Skialper 136, Sweet Home
Non abbiamo mai vissuto le nostre case come negli ultimi quindici mesi. Probabilmente non le abbiamo mai odiate così tanto perché da un giorno all’altro si sono trasformare da dormitorio a ufficio, luogo di svago, palestra, ristorante. E non erano state pensate per quelle funzioni. Ma poi alla fine la pandemia ci ha obbligati a riflettere sul concetto stesso di casa e a uscire dalla nostra comfort zone. Il domicilio è il luogo dove un soggetto ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. Ce lo hanno insegnato i DPCM, così casa è dove abbiamo deciso di spostarci, anche per dare sfogo alle nostre passioni, è un luogo fisico con uno spazio mentale a cui siamo a nostro agio. Una luogo piccolo dove progettare le nostre grandi avventure, con le finestre che si aprono su panorami infiniti, come quelli della copertina, che rappresenta la vista dall’oblò di un bivacco in Sud America. E allora casa per gli autori di questo numero di Skialper significa Patagonia, Altavia numero 1 delle Dolomiti, Monte Baldo, Balcani, un record fuori dall’uscio e tanto altro.
PrimAscesa, prove di alpinismo post-apocalittico
Molti chiamano casa le proprie montagne. Ma in fin dei conti casa non è l’intero pianeta che abitiamo? Ed è piena di spazzatura. Perché allora ci risulta tanto difficile prenderne coscienza? Forse perché noi quella spazzatura non la vediamo. Così Simon e Juan, i protagonisti del mediometraggio presentato al Trento Film Festival, hanno pensato di scalare i 300 metri e 105.000 metri cubi di immondizia di una discarica per scenderla con gli sci.
Il paradiso è per pochi
El Chaltén, Patagonia. Migliaia di visitatori al giorno in estate (il nostro inverno) e poche centinaia di residenti nell’inverno australe, quando soffiano i venti del sud e la neve ricopre anche i pendii più bassi del Fitz Roy e del Cerro Torre. E quando entra in scena la minuscola ed eterogenea tribù di scialpinisti locali. Matthew Tufts ha deciso di fare di El Chaltén la sua casa per un lungo inverno fatto di attese, asados e discese irripetibili. Un reportage di 20 pagine per pensare alla neve e allo sci di montagna anche quando da noi si riempiono le spiagge.
Chiedimi se sono felice
Civetta, Antelao, Pelmo e Tofana di Rozes da salire e scendere con gli sci uno dietro l’altro, spostandosi solo a piedi tra una montagna e l’altra. Non un record alla ricerca della prestazione contro il cronometro, ma una sfida dietro casa per scoprire la differenza tra contentezza e felicità. È quello che hanno fatto Giovanni Zaccaria e Matteo Furlan.
Tea e il Baldo
La montagna di casa, un microcosmo che si tuffa nel Lago di Garda, ricco di sorprese anche se è proprio fuori dall’uscio. Da raggiungere in bici e attraversare a piedi, con la neve, in coppia. Per chiudere tutte le cianfrusaglie della vita moderna in un baule col lucchetto e farsi un giro leggeri e senza pensieri. Un racconto di Andrea Zocca con illustrazioni di Alessandro Ripane.
Dobro došli
Carpazi, Balcani e Caucaso. Un viaggio leggero, al ritmo del trekking e di una tendina gialla. Ma anche al ritmo dell’ospitalità semplice e genuina, quando ad aprirti la porta di un’umile ma dignitosa casa sono soprattutto le donne come Mayvala, sul Caucaso Maggiore. Storie di incontri, e rinascite, come quella di Zef, che ha aperto un rifugio sulle montagne dell’Albania. Storie di notti nella natura, con le parole e le immagini di Giacomo Frison e Glorija Blazinšek.
Pionieri dietro casa
L’Altavia numero 1 delle Dolomiti è un sogno per molti, ma in inverno è poco frequentata, soprattutto nell’anno pandemico, con tutti i rifugi chiusi. E allora perché non provare ad affrontarla con sci e pelli, costruendosi ogni sera la propria casa scavando una truna o infilandosi in una baita? L’idea Andrea Galliano ce l’aveva in mente da tempo, ma la pandemia e i lockdown hanno dato la spinta giusta.
La formula del divertimento di tipo 2
17.645 metri di dislivello con sci e pelli in 24 ore. E il nuovo record del mondo. A realizzarlo, a marzo, Martina Valmassoi, sulle piste di casa, nel Cadore. Un’idea nata per caso e un progetto improvvisato, per mettersi alla prova e fare qualcosa di diverso.
Marco De Gasperi 2.0
Dopo sei ori mondiali nella corsa in montagna e successi prestigiosi come quelli alla Sierre-Zinal e alla Jungfrau Marathon è tempo di guardare oltre. Per progettare le scarpe da trail del futuro. Siamo stati in SCARPA, la nuova casa di Marco De Gasperi, category manager per il trail del marchio veneto. Per parlare di scarpe e suole ma anche di ricordi. Passato, presente e futuro di un campione.
Must Have & more
Siamo stati a Saluzzo e nei dintorni, tra Valle Varaita e Valle Po, per una corsetta con i ragazzi della Podistica Valle Varaita. E nel frattempo abbiamo anche provato qualche chicca: scarpe, abbigliamento, bastoni, zaini, gps & co. Poi abbiamo fatto un giro in mountain bike e a piedi a Gressoney con i nuovi capi di abbigliamento della linea Moncler Grenoble, abbiamo organizzato una tavola rotonda a fil di vetta con Federica Mingolla, Fabian Buhl e Matteo Jellici, R&D footwear director La Sportiva, sulla nuova linea di scarponi semi-ramponabili Aequilibrium e abbiamo chiesto alla Guida alpina catalana Santi Padrós cosa ne pensa della nuova scarpa da approach AKU Rock DFS.
Pensieri di roccia e di neve
Nella consueta rubrica Antologia Bianca i racconti dei lettori e proprio uno di loro, Massimo Teghille, dopo essere stato pubblicato tra le pagine dei lettori, è stato promosso e ha firmato l’outro di questo numero. Quindi… continuate a mandarci i vostri racconti! La doppia pagina dei Pensieri, a inizio rivista, è dedicata alle Dolomiti, alla loro roccia e all’arrampicata, a firma di Gian Luca Gagino.
Outdoor Guide 2021, 320 pagine per sapere tutto prima di acquistare
Il mondo dell’outdoor estivo in meno di dodici mesi dall’ultima edizione della Outdoor Guide è cambiato profondamente: processi in atto che la pandemia ha accelerato alla velocità della luce. Decine di migliaia di persone che avevano visto la montagna e la natura solo sui loro smartphone si sono riversate in massa nella wilderness. Così anche l’Outdoor Guide 2021 (320 pagine, 10 euro), in edicola a partire dal 13 maggio, cambia pelle. Non ha più senso una separazione netta tra camminare e correre e in parte anche tra camminare e usare mani e piedi per salire. Sono categorie mentali che corrispondono a mondi collegati tra di loro. Abbiamo eliminato le vecchie categorie trail, ultra, sky & vertical, day hiking, multiday hiking e mountain per passare a quattro idee: correre (Speed Race), correre e camminare (Trail), camminare (Hike), salire (Mountain). Ogni categorizzazione porta sempre con sé qualche forzatura, è normale. Ma, oltre la semplificazione nel passare da sei a quattro categorie, c’è una riivoluzione nel modo di pensare e di approcciarsi all’attività all’aria aperta. Non abbiamo più ragionato con schemi rigidi, legati esclusivamente o prevalentemente ad aspetti fisici e misurabili come il peso o il drop dei prodotti testati, ma partendo dalla passione e dalle emozioni di chi frequenta l’outdoor che si traducono in obiettivi, atteggiamento, tipo di movimento e di terreno. Nonostante la rivisitazione delle collezioni estive 2021 a causa della pandemia, là fuori ci sono davvero tante novità e, ancora una volta, si è fatto uno step verso qualità e funzionalità. Prodotti brutti non ce ne sono più, o quasi. E andare a fare sport o attività fisica (per rimanere alle distinzioni dei DPCM) è divertente e fa bene. Meglio un sorriso di una smorfia di dolore. No smile, no gain.
I PRODOTTI IN TEST
Circa 300 tra scarpe, zaini, bastoni, cinture e marsupi, GPS palmari, sportwatch, smartwatch, lampade frontali, tende, sacchi a pelo, materassini, fornelletti, filtri. Tutti provati.
IL TEAM
Una squadra di esperti e appassionati con un nucleo di veterani e qualche new entry. Trail runner top, amatori, Guide alpine, Accompagnatori di media montagna. Tutti insieme per consigliarti il migliore prodotto per le tue esigenze, come se un amico di cui ti fidi ti dicesse i pro e contro di una scarpa o di uno zaino che vorresti acquistare. Il test è stato reso possibile grazie a: Alessandro Brunetti, Franco Collé, Giuditta Turini, Graziana Pè, Niki Gresteri, Nicola Giovanelli, Silvio Pesce, Michael Dola, Francesco Paco Gentilucci, Sergio Pezzoli, Alessio Alfier, Federico Foglia Parrucin, Lorenzo Cavanna, Alice Arata, Elisabetta Caserini, Guido Chiarle, Carlo Gabasio, Paolo Tombini, Valerio Dutto, Luca Serenthà. Ai testatori si è aggiunta una squadra di fotografi appassionati, pronti a fermare l’obiettivo sui dettagli che contano: Federico Ravassard, Chiara Guglielmina, Lorenzo Bognetti, Matteo Cottardo, Daniele Molineris.
LA LOCATION
Finale Ligure è la capitale italiana dell’outdoor e ci ha consentito di provare nelle migliori condizioni, anche quando poco lontano nevicava. Trail, arrampicata, hiking: tutto nel giro di pochi chilometri e vista mare. Per la parte mountain ci siamo spostati ai piedi del Cervino.
LE SCHEDE
Abbiamo rivisitato il format e i parametri di valutazione. Le scarpe più interessanti sono state trattate in una pagina con prova a secco, sul campo, diverse misurazioni e test non solo sul terreno ma anche in laboratorio. Più informazioni nelle schede tecniche, dalla taglie disponibili alla possibilità di scegliere una versione con membrana impermeabile. Tra i dati rilevati, l’indice minimalista (che fornisce un parametro di quanto la calzatura influisce sulla naturale biomeccanica di corsa) e il tipo di ammortizzazione. Tra i nuovi test quello del grip in laboratorio, su piastra bagnata a inclinazione costante.
SPEED RACE
Abbiamo inserito le scarpe più leggere e veloci in una nuova categoria pensata per chi sa e vuole correre, possibilmente con appoggio di avampiede o mesopiede. Non necessariamente per fare gare, ma per affrontare l’outdoor alla ricerca della prestazione. 19 calzature, 15 zaini e cinture, 3 bastoni top: tutto quello che serve per chi sa come correre bene, ma niente di più perché ogni grammo di troppo è superfluo.
TRAIL
Il grande mondo di va in montagna preferibilmente per correre, ma non necessariamente. 48 scarpe, 15 zaini, 16 bastoni per per la maggioranza dei runner della natura. Potrebbero essere una scelta ragionevole anche per qualche escursionista.
HIKE
Camminare, camminare e camminare. Prevalentemente su sentiero, ma anche più in quota e su qualche sfasciume. 27 scarpe, 18 zaini, 12 bastoni: tutto quello che serve per muoversi con sicurezza e in comodità nella natura.
MOUNTAIN
Quando il gioco si fa duro: salire, a volte usando le mani, magari con la vetta di un quattromila come obiettivo, ma anche solo per fare una ferrata o una traversata con passaggi su ghiacciaio. Oppure per avvicinarsi alla parete. 29 scarpe, 12 zaini, 4 bastoni per salire. Le proposte da media montagna, che accettano i semi-automatici e hanno una migliore rullata, sono ormai diventate le migliori per l’alpinismo estivo. E nel mondo dell’avvicinamento i modelli mid e low cut rosicchiano quote di mercato alle tradizionali pedule.
GPS
Orologi per monitorare il training e le performance in montagna, comunicatori satellitari utili in caso di emergenza, palmari cartografici: il Covid ha rallentato produzione e innovazioni ma non mancano new entry. 10 modelli provati in ogni condizione.
LAMPADE FRONTALI
11 lampade: minuscole e leggerissime da dimenticare nello zaino e un po’ più grandi e pesanti per chi ha bisogno di tanta luce per correre veloce o andare in mountain bike.
BASE CAMP
10 tende, 5 materassini, 11 sacchi a pelo, 4 fornelletti, 2 filtri. Modelli tre stagioni o per un turismo un po’ più stanziale, ma sempre nella natura selvaggia. Dormire in tenda nella natura è la forma di turismo più sostenibile ed è perfetta per mantenere il distanziamento. Una sezione completamente rivisitata con foto dei prodotti nelle condizioni di utilizzo. La riscoperta di una montagna più selvaggia a causa della pandemia ha reso interessanti alcuni prodotti che fino a poco tempo fa acquistava solo chi partiva per la grande wilderness come i filtri per purificare l’acqua e così li abbiamo aggiunti anche noi all’elenco del materiale provato.
FARE SPORT PER ESPLORARE
Fare fatica nella natura è bello ed è un’occasione per andare alla scoperta di nuovi posti. Komoot è un’app perfetta per partire con questo spirito, che consente di scegliere il proprio sport, pianificare itinerari e la navigazione sul proprio smartphone o GPS. Acquistando la Outdoor Guide si ha diritto a un coupon per scaricare gratuitamente un pacchetto di mappe per la navigazione offline.
RIVOLUZIONE PLATE
Il plate in carbonio sembra essere il futuro anche nel mondo del trail running. Con Xenia, azienda leader nella produzione di materiali compositi, abbiamo approfondito l’argomento e i possibili sviluppi.
CORRERE E CAMMINARE BENE
Non si va a scuola di camminata e di corsa perché sono due dei gesti più naturali, però in funzione di come si corre o si cammina si consumano più o meno energie e si hanno più o meno possibilità di infortunarsi. Tutti i consigli e le informazioni degli esperti della Clinica del Running.
Skialper 135, evadere
Evadere è quello che abbiamo voglia di fare tutti noi dopo un anno di pandemia e lockdown. Ma l'evasione non è una fuga dalla realtà. Evadere vuol dire viaggiare lontano, nelle destinazioni da sogno, dal Giappone alla Norvegia; evadere vuol dire viaggiare vicino nello spazio ma lontano nell'immaginazione; l’evasione è anche semplicemente uno stato dell’anima. Skialper 135, in edicola fra pochi giorni, è un numero pensato per ricordarci quanto è bello spostarsi liberamente e ritornare a programmare i nostri viaggi. Uno sguardo pieno di speranza per un futuro vicino. Centosettantasei pagine da sfogliare e da conservare.
SCIATORI DEL SECONDO TIPO - In fondo tutti sappiamo che esistono due tipi di sciatori. Quelli che smettono e quelli che in realtà non smettono mai.
Ovvero quelli che sciano diciamo fino all’ora legale, la chiusura impianti o finché gli alberi non mettono fuori le foglie, che quando vedono lampeggiare 20 °C sul cruscotto o hanno l’appuntamento del cambio gomme, dicono beh la stagione è finita. E quegli altri.
Quelli che la stagione per certi versi a quel punto inizia, che si svegliano alle 3:33 e scendono dal letto lacerando i propri sogni per seguirne altri. Che – ça va sans dire – gli sci iniziano la gita sempre sullo zaino. E Saverio D’Eredità naturalmente fa parte del secondo tipo…
CALA CIMENTI - I pensieri più belli e profondi per ricordare Cala Cimenti, alpinista e sciatore scomparso sotto una valanga lo scorso 8 febbraio.
LOST IN HOKKAIDŌ - Dopo 15 anni di sci in Giappone arriva il momento di andare alla ricerca degli angoli meno conosciuti, senza stranieri e con pendii vergini da tracciare. E che nessuno traccerà, se non tu. Diciotto pagine di reportage dagli spot meno conosciuti dell’isola giapponese, lontano dai resort frequentati dagli occidentali: curve, ramen e immagini spettacolari firmate Mattias Fredriksson.
GO EXPLORE CORSICA - Uno chamoniard giramondo come Aurélien Ducroz, due amici, un van e una chiamata: correte, ha appena nevicato. Un viaggio veloce, una destinazione vicina, per sentirsi lontani.
SAPER APPREZZARE IL SILENZIO - Sarebbe superficiale scegliere di andare a sciare in un posto come Bergsfjord, in Norvegia, solo per le sue montagne incontaminate: il senso di un luogo popolato da cinquanta persone e a un giorno di viaggio dalla civiltà sta nel suo essere silenzioso. Scialpinismo dietro la porta di casa, canali inesplorati, salite e discese da raggiungere con la barca: 18 pagine per sognare firmate Federico Ravassard.
FOCACCIA & LAMINE - Il viaggio non è solo questione di chilometri ma anche, e in questo periodo soprattutto, di momenti. E l’occasione per riunire una community che negli anni normali si disperde su tutte le Alpi Occidentali. Dalle onde di Genova da cavalcare in surf a Santo Stefano d’Aveto sepolta dai muri di neve da cavalcare con la splitboard.
APPESI A UN FILO - Discese di 1.400 metri tra i camosci, giornate con più chiacchiere che curve, ragazzi che lasciano i pali per le pelli. Sono tutti episodi del film della felicità. Reso possibile da una funivia, quella del Gran Sasso rimasta sempre aperta in quanto impianto di trasporto pubblico. Diciotto pagine di reportage dall’Abruzzo firmate da Luca Parisse.
NON TI PASSA PIÙ - Quando parti all’alba dall’anonima Brianza con una bici sgangherata per andare a sciare sul Resegone capisci che ogni giorno è un viaggio. E che sciare, anche sulla crosta, è un dono.
IL VIAGGIO DI PETER - La Guida alpina e contadino trentino Moser ha concatenato le 200 cime oltre i 2.000 metri del Lagorai in assetto invernale. E la sua storia è diventata un cortometraggio.
METODI PER LA SOPRAVVIVENZA NEL 2021 - «Ognuno sta vivendo questo momento assurdo e unico della storia a modo suo. Io per tre mesi ho visto numero quattro persone. Ho tenuto botta come meglio potevo, ma alla fine stavo impazzendo. Irrequietezza. Avevo bisogno di scappare per un po’, di vivere alla giornata, come è nella mia indole di ultrarunner. Sono una persona solitaria, lo sono sempre stato, ma mi serviva rivedere qualche faccia amica per poter superare un po’ di sfighe accumulate». Inizia così il racconto di Francesco Paco Gentilucci con le belle illustrazioni di Alessandro Ripane.
ROBERT ANTONIOLI - Atleta completo, veloce nei cambi d’assetto, fulmineo in discesa, alpinista fast & light, anticonformista. Dove vuole arrivare? Siamo stati a casa del fresco vincitore della quarta Coppa del Mondo. E il fotografo Achille Mauri l’ha fotografato come non l’avete mai visto.
ARTVA - Ambiente, responsabilità, terreno, valanga, autocritica. La sicurezza in montagna al termine di questa strana stagione da un diverso punto di vista. Ne abbiamo parlato con Daniele Fiorelli, Guida alpina, soccorritore e formatore.
STELLAR EQUIPMENT, BE DIFFERENT - Vendite esclusivamente online, niente collezioni stagionali, ma capi rinnovati solo quando ci sono nuovi materiali più performanti. In sei anni l’azienda svedese ha rivoluzionato il mondo dell’abbigliamento tecnico.
TROTE & TOSTAPANE - L’incredibile storia di Brian Beckstead e della nascita di Altra, uno dei marchi che ha cambiato il modo di correre nella natura.
MUST HAVE - Per presentare alcune delle più interessanti novità della prossima stagione, dall’attrezzatura all’abbigliamento, siamo saliti al Rifugio di Viviere, in Valle Maira. E poi il primo contatto con la Trabuco Max, la prima scarpa off road massimalista di Asics, con Ortovox Diract Voice, l’artva con guida vocale, e quello con Garmin Enduro, il gps sportivo per le ultra.
ANTOLOGIA BIANCA, PENSIERI, OUTRO - Prosegue l’iniziativa che prevede la pubblicazione di sei pagine di racconti dei lettori, non mancano gli interventi per riflettere, come quello di Filippo Caon sui viaggi di carta o di Enzo Cardonatti sulla sua interpretazione dello sci.
Skialper 134, a different winter
Non poteva essere più diverso l’inverno che stiamo vivendo, con tanta neve come non se ne vedeva da anni, anche a bassa quota, e la montagna (almeno quella turistica di massa) chiusa a causa della pandemia. Così, per lanciare il restyling di Skialper curato della nostra art director Greta Bizzotto di Heartfelt Studio, ecco un numero particolare. Non spaventatevi, siamo sempre noi, nel solco della tradizione della rivista, non è cambiato il tono, non è cambiato lo staff che ogni giorno lavora con passione per creare contenuti di qualità, ma abbiamo deciso di fare qualche cambiamento nel nostro guardaroba. E, per la prima volta nella nostra storia, la copertina di Skialper 134 di febbraio-marzo, in distribuzione a partire dalla prossima settimana, non è una fotografia, ma un disegno. A introdurre alle 176 pagine, un artwork di John Fellows (non lo conoscete? Andate a sbirciare il suo account IG @Jfellows56), artista del Colorado, dal titolo in tema: Good thing of lost. Rappresenta il bello di quando ci si perde in montagna e si scopre qualcosa di nuovo. Un po’ come dire, parafrasando, il bello di quando ci sentiamo persi per i lockdown e troviamo l’Alaska dietro casa, come nelle scorse settimane in molte parti d’Italia. Fellows ha anche firmato le cinque copertine delle sezioni interne di Skialper, altra novità del nuovo corso del magazine.
Finché c’è neve c’è Speranza
Abbiamo scelto la penna di Franco Faggiani, autore di romanzi premiati e tradotti in tutto il mondo (ma anche ex ufficio stampa del Tor des Géants) per l’incipit, l’articolo che apre la sezione Stories, quella con gli articoli più sostanziosi. Faggiani affronta con tono simpatico i suoi primi passi con sci e pelli, con una sottile ironia che nasconde i dubbi di tanti di noi quando hanno iniziato: l’attrezzatura, i costi, lo stile di discesa…
La fine è il mio inizio
Limone Piemonte, una delle località simbolo dello sci in pista, frequentata anche dai vip in arrivo dalla vicina Montecarlo. Ma anche una delle località simbolo della difficile situazione che sta affrontando il turismo alpino: non solo tanta neve e impianti chiusi, ma anche i danni dell’alluvione autunnale. Chiara Guglielmina, insieme al fotografo Daniele Molineris e a un manipolo di Guide alpine e Maestri di sci local, è salita con sci e pelli nel comprensorio nella prima giornata di sole dopo le abbondanti nevicate di inizio stagione. Per esplorare, galleggiare nella polvere e incontrare altri local. E c’è anche un cameo di Nino Viale. Vi dice qualcosa?
48 ore al massimo
Carpe diem. Come con l’onda giusta nel surf, che magari la aspetti per anni, bisogna sapere cogliere l’attimo ed essere pronti a sfruttarlo. È quello che ha fatto Bruno Compagnet a inizio dicembre, scappando da una Chamonix molto bianca per sperimentare le gioie di una sciata appenninica accanto alle piste del Monte Cusna. Da leggere e da guardare.
Cronache da un inverno inimmaginabile
Scialpinismo solo con la Guida, spostamenti vietati, allenamenti concessi, piste chiuse alle pelli e alle tutine, campionati annullati. La cronistoria di questi folli ultimi due mesi.
It’s the end of the world as we know it?
Madonna di Campiglio, 13 dicembre. Neve in abbondanza, alberi carichi, panorami da Canada. Ma anche impianti chiusi, rifugi desolatamente sprangati e vuoti. Marta Manzoni, insieme alla fotografa Alice Russolo, ha pellato al cospetto delle Dolomiti di Brenta. Anche lei incontrando operatori e semplici avventori. Per riflettere su questo strano inverno, ma anche guardare al futuro in modo propositivo, sul sottile filo delle citazioni musicali, come avrete capitolo dal titolo.
Trail food
Rifugi chiusi, che si fa? Si riscopre il piacere di prepararsi spuntini e pasti a casa, con la tecnica dell’essiccazione. Che poi è anche un modo per produrre meno rifiuti durante le nostre escursioni…
Gruppo vacanze Sellaronda
La trilogia dei comprensori chiusi da esplorare con sci e pelli si chiude nel carosello simbolo dello sci di massa, il Sellaronda. Un articolo, quello scritto e documentato con le fotografie di Federico Ravassard, dal sapore leggermente diverso. Il Sellaronda è il trampolino di lancio per andare a cercare canali e discese freeride che solitamente non sono meno affollate delle piste. Ma soprattutto una scusa per fare con Guide, Maestri e albergatori locali quello che è il loro passatempo preferito, cioè sciare. Perché di solito, nel cuore dell’alta stagione, di tempo per sciare veramente come piace a loro non ne hanno.
Maître Vivian
Mai sopra le righe, mai oltre gli 88 millimetri al centro, uno stile sul ripido impeccabile, un’esperienza enorme. E tanta disarmante semplicità. Vivian Bruchez è lo sciatore che non passa mai di moda. O no?
Esperienza ZeroG
D’accordo, il set scarpone più sci Tecnica-Blizzard è uno di quelli di maggiore successo commerciale, ma perché? Come è nato e per intercettare quali sciatori? La cosa più semplice per capirlo è prendere progettisti e Guide alpine dalla cui mente è nato e portarli a sciare in Tofana. Detto, fatto.
Domani è già arrivato
In un capannone del Vicentino si producono parti di elicotteri e di… scarponi da scialpinismo e scarpe da alpinismo. Siamo stati in Xenia Materials, azienda leader nella produzione di materiali plastici caricati con fibre. E abbiamo scoperto che il futuro dei nostri amati sport potrebbe essere rivoluzionario.
Must have
Qualche novità per le nostre pagine dei desideri. Abbiamo preso dei veri outdoor addicted, li abbiamo portati sulla neve della località dove hanno scelto di vivere (Gressoney in questo caso) e li abbiamo vestiti e attrezzati. Poi, in studio, abbiamo creato delle vetrine monotematiche per altre categorie di prodotti.
Futuro no problem
Per il 2022 gli sciatori chiedono semplicità e prestazioni. E le aziende rispondono con scarponi intuitivi e solidi. Ne parliamo nel preview materiali dell’inverno 2021/22
Antologia bianca
Il gioco è semplice (a parole): vi abbiamo chiesto di mandarci dei racconti di massimo 3.500 battute, naturalmente a tema con gli argomenti della rivista, e il primo verrà premiato con un bello zaino da scialpinismo Ferrino Rutor 25. Ci avete scritto in tanti, tantissimi, con storie molto belle. Le prime le trovate pubblicate nelle quattro pagine dedicate all’iniziativa, ma si replica su ogni numero, quindi… fatevi avanti!
Photo gallery
Una magnifica galleria fotografica con scatti che documentano l’inizio d’inverno: seggiovie ferme e con le seggiole piene di neve, vigneti trasformati in perfette linee di discesa, vette quasi mai in condizione ricoperte di neve.
Pensieri, outro…
Lo scialpinismo local di chi è abituato a godere soprattutto della dimensione di raid del nostro sport, ma anche lo scialpinismo immaginario e immaginato di chi è fermo ai box per un infortunio. Abbiamo chiesto a Giorgio Daidola di scrivere per la rubrica pensieri e ad Andrea Benesso un pensiero (scusate il gioco di parole) per l’outro.
In arrivo Skialper 133 di dicembre-gennaio
«Navigare i mari di neve fresca, invece che grattugiare le piste. Farsi attrarre dalla filosofia e decidere di sperimentare il nuovo linguaggio. Per caso, come succede per le cose importanti della vita. Basta non dire di no». Abbiamo preso in prestito questa frase dal racconto Onde di Enrico Camanni, scritta a proposito della sua prima esperienza sullo snowboard, come strillo di copertina del numero di dicembre di Skialper. Un numero, come l’inverno che stiamo vivendo, diverso. 192 pagine da sfogliare a partire dal prossimo 10 dicembre, per emozionarci, pensare e vivere una montagna nuova. Cercando di vedere delle opportunità anche nelle limitazioni.
ARTHUR CONAN DOYLE, UN PASSO ALPINO SUGLI SKI
«Fatto sta che, disponendo di perseveranza e di un mese libero nel quale superare tutte le prime difficoltà, si giungerà a credere che gli ski aprono un orizzonte di sport che è, a mio avviso, unico. Non riscuote ancora apprezzamento, ma sono convinto che un giorno centinaia di inglesi verranno in Svizzera per la stagione dello ski, in marzo e aprile». A scrivere, nel 1894, è Arthur Conan Doyle, padre del più famoso detective di tutti i tempi, Sherlock Holmes. La sua traversata da Davos ad Arosa è probabilmente la prima relazione scialpinistica della storia e noi la ripubblichiamo integralmente. Un misto di humour british e visioni in anticipo rispetto ai suoi tempi. Da leggere come un bel racconto, davanti al caminetto.
ONDE
La prima volta sullo snowboard, per fuggire da quella striscia bianca piena di puntini. Un racconto tratto da AAA Altitudini, il nuovo prodotto editoriale della nostra casa editrice, per raccontare emozioni, gioie, dolori della prima volta nel ‘mare’ della neve fresca con la tavola si piedi. Una metafora del momento che stiamo vivendo e dell’opportunità di provare a uscire dalle piste davanti alla quale si troveranno tanti sciatori. Le parole sono di Enrico Camanni.
UN GIOCO IBRIDO
Anche un santuario del turismo invernale tradizionale come il Sellaronda può essere vissuto in modo diverso. In una stagione che ci imporrà inevitabilmente delle limitazioni, ci si può muovere con le pelli e fuori dalle piste battute senza rinunciare agli impianti quando serve o al comfort dei rifugi. Uno scialpinismo ibrido, ma pur sempre un primo passo verso l'esplorazione per chi viene da una vita di sci all'interno dei comprensori. È l'approccio backcountry degli americani, che in questo articolo Porter Fox e David Reddick hanno applicato alle nostre Dolomiti. A sciare con loro Giulia Monego e Christine Lustenberger.
IL VILLAGGIO DEGLI ALPINISTI A DUE PASSI DAL SELLARONDA
Alias Longiarù, nel parco naturale Puez - Odle: niente impianti e rifugi invernali. Si parte da valle per raggiungere canali e pascoli nel silenzio. E poi si ritorna a valle nel Villaggio degli alpinisti. Che cosa significa? Basta leggere l’articolo di Francesco Tremolada, Guida alpina che conosce le Dolomiti come le sue tasche.
IL LATO B DI LA GRAVE
Non esiste solo la famosa telecabina e l’enorme comprensorio d’alta montagna che serve. La Grave è anche altro, per esempio il parco giochi di Ptor Spricenieks, canadese che ha messo su casa da queste parti. Un versante soleggiato e poco frequentato dove ha sciato anche Glen Blake.
IL COMPRENSORIO SENZA IMPIANTI
Alla viglia di Natale in Colorado aprirà una nuova stazione sciistica. Ci saranno piste facili, medie e difficili, bar, noleggi sci. Mancano solo… gli impianti, che verranno sostituiti da sette tracce di salita, doppie per potere chiacchierare mentre si sale. Benvenuti a Bluebird Backcountry.
SCIARE AL TEMPO DEL COVID-19
Impianti chiusi? È vero che c’è stato il boom dell’attrezzatura da scialpinismo? Qual è la strada giusta per passare dalla pista allo skialp e al freeride in sicurezza? Ne abbiamo parlato con Guide e negozianti. E poi quali sono gli errori più comuni in tema di valanghe, quelle trappole euristiche in cui incappano anche gli esperti? Quali sci scegliere, come vestirsi, sopra e sotto? E gli scarponi? Gli attacchi? Il set sicurezza? Oltre 60 pagine di idee.
POWDER TO THE PEOPLE
Dopo 49 anni ha cessato le pubblicazioni Powder, il magazine americano che era il barometro culturale dello sci fuoripista. Il nostro tributo con le copertine più iconiche e un’intervista alla editor in chief.
YANNICK BOISSENOT
Se conosci quello che fotografi, è meglio. Ed è proprio quello che fa Yannick Boissenot, cameraman, fotografo d’azione e sciatore del ripido. Lo ha intervistato Andrea Bormida.
LA PRIMA TRACCIA DI ENRICO E ROBERTO
Una passione per lo sci fuoripista e il telemark. Poi, a una certa età, invece di ‘farsi l’amante’, si sono fatti il loro marchio indie di sci da skialp e da freeride, taylor made. Abbiamo pellato insieme alle anime dietro a First Track, per conoscere meglio il brand e i suoi prodotti.
FABRIZIO BERNABEI, LA CORSA DENTRO
Direttore commerciale di New Balance, ma anche grande runner, con risultati di tutto rispetto (per esempio due podi alla Marathon des Sables). È sempre interessante parlare con Fabrizio Bernabei, ancor di più in un momento di grandi e veloci trasformazioni come quello che stiamo vivendo. Per capire dove sta andando il mondo del trail running.
E POI…
Tre giacche in Gore-Tex Pro alla prova, le esplorazioni glaciali del gruppo speleologico La Venta, l’outro sulla riscoperta della corsa in natura lontano da cronometri e cardiofrequenzimetri, una riflessione sulle opportunità offerte da una montagna per una volta chiusa al turismo di massa, la consueta playlist, 10 pagine di portfolio fotografico tra neve, acqua e sabbia, un’ode alla seggiovia monoposto, icona del distanziamento…
Skialper 132, alla ricerca dello spirito selvaggio dello scialpinismo
Come sarà l’inverno che verrà? Quanto le limitazioni imposte dalla pandemia incideranno sui nostri comportamenti? Non lo sappiamo, sappiamo però che l’estate appena finita ha visto la montagna in forte crescita e che nella primavera 2020, dove il lockdown è stato meno severo, lo skialp è stato lo sport più trendy. Perché è prima di tutto uno sport di distanziamento, nella natura. E il numero 132 di Skialper di ottobre-novembre va proprio alla scoperta - o alla ri-scoperta - dei valori più belli e profondi dello sci con le pelli. 176 pagine ricche di spunti per un inverno mai atteso come quest’anno.
Su quale nuvola vivevamo per non accorgerci della nostra fortuna?
Il diario dal lockdown in un monolocale di 26 metri quadrati di Maxence Gallot è un invito alla riflessione e a fare tesoro di quelle lunghe settimane per vivere il prossimo inverno con uno spirito nuovo. Abbiamo sempre avuto l’impressione di dominare il mondo, eccoci ora molto meno potenti e molto più insignificanti. Ma potremo vivere la montagna e l’inverno con occhi diversi.
Covid-19, provare a conviverci
È un dato di fatto, con la pandemia bisogna convivere, cercando di adottare le strategie più utili ad evitare il contagio (anche per proteggere le persone più deboli). Ne abbiamo parlato con un personaggio molto conosciuto nel nostro ambiente perché è l’organizzatore del festival Milano Montagna. Però Francesco Bertolini è anche molto competente in materia perché direttore della Divisione di Laboratorio di Ematoncologia all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Così abbiamo sfruttato la sua esperienza per capire se ci sono dei consigli ad uso skialper.
Lontano dalle tracce
Un gruppo di amici, un gruppo abbastanza eterogeneo, con Guide alpine, cercatori di cristallo, professionisti della montagna. Un appuntamento, ogni anno, per qualche giorno con le pelli ai piedi, per una traversata nella quale condividere i valori più belli dello stare insieme. In valli meno frequentate di Chamonix & co. Dopo averlo intervistato, abbiamo chiesto a Bruno Compagnet di scrivere per noi e lui ci ha raccontato la sua traversata dalla Valle Varaita alla Val Maira. Le stupende foto in bianco e nero sono di Layla Kerley. Sulle orme di Bruno & co, Federico Ravassard è andato in Val Maira alla scoperta della proposta turistica diversa di questa valle e di come si proponga a esempio per il turismo alpino post-Covid.
Alta Valtellina: scoprire, riscoprire, condividere
Non si può dire che la zona dei Forni, Bormio o Livigno siano destinazioni poco popolari tra gli scialpinisti. Però ci sono itinerari o momenti nei quali è possibile sciare senza incontrare nessuno. Basta, per esempio, andare ai Forni in pieno inverno, quando la strada è chiusa. Oppure darsi allo ski sauvage nelle valli più difficili da raggiungere, abbinando avvicinamenti in e-bike, ravanage, qualche passo alpinistico… Abbiamo chiesto di parlarci delle loro esperienze solitarie a un local doc come Giuliano Bordoni, Guida alpina e da sempre amante della glisse valtellinese, e a una local acquisita, Eva Toschi, che ha scelto la Valfurva come casa. Un ampio dossier con consigli pratici e racconti da leggere con attenzione.
Lettera da…
Negli anni Trenta Ernest Hemingway pubblicava delle lunghe lettere da Cuba o dal cuore dell’Europa su Esquire. Dei racconti su come viveva e cosa faceva. Così abbiamo provato anche noi a stare al gioco in questo momento così particolare, scegliendo luoghi e persone lontani, non sempre dal punto di vista geografico, ma anche negli stili di vita. Il postino arriva da Val di Rhêmes, Gennargentu, Sauris, Alaska, Nuova Zelanda. A scrivere Louis Oreiller, Maurizio Oviglia, Anna Pugliese, Gabriella Palko e Joe Harrison.
Giù al Nord
A volte gli stereotipi si capovolgono. Così può capitare che i Monti della Laga, nel Centro Italia, siano ricoperti di powder, non ci sia il vento, ma solo il fluff e il silenzio della montagna. Come è successo a Lorenzo Alesi.
Waffle, powder e wilderness
Il nome è abbastanza impronunciabile, Låktatjåkka Mountain Lodge, però è il rifugio più alto della Svezia e - oltre a essere molto accogliente - si trova al centro di una delle ultime zone di natura selvaggia europee. A visitarlo per noi Mattias Fredriksson, autore anche delle favolose fotografie.
Dentro il van
L’hashtag #vanlife conta più di otto milioni di citazioni. Non c’è dubbio che dormire su quattro ruote sia ormai una moda e che rientri tra i trend in crescita nell’emergenza pandemia. Così abbiamo pensato di fare scrivere a una ‘vera’ vanlifer, con varie esperienze e di lunga data, Veronica Balocco, cosa vuol dire vivere in van in inverno. E per documentare il tutto siamo andati a fotografare alcuni nomi noti del mondo outdoor con i loro mezzi. Cala Cimenti, Enrico Mosetti o Paolo Marazzi dicono qualcosa? Le foto sono di Federico Ravassard.
Must have
Abbiamo tutti una dannata voglia di tornare a scivolare sulla neve polverosa. Così abbiamo scelto alcuni giocattoli che renderanno i nostri vizi ancora più belli e li abbiamo fotografati per farveli vedere meglio. E per farvi venire voglia…
E tanto altro…
Come sempre presentazioni materiali (il nuovo scarpone skialp race Ayr Nirvana, la gamma Ortles, Stelvio e Gavia di Ski Trab, la Scarpa Spin Ultra con Gore-Tex Invisible Fit), le pagine dedicate ai prodotti must have, ma anche portfolio fotografici e riflessioni per fermare l’obiettivo sul momento particolare che stiamo vivendo. E su un inverno che – ne siamo sicuri - sarà indimenticabile.
In arrivo Skialper 131 di agosto-settembre
È il bello di un’estate diversa, senza cercare premi e classifiche. «È come una canzone semplice che ascolti di notte davanti al mare, con gli amici che si abbracciano e sorridono per tutte quelle cose che ci sono state e che non si possono vedere. È come una canzone semplice che avevi in testa e che hai saputo aspettare». Sono le parole di Niki Gresteri a proposito di Transappenninica a condensare il senso del numero di agosto-settembre di Skialper, il fascicolo 131 (144 pagine), in edicola a partire dal 4 agosto. Un numero sul senso del correre e camminare nella strana estate che stiamo vivendo, per riscoprire quel senso di libertà che solo andare veloci e leggeri tra le montagne permette di vivere in pieno. E per ritornare negli angoli più selvaggi del Belpaese, spesso a pochi passi dalla città o dalle località turistiche più famose: l’Appennino Ligure, quello Marchigiano, i tratti meno frequentati del Sentiero Italia, il Lagorai. Ma anche per sognare un viaggio di corsa in Patagonia. Perché chi smette di sognare è morto, come scrive il direttore responsabile di Skialper, Claudio Primavesi, nell’editoriale.
Every Single Street - Correre lungo tutte le strade di una città. Una sfida inventata nel 2018 da Rickey Gates a San Francisco, ma diventata tremendamente di attualità al tempo del lockdown. Per raggiungere tutte le strade di Frisco, come i local chiamano la città del Golden Gate, Gates ha percorso 1.317 miglia (poco più di 2.100 chilometri) e 147.000 piedi di dislivello, quasi 45.000 metri. Dopotutto in sette miglia per sette miglia ci sono ben 1.100 miglia (1.770 chilometri) di strade e per percorrerle tutte, anche se sei efficiente al massimo, devi coprire alcuni tratti più volte. «Correre su ogni singola strada di San Francisco in 45 giorni è stato come fare un’ultra ininterrotta tra le montagne, perché non puoi mai staccare con la testa, devi essere sempre concentrato e il dislivello è importante - dice Rickey - Però per altri versi è molto diverso, perché la nostra idea di trail running è spesso legata alla fuga, è semplicemente esistere in un posto e non essere perfettamente presenti e consapevoli in quel luogo: correre per le strade della città è l’opposto di fuggire».
Transap - C’è chi si porta in spalla il fornelletto e prepara l’asado, chi gira in bretelle. C’è chi cammina tutta la notte senza fermarsi mai e chi non vede l’ora che finisca. La Transappenninica è una prova di avventura e di montagna attraverso l’Appennino, lungo le antiche vie del sale che l’uomo ha usato per centinaia di anni per trasportare il sale necessario alla conservazione dei cibi verso la Pianura Padana e sui sentieri dei Partigiani tracciati durante la Seconda Guerra Mondiale, dalle colline della bassa padana fino al Mar Ligure. Tutti percorsi che toccano i crinali e non le valli come le strade moderne. Non è una gara di trail running. Non è a pagamento. La sfida si svolge durante l’ultimo weekend d’estate (che quasi sempre coincide con il terzo fine settimana di settembre) e prevede di coprire ampie distanze in poco tempo, con notevoli metri di dislivello (da 3.000 metri a 7.000 metri, tra salite e discese) e chilometri di sviluppo (dai 55 ai 110), variabili a seconda dell’itinerario scelto. La perfetta non gara per l’estate 2020, ma anche un’idea per partire alla scoperta dell’Appennino con la stessa formula, lasciando spazio alla libertà. L’articolo è firmato da Niki Gresteri e Marta Manzoni che la Transappenninica l’hanno fatta veramente, più volte, ed è un mix di ricordi, racconti e informazioni pratiche.
Esanatoglia - Un paese dove tutti si conoscono, lontano dalle autostrade e dal turismo di massa, nel cuore delle Marche. Un trail perfettamente tracciato e segnalato per le mountain bike che può diventare un’ottima scusa per correre liberi senza l’assillo del cronometro. L’Esatrail Supehero è il collegamento di molti dei sentieri in un giro unico: 90 chilometri e 4.000 metri di dislivello positivo. Per noi l’ha provato Francesco PacoGentilucci: «In 14 ore e 22 minuti di corsa ho incontrato due persone, alcuni cinghiali, tantissimi caprioli e un serpente. Basta».
Giovanni & Franz, si continua a correre - Dopo il lockdown non erano ancora tornati a correre insieme in montagna. Così ci abbiamo pensato noi di Skialper e il comico del trio Aldo, Giovanni e Giacomo si è incontrato con l’amico di avventure Franz in Val Veny per fare quattro passi con le scarpe da trail e scrivere un articolo a due voci sul senso della corsa in natura al tempo del Covid-19. Una battuta di Giovanni? «Il blocco al quale il Coronavirus ci ha obbligati è stato un laboratorio. Ci sono quelli che si sono adattati correndo in terrazza o sul tapis roulant e quelli che non sono riusciti ad accettare la situazione e la corsa - antistress per eccellenza - è diventata un fattore di stress».
Translagorai Classic FKT Run - 80 chilometri in uno degli ultimi angoli selvaggi delle Alpi, senza strade asfaltate e rifugi eppure a pochi passi dalle Dolomiti più turistiche. A metà luglio nove trail runner si sono dati appuntamento a Passo Rolle per mettere le basi di quello che potrebbe diventare un classico della corsa e dell’hiking nella wilderness. Prima che la costruzione di rifugi e bivacchi trasformi irrimediabilmente lo spirito del luogo. «Translagorai Classic FKT Run nasce in modo piuttosto semplice - scrive Francesco PacoGentilucci - Ordino 50 adesivi pagandoli a mie spese e decido che sono il premio per chi arriva in fondo alla traversata in meno di 24 ore. Servono a rendere l’idea che se sei a caccia di un riscontro materiale importante è meglio che aspetti che ricomincino le gare. Attenzione, la Translagorai esiste da sempre come percorso, io non ho inventato assolutamente nulla. Esisteva la traccia e, intuendo da ciò che in molti mi hanno scritto, in tanti hanno un cugino o un conoscente che aveva già stampato un tempo strabiliante. Però mancava l’ufficialità, ma soprattutto qualcosa che rendesse questa traversata un vero FKT, un percorso condiviso, ripetibile e che facesse sognare anche i non local. Abbiamo quindi creato la traccia cercando di individuare il concatenamento che avesse più logicità e linearità».
Una corsa alla fine del mondo - «All’inizio del 2018, grazie alla donazione allo stato del Cile della terra della Valle Chacabuco da parte di Tompkins Conservation, la Reserva Nacional Lago Jeinemeni e la Reserva Nacional Lago Cochrane sono state unite nel Parque Nacional Patagonia. Queste valli sono state trasformate negli anni dall’allevamento e l’ecosistema, al di fuori dei panorami da cartolina, rischiava di essere compromesso irrimediabilmente, però la creazione del parco è andata contro alcuni degli interessi economici locali. Così, a distanza di due anni, volevo vedere come è stato accolto dalle persone che vivono da quelle parti e che effetto ha prodotto sull’economia locale. Volevo farlo a mio modo, tornando lì per correre». Scrive così il runner e ambientalista cileno Felipe Cancino nell’articolo Una corsa alla fine del mondo, alla scoperta dei parchi nazionali patagonici e delle ultime aree remote della terra a passo di trail. Cancino racconta le avventure di due diversi viaggi nei quali ha toccato anche la Terra del Fuoco, la Península Mitre e l’isola di Navarino.
Va’ Sentiero - Silenzio, natura, cultura, incontri. Sono le Alpi e gli Appennini attraversati dalla spedizione sul più lungo trekking del mondo. Il diario dei primi 3.458 chilometri riserva pagine ricche di sorprese e piccoli tesori di un’Italia tutta da scoprire, come per esempio la malga Smarano e Sfruz, il paese di Topolò o le Alpi Marittime. «Non ero mai stato nelle Alpi Marittime: a duemila metri ritrovi i colori della macchia mediterranea - scrive Yuri Basilicò - Anche l’odore dell’aria è diverso, a volte sembra sappia di timo. L’estate è finita, ma le giornate sono ancora belle e regalano grandi vedute. Da settimane il Monviso compare a ogni cima o valico, comincio a capire perché i Romani pensavano che fosse il più alto delle Alpi».
Made in Bangladesh - Clacson, polvere, smog, tosse, lacrime, occhi di donne stanche, bambini dallo sguardo adulto, piedi scalzi e cumuli di ciabatte di plastica abbandonate in un Paese di 169 milioni di abitanti che rischia di sparire tra le acque. Ma anche le garanzie di una fabbrica dove si produce l’abbigliamento di un noto marchio dell’outdoor, per nulla scontate nel Paese asiatico. Un reportage di Giacomo Frison e Glorija Blazinsek per andare oltre l’apparenza. «Lo sforzo più grande in Bangladesh è stato evitare di ragionare secondo le nostre regole e provare a interpretare continuamente questa logica della non logica dettata quasi sempre da un’esigenza di sopravvivenza».
Must Have e non solo - 19 pagine con i materiali più sexy per camminare e correre selezionati dalla redazione e fotografati da Daniele Molineris in una location insolita quanto accattivante (no spoiler), ma anche un’ampia sezione di portfolio sui tanti fastest known time di inizio estate, un estratto dal libro Correre, viveredi Emelie Forsberg sul senso di libertà dell’andare per monti a passo più o meno veloce, l’outro sulle gare virtuali e l’immancabile controcopertina di Caio completano un numero pensato per leggere e riflettere durante le vacanze.
È in arrivo Skialper 130
Un numero da leggere e conservare, come un libro. Con tanti capitoli dedicati all’alpinismo e agli alpinisti, ma, come nel nostro stile, alla ricerca della novità e della velocità. Ecco Skialper 130 di giugno-luglio, in arrivo nelle edicole a partire dal prossimo 23 giugno. In copertina un tributo a Ueli Steck firmato da Jonathan Griffith.
IO E UELI - Non poteva che essere dedicato a Ueli Steck l’articolo introduttivo del numero perché Ueli è il padre e il mentore di un certo modo di intendere l’alpinismo. Un ritratto inedito di Simone Favero che l’ha conosciuto da vicino quando lavorava nel reparto marketing di Scarpa. Un Ueli Speed Machine, ma anche umano, nella vita di tutti i giorni. Soprattutto un Ueli maestro più che idolo.
STEVE HOUSE - L’impresa con Vince Anderson sulla Rupal Face al Nanga Parbat, ma anche la sua teoria dell’allenamento, così ben spiegata in Allenarsi per un nuovo alpinismo e Allenarsi per gli sport di montagna, appena pubblicati in italiano dalla nostra casa editrice. Alessandro Monaci ha intervistato l’alpinista americano partendo dall’attualità e dalle difficoltà di allenamento durante il lockdown, per arrivare al passato più lontano.
DANI ALRNOLD - Nell’ultimo inverno è stato in Siberia, dove ha trovato «un freddo ben più intenso» di quello che aveva provato sugli Ottomila. Veronica Balocco ha intervistato Dani Arnold, ripercorrendo i suoi record di velocità, ma anche aspetti più intimi come il rischio, la paura, la perdita dei compagni di avventura. L’articolo è illustrato dalle splendide foto realizzate in Siberia da Thomas Monsorno, pubblicate in esclusiva da Skialper.
HEINI HOLZER - La rivalità per l’apertura di una nuova via. Flashback negli anni Sessanta con il racconto della prima sulla via degli amici, al Civetta, quando la cordata composta da Heini Holzer, Sepp Mayerl, Reinhold Messner e Renato Reali beffò altri team.
FABIAN BUHL - Prima Ganesha (8c) con uno stile purissimo: dal basso, in solitaria, autoassicurandosi, con appena quattro spit su sette tiri. Poi il volo in parapendio dal Cerro Torre, primo a gettarsi nel vuoto dopo avere scalato la vetta sudamericana. Non c’è dubbio che Fabian Buhl sia uno dei climber più creativi e Federico Ravassard l’ha sottoposto a una raffica di domande, dal boulder al parapendio, passando per… la cucina.
ALLA RICERCA DI TOM BALLARD - Uno straordinario reportage di Michael Levy sulla vita di Tom Ballard, morto sul Nanga Parbat nel 2019 insieme a Daniele Nardi. Il racconto della sua vita, delle sue imprese, da quella in invernale sulle grandi pareti Nord delle Alpi, sulle orme di Rébuffat, all’apertura di A Line Above the Sky in dry-tooling. Soprattutto il racconto della sua vita sulla scia di quella della madre, la grande alpinista Alison Hargreaves, morta sul K2 quando Tom era bambino. Un articolo pubblicato anche sulla rivista Rock and Ice, frutto di un dettagliato lavoro di ricerca, con tante testimonianze di ha conosciuto Ballard. Venti pagine da leggere come un romanzo.
FRANÇOIS CAZZANELLI - L’alpinismo classico in velocità, è questa la mission di François che abbiamo già intervistato su Skialper. Ma questa volta dalla Guida alpina della Valtournenche ci siamo fatti raccontare non solo del suo stile, ma soprattutto dell’ultima impresa, il concatenamento invernale delle Catene Furggen, Cervino, Grandes Murailles e Petites Murailles chiuso nell’ultimo inverno insieme a Francesco Ratti. Lo ha intervistato Andrea Bormida.
ALEX TXIKON - È rientrato appena prima del lockdown dall’Everest, che non è riuscito a scalare, e dalle Isole Shetland Meridionali, dove era arrivato in barca a vela dal Cile appena prima di partire per l’Himalaya, con solo un paio di giorni di break tra le due avventure. Con Alex Txikon abbiamo parlato di Nanga Parbat, Everest, K2, di salite invernali, Antartide, droni, igloo, testa, fisico, Edurne Pasaban…
KILIAN A NUDO - Se Steck è il padre dell’alpinismo in velocità, Kilian lo è delle imprese in quota arrivando dal trail running. Andrea Bormida lo ha intervistato chiedendogli quello che avremmo sempre voluto chiedere al re del fast & light. Abbiamo parlato di materiali, dalle scarpe, agli sci e alle piccozze, di rischio, di allenamento, di Stéphane Brosse, della sua idea di alpinismo, di Ueli Steck e di tanto altro. E Kilian non si è sottratto a nessuna domanda.
L’ARTE DEL CONFINO - Una riflessione sulle montagne, sull’alpinismo e il lockdown di Ben Tibbetts, chiuso nella sua casa di Chamonix nei giorni difficili dell’emergenza pandemia a disegnare le grandi pareti Nord delle Alpi. Una riflessione sulla bellezza dell’andare in montagna, ma anche sulle sensazioni che si provano a tornare ad assaporare sprazzi di quella libertà perduta.
MUST HAVE - Ben 23 pagine di prodotti per l’alpinismo selezionati dalla redazione e fotografati dal nostro fotografo di fiducia Daniele Molineris.
E POI… - Le discese di sci ripido sul Monte Bianco appena finito il lockdown, albe in quota, grandi Quattromila alpini e le imprese alpinistiche di Andrea Lanfri, atleta diversamente abile, sono gli argomenti del nostro portfolio fotografico. Mattia Salvi invece traccia un romantico parallelo tra la solitaria di Gian Piero Motti al Pilier Gervasutti e il primo passo dell’uomo sulla Luna, separati solo da poche ore, nei pensieri a inizio rivista.
Skialper 130 sarà in vendita in edicola dal 23 giugno ed è prenotabile qui
È in edicola la Outdoor Guide di Skialper
Sono 300 articoli sportivi, uno più, uno meno. Tutti messi a dura prova dai nostri testatori. Come ogni anno - per una volta non diciamo puntuale, visto che arriverà in edicola il 10 giugno invece dei primi di maggio - la Outdoor Guide di Skialper è la migliore compagna di trail runner, trekker e alpinisti. Come la Buyer’s Guide lo è nella versione invernale. Ed è proprio ispirandosi a uno dei prodotti che ha contribuito maggiormente a costruire la reputazione della nostra redazione tecnica che nel 2016 è nata la Outdoor Guide, sulle ceneri dello speciale Outdoor Running, che conteneva già i test delle scarpe da trail running. Trecento prodotti tra scarpe da trail, hiking e alpinismo, zaini per correre, camminare o scalare, bastoni, orologi GPS sportivi, GPS palmari, tende, materassini, sacchi a pelo, fornelletti. 256 pagine al costo di 9 euro piene di informazioni utili.
La scelta di uscire con un mese di ritardo è stata dettata dalla responsabilità. Abbiamo spostato di un mese la data di uscita per attendere la riapertura dei negozi fisici e non alimentare il desiderio di acquisto degli articoli sportivi solo sui marketplace online in un momento in cui non si poteva uscire a fare sport nel grande outdoor. Eravamo quasi pronti, anche se mai come quest’anno abbiamo fatto un grande sforzo per riuscire a completare test attendibili e meticolosi e le settimane in più ci hanno permesso di affinare le valutazioni e di rendere ancora più completa la Outdoor Guide, ampliando alcune sezioni. Come quella dedicata a tende, materassini, sacchi a pelo e fornelletti, che tornano di grande attualità nell’estate del distanziamento sociale.
I TESTATORI - 23 nomi di assoluto valore hanno provato ogni singolo prodotto. Sono campioni di trail, Guide alpine, appassionati outdoor, ingegneri, podologi. Un grazie a Franco Collè, Nadir Maguet, Michael Dola, Christian Modena, Filippo Bianchi, Nicola Giovanelli, Giuditta Turini, Filippo Canetta, Alessandro Brunetti, Alessio Alfier, Roberto Beretta, Silvio Pesce, Elisabetta Caserini, Lorenzo Cavanna, Alessio Cerrina, Federico Foglia Parrucin, Guido Chiarle, Carlo Gabasio, Paolo Tombini, Valerio Dutto, Luca Serenthà, Andrea Preda, Alessandra Cugini.
RUNNING - Il mondo delle corse in natura è stato diviso in tre categorie: trail, ultra trail e sky & vertical. In totale sono 73 scarpe, inclusi 8 modelli natural running, 28 zaini, 6 cinture, 12 bastoni.
HIKING - Il mondo delle escursioni è diviso in day hiking e multiday hiking, con indicazioni anche per i cammini storici. In totale sono 40 scarpe, 25 zaini e 11 bastoni.
MOUNTAIN - Abbiamo provato le scarpe per alpinismo classico estivo, fino ai 4.000 metri, sia quelle più tradizionali che quelle fast & light. In totale sono 17 proposte alle quali si aggiungono 11 scarpe da approach e 15 zaini.
GPS - Otto modelli tra smartwatch, sportwatch, palmari e comunicatori satellitari, dalla novità Suunto 7 all’Apple Watch Series 5, fino ai tradizionali Garmin eTrex o alla new entry GPSMAP 66i e allo Spot X Bluetooth. Un test dettagliato con gli apparecchi provati nel grande outdoor e abbonamenti al servizio satellitare attivati nel caso dei comunicatori.
BASE CAMP - Il distanziamento sociale ha reso quanto mai attuali tende & co. Noi ne abbiamo provate 12 da 1,2 e 3 posti perfette per il grande outdoor alpino, insieme a 5 materassini, 9 sacchi a pelo e 7 fornelletti.
LAMPADE FRONTALI - 11 modelli, da quelli piccoli ed economici perfetti per la vita del campeggio outdoor, a quelli pensati per sport in velocità o con la regolazione automatica dell’intensità della luce. Perché una lampada frontale non dovrebbe mancare mai, in nessuno zaino.
MASCHERINE SPORTIVE - Abbiamo inserito anche 4 mascherine pensate in modo specifico per attività sportive anche intense in montagna.
AWARD - Abbiamo premiato 28 scarpe, zaini, bastoni, cinture e lampade frontali con il distintivo del premio dell’anno e altri con la nostra selection.
E POI… Il consiglio del podologo per evitare gli infortuni, quelli per provare scarpe, zaini e bastoni in negozio, i test delle scarpe in laboratorio e in esterno con le solette a sensori per valutare i punti di pressione in relazione a drop e minimalismo delle scarpe.
ORDINA QUI LA OUTDOOR GUIDE 2020
In arrivo Skialper 129 di aprile-maggio
È una frase di Martin Luther King a contraddistinguere la copertina del numero 129 di Skialper di aprile-maggio, una frase che ben si adatta ai tempi che stiamo vivendo: «Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla». Un numero che avrebbe dovuto essere interamente dedicato all’agonismo e allo spirito agonistico, e lo è in gran parte, ma che l’emergenza ha costretto a cambiare leggermente, inserendo anche articoli di viaggio. Per non smettere di sognare. 176 pagine tutte da leggere e da guardare, in distribuzione a partire dal 21 aprile.
COSA RESTERÀ DI QUEI FORMIDABILI ANNI ’90 - Nel giro di poco più di un decennio, con la nascita dello skyrunning, si è imposto il concetto di fast & light che è alla base del nostro andare in montagna e di sport meno estremi come il trail. Ripercorriamo gli anni d’oro di quell’intuizione, con le prime gare sul Monte Bianco e quelle in Himalaya, gli studi scientifici e le foto dell’epoca.
AVEVAMO TUTTO E NON LO SAPEVAMO - Poco conosciuta, la Valle Gesso è stato il luogo dove, inconsapevolmente, abbiamo vissuto l'entrata dell'Italia nel lockdown del Covid-19. E dove ci piacerebbe tornare per la prima sciata. Un reportage esclusivo e autoprodotto, firmato da Federico Ravassard, da uno dei luoghi più selvaggi d’Italia, ideale per lo scialpinismo esplorativo.
SOUL SILK - 9.700 chilometri, 90.000 metri di dislivello positivo, 12 Stati attraversati. Per pedalare dall’Italia alla Cina, raggiungere (spesso sciandole) le montagne più belle e vivere quel soffio di avventura che tanto ci è mancato negli ultimi mesi. Il diario di un viaggio indimenticabile, con testi e foto di Giacomo Meneghello.
AFGHAN SKI CHALLENGE - Quando si porta il fucile con la disinvoltura di una borsa e le priorità della vita sono molto diverse da quelle a cui siamo abituati, anche una gara di scialpinismo diventa l’occasione per divertirsi senza troppe pretese. Ieri come oggi. Un reportage dall’Afghanistan firmato da Ruedi Fluck.
MONSIEUR MEZZALAMA - Adriano Favre è il signorsì della gara di scialpinismo più famosa del mondo. Ma è anche rifugista, soccorritore, himalaysta, Guida alpina, gestore di rifugio, sviluppatore di prodotti per Ferrino. A tu per tu con un personaggio davvero poliedrico.
SKIALPER AMARCORD - Enrico Marta, fondatore di Skialper, ha seguito la parabola dello skialp race dagli esordi e ricorda alcuni degli episodi più curiosi, dai primi exploit di Kilian e Roux, alle funamboliche prestazioni di Giacomelli. Con le foto dell’archivio della nostra rivista.
L’ANNO ZERO - 1989: Fabio Meraldi e Adriano Greco, insieme a Valeria Colturi, partono dall’abbigliamento per lo sci di fondo per creare la tutina che ha fatto la storia dello skialp agonistico.
L’INCREDIBILE STORIA DELL’ATTACCHINO CHE FA IMPAZZIRE IL MONDO - Una serie di coincidenze ha permesso di sviluppare un’idea rivoluzionaria che dalle gare si è velocemente imposta come lo standard dello scialpinismo. Ecco come è nato e si è sviluppato l’attacco a pin, con le testimonianze dei protagonisti e le foto dei primi prototipi.
QUELLI DELLA NOTTE - 240 atleti, 80 volontari, 30 chilometri di percorsi da preparare in meno di un’ora e da disallestire entro l’alba: dietro alla Monterosa Skialp c’è una macchina organizzativa complessa, che lavora tutto l’anno per un evento di qualche ora. Curiosità e le spettacolari foto di Stefano Jeantet dell’ultimo evento agonistico top che si è disputato.
WESC 1991 - Per anni in Alaska è stato organizzato il Mondiale di sci ripido. Alla prima edizione uno sconosciuto sciatore di Jackson Hole ha sbaragliato la concorrenza. Si chiamava Doug Coombs. Il racconto di Robert Cocuzzo, che ha scritto un bellissimo libro su Coombs, illustrato dalle foto di quell’edizione del WESC del fotografo Wade McKoy
GO WITH THE FLOW - Dopo il terzo Freeride World Tour Arianna Tricomi è sempre più la freeskier del momento, ma il suo successo è frutto di un background che va dallo sci alpino alla prima scena freestyle, quella di chi il kicker lo costruiva con le proprie mani. Perché la passione per lo sci viene prima di tutto. Alberto Casaro l’ha incontrata poco prima del lockdown
NADIR MAGUET, IL MAGO TRASFORMISTA - Prima fondista, poi biathleta, scialpinista. E ora dobbiamo chiamarlo skyrunner? Per capirlo siamo andati a trovarlo a casa sua.
DOLOMITI HALF MARATHON EXPERIENCE - La mezza maratona dell’Alpe di Siusi e del Sassolungo non sono solo due delle gare più belle tra i Monti Pallidi, ma percorsi unici da provare tutta l’estate. Ognuno al proprio ritmo, magari fermandosi per una pausa in una delle tante baite gourmet lungo il percorso.
MUST HAVE - Le chicche per chi ha lo spirito agonistico dentro, che sia con una tutina, un pettorale in una gara di trail o dei padelloni ai piedi in un contest di freeski. Pagine da sfogliare tenendo ben lontana la carta di credito…
E NON FIISCE QUI - Il consueto appuntamento con il portfolio fotografico, un approfondimento sulla Workstation di ATK Bindings e sulle anteprime Dynafit per il prossimo inverno in chiave skialp race, opinioni e tanto altro.
In arrivo Skialper 128 di febbraio-marzo
Abbiamo voluto legare le storie di Skialper 128 di febbraio-marzo con il filo rosso dell’underdog, del non pronosticato, dell’inaspettato. Che poi, spesso, è proprio davanti al nostro naso anche se non ce ne accorgiamo e ci sciroppiamo migliaia di chilometri alla ricerca dell’erba voglio. Ci sono luoghi o persone di cui si parla poco o meno, che non hanno i favori del pronostico ma, proprio come i migliori underdog ai Giochi olimpici, vincono. Sono vere e proprie sorprese. 192 pagine ricche di storie e persone. Da leggere con calma. Skialper 128 sarà in edicola a partire dal 5 febbraio ed è prenotabile anche nell’edicola digitale di Skialper.
ARNAUD COTTET, LO SCI IN PUNTA DI PIEDI - Arnaud Cottet è un personaggio poliedrico, dalla tecnica sciistica invidiabile, con doti di documentarista, regista, giudice olimpico… Qualche anno fa ha deciso di prendere un’auto e andare a sciare in Afghanistan, prima lo aveva fatto in Iran. Partendo da casa sua, in Svizzera. Ha fatto cose che voi umani con naturalezza e leggerezza. La stessa con la quale il suo obiettivo ha raccontato i viaggi nei film che ha prodotto, assolutamente da vedere. Un’ampia intervista per scoprire il suo approccio alla montagna e allo sci, gli aneddoti di una vita da giramondo e il suo ultimo progetto.
SEI PERSONAGGI SOTTO TRACCIA – Sono giusto sei. Magari meno conosciuti, magari non così mainstream e social addicted. Ma hanno sciato pareti e canali più che degni di nota, si sono inventati traversate epiche o semplicemente, come scrive Andrea Bormida, «Accecati dal tamtam mediatico di mountain addicted che bramano di far conoscere imprese o quanto sono fortunati a vivere il sogno dello sci domenicale ai loro colleghi d’ufficio della settimana, spesso ci si dimentica che le fiamme più forti e durature bruciano in disparte o quasi». Sono le fiamme di Andrea Schenone, Christian Botta, Giovanni Rovedatti, Maurizio Agazzi, Michael Sinn e Diego Filosi.
ERIC DELLE MONTAGNE - Non è certamente la classica Guida alpina che è nata tra i monti e ha seguito le orme dei padri Eric Girardini, che esercita principalmente tra le Pale di San Martino, dove ci ha portato a inizio gennaio. Ma un personaggio di quelli con cui potresti tirare notte fonda davanti a un camino perché ha un vissuto davvero ricco, anche lontano dalle montagne, che però rappresentano un punto fermo della sua esperienza, soprattutto le sue amate Pale di San Martino, dove ha sciato praticamente in ogni canale. Un avvincente racconto… dal Messico a San Martino di Castrozza.
PINDO, LA NEVE PRIMA DELLO SCI - La catena del Pindo si estende dal Sud dell'Albania al Nord del Peloponneso per circa 180 chilometri. E d’inverno nevica… anche tanto. Per sfatare i luoghi comuni della Grecia tutta mare, isole, ouzo e tzatziki Umberto Isman si è avventurato tra pini loricati, piccole stazioni sciistiche molto caratteristiche, monasteri ortodossi quasi deserti e paesini silenziosi.
SKIALP GRAN SAN BERNARDO - Trenta itinerari censiti e mappati, a volte anche con un video realizzato con il drone, un avveniristico bivacco per gli skialper, discese freeride, un pullmino per rientrare al punto di partenza e delizie gastronomiche a chilometro zero: siamo stati nel comprensorio per lo scialpinismo che sta sorgendo tra Italia e Svizzera. Nella Valle del Gran San Bernardo, a Saint-Rhemy-en-Bosses, e nella vicina valle di Bagnes, in Svizzera, grazie al fondo europeo Interreg hanno gli scialpinisti nel cuore e noi abbiamo provato in anteprima itinerari e servizi di questa destinazione a misura di skialp.
OSPITE IN CASA MIA - Pietro Lamaro è originario del Centro Italia, ma è emigrato al Nord, tra le Dolomiti, per dare sfogo alla sua passione per lo sci e la montagna. Eppure proprio dietro casa ci sono montagne che per certi aspetti hanno poco da invidiare alle Alpi… Ecco così che decide di partire per provare la traversata della Majella da Sud a Nord, dalla stazione di Palena a Pennapiedimonte: 15 vette lungo 40 chilometri di altopiano. Non si tratta esclusivamente di una traversata di qualche giorno, come fosse un’alta via, l’obbiettivo è quello di combinare una bellissima avventura itinerante in tenda alle tipiche discese in firn che offrono i valloni esposti a Ovest, in gergo chiamati rave.
EFFETTO ALBEDO, IL CUORE OLTRE LA LINEA - Flavio, Paolo, Francesco e Stefano. Quattro ragazzi, quattro sciatori e splitboarder alla ricerca di montagne e discese poco o per nulla frequentate ma dietro l’angolo. Con lo spirito dei veri amatori, quelli che si lasciano sempre trasportare dalla passione. Siamo usciti anche noi con loro, proprio su una linea sconosciuta e dal difficile accesso…
IL CIELO IN UNA STANZA - Oltre 1.200 tiri di corda chiodati, un centinaio di salite inedite in solitaria, un progetto per collegare tutte le Alpi Biellesi a fil di cresta sci ai piedi: Roberto Munarin ha sempre pestato rocce, neve, ghiaccio e terra fra gli stessi punti GPS, quelli delle Alpi Pennine del Biellese, ma non ha finito ancora di esplorare.
ESTEFANIA TROGUET - Due ottomila, Nanga Parbat e Manaslu, in un anno. La ventisettenne andorrana ha deciso di fare sul serio. Ma, anche a ottomila metri, non rinuncia mai al rossetto sulle labbra.
POMOCA - Ovvero, PO (peau) - MO (mohair) - CA (caoutchoutée). Il marchio svizzero è leader nella produzione delle tessilfoca. Siamo stati in azienda a vedere come nascono le pelli.
ANTEPRIMA 2021 - Lo scarpone G5 Evo di La Sportiva utilizzato da Tamara Lunger sui Gasherbrum, ma anche i nuovi scarponi da skialp, sempre di La Sportiva, Vega, oppure gli Scarpa F1 LT, i nuovi sci Ski Trab Ortles, Stelvio e Gavia e i primi attacchi ATK Bindings con base del puntale in carbonio.
MUST HAVE - La consueta rubrica con abbigliamento e attrezzattura che non può mancare nell’armadio del vero skialper. In questo numero abbiamo inserito anche qualche anteprima 2021 e le foto sono state scattate nel delizioso borgo di Chiappera, in Val Maira. Ventuno pagine da non perdere.
SKI LOCAL - Negli ultimi dieci anni gli stili di vita sono stati trasformati dall’esigenza di inquinare meno. Lo skialp può diventare più verde? Forse sì, ripensando l’idea di trasferta e utilizzando la bici o la ebike come mezzo di avvicinamento. Richiede impegno e volontà, ma regala tante sorprese.
PORTFOLIO - Un fiocco di neve formato da nudi, il fascino delle Alpi Orobie, al centro del film Le Traversiadi, ma anche le foto del museo della fotografia di montagna Lumen, gli scatti del fotografo Bruno Long e un’insolita falesia di Céüse in chiave scialpinistica nelle pagine dedicate al portfolio.
In arrivo Skialper 127 di dicembre-gennaio
Duecentoventiquattro. Nel dubbio lo scriviamo anche in cifre, 224. Sono le pagine del prossimo numero di Skialper, in edicola a partire dal 10 dicembre e ordinabile anche online, un fascicolo da record per celebrare l’inverno che è già arrivato, portando tanta neve sulle Alpi. Un numero tutto speciale, con la copertina rinnovata nello stile, dedicato alla new era dello scialpinismo. Volevamo chiamarlo freetouring, oppure scialpinismo moderno. Ma in effetti le categorie ci stanno strette e non volevamo alzare steccati. Lo spirito di Skialper 127 di dicembre 2019/gennaio 2020 è quello descritto dal nostro direttore editoriale Davide Marta nella Buyer’s Guide: «Montagna, godere, community, ricerca estetica, linea, ambiente, condivisione, neve intatta, obiettivi, eleganza, esperienza, unicità, passione. Il freetouring è una terra di mezzo, è qualcosa che ancora non è definito al 100% ma che si sta sempre di più connotando. Unisce l’esperienza sciistica, il piacere edonistico della linea intatta e ben sciata. Esperienza sciistica che però non può essere separata dalla ricerca di spazi intatti, lontani dalle solite tracce, il che richiama automaticamente la necessità di muoversi in distanza, dislivello ed ingaggio. E c’è anche un altro aspetto, quello del fare le cose in compagnia, con amici, lasciare da parte la competizione, la sfida, la performance a tutti i costi. Dallo scialpinismo classico si prende la voglia di esplorare, di andare a vedere lassù, di là. Ma si lascia indietro l’ossessione per la vetta, per la conquista, per la lotta con l’Alpe. Del freeride si prende la voglia di tracciare pendii vergini, di farlo con stile, con eleganza, con rispetto dell’ambiente». Ecco, nel disegnare Skialper 127 siamo partiti dalla forza di questa idea più che da un termine preciso.
MONSIEUR BRUNO - Trend setter: colui che avvia nuove mode e stili. Qualcuno lo vorrebbe essere, qualcun altro fa finta di esserlo e poi c’è chi lo è davvero, quasi inconsapevolmente: Bruno Compagnet appartiene a quest’ultima categoria. «Fino a pochi anni fa lo scialpinismo era considerato un’attività da vecchi, di quelli che andavano in giro con pantaloni di Cordura attillati, sci stretti e tendenzialmente sciavano male. I giovani cool, invece, volevano essere freerider, abbigliamento colorato e sbragalone, adesivi ovunque - per poco anche sulla lente della maschera - e sci fat che facevano voltare i turisti in coda alla seggiovia. (…) Poco alla volta, quattro o cinque anni fa, le cose sono cominciate a cambiare, grazie sia alla comparsa di attrezzatura specifica, ma anche a causa di alcune figure che importavano la cultura buona del freeride nel mondo delle pelli di foca: set-up più discesistici, un’estetica curata tanto nel materiale quanto nell’abbigliamento, un rispetto reverenziale verso la discesa che si tramutava nella ricerca dei pendii e nevi ideali per divertirsi e un generale abbandono dell’epicità dell’alpinismo a favore dell’edonismo da inseguire attraverso lo sci. Insomma, di colpo lo scialpinismo non era più un passatempo da sfigati, ma il nuovo trend degli sport invernali, grazie anche a brand disruptive come Black Crows. I freerider montavano attacchini sui loro sci e gli scialpinisti cercavano di capire cosa significasse il termine rocker. Entrambi ignoravano che in realtà per alcuni quella pratica altro non era che la naturale evoluzione dello sci che avevano praticato negli ultimi venti o trent’anni. Bruno è uno di questi». Quindici pagine a tu per tu con Compagnet.
KAMCHATKA, LA PENISOLA DI FUOCO - Scrive Paolo Tassi: «La penisola della Kamchatka è costellata da un’infinita catena montuosa dalla quale si ergono vulcani di tutte le dimensioni. Non sono tutti uguali: i crateri a volte si slanciano verso il cielo, quelli a cono, e non sono facilissimi da risalire. Anzi, più ci si avvicina al cratere, più è ripido e ghiacciato. Ci sono vulcani che implodono, creando caldere enormi. In altre occasioni geyser e fumarole compaiono qua e là, rendendo la montagna più viva che mai e facendo capire che lì sotto c’è un cuore pulsante, ribelle e pronto a eruttare come un bambino dopo un sorso di Coca Cola. Vale veramente la pena sciare un vulcano: l’esposizione costante del pendio fa sì che le sciate siano infinite, non esistono punti intermedi dove fermarsi, si parte e si va...». Ed è proprio quello che abbiamo fatto noi pubblicando l’ampio reportage di Paolo e Martino Colonna.
ARGENTERA RELOADED - Mai decollata veramente come stazione sciistica, la località piemontese è uno dei migliori segreti delle Alpi per discese nella polvere profonda, un segreto custodito anche da celebrità come Candide Thovex e Kaj Zackrisson. Ma ora la probabile chiusura degli impianti obbliga a riavvolgere il nastro e disegnare un nuovo futuro. Scrive Federico Ravassard: «Argentera è sempre stato il posto di cui non bisognava parlare. Troppo bella, troppo poco affollata per essere data in pasto agli affamati di polvere, specialmente quando lì se ne trovava mediamente più che nel resto dell’arco alpino. Protetta dalla massa anche grazie al suo isolamento: dalla pianura del cuneese bisogna sciropparsi cinquanta chilometri di curve, spesso intasati dai tir diretti verso la Francia attraverso il Colle della Maddalena. Da Milano ci vogliono quattro ore, da Torino poco più di due: forse troppi per una stazione che ha da offrire una seggiovia e uno ski-lift. Ciononostante il mito di Arge è cresciuto negli anni, senza tuttavia riuscire mai a diventare un fenomeno mainstream come è successo ad altre località simili, per rimanere in Piemonte, Prali, forse anche a causa del fatto che i suoi frequentatori hanno preferito mantenerla per sé, per fare in modo che nei giorni di polvere in coda agli impianti ci si potesse contare nell’ordine di un paio di decine di sciatori». Un reportage di 17 pagine: siamo andati a trovare i local e a visitare Arge per capire quale futuro potrà avere.
CANALI A MANETTA - Sci dai 105 millimetri in su, sbananati e con montaggio centrale. Pellate e ingaggio alpinistico seguiti da curvoni in stile big mountain nelle forcelle più strette del versante opposto. È questa la new era del freetouring dolomitico, che raggiunge la completezza nel progetto Linea: sciare discese estreme (ripetizioni, prime ripetizioni e forse anche prime assolute) dall’inizio alla fine, senza averle risalite, alla massima velocità e nel caso anche fissando ancoraggi per calate, avvalendosi di un normale pianta spit. Ne scrive Alberto Casaro.
TRANSALP, IL THINK TANK DELLO SKIALP ITINERANTE - La traversata delle Alpi organizzata da Fischer, che nel 2020 festeggia i dieci anni, è diventata negli anni il simbolo di un modo di affrontare la montagna. E incubatore di idee per realizzare gli sci per lo scialpinismo moderno.
ELECTRIC GREG - Greg Hill, 43 anni, scialpinista canadese, ha messo la creatività al centro della sua idea di esplorazione, arrivando a sciare fino a 600.000 metri di dislivello in un anno e 100.000 in un mese. Ma sempre con almeno 106 millimetri sotto il piede. E ora si è lanciato in una nuova sfida. Lo abbiamo incontrato in Canada. La sua filosofia? «Mi piace salire, ma per trovare una nuova linea, sciare un couloir, esplorare la montagna. Quando unisci un buon livello di fitness e di esperienza hai possibilità infinite, puoi andare su quella cima, esplorare quella valle, sciare quel pendio. È una sensazione di infinito che non dipende dal livello, perché accomuna tutti quelli che vivono lo sci di montagna con questo spirito, certo se sei forte gli obiettivi e la soddisfazione per quello che hai fatto aumentano. Le montagne più belle? Quelle che non hai ancora sciato».
NATURAL BORN SKIERS - Lo schema di partenza è stato sempre lo stesso: Dimmi chi sei? Per poi farselo raccontare attraverso il proprio modo di vivere lo sci e la sensazione di libertà che ne deriva. Quindici storie diverse, tutte di passione. «Un girone di dannati e di romantici – scrive Andrea Bormida - Un collage variopinto di piccoli ritratti, corti o lunghi, intensi o meno… non sta a noi dirlo. Non vogliamo briglie, tutto molto free. Alcuni li conoscevamo, altri sono stati una scoperta. Tutti hanno una storia che li ha portati a sciare da soli o in gruppo, magari a lavorare con gli sci per cercare di trasmettere qualcosa o per valorizzare il proprio territorio, o più semplicemente per arrivare a star bene con se stessi. Parlando con loro abbiamo avuto l’occasione di scoprire un’infinità di declinazioni del termine sciare: non è facile descrivere una sensazione, dopotutto. E non vogliamo nemmeno farlo, ma semplicemente parlarne. Abbiamo iniziato da qui: freetouring è sensazione. Anzi, sciare è sensazione. Perché non abbiamo inventato niente di nuovo!».
MUST HAVE - 26 pagine tutte da guardare con i migliori ‘oggetti’ per il freetouring ma anche tante altre idee regalo, dal casco, all’abbigliamento.
LINEE GUIDA - In regalo 16 pagine con pratiche illustrazioni con le linee guida per la ricerca e il recupero delle vittime da valanga tramite apparecchi A.R.T.Va. a cura di Maurizio Lutzenberger, uno dei massimi esperti in materia. Un inserto da conservare e leggere con attenzione.
MATERIALI - Gli zaini airbag elettrici di Black Diamond e Ferrino ai raggi X, il nuovo Gore-Tex Pro in arrivo dall’autunno 2020, tutti i segreti dello sviluppo degli attacchi Ski Trab, le differenze tra gli scarponi Dynafit Hoji Pro Tour e Hoji Free, l’abbigliamento freetouring secondo Crazy e gli artistici caschi DMD.
PORTFOLIO - Otto pagine di foto emblematiche, dallo sci notturno nei canali dolomitici, a quello, sempre notturno, con la Nebulosa di Orione sullo sfondo, al progetto di Cody Townsend di sciare le linee più cool del Nord America in tre anni, finoi alla traversata con gli sci da Est a Ovest della Nuova Zelanda.