Orobie Skyraid 2009

Gara rimaneggiata per le condizioni meteo

Alle sei di mattina temporale e grandine hanno consigliato gli organizzatori a rinunciare al percorso originale: niente Val Canale ma tutti trasferiti alla Presolana. Un percorso piuttosto tecnico, da ripetere tre volte, con prima parte in salita da correre, poi camminare quindi discesa su ghiaioni e ultima parte da correre. I 46 terzetti che hanno dato vita alla spettacolare gara hanno raccolto gli applausi del numeroso pubblico che in questo modo ha potuto incitare da vicino i propri beniamini.
Prima salita a Fabio Santus che ha preceduto il forte Dennis Brunod. «Ha sempre corso anche nei tratti più impegnativi - ci ha confidato Dennis - veramente fortissimo...»
Nella seconda frazione è stata la volta del messicano Mejia a fare il miglior tempo con Bonaldi a una quarantina di secondi.
Nella terza il terzo uomo del team di Bruno, Bettineschi, è stato afflitto da crampi ed è così arrivato ottavo al traguardo.
Vittoria per Miori, Mejia e Tacchini davanti ai bergamaschi Bonfanti, Gotti, Semperboni.
In campo femminile successo per il terzetto composto da Tiraboschi, Moré e Buzzoni.


Domenica grande attesa per l'Orobie SkyRaid

Domenica appuntamento con l'Orobie SkyRaid prova di campionato Italiano Skyrunning team. Tre le tappe in programma. La prima una skyMarathon, da Valcanale al rifugio Coca di 42 km, poi una skyrace, dal rifugio Coca al rifugio Albani di 30 km, infine una skyclimbing, dal Rifugio Coca sino al Passo della Porta con discesa finale sul traguardo della Presolana di 12km: totale di 85km per 5000 metri di dislivello. Il programma prevede il ritrovo dei primi frazioni a Valcanale con partenza alla 6, dalle 10.30 i primi passaggi previsto al Rifugio Coca, dalle 13 il primo passaggio previsto al Rifugio Albani, dalle 14.30 l'arrivo primi atleti al Passo della Presolana, alle 17 le premiazioni.


Origone si ferma sulla Grande Becca

Dolori alle ginocchia hanno impedito di completare il percorso originario

Il programma originale di Origone prevedeva la scalata del Monte Bianco e del Cervino, per poi concludere la lunga cavalcata sulla cima Dufour, la vetta più alta del gruppo del Monte Rosa in 24 ore. Per due terzi le cose sono andate come pianificato a tavolino. O quasi. Nel tratto in bicicletta, prima, e nell’approccio al Matterhorn, le ginocchia hanno iniziato a dare problemi a Simone Origone, che ha interrotto l’impresa ai 4478 metri della Grande Becca. Resta l’exploit per un’impresa mai tentata e, ovvio, mai realizzata da nessun altro, così come rimane un poco di amarezza nella guida alpina e maestro di sci di Champoluc nel non avere portato a termine la lunga cavalcata. “Quando ho capito che il dolore alle ginocchia non mi avrebbe permesso di andare oltre alla vetta del Cervino – ha raccontato Simone Origone al suo rientro a Cervinia – ho pianto. Pianto per non poter proseguire, pianto per l’allenamento e il tempo che ho dedicato all’impresa, per tutto il lavoro di quelli che mi hanno aiuto in questi mesi e oggi. Ma quando Adriano Favre mi ha comunicato che una volta raggiunta la vetta del Cervino la mia giornata si concludeva lì, ho anche capito che aveva perfettamente ragione: mi ero ripreso, stavo bene, ma l’avvicinamento alla Dufour era un’incognita e non ho proprio idea come avrebbero reagito le ginocchia alle sollecitazioni della discesa.”

Ma Simone Origone ha compiuto comunque un’impresa: “Peccato per i problemi accusati da Simone – ha sottolineato Adriano Favre, responsabile tecnico della Fondazione Mezzalama – e che non sia riuscito a concludere il progetto, ma quello che ha fatto oggi è un assoluto exploit. In 17 ore scalare il Monte Bianco, affrontare un tratto di discesa con gli sci, compiere il trasferimento in bicicletta e salire sulla cima del Cervino, non è una cosa da tutti i giorni, e soprattutto per pochi atleti. Mi preme sottolineare la discesa con gli sci, dal Dôme de Goûter al rifugio Gonnella, effettuata in piena notte, su pendenze del 55% e con il solo ausilio della lampada frontale. Un aspetto che dimostra la grandissima abilità di Simone sugli sci e la perfetta conoscenza della montagna tipica delle Guide: un uomo di montagna a 360°, oltre che un’atleta eccezionale.”

A mezzanotte in punto, dai 993 m di Les Houches – Chamonix, è scattata la rincorsa all’impresa di Simone Origone. Con un ritmo da fantascienza ha raggiunto i 4810 m del Monte Bianco alle 4.36 del mattino; raggiunto il Dôme de Goûter, l’inizio della discesa con gli sci per raggiungere il rifugio Gonnella, una discesa dove, per ammissione dello stesso Origone: “Ho preso qualche rischio, ma su quelle rocce che l’hanno strappato alla vita ho potuto salutare il mio amico Paolo Obert.”

Alle 6, Adriano Favre apre il contatto radio per fornirgli l’assistenza logistica nella discesa con gli sci, ma Simone rispondeva che lo stava aspettando al Gonnella, dove si stava rifocillando e cambiando scarpe e vestiti. Alle 7.30, in netto vantaggio sull’originaria tabella di marcia, Origone inforcava la bici e si lanciava, anche in questo caso a ritmo elevato, nel trasferimento che, dopo 100 km di strada, l’avrebbe portato ai piedi del Cervino. Nella salita da Châtillon ai 2050 metri del Breuil, Origone è stato affiancato da Alain Seletto, metronomo del pedale, che l’ha accompagnato lungo i tornanti della strada
della Valle del Marmore. Da poco passate le 11, l’arrivo a Cervinia e il pit stop all’albergo dell’amico Egidio Sertorelli; cambio di vestiario e di scarpe e poi via, nuovamente in bicicletta fino al campo da calcio per attaccare la normale del Matterhorn, sempre in compagnia di Alain Seletto, fino ai piedi dalla capanna Carrel. Nel frattempo, il dolore al ginocchio si acuiva e un rifornimento probabilmente errato causava anche dolori allo stomaco. Alle 14.35, lo obbligava a riposare per un quarto d’ora. Lo stesso Lucio Trucco lo costringeva a riprendere l’ascesa al Cervino e, dopo un decina di minuti di grande difficoltà, i due iniziavano a progredire a ritmi altissimi verso i 4478 m della Grande Becca, cima toccata alle 17 in punto. I suggerimenti di Adriano Favre prevalevano sulla voglia di Simone Origone, ora in condizioni eccellenti, di proseguire l’avventura e l’elicottero con lo stesso responsabile tecnico della Fondazione Mezzalama a bordo andava a recuperare le due guide alpine sulla punta del Cervino. All’arrivo al golf di Cervinia dell’elicottero, un gran numero di persone che, dopo tante ore con le pupille nei cannocchiali e nei binocoli a osservare la parete della Grande Becca, si radunavano per applaudire i protagonisti della giornata.
Voglio ringraziare tante persone – ha detto Simone Origone appena sceso
dall’elicottero e abbracciato alla guida alpina che avrebbe dovuto accompagnarlo nell’ascesa alla Dufour, Joris Turini dalla tantissima gente che lungo i tornanti da Châtillon a Cervinia mi ha incitato e dato forza per continuare; ad Adriano Favre, Alain Seletto, Lucio Trucco, Joris Turini, il gruppo di finanzieri che mi ha atteso sul Cervino e a tutti quelli che mi hanno aiutato in questi mesi di allenamento e nel tentativo di oggi. Mi spiace non aver concluso il progetto nel quale, io a Adriano, abbiamo creduto fino in fondo; ma sono anche molto felice per il calore e gli incitamenti di tutti quelli incontrati in
questi chilometri da me percorso, da Chamonix a Cervinia. Grazie a tutti.


Simone Origone tenta l'impresa

Il campione dello sci velocità vuole il record sulle vette valdostane

Simone Origone e Adriano Favre hanno appena concluso la ricognizione sulle vette più alte delle Alpi; il responso che giunge dopo averle sorvolate è “affermativo!” A mezzanotte, da Les Houches, alle porte di Chamonix, Simone Origone darà il via alla lunga maratone sulle Alpi valdostane: da Ovest a Est, passando dalla vetta del Bianco, transitando dal Cervino per concludere la fatica sulla cima Dufour. La partenza è fissata per mezzanotte, ideale spartiacque tra martedì 28 e mercoledì 29 luglio. Il sopraluogo del tracciato ha avuto come esito anche un’ideale tabella di marcia. Partenza, dunque, a mezzanotte da Les Houches – Chamonix, a quota 993 metri, e salita sul percorso che passa sotto la funivia e poi sui binari del trenino che porta al Nid d’Aigle. Simone proseguirà fino al rifugio Gouter dove, dopo un rapido rifornimento e indossati scarponi e ramponi, attaccherà la cima del Monte Bianco (4810 metri) sulla “normale”. Dalla vetta del Bianco, dove presumibilmente la guida alpina e maestro di sci di Champoluc giungerà intorno alle 5 del mattino, inizia a discesa sul versante italiano; dal Dôme du Gouter al rifugio Gonnella con gli sci – depositati già sul luogo durante la ricognizione di oggi -, per proseguire a piedi sul ghiacciaio del Miage e raggiungere Combal. Da Combal, Simone Origone inforcherà la bici, attraverserà la Valle d’Aosta, per giungere – dopo 100 km trascorsi a pedalare in agilità - intorno a mezzogiorno a Breuil-Cervinia. Dal Breuil, in compagnia della guida alpina e amico Lucio Trucco, partirà alla conquista della vetta del Cervino, attraverso la via normale, dalla Cresta Leone passando dal rifugio Oriondé, dove ci sarà un nuovo cambio di calzature, dalle scarpe da ginnastica agli scarponi e ramponi. Poi, la capanna Carrel e la vetta della Grande Becca (4478 metri), dove conta di giungere tra le 17 e le 18. La discesa, accompagnato da un’altra guida alpina, Joris Turini, sul versante svizzero, transitando dalla stazione intermedia della funivia del Piccolo Cervino, per proseguire con l’attraversata del ghiacciaio del Grenz, da dove raggiungerà la vetta più alta del gruppo del Monte Rosa, la cima Dufour (4635 metri, la seconda più alta delle Alpi), e arrivo previsto intorno alla mezzanotte. La lunga cavalcata si conclude sulla cima Dufour, da dove Origone raggiungerà la capanna Regina Margherita per un merito riposo, dopo un tracciato di 160 km e oltre 11mila metri di dislivello.


Il Giir di Mont, tappa del circuito mondiale

Primi il catalano Kilian Jornet Burgada e l’andorrana Stephanie Jimenez

Il giro d’onore sulle spalle di un campione olimpico come Antonio Rossi non capita davvero tutti i giorni. È successo invece ai due vincitori del 17° Giir di Mont, prova di Campionato del Mondo di skyrunning, il catalano Kilian Jornet Burgada e l’andorrana Stephanie Jimenez.
Per i due vincitori è stata un’autentica passerella tra il foltissimo pubblico ammassato all’arrivo, proprio davanti alla chiesa di Premana,  portati a spalle dal campione di canoa, ora assessore allo sport della Provincia di Lecco.
Come succede da 17 anni la gara, che è una delle più dure ed affascinanti al mondo, è stata una faticosa cavalcata attraverso i 12 alpeggi di Premana, una sgroppata lunga 32 km, ma soprattutto col massacrante dislivello di 2.400 metri. Tre grandi e interminabili salite da mettere a dura prova i polmoni, altrettante ripidissime discese spacca muscoli, con migliaia di persone salite in montagna per salutare, incoraggiare e celebrare i campioni dello skyrunning.
Quella di oggi è stata una corsa estremamente veloce, e lo testimonia il nuovo primato di Kilian Jornet Burgada con 3h05’08”, capace di abbassare di 5’ il proprio record (3h10’18”) stabilito un anno fa sul medesimo tracciato.
Pronostici rispettati, insomma, e fin dal via i due favoriti più titolati hanno cercato l’allungo. Un’autentica staffetta tra Kilian Jornet Burgada e Ricardo Mejia, in pratica gli ultimi due vincitori in ordine temporale del Giir di Mont. Alle loro calcagna si è incollato subito il catalano Jessed Hernandez Gispert ma dopo la discesa dell’Alpe di Forni nell’affrontare la salita verso la Bocchetta Larec - la cima Coppi della gara a 2063 metri - è stato staccato.
Quest’ultimo è stato poi acciuffato da Agusti Roc Amador e insieme hanno cercato di ricucire, senza successo, lo strappo. Troppo veloci Jornet Burgada e Mejia che a metà gara avevano già inferto un distacco di 5’. Il loro ritmo indiavolato ha in pratica annullato ogni tentativo di recupero degli avversari, e la gara si è conclusa con il successo di Kilian Jornet Burgada. Un tempo stratosferico che ha limato di 5’10” quello precedente. Ricardo Mejia, il leader del Campionato del Mondo, ha dovuto inchinarsi alla superiorità del più giovane rivale catalano, giungendo nella centralissima via Roma staccato di 1’33”. Distacco abissale per il terzo, l’altro catalano Jessed Hernandez Gispert che pur salendo soddisfatto sul podio, accusa 10’42” dal primo.
Gli italiani sono partiti con la convinzione di fare bene, soprattutto Fulvio Dapit e Paolo Larger, rispettivamente secondo e terzo in campionato, ma la gara improntata dai due protagonisti è stata subito aggressiva ed i due azzurri sono stati costretti ad inseguire. Il friulano è stato il più incisivo dei due, ha sfruttato le sue grandi capacità di veloce discesista ed è riuscito a recuperare terreno sui primi dopo una partenza non eccelsa, ma nell’ultima discesa che piombava su Premana ha avuto qualche problema con i crampi e per lui è sfumata anche la possibilità che stava inseguendo di salire sul podio e si è dovuto accontentare del quarto posto. Per Larger, preceduto anche da Castanyer Bernat e Bes Ginesta, solo un settimo posto, ma il livello della gara di oggi era decisamente elevato.
La gara femminile si è decisa nel finale. Le migliori, l’azzurra Emanuela Brizio, l’andorrana Stephanie Jimenez, la catalana Mireia Miro Varela e la russa Wera Soukhowa si sono marcate strette, gareggiando in un fazzoletto di secondi. Poi la Jimenez ha cercato di forzare, la Brizio ha subìto l’attacco e addirittura ha ceduto alla Miro Varela. L’andorrana aveva decisamente una marcia in più e si è involata sul traguardo mentre negli ultimi chilometri le scaramucce per il secondo posto favorivano la Brizio che staccava nettamente la catalana.
Così il podio celebra il successo di Stephanie Jimenez col tempo di 4h05’44”, che non è però da record. Con due minuti di distacco sul traguardo di Premana si è presentata la Brizio, che si aspettava qualche cosa di meglio, quindi a 5’21” Mireia Miro Varela. Lontana dalle prime la russa Soukhowa, staccata dalla andorrana di 9’19”.
La Mini Skyrace, la gara “breve” di 20 km, ha registrato invece il successo tra i maschi di Dario Songini su Mirko Rosina e Guido Rovedatti, mentre tra le donne si è imposta Paola Testa su Lorenza Combi e Chiara Gianola.
 
Classifiche Giir di Mont
Maschile: 1) Jornet Burgada Kilan (ESP) 3:05:08; 2) Ricardo Mejia (MEX) 3:06:41; 3) Jessed Hernandez Gispert (ESP) 3:15:50; 4) Fulvio Dapit (ITA) 3:16:31; 5) Tofol Bernat Castanyer (ESP) 3:18:02; 6) Jordi Bes Ginesta (ESP) 3:19:51 ; 7) Paolo Larger (ITA)  3:20:18; 8) Helmut Schiessl (GER) 3:20:59; 9) Luca Miori (ITA) 3:21:01; 10) Paolo Gotti (ITA) 3:21:36
Femminile: 1) Stephanie Jimenez (AND) 4:05:44; 2) Emanuela Brizio (ITA) 4:07:47; 3) Mireia Miro Varela (ESP) 4:11:05; 4) Wera Soukhowa (RUS) 4:15:03; 5) Olazabal Alicia (ESP) 4:22:01
 
Mini Skyrace
Maschile: 1)   Dario Songini (T.Valtellina) 1:39.55; 2) Mirko Rosina (T.Valtellina) 1:43:39; 3) Guido Rovedatti (T.Valtellina) 1:44:03.
Femminile: 1) Paola Testa (Lecco) 2:05:24; 2) Lorenza Combi (Runners Colico) 2:07:17; 3) Chiara Gianola (AS Premana) 2:16:26.
 


Holz dall'altro emisfero

Racconto live dalla Nuova Zelanda

Verso la fine di quest' inverno, per me ricco di soddisfazioni, nasce pian piano l'idea di fare un'esperienza nuova.
Dopo aver contattato Grant, l'importatore del marchio Dynafit in Nuova Zelanda, i primi di giugno prendo un aereo che mi porta diritto dall' altra parte del mondo!

2 giugno: Nuova Zelanda!
Un'isola in mezzo all'oceano piena zeppa di montagne ricoperte di neve!!
Al momento vivo nell'isola del Sud, nel bel mezzo delle montagne in un paesino situato nel Craigieburn Range,
A un'ora d'auto c'è Christchurch, città piuttosto grande che si affaccia sull'Oceano Pacifico.
Ha nevicato parecchio nel mese di giugno e al momento le condizioni per fare sci alpinismo sono perfette!
Ovviamente le stagioni sono opposte alle nostre!
La vicinanza alle 2/3 stazioni sciistiche della zona mi permette di allenarmi sulle piste ma anche di esplorare le montagne della zona con dei bei giri lunghi.
Ci saranno in Nuova Zelanda, un paio di gare tra agosto e settembre, una addirittura a coppie di 2 giorni tipo Pierra Menta!
Probabilmente correrò con lo spagnolo Javier Martin che arriverà fra un mese circa.
Per ora ho vinto una vertical di poco valore a Queenstown.
Il livello è piuttosto basso, la gente è più orientata verso il freeride, comunque il tutto sta crescendo e non è detto che prima o poi ci sarà una gara di coppa del mondo in Nuova Zelanda!
Mi divido tra allenamenti, un lavoretto part-time al noleggio di una stazione sciistica e soprattutto cerco di migliorare il mio inglese!
Penso di tornare a casa i primi di novembre, pronto per altra neve!
Spero di riuscire a fare una buona preparazione, con l'obbiettivo di fare una bella stagione 2009/2010, e magari andare alla caccia di una medaglia mondiale ad Andorra!
Un grazie ai miei sponsor Crazy Idea e Ski Trab che durante l'inverno mi aiutano a portare avanti la mia passione!
Ah, dimenticavo, non ho ancora il biglietto di ritorno... quasi quasi resto!
Mmm... forse no, come Bormio non ce n'è!
Per qualsiasi informazione sullo scialpinismo in Nuova Zelanda: Ski Runner NZ
Speriamo nevichi ancora!
Cheers!


Il Classic Trail Torcole

Dopo i nubifragi del venerdì precedente, una splendida giornata hanno accolto i concorrenti del Classic Trail Torcole 2000. Sono stati 109 i partenti a questa seconda edizione. La gara maschile è stata dominata dall’atleta valtellinese Daniele Zerboni (Sportiva Lanzada), già ottimo secondo posto nell’edizione 2008, che quest’anno ha prima controllato i rivali sulla lunga salita iniziale per poi sferrare l’affondo decisivo nelle ripide discese tecniche del percorso e andare a vincere stabilendo il nuovo primato della corsa: 2h17'27". Secondo posto del podio per Michi Oprandi (2h33'42") e, ottimo terzo, Giovanni Locatelli dei Runners Bergamo, in 2h37'33". Nella prova rosa successo della giovane e promettente Lisa Buzzoni (Valetudo Skyrunning), neo campionessa italiana di skyrunning a coppie, con il tempo finale di 2h58'58" (nuovo primato di gara) seguita da Maria Ilaria Fossati (Martesana corse), una specialista dell’ultramaratona, con il tempo di 3h18'34"; al terzo posto Franca Coness (Runners Bergamo) in 4h07'05".


La Skyrace dei Monti Sibillini

Prova di campionato italiano skyrunning

La sesta edizione della skyrace dei Monti Sibillini, ultraskymarathon di 54 chilometri, valeva come tappa del campionato italiano skyrunning.
Vittoria di Alessandro Morassi dell'Aldo Moro davanti a Tomaso Mazzoli e Gionni Morocutti. La gara rosa successo di Paola Romanin, sempre della fortissima squadra di Paluzza, piazza d'onore per Alessandra Carlini, terza Giovanna Zappitelli.


Fulvio Dapit e Emanuela Brizio primi ad Alagna

Nella Monterosa Skyrace

La Monterosa Skyrace valeva come 'trial' delle Skyrunner World Series: domenica grandi nomi dello skyrunning internazionale in Valsesia nella prova che assegnava trofeo Degasperis. Appuntamento ad Alagna, poi in gara fra i ghiacciai del Monte Rosa, con impegnative salite e discese lungo gli itinerari del versante sud. 28 i chilometri, 4450 metri il dislivello totale, 2450 in salita e 2000 in discesa. Vittoria di Fulvio Dapit che chiude in 3 ore 7 minuti e 2 secondi; alla sue spalle il catalano Jordi Ginesta in 3h11'11", terzo Paolo Rinaldi in 3h1428'. Emanuela Brizio non perde un colpo e va a vincere anche questa gara con il tempo di 3h37'15" (undicesima assoluta), davanti alla catalana Mireia Miro in 3h43'15" (dodicesima assoluta), terza la 'local' Gisella Bendotti in 3h50'53".


La Tre Rifugi della Valle Pellice

Otto, otto vittorie di Paolo Bert alla Tre Rifugi Val Pellice. Domenica ben 172 atleti (146 maschili e 26 femminili): partenza unica alle 7 dal villaggio di Villanova e poi grandi fatiche tra monti Valdesi ed il Parco francese del Queyras. Tutti su per i primi 1400 metri di dislivello utili al raggiungimento del Colle Boucie, puntata in Francia al villaggio di Valpreveyre dopo circa 40 minuti di discesa, risalita al Colle Urina per rientrare in Italia, discesa a scivolo sulla neve che presidia ancora l’alto vallone, poi sentiero ed arrivo al Rifugio Willy Jervis al Prà. Fine della Sky Race dopo 22 chilometri e 2100 metri di dislivello. I partecipanti della Marathon hanno invece proseguito la gara affrontando nella seconda parte il classico percorso della Tre Rifugi: altri 22 chilometri circa ed ulteriori 1650 metri di dislivello per un complessivo di 44 chilometri e 3750 metri di dislivello.
Nella Sky Race è Fabio Bonetto il protagonista; 23 anni di Bibiana tesserato per l’Atletica Val Pellice: chiude in 2 ore 28 minuti e 41 secondi la sua galoppata. Poi è la volta di Odino Taziano (2.31.46), gran marciatore, compagno di squadra del vincitore, che ormai veleggia verso i 30 anni. Terzo posto per Manuel Bortolas (2.44.14), classe 1986 è un emergente nella specialità, protagonista anche delle gare di ski alp. C’erano, ovviamente, anche le atlete a faticare sulla sky race e la vittoria non è sfuggita a Marina Plavan del Baudenasca. Era la favorita della vigilia e non ha deluso, imponendosi in 3.14.10. Quattro i minuti che si sono attesi per l’arrivo della seconda classificata: Stefania Cherasco (Dragonero), al terzo posto Raffaella Canonico (Atletica Val Pellice).
Nella marathon Paolo Bert vince con un tempo strepitoso: in 5 ore 30 minuti e 30 secondi ha chiuso la partita presentandosi sul traguardo con in braccio il figlio Alessandro. Protagonista assoluto lungo tutto il percorso ha messo l’ottavo sigillo consecutivo alla classica della Val Pellice in tutte le sue versioni: individuale, a coppie, su percorso di emergenza e sulla sky marathon. Sua la dedica della vittoria allo zio Domenico Bruno Franco, l’atleta protagonista delle corse tra imonti scomparso sul Monviso nell’agosto 2008. Ci ha provato fino in fondo Claudio Garnier (Gasm Torre Pellice) ma alla fine ha dovuto pagare 3 minuti e 32 secondi. Al terzo posto Claudio Sobrero in 5.55.31 (Team Nuovi Traguardi). Nella gara rosa tra le protagoniste più attese Stefania Cagnoli (Amatori Sport Val Sesia). Un infortunio sulla discesa dal Colle Urina ha interrotto la sua gara. Il primo sigillo in versione femminile alla sky marathon è di Daniela Bonnet (Atletica Valpellice) fermando il crono sul tempo di 6 ore 41 minuti e 2 secondi: il 10° tempo assoluto sulla lunga distanza. Piazza d'onore per Maria Angioni (Turin Marathon) con un distacco di 40 minuti circa dalla vincitrice. Giovanna Malan, compagna di squadra della vincitrice ha occupato il terzo gradino del podio con il tempo di 7.35.07.
 


Sky Games a Canazei

Venerdì 17 luglio il Vertical, il 19 la Skyrace

Le gare di quest'anno assegneranno il titolo di Campione Europeo di Skyrunning. Si inizia con il Vertical Kilometer sull'ormai classico percorso che da Alba di Canazei porta alla Crepa Neigra caratterizzato da pendenze notevoli che lo scorso anno ha visto la vittoria di Manfred Reichegger.
Domenica 19 luglio invece si svolgerà la classica di skyrunning che da Canazei sale fino al Piz Boé per poi ridiscendere a Canazei. L'edizione passata è stata vinta da Kilian Jornet che dovrebbe essere al via anche quest'anno con il forte compagno di squadra Roc Agusti. Da segnalare anche la presenza dei fortissimi Castanyer e Hernandez.
Gli inglesi si presenteranno con una forte rappresentativa: risultano infatti iscritti Andy Symonds, Tom Owens, Rob Hope in campo maschile. In quello femminile da segnalare, fra le altre, la presenza di Angela Mudge.
La squadra azzurra schiererà un team molto forte che in campo femminile prvede la presenza di Emanuela Brizio, Antonella Confortola, Giulia Miori, Jennifer Senik. La squadra maschile sarà composta da Dennis Brunod, Claudio Cassi, Fulvio Dapit, Paolo Larger, Gil Pintarelli, Tadeo Pivk, Manfred Reichegger, Giovanni Tacchini.
La redazione di fondoskialp.it sarà in pista per seguire le fasi salienti delle gare.


Royal Ultra Skimaraton

26 luglio, una grande skyrace al cospetto del Gran Paradiso

Poco meno di venti giorni separano dalla seconda edizione della Royal Ultra Skymaraton, la spettacolare gara per sky runner nel Gran Paradiso organizzata dalle Guide Alpine Gran Paradiso Canavese.

Il percorso di circa 46 km si svolge nel versante piemontese del Parco e segue in gran parte la rete ad alta quota delle Strade Reali di Caccia del Gran Paradiso. Punto di partenza il Lago di Teleccio nel Vallone di Piantonetto, molto famoso fra i praticanti dell’arrampicata, punto di arrivo il Lago di Ceresole Reale in Valle Orco.
Il percorso valica 4 colli: Colle dei Becchi (2990 m), Bocchetta del Ges (2692 m), Colle della Porta (3002 m), Colle della Terra (2922 m) e presenta tratti impegnativi in salita ed in discesa, con presenza di numerosi tratti innevati, cenge esposte, ripidi pascoli e pietraie.
Veramente una grande cavalcata che si svolge alla base dei versanti canavesani del Gran paradiso, Ciarforon, Becca di Monciair e Punta FourИ.
Lunghezza totale: 46 km. Dislivello in salita: 3250 m. Dislivello in discesa: 3575 m

Per informazioni e prenotazioni: www.4026.it - tel 347/2631589