Il mondo dello sci estremo piange per Remy Lecluse
La guida alpina francese dispersa nella valanga al Manaslu
Nella valanga che ha colpito domenica mattina il campo 3 sul Manaslu, in Nepal, risulta disperso lo sciatore estremo e guida alpina di Chamonix Rémy Lécluse. Lecluse, insieme a Greg Costa e Glen Plake, voleva scendere sci ai piedi dagli 8.156 metri della vetta. La valanga che ha colpito domenica il campo 3, quando sulla montagna c'erano 231 scalatori e sherpa, ha ucciso nove persone e sei risultano ancora disperse con speranze di sopravvivenza pari a zero. Rémy Lécluse, 48 anni, era uno dei più forti sciatori estremi. Al suo attivo più di 500 discese e 64 prime nelle Alpi, Ande, sull'Atlante, In Nepal e in India. «Certi pensano che sia pazzo, io scio dove gli alpinisti sognano di arrampicare» amava dire la guida alpina di Chamonix che spesso divideva con i suoi clienti la gioia delle discese estreme. Risulta disperso anche Greg Costa, mentre è sopravvissuto con qualche livido e un dente perso il freerider statunitense Glen Plake. Plake ha raccontato che Greg era in tenda con lui e si sono ritrovati nel giro di pochi minuti a oltre 200 metri di distanza. Lo statunitense ha subito visto tutto quello che era all'interno della tenda tranne Greg. La valanga ha ucciso anche l'alpinista italiano Alberto Magliano.
Sabato al via la Scaldagambe
Nella classica gara a coppie favoriti Zemmer e Larger
Si chiama Scaldagambe, si corre sabato prossimo in Val di Fiemme, a Tesero, a partire dalle 14,30 su un percorso di cinque chilometri con 900 metri di dislivello. La Scaldagambe, quarta tappa del La Sportiva Vertical Trophy, è una gara a coppie (maschili, femminili, miste, ragazzi/e) che vedrà in pista la coppia favorita Urban Zemmer/Paolo Larger ma anche Dario Steinacher e Gianfranco Marini, Christian Varesco e Stefano Gardener e tra le donne Nadia Scola e Jennifer Senik. Probabile anche una coppia Marco Facchinelli/Davide Pierantoni.
Kilian in gara dove non ha mai vinto
Sembra incredibile ma nel suo palmarès manca Cavalls del Vent
Sabato prossimo, sui Pirenei, si correrà la 'ultra' Cavalls del Vent, penultimo appuntamento del calendario Ultra SkyMarathon Series (gran finale alla Course des Templiers). Una gara dura (84 km e 12.000 metri di dislivello cumulato), una gara che vedrà al via, contrariamente ai programmi comunicati a inizio stagione, anche Kilian Jornet Burgada. Il catalano qui non ha mai vinto perché nelle due precedenti partecipazioni si è ritirato per problemi fisici. Con Kilian in gara tantissimi big: Anna Frost, Tòfol Castañer, Joe Grant, Miguel Heras, Dakota Jones, Núria Picas, Emma Roca, Terry Conway e Anthon Kupricka tra gli altri. Una gara da non perdere.
Conclusi i Rewoolution Raid Summer
Pedini-Iret primi nel ranking, a Tendaggi Fariello la tappa
Si è conclusa ieri la seconda e ultima tappa dei Rewoolution Raid Summer 2012, eventi sportivi multidisciplinari. Sabato 22 e
domenica 23 settembre 57 team si sono dati appuntamento presso il campo base per lo svolgimento di questa tappa di chiusura, nel territorio dell’Alto Garda. Ogni team, costituito da tre persone, si è cimentato in un percorso misto di trail running e mountain bike, in orienteering, alla ricerca dei check point disseminati sul territorio. I team pro hanno inoltre affrontato un avvincente tratto in kayak durante la prima giornata, mentre tutti i partecipanti hanno pernottato in tenda presso il rifugio Altissimo (2090 metri), per poi ripartire la mattina della seconda giornata. Particolarmente emozionante è stata la prova di calata che le squadre hanno dovuto
affrontare nella giornata di domenica: una discesa di oltre 60 metri.
VITTORIA DI TAPPA - Ad aggiudicarsi la seconda tappa Raid Summer per la categoria pro è stato il Tendaggi Fariello Team 2 (R. Zanolli, T. Valduga, G. Banal) - che ha ha ritirato anche il primo premio per la categoria shop e per la categoria amatori il team Carpentari by Fabio (G. Casagrande, P. Macconi, A. Micheletti). Il primo team femminile a completare il percorso, nella categoria pro, è stato il Team Pedini-Iret Women (S. Zarotti, S. Varotti, F. Zacchia).
BIGLIETTO PER LA NUOVA ZELANDA - Ad aggiudicarsi il viaggio in Nuova Zelanda, offerto da ZQ in collaborazione con Rewoolution, il team in testa alla classifica globale nelle due tappe estive Team Pedini-Iret (R. Mattioli, A. Visioli, M. Sartor) insieme a un team estratto a sorte tra quelli che hanno partecipato ad entrambe le tappe, il team Firefox (C. S. Fossati, U. Rossoni, G.
Semperboni). I sei fortunati voleranno alla volta degli antipodi, alla scoperta del mondo della lana Merino di Rewoolution, activewear Made in Italy 100%
Bazzana e Serafini campioni italiani Ultra Skymarathon
I due atleti hanno anche battuto il record di gara
Il quarto Trail Oulx ha assegnato ieri in Val Susa (To) i titoli italiani individuali e per team della Ultra SkyMarathon® indetti dalla Fisky (Federazione Italiana Skyrunning). Le tre gare in programma (50, 23 e 11 km) hanno visto la partecipazione di circa 440 atleti. Un grande successo per gli Oulx Trailers a cui si è aggiunta una presenza di pubblico degna delle grandi occasioni. Il livello dei partecipanti, sia in campo maschile che femminile, ha dato origine a una gara avvincente e combattuta in tutte le sue fasi. Tra gli uomini, i primi cinque atleti della 50 chilometri (2.600 m D+) sono scesi sotto il record delle scorso anno ottenuto da Daniele Fornoni in 4h 57’ 46’’. Il nuovo record della gara è stato stabilito da Fabio Bazzana (Valetudo Skyrunning Italia) in 4h 40’ 18’’. Tra le donne, le prime tre classificate sono scese sotto il record delle scorso anno ottenuto da Marina Plavan e Annalisa Diaferia in 6h 21’ 43’’. Il nuovo record femminile è stato stabilito da Silvia Serafini (Team Salomon Carnifast) in 5h 15’ 51’’.
LA CRONACA - La gara ha visto una sfida a tre fin dalle prime battute con Fabio Bazzana, Paolo Bert (Team Nuovi Traguardi) e Daniele Fornoni (Cuore da sportivo) indiscussi protagonisti. Nel finale Bazzana ha avuto la meglio su Bert chiudendo la prova con un vantaggio di 11’ 56’’. Terzo Fornoni a 13’ 31’’ e a seguire, nei primi cinque, Stefano Ruzza (Valetudo Skyrunning Italia) a 15’ 43’’, Sergio Vallosio (Team Salomon Carnifast) a 16’ 11’’ e Marco Zarantonello (Team Salomon Carnifast) a 22’ 23’’.
UNA DONNA SOLA AL COMANDO - Diverso l’epilogo femminile con la vittoria di Silvia Serafini che ha condotto la gara fin dalle prime battute. Per lei un vantaggio di 34’ 55’’ su Daniela Bonnet (GSAM Torre Pellice) e di 35’ 05’’ su Cecilia Mora (Valetudo Skyrunning Italia). Il titolo italiano per team è stato conquistato dal Team Salomon Carnifast con un tempo finale di 20h 26’ 39’’ seguito da Valetudo Skyrunning Italia in 20h 40’ 54’’ e da I Run for Find The Cure in 25h 48’ 36’’.
Classifica Uomini 50 km Fabio Bazzana (Valetudo Skyrunning Italia) 4h 40’ 18’’ Paolo Bert (Team Nuovi Traguardi) 4h 52’ 14’’ Daniele Fornoni (Cuore da Sportivo) 4h 53’ 49’’
Classifica Donne 50 km Silvia Serafini (Team Salomon Carnifast) 5h 15’ 51’’ Daniela Bonnet (GSAM Torre Pellice) 5h 50 ’46’’ Cecila Mora (Valetudo Skyrunning Italia) 5h 50’ 56’’
Classifica Team 50 km Team Salomon Carnifast Valetudo Skyrunning Italia I Run for find the Cure
Dettaglio Team
Team Salomon Carnifast
Sergio Vallosio 4h 56' 28''
Marco Zarantonello 5h 2' 30''
Filippo Canetta 5h 11' 50''
Silvia Serafini 5h 15' 51''
TOT 20h 26' 39''
Valetudo Skyrunning Italia
Fabio Bazzana 4h 40' 18''
Stefano Ruzza 4h 56' 01''
Claudio Garnier 5h 13' 39''
Cecilia Mora 5h 50' 56''
TOT 20h 40' 54''
I Run for Find the Cure
Ivan Pesce 5h 50' 36''
Marco Beretta 6h 06' 59''
Giacomo Fornelli 7h 22' 50''
Bellotto Cecilia 6h 28' 11''
TOT 25h 48' 36''
Vertical Val dal Vent: vittoria a Philip Goetsch
Secondo, per una volta, Urban Zemmer
La sua presenza era il maggior elemento d'interesse del Vertical Val dal Vent di ieri a Moena (Tn). Per una volta Urban Zemmer non ce l'ha fatta. Abituato a frantumare tutti i record, l'altoatesino ha dovuto cedere il passo a Philip Goetsch (39' 12''), mentre sul terzo gradino è salito Mario Facchinelli (40' 01''). Zemmer ha fermato il cronometro su 39' 50''. Sul podio femminile, nell'ordine, Francesca Rossi (49' 23''), Nadia Scola (52' 03'') e Clara Bettega (53' 33'').
Valanga sul Manaslu, tra i superstiti anche Glen Plake
Purtroppo tra le vittime un italiano, Alberto Magliano
Una enorme valanga ha investito le spedizioni che stanno affrontando il Manaslu, in Himalaya. I dispersi sono almeno 14. Tra le varie cordate nella zona anche alcuni nomi noti dell'alpinismo e dello sci estremo, tra i quali il freerider statunitense Glen Plake e gli alpinisti italiani Silvio 'Gnaro' Mondinelli e Marco Confortola, per fortuna sopravvissuti e illesi. Risulta tra i dispersi invece la guida alpina e sciatore stremo di Chamonix Rémy Lècluse.
LA MORTE DI ALBERTO MAGLIANO - Chi non ce l'ha fatta, purtroppo, è l'alpinista italiano Alberto Magliano, triestino classe 1945. La notizia è stata confermata dal consolato italiano a Calcutta. La ricostruzione, riportata da tutti i principali quotidiani, parla di un seracco di ghiaccio che si sarebbe staccato prima dell'alba dal fianco della montagna e cadendo avrebbe provocato una valanga che si è abbattuta sul campo base n.3 del Manaslu, che si trova a 7.000 metri di quota, travolgendo i membri della spedizione che stavano dormendo nelle loro tende. In un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport Mondinelli ha provato a spiegare la morte di Magliano ipotizzando che «probabilmente la tenda di Alberto era più pesante della nostra dato che conteneva anche delle bombole di ossigeno e quindi il peso le ha impedito di saltar fuori dalla slavina». Intanto proseguono i lavori di ricerca degli scomparsi e i soccorsi ai feriti.
PROSEGUONO I LAVORI DEI SOCCORRITORI - Gli elicotteri sono al lavoro nel luogo dell'incidente per recuperare i cadaveri affiorati, organizzando il recupero di quelli ancora sotto la neve, e trasferendo i feriti, fra cui almeno cinque tedeschi, in ospedali di Khatmandu.
A questo link un report completo, in inglese: daily.epictv.com
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Trail di Oulx: in palio i titoli individuali e per team
Appuntamento domenica nella localita' piemontese
Domenica 23 settembre il Trail di Oulx, in Val Susa (To), giunto alla quarta edizione, assegnerà i titoli italiani della specialità Ultra Skymarathon®. Oltre a quelli individuali, la Fisky-Csen assegnerà per la prima in ambito nazionale anche i titoli per team. Ad iscrizioni ancora aperte, sono quasi 350 gli atleti iscritti a una delle tre prove in programma (50, 23 e 11 km) in rappresentanza di oltre 50 team. La prova valida per il Campionato Italiano di Ultra Skymarathon® si svolgerà su un percorso di 50 chilometri e 2.400 metri di dislivello positivo, fino ai 2.700 metri del Colletto del Vin Vert. Al via, anche i vincitori della passata edizione, Daniele Fornoni e Annalisa Diaferia. Per i team, la formula per l’assegnazione del titolo italiano prevede la somma dei tempi dei primi tre uomini e della prima donna in classifica.
I possibili protagonisti
Courmayeur Trailers: Federica Caudatella, Marco Bethaz, Pierre Oddone, Valter Seris e Edoardo Sirchia.
Cuore da Sportivo: Daniele Fornoni, Luca Bartolini, Ivan Negro, Fabio Pozza
Team Nuovi Traguardi: Paolo Bert, Roberto Morello, Claudio Pons
Team Salomon Carnifast: 16 atleti nella 50 km. Per il top team, Silvia Serafini, Virginia Oliveri, Pablo Barnes, Davide Ansaldo, Filippo Canetta, Sergio Vallosio, Marco Zarantonello più i due giovani promettenti Giulio Ornati e Fabio Toniolo.
Valetudo Skyrunning: Cecilia Mora, Fabio Bazzana, Claudio Garnier e Stefano Ruzza.
Vialattea Trail: Annalisa Diaferia, Valentino Tancini, Nico Valsesia
I Run for Find The Cure: il progetto sportivo volto alla solidarietà sociale, sarà presente con 12 atleti
Altri team rappresentativi: Atletica Vallescrivia, Base Running, Gruppo Sportivo Murialdo, Alpini Druento.
Camandona, questione di programmazione
Dodicesimo al TDG 2012, ha fatto tesoro degli errori dell'anno scorso
«Non condivido nulla di quello che ha detto Saroglia, tranne il fatto che la gara andava fermata per tutti i runner, anche i primi cinque» esordisce così Marco Camandona, alla seconda partecipazione al Tor des Geants, dodicesimo al traguardo di Courmayeur. Camandona si riferisce alle polemiche dopo che il runner piemontese è stato classificato sesto nonostante il tempo attualizzato fosse inferiore a quello del quinto classificato Colle, arrivato tra i primi cinque atleti, che non sono mai stati fermati, Le due interruzioni hanno influenzato anche la gara della guida alpina valdostana e 'anima' del Tour du Rutor: «Sicuramente quella di Valtournenche, perché l'interruzione è arrivata quando avevo dormito e mangiato e stavo per partire, poi quando siamo usciti dal rifugio e la corsa è ripartita, eravamo in sette o otto. Mi sembrava di essere a inizio gara; anche la seconda interruzione è arrivata quando ero appena uscito dal posto tappa. È chiaro che in una gara così lunga, dove la programmazione conta moltissimo, queste pause ti cambiano i programmi; fino alla prima interruzione la mia gara era andata secondo le previsioni».
AL SECONDO ANNO - Gli chiediamo se la partecipazioni all'edizione dell'anno scorso lo ha aiutato a preparare e gestire la gara. «Certo, moltissimo - risponde con convinzione Camandona - quest'anno sono arrivato molto preparato, a quasi tutti i posti tappa avevo il podologo e il fisioterapista e mi facevo sistemare i plantari. Per questo non ho avuto i problemi ai piedi che l'anno scorso mi hanno costretto al ritiro. Sono contento della mia prestazione, forse senza quelle pause, senza quei riposi così lunghi sarei andato anche meglio, però condivido le decisioni perché, essendo organizzatore di gare, dico che la sicurezza viene prima di tutto». Camandona ha la ricetta giusta per affrontare una gara endurance massacrante come il Tor: «In una gara come questa conta la regolarità, la programmazione, bisogna fermarsi il giusto tempo a mangiare, alimentarsi bene, dormire, è tutta questione d'equilibrio».
UTMB, erano tre i percorsi alternativi
La direzione di gara ipotizzo' anche una competizione in due tappe
A meno di un mese dalla fine dell'Ultra-Trail du Mont Blanc sono filtrate alcune indiscrezioni sulle ore che hanno portato alla decisione di un percorso alternativo per la gara principale. Le opzioni di percorso, in particolare, erano tre. Una prima prevedeva il percorso normale attraverso il colle della Croix du Bonhomme e il Col de la Seigne con il traguardo a Courmayeur, perché non era possibile garantire la sicurezza al Grand Col Ferret. In questo caso la gara avrebbe avuto 4.250 metri di dislivello per una lunghezza di 77 chilometri. La seconda opzione prevedeva l'itinerario Chamonix-Les Contamines-Chamonix poi un transfer a Orsières e una seconda tappa Orisères-Champex-Chamonix: 55 chilometri il primo giorno e 50 chilometri il secondo. La terza opzione, quella scelta, ha visto oltre 100 chilometri e 6.000 metri di dislivello sotto quota 2.000. Soluzione preferita perché preservava il concetto di ultra-trail in un'unica tappa e arrivo e partenza sotto l'arco di Place du Triangle de l'Amitiè.
Tutti a Falcade a fine novembre
Gli azzurri dello scialpinismo in ritiro in Veneto a inizio stagione
Appuntamento sulla neve dal 22 al 25 novembre. È confermato il tradizionale raduno di inizio stagione della nazionale italiana di scialpinismo a Falcade, in Veneto. A darci la notizia il direttore tecnico degli azzurri Oscar Angeloni: «Non è ancora confermato ma probabilmente con noi ci saranno anche gli atleti di Austria e Germania» ci ha detto il selezionatore azzurro in occasione dell'incontro organizzato lunedì scorso ad Affi da Fiera Bolzano-Prowinter. L'appuntamento di inizio stagione però rischia di sovrapporsi alla prima uscita agonistica che dovrebbe coincidere con un meeting giovanile organizzato nel comprensorio dell'Adamello. Ci saranno gli italiani?