Kristin Moehl, primato rosa sotto il Bianco

La statunitense si aggiudica la The North Face Ultra-Trail du Mont-Blanc

Nella prova femminile del The North Face Ultra-Trail du Mont-Blanc, vittoria della statunitense Kristin Moehl che chiude in 24h56'; piazza d'onore per la britannica Elisabeth Hawker in 26h04', terza la spagnola Monica Aguilera Viladomiu in 29h17', quindi la svizzera Denise Zimmermann (31h16') e le francesi Audrey Ehanno (33h17') e Julia Rousset (33h17').
Conclusa anche la 'Sur les Traces des Ducs de Savoie': dopo 14 ore di gara vittoria del francese Patrick Bohard, mentre in campo femminile a guadagnarsi gli applausi in tarda serata, la brasiliana Fernanda Maciel che ha stoppato il cronometro dopo 17 ore e 17 minuti di gara ininterrotta.


Kilian Jornet Burgada doma il Monte Bianco

Primo nella North Face Ultra-Trail du Mont-Blanc

Gran finale per la North Face Ultra-Trail du Mont-Blanc: erano in 2286 a confrontarsi sui 166 chilometri e 9.400 metri di dislivello. I concorrenti sono partiti ieri sera alle 18.30 da Chamonix ed hanno dovuto affrontare nella notte anche un tratto con la pioggia, il freddo ed il vento.
Il vincitore dello scorso anno, il campione mondiale di scialpinismo ed anche di skyrunning, Kilian Jornet Burgada, non ha deluso le aspettative. Lo spagnolo è partito subito forte ed ha imposto un ritmo massacrante, a cui nessuno ha potuto resistere. Ha avuto anche un momento di crisi a La Fouly, dopo 100 chilometri di gara, poi si è ripreso ed è andato a vincere in bellezza a Chamonix tra due ali di folla, col tempo di 21h33’. Giusto per dare un’idea della sua performance, il secondo, il francese Chaigneau, ha 'pagato' un distacco di 1h03’27”, col giapponese Tsuyoshi Kaburaki terzo ma staccato di 1h15’18 dal catalano. Si sono ritirati due dei maggiori favoriti, l’italiano Marco Olmo che ha già vinto due edizioni, e il nepalese Dawa Sherpa, vincitore dell’edizione 2003 e secondo nel 2008.
La gara femminile è ancora in corso, al comando c’è l’americana Kristin Moehl con oltre mezz’ora sulla britannica Elisabeth Hawker.
Conclusa anche la CCC: è stato lo svizzero Jean Yves Rey l’autentico protagonista di giornata, sempre in testa fin dai primi metri e mai impensierito dai suoi avversari. Ha chiuso la sua performance alle 21.40, dopo 11h40’ di gara, capace di rifilare oltre mezz’ora al secondo, il greco Nikolaos Kalofyris.
Fino al quarantesimo chilometro in seconda posizione era saldamente inserito il francese Thomas Lorblanchet, che ha abbandonato la competizione a Fouly. La Francia si consola col terzo posto di Ludovic Pommeret mentre all’Italia va il quarto posto grazie ad un veloce Daniele Gaido.
In campo femminile fino all’ottantesimo chilometro sembrava che la vittoria fosse una lotta a due tra Patrizia Pensa e Giuliana Arrigoni, ma la francese Chantal Begue ha limato il distacco, e dopo 80 chilometri ha effettuato il sorpasso. È lei dunque la vincitrice e somma 16h51’, con le italiane ad oltre 19’.
Questa sera si concluderà a Courmayeur anche la terza gara, la TDS, “Sur les Traces des Ducs de Savoie”, con 105 km e 6.700 metri di dislivello. Al comando ci sono il francese Patrick Bohard e la brasiliana Fernanda Maciel.


Red Rock, un successo

Grande successo per la Red Rock Sky Marathon. Due le partenze, prima la Ultra Sky Marathon con ben 75 uomini e 9 donne, poi la Sky Race composta da 110 uomini e 15 donne.
Nella Ultra Sky Marathon vittoria dello spagnolo Jessed Hernandez con un tempo di 4 ore e 28 minuti e 48 secondi; con lui sul podio Michele Tavernaro e Nicola Giovanelli. Nella gara femminile a segno Cecilia Mora con un tempo di 5 ore 25 minuti e 27 secondi, davanti a Manuela Brizio, leader di coppa del mondo, e Corinne Favre, al traguardo nonostante una ferita alla gamba.
Nella Sky Race successo di Claudio Cassi con 2 ore 13 minuti e 21 secondi; al secondo posto Michele Semperboni e al terzo Davide Pilatti.
Nella prova rosa si impone Daniela Vassalli con 2 ore 44 minuti e 39 secondi, frantumando di oltre 10 minuti il record precedente. Completano il podio Giuliana Arrigoni e Susanna Neri, vincitrice del 2009.


Tre Rifugi, a segno Piller Hoffer e Paola Romanin

Doppietta dell'Us Aldo Moro nel Monregalese

La decima edizione della Sky Race Tre Rifugi è stata festeggiata come prova del campionato italiano. 250 iscritti, che arrivano a quasi 300 con i partecipanti alla non competitiva. Qualche goccia di pioggia, un po' di nebbia, temperatura fresca sui 26 chilometri del tracciato, dalla Valle Pesio alla Valle Ellero nelle montagne del Monregalese. Doppietta dell'Us Aldo Moro con i successi di Matteo Piller Hoffer e Paola Romanin. Gara in solitaria per Piller Hoffer, che chiude con il tempo di 2h40'13", davanti al compagno di squadra Alessandro Morassi, 2h45'45". Risultato questo che vede il sorpasso di Piller Hoffer su Morassi nella graduatoria generale del campionato italiano. Terzo Paolo Larger del Valetudo in 2h50'03; sotto il podio i due piemontesi Claudio Garnier e Lorenzo Dealbertis. Nella gara rosa tempo record di Paolo Romanin al traguardo in 3h19'19", sul podio Jennifer Senik (3h25'30") e Marina Plavan (3h28'13"); quarta Daniela Bonnet, vincitrice lo scorso anno.


Tutto pronto per la Sky Race Tre Rifugi

Domenica mattina la gara monregalese vale come campionato italiano

Nel quartier generale di Mondovì, gli organizzatori della Sky Race Tre Rifugi, stanno consegnando i pettorali: domani saranno ben 250 sul tracciato che ricalca quello della gara scialpinista (26 chilometri per oltre 2000 metri di dislivello). La decima edizione vale come prova del campionato italiano: “Siamo molto soddisfatti - conferma il presidente dello sci club Tre Rifugi - avremo i migliori specialisti in Italia, oltre ai tanti corridori piemontesi, valdostani e liguri". Grande attesa dunque per la sfida tra Alessandro Morassi, Paolo Larger, Davide Piller Hofer, ma i 'padroni di casa' vorranno dire la loro, come Roberto Mauro, vincitore lo scorso anno. Nella gara rosa occhi puntati su Paola Romanini e Carolina Tiraboschi. Il via domenica alle ore 7.30 in Valle Pesio, l'arrivo dei primi concorrenti in Valle Ellero è previsto per le 10.


Il campionato italiano nel Cuneese

Con la Sky Race Tre Rifugi

Domenica 23 agosto la decima edizione della Sky Race Tre Rifugi sarà valida come prova di campionato italiano. La gara monregalese ricalca il tracciato della gara sci alpinistica: partenza in Valle Pesio, ai 992 metri di Pian delle Gorre, salita al Passo del Duca a quota 1989, passaggio al Rifugio Garelli, e nuova salita a Porta Sestrera (2225 metri). Quindi discesa dal passo Biecai al Rifugio Mondovì e a Pian Marchisa, prima di affrontare le ultime due salite, la prima alla Colla Rossa, poi a Colla Bauzano; passaggio al Rifugio Mettolo e discesa finale sul traguardo di Norea, in Valle Ellero, per un totale di 26 chilometri e 2050 metri di dislivello in salita. Il via della gara domenica alle ore 7.30, l'arrivo dei primi concorrenti è previsto per le 10. Per informazioni e iscrizioni, Sci Club Tre Rifugi, telefono e fax 1786045335, oppure 3387549571, www.trerifugi.it, info@trerifugi.it


Arriva il North Face Ultra Trail del Monte Bianco

Partenza e arrivo a Chamonix passando da Courmayeur

Correre intorno al Monte Bianco: torna il North Face Ultra Trail du Mont Blanc, 166 chilometri e 9.400 metri dislivello positivo, con partenza e arrivo a Chamonix passando da Courmayeur. Come sempre c'è anche la 'CCC',  Courmayeur-Champex-Chamonix di 98 chilometri e 5.600 metri di dislivello con partenza da Courmayeur, oltre alla nuova 'TDS' (Sur les Traces des Ducs de Savoie), lunga 105 chilometri con 6.700 metri di dislivello positivo e con partenza da Chamonix e traguardo a Courmayeur, e la “Petite Trotte à Léon” (245 chilometri e 21.000 metri di dislivello positivo con partenza e arrivo da Chamonix). Il programma della cinque giorni del North Face Ultra Trail du Mont Blanc apre con la 'Petite Trotte à Léon' nella notte tra martedì 25 e mercoledì 26 agosto. La prova è per squadre composte da tre persone ciascuna. Chamonix sarà sede di partenza della gara e il tempo massimo di percorrenza sarà fino alle ore 16 di domenica 31.
Da Chamonix prenderà il via nella giornata di venerdì 28 (ore 18.30) anche la gara più impegnativa, quella che dà il nome all’evento, ovvero l’UTMB, a cui prenderanno parte oltre 2.300 trailers. Il tempo limite di percorrenza dell’Ultra Trail è di 46 ore.
Sempre venerdì 28 alle 10 ci sarà lo start della 'CCC' (Courmayeur-Champex-Chamonix), nel cuore della cittadina valdostana. La gara segue per gran parte il sentiero internazionale del Giro del Monte Bianco. Si tratterà invece di un debutto quest’anno per la “Sur les Traces des Ducs de Savoie”, che sarà l’ultima delle quattro prove a prendere il via sabato 29 (ore 5) da Chamonix, e interesserà le due Savoie francesi e la Val d’Aosta dove si concluderà a Courmayeur. Ogni anno la manifestazione “italo-franco-svizzera” richiama un numero sempre maggiore di appassionati: alla 'prima' nel 2003 i partenti erano 663, e di questi solo 67 portarono a termine l’impresa. Lo scorso anno al via della gara ci furono 5.000 trailers provenienti da sessanta nazioni, che esaurirono i posti disponibili dopo soli 10 minuti dall’apertura delle iscrizioni, lasciando a bocca asciutta altri 3.000 richiedenti. Le iscrizioni di quest’anno si sono già chiuse lo scorso gennaio con 5.300 trailers che sono riusciti a guadagnarsi un pettorale di gara.
Nel 2008 primi al traguardo del North Face®Ultra Trail du Mont Blanc furono lo spagnolo campione di sci alpinismo e skyrunning Kilian Jornet Burgada, che chiuse l’UTMB con il tempo di 20h56’59”, mentre il francese Guillaume Le Normand vinse la CCC dopo 12h26’. In campo femminile la vittoria della CCC andò all’inglese Lucy Colquhoun con il tempo finale di 14h33’37”. Per l’UTMB del prossimo 28 agosto, tutti i migliori ultrarunners vincitori delle passate edizioni hanno già prenotato un “posto in prima fila”. Ci saranno il nepalese Dawa Sherpa, il francese Vincent Delebarre, lo svizzero Christophe Jaquerod e il cuneese Marco Olmo, che vinse la corsa nel 2006 e nel 2007. Tra le donne saranno sicuramente presenti al via la britannica Elizabeth Hawker (prima nel 2005 e 2008), la transalpina vincitrice nel 2006 Karine Herry e l’americana Christine Moehl, che trionfò nel 2003.
Info: www.ultratrailmb.com
.


Domenica c'è la Ortles Cevedale

Partenza ed arrivo da Santa Caterina Valfurva

Domenica appuntamento con la Sky Race Ortles Cevedale con partenza ed arrivo da Santa Caterina Valfurva: si corre al cospetto del ghiacciaio dei Forni, sulle pendici di montagne come il Tresero, il Cevedale ed il Gran Zebrù, tutto all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Il programma prevede sabato, dalle ore 14 alle 18 la consegna dei pettorali presso la sede del Consorzio Tourisport di Santa Caterina Valfurva, quindi domenica dalle 6,30 alle ore 8,30 la seconda ed ultima consegna dei pettorali (ma non saranno accettate iscrizioni domenica mattina, il termine ultimo è fissato sabato alle 18), alle 8,45 breve briefing tecnico sulla linea di partenza a cura del direttore di percorso Adriano Greco, prima della partenza in linea alle 9 presso il Ponte in legno di Santa Caterina Valfurva di fronte al Consorzio Tourisport. L'arrivo dei primi concorrenti alle 11, con premiazione alle 14.
Già confermata la presenza degli azzurri di skyrunning Giovanni Tacchini e Fulvio Dapit. Ed entrambi hanno confermato che per loro sarà gara vera. «Alla Ortles non sono mai riuscito ad esprimermi come avrei voluto – ha commentato il primo dei due -. E’ una gara molto veloce, una sky un poco atipica che non si addice certo alle mie caratteristiche».
Restando alla prova maschile, come non citare l’altro azzurro dell’Osa Valmadrera Stefano Butti: «Sto bene e mi sono preparato appositamente per la Ortles. Sono fiducioso». Con lui, una nutrita delegazione di lecchesi che in quel di Santa hanno sempre fatto bene come i vincitori della prima edizione Carlo Ratti ed Enrico Ardesi. Passando alla kermesse in rosa, i favori dei pronostici sono tutti per l’andorrana Stephanie Jimenez. Attuale leader di Coppa del Mondo e vincitrice dell’ultimo Giir di Mont, l’atleta del Team Salomon verrà a Santa per vincere: «Sto bene – ha esordito -. Domenica scorsa ho avuto l’ulteriore conferma sul mio stato di forma vincendo con record la gara di sola ascesa di Ravascletto. Non conosco il percorso della Ortles Cevedale, ma me ne hanno parlato un gran bene. Domenica l’affronterò con il massimo impegno per fare un buon test in vista della prossima tappa scozzese di Coppa del Mondo». Ancora incerta, invece, la presenza della vincitrice 2008 Raffaella Rossi: «Sto facendo il possibile e l’impossibile per recuperare ed essere ai nastri di partenza. Ho un problema al piede che mi perseguita da diverso tempo, ma quella di Santa Caterina è una gara che amo. Oltre ad essere campionato sociale del Team Valtellina ha un percorso semplicemente stupendo». A livello iscrizioni, è già stata abbondantemente passata quota 100. Il comitato organizzatore, per motivi di logistica, ha posto come tetto massimo 330 partecipanti. Il termine ultimo, salvo anticipato raggiungimento di questo obiettivo, è fissato per le ore 18 di venerdì. Per informazioni, è possibile visitare il sito www.santacaterina.it, oppure telefonare al Consorzio Tourisport 0342/935544, mail: info@santacaterina.it.


Orobie Skyraid 2009

Gara rimaneggiata per le condizioni meteo

Alle sei di mattina temporale e grandine hanno consigliato gli organizzatori a rinunciare al percorso originale: niente Val Canale ma tutti trasferiti alla Presolana. Un percorso piuttosto tecnico, da ripetere tre volte, con prima parte in salita da correre, poi camminare quindi discesa su ghiaioni e ultima parte da correre. I 46 terzetti che hanno dato vita alla spettacolare gara hanno raccolto gli applausi del numeroso pubblico che in questo modo ha potuto incitare da vicino i propri beniamini.
Prima salita a Fabio Santus che ha preceduto il forte Dennis Brunod. «Ha sempre corso anche nei tratti più impegnativi - ci ha confidato Dennis - veramente fortissimo...»
Nella seconda frazione è stata la volta del messicano Mejia a fare il miglior tempo con Bonaldi a una quarantina di secondi.
Nella terza il terzo uomo del team di Bruno, Bettineschi, è stato afflitto da crampi ed è così arrivato ottavo al traguardo.
Vittoria per Miori, Mejia e Tacchini davanti ai bergamaschi Bonfanti, Gotti, Semperboni.
In campo femminile successo per il terzetto composto da Tiraboschi, Moré e Buzzoni.


Domenica grande attesa per l'Orobie SkyRaid

Domenica appuntamento con l'Orobie SkyRaid prova di campionato Italiano Skyrunning team. Tre le tappe in programma. La prima una skyMarathon, da Valcanale al rifugio Coca di 42 km, poi una skyrace, dal rifugio Coca al rifugio Albani di 30 km, infine una skyclimbing, dal Rifugio Coca sino al Passo della Porta con discesa finale sul traguardo della Presolana di 12km: totale di 85km per 5000 metri di dislivello. Il programma prevede il ritrovo dei primi frazioni a Valcanale con partenza alla 6, dalle 10.30 i primi passaggi previsto al Rifugio Coca, dalle 13 il primo passaggio previsto al Rifugio Albani, dalle 14.30 l'arrivo primi atleti al Passo della Presolana, alle 17 le premiazioni.


Origone si ferma sulla Grande Becca

Dolori alle ginocchia hanno impedito di completare il percorso originario

Il programma originale di Origone prevedeva la scalata del Monte Bianco e del Cervino, per poi concludere la lunga cavalcata sulla cima Dufour, la vetta più alta del gruppo del Monte Rosa in 24 ore. Per due terzi le cose sono andate come pianificato a tavolino. O quasi. Nel tratto in bicicletta, prima, e nell’approccio al Matterhorn, le ginocchia hanno iniziato a dare problemi a Simone Origone, che ha interrotto l’impresa ai 4478 metri della Grande Becca. Resta l’exploit per un’impresa mai tentata e, ovvio, mai realizzata da nessun altro, così come rimane un poco di amarezza nella guida alpina e maestro di sci di Champoluc nel non avere portato a termine la lunga cavalcata. “Quando ho capito che il dolore alle ginocchia non mi avrebbe permesso di andare oltre alla vetta del Cervino – ha raccontato Simone Origone al suo rientro a Cervinia – ho pianto. Pianto per non poter proseguire, pianto per l’allenamento e il tempo che ho dedicato all’impresa, per tutto il lavoro di quelli che mi hanno aiuto in questi mesi e oggi. Ma quando Adriano Favre mi ha comunicato che una volta raggiunta la vetta del Cervino la mia giornata si concludeva lì, ho anche capito che aveva perfettamente ragione: mi ero ripreso, stavo bene, ma l’avvicinamento alla Dufour era un’incognita e non ho proprio idea come avrebbero reagito le ginocchia alle sollecitazioni della discesa.”

Ma Simone Origone ha compiuto comunque un’impresa: “Peccato per i problemi accusati da Simone – ha sottolineato Adriano Favre, responsabile tecnico della Fondazione Mezzalama – e che non sia riuscito a concludere il progetto, ma quello che ha fatto oggi è un assoluto exploit. In 17 ore scalare il Monte Bianco, affrontare un tratto di discesa con gli sci, compiere il trasferimento in bicicletta e salire sulla cima del Cervino, non è una cosa da tutti i giorni, e soprattutto per pochi atleti. Mi preme sottolineare la discesa con gli sci, dal Dôme de Goûter al rifugio Gonnella, effettuata in piena notte, su pendenze del 55% e con il solo ausilio della lampada frontale. Un aspetto che dimostra la grandissima abilità di Simone sugli sci e la perfetta conoscenza della montagna tipica delle Guide: un uomo di montagna a 360°, oltre che un’atleta eccezionale.”

A mezzanotte in punto, dai 993 m di Les Houches – Chamonix, è scattata la rincorsa all’impresa di Simone Origone. Con un ritmo da fantascienza ha raggiunto i 4810 m del Monte Bianco alle 4.36 del mattino; raggiunto il Dôme de Goûter, l’inizio della discesa con gli sci per raggiungere il rifugio Gonnella, una discesa dove, per ammissione dello stesso Origone: “Ho preso qualche rischio, ma su quelle rocce che l’hanno strappato alla vita ho potuto salutare il mio amico Paolo Obert.”

Alle 6, Adriano Favre apre il contatto radio per fornirgli l’assistenza logistica nella discesa con gli sci, ma Simone rispondeva che lo stava aspettando al Gonnella, dove si stava rifocillando e cambiando scarpe e vestiti. Alle 7.30, in netto vantaggio sull’originaria tabella di marcia, Origone inforcava la bici e si lanciava, anche in questo caso a ritmo elevato, nel trasferimento che, dopo 100 km di strada, l’avrebbe portato ai piedi del Cervino. Nella salita da Châtillon ai 2050 metri del Breuil, Origone è stato affiancato da Alain Seletto, metronomo del pedale, che l’ha accompagnato lungo i tornanti della strada
della Valle del Marmore. Da poco passate le 11, l’arrivo a Cervinia e il pit stop all’albergo dell’amico Egidio Sertorelli; cambio di vestiario e di scarpe e poi via, nuovamente in bicicletta fino al campo da calcio per attaccare la normale del Matterhorn, sempre in compagnia di Alain Seletto, fino ai piedi dalla capanna Carrel. Nel frattempo, il dolore al ginocchio si acuiva e un rifornimento probabilmente errato causava anche dolori allo stomaco. Alle 14.35, lo obbligava a riposare per un quarto d’ora. Lo stesso Lucio Trucco lo costringeva a riprendere l’ascesa al Cervino e, dopo un decina di minuti di grande difficoltà, i due iniziavano a progredire a ritmi altissimi verso i 4478 m della Grande Becca, cima toccata alle 17 in punto. I suggerimenti di Adriano Favre prevalevano sulla voglia di Simone Origone, ora in condizioni eccellenti, di proseguire l’avventura e l’elicottero con lo stesso responsabile tecnico della Fondazione Mezzalama a bordo andava a recuperare le due guide alpine sulla punta del Cervino. All’arrivo al golf di Cervinia dell’elicottero, un gran numero di persone che, dopo tante ore con le pupille nei cannocchiali e nei binocoli a osservare la parete della Grande Becca, si radunavano per applaudire i protagonisti della giornata.
Voglio ringraziare tante persone – ha detto Simone Origone appena sceso
dall’elicottero e abbracciato alla guida alpina che avrebbe dovuto accompagnarlo nell’ascesa alla Dufour, Joris Turini dalla tantissima gente che lungo i tornanti da Châtillon a Cervinia mi ha incitato e dato forza per continuare; ad Adriano Favre, Alain Seletto, Lucio Trucco, Joris Turini, il gruppo di finanzieri che mi ha atteso sul Cervino e a tutti quelli che mi hanno aiutato in questi mesi di allenamento e nel tentativo di oggi. Mi spiace non aver concluso il progetto nel quale, io a Adriano, abbiamo creduto fino in fondo; ma sono anche molto felice per il calore e gli incitamenti di tutti quelli incontrati in
questi chilometri da me percorso, da Chamonix a Cervinia. Grazie a tutti.


Simone Origone tenta l'impresa

Il campione dello sci velocità vuole il record sulle vette valdostane

Simone Origone e Adriano Favre hanno appena concluso la ricognizione sulle vette più alte delle Alpi; il responso che giunge dopo averle sorvolate è “affermativo!” A mezzanotte, da Les Houches, alle porte di Chamonix, Simone Origone darà il via alla lunga maratone sulle Alpi valdostane: da Ovest a Est, passando dalla vetta del Bianco, transitando dal Cervino per concludere la fatica sulla cima Dufour. La partenza è fissata per mezzanotte, ideale spartiacque tra martedì 28 e mercoledì 29 luglio. Il sopraluogo del tracciato ha avuto come esito anche un’ideale tabella di marcia. Partenza, dunque, a mezzanotte da Les Houches – Chamonix, a quota 993 metri, e salita sul percorso che passa sotto la funivia e poi sui binari del trenino che porta al Nid d’Aigle. Simone proseguirà fino al rifugio Gouter dove, dopo un rapido rifornimento e indossati scarponi e ramponi, attaccherà la cima del Monte Bianco (4810 metri) sulla “normale”. Dalla vetta del Bianco, dove presumibilmente la guida alpina e maestro di sci di Champoluc giungerà intorno alle 5 del mattino, inizia a discesa sul versante italiano; dal Dôme du Gouter al rifugio Gonnella con gli sci – depositati già sul luogo durante la ricognizione di oggi -, per proseguire a piedi sul ghiacciaio del Miage e raggiungere Combal. Da Combal, Simone Origone inforcherà la bici, attraverserà la Valle d’Aosta, per giungere – dopo 100 km trascorsi a pedalare in agilità - intorno a mezzogiorno a Breuil-Cervinia. Dal Breuil, in compagnia della guida alpina e amico Lucio Trucco, partirà alla conquista della vetta del Cervino, attraverso la via normale, dalla Cresta Leone passando dal rifugio Oriondé, dove ci sarà un nuovo cambio di calzature, dalle scarpe da ginnastica agli scarponi e ramponi. Poi, la capanna Carrel e la vetta della Grande Becca (4478 metri), dove conta di giungere tra le 17 e le 18. La discesa, accompagnato da un’altra guida alpina, Joris Turini, sul versante svizzero, transitando dalla stazione intermedia della funivia del Piccolo Cervino, per proseguire con l’attraversata del ghiacciaio del Grenz, da dove raggiungerà la vetta più alta del gruppo del Monte Rosa, la cima Dufour (4635 metri, la seconda più alta delle Alpi), e arrivo previsto intorno alla mezzanotte. La lunga cavalcata si conclude sulla cima Dufour, da dove Origone raggiungerà la capanna Regina Margherita per un merito riposo, dopo un tracciato di 160 km e oltre 11mila metri di dislivello.