Continua l'ascesa del film Pionieri
Il cortometraggio sull'impresa realizzata da Peter Moser con il supporto di AKU sbanca ai film festival internazionali, guadagnandosi il titolo di migliore film di montagna al Tegernsee International Mountain Film Festival
Dopo il successo ottenuto a maggio alla prima al Trento Film Festival, il Deutscher Alpenverein, club alpino tedesco, ha scelto di premiare il film dell'atleta e alpinista Peter Moser come migliore film di montagna del 2023, riconoscendo ancora una volta la qualità e l'unicità dell'impresa realizzata dall'ambassador AKU.
il film Pionieri, diretto da Alessandro Beltrame, racconta come Peter Moser, guida alpina e atleta Ambassador AKU, ispirandosi ai pionieri dell’alpinismo, il 10 agosto 2021, ha concatenato in solitaria sei vie storiche delle Pale di San Martino. Una grande avventura documentata dall'interno, lungo un “fil rouge” che si snoda dai 3000m del Cimon de la Pala attraverso cime e valli, fino alla cima più meridionale del Piz de Sagron. Accanto al viaggio verticale di Peter Moser, viene messa in scena un’ascensione storica che, unita al commento dello storico dell’alpinismo Luciano Gadenz e alle riflessioni del forte scalatore Maurizio Zanolla, rende il sapore di una montagna senza tempo, uno spazio di avventura e libertà.
https://www.youtube.com/watch?v=dv2aThKkc-c&t=4s
Pionieri e Peter Moser al Vibram Connection Days a Montebelluna
Pionieri è un progetto di AKU che ha realizzato con il supporto economico di ApT San Martino di Castrozza e di Vibram. In occasione del Vibram Connection Days, in programma a Montebelluna dal 9 al 11 novembre, venerdì 10 alle ore 21, presso il Cinema Italia Eden, sarà possibile assistere alla visione del film Pionieri a cui seguirà il Sketching The Future (di Killian Jornet). Mentre, a partire dalle 17.00, presso il negozio AKU FACTORY STORE, sempre a Montebelluna, AKU ha organizzato un incontro con aperitivo per ritrovarsi e chiacchierare in compagnia di Peter Moser, Ambassadors AKU, protagonista del film Pionieri.
L’ingresso al cinema è gratuito, è consigliata la prenotazione: registrarsi gratuitamente qui. In allegato l’invito per la serata di venerdì.
La Sportiva e FASI insieme a Parigi 2024
Il brand di Ziano di Fiemme sarà partner tecnico della Federazione Arrampicata Sportiva Italiana alle olimpiadi di Parigi 2024
Visione comune e impegno condiviso nella promozione della cultura dell’arrampicata sono i pilastri alla base del sodalizio, nato in un momento di grande notorietà della disciplina, ma che trova radici profonde in tempi non sospetti, quando il climbing era considerato un’attività di nicchia praticata da pochi appassionati. La Sportiva continua infatti ad investire sugli atleti e sulla Federazione con l’obiettivo di trasformare l’arrampicata in uno sport che possa appassionare e ispirare intere generazioni a raggiungere vette sempre più alte e a lavorare per superare i propri limiti e i molteplici ostacoli che si possono incontrare.
La Sportiva, che vede nell’arrampicata il core business della propria attività e che si annovera tra i portavoce del successo mondiale della categoria, darà il suo contributo attraverso la fornitura di abbigliamento specializzato supportando gli atleti nazionali di climbing e paraclimbing giovanile durante le proprie avventure verticali nelle prossime Olimpiadi di Parigi 2024. La cooperazione tra queste due realtà ha l’obiettivo di rendere le fasi di scalata naturali, fluide, confortevoli e divertenti.
«Siamo entusiasti di avviare questa collaborazione con FASI, soprattutto in un periodo in cui la disciplina sta vivendo l’apice della propria popolarità, uscendo dalla propria nicchia di appassionati e intercettando sempre più persone che amano cimentarsi con la parete» commenta Lorenzo Delladio, CEO e Amministratore Delegato di La Sportiva. «Questa partnership ci permette di riaffermare i nostri valori, la passione che da sempre guida ogni nostra scelta e l’ingegno che si nasconde nella progettazione di ogni nostro prodotto. È una grande dimostrazione di fiducia per la quale siamo grati a FASI”.
III CRAFT Ultra Trail Lago Maggiore
Agli italiani Michael Dola e Alice Ciapponi la vittoria sulla distanza regina WILD 81K del III CRAFT Ultra Trail Lago Maggiore.
Clima mite e cielo terso hanno accompagnato gli atleti lungo il percorso con panorami mozzafiato.
Anche quest’anno gli appassionati di trail running hanno potuto scegliere come meta autunnale la città piemontese di Verbania sul Lago Maggiore partecipando alla terza edizione del CRAFT Ultra Trail Lago Maggiore, per gli amici UTLM. Un territorio di una bellezza spettacolare ha accolto atleti provenienti da 20 paesi di tutto il mondo. Novità di quest’anno la location della partenza/arrivo sul Lungolago di Pallanza nella città lacustre di Verbania. Gli atleti hanno così sfrecciato tra le vie della città fino a godersi gli ultimi chilometri vista lago tra gli applausi dei molti tifosi giunti per assistere all’evento.
Michael Dola, atleta del Team Scarpa e Sportway Megastore originario del vicino Lago d’Orta vince la WILD 81K, la gara regina che per la prima volta quest’anno è stata percorsa integralmente: «Bellissimo percorso, molto panoramico con una giornata stupenda! Sono contentissimo per tutto, nonostante i momenti di crisi incontrati nella parte finale anche per il caldo sono riuscito a gestire al meglio la fatica e a recuperare senza mai mollare. Mi ha aiutato tanto il pubblico lungo il percorso e il super tifo ai ristori, fondamentale quando passi tante ore così impegnative da solo. Una gara che certamente consiglierei, dura e impegnativa accompagnata da paesaggi stupendi, un mix perfetto!»
I RISULTATI - Per la prima volta dalla nascita dell’ Ultra Trail del lago Maggiore si è potuto corre il percorso completo della WILD 81K compreso il passaggio in quota tra il Monte Zeda e il Monte Marone. Il miglior tempo di 10h11’27” è stato segnato dal plurimedagliato atleta altotesino Michael Dola del Team Sportway Magastore. Secondo assoluto con il tempo di 12h26’23” Dario Pasta, seguito da Carlo Martinelli terzo in 12h45’31”.
Tra le donne spicca Alice Ciapponi che, dodicesima assoluta, taglia il traguardo con il miglior tempo di 14h38’09” seguita da Valentina Carusi che per soli pochi minuti conquista la seconda posizione in 14h41’44’’. Terza classificata la svizzera Lea Degen in 17h12’03”.
Pioggia di primati sulla BRAVE 52K con la vittoria di Saverio Ottolini e il suo tempo record di 5h55’54” seguito da Gianluca Piton e Lorenzo Aimar.
La gara femminile è stata vinta da Silvia Guenzani, anche lei con il miglior tempo femminile di 6h52’28” seguita dalla spagnola Carlota Corbella (7h22’32”) e l’italiana Laura Parolini (7h55’49’’).
Primato registrato anche sul percorso della SCENIK 37K dove Stefano Radaelli e Adriano Cordova Fedeli (CHI) tagliano insieme il traguardo in 3h39’53” seguiti da Mathieu Brunod in 3h46’26”.
Podio femminile tutto italiano con Lia Maria Pozzi prima in 4h56’16” seguita da Claudia Bonassi e Irene Caravati.
Partita alle 16:00 da Cannero Riviera la SUNSET 20K viene vinta da Paolo Boneschi in 1h42’22” subito seguito dopo un lungo testa a testa dall’altotesino Alessandro Lopriore. Terzo classificato Matteo Ferrari in 1h44’58’’.
Conquista il gradino più alto del podio femminile la danese Line Brandt Pedersen chiudendo in 1h58’16’’ seguita dalle Italiane Berretta Elisa (2h06’37’’) e Lucia Cozzi (2h07’56’’).
Parole dall'UTMR
UTMB e UTMR differiscono per una sola lettera, e hanno varie cose in comune, ma non potrebbero essere più diverse.
Ad unirle c’è prima di tutto una persona, Lizzy Hawker, un’estrosa atleta britannica, trasferitasi da qualche anno in Svizzera, che la prima gara l’ha vinta cinque volte, mentre la seconda se l’è inventata. Di uguale c’è la sostanza: si tratta in entrambi i casi del giro completo attorno ad uno dei principali massicci delle Alpi Occidentali, il Monte Bianco in un caso, il Monte Rosa nell’altro. Di simile hanno la lunghezza, entrambe sui 170 km, mentre già nel dislivello le differenze iniziano a diventare significative: circa 10.000 per il giro intorno al Bianco, 11.600 abbondanti per quello intorno al Rosa.
Tutto il resto, beh, è completamente diverso, e la rappresentazione più efficace di questa differenza è la partenza delle due gare: migliaia di partenti assiepati alle sei del pomeriggio nella piazza centrale di una delle più rinomate località turistiche delle Alpi francesi inondata di musica a tutto volume da una parte, qualche centinaio riuniti nella piazzetta di uno sconosciuto paesino delle Alpi Svizzere nel silenzio delle quattro del mattino, dall’altra.
L’Ultra Tour del Monte Rosa parte da Grächen, nel Canton Vallese, e prima di tornarci si prende il lusso di percorrere il ponte pedonale più lungo d’Europa, di farti correre per ore con il Cervino davanti al naso, di percorrere la via più chic del centro di Zermatt, di arrampicarsi lungo il ghiacciaio del Teodulo fino all’omonimo passo a 3.231 metri, di passare in Italia sulle distese di ghiaia fra il Lago Cime Bianche e il lago de Goillet, di scendere l’incontaminato vallone di Cime Bianche, di riposare un attimo a Gressoney prima di mettere in fila le tre salite, da più di 1.300 metri di dislivello ciascuna, di Passo Salati - Colle del Turlo - Monte Moro, di tornare in Svizzera a costeggiare il maestoso lago artificiale di Mattmark e le sue cento cascate affluenti scendendo a Sass Fee, e di chiudere il giro attorno alla propaggine più a nord del massiccio del Monte Rosa, con più di 10 km di single track affacciato a strapiombo sulla Saastal, che i più percorrono durante la notte.
Impossibile dire se sia più bella o più impegnativa, perché gli scenari che tolgono il fiato per la loro bellezza sono davvero moltissimi, ma almeno altrettanti sono i tratti che lo tolgono per la loro durezza. A parte i pochi metri attrezzati sulla cima del Monte Moro e alcuni cordini di sicurezza nella parte finale, non si tratta di un percorso particolarmente tecnico, ma i chilometri su tranquille strade forestali dove lasciare andare le gambe sono molti meno di quelli su sentieri pietrosi dove correre è un affare per pochi. E in più, ci sono cinque salite da più di 1.000 metri d+, e una discesa da quasi 1.900 metri d-. L’UTMB si vince in meno di 20 ore, l’UTMR in poco meno di 30: pur tenendo conto delle differenze significative nel livello dei partecipanti, vuol dire parecchio.
Nonostante si tratti di un evento pubblico che coinvolge qualche centinaio di partecipanti e un numero nutrito di volontari, l’Ultra Tour del Monte Rosa è essenzialmente una esperienza intima. Un po’ perché il tracciato percorre un trekking poco frequentato e capita di viaggiare per ore senza incontrare nessuno. Un po’ perché per la sua durezza ti costringe più volte a scavare a fondo dentro di te, per trovare la voglia di andare avanti e le energie per riuscire a farlo. Un po’ perché quell’aria speciale che si respira lassù quando l’estate sta lasciando il posto all’autunno e l’erba gialla e la limpidezza dell’aria te lo ricordano ad ogni passo, ti spinge inevitabilmente a pensare alle stagioni della tua vita, con le loro giornate azzurre e le loro notti buie.
Per chi ama il trail running, per chi sogna il Tor dopo averlo fatto molte volte o sperando di riuscire a correrlo un giorno, per chi si commuove davanti al Cervino o al candore abbagliante di un ghiacciaio, l’UTMR è una gara da fare, assolutamente. Ed è assolutamente da preparare bene. Se vi piacerebbe, ma pensate di non averne le forze, potete provarlo nella versione a tappe: stesso percorso, ma diviso su quattro giornate, con pasti e notti normali nel mezzo.
Il sapore, naturalmente, sarà completamente diverso
Torna l'Ultra Trail del Lago Maggiore
From lake to sky across Wilderness, manca poco al III Craft UTLM
Al via tra poche settimane la terza edizione del CRAFT Ultra Trail del Lago Maggiore, nel weekend di Sabato 30 Settembre e Domenica 1 Ottobre con partenza e arrivo dal capoluogo piemontese di Verbania. Un evento unico che unisce il trail running alla storia, alle tradizioni culturali, all'enogastronomia e ai panorami mozzafiato di un percorso che custodisce ancora numerosi segreti, grazie alla sua vasta area"wild" del Parco Nazionale della Val Grande, la più estesa in tutto il territorio italiano. L’evento di richiamo ormai internazionale è organizzato dall’Associazione Sportiva SPORT PRO-MOTION A.S.D.
Un evento che offre distanze e percorsi per tutti i gusti: WILD da 81K/5.200 D+ dedicata a chi ama le lunghe distanze, BRAVE 52K/3.100 D+, SCENIC da 37K/2.100 D+ e SUNSETda 18K/700D+, aperta anche ai camminatori in versione non competitiva, per la quale non è quindi necessario essere in possesso di tesseramento FIDAL e certificato medico agonistico.
Tutte le gare tranne la SUNSET avranno partenza e arrivo dal nuovo Lungolago pedonale di Verbania Pallanza, sulle sponde del Lago Maggiore e andranno a toccare le più belle cime del Parco Nazionale dellaVal Grande con un panorama mozzafiato non solo sul Lago Maggiore, ma anche il Lago di Mergozzo e il Lago D’Orta, piccole perle della zona della provincia del Verbano-Cusio-Ossola.
https://www.youtube.com/watch?v=OxYXG0bsPpI
New entry nella famiglia Sport PRO-MOTION ASD e nuovo title sponsor il brand di calzature da running e trail running CRAFT. Consolidata la partnership con il megastore SPORTWAY di Gravellona Toce, lo sport nutrition ENERVIT e l'azienda torinese di attrezzature e abbigliamento per la montagna FERRINO, che da oltre 150 anni accompagna gli appassionati di outdoor nelle loro avventure.
Le iscrizioni sono aperte sul sito ufficiale dell'evento.
Petzl Legend Tour Italia sbarca in Sardegna
La storia dell'arrampicata sportiva sarda raccontata in quattro episodi, online a partire da lunedì 4 settembre
Un viaggio tra le scogliere e il calcare dell'isola che negli anni si è guadagnata un posto di diritto tra le top climbing destinations europee, grazie alla qualità della roccia e alla bellezza e unicità dei paesaggi che offre. Petzl racconta in quattro episodi, disponibili online sul canale youtub del brand ogni lunedì per quattro settimane a partire dal 4 settembre, la storia dell'arrampicata in Sardegna, ripercorrendone le tappe attraverso i luoghi e i protagonisti che, a partire dalla metà degli anni ottanta, furono e sono tutt'ora in grado di valorizzare un territorio unico nel suo genere.
I nomi che sentirete nominare più volte sono quelli storici di Heinz Mariacher, Manolo, Bruno Pederiva, Enzo Lecis, Gianluca Piras, passando per Maurizio Oviglia, Rolando Larcher, fino ad arrivare a Federica Mingolla (e molti altri ancora). Tutti nomi che hanno partecipato attivamente allo sviluppo della verticalità sarda, coniugando quel giusto mix di creatività, innovazione e follia che ci permette oggi di scalare in alcuni dei luoghi più iconici, che saranno protagonisti delle puntate del tour.
Si parla delle pareti di Cala Gonone e di Cala Goloritze, con la sua splendida guglia, dove è possibile scalare a picco sul mare in un ambiente selvaggio; di Masua e Domusnovas, dove di fatto è nata l'arrampicata in Sardegna. Si passa poi nel terzo episodio a Jerzu e ai suoi strapiombi, per terminare questo viaggio a Gorropu, iconico canyon che ospita la via Hotel Supramonte, di recente ripetuta da Federica.
«Alla fine di questo viaggio abbiamo scoperto non solo un pezzetto di storia dell’arrampicata sportiva ma soprattutto la bellezza di questa terra, delle sue distanze da viaggiare che restituiscono un senso di libertà senza eguali. Il nostro augurio è che il passaggio di ogni climber sia in punta di piedi e che quest’isola resti così, selvaggia e autentica com’è sempre stata».
Troverete gli episodi disponibili a questo link: https://www.youtube.com/@PetzlSportVideos
MEHT, il successo della V edizione
Più di 1000 atleti provenienti da tutto il mondo per l'evento sponsorizzato da Ferrino con partenza e arrivo a Macugnaga, al cospetto del maestoso Monte Rosa.
Si è conclusa la V edizione del MEHT, un evento di livello internazionale che si riconferma una delle più amate gare di trail running nel panorama italiano. Un’edizione cominciata sabato 29 Luglio con una bella giornata di sole a illuminare la parete Est del Monte Rosa in tutta la sua maestosità. Le cose si sono complicate in serata per il maltempo, ma tutto è stato gestito nella massima sicurezza grazie alla sinergica collaborazione tra il team di Sport Pro-Motion e il gruppo del Soccorso Alpino di Macugnaga.
Correre sotto la Est del Rosa regala sempre grandi emozioni e conquista chi ha la fortuna di ritrovarsi in questi luoghi meravigliosi per la prima volta. Primi tra tutti per la BRUTAL 103K la coppia di americani provenienti dall’Oregon che ha conquistato i gradini più alti del podio: Zach Viollet ( 14h 53m) e la compagna Kaitlin Allen ( 17h 33m) arrivata al traguardo sotto la pioggia.
“La gara è fantastica, una perfetta combinazione di divertimento,
posti meravigliosi e sana competizione.
Mi piacerebbe ritornare!”
KAITHLIN ALLEN, Oregon, USA
“Un MEHT indimenticabile, una gara difficile con salite e discese
molto ripide e panorami mozzafiato.
Il Monte Rosa è incredibile, tutto è stato perfetto!”
ZACH VIOLET, Oregon, USA
Le classifiche complete sono disponibili sul sito www.endu.net .
CMUR - 173 km con vista Cervino
La Cervino Matterhorn Ultra Race ripercorre gran parte del trekking “Il Tour del Cervino” che ogni escursionista di alto livello sogna di fare almeno una volta nella vita. I panorami sono ineguagliabili e la sensazione di trovarsi sperduti nelle montagne mentre si superano passi e vallate è davvero forte.
Quando al termine di una gara ti viene il dubbio che quella che hai corso sia paragonabile al Tor de Geants, vuol dire che è stato qualcosa di veramente eccezionale, perché in Italia, e forse nel mondo, di gare come quella che parte ed arriva a Courmayeur, ce ne sono poche. Ebbene, la Cervino Matterhorn Ultra Race questo dubbio te lo fa venire eccome, sia per la sua durezza, sia per la sua bellezza.
Sulla carta è poco meno di una cento miglia con 12.000 metri di dislivello, ma le cifre non sono sufficienti a spiegare la preparazione necessaria a tornare a Cervinia dopo aver fatto tutto il giro al “più nobile scoglio d’Europa”, e chi pensasse di potercela fare solo perché è arrivato in fondo ad un UTMB o anche ad un Adamello Ultra Trail, si sbaglia di grosso. Le salite mediamente non sono lunghissime, ma sono quasi tutte molto ripide, e quella con il dislivello maggiore è posta al chilometro 150: 1.650 metri D+ che partono dai 1.600 metri di Zermatt, per arrivare agli oltre 3.300 metri del Rifugio Teodulo, con gli ultimi 400 metri su ghiacciaio. Il terreno è molto vario, ma, tolti un paio di chilometri di forestale della interminabile discesa verso Les Haudères, una decina di chilometri di asfalto, e gli 11 km di discesa su sterrato che portano all’arrivo (da percorrere però con 160 km già nelle gambe), è sempre impegnativo. Impegnativo-divertente in alcuni casi, come nelle due prime salite e discese che portano la gara in Svizzera attraversando il ghiacciaio di Arolla, nel lungo tratto in quota dove si corre, in senso contrario, la mitica “Sierre-Zinal”, o nella lunga ascesa al Teodulo; impegnativo-impegnativo in altri, come nella discesa sul e dopo il ghiacciaio di cui sopra, o nel lungo traverso dopo l’Europahütte; impegnativo-massacrante nei 5 km di pietraia sconnessa poco dopo il centesimo chilometro. E sarebbe riduttivo definire “tecnico” il tracciato, perché quello della CMUR è semplicemente un terreno “di montagna”, nel senso più pieno: niente di estremo, pochi metri con un cordino di sicurezza a fianco, ma montagna in tutte le sue sfaccettature, e moltissimi tratti in cui non è necessario “fare attenzione”, ma avercela connaturata al proprio passo, per l’esperienza maturata negli anni, quell’attenzione.
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Dopo il 50% risicato di finisher della prima edizione, quest’anno la Cervino Matterhorn Ultra Race è riuscita a portare al traguardo tre quarti dei partenti, ma la sensazione è che più che aver funzionato alcuni correttivi (come il raddoppio delle basi vita e l’anticipo della partenza di 4 ore), c’è stata una maggiore consapevolezza al momento dell’iscrizione. È una gara che chiede tantissimo, troppo, se non sei davvero preparato, ma quello che dà in cambio è straordinario. Non è solo questione di bellezza del paesaggio (su cui comunque ci sarebbe da scrivere delle pagine, tanto che un filmato girato in praticamente qualsiasi punto del tracciato, farebbe più gola dei teaser della maggior parte delle gare in circolazione) quanto piuttosto della forza con cui in questo paesaggio la CMUR ti ci conficca.
La partenza a 2.000 metri, con il Cervino davanti al naso fin da prima del via, ti fa già capire con gli occhi cosa ti aspetta, ma poi ci sono due salite durissime che lo spiegano anche alle gambe, e poi un tratto su ghiacciaio che prosegue con chilometri di morene, dove il ghiacciaio non c’è più ma è evidente che c’era,
e tu sei lì sospeso a correre fra il presente e il passato remoto e, dove sei, inizi a capirlo anche con qualcos’altro, che neanche capisci cosa sia. Fra il cinquantesimo e il centesimo chilometro, il terreno diventa meno impegnativo, le rocce e i ghiacciai ti lasciano un po’ di respiro, intorno a te rimane tutto bellissimo, ma più “morbido”.
E tu allora devi spingere un po’ di più, perché sei in gara, perché se non lo fai qui ci metterai una vita ad arrivare in fondo, perché quelle salite e quelle discese e quei laghi e quei boschi semplicemente ti chiedono di farlo. Salvo poi ricordarti che però non sarai mai tu a comandare, in quei 5 km di pietraia dove ad ogni passo devi
chiedere alla montagna il permesso di restare in piedi. Poi arrivi alla valle di Zermatt, ed al posto del tappeto rosso, che ti aspetteresti prima del galà degli ultimi 20 chilometri, ti ritrovi a lottare con altimetria tutta strappi e cambi di terreno, che prima di depositarti nella cittadina ai piedi del Cervino sembra chiederti di dimostrare che tu te lo meriti davvero, quel finale incredibile, prima di concedertelo. Se ci riesci, per te si aprono le porte del paradiso, un luogo dove ogni cellula del tuo corpo sa di aver lottato per 150 chilometri e 10.000 metri di dislivello per essere lì; dove nella tua testa non è rimasto un solo pensiero di forma compiuta e sembra piena sono di quell'aria sottile che i 3.000 metri di quota ti regalano; dove salendo lungo l’ultimo ghiacciaio, scortato dal Cervino su un lato e dal Monte Rosa sull’altro, li senti, semplicemente, tuoi fratelli.
OlmO, io corro per vendetta
l’Epica dell’Acqua celebra con uno spettacolo la leggenda dell’ultra trail Marco Olmo
Un nome o, per meglio dire, una leggenda dell’ultra trail running, in grado di evocare vittorie e imprese al di fuori di ogni schema, ma per cui la corsa ha rappresentato soprattutto un riscatto personale. Un campione che non vuole esserlo Marco Olmo, che smaschera ogni vanità offrendo a tutti, chilometro dopo chilometro, se stesso, la sua storia di profonda tenacia e la propria vulnerabile umanità. Proprio all’ultramaratoneta cuneese l’Epica dell’Acqua, la 100km in 3 tappe del Delta del Po veneto in
programma dal 13 al 15 ottobre, ha voluto dedicare il primo spettacolo di narrazione realizzato in Italia sulle sue gesta in giro per il mondo. Nasce così “OlmO, Io corro per vendetta” di Lady Godiva Teatro, scritto e diretto da Eugenio Sideri e con Enrico Caravita. Al monologo avranno la possibilità di assistere in anteprima nazionale i runner iscritti all’Epica dell’Acqua sabato 14 ottobre presso Villa Ca' Tiepolo sull’Isola di Albarella, serata che precede l’ultima tappa di questa avventura a cui parteciperà lo stesso protagonista, Marco Olmo.
Epica dell’Acqua nasce da un’idea del ravennate Alberto Marchesani, con l’organizzazione dell’ASD Gli Epici, ed è realizzata con il contributo di Confartigianato Imprese Veneto e Confartigianato Polesine, in partnership con Isola di Albarella, con il supporto del Parco Naturale Regionale Veneto del Delta del Po e con i patrocini dell’Assessorato Territorio, Parchi e Sport della Regione Veneto e dei Comuni di Adria, Porto Viro, Porto Tolle, Taglio di Po e Rosolina.
Ancora aperte le iscrizioni su epicadellacqua.it, un’esperienza di condivisione priva di competizione e all’insegna della sostenibilità, tra sport, turismo e musica.
20+3 anni di apertura invernale del passo del Lucomagno
Sabato 5 agosto l'evento commemorativo che racconta il lavoro svolto dall'associazione Pro Lucomagno per garantire l'apertura invernale del passo
Il Passo del Lucomagno collega la diramazione orientale della valle di Blenio con la val Medel. Il valico, realizzato in epoca medievale come collegamento tra la Pianura Padana e la Valle del Reno, è oggi una località di riferimento per la pratica dello scialpinismo. Tutto ciò accade però grazie all'importante lavoro di bonifica e messa in sicurezza che ogni anno l'associazione Pro Lucomango svolge per garantire il passaggio durante l'inverno. Per raccontare l'attività svolta dall'associazione negli ultimi 23 anni, sabato 5 agosto si terrà una giornata dedicata con cerimonia ufficiale, esposizione fotografica e altre attività per conoscere nel dettaglio il lavoro svolto dagli operatori. Trovate tutte le informazioni nel flyer riportato di seguito.
If it's broke, fix it!
Patagonia invita l'industria dell'abbigliamento a concentrarsi sulla riparazione e sul prolungamento della vita dei prodotti
Il noto progetto Worn Wear del brand californiano, basato sulla riparazione dei capi di abbigliamento che hanno ancora una lunga vita davanti a se, sarà implementato da un portale online, dove i clienti potranno richiedere autonomamente una riparazione in qualsiasi momento, senza necessariamente dover aspettare di incontrare la roulotte delle meraviglie ad uno degli eventi organizzati in giro per il mondo. Con questo upgrade e con l'espansione della rete di esperti e di negozi dotati della strumentazione necessaria, Patagonia punta a quadruplicare il numero di riparazioni fino al raggiungimento di quota 100'000 nei prossimi cinque anni.
L'importanza del riparare è evidente, si pensi che mantenere in vita un prodotto per nove mesi in più permette di ridurre dal 20 al 30% l'impronta in termini di emissioni di carbonio, rifiuti e acqua rispetto all'acquisto di un capo nuovo.
Ma l'azienda non si ferma qui: l'anno scorso, con il sostegno dell'Amsterdam Economic Board, ha collaborato con Makers Unite per lanciare United Repair Center, un nuovo fornitore di riparazioni creato per servire diversi marchi di abbigliamento, con l'obiettivo di cooperare attraverso lo sviluppo di un modello rigenerativo. Alcuni grandi brand, come ad esempio Decathlon, hanno già aderito all'iniziativa e nel 2023 è prevista l'apertura di una seconda sede nel Regno Unito, mentre l'aggiunta di altre località europee è in programma per il prossimo anno.
Venticinque anni di DoloMyths Run
La gara del circuito Golden Trail Series, supportata da Salomon, compie un quarto di secolo e festeggia con una giornata dalle condizioni incredibili.
Il sole splende su Canazei e sul tracciato della Dolomyths Run Skyrace, che dal centro abitato risale le piste da sci fino al passo Pordoi, per poi inerpicarsi violentemente fino alla forcella e successivamente in vetta al Piz Boé. Da qui è tutta discesa, una di quelle in cui bisogna dare tutto, perchè è qui che si decidono le sorti della gara. Elhousine El Azzaoui e Judith Wyder hanno dato tutto, conquistando il primo gradino con un netto distacco sugli avversari, in una competizione ricca di adrenalina e paesaggi incredibili. I partecipanti registrati alla terza tappa delle Golden Trail Series sono stati 1100, provenienti da 26 nazioni, attirati dall'irresistibile fascino dolomitico.
Al termine dei 22 km del tracciato di gara, dei quali 10 in salita con il passaggio più elevato ai 3.152 metri del Piz Boè e 12 in discesa, entrambi i vincitori hanno fatto registrare due ottime prestazioni, anche se nessuno dei due è riuscito a migliorare i primati della competizione. Il nordafricano, che vive nel comune ticinese di Bedano, con un conto in sospeso con la DoloMyths Run dopo il secondo posto nel 2021 e il terzo nel 2019, ha costruito il suo primo successo forzando il ritmo in discesa, e chiudendo con il tempo di 2h04’39”, mentre l’elvetica di Berna, già campionessa mondiale di corsa orientamento proprio in Trentino, ha fatto il vuoto già al secondo chilometro in salita, proseguendo la propria cavalcata trionfare fino al traguardo di Canazei, facendo registrare il tempo di 2h24’24”, superiore di 5’38” al suo precedente record del 2019.