono 846 gli atleti entrati nella classifica finale, 627 rientrano nella categoria assoluta, 40 sono donne, 85 Master M, 2 Master F, 9 Cadette, 35 Cadetti, 6 Junior F e 42 Junior M.
Tutte le classifiche on line sul sito www.coppaitaliaskialp.it


Parravicini!

Terra santa!

Per gli ebrei si tratta della Terra Promessa, ossia la terra verso cui Dio ha guidato il suo popolo tramite il profeta Mosè.
Per i cristiani, che hanno in comune con gli ebrei l'Antico Testamento, è anche la terra in cui è nato, morto e risorto Gesù Cristo.
Per i musulmani è la terra in cui Maometto giunse al termine di un miracoloso viaggio notturno che mosse da Mecca e che lo fece ascendere poi al Cielo, visitando il Paradiso dopo aver sorvolato l'Inferno . 
Per i Bergamaschi è il Parravicini, terra in cui Fulvio Mazzocchi su e giù per Grabiasca, Reseda e Madonnino, ha saputo aggiudicarsi ben undici edizioni del mitico trofeo, l’unico nelle Alpi che ne può vantare ben sessantatré al suo attivo.
Mi si scusi il mio esser profano e che nessuno se la prenda (so bene che Mazzocchi e Maometto hanno in comune solo due vocali e una consonante, niente più!), ma domenica mattina sulla strada per Carona, nonostante tre punti nel ginocchio che tiravano mica da ridere e un’acqua giù dal cielo che a terra quasi fumava per quanto batteva violenta, mi son sentito un poco come un devoto pellegrino verso questa Gerusalemme dello scialpinismo.
Ricordo ancora quando piccolo, con mio padre e alcuni suoi amici salivamo al Passo di Portula per vedere il Parravicini; tra due ali di folla che a quel tempo il Grand Mont nemmeno potevo immaginarmi cosa fosse, ma che mi lasciavano a bocca aperta. 
Non so se ti è mai capitato, ma, da bambino, ci sono alcuni momenti in cui nelle parole dei “grandi” e in modo particolare in quelle dei tuoi genitori, respiri quell’ammirazione verso quei personaggi che questi stimano così fortemente per quel che fanno, per cui inspiegabilmente in te veloce cresce quella voglia di emulazione. Proprio qui appunto ho incubato quel desiderio di poter correre quelle gare, che mitiche sulla bocca di mio padre - il Mezzalama! -, da dieci anni a questa parte son il pane, mai stantio, di ogni mio inverno.
Ricordo così come fosse ieri i miei Parravicini con un pettorale sullo zaino, con mio fratello prima e con tanti altri compagni di avventura poi: Pietro, Paolo, Angelo, Michel e ancora Angelo. 
Ricordo la mia prima partecipazione, con gli sci che lasciavi numerati ai piedi del Grabiasca e che recuperavi solo al tuo rientro dopo la cima, dove decine di assistenti - nemmeno fossimo stati al mercato del pesce di Tokio - prontamente raccoglievano gli “ordini” di sci dai concorrenti che accingendosi a raggiungere la piazzola per il cambio, li reclamavano a gran voce per numero di pettorale. 
Ricordo quelle voci, su per le inversioni che portano al passo di Portula, che da un indistinto tifare tutti i passaggi, facevano proprio il mio nome incitandomi a non mollare: una miscela tra l’illuminazione di John Belushi in Blues Brothers e benzina 98 ottani. 
Ricordo la gioia di incrociare gli sguardi dei miei genitori, dei loro amici e dei tanti conoscenti, per cui in qualche modo un pizzico di stima mi sembrava di essermelo guadagnato! 
Ricordo in un’edizione sfortunata che non vedeva il passaggio per il Madonnino, il sorriso che mi strapparono le grida del grande Alfredo Pasini che giunto in vetta dal versante opposto, con forte rammarico e non certo con poco disappunto nel non veder transitar di lì i propri figli, chiamava a squarciagola: “Neve secolare!”, sperando che qualche disertore lo raggiungesse là in cima!
Tanti bei ricordi che non fanno certo una Bibbia, ma che per me saranno sempre lo spunto per far scoprire e conoscere a mio figlio, quando sarà più grande, un mondo genuinamente fantastico che dista giusto due passi da casa nostra.