Plum, arrivano Pika e Oazo

Plum, azienda francese con una lunga storia alle spalle a partire dal 1968 e sede a Thyez, in Alta Savoia, presenta anche per la prossima stagione, come ormai da diversi anni, numerose novità sia per lo scialpinismo che per lo splitboard. E in più dalla prossima collezione tutti gli attacchi avranno una garanzia minima di tre anni, alcuni di cinque.

PIKA - Unisce l'efficienza dell'attacco Wepa con ulteriori vantaggi: heel riser a due posizioni, heel pad, nuovo puntale, ski-stopper removibile venduto separatamente, regolazione da 5 a 10 DIN, un peso di 280 grammi senza supporto rampant e ski-stopper e infine rail di regolazione da 20 mm. Garantisce affidabilità e sicurezza in tutte le situazioni, con tre anni di garanzia, ed è 100% made in France come tutti gli attacchi Plum. Lo ski-stopper pesa 85 grammi ed è disponibile da 85, 95 e 105 mm.

Peso: 280 gr

Utilizzo: spedizioni, freetouring, ripido, pista

Peso sciatore: 40-100 kg

Pika

OAZO - È l'attacco per il light touring senza compromessi, che va a posizionarsi tra R170 e Wepa. Garantisce leggerezza, con 200 grammi al piede, comfort, con due livelli di heel riser, sicurezza, con molla di regolazione da 4 a 10 DIN. Ha un rail con regolazione da 20 mm e garanzia tre anni.

Peso: 200 gr

Utilizzo: spedizioni, freetouring, ripido

Peso sciatore: 40-100 kg

Oazo

GUIDE S - La versatilità è la caratteristica principale della gamma Guide. La versione speciale S è l'ultima nata, senza dubbio molto interessante anche dal punto di vista economico (349,90 €). Grande robustezza e affidabilità, rispetto alla versione tradizionale, questa, senza la torretta, che fornisce la terza altezza per la salita, risulta più leggera (330 gr). Restano inalterato il range di sgancio (5,5-12 kN) e le altre caratteristiche tecniche. Ha la sede per i coltelli e la possibilità di regolazione di tre centimetri, valida per 4-5 misure di scarponi.

Guide S

SPLITOBOARD - Due importanti novità per gli amanti di tavola e pelli, due attacchi da splitboard: Dari e Sok. Il primo (904 gr al piede) ha la doppia opzione dell’entrata posteriore o, grazie agli strap, laterale. Sok (490 gr al piede) invece è un attacco hard boot, leggero in salita e preciso sul ripido e neve dura. Pekye, non un adattatore ma una vera talloniera, permette di salire con scarpe low tech.

Sok

ATK Crest, 280 grammi senza rinunciare allo ski stopper

Leggerezza, precisione e buon rapporto qualità/prezzo. Tre punti fermi hanno guidato gli ingegneri di ATK Bindings nella realizzazione della principale novità 2019, Crest, attacco da 280 grammi con ski stopper. Non è solo la leggerezza però al centro del progetto, infatti Crest punta anche sulla solidità strutturale: il puntale deriva da quello di ATK Trofeo, in un generale processo di semplificazione delle linee, mentre la talloniera nasce da quella di ATK RT 2.0 con l’obiettivo di incrementare il livello di sicurezza e precisione.

Occhi puntati sull’innovativo ski-stopper, leggero e semplice da maneggiare. È disponibile in varie dimensioni per adattarsi a ogni modello di sci e sono facilmente selezionabili due posizioni (uphill e downhill) utilizzando un selettore manuale. La piastra di regolazione di 20 millimetri è integrata nello ski-stopper, permettendo veloci aggiustamenti nel caso di utilizzo con differenti misure di scarponi. Il team di sviluppo di ATK ha implementato il sistema Elastic Response System, che assorbe l’energia durante le compressioni dello sci e la rilascia durante la distensione dello stesso. La nuova geometria più aggressiva dei gommini, ora costampati, fornisce una maggiore portanza su tutti i tipi di neve. Crest, come tutti gli altri attacchi ATK, è 100% made in Italy e il 95% dei componenti viene lavorato dal pieno nello stabilimento produttivo di ATK a Fiorano Modenese con l’utilizzo di macchinari C.N.C. di ultima generazione e l’impiego di leghe aeronautiche (principalmente Alu 7075) che hanno caratteristiche meccaniche simili all’acciaio ma con un peso inferiore.

 

VALORI DI SGANCIO: sistemi di regolazione dello sgancio (5-10) sia

verticale (My), sia orizzontale (Mz)

SPORTELLINO CON ALZATACCO: fornisce 3 differenti posizioni di

camminata (FLAT, +36 mm e +50 mm)

PIASTRA DI REGOLAZIONE 20 mm: inclusa per fornire una rapida

regolazione in caso di sostituzione di scarponi (fino a due misure)

SUPPORTO RAMPANT SRA: incluso

SKI STOPPER INCLUSI: disponibili differenti misure (75, 86, 91, 97, 102, 108,

120 mm) per ottenere una perfetta compatibilità con ogni tipo di sci.

©Stefano Jeantet

Salomon colora il Parco di Monza

Tanti colori e soprattutto molti contagiosi sorrisi nella mattinata di sabato 5 maggio a Villasanta (Monza), dove si è tenuto l’atteso appuntamento organizzato da Salomon, How To Trail Run (con il supporto del negozio Affari Sport). Si tratta di uno degli oltre 100 incontri organizzati dal brand francese per diffondere e incrementare la cultura della corsa off-road e il running in natura.

Condizioni meteo ottime ad accogliere gli 80 iscritti che si sono messi alla prova per approfondire il mondo del trail running con l’esperienza di Andrea Ramundo (Sport Tech Rep Salomon) e in compagnia degli atleti del team Salomon Giulio Ornati, Riccardo Borgialli e del giovane e talentuoso Andrea Rota.

È stata una panoramica a 360° sulla corsa outdoor in cui sono state illustrate le tecniche sulle diverse tipologie di terreno, l’importanza della scelta delle calzature, dell’abbigliamento e degli accessori per dedicarsi a questa disciplina, insieme ai programmi d’allenamento e agli importantissimi consigli sulla giusta alimentazione e idratazione prima, durante e al termine della corsa.


Scott, arriva l’airbag con condensatore

Scott ha annunciato che nel settembre 2018 arriverà sul mercato il nuovo zaino airbag a ventola Backountry Patrol AP30. La particolarità sta tutta nell’innovativo E1 Airbag System realizzato dalla svizzera Alpride e disponibile in esclusiva per il primo anno solo su questo zaino. La vera novità è che non c’è un motore elettrico a batteria ma un innovativo Supercapacitor System che utilizza dei condensatori per immagazzinare energia, un sistema che ricorda lo Start&Stop delle auto. Il condensatore viene ricaricato in 20 minuti tramite USB e due pile stilo AA, facilmente sostituibili, garantiscono almeno una ricarica sul campo, in circa 40 minuti. Se non utilizzate le batterie funzionano per un paio di mesi. Scott annuncia 60.000 giri al minuto della ventola di gonfiaggio che produce un flusso e una pressione sufficienti ad aprire l’airbag in un tempo inferiore ai cinque secondi.

Il fatto di non utilizzare batterie direttamente per il gonfiaggio permette a Backountry Patrol AP30 di non soffrire le basse temperature, riuscendo sempre a garantire le stesse performance di gonfiaggio, da -30 a +50 gradi. E1 di Alpride è molto leggero - circa 1,2 chilogrammi il solo sistema - e non è soggetto a restrizioni di trasporto aereo. Inoltre, dettaglio da non trascurare con un sistema di questo tipo, facilmente ricaricabile, ci si può esercitare consapevolmente a secco: non è infatti così scontato che in caso di incidente ci venga proprio istintivo titare la maniglia. La casa garantisce fino a 500.000 ricariche… Con E1 possiamo prenderci la mano e conoscere in modo approfondito il nostro dispositivo. Il sacco si presenta compatto, garantendo una valida capienza di 30 litri, con tutte le tasche al posto giusto, porta picche, sci e casco.

©Dom Daher

Scott Backcountry Patrol AP 30

VOLUME: 30 l

PESO: zaino 1.390 gr, Alpride System 1.280 gr - totale = circa 2.670 gr

PREZZO: 9oo €

+ Sistema diagonale di carico sci + Strap di compressione laterali con

sistema di carico sci A-Frame e funzione di fissaggio dello snowboard frontale

+ Tasche separate per equipaggiamento di sicurezza (pala, sonda) all’interno dello

scomparto principale + Tasca superiore con fodera in tessuto

felpato + Fissaggio per piccozza/bastone + Versatile Daisy Chain

+ Cintura leggera con cosciale di sicurezza + Etichetta SOS con istruzioni di

emergenza + Strap sullo sterno con fischietto di

emergenza + Tasca interna per mappe con portachiavi


Tecnica Zero G Tour Pro, la potenza della leggerezza

Tecnica crede sempre più nello scialpinismo e lo dimostra con l’arrivo sul mercato per la stagione 2018/19 di Zero G Tour Pro, erede di Zero G Guide Pro, rispetto al quale rappresenta un deciso passo in avanti. Uno scarpone interessante in chiave freetoruing ma che potrebbe posizionarsi a metà del guado con la categoria ski touring che abbiamo provato sulla neve in anteprima con Stefano Mantegazza, responsabile dello sviluppo del progetto, e la Guida alpina Davide Alperti, collaudatore della nuova scarpa, sulle nevi dell’Alta Badia.

AL BANCO - Rispetto a Guide Pro, Zero G Tour Pro subisce una cura dimagrante con last inferiore di un millimetro (99 mm) e peso ridotto di circa 250 grammi. Ma limitandosi ai numeri si rischia di essere riduttivi, perché cambia sensibilmente tutta l’esperienza, dalla camminata alla sciata. Nella numerazione 26/26.5 la bilancia si ferma a poco più di 1.315 grammi con lunghezza suola di 303 millimetri e la forma è abbastanza affusolata e anatomica. Per la suola è stata scelta una Vibram tra le più leggere presenti sul mercato, con tre diverse mescole, una delle quali grigia e omologata ISO Touring 9523, indispensabile per scarponi di questa categoria.

La forma è rockerata per facilitare la rullata e anche la zeppa interna è rockerata in poliuretano espanso con sistema C.A.S e disegno superiore a puntini di 1,5 mm per agevolare il lavoro di boot fitting e un buon grip della scarpetta. Gli inserti certificati Dynafit sono stati arretrati di 1,5 millimetri rispetto al vecchio Guide Pro per ridurre il braccio leva, mantenendo l'omologazione ISO Touring 9523 e una valida ramponabiltà. Al reparto ganci (rigorosamente quattro come da tradizione della casa) troviamo leve in magnesio e base alluminio con micro regolazione di sette millimetri. La prima è invertita per avere la sicurezza che non si apra in arrampicata o in sciata su neve crostosa. Ganci superiori con blocco in apertura e rastrelliera con uncino anti apertura in fase di camminata.

L’attenzione al peso ha riguardato anche il Powerstrap light da 35 mm con spalmatura interna di silicone per ottimizzare la stabilità sul gambetto durante la sciata. Per lo scafo è stato utilizzato Grilamid dello spessore di tre millimetri con zone C.A.S che permettono una perfetta lavorazione dello scafo in caso di operazioni di boot fitting. Si tratta di una tecnologia Tecnica ampiamente collaudata negli scarponi alpini con settori a porosità accentuata che garantiscono una migliore e più uniforme lavorazione quando scaldate. Il gambetto è co-iniettato in Grilamid/Carbonio nella parte posteriore e lateralmente, mentre sui lembi anteriori c’è solo Grilamid, per un flex progressivo. Uno dei segreti di Zero G Tour Pro è la leva posteriore ski/walk self-adjusting system a doppio armamento, nel gambetto e nel tallone, dove c’è un uncino di sicurezza. Il gambetto ha un’inclinazione di 12° (invertendo la piastra di fissaggio del meccanismo possiamo arrivare a 13°), mobilità di camminata anteriore di 15° e posteriore di 40°.. Zero G Tour Pro viene fornito con scarpetta preformata ready to go con lacci, soletta plantare e pad in gel.

LA CALZATA - L’entrata è facilitata grazie alle plastiche più morbide delle labbra sulla parte finale del collo del piede, con il vantaggio di poter posizionare correttamente la lingua della scarpetta. La calzata è fin da subito confortevole con un fit che segue il piede e malleoli e tallone ben alloggiati. Pratica la scarpetta ready to go versatile con mousse dalla giusta consistenza. Si può inserire la soletta termica che dà anche più precisione e comfort alla scarpa. Manovre di chiusura facili e intuitive, i ganci con microregolazione permettono un serraggio personalizzato, semplice anche con le moffole. Le taglie partono dalla 22 MP anche su questa versione top e strizzano l’occhio alle sciatrici esperte.

Il passaggio da walk a ski è molto semplice è abbiamo apprezzato particolarmente la leva posteriore a doppio fulcro che rende lo scafo ben progressivo e lo fa spanciare il giusto, anche forzando il piegamento in avanti.

 LA CAMMINATA - La rullata dello scafo trasmette sempre sensazioni di stabilità ed efficienza. In salita si ha un feeling di compattezza che garantisce precisione nell'indirizzare lo sci. L’apertura di caviglia all'inizio è un poco frenata dalla scarpetta che ha comunque bisogno di farsi nonostante sia ready to go. La curvatura dello scafo sul collo del piede copia bene, senza punti di pressione. C’è sicuramente più mobilità rispetto a Guide Pro.

LA SCIATA - In discesa traspare il know-how del marchio nel mondo alpino e freeride. Molto valido nelle curve strette, dove grazie alla giusta presa di spigolo (e ne ha grazie alla leva posteriore e alla struttura dello scafo) permette cambi veloci e precisi sullo sci. Dà però suo meglio nelle curve medio-lunghe: è molto progressivo, per una sciata dinamica che richiede energia a fine curva per uscire veloci. Ci è piaciuta anche la tolleranza negli arretramenti grazie al collarino della scarpetta alto e della giusta durezza sopra lo spoiler che aiuta a ritrovare la centralità quando necessario.

Zero G Tour Pro agevola anche quel lavoro di caviglia sugli sci che nello skialp non guasta mai nei terreni gobbosi, nei boschi fitti e su nevi crostose. Nel complesso ci è piaciuto perché le sue plastiche elastiche permettono una sciata moderna e precisa senza affaticare troppo la gamba.

Lo consiglieremmo per sci da 90 fino a 100 millimetri al centro e a sciatori di livello medio alto per uno skialp esigente. Proprio a volere trovare il pelo nell’uovo… qualcuno potrebbe preferirlo appena più basso sull’avampiede, ma proprio qualcuno…

I SUOI FRATELLI - Lo scarpone testato è il top di gamma della linea Tecnica per sci e pelli, affiancato da Zero G Tour Scout, con gambetto in PU e flex 120 (disponibile anche in versione femminile, flex 115) e Zero G Tour (scafo in PU, gambetto in Triax 3.0, flex 110). Tutti i modelli hanno last 99 millimetri.

 

TECNICA ZERO G TOUR PRO

Scafo: Grilamid

Gambetto: co-iniettato in Pebax/Carbonio

Mobilità gambetto: 55°

Leve: 4 Light Magnesium

Suola: ISO 9523 con Low Tech VIBRAM rubber toe & heel

Scarpetta: Ultralight-Light Fit ready to go con lacci

Last: 99 mm

Flex: 130

@Alice Russolo

Salomon Shift, il compromesso storico

A metà dicembre, con un’inaspettata azione di marketing on-line, Salomon ha calato l’asso, anticipando l’uscita (prevista ufficialmente per settembre 2018) di un nuovo attacco denominato Shift. Raramente la scimmia ha assalito in modo così violento gli appassionati, perché Shift sembra riassumere in sé le caratteristiche che da tanto tempo stavano cercando - con vari accrocchi - i rider che si collocano a metà tra il freeride fatto con impianti ed elicotteri e gli scialpinisti classici. Quello, insomma, che noi chiamiamo Freetouring, i francesi Freerando, gli americani freeride touring.

Un compromesso. Shift si presenta come l’attacco del compromesso storico, quello tra alpino e touring. Il progetto ha richiesto notevoli investimenti e una lunga gestazione: i lavori sono iniziati dal 2010 su spinta dei freerider nordamericani di casa Salomon, tra cui Cody Townsend, che cercavano un’evoluzione del Guardian. Il desiderata da cui sono partiti era un attacco con le caratteristiche sciistiche e di sicurezza dell’STH2 ma con l’agilità di un modello a pin Dynafit. La maison di Annecy ha così affidato a Benoit Sublet lo sviluppo di questa (apparentemente) mission impossibile. Il percorso è stato lungo: prototipi prima troppo pesanti e macchinosi, poi eccessivamente fragili. Ma Sublet e il suo team non si sono mai fatti scoraggiare.

La chiave di volta è stata l’introduzione di una particolare plastica caricata a carbonio: quasi il 25% del materiale è carbonio, il che permette di aumentare rigidità e resistenza della struttura senza gravare sulla bilancia. Risolto questo problema, lo sviluppo si è accelerato improvvisamente, fino alla presentazione del progetto definitivo. Abbiamo sfruttato un esclusivo evento Salomon a La Plagne a metà gennaio (focalizzato però al lancio della nuova tecnologia Sons of a Blast da sci alpino), per farci consegnare un paio di Shift montati su un QST 109. Ecco le nostre prime considerazioni.

L’impressione è di un prodotto serio. Estremamente razionale, ben rifinito, ottimizzato in tutti i dettagli. Un semplice meccanismo azionabile a mano (lavora bene, senza resistenze eccessive) trasforma il puntale in un vero attacco da pista. Tirando indietro la leva, si apre la ganascia che presenta così i nostri beneamati pin e l’immancabile leva anteriore per il bloccaggio di sicurezza (sì, assomiglia a quella del TR2, ma forse questa è l’unica reale somiglianza, oltre alle ganasce). La talloniera, invece, ricorda quella di un tradizionale Salomon da pista, un L7 Junior o cose del genere. Entrata tradizionale step-in (un bel rassicurante clack in chiusura) e lo skistopper come siamo abituati su un Salomon da pista. In fase walk ci sono due posizioni di alzatacco. Sgancio frontale e laterale a norma TÜV, con range 6-13 DIN e un’elasticità notevole (fino a 47 mm di escursione laterale prima che lo scarpone esca dalle ganasce). Ma a sorprendere è la versatilità, che non altera le caratteristiche di sicurezza con suole di scarponi WTR, Grip Walk o Walk Sole. A tal proposito: «Lo scarpone per lo sci alpino ha delle zone di scivolamento in plastica, mentre quello da scialpinismo ha suole in gomma, quindi con valori di sgancio diversi. Se regoli a DIN 8, lo Shift si sgancerà a DIN 8, sia che tu abbia uno scarpone da pista che da skialp ed è l’unico attacco a farlo». Questo è ciò che ha spiegato in sede di presentazione Benoit Sublet.

Tutto facile, tutto essenziale. Shift non pesa nemmeno troppo, viste le funzionalità: 850 grammi, anche se un po’ di più dei diretti concorrenti a pin (600 grammi Dynafit Radical ST, i 620 grammi di Ski Trab TR2, 630 grammi di Fritschi Tecton e 750 grammi di Marker Kingpin) ma molto meno di quelli alpini (per esempio 1.157 grammi di Look Pivot 14 WTR e 1.478 grammi di Salomon Guardian MNC 13). La sensazione è che si tratti di un prodotto che arriva al momento giusto. Non sarà mai un attacco da scialpinismo (pesa troppo, si può montare con larghezze da 90 mm in su sotto il piede), ma è un perfetto compromesso per il freeride alpino (perfetto in tal senso). Soprattutto permette a chi vuole portare per brevi dislivelli bestioni da 2 kg ad asta utilizzando scarponi con pin di sciare anche le stesse aste in altre occasioni in cui non c’è bisogno di pellare, utilizzando scarponi di provenienza alpina. Questa è la reale rivoluzione, perché fondamentalmente raddoppia il campo di gioco di sci che già erano pronti, ma non erano supportati dal set attacco/scarpone. Forse sprecato su aste freetouring pure (quelle che noi classifichiamo da 1.300 a 1.650 grammi sulla Buyer’s Guide), a meno che non si metta la sicurezza di sgancio davanti a tutto.

Infine un primo confronto con la concorrenza: le poche riviste internazionali credibili che l’hanno testato lo confrontano entusiasticamente a Kingpin, Tecton e Vipec, oppure a tradizionali attacchi a barra. Il vero confronto andrebbe fatto con Ski Trab TR2 che a nostro giudizio al momento rappresentava lo stato dell’arte dell’attacco da freeride. L’attacco dell’azienda bormina pesa anche 200 grammi in meno ed è più indicato per un uso freetouring puro, però la talloniera non è universale e ne preclude l’utilizzo con scarponi non modificati ad hoc. Come se lo sviluppo non fosse arrivato a reale completamento e rimanesse una chicca per pochi amatori. A livello di trasmissione degli impulsi era però l’unico che consentiva di guidare lo sci con la stessa precisione di Shift. Al momento non possiamo aggiungere altro: aspettiamo di sciarci, di salire e scendere. Ma con un po’ di continuità e in situazioni diverse. Ve lo presenteremo con maggiore calma e soprattutto sarà uno dei protagonisti della Buyers’ Guide 2019.

SCHEDA TECNICA

- SGANCIO: certificazione TÜV rispetto sia alla norma ISO 13992 (scialpinismo) che 9462 (sci alpino) con un range di sgancio da 6 a 13. Lo sgancio frontale è gestito dalla talloniera (in modalità alpina, con un range elastico di 9 mm prima di rilasciare lo scarpone), quello laterale dal puntale (con un range elastico di 47 mm prima di rilasciare lo scarpone).

- COMPATIBILITÀ: è l’unico attacco sul mercato attualmente Multi-Norm Certified, compatibile sia con gli scarponi da scialpinismo che da pista (standard Grip Walk, WTR e Walk Sole).

- REGOLAZIONI: la slitta consente uno spostamento di 30 mm, sono disponibili ski-stopper sulla talloniera in 4 taglie (90, 100, 110 e 120 mm), due coltelli opzionali da 100 e 120 mm e due posizioni di salita (alzatacco) da 2° e 10°.

- ESCURSIONE IN CAMMINATA: supera i 90°

- PESO: 850 gr (con skistopper) 

- PREZZO: 449 €, disponibile da settembre 2018 in una serie di punti vendita selezionati


New Balance Fresh Foam Hierro, missione trail

Ci vuole coraggio a cambiare i prodotti di successo ed è nel DNA dei marchi innovatori. Se New Balance lo aveva dimostrato l’anno scorso, presentando la v2 di una scarpa di successo come la Hierro, ne dimostra ancora di più a solo un anno di distanza - con il modello 2017 che è andata esaurita velocemente nei negozi - introducendo già la v3. Abbiamo provato Hierro v3 facendola mettere ai piedi di uno dei testatori di più lunga data della nostra Outdoor Guide, Christian Modena e abbiamo scoperto che… Beh, non è necessario provarla, ma solo guardarla per rendersi conto che non si tratta di un restyling, ma di una scarpa completamente nuova, dove la parte che è cambiata meno (ma è cambiata…) è la suola. Niente più linguetta, a favore di un comodo sistema sock fit (a calza), niente più tomaia in mesh 3D ma Hyposkin, una struttura simile a una pellicola, traforata al laser per renderla traspirante, e geometrie che strizzano l’occhio al massimalismo. La v2 aveva un profilo 19 - 15 mm, sulla v3 si passa a 28 - 20. Raddoppia il drop, dunque, ma in ogni caso si sale. Molto evidente poi anche la calzina che avvolge il collo del piede e sopra il tallone, per evitare l’ingresso dei detriti. Il peso? 326 grammi.

©Alice Russolo

SUL TERRENO - Viste le premesse, la voglia di mettere ai piedi Hierro v3 è aumentata, per capire quanto è diversa dal modello che l’anno scorso era piaciuto tanto ed era sembrato molto versatile, da ultra sì e per utenti di medio livello, ma anche per utenti top e gare più corte, tecniche e nervose. Le sorprese non sono mancate. «È subito comoda, si adatta davvero bene a quasi tutti i piedi, è la scarpa no problem, questa è sicuramente la prima sensazione che hai quando la metti ai piedi» ha detto subito Christian. Comodità per le lunghe distanze, per le grandi ultra, magari corribili e non esageratamente tecniche, in stile Leadville e Western States, per intenderci. «La definizione mi sembra abbastanza centrata - ha aggiunto Christian - perché la sensazione di cushioning e di morbidezza dell’intersuola è davvero notevole, simile a quella di altre massimaliste e la comodità è al primo posto, in più il rocker accentuato della punta aiuta la rullata verso la fine delle gare lunghe». Il tallone è molto comodo e c’è tanto appoggio. Si percepisce anche il drop raddoppiato rispetto all’antenata. «Il dislivello si sente, ed è pensato per fornire più sostegno sulle lunghe distanze e terreni moderatamente tecnici». Abbiamo detto che la suola sembra essere la parte rimasta più simile alla v2, ma è vero solo in parte. La somiglianza sta nella forma a esagono dei chiodi, ma la disposizione è più dinamica, con quelli esterni quasi longitudinali e con un disegno generale più aperto, che dovrebbe agevolare l’autopulenza in caso di fango e terreni umidi. La grande differenza però sta nell’utilizzo di una suola bimescola, in parte la collaudata Vibram Megagrip, in parte di un altro compound dell’azienda di Albizzate. Megagrip rappresenta un ottimo compromesso tra grip e durata, però la scelta di utilizzarlo solo nelle zone di maggiore trazione risponde all’obiettivo di allungare ancora di più la vita della scarpa. «Non ho ancora avuto modo di provarle in situazioni particolarmente critiche di aderenza, ma la presenza di Magargrip nelle zone dove si spinge dovrebbe essere una garanzia e il disegno aperto aiuta molto l’autopulenza» ha concluso Christian.

©Alice Russolo

OBIETTIVO TRAIL - New Balance inserisce Hierro v3 nel segmento occupato da Brooks Caldera, Hoka One One Speed Instinct e Saucony Peregrine. A noi è piaciuta per la sua comodità e per il notevole cushioning, oltre che per la calzina che evita l’entrata dei detriti. Anche alla luce dell’arrivo sul mercato tra la primavera e l’estate di KOM - King of The Mountain, che andrà a riempire le distanze lasciate vuoto dall’uscita di scena della storica Leadville, anche se - secondo le prime anticipazioni - sarà una scarpa abbastanza diversa - appare evidente che Hierro torna a posizionarsi nel segmento più puro del trail moderatamente tecnico e di medio-lunga distanza. Potrebbe anche essere un’ottima scarpa anche per escursioni in montagna con uno spirito più sportivo. Meno polivalente, più specifica, più comoda e ammortizzata. Una scelta perfetta per sostenere e arrivare a fine gara, valida alternativa nell’arena del massimalismo. E per durare a lungo. Un modello che, insieme ai nuovi arrivi estivi e autunnali, amplia ancora di più l’offerta di New Balance nel mondo del trail.

New Balance Hierro v3

Peso: 326 gr
Prezzo: 135 euro
Drop: 8 mm
Intersuola: Fresh Foam
Suola: bimescola Vibram Megagrip/Vibram
Tomaia: Hyposkin

www.newbalance.it

©Alice Russolo

La Sportiva festeggia i 90 anni

La Sportiva spegne quest’anno le novanta candeline: novanta sono infatti gli anni trascorsi dalla sua fondazione nel 1928 per mano di Narciso Delladio di Tesero, quasi un secolo di storia che ha visto il piccolo laboratorio artigianale denominato La Calzoleria Sportiva, crescere costantemente ed evolvere nel brand globale che è oggi. Quattro le generazioni della famiglia Delladio, rappresentata oggi dal ceo Lorenzo Delladio e dalla figlia Giulia, che hanno proseguito la tradizione imprenditoriale famigliare portandola al successo odierno: oltre trecento dipendenti, un fatturato in crescita che supererà nel 2018 i cento milioni di euro e un nuovo stabilimento di 15.000 metri cubi che sarà inaugurato entro la fine dell’anno e porterà in breve al potenziale raddoppio della produzione delle calzature d’arrampicata e d’alta montagna.
La data ufficiale del compleanno di La Sportiva è mercoledì 23 maggio: presso il Muse di Trento avrà luogo infatti il 90th Anniversary Party, evento celebrativo aperto a tutta la popolazione trentina e più in generale a tutti gli amanti della montagna e dei suoi protagonisti. La montagna scenderà in città e La Sportiva abbraccerà Trento in un evento che saprà di storia e di leggenda con tutti i protagonisti ed atleti che hanno contribuito ad evolvere il modo di andare in montagna in 90 anni di alpinismo.
E proprio l’alpinismo sarà protagonista a Trento per tutto il mese di maggio: sino al 25 maggio infatti il Muse dedicherà una mostra temporanea proprio all’evoluzione dei modi di andare in montagna. Attraverso alcune tappe fondamentali della storia dell’alpinismo e dell’arrampicata in un percorso fatto di rare immagini d’archivio, video emozionali e prodotti originali utilizzati dai migliori atleti della storia per le loro realizzazioni più importanti, i visitatori saranno accompagnati nel percorso evolutivo compiuto dall’azienda della Valle di Fiemme nei 90 anni di storia che l’hanno vista ai piedi dei migliori esponenti dell’alpinismo mondiale. Troveranno spazio quindi le scarpette utilizzate da Adam Ondra per la salita norvegese di ‘Silence’, le Olympus Mons Evo di Simone Moro nella salita invernale al Nanga Parbat e ancora le TC Pro utilizzate dall’americano Tommy Caldwell per la salita di Dawn Wall su El Captain, la via ritenuta la più dura al mondo. ‘Storia di alpinismo, passione ed innovazione’: questo il titolo di una mostra fatta di immagini e prodotti completamente inediti al grande pubblico. Completano l’esperienza un percorso sensoriale dedicato ai più piccoli al termine del quale sarà possibile ritirare un piccolo gadget La Sportiva.


La Sportiva Uragano e Tempesta, l’inverno non fa più paura

Abbiamo messo ai piedi di Jonathan Wyatt, atleta simbolo della corsa in montagna, le nuove scarpe per il winter running La Sportiva, Uragano GTX e Tempesta GTX, presentate a Ispo 2017 e in distribuzione nei negozi. La Sportiva è stato uno dei primissimi marchi a presentare una scarpa adatta al running in inverno, la Crossover GTX (da questo inverno aggiornata nella versione 2.0). Un modello che ha aperto la strada ad altri marchi, soprattutto negli ultimi anni, con ghetta alta, Gore-Tex per evitare che i piedi vengano bagnati dalla neve e la possibilità di inserire i chiodi nella suola. Un modello che negli ultimi anni tradiva, rispetto ad altre proposte più recenti e soprattutto specifiche, una progettazione per utilizzo più vasto: non solo corsa ma anche camminata veloce o ciaspole, oppure anche come doposci. L’arrivo di ben due modelli pensati per il running in inverno, ai quali si affianca la rinnovata Crossover, amplia notevolmente la scelta e La Sportiva risulta essere l’unico marchio con tre modelli winter.

La Sportiva Uragano e Tempesta ©Alice Russolo

FEELING SUMMER - «Quello che mi ha maggiormente sorpreso è la flessibilità, praticamente uguale a quanto avviene con le scarpe estive, ma difficile da ottenere utilizzando Gore-Tex» dice Jonathan Wyatt che non ha partecipato allo sviluppo di queste scarpe e le ha messe per la prima volta in occasione della nostra prova. «Mi piace correre con Ultra Raptor e Mutant, e il feeling è molto simile, con qualche leggera differenza tra Uragano, che ha la ghetta che copre fino in alto, e Tempesta, più alta di una scarpa estiva ma senza ghetta e meno protettiva in caso di neve fresca o bagnata: io personalmente ho preferito Uragano, ma è una questione di abitudini e gusti». Valido il grip su neve e sui terreni duri dell’inverno, ma anche sul fango. «Sulla neve morbida ha una buona presa, ti senti sempre sicuro». Sia Uragano che Tempesta permettono di montare nella suola i chiodi AT Grip con uno speciale accessorio simile a un cacciavite, un aiuto in più su fondi ghiacciati. I chiodi sono amovibili e possono essere tolti e rimessi più volte.

©Alice Russolo

PARENTI DI MUTANT - Le due nuove scarpe invernali tradiscono una somiglianza nell’aspetto con Mutant e condividono con la best seller estiva un drop di 10 millimetri. Cambiano però suola: la Frixion XF ultra aderente è stata sostituita da Frixion AT. La prima è una allround, mentre per le scarpe invernali è stata utilizzata una mescola ideale su fondi morbidi dove è richiesta molta aderenza. La tomaia è costruita senza cuciture ed è idrorepellente e la tecnologia Gore-Tex utilizzata è la Gore Flex Construction che rende le scarpe molto flessibili. Il puntalino in TPU è una buona protezione in caso di urti accidentali. «La ghetta Sock Shield di Uragano GTX avvolge la caviglia in modo naturale e non ostacola l’entrata del piede, evitando efficacemente l’entrata di neve o fango e vestendo molto bene, senza fastidiosi punti vuoti proprio come una calza» conclude Jonathan Wyatt. La maggiore protezione in chiave invernale non ha comportato grande aumento di peso se si pensa che Mutant ferma l’ago della bilancia a circa 30 grammi in meno e le competitor sono allineate: Tempesta in particolare pesa anche meno di altre proposte invernali presenti sugli scaffali dei negozi.

©Alice Russolo

La Sportiva Uragano GTX e Tempesta GTX

Tomaia: Single mesh idrorepellente anti- abrasione con stampa in sublimazione + Sock-Shield Gaiter (+ collarino a costruzione Sock Shield per Tempesta GTX)

Fodera: Gore Flex Construction

Intersuola: MEMlex EVA a iniezione con inserto stabilizzante

Allacciatura: tradizionale con pace pocket integrata

Prezzo: Uragano 189 euro - Tempesta 169 euro

Suola: mescola Frixion AT compatibile con chiodi amovibili AT Grip Spikes

Plantare: Ortholite Mountain Running Ergonomic 4 mm

Peso: 350 gr (Uragano GTX) - 340 gr (Tempesta GTX)

Drop: 10 mm

@Alice Russolo

Vaude Trail Spacer 8, arriva lo zaino con struttura a maglia

Vaude ha recentemente presentato lo zaino Trail Spacer, con una capacità di 8 litri e un peso di 475 grammi. Un modello che ha una particolarità: una struttura a maglia 3D. Una lavorazione sempre più utilizzata ultimamente, dalle scarpe all’abbigliamento, e con notevoli vantaggi.

LO SCHIENALE LAVORATO A MAGLIA - La Divisione Ricerca di Vaude a Tettnang ha sviluppato e concretizzato l’idea di un sistema dorsale a maglia tridimensionale per gli zaini. Il Product Manager Florian Schmid spiega: «La struttura a maglia 3D è un’assoluta novità a livello mondiale e ci consente di realizzare design completamente nuovi per il pannello dorsale. Con la maglia 3D possiamo tenere conto di diverse zone di pressione nella regione dorsale per ottimizzare la distribuzione del peso». Il nuovo sistema dorsale denominato Vent-Tex Spacerknit viene lavorato a maglia con tre fili, senza cuciture, e con zone di rigidezza diverse. La struttura 3D si estende senza interruzione alla zona delle spalle e agli spallacci, avvolgendo lo sportivo come un giubbotto.

Vaude Trail Spacer 8

METODO GREEN - Il metodo di fabbricazione consente di risparmiare in larga misura le risorse naturali, poiché lo schienale viene realizzato in Germania senza materiale in schiuma. L’elastica struttura a maglia 3D consente il passaggio costante d’aria con una migliore areazione rispetto a ogni altro pannello dorsale a contatto con il corpo. Il sistema dorsale, simile a un giubbotto, assicura un’aderenza perfetta, comfort e areazione durante attività sportive con un alto livello di movimento come trail running, sci di fondo, mountain bike, escursioni a piedi o sugli sci.

MENO PESO SULLE SPALLE - Un istituto svizzero ha testato nel corso di uno studio la distribuzione della pressione degli spallacci nella zona delle spalle. Il risultato: con il Ventex Spacerknit la pressione media sulle spalle è risultata inferiore rispetto alla media (-57%) e i picchi di pressione vengono ammortizzati persino dell’82%. I partecipanti al test hanno giudicato nettamente migliore anche il comfort soggettivo in tutti i punti d’appoggio sul dorso rispetto ai modelli a confronto.

Vaude Trail Spacer 8

Aku Climatica per il viaggio

Da qualche anno si fanno strada (è proprio il caso di dirlo) nel grande mercato outdoor sempre più scarpe travel, o da viaggio, modelli che strizzano l’occhio al lifestyle ma hanno  un minimo di caratteristiche tecniche che le rendono sì comode durante le vacanze o per la vita di tutti i giorni, ma anche adatte per qualche passo nella natura o per sopportare agevolmente un acquazzone. La nuova scarpa travel del calzaturificio veneto AKU, Climatica, è una delle più riuscite ed è disponibile con tomaia in nubuck e scamosciato. Pesa 375 grammi e ha un prezzo di 174,90 euro (Climatica Suede GTX).  Info: www.aku.it

Ecco le principali caratteristiche di Climatica

Sock fit construction
Il piede è avvolto come in una calza e restituisce la sensazione di comfort immediato e di essere tutt’uno con le proprie calzature.

Fast lacing system
Sistema di allacciatura che permette di regolare i lacci velocemente e con semplicità, garantendo una fasciatura salda.

Laminato Gore-Tex elasticizzato
Unisce alle caratteristiche di impermeabilità e traspirabilità della membrana il comfort e la precisione del fitting di un materiale elasticizzato.

Rinforzo in TPU
Il rinforzo in TPU (poliuretano termoplastico) è disegnato per controllare la torsione e la flessione della scarpa mantenendo un’ampia superficie traspirante sotto il piede.

Gore-Tex Surround
Tecnologia di prodotto che offre ai piedi un comfort climatico a 360° e permette la traspirazione in ogni parte, anche nella zona plantare, senza compromettere la protezione impermeabile. I piedi rimangono freschi, asciutti e comodi anche con temperature elevate.

Griglia di ventilazione
L'umidità e il calore vengono allontanati dal basso, tramite il laminato Gore-Tex, in una griglia di ventilazione. Da lì possono fuoriuscire attraverso le ampie aperture laterali della suola.

Aperture laterali nella suola
Attraverso le aperture posizionate sul lato della suola, l'umidità e il calore vengono allontanati non solo attraverso la tomaia.

AKU Tenuta Grip
La mescola e il battistrada, messi a punto da AKU, sono studiati per un utilizzo misto, fuoristrada e urbano, con una speciale tenuta su superfici lisce e umide.

Local traceable
Le materie prime provengono prevalentemente da fornitori locali, con piena tracciabilità di ogni componente del prodotto, garanzia di trasparenza nei confronti dell’utilizzatore.


Per gli 80 anni di Scarpa arriva F80

Dopo la Mojito special edition per i 70 anni di Scarpa, che pochi fortunati conservano ancora come una reliquia nell'armadio, ecco che la storica azienda veneta, che nel 2018 festeggia 80 anni, lancia due nuovi prodotti limited edition. Lo scarpone da scialpinismo F1 si veste di rosso e si impreziosisce del logo storico Scarpa in una versione realizzata in 2018 pezzi numerati. F80, questo il nome del modello, ha caratteristiche tecniche che rimangono fedeli all’attuale F1: versatilità, leggerezza, comfort e performance. Uno scarpone adatto a tutte le attività scialpinistiche, dalla salita con i ramponi, fino alla discesa in neve fresca, dove la Carbon Core Technology nello scafo e X-Cage Evo nel gambetto garantiscono una diretta trasmissione degli impulsi allo sci, favorendone il controllo e il divertimento. La leva posteriore ha ingombri minimi e permette un agevole e sicuro passaggio dalla fase Ski a quella Walk. Il duplice sistema di chiusura garantisce la massima precisione di calzata: il sistema Boa per l'avampiede e la leva Fast Buckle con fascia a velcro referenziata per l'area tibiale. La suola Vibram, infine, offre un grip molto valido in fase di camminata. Tra le novità di questo modello esclusivo, Scarpa aggiunge il sistema di localizzazione Recco. A F80 si aggiunge anche nella collezione lifestyle la scarpa Zero 8, che trae ispirazione dal leggendario modello da arrampicata Roch Star, vero best seller degli anni Settanta.