Sempre di corsa!
Non solo la Coppa del Mondo a Livigno (o i Tricolori FISKY in Carnia) le gare in Italia nel fine settimana non mancano davvero: ecco qualche segnalazione, per tutte le prove in calendario vi rimandiamo a quello Skialper.
INTERNATIONAL YOUTH CUP 2018 - Giovani in gara a Lanzada: 250 runner a rappresentanza di 15 nazioni, venerdì, sfileranno tra le vie del piccolo borgo malenco per poi sfidarsi il giorno successivo. In palio una medaglia iridata. Come evento di contorno il Trofeo delle Regioni riservato alla categoria cadetti che porterà in Valle altri 350 atleti da tutta Italia. «Dopo lo splendido doppio mondiale 2018 a Premana l'Italia è ancora al centro del mondo della corsa in montagna con la rassegna internazionale giovanile e con le rappresentative regionali – ha dichiarato il presidente regionale Fidal Gianni Mauri -. La mia riconoscenza e ammirazione vanno in primis al sindaco e all'amministrazione comunale e alla Sportiva Lanzada, a Fabiano Nana e a tutti i volontari, sono certo che vivremo due giorni indimenticabili con i nostri giovani. Viva la corsa in montagna, orgoglio del nostro Paese e palestra di vita».
3V RANDO TRAIL - Non una gara la chiamano gli organizzatori, ma un ritorno alle origini del trail, correndo in piena autonomia seguendo i segnavia bianco-azzurri del Sentiero 3V delle Tre Valli. Venerdì alle 22 parte da Gardone scatta la Rando 3V.90K (tappa unica di 93 km) a squadre da 2 o 3 concorrenti, e la Rando 3V.50K.night (da 48 km) sempre per team.
MAGRAID - Undicesima edizione della gara che va in scena da venerdì a domenica nei Magredi: ‘correndo nella steppa’, in un territorio ‘Sito d’Interesse Comunitario’ caratterizzato dalla permeabilità del terreno alluvionale. Tre giorni di gare, per la gara regina, tre tappe da 20, 55 e 25 km, per fare sempre ritorno al campo base allestito in Località Parareit di Cordenons, in provincia di Pordenone, dove si dorme nelle tende.
TUNA COAST TRAIL - Una nuova gara sull’Isola di San Pietro, nel sud della Sardegna, famosa per le sue tonnare. Tre distanze (42, 25, 10 km) con partenza e arrivo sabato dalle 8 a Carloforte in piazza Pegli (dedicata appunto alla città ligure da dove arrivarono i primi abitanti dell’isola, dove ancora adesso si parla ligure…)
STELVIO MARATHON - Seconda edizione sabato con partenza da Prato allo Stelvio e arrivo ai 2758 metri del Passo Stelvio, dopo 42,195 km e 2.500 metri di dislivello.
CLUSONE VERTICAL SPRINT - Terza prova del trittico only-up, organizzato dalla Fly-Up Sport di Mario Poletti: dopo Orobie Vertical e Castione Vertical sabato è il giorno de Clusone Vertical Sprint. Partenza a cronometro ogni 20” dalle ore 15.30, nella piazza dell’Orologio di Clusone per affrontare un tracciati di 1,650 km con 320 metri di dislivello con arrivo al monte Cimiero.
UKTRAKTRAIL - Sabato a Corniglio nell’Appennino parmense prova valida per il Trofeo Bper Banca Agisko Appennini Cup. Tre i tracciati: la ultra da 62 Km e due trail da 30 e 18. Le prime partenze in piazza Castello alle 6.45.
GRAN BUCC RACE - Domenica tappa del VCO Top Race a Trasquera. Due i percorsi, 31 km e 1420 metri di dislivello la gara lunga, 22 e 1230 quella corta. Il via alle 8.45.
TRAIL OASI ZEGNA - Domenica è tempo di Italy Series nel Biellese: a Trivero alle 6.30 scatta la prova sul tracciato di 59 km con un dislivello di 3600 metri di dislivello. In programma anche il Trail Corto Oasi Zegna dal 29 km e il Trail Mini Oasi Zegna da 16.
PRAGELATO RUNNING TOUR - Nel Torinese ben quattro tracciati di gara. Sabato 16 giugno si parte con il Vertical Del Piz: nuovo percorso di 4 km con arrivo sul monte Blegier. A seguire in giornata il Mini Pragelato Running Tour, riservato per i più piccoli fino ai 12 anni. Domenica la gara di 20 km con 1100 metri di dislivello, oltre al Tour Walk da 10 km con 500 metri di dislivello, aperto anche alla Dog Endurance.
Haley e Skjervheim, uomini da record
Negli ultimi giorni sono stati battuti due record che non sono passati inosservati, quello di velocità nella salita al monte Denali, la vetta più alta del Nord America, con i suoi 6.190 metri, e quello del dislivello in salita e discesa con sci e pelli superato in 24 ore. Tanti numeri messi in fila che però significano molto.
DENALI - Lo statunitense Colin Haley lo scorso 5 giugno è salito sul tetto d’America, passando dallo spigolo Cassin, in 8 ore e 7 minuti. Anche Kilian Jornet, nell’ambito di Summits of My Life, ha raggiunto la vetta del Denali, però le due imprese non sono confrontabili in quanto le vie scelte sono diverse. Kilian nel 2014 impiegò 9 ore e 45 minuti e detiene ancora il record di salita e discesa in 11 ore e 48 minuti.
20.939 METRI IN 24 ORE - Si chiama Lars Erik Skjervheim e lo scorso 20 di maggio, su una pista appositamente preparata della stazione sciistica di Myrkdalen, in Norvegia, ha battuto un record fatto registrare solo qualche mese prima da Mike Foote e che resisteva dal 2009. Skjervheim in 24 ore di salita e discesa, con un team di 15 persone ad assisterlo, ha totalizzato 20.939 metri di dislivello con sci e pelli contro i 18.654 di Mike Foote. Il trentasettenne ha sciato su una pista che, tra andata e ritorno, misurava 3,8 chilometri, con 460 metri di dislivello ed è stato anche compagno di Filippo Beccari all’ultima Pierra Menta, chiusa all’ottavo posto.
Sea to summit, dal Mar Caspio al Damavand
«Il cuore batte forte, il respiro è leggero, i muscoli e le ossa mi fanno male. Pur essendo completamente esausto per lo sforzo fisico della salita, sono sopraffatto da questa incredibile sensazione di gioia ed euforia che ogni alpinista conosce, ma è così difficile esprimerla a parole. Ce l'ho fatta! Sono a quota 5.671 metri e dietro di me ci sono 5.970 metri di puro dislivello con 130 chilometri di fatica. Nelle ultime 14 ore e 20 minuti ogni grammo del mio corpo ha dovuto lavorare per questo risultato e certamente è tra le esperienze fisiche più faticose della mia carriera di alpinista fast & light. Ma ora sono in cima al Damavand. Soddisfatto e distrutto». Sono le parole di Benedikt Böhm, scialpinista e manager Dynafit a raccontare l’emozione di essere arrivato in vetta alla montagna iraniana partendo in bici dalle spiagge del Mar Caspio. Un’impresa che Skialper documenta in esclusiva per l’Italia sul numero 118 di giugno-luglio, dedicato alle traversate.
IN VETTA - Il giorno giusto è arrivato domenica 9 aprile 2018, a mezzanotte. All’una e tre minuti Benedikt e Alex iniziano a pedalare nella notte senza nuvole. Dopo 120 chilometri in bici inizia la parte a piedi (o di corsa…). Una volta a 4.500 metri però lo sforzo diventa più difficile: l'aria è molto leggera e Benedikt ha la sensazione di non andare avanti. La salita diventa interminabile e le forze vengono meno. Dopo quasi altre tre ore, finalmente vede il punto più alto del Damavand. Ci vorrà ancora un’ora, ma dopo 14 ore e 20 minuti, esattamente alle 3 e 23 del pomeriggio, arriva in vetta. 120 km, 3.300 metri D+ in bici, 4,7 km, 1.160 metri D+ in versione trail e 3.3 km, 1.470 metri D+ con gli sci: questi i numeri della salita al Damavand.
Sabato è tempo di World Series in Italia con la Livigno SkyMarathon
Sabato mattina alle 8.30 andrà in scena la Livigno SkyMarathon, gara valida come tappa di Migu Run Skyrunner World Series.Il Piccolo Tibet, per il terzo anno consecutivo, si appresta dunque a ospitare un evento di livello internazionale che, oltre al classico tracciato di 34 km con 3000 metri di dislivello positivo, affianca una nuovissima 17 km. Sono già oltre quota 450 gli iscritti alle due prove, suddivisi in 300 del percorso marathon e circa 150 della K17. Fra i partecipanti sono attesi atleti di altissima caratura mondiale che si stanno disputando le World Series 2018. A livello maschile non ci satrà dominatore delle prime due edizioni, Tadei Pivk; spazio quindi allo svizzero Pascal Egli, che su queste creste fu terzo due anni fa. Con il pettorale 2 ci sarà il catalano Pere Aurell, recente vincitore della Transvulcania. Numero 3 per il giapponese Rui Ueda, il 4 andrà allo svedese Andrè Jonsson, secondo due settimane fa alla Madeira Ultra Skymarathon. Poi con il 5 l’altro catalano Pau Capell, quindi con il 6 il bulgaro Kyril Nikolov, lo statunitense Morgan Elliot con il 7, il vincitore della Yading Skyrun l’andorrano Oscar Casal Mir, quindi l’italiano più in forma del momento Gil Pintarelli col 9, e con il 10 lo neozelandese Ryan Carr.
Al femminile, attesissima l’olandese Ragna Debats, vincitrice un mese fa del Mondiale a Penyagolosa, se la dovrà vedere con la seconda classificata a Zegama, la spagnola Laura Orgué, poi la vincitrice della Yading Skyrun in Cina, la britannica Holly Page, e l’altra spagnola Sheila Aviles, quinta a Zegama. Tra le italiane ci sarà l’attesissimo ritorno di Elisa Desco, fresca mamma di Cecilia, che due anni fa seppe conquistare questa durissima gara in una giornata davvero epica sotto il profilo meteorologico.
PROGRAMMA - Già il meteo, perché quando si corre sulle creste a 3000 metri non si può prescindere da un clima che consenta ai concorrenti di evitare dei rischi. Il ‘piano B’ prevede due percorsi alternativi molto più sicuri e a quote inferiori, anche se la decisione finale verrà valutata solamente nelle ultime ore. Il percorso originale della SkyMarathon prevede la partenza degli skyrunner dal centro di Livigno in zona Cooperativa, per poi dirigersi verso il lago e iniziare a sua volta una serie di salite e traversate a fil di cresta che copriranno il Motto, la Cima Tropione, la Cima Cassana, il passo Cassana, il passo del Leverone e poi giù in Val Federia, per poi tornare a salire al Carosello 3000, cima del Madonòn e giù dai sentieri che portano di nuovo nel centro di Livigno. Il Cai di Livigno proporrà un’escursione su queste cime per la giornata di sabato, a cui è possibile aggregarsi per salire in quota in una delle più selvagge valli del territorio livignese e fare il tifo a questi eroi. Al termine della manifestazione, dal primo pomeriggio è previsto il concerto rock-pop del gruppo dei Dinamika e la cover band di Vasco Rossi dei Mega Show. In serata ci saranno le premiazioni e la festa finale al Bivio Club.
Tre Cime di leggerezza
170 grammi a bastone, vale a dire 340. È questo il peso piuma di Masters Tre Cime Carbon, un classico dell’azienda veneta pensato per il trail, ma che non starebbe male neppure nello zainetto di un tradizionale trekker. Chi ha detto infatti che leggerezza e minimo ingombro, fondamentali per trail runner e corridori del cielo, non possano essere un plus anche per chi va tra i monti a camminare? Realizzato in cinque sezioni in fibra di carbonio 100 per cento con finitura HM e diametro 16, 14 e 12 millimetri, questo modello a sonda punta tanto sulla leggerezza, ma non solo.
Praticità e robustezza sono le altre doti che si notano subito. Regolabile da 110 a 135 centimetri grazie alla chiusura push/pull, chiuso misura solo 35 centimetri. «Per questo è pratico da riporre nei gilet-vest da trail, ma anche nello zaino da trekking» dice Yulia Baykova che, oltre a essere una delle ultra-trailer che usa di più i bastoni in gara, è anche istruttrice di nordic walking, attività per la quale l’utilizzo dei bastoncini è fondamentale.
La manopola è più lunga della media ed è facile da manovrare anche quando ripiegato. Nell’utilizzo su sentiero o nel prato è stabile e supporta bene. Tra le altre caratteristiche anche l’interno del passamano in materiale assorbente e il puntale lungo in tungsteno, che lo rende affidabile anche su neve.
La regolazione esterna con sistema Clamper è pratica e facilmente utilizzabile anche con i guanti. Tre Cime Carbon è solo uno dei modelli top di gamma di Masters, tra i quali il gemello Tre Cime Fix, che è a sonda ma a lunghezza fissa di 110, 120 e 130 centimetri. «Questo secondo modello permette di ridurre di una decina di grammi il peso e di togliere il sistema di chiusura Clamper nella parte alta, rendendo ideale il modello Fix per chi non vuole avere qualche grammo in più di peso nella parte alta del bastone: a ognuno la sua scelta» conclude Yulia. Tre Cime Carbon costa 140 euro, mentre Tre Cime Fix 130 euro.
Chamonix Wild, la traversata di Jacquemoud e Bruchez
È il tema principale del numero di Skialper in edicola: le traversate. Ed ecco che ogni giorno arriva la notizia di una nuova idea che rientra nella categoria. L’ultima la segnala Mathéo Jacquemoud che in questi giorni ha chiuso il progetto ‘Chamonix Wild’ in compagnia di Vivian Bruchez: dal Mond Dolent all’Aiguille de Boinassay, sul massiccio del Monte Bianco, alla ricerca di angoli selvaggi e unendo sci ripido e alpinismo.
«L’avventura forse è la capacità dell’essere umano di trasformare i sogni in realtà» scrive Jacquemoud in un post sul suo account Instagram a commento di Chamonix Wild. I due hanno raggiunto il Mont Dolent dall'Arête Gallet e sciato il versante Ovest, Il Triolet dal versante Est e sciato il versante Ovest, il versante sud del Petit Triolet, sciato la Pointe Isabelle. A seguire: versante Est dell'Aiguille de Rochefort e sua traversata, versante Sud del Dente del Gigante, Kufner al Mont Maudit con uscita sul Monte Bianco, che è stata sciato sul versante Ovest e infine la discesa della Nord di Bionassay. Cinque giorni intensi, con notti al Bivacco Fiorio, Périades, al Rifugio Torino e al Goûter.
Tra i commenti anche quello di Kilian: «Enorme les gars!!!».
Domenica è tempo di International SkyRace Carnia
Domenica a Paluzza, nel cuore della Carnia, si correrà l’undicesima edizione dell’International SkyRace Carnia, prova valida per l’assegnazione dei titoli italiani sky delle categorie Master.
Quest’anno, per la prima volta gli organizzatori dell’U.S. Aldo Moro, presenteranno la novità della Staffetta Skyrace Carnia (due frazioni 15 + 9,5 km) per le categorie maschile, femminile e anche squadre miste sia di sesso che di società. Il percorso, segnalato e messo in sicurezza già da alcuni giorni misura complessivamente 24.500 metri con un dislivello positivo di 2004 metri.
Anche il sindaco di Paluzza, Massimo Mentil, sarà in in gara: «Per l’International SkyRace Carnia ho un debole - ha detto il primo cittadino - dopo aver corso una delle prime edizioni, spero di essere al via anche domenica prossima. Dopo alcuni anni di lavoro alla guida del Comune posso affermare che questa, come altre manifestazioni che si svolgono nelle nostre montagne, sposa perfettamente i valori legati ai nostri territori e alla nostra cultura. Gli organizzatori e gli stessi concorrenti sono animati da una sportività di assoluto rilievo, inoltre grazie alla corsa, sport, territorio e storia sono legati da un unico filo. Lungo il tracciato si possono vedere delle bellezze paesaggistiche importanti come l’anfiteatro del monte Coglians, e il monte Floriz, ma si toccheranno anche dei luoghi legati alla storia del nostro paese come le trincee di Pal Piccolo e di Pal Grande tristemente famose per gli avvenimenti della Grande Guerra».
PERCORSO - Si parte dalla pista di fondo Laghetti situata otto chilometri a Nord di Paluzza. Da qui gli atleti si ‘arrampicheranno’ per raggiungere inizialmente il Rifugio Marinelli passando per il Monte Floriz. Il percorso scenderà poi verso Passo Monte Croce Carnico (zona cambio della staffetta) e risalirà per la seconda ascesa, verso il Monte Pal Piccolo e Pal Grande. I concorrenti in questa fase attraverseranno il museo a cielo aperto della Grande Guerra. I partecipanti correranno a confine con il cielo tra le trincee, passeranno in luoghi carichi di fascino e straordinaria storia. Dopo questo salto nella storia il percorso inizierà a scendere per ritornare alla Pista Laghetti.
New Balance Summit Unknown, verso nuovi confini
Parafrasando il nome, si potrebbe dire che è una scarpa che porta verso i confini sconosciuti della corsa in natura. Summit Unknown, la novità tra le novità New Balance nell’anno del lancio di Hierro v3 e Summit KOM, è una scarpa ricca di sorprese. Pensata per confrontarsi con modelli molto prestazionali come la Salomon S/Lab Sense, è figlia della fortunata Vazee Summit, arrivata alla seconda versione chiamata Summit Trail.
«Come la Vazee Summit, molto apprezzata per gare e runner cattivi, per sgasate veloci e relativamente corte, anche su terreni abbastanza tecnici, è una scarpa leggera e rapida, che darà soddisfazione a chi cerca la prestazione nei vertical, nelle skyrace e nei trail corti» dice Christian Modena, che ha utilizzato molto in gara la Vazee. Però… però Summit Unknown rappresenta un ulteriore step dell’evoluzione di questo fortunato modello.
La principale differenza è nell’intersuola, in schiuma REVLite, materiale che accentua la sensazione di cushioning, sicuramente migliore rispetto alle precedenti Vazee
(e naturalmente alla maggior parte delle concorrenti, che hanno nella secchezza la loro principale dote). «Summit Unknown è davvero reattiva e leggera, una bella scarpa, ma amplia leggermente il range di utilizzo del prodotto a qualche runner in più proprio grazie al migliore cushioning che la rende molto equilibrata» aggiunge Modena. Ecco, i confini sconosciuti della corsa in natura che si ampliano. Naturalmente più il runner è di livello, più potrà allungare le distanze, se si pensa che Modena ha utilizzato l’antenata di Unknown anche su distanze superiori alla maratona. Non c’è dubbio però che le distanze d’elezione del nuovo modello sono quelle delle skyrace o dei trail corti e che il livello di runner di riferimento vada dal top a quello di medio-alta classifica con una dinamica di corsa evoluta.
La suola ha chiodi da 4 millimetri ed è in una mescola abbastanza morbida e all terrain, che si comporta bene un po’ su tutte le superfici sulle quali abbiamo provato Summit Unknown. L’abbiamo portata al limite sull’anello di test della nostra Outdoor Guide, sopra Finalborgo, proprio dopo qualche giorno di pioggia, schizzandola di fango ma anche cercando di farla slittare sui liscissimi ciottoli delle antiche salite, ma non ha mai mostrato esitazioni. La forma dei chiodi non è diversa da Vazee, però cambia la disposizione in funzione della trazione e dell’equilibrio. A proteggere da sassi appuntiti un rock plate non troppo invasivo, che garantisce la giusta sensibilità. Novità, forse le più evidenti all’occhio, anche nella tomaia, ora in un materiale più leggero e flessibile, e nella protezione in punta, che prevede un bumper più resistente. La linguetta avvolge bene il collo del piede e garantisce una discreta protezione dall’entrata di sassolini o terra. «Nonostante un drop non da minimalista, di 10 millimetri, si ha la sensazione di correre bassi sul terreno, una impostazione che è garanzia di sensibilità e controllo» aggiunge Modena. S/Lab Sense e Spin…vengo a prendervi!
New Balance Summit Unknown
Peso: 244,5 gr (209,3 versione femminile)
Drop: 10 mm
Suola: mescola Hydroesion con chiodi da 4 mm
Intersuola: REVlite
Prezzo: 146,4 euro
www.newbalance.it
Ski Trans Alt Tirol
«Ho realizzato che la linea ideale correva giusto lungo il confine di quello che fino al secolo scorso era il Tirolo Asburgico, ovvero la regione più meridionale dell’immenso impero Austro-Ungarico. I primi ordinamenti che sanciscono l’estensione del territorio tirolese dal Lago di Garda fino alla zona montuosa del Kaisergebirge risalgono agli inizi del 1500: da quel tempo lontano, i confini del Tirolo storico rimasero pressoché invariati fino al termine della prima guerra mondiale, quando le province di Trento e Bolzano vennero annesse al Regno d’Italia». Ecco l’idea per una grande traversata all’insegna dello skialp di scoperta al centro di un grande reportage con le foto di Matteo Pavana che Skialper pubblica in esclusiva sul numero 118 di giugno-luglio.
I NUMERI - «Non volevo dare alcuna connotazione politica dell’iniziativa, ma questo collegamento dettato al contempo dalla geomorfologia e dalla storia mi è sembrato avere quasi un valore di messaggio universale, ovvero quello delle montagne come spazio d’unione, piuttosto che elemento di separazione come spesso si vorrebbe far credere» scrive Alessandro Beber. Le tappe in programma erano sette, per un totale di 21 giornate sugli sci su uno sviluppo di poco inferiore ai 400 chilometri. Lunghezza media delle tappe superiore ai 20 chilometri e dislivello tipo di 1.300 metri. Partenza in grande stile e dai connotati simbolici: direttamente con gli sci in spalla dal centro storico di Riva del Garda, un tempo estremo avamposto sud-occidentale della Mitteleuropa, e poi barca a vela per navigare sul ‘fiordo’ del Garda fino a Malcesine, dove la funivia del Monte Baldo ha portato Alessandro & co in quota, permettendo di calzare gli sci in direzione Monte Altissimo di Nago.
ITINERARIO - Sulla strada il Monte Bondone, il selvaggio Lagorai, le Dolomiti, con anche la Val Mezdì, le Vedrette di Ries, Picco dei Tre Signori, Großer Geiger e GroßVenediger, prima di scendere fino a Matrei e quindi a Lienz. «Col senno di poi, direi che meglio di così non poteva andare: al di là delle 14 giornate di bel tempo sulle 21 totali e delle ottime condizioni d’innevamento, la traversata è stata letteralmente al di sopra delle aspettative, e questo soprattutto grazie al fattore umano, ovvero la passione che tutti i partecipanti hanno messo in questa piccola grande sfida» conclude Beber.
Il nuovo consiglio del Comitato abruzzese
A L’Aquila assemblea elettiva del Comitato regionale abruzzese FISI. Presenti quasi la totalità degli sci club della regione: è stato confermato presidente per il prossimo quadriennio Angelo Ciminelli con 2.376 voti pari al 99.58%. Oltre al presidente sono stati eletti sette consiglieri laici, Andrea Mammarella (1685 voti), Arturo Como (1639), Emidio Sciullo (1471), Elvio Donati (1403), Nicolò Fisco (1376), Ezio Forlani (1230), Massimo Ferella (932), un consigliere tecnico, Carlo Bianchini (138) e due consiglieri atleti, Adolfo Lolli (224) e Elisabetta Cimnini (178). Infine un revisore dei conti, Venturino Di Corpo (2049).
Chi sono stati i più veloci nel fine settimana?
Consueta carrellata su alcune gare andate in scena nel fine settimana in Italia: come sempre vi rimandiamo al nostro calendario per consultare tutte le classifiche.
DOLOMITES SASLONG HALF MARATHON - Scenari ‘da urlo’, sottolineati da una splendida giornata di sole, sabato a Santa Cristina Val Gardena che ha incoronato vincitori i due altoatesini Alex Oberbacher e Petra Pircher. Un giro attorno al Sassolungo di 21 km e 900 metri di dislivello tra la Val Gardena e la Val di Fassa, con 400 runners a registrare il sold-out già una settimana prima. Gli organizzatori dell’ASV Gherdeina Runners per proporre un evento al top avevano infatti fissato il numero massimo a 400 atleti.
Alex Oberbacher è fuggito fin dai primi chilometri dopo il via da Monte Pana, lasciandosi dietro Daniele Felicetti e Georg Piazza, che nella discesa finale ha avuto ragione di Gianmarco Bazzoni, terzo per gran parte della gara ma finito poi 7°.
Tra le donne monologo di Petra Pircher, anche lei sgusciata via dalla morsa delle rivali dal primo chilometro. Nulla hanno potuto Sandra Stuefer ed Edeltraud Thaler, finite alle sue spalle.
LEDRO SKYRACE - Tappa trentino per La Sportiva Mountain Running Cup. Sul Senter dele Greste vittoria di Gil Pintarelli che taglia il traguardo di Mezzolago, 19 chilometri e 1610 metri di dislivello con il crono 1h53’03”; piazza d’onore per Martin Stofner (1h53’49”), terzo Andrea Debiasi (1h55’14”), quarto Andreas Reiterer, quinto Marco Leoni. Annelise Felderer ai aggiudica la gara rosa in 2h18’56”, precedendo Viktoria Piejak (2h25’34”) e Daniela Rota 2h28’03”); ai piedi del podio Elena Nicolini e Giulia Orlandi.
DOLOMITI EXTREME TRAIL - Sventola la bandiera svedese sulla sesta edizione della Dolomiti Extreme Trail. Nella gara della Val di Zoldo a imporsi è stato infatti Petter Restorp, primo nella 103 K: 103 chilometri di sviluppo per 7 mila metri di dislivello positivo e altrettanti di dislivello negativo. Vigile del fuoco, classe 1977, svedese ma residente nella francese Chamonix, Restorp ha davvero impressionato: non solo per la vittoria ma per come la ha conquistata. In testa fin dai primi chilometri, dopo tre ore di gara ha sbagliato sentiero per poi ritornare su quello giusto. Scivolato dalla prima alla settima posizione, e persi oltre venti minuti non si è perso d'animo e chilometro dopo chilometro ha recuperato posizioni e minuti. Sul Monte Rite, ultima grande ascesa di giornata, Restorp ha messo nel mirino i due avversari che lo precedevano, il tedesco Matthias Dippacher e l'altoatesino Jimmy Pellegrini, per poi superarli nella successiva discesa. Negli ultimissimi chilometri, la situazione è rimasta incerta per poi sbloccarsi solo nel finale: sulla linea del traguardo di Forno (nuovo arrivo dopo che le prime cinque edizioni si concludevano a Pieve) a vincere è stato Restorp in 13h02'11”, con 3'37” di vantaggio su Dippacher e 6'10” su Pellegrini.
La prova femminile della 103 K ha visto il successo di Daniela Montelli: l'atleta emiliana ha portato a termine la propria fatica in 18h54’28, precedendo la polacca Magdalena Bien (20h54'22”) e un'altra italiana, Ileana Nogaro (20h59'59”).
SKYRACE ALTA VALTELLINA - Sigillo di Marco De Gasperi sui 21 km della Val Viola: 1h34’17” il suo tempo, davanti all’argentino Diego Simon (al traguardo in 1h40’38), con terzo Andrea Prandi (in 1h40’48). Sul podio rosa prima Ivana Iozzia in 1h53’26”, seconda Debora Benedetti (2h08’03”), terza Serena Gianola (2h10’39”).
MOLVENO LAKE RUNNING - Conferme e novità per la terza edizione che quest’anno ha fatto segnare il numero record di 600 iscritti. Sul percorso Long di 20,2 chilometri e 300 metri di dislivello, con partenza dal centro di Molveno e arrivo nel centro sportivo, hanno vinto i grandi favoriti della vigilia, i campioni in carica Emanuele Franceschini (Us Quercia) e Simonetta Menestrina (Atletica Trento), che hanno iscritto il proprio nome nell’albo d’oro della competizione rispettivamente per la seconda e la terza volta, mentre la Short di 11 chilometri è stata all’insegna dei volti nuovi, grazie ai successi di Giovanni Deromedi (Atletica Valli di Non e Sole) e Isabel Mattuzzi (Us Quercia).
Sion 2026, vince il no per i Giochi Olimpici
Sion e il Vallese dicono no ai Giochi Olimpici del 2026. Domenica era il giorno del referendum: il 54% ha bocciato la candidatura olimpica (e soprattutto il credito di 100 milioni di franchi…). A Sion città il no ha raggiunto il 60,1%, a Martigny il 61,2%. Dunque niente Giochi in Svizzera (che mancano dal 1948): il CIO ha già ratificato l’esito del referendum, annunciando con un comunicato che le procedure andranno avanti con le altre sei Nazioni, Italia, Austria, Canada, Giappone, Svezia e Turchia.