Dominio kenyano in Val Gardena
Solo Wyatt tiene testa ai forti africani nella Mountain Run
Domenica scorsa è stata la volta della prima edizione della Val Gardena Mountain Run con alcuni atleti top, tra i quali Jonathan Wyatt e i fortissimi kenyani che hanno dominato sul Grossglockern una settimana fa. Alla gara gardenese erano iscritti 158 atleti: arrivati al traguardo 29 donne e 119 uomini. La partenza era nel centro di Ortisei con traguardo alla stazione a monte del Seceda e un dislivello di 1.247 metri per una lunghezza di 14,5 chilometri. Hanno dominato gli atleti kenyani. Tra gli uomini i due africani Kosgei (secondo nella gara austriaca) e Wangari sono partiti forte e fino al chilometro nove sono stati in testa. Il neozelandese Jonathan Wyatt (sei volte campione del mondo di corsa in montagna) è riuscito però a sorpassare Wangari, staccandolo al traguardo di un minuto e mezzo. Il vincitore Kosgei è arrivato in traguardo con il tempo 1h 07' 47'', Wyatt 1h 09' 55'' e il terzo classificato Wangari ha fermato il cronometro a 1h 11' 23''. Migliori altoatesini Thomas Niederegger e Hannes Rungger, rispettivamente quarto e quinto. Tra le donne prima classificata la kenyana Lucy Murigi (vincitrice sul Grossglockern) con un tempo di 1h 21' 35'', davanti ad Antonella Confortola (1h 24' 30'') e terza la britannica Anna Lupton (1h 33' 04''). Buon quinto e sesto posto per le altoatesine Anna Pedevilla e Birgit Klammer.
Il video della Dolomites Sky Race
Alcune entusiasmanti immagini della gara vinta da Kilian Jornet
Abbiamo seguito dal vivo tutte le fasi della gara con il nostro inviato Guido Valota. Abbiamo tweettato, commentato, scritto e fotografato. Ora è tempo di rivivere le emozioni di questa incredibile gara con il video ufficiale realizzato dall'ufficio stampa della Dolomites, in attesa del servizio ricco di approfondimenti tecnici che potrete trovare nel primo numero della rivista ad ottobre.
Pigoni vince il Cima Tauffi
Nella gara di 60 km secondo Vallosio e terzo Barnes
Cima Tauffi Trail: 60 km, 4.500 m D+. Appuntamento sabato scorso sull'Appennino modenese, a Fanano. La gara ha visto la vittoria di Matteo Pigoni (6h 18' 39'' - Atletica RCM) davanti a Sergio Vallosio (6h 33' 49'' - Team Salomon-Carnifast) e Pablo Barnes (6h 50' 29''). A seguire Cristiano Campestrin (Salomon-Carnifast), Eugenio Ducoli (Atletica Paratico), Giulio Piana (Cima Taufi Fanano), Girogio Toniolo (Salomon-Carnifast), Lara Mustat (prima donna con il tempo di 8h 2' 18'') e Michele Oriele Locatelli (Runners Bergamo).
Conclusa la prima tappa dei Rewoolution Raid Summer
A Bergamo vincono Pedini-Iret e Firefox
Si è conclusa ieri la prima tappa dei Rewoolution Raid Summer 2012, eventi sportivi multidisciplinari. Sabato 21 e Domenica 22 Luglio nella suggestiva cornice di Città Alta a Bergamo, 38 team si sono dati appuntamento per lo svolgimento di questa prima manche estiva. Armati di Road Book, a piedi o in sella alle mountain bike, tutti i partecipanti sono scattati allo start per affrontare la gara che si è svolta in uno scenario outdoor insolito ma non per questo meno emozionante: la ‘giungla urbana’ della città di Bergamo. Ogni team, costituito da tre persone ciascuno, si è cimentato in in un percorso misto di trail running e mountain bike, interamente in orienteering, alla ricerca dei Check Point disseminati sul territorio. Particolarmente avvincenti sono state le prove speciali che i team si sono trovati ad affrontare: l’arrampicata, la teleferica e la calata dalle mura; ma soprattutto il bag jump, novità assoluta nel format dei Raid firmati Rewoolution. Il Summer Raid ha messo così alla prova il coraggio di tutti i partecipanti, che si sono lanciati dalle mura di Città Alta, da un’altezza di 10 metri ca. per atterrare sul materassone gonfiabile. Ad aggiudicarsi la prima tappa Raid Summer per la categoria pro è stato il team Pedini-Iret (R. Mattioli - A. Visioli - M. Sartor) - che ha completato il percorso con un risultato finale di 01:41:03 - e per la categoria amatori il team Firefox che chiuso la sfida con 01:11:18. Un ottimo risultato che spingerà ancor di più i team a ripetere l’impegno anche nella prossima edizione di Nago-Torbole (22-23 Settembre) che potrebbe portarli all’ambito premio finale. Un viaggio in Nuova Zelanda, offerto da ZQ in collaborazione con Rewoolution, è infatti il premio che si aggiudicherà il team che avrà raggiunto la miglior classifica globale nelle due tappe estive. Non solo, anche un team estratto a sorte, naturalmente solo fra quelli che avranno preso parte ad entrambe le edizioni, volerà alla volta degli antipodi, alla scoperta del mondo della lana Merino.
Scarpa Minima
6 mm d’intersuola tra tallone e avampiede
Rappresenta l'interpretazione del minimalismo secondo Scarpa. Minima, novità 2013, è infatti destinata a un utilizzo agonistico off road, specie nei vertical, ad allenamenti sulle brevi distanze e a ripetute su sterrato. Alla tomaia in microfibra termosaldata e mesh abbina un’intersuola in Eva iniettata priva di effetto memoria con un differenziale di spessore tra tallone e avampiede contenuto in 6 mm. La suola si affida a un battistrada Vibram XS Trek, a mescola particolarmente morbida, con tasselli disposti in modo ampio, così da non trattenere fango e terriccio. Peso di 290 g (42 EU)
The North Face Hypertrack Guide
Door to trail dal peso ridotto
In arrivo nel 2013, beneficiano dell’esperienza maturata con le specialistiche Single Track Hayasa, destinate esclusivamente al trail running, ma sono adatte tanto alla corsa off road quanto all’utilizzo su asfalto (medie distanze). Con le super leggere (250 g) ‘sorelle’ condividono soluzioni tecniche quali la tecnologia Cradle, che abbina una zona di ammortizzazione in corrispondenza del tallone a inserti laterali in materiale più rigido per stabilizzare appoggio e rullata, plantare in Eva traforato, intersuola in Eva a doppia densità e tomaia in mesh e laminati di poliuretano termoplastico. Inserti, questi ultimi, di maggiore spessore ed estensione rispetto a Single Track Hayasa. Si candidano a modello dalla vocazione ‘universale’ grazie anche a un peso di 268 g nella misura 42 EU.
Le prime dichiarazioni dei protagonisti di Canazei
Kilian: 'Eravamo in dieci a giocarci la vittoria'
Kilian Jornet Burgada (1° classificato): «È stata una gara di altissimo livello, con i più forti al via, tranne Marco De Gasperi, che era ammalato. Eravamo almeno in dieci a giocarci la vittoria e tutti con la convinzione che chi ci fosse riuscito avrebbe centrato pure il record. E così è stato. Una gara bellissima su un percorso straordinario. Nel primo tratto di salita fino al Passo Pordoi eravamo in quattro nel gruppetto. Sui ghiaioni che portavano alla Forcella Pordoi mi sentivo bene, con le gambe leggere, a differenza di quanto era avvenuto venerdì al Vertical, e ho imposto il mio ritmo prendendo un vantaggio sugli avversari. Poi verso il Piz Boè alcuni passaggi si presentavano ghiacciati ed ho preferito non forzare, dando il tutto per tutto però in discesa. Contento anche perché le due gare fassane mi hanno consentito di guadagnare il primato nella classifica delle Skyrunner World Series».
Ionut Zinca (2° classificato): «Ho sofferto più del solito nella salita verso Forcella Pordoi, dove sono transitato sesto, e al Piz Boè, addirittura settimo. Poi ho dato il massimo in discesa, recuperando sugli avversari e arrivando secondo. Sono soddisfatto, anche perché sono arrivato a questa gara con troppi chilometri e dislivelli nelle gambe. Nell'ultimo mese e mezzo ho partecipato a numerose skyrace, a gare di orientamento e agli europei di corsa in montagna, e un po’ l’ho pagato».
Emelie Forsberg (1ª classificata): «Sono sorpresa da questo risultato, perché non pensavo di poter vincere e anche perché non sono abituata a salite così ripide. E poi addirittura stabilendo il record. Dalle mie parti le montagne hanno un'altra morfologia. Infatti fino al Piz Boè ho faticato, però ho stretto i denti cercando di non perdere di vista la Enman, che era davati a me. Dopo la cima più alta ho cercato di sfruttare la mia caratteristica di discesista ed ho superato la statunitense arrivando a braccia alzate al traguardo. Una discesa tecnica, ma non impossibile dove è possibile allungare, come quelle che piacciono a me».
Mireia Mirò (3° classificata): «Per me è stata una grande giornata, anche se non è arrivata la vittoria. Prima del via non avevo tante motivazioni, perché quest'anno non mi ero mai preparata su distanze oltre i 10 chilometri. Quando però sono transitata a Forcella Pordoi, con tantissima gente che applaudiva, dentro di me è scattata una nuova energia. Per un'atleta è davvero emozionante. Non potevo fermarmi e così ho proseguito con determinazione. Chi mi ha preceduto in questo momento è più forti e ha meritato il podio. Per quanto mi riguarda sono davvero soddisfatta di come ha risposto il mio ginocchio infortunato, che ha retto bene, nonostante una botta rimediata in una caduta. Proprio per queste sensazioni da questo momento parte la vera stagione per me».
Gil Pintarelli (primo italiano): «Sono soddisfatto della mia prova e di essere risultato il primo degli italiani. D'altronde con questi mostri presenti oggi era impensabile arrivare prima. Benché il mio migliore risultato nella Dolomites SkyRace sia un dodicesimo posto, dal punto di vista cronometrico, quella di quest'anno è la mia migliore prestazione a questa gara. Analizzando la mia gara sono stato molto regolare, utilizzando i bastoncini fino a Forcella Pordoi. Mi sono trovato molto bene nei tratti tecnici, meno nei pianori. Una grande fatica ma tanta soddisfazione».
Michele Tavernaro (secondo italiano): “E' stata una giornata storta, sin dalle prime battute non riuscivo ad ingranare. Al Passo del Pordoi ho provato a rallentare il ritmo con la speranza di carburare meglio ed invece non è servito a nulla. Ho faticato troppo e non sono riuscito ad essere fluido nella corsa. Peccato, ma fa parte delle competizioni avere un giorno negativo. Alla fine guardando il tempo non è poi male, pur essendo lontano dal mio record personale, visto che sono anche il secondo miglior italiano, ma non può bastare”.
Paolo Larger (terzo italiano): “Sto vedendo la luce dopo alcune stagioni di sofferenza. Non ho nelle gambe tanti chilometri quest'anno, ma gara dopo gara continuo a migliorare soprattutto perché i miei problemi tendinei sembrano essere risolti. Ho sentito qualche dolore nella parte finale della discesa, ma rispetto a qualche mese fa mi sembra di essere un'altra persona. E' poi significativo il fatto che ho ottenuto un tempo simile a quello dell'edizione del 2000, la mia prima a Canazei. Allora mi piazzai terzo, quest'anno 19esimo. Tanto per far capire come sia aumentato il livello di questo sport”.
Ieri la prima tappa dei Rewoolution Raid Summer
38 team al via a Bergamo
38 team, di cui 16 della categoria Pro e 22 del gruppo Amateur, si sono dati appuntamento ieri mattina presso il Campo Base La Fara, per la prima giornata Rewoolution Raid Summer nella tappa di Bergamo. Dopo la consegna dei pacchi gara ed il briefing di rito per tutti, i team Pro si sono spostati a San Pellegrino per la partenza alle ore 14:00. Hanno affrontato un percorso misto di mountain bike e trail running per raggiungere Bergamo, raccogliendo punti grazie ai vari check point ed alla prova speciale di oggi: un'arrampicata su parete di roccia. La partenza dei team Amateur, prevista per le ore 17:00, ha dato un assaggio dello spirito Outdoor del format multidisciplinare dei Raid. Nonostante la pioggia, tutti i team erano pronti alla sfida e sono partiti con entusiasmo in sella alle mountain bike. Anche per loro il percorso della giornata di Sabato è stato disseminato di vari checkpoint, disposti nel territorio di città alta e del Parco dei Colli. Tutti i team hanno affrontato anche una parte del percorso in notturna, per gli ultimi checkpoint della giornata. I team in testa alla classifica cercheranno oggi di consolidare il loro vantaggio avvantaggiandosi delle prove speciali (bagjump, teleferica e calata dalle mura) e del photo contest per guadagnare l'ambito premio: un viaggio in Nuova Zelanda offerto da Zque e Rewoolution, alla scoperta del mondo della lana merino.
Dolomites da record
Battuti i tempi di Kosovelj e Confortola
Il re è nuovamente lui, Kílian Jornet. Il fortissimo scialpinista e skyrunner catalano ha fatto propria l’edizione numero 15 della Dolomtes SkyRace, battendo il record che deteneva dal 2007 Mitja Kosovelj, salito comunque sul terzo gradino del podio. Le condizioni meteorologiche finalmente ideali hanno riportato i 758 iscritti sul tracciato originale di questa selettiva competizione, dopo tre edizioni nelle quali gli organizzatori avevano dovuto modificare il tracciato per tutelare l’incolumità degli atleti, e il tempone è arrivato puntuale insieme ad una bellissima giornata di sole.
KILIAN RECORD - Jornet ha limato di 4 minuti e 18 secondi il primato precedente, fissando così uno splendido 2h01’52” nell’albo d’oro accanto al proprio nome. Un successo conquistato in una gara di altissimo livello, che ha visto al via tutti i più grandi interpreti del mondo della specialità e non ha tradito le attese. Nemmeno in campo femminile, dove a trionfare è stata la svedese Emelie Forsberg, anche lei capace di abbassare il limite precedente (detenuto da Antonella Confortola) di ben 4 minuti e 9 secondi: 2’26”00 il suo riscontro cronometrico. Non è un caso, probabilmente, che i due vincitori siano anche gli attuali leader delle Skyrunner World® Series.
PARTERRE DE ROI - Una quindicesima edizione, dunque, che ha infranto tutti i record possibili, quelli del percorso e quello in fatto di partecipanti, visto che fra il Vertical e la Dolomites SkyRace è stata sfiorata quota 1000.
Kilian ha preceduto lo spagnolo - romeno Ionut Zinca, già vincitore alla Stava Sky Race 2012, di 4 minuti e 39 secondi e, appunto, lo sloveno Mitja Kosovelj di 5 minuti e 6 secondi. In piazza Marconi, a Canazei, è poi giunto il vincitore dell’edizione 2011 Luis Alberto Hernando Alzaga, seguito dal francese Matheo Jacquemoud, classe 1990, una delle grandi promesse di questa disciplina. Ma vale la pena scorrere anche il resto dell’ordine di arrivo, visto il blasone dei nomi che seguono, gente come Tofol Castanyer, Tom Owens, Miguel Caballero Ortega (secondo nel 2011), Roc Amador Augustì. Il primo degli italiani è il trentino di Pergine Valsugana Gil Pintarelli, 17°, seguito a breve distanza dal primierotto Michele Tavernaro, dal fiemmese Paolo Larger e dal friulano Fulvio Dapit, giunti a Canazei in fila.
In campo femminile hanno accompagnato Emelie Forsberg sul podio la statunitense Kasie Enman, capace a sua volta di abbassare il record della Confortola, e Mireia Mirò, regina nel 2011. Staccate, ma comunque soddisfatte, Blanca Maria Serrano e l’italiana Silvia Serafini, quinta a 9 minuti e 39 dalla vincitrice. Ottavo posto, invece, per Emanuela Brizio, vincitrice della recente Stava Sky Race.
LA CRONACA - Alla partenza, alle 8,30 del mattino, si erano presentati in 758. Di impatto la vista offerta da Piazza Marconi nel momento in cui il serpentone si è messo in movimento verso il Passo del Pordoi, dove i primi sono giunti dopo 36 minuti. Davanti a tutti si è presentato il colombiano Saul Padua Rodriguez, uno specialista della salita, come ha dimostrato il secondo posto nel Vertical di venerdì, seguito da Ionut Zinca e Tofol Castanyer. Due minuti dopo è sopraggiunto un drappello con otto atleti, fra i quali Owens e Caballero Ortega. In campo femminile arriva per prima Kasie Enman, due minuti prima di Emelie Forsberg e Mireia Mirò.
Pubblico da grande evento con quasi 300 persone a fare il tifo a Forcella Pordoi, a quota 2.849, dove transita davanti a tutti Jornet, anche a Padua Rodriguez. Kosovelj, Roc Amador e Alzaga transitano a un solo minuto, il francese Jacquemoud a 2’30”. Fra le ragazze sono invariate le distanze fra Enman e Forsberg, che attende prima di sferrare l’attacco. L’ultimo sforzo in ascesa porta gli atleti ai 3.152 metri di quota del Piz Boè, dove un centinaio di spettatori, per nulla timorosi di sfidare gli 0 gradi di temperatura (-4 nel corso della notte), li attendono per incoraggiarli prima della lunga discesa. Kílian Burgada lo raggiunge dopo un’ora e 17, seguito da Kosovelj a un minuto e mezzo, Roc Amador due minuti e mezzo, poi ecco Jacquemoud, Padua, Alzaga e Zinca con Castanyer. La Enman gestisce un minuto di margine su Mireia Mirò e uno e mezzo su Forsberg, tre su Serrano.
LA CADUTA DI PADUA - Comincia la discesa: ecco il rifugio Boè, poi i gradoni e la Val Lasties, vero terreno di battaglia dove in genere si decide il vincitore. Nel primo tratto Padua Rodriguez scivola e si infortuna, chiamandosi fuori dai giochi (arriverà dolorante a 24 minuti dal primo). Alla fine della Val Lasties Burgada vanta cinque minuti su Zinca, che nel frattempo è volato sopra quattro concorrenti impadronendosi del secondo posto; lo tallona Kosovelj. In campo femminile Emelie Forsberg ha lanciato l’attacco ed è già davanti a tutte, per l’esattezza un minuto su Mirò ed Enman.
Siamo ormai alle battute conclusive. A Pian de Schiavaneis Jornada ha già in tasca la vittoria e sente il profumo del record. Ionut Zinca lo segue a 3 minuti, tallonato da Kosovelj, poi sfilano gli altri, non ancora nell’ordine che verrà stampato sulle classifiche finali. Alzaga deve ancora superare Jacquemoud, Kuhar deve ancora scivolare al 13° posto, però i giochi sono ormai fatti.
Una piazza piena di spettatori accoglie la cavalcata finale di Kílian Jornet i Burgada, che corona il weekend fassano con il doppio primato nelle Skyrunner World® Series: re nella specialità vertical e nell’assoluta, sua già nel 2007, 2008 e 2009. Il secondo lo condivide con Emelie Forsberg.
GUARDA LA MAGNIFICA FOTO-GALLERY
Camp Trail Vest Light
320 g per lo zaino gilet
Nasce per il trail running con l’obiettivo di garantire vestibilità e comfort parificabili a un gilet. Camp Trail Vest Light è caratterizzato da inedite fibbie ad apertura facilitata, azionabili con un un’unica mano, e da un vano principale con capienza di 10 litri. Schienale e spallacci sono in rete. Non mancano 2 tasche porta borraccia e 4 tasche destinate agli accessori. La cinghia sternale è corredata di fischietto d’emergenza. Tra le particolarità spicca un doppio sistema di trasporto dei bastoncini, del tipo sia ‘a sonda’ sia telescopici, che ricorda le soluzioni adottate dagli zaini Camp da scialpinismo. Disponibile in tre misure, pesa 320 g (taglia M) anziché i 365 g del predecessore Trail Vest 10.
Il video ufficiale del vertical di Canazei
Un filmato per rivivere le emozioni
Ecco il video ufficiale del Vertical Kilometer di ieri a Canazei, vinto dallo sloveno Nejc Kuhar e da Antonella Confortola. Buona visione!
Vertical Kilometer 2012, le dichiarazioni del dopo gara
Kuhar: 'l'idea di avere battuto un fuoriclasse mi fa venire i brividi'
NEJC KUHAR - «Fantastico. Non pensavo di andare così forte sono proprio felicissimo. L'idea di aver battuto un fuoriclasse come Burgada mi fa venire i bridivi. Mi sentivo in forma ed ho provato ad attaccare e quando ho visto che gli avversari non rispondevano ho pensato di potercela fare. Poi però ho visto arrivare come un missile il colombiano che però fortunatamente ha gestito male le sue energie. Nel finale ho dato il tutto per tutto, riuscendo a vincere»
ANTONIO SAUL PADUA - «Non è andata come pensavo. Nell'ultimo tratto non avevo più energie, seguendo il sentiero invece di tagliare verso il traguardo. Quando me ne sono accorto era troppo tardi. Peccato».
KILIAN JORNET - «Vengo da quindici giorni di gare e allenamento intenso e le gambe nella seconda parte di gara erano imballate. Sono partito subito con un buon ritmo staccando gli avversari, poi si sono fatti sotto in due, fino a quando Kuhar ha deciso di allungare e non sono stato in grado di rispondere. Ho cercato di non sforzare anche per non compromettere la gara di domenica. Va bene così. Non ho rimpianti sulla mia tattica di gara».
ANTONELLA CONFORTOLA - «Sono davvero soddisfatta di questa vittoria. Non pensavo a battere il mio record, per me questo vertical era un test importante per verificare la mia condizione. Era mia intenzione non attaccare subito perché solitamente pago lo sforzo iniziale, ma quando ho visto che Mireia non riusciva a tenere il mio ritmo ho pensato a gestirmi. Per quanto riguarda la Dolomites SkyRace di domenica non so ancora se parteciperò. Da una parte il richiamo è forte, dall'altra si tratta di una gara lunga e con tante discese dove fatico sempre. Più no che sì».
MIREIA MIRO' - «Sapevo che Antonella è più in forma di me nel vertical e ho pensato esclusivamente a gestire le mie energie, anche perché ho sempre il ginocchio che mi da fastidio. Ho comunque cercato di tenere un ritmo alto e alla fine sono soddisfatta. Spero di fare una buona Dolomites SkyRace domenica».












