Aziende e sensibilita' ambientale
La Sportiva North America aderisce a The Conservation Alliance
Dopo le certificazioni ISO e la membership Bluesign della casa madre italiana, la divisione americana "La Sportiva North America" compie un ulteriore passo verso la sostenibilità.
La Sportiva North America ha aderito a The Conservation Alliance, organizzazione di aziende del settore outdoor americano, il cui scopo primario è la tutela dell'ambiente.
«Il nostro business si basa su ambienti incontaminati dove praticare attività outdoor», afferma Jonathan Lantz, presidente di La Sportiva North America. «Siamo quindi orgogliosi di unirci agli altri marchi outdoor che sostengono The Conservation Alliance e che mirano a proteggere e salvaguardare i luoghi in cui amiamo praticare attività all’aria aperta. È un contributo importante e siamo sicuri sarà ben speso».
La Sportiva si aggiunge alle 185 aziende associate che compongono The Conservation Alliance, che nel 2012 ha erogato 1,3 milioni di dollari in borse di studio a gruppi di lavoro impegnati nella protezione dell'ambiente. Fin dalla sua istituzione, nel 1989, The Conservation Alliance ha sostenuto con più di 11,2 milioni di dollari numerose associazioni distribuite in tutto il Nord America, contribuendo a salvare più di 42 milioni di ettari di terre incolte; proteggere 2.748 miglia di fiumi, interrompere o rimuovere 25 dighe; istituire cinque riserve marine; rilevare nove aree di arrampicata.
Oltre a The Conservation Alliance, La Sportiva partecipa attivamente all'Outdoor Industry Association e alla Renewable Choice Energy. Per ridurre ulteriormente l'impatto ambientale del sistema industriale, La Sportiva è costantemente alla ricerca di nuove tecnologie e materiali che consentano di ottenere le migliori calzature e i migliori capi con la minima quantità di energia, risorse e acqua.
La Sportiva è inoltre certificata ISO 9001, ISO 14000 ed è partner Bluesign.
Tour Monviso Trail - dal progetto alla realta'
Trail l'1 settembre 2013. Iscrizioni aperte dal 15 aprile
Definito l’assetto organizzativo istituzionale (Parco del Po Cuneese) ed operativo (Comitato tecnico – organizzativo), il Tour Monviso Trail entra nella fase realizzativa con l’apertura ufficiale delle iscrizioni previste tramite il sito Wedosport dall’imminente lunedì 15 aprile.
La data individuata per la circumnavigazione del Re di Pietra è il 1° settembre e la “location” per partenza ed arrivo il concentrico del Comune di Crissolo.
Tutte le informazioni sul sito www.tourmonvisotrail.it
La grande aspettativa del popolo dei Trailer e la necessità di stabilire un numero massimo di partecipanti consigliano una scelta tanto meditata quanto tempestiva da parte degli appassionati.
MARCIA DI AVVICINAMENTO - Una proposta di tabella di avvicinamento all’appuntamento con il Monviso?
Domenica 28 Aprile a Brossasco (Cn) il Vallevaraitatrail – Campionato Regionale di Corsa in Montagna “Lunghe Distanze) – Info sito www.valvaraitatrail.it
Domenica 5 Maggio a Villar di Bagnolo P.te (Cn) il Memorial Maurino – Gara Regionale di Corsa in Montagna – Info: www.podisticavalleinfernotto.it
Sabato 25 maggio a Forno Canavese (To) il Trail del Monte Soglio – Info: www.trailmontesoglio.it
Domenica 26 Maggio a Barge (Cn) Barge – Montebracco – Sulle orme dei Trappisti – Campionato provinciale di Corsa in Montagna - Info: www.podisticavalleinfernotto.it
Domenica 2 Giugno a Crissolo (Cn) il Monviso Vertical Race – Campionato Regionale di Vertical Kilometer – Info: www.podisticavalleinfernotto.it
Domenica 9 Giugno a Angrogna (To) il Trail del Monte Servin – Info: www.sportclubangrogna.it
Domenica 14 Luglio a Bobbio Pellice (To) la 38° Tre Rifugi Val Pellice – Info: www.3rifugivalpellice.it
Varianti alla 'tabella' dettate da problemi logistici o di scelta personale sono permesse purché si rispetti la sostanza!
Segue riposo e recupero attivo ed il 1° Settembre: Buongiorno Monviso!!!
Tanta neve sul tracciato della Marmoleda Full Gas Race
Sabato si annuncia una grande sfida fra Kuhar e Beccari
Sopralluogo su gran parte del tracciato di gara per lo staff tecnico della Marmoleda Full Gas Race, la suggestiva competizione di scialpinismo sulla vetta regina delle Dolomiti, sul confine fra Trentino e Veneto, in programma sabato 13 aprile. In quota c’è tanta neve ma ad oggi, considerando anche le condizioni meteo in miglioramento, è confermato il percorso originale, ovvero 18 chilometri con partenza e arrivo da località Pian dei Fiacconi, ma soprattutto con un dislivello positivo di 2.100 metri. L’unica incognita è rappresentata dalla perturbazione prevista per venerdì, il giorno prima della gara, che potrebbe portare ancora neve in alto.
«L’obiettivo – spiega il presidente del Comitato Organizzatore Diego Salvador – è quello di riuscire a proporre il transito a Punta Penia (3.342 metri) che lo scorso anno fu all’ultimo momento tolto per questioni di sicurezza. Si tratta di un passaggio altamente spettacolare e affascinante, da dove si domina a 360 gradi su tutto l’arco alpino, e che rende speciale la nostra competizione».
In questi giorni i referenti delle quattro associazioni che organizzato la Marmoleda Full Gas Race, ovvero Ivano Ploner della Dolomites Sky Race, Oswald Santin della Sellaronda Skimarathon, Mauro Sommavilla della Bela Ladinia e Valerio Lorenzo del Bogn da Nia, assieme ad un gruppo di esperti, completeranno il lavoro di tracciatura.
Nel frattempo continuano a giungere iscrizioni, a partire da quella del vincitore dell’ultima edizione, lo sloveno del Team la Sportiva Nejc Kuhar e soprattutto del suo compagno in gare a squadre, ma rivale nelle competizioni individuali, Filippo Beccari, che in questi giorni sta approfittando della vicinanza dalla sua residenza abituale (Livinallongo) per aumentare le frequenze di allenamento proprio sul terreno che sabato ospiterà la kermesse. Fra gli attuali iscritti anche l’altoatesino di Colle Isarco Roberto De Simone, che nella scorsa edizione chiuse sul terzo gradino del podio, quindi Thomas Martini, trentino della Val di Non, e il rendenese Alex Salvadori che sono andati oltre ogni previsione domenica scorsa nell’Adamello Ski Raid e dati in grande forma. Della partita sarà anche il fiemmese Riccardo Dezulian, che dodici mesi fa fu vittima di un grave infortunio proprio alla Marmoleda, mentre le adesioni sono ancora aperte fino alle 15 di venerdì 12 aprile.
Le iscrizioni (quota 35 euro comprensiva di gadget e pranzo al rifugio Cima 11 dovranno essere effettuate on line sul sito www.marmoledafullgasrace.com. La cifra va versata sul conto corrente IT71V0814034520000009048949 presso la Cassa Rurale Val di Fassa e Agordino (Agenzia di Canazei), inviando copia del certificato medico e ricevuta del versamento al numero di fax 0462 606238. Il briefing tecnico è previsto per le ore 18 di venerdì 12 aprile presso la Scuola di Sci Canazei Marmolada in Streda del Piz, 12, dove è previsto anche l'ufficio gare.
Tornando al percorso di gara, dopo il via che verrà dato alle ore 8 presso il rifugio Cima 11 a quota 1.080 metri, i partecipanti affronteranno la prima salita di 1.185 metri di dislivello, che porterà gli atleti al primo cambio a quota 3.265 di Punta Rocca, per poi scendere fino a Pian dei Fiacconi (2.626 metri). A seguire un cambio pelli e partenza verso Punta Penia (3.342 metri) che è il punto più alto della competizione, nonché la cima più alta delle Dolomiti, con 716 metri di dislivello dell'ascesa. Seguirà poi una discesa tecnica fino a Col di Bous (2.160 metri) per poi risalire per circa 150 metri fino all'ultimo cambio pelli prima di tagliare il traguardo, previsto sempre al rifugio Cima 11. Lo scorso anno il vincitore della gara maschile Nejc Kuhar impiegò 1h41’39” su un tracciato leggermente più breve, mentre la prima donna Laura Besseghini fermò il cronometro sul tempo di 2h11’51”.
Marathon des Sables, Salaris terzo dopo due tappe
MdS Live - Tra le donne Arrigoni settima
Ecco spiegato il perché Ski-alper, che è prettamente una rivista di montagna, si è spinta fino nel cuore del Sahara marocchino: qui le montagne ci sono, eccome! Chi s’immagina il deserto come una distesa pianeggiante intervallata da dune sabbiose (gli Erg in lingua berbera) e mutanti si sbaglia di grosso. Gli 'jebel', come li chiamano da queste parti, sovrastano il panorama e dominano maestosi le enormi e desolate vallate sabbiose. La tappa di ieri, da Oued Tijekht a Jebel El Otfa, ha portato i concorrenti a scavalcare ben tre di queste montagne per una distanza complessiva di 30,7 km e un dislivello positivo finale assai considerevole.
PARTENZA VELOCE - La tappa è incominciata con un piatto di 7,5 km, dove gli atleti più forti hanno letteralmente lanciato la loro corsa. È stato uno spettacolo vedere i migliori della specialità dispiegare la propria falcata sul terreno sabbioso, un’azione potente ma al contempo leggera. In questo primo tratto non ci sono state dune di sabbia fine ma comunque il terreno è morbido e soffice. I primi assestano il loro ritmo attorno ai 4’15'' al km, tra questi il nostro Filippo Salaris secondo in classifica generale dopo la prima tappa. Parte fortissimo il Jordano Salameh Alqra, vincitore nella passata edizione e ieri attardato da problemi muscolari. Conosco Salameh da tre anni, ci scriviamo spesso, è un ragazzo simpatico, disponibile, con un sorriso affabile e contagioso. Quando lo vedi e parli con lui ti mette sempre di buonumore. Anche in gara è un atleta molto corretto. Dopo aver visto lo start mi dirigo veloce con il fuoristrada lungo il sentiero di gara fino a raggiungere i top a tre km dalla partenza. Salameh spinge forte, il suo respiro è affannato e si capisce subito che vuole recuperare cercando di dare il massimo. Lo seguono Mohamad Hansal con alle spalle il nostro Filippo Salaris che, con un atteggiamento accorto, si fa 'tirare' da Hansal e rimane alle sue spalle proteggendosi dal vento contrario. A seguire, la truppa dei migliori con lo spagnolo Capo Solare e gli altri forti marocchini. Passa Marco Olmo in ventesima posizione.
LE PRIME MONTAGNE - Dopo 7,5 km ecco la prima montagna, Jebel Hared Asfer, rocciosa e ripida. I primi la attaccano con falcata rapida e passo corto. Quando arrivo Olmo si mette nella sua classica posizione da montanaro vecchia maniera, busto ricurvo e mani conserte dietro alla schiena. Sale non solo il sentiero ma anche la temperatura, nel frattempo sono le nove del mattino e il sole incomincia a farsi sentire deciso. Un lungo passaggio in cresta regala ai concorrenti l’ennesimo panorama mozzafiato sulle vallate circostanti. Credo che ogni concorrente abbia pensato alla fatica ma anche a quanto ne sia valsa la pena. Un lunga discesa portai al Check Point 1 del 12 km. Nel frattempo lo spagnolo, forte della propria esperienza in montagna, ha scavalcato Salaris. Tra i primi troviamo anche Vincent Delabarre, vincitore di una edizione dell’UTMB, Cristoph Le Saux, secondo al Tor des Geant e il portoghese Carlos Sa, quarto all’UTMB 2012. Al quindicesimo km l’attraversamento di un Ohed (fiume secco), il Rheris, poco prima di attaccare la seconda montagna, Jebel Joua Baba. La salita al 15% di dislivello e un misto di sabbia e rocce, qualche centinaio di metri di una e poi dell’altra. Visto dal basso offre un incredibile colpo d’occhio. Nel frattempo il mio fuoristrada, condotto da Chaffeur Sahid, deve compiere qualche passaggio spericolato per riuscire ad uscire dal letto del fiume nel quale ci eravamo incanalati anche noi. Alzo la testa e vedo gli atleti in alto correre sulla cresta rocciosa, segnalata nel Road Book come uno dei passaggi più tecnici di tutta la gara. Una volta ridiscesi a valle altri 6 km di piatto portano gli atleti al Check Point 2. Le posizioni tra i top runner sono quelle che si manterranno fino all’arrivo. Mi fermo circa un’ora e mezza al CP2, a memoria della mia MdS 2010 come concorrente, lo ricordo come uno dei punti più critici di tutta la competizione. Gli atleti arrivano distrutti dalla fatica, il viso plasmato dalla sofferenza fatta di caldo, sudore e dolore ai piedi. Molti provano spossatezza altri nausea.
IL GRAN PATRON - Arriva il gran patron Patrick, come al solito una battuta e una stretta di mano a tutti i suoi uomini dell’organizzazione presenti al controllo. Conosce tutti per nome, li saluta, li abbraccia. Arrivano i concorrenti e lui li incita, li incoraggia. Molti mi chiedono di poter fare una fotografia con lui passandomi la loro fotocamera. Vogliono avere impressa la loro immagine a fianco di quella del 'mito'. Passano tre spagnoli, si ristorano, bevono, e ripartono. Patrick nota che le loro braccia sono bruciate dal sole, la pelle è rossissima. Li insegue e chiede loro di trattenersi un attimo, poi di corsa si dirige al suo fuoristrada uscendone con un botticino di crema solare. La spruzza lui stesso e spalma sulle braccia dei concorrenti. Sono basito e mi avvicino al fine di immortalare questo momento. Un atleta sorride mi guarda e in francese mi dice « Pazzesco… il direttore di gara che spalma la crema sulla braccia dei concorrenti, succede solo alla MdS». Io rispondo di sì, è come se Bernie Ecclestone cambiasse le gomme ad un macchina di Formula 1 durante un gran premio. Questo particolare fa capire quanto quest’uomo ami profondamente la sua creatura e tutti gli uomini e donne che la popolano, siano essi volontari o corridori.
LA TERRIBILE ASCESA FINALE - Fermi al CP2 gli atleti alzano gli occhi ed eccolo, il 'mostro' Jebel El Oftal. Mancano 6 km all’arrivo ma prima bisogna scavalcarlo. Un km in falsopiano in salita conduce i concorrenti alla sua base. Poi l’attacco con quasi mille metri di dislivello in mille metri. La base è sabbiosa, poi incominciano i passaggi tecnici su roccia. Poco prima di arrivare alla sommità le corde aiutano gli atleti a compiere gli ultimi metri di arrampicata. Mi sembra si essere al trofeo Kima. Una volta in cima lo spettacolo è affascinante, non solo per la vista sulla vallata sottostante ma soprattutto per la presenza di rocce blu cobalto che si stagliano in una distesa di sabbia ocra. La discesa è altrettanto tecnica e i corridori devono stare molto attenti in quanto le rocce blu, oltre ad essere molto belle alla vista, sono anche molto insidiose per la corsa, sono molto lisce ed è facile cadere. Il portoghese Carlos De Sa cerca di allungare e riprendersi il distacco che in classifica generale lo separa da Salaris, appena dietro di lui. Finita la discesa un km di dune bellissime e sinuose porta al bivacco. Un giusto 'spaccagambe' come ciliegina sulla torta.
L’ARRIVO DI PAOLO ZUBANI - Sono le 18:20 ora locale, esco un attimo dalla tenda Presse (la sala stampa) per prendere una boccata d’aria. Lo sguardo si dirige in direzione della linea d’arrivo, in lontananza scorgo un puntino grigio con lo zaino giallo. È Paolo Zubani, il 'capo' della spedizione italiana. Gli corro incontro, mi inchino a lui e lo abbraccio. Paolo è un duro, partito dall’Italia con una distrazione di primo grado al polpaccio sinistro, anche oggi ha dimostrato che per portare a termine 24 edizioni della MdS bisogna essere corazzati d’acciaio, dentro e fuori. Immediatamente mi chiede se tutti gli italiani stanno bene e come siano andati in classifica. Ecco un altro come Patrick Bauer, per questo sono grandissimi amici, il loro cuore come si direbbe in gergo cestistico 'fa provincia'. Oggi un’altra tappa, 38 km di pura fatica. Andiamo forza… qui non si molla niente.
CLASSIFICHA 2° TAPPA
MASCHILE
1. AHANSAL Mohamad (MAR - UVU RACING) 2H38'48
2. AL AQRA Salameh (JOR - JORDANIAN AND KUWAITI TEAM) 2H43'19
3. EL AKAD Aziz (MAR - SOLIDARITE MDS MAROC) 2H44'02
4. CAPO SOLER Miguel (ESP) 2H53'20
5. SALARIS Antonio Filippo (ITA - FREELIFENERGY) 2H56'20
14- OLMO Marco (ITA - ULTRABAG MDS/WAA 1) 3H22’41
FEMMINILE
1. KLEIN Laurence (FRA) - 3H38'40
2. HICKS Meghan (USA - DREAMCHASERS) 3H42'33
3. MEEK Joanna (GBR) 3H53'05
4. SALT Zoe (GBR - SOLIDARITY MDS) 4H11'17
5. CRAWFORD Cynthia (USA – DREAMCHASERS) 4H11’33
10. ARRIGONI Giuliana (ITA – FREELIFENERGY) 4H24’02
11. MODIGNANI Alice (ITA - RUN & TRAVEL ESSENTIAL TEAM) 4H28’39
CLSSIFICHA GENERALE
MASCHILE
1. AHANSAL Mohamad (MAR - UVU RACING) 5H29'45
2. EL AKAD Aziz (MAR - SOLIDARITE MDS MAROC) 5H48'34
3. SALARIS Antonio Filippo (ITA - FREELIFENERGY) 5H51'46
4. CAPO SOLER Miguel (ESP) 5H53'54
5. AL AQRA Salameh (JOR - JORDANIAN AND KUWAITI TEAM) 5H57'00
15. OLMO Marco (ITA - ULTRABAG MDS/WAA 1) 6H57’20
FEMMINILE
1. KLEIN Laurence (FRA) 7H18'02
2. HICKS Meghan (USA - DREAMCHASERS) 7H35'24
3. MEEK Joanna (GBR) 7H39'02
4. SALT Zoe (GBR - SOLIDARITY MDS) 8H13'16
5. GRANT Sophie (NZL) 8H32'20
7. ARRIGONI Giuliana (ITA – FREELIFENERGY) 8H38’40
14. MODIGNANI Alice (ITA - RUN & TRAVEL ESSENTIAL TEAM) 9H25’26
Al Terminillo termina il trofeo Appennino Centrale
Doppia vittoria di Adiutori: gara e circuito
Dopo una nottata di pioggia intensa la fortuna ha regalato una magnifica giornata di sole ai partecipanti alla Scialpinistica del Terminillo - 2° Trofeo Millet , ultima prova del 'Trofeo dell'Appennino centrale'.
La partenza e’ stata ritardata di un’ora per aspettare che la neve molto gelata permettesse una buona aderenza alle pelli.
LA GARA - Il percorso totalizzava 1250 metri di dislivello. Subito la lotta si accendeva tra Adiutori e Ranieri che fino al primo giro erano molto vicini.
Ma nel finale Ranieri cedeva al compagno ed arrivava distanziato di tre minuti.
Terzo Daniele Urbani, quarto Carlo Colaianni. Primo Cadetto, con i suoi 16 anni, la grande promessa dello ski alp nel Centro Italia: il 5° assoluto Franceschi.
Tra le donne primeggiava Sara Marini seguita da Francesca Ciaccia che, caduta durante la discesa, riportava alcune escoriazioni senza conseguenze.
La premiazione vedeva il vincitore Raffaele Adiutori aggiudicarsi il trofeo Bianchetti, consegnato dal figlio Paolo.
A tutti un ricco pacco gara e tanti premi messi in palio da Millet, sponsor della manifestazione.
CIRCUITO APPENNINO CENTRALE - Con questa gara si conclude il 2. Trofeo Appennino Centrale. Ecco la graduatoria finale:
1° Raffaele Adiutori
2° Armando Coccia
3° Germano Ranieri
4° DanieleUrbani
Andrea Regazzoni e Rossana More' al Canto
La gara di ieri era organizzata da ASD Carvico Skyrunning
Si è svolto ieri, con partenza dal Parco Serraglio di Carvico (Bg), lo skyrunning del Canto, gara competitiva di 23 km e 1.280 m D+, organizzata dall’ASD Carvico Skyrunning. Ottimo il riscontro di partecipazione con 268 atleti che hanno concluso la prova. In campo maschile vittoria di Andrea Regazzoni, X-Bionic Running Team, con il tempo di 1h49.37 seguito da Clemente Berlinghieri a 5’23’’ e da Roberto Antonelli a 9’06’’. Tra le donne, vittoria di Rossana Morè, Altitude Race, in 2h26.09 seguita da Lisa Buzzoni a 1’30’’ e da Ester Scotti a 2’01’’.
TOP 5 UOMINI
1. Andrea Regazzoni (X-Bionic Running Team) 1h49.37
2. Clemente Berlinghieri (Valetudo Skyrunning) 1h55.00
3. Roberto Antonelli (Altitude Race) 1h58.43
4. Erik Gianola (AS Premana) 1h59.40
5. Dario Rigonelli (OSA Valmadrera) 1h59.40
TOP 5 DONNE
1. Rossana Morè (Altitude Race) 2h26.09
2. Lisa buzzoni (Altitude Race) 2h27.39
3. Ester Scotti (Valetudo Skyrunning) 2h28.10
4. Giovanna Cavalli (Runners Bergamo) 2h34.28
5. Monia Acquistapace (Sport Race Valtellina) 2h35.12
Adamello Ski Raid, il video ufficiale
Riviviamo l'avvincente tappa de La Grande Course nel video ufficiale
Una grande gara, di notevole livello tecnico, in cui gli organizzatori hanno dato dimostrazione di grande capacità e conoscenza della montagna e gli atleti hanno regalato spettacolo. Riviviamo l'Adamello Ski Raid 2013 nel video ufficiale dell'organizzazione.
Trail Marmorassi, vincono Barnes, Ghisellini e Oliveri
Nella gara maschile primo posto a pari merito
Si è svolto ieri il quarto Trail di Marmorassi, 30 km e 1.500 m D+ con partenza e arrivo a Savona. Vittoria di Alberto Ghisellini e Pablo Barnes, a pari merito, che succedono al compagno di team Sergio Vallosio, vincitore dell’edizione 2012. Per loro un tempo finale di 2h35.52 e una corsa condotta insieme per 20 km. Nei top 5, interrompe il dominio degli atleti del Team Salomon Agisko un ottimo Gianfranco Bedino, Atletica Vercelli 78, con soli 5’30’’ di distacco dai vincitori, seguito da Ernesto Ciravegna a 1’30’’ e Ivan Pesce a 7’30’’. Tra le donne vittoria di Virginia Oliveri, anche lei portacolori del Team Salomon Agisko, che con il tempo finale di 2h56’13’’ ottiene anche il nono tempo assoluto. Per l’italo-argentina, un distacco di 57’ sulla seconda classificata, Teresa Mustica del Cambiaso Risso e di 58’ su Elena Calcagno.
TOP 5 UOMINI
1. Alberto Ghisellini (Team Salomon Agisko) 2h35.52
2. Pablo Barnes (Team Salomon Agisko) 2h35.52
3. Gianfranco Bedino (Altetica Vercelli 78) 2h41’30
4. Ernesto Ciravegna (Team Salomon Agisko) 2h43.00
5. Ivan Pesce (Team Salomon Agisko) 2h48.54
TOP 3 DONNE
1. Virginia Oliveri (Team Salomon Agisko) 2h56.13
2. Teresa Mustica (Cambiaso Risso) 3h53.23
3. Elena Calcagno 3h54.26
Trail del Collio, triplete US Aldo Moro Paluzza
Successo di Nardini e Romanin, seconda Theocharis
Grande successo per l’ASD Maratona delle Città del Vino, organizzatrice della prima edizione del Trail del Collio, svoltosi ieri a Cormons (Go), a poca distanza dal confine italo-sloveno. La manifestazione ha visto la presenza di circa 1.200 atleti tra la gara competitiva di 35 km e 600 m D+ e la marcia non competitiva di 9 km. Vincitore di giornata Marco Nardini, US Aldo Moro Paluzza che ha concluso la prova in 1h35.50, staccando Andrea Moretton di 37’’ e Paolo Masarenti di 2’08’’. Tra le donne, vittoria di Paola Romanin, US Aldo Moro Paluzza, in 1h54.37 con un vantaggio di 1’04’’ sulla compagna di squadra Dimitra Theocharis. Terza classificata Federica Qualizza. In totale sono stati 392 gli atleti che hanno portato a termine la prova competitiva.
TOP 5 UOMINI
1.Marco Nardini (US Aldo Moro Paluzza) 1h35.50
2. Andrea Moretton (G.P. Livenza) 1h36.27
3. Paolo Massarenti (S. Giacomo) 1h37.58
4. Gabriele Fantasia (Atl. Biotekna Marconi) 1h38.41
5. Alessio Milani (Fincantieri Atl. Monfalcone) 1h40.11
TOP 5 DONNE
1. Paola Romanin (US Aldo Moro Paluzza) 1h54.37
2. Dimitra Theocharis (US Aldo Moro Pauzza) 1h55.41
3. Federica Qualizza (G.S. Natisone) 2h07.18
4. Raffaella Rizzetto (Venezia Runners) 2h10.07
5. Maria Teresa Ronchi (Atl. Dolce Nord Est) 2h10.36
Marathon des Sables, Salaris secondo
MdS Live - Dopo la prima tappa Giuliana Arrigoni quinta
Il deserto si sa è una terra inospitale, qui ci vivono persone dure, ed è per quello che i marocchini e giordani la fanno da padrone in casa loro. Un italiano però, proveniente da una terra altrettanto aspra, ha cercato ed è riuscito a scalzare la loro padronanza. E’ il sardo Filippo Salaris che oggi, nella prima tappa di 37,2 km, con il tempo finale di 2h55.25 è giunto secondo a soli 4’29’’ dal marocchino Mohamad Ahansal. Alle sue spalle lo spagnolo Miguel Capo Soler in 3h00’33’’. Segue il trio marocchino composto da Lhoucine Akhdar, Aziz El Akad e Samir Akhdar. Il giordano Salameh al Aqqra, primo lo scorso anno, è nono in 3h13’40’’. Ottima anche la partenza di Marco Olmo, ventesimo assoluto in 3h34’39’’. Tra le donne, vittoria di tappa per la francese Laurence Klein in 3h39’21’’. La prima italiana è Giuliana Arrigoni, quinta in 4h14’38’’, seguita da Emanuela Scilla Tonetti, nona in 4h39’52’’. Da segnalare i francesi Vincent Delebarre, decimo in 3h15.36, e Christophe Le Saux, undicesimo in 3h18’08’’.
BIVUAC 2 - Il percorso oggi si è svolto in una valle bellissima, enormi pianori interrotti da montagne irte e maestose. Un susseguirsi di sabbia color ocra intenso e rocce completamente nere. Il colpo d’occhio è affascinante… sembra un enorme “crème brulè quasi avessero svolto qui una puntata di Master Chef. Il mio autista guida velocemente, spingendo il fuoristrada su una pista che affianca quella dei corridori. Ogni tanto non resisto e gli chiedo di fermarsi. Il panorama è troppo bello, il mio occhio mi chiama e le mie macchine fotografiche vogliono a tutti costi imprimere nei loro sensori da milioni di pixel quelle milioni di pietre mere millenarie.
LE FASI PREPARATORIE - La giornata era iniziata bene. Un notte molto fredda ma in cui il vento, che aveva sferzato forte in quella precedente, non si è quasi avvertito. Sono le 5,30 del mattino, arrivano tuareg assoldati come manovalanza per montare e smontare le tende. Gli umori degli italiani sono al meglio. Dopo averlo a lungo sognato, il 'via' della Marathon des Sables è a portata di mano, anzi di occhio. Nella notte gli addetti dell’organizzazione hanno montato l’arco di partenza. Lo start sarà la catarsi di centinaia di ore di allenamento, di tabelle di preparazione, di studio meticoloso dell’attrezzatura. Ma prima bisogna godersi questo irripetibile momento fatto di tensione, gioia, di paura (perché no… si affronteranno 250 km da svolgersi in autosufficienza - 6 tappe in sette giorni) e orgoglio di sé stessi. Non mancano le foto di rito, singole e di gruppo. Si perché è solo da tre giorni che conosci il tuo compagno di tenda ma ti sembra di essere suo amico da sempre. Questo legame si rafforzerà per tutta la settimana e per molti si protrarrà per tutta la vita. Come dice Paolo Zubani, alla luce delle sue 24 edizioni, «i migliori amici della mia vita li ho conosciuti proprio qui, alla Md».
LA PARTENZA - Alle 8,30 tutti sotto alla linea di partenza, Patrick Bauer dopo aver salutato il Ministro dello Sport Marocchino nonché inviato speciale per la manifestazione di sua maestà Re Mohammed VI, come da usanza sale sul tetto della Land Rover Defender, prende in mano il microfono e inizia il breafing pre tappa. Sotto di lui il 'suo' popolo, tutti lo adorano, lo incitano, lo ringraziano, per aver avuto l’intuizione di creare 28 anni fa questo meraviglioso girone dantesco che si chiama MdS. Dopo una dettagliata spiegazione di come si dipanerà la prima tappa, la musica incomincia a salire forte … ci siamo! L’adrenalina è a mille, dentro e fuori la linea di partenza. Una magia che contagia non solo i corridori ma anche tutte le altre 500 persone addette all’organizzazione (compresi giornalisti, fotografi e operatori di 15 televisioni).
Sempre come da tradizione le casse incominciano a sparare Higway to hell degli AC.DC… meno dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno…. viaa! La lunga coda di corridori si snocciola via via lungo l’orizzonte, uscendo dall’enorme pianoro che ha ospitato il bivuac 1, fino ad addentrarsi in mezzo alle montagne. Molti corrono (i primi anche molto veloce), altri camminano. Per i primi percorrere i 37,2 km della prima tappa sarà questione di poco meno di tre ore, per gli altri molto, molto di più.
SALARIS CONTROLLA - Partito alle spalle dei mostri, il nostro Filippo Salaris si è appostato a circa 25/30 metri di distanza da loro così da poterli controllare anche qualora dovessero dividersi in due o più gruppetti. Per lui una gara molto tattica svolta in continuo crescendo, con ritmi che sul piano si assestavano attorno ai 4’20”/km e che lo hanno portato, km dopo km, a rosicchiare terreno al primo gruppetto e ad assestarsi in seconda posizione fino all’arrivo.
OLMO SUPERSTAR - secondo degli italiani Marco Olmo, ventesimo al traguardo, che dichiara di aver patito un po’ troppo le lunghe pietraie e il forte vento contrario. D'altronde si sa, lui non è un corridore 'muscolare', fa delle sue armi vincenti la regolarità e la 'testa', ma deve poter trovare un terreno adatto per dispiegare il suo passo leggero e continuo. Appena taglia il traguardo tutte le televisioni lo assalgono. Lui è e rimane la star, l’uomo che a sessant’anni si è permesso di vincere due edizioni dell’UTMB, l’uomo che oggi, quando di anni ne ha 64, si permette di mettere dietro alle sue spalle fior fiore di giovanotti muscolati edsuper allenati. Molto bene anche la nostra Giuliana Arrigoni, quinta tra le donne e settantaquattresima assoluta e giunta, al traguardo solo qualche attimo prima di Marcello Vendramin con il quale ha condiviso tutto il percorso di tappa.
LE IMPRESSIONI DI FILIPPO SALARIS - Salaris, ora sta bene ed è rilassato sotto alla propria tenda. Mi racconta la sua tappa passo dopo passo e dice a me (ma soprattutto a se stesso) di non sentirsi un campione. Vuole (e deve) rimanere con i piedi per terra e dare il massimo anche domani; il tutto senza strafare perché, come già detto, il deserto è come la montagna… se lo sfidi lui ti batte. Sempre!
Marathon des Sables, fra poche ore il via
MdS Live - il diario della vigilia del nostro inviato
IL BIVACCO - Dopo 6 ore di viaggio eccoci qui: Bivuoac n.1. Il deserto ci ha dato il suo biglietto da visita accogliendoci con una bufera. Non proprio tale, solamente un forte vento, quanto basta per farti capire che il deserto è come la montagna: gli devi portare rispetto perché la sua potenza può essere devastante! Oltre alla bufera un evento quanto mai raro da queste parti, la pioggia. Il tutto durato un’oretta poi il sereno. Gli atleti hanno preso confidenza con quella che per sette giorni sarà la loro casa, ovvero la loro tenda. Le tende vengono assegnate dall’organizzazione, ognuno sa quale sarà la propria; una volta sotto bisognerà trovare l’accordo tra gli otto occupanti, scegliere la posizione, dividere gli spazi. Ieri sera cena a carico dell’organizzazione, tutti i 1.200 ordinatamente in fila. Manco a dirlo il primo è sempre lui Marco Olmo. Il primo a salire sul pullman, il primo a fare la coda per la cena o per le bottiglie d’acqua. Come diceva il buon Colonnello - o il Varano come lo soprannominò Patrick Bauer, patron della MdS (all’anagrafe Giorgio Simonetti) - il giorno che non vedremo Marco in testa alla fila allora dovremo preoccuparci: o non sta bene o la fine del mondo si avvicina. La prima note l'abbiamo con un forte vento a scuotere le tende e ad accompagnare i sogni e i timori dei corridori. Fuori le stelle arrivano a toccare terra, e questa è una delle caratteristiche - anzi delle magie - di questo posto, meraviglioso, mitico e mistico che si chiama Sahara Desert.
LA NOTTE - La prima notte trascorsa al bivacco è stata per molti di noi una notte insonne. Il freddo era pungente e la bufera ha sferzato le tende mettendone a dura prova la resistenza. Bisogna dire che i berberi, assoldati dall’organizzazione per montare le tende, lo fanno bene. D'altronde la loro è una tradizione millenaria in tal senso. Svegli nei loro giacigli, avvolti nei sacchi a pelo, giubbotti e berretti indossati, gli atleti hanno avuto una notte intera per pensare. Il corpo vorrebbe riposare ma la testa viaggia a mille. Ritornano in mente le centinaia sedute di allenamento, con il caldo e con il freddo… saranno bastate? Mi sono allenato a sufficienza…e nel modo corretto? Il conforto viene pensando ai parenti ed agli amici che stanno tifando per loro a distanza di migliaia di chilometri. …. Beh forse sono stato un po’ egoista… quante ore ho sacrificato alla famiglia al fine di prepararmi per questa avventura… con gli stessi soldi avrei potuto portare la fidanzata (o la moglie) in un hotel a cinque stelle per una settimana. Boh, oramai siamo qui. Il dado è tratto, almeno un volta nella vita valeva la pena provarci… proviamo a dormire, senza riuscirci. Pensare e ripensare all’attrezzatura, in definitiva cosa portare con sè e cosa lasciare 'a terra'. Ci saranno solamente poche ore per definire il tutto; oggi infatti verranno effettuati i controlli obbligatori dell’attrezzatura e della documentazione (esami medici) e poi gli atleti dovranno lasciare la loro valigia all’organizzazione e rimarranno in 'assetto da gara'. La macchina organizzativa lavora a pieno ritmo, ormai un sistema ipercollaudato, un ingranaggio fatto di centinaia di addetti perfettamente sincronizzati ed addestrati.
LO STAFF - L’organizzazione è così suddivisa: Commissari di gara, Commissari di bivacco, Controllori, Cronometristi, Pisteur (tracciatori), Addetti stampa, Fotografi, Medici, Addetti alla logistica, Autisti, Piloti (per gli elicotteri e gli aerei), Addetti alla gestione ambientale, Meccanici. Ciascuno indossa il giubbotto fornito dall’organizzazione con scritto sulla schiena la propria categoria. Tra di loro si aggira sorridente e di buon umore il gran capo: Patrick Bauer, un gran comunicatore ma ancor prima un gran motivatore. Non risparmia un sorriso e una pacca sulla spalla a nessun concorrente che incrocia, ma ancor meno a tutti i 'suoi' uomini. Dal medico fino al beduino. Un esercito di uomini e donne che da anni lo segue fino a qui, al fine di rendere possibile un evento di tali dimensioni in luogo così remoto. Entro nella grandissima tenda dei controlli, i commissari effettuano con scrupolo e maniacale precisione la verifica del materiale, consegnano il materiale fornito dall’organizzazione (trasponder, razzo di segnalazione, pastiglie di Sali, kit per la medicazione dei piedi), pesano lo zaino e infine consegnano a ciascun concorrente il proprio pettorale, anzi due. Per tutto il tempo di gara andranno indossati, ben visibili, uno sul fronte e uno sul retro. Un punto sui materiali per tornare a parlare dei nostri migliori italiano sul campo. Come hanno organizzato lo zaino e qual è il materiale che si porteranno con loro.
IL SACCO LEGGERO DI OLMO - Marco Olmo, quest’anno, propone tre novità: scarpe nuove, zaino nuovo, sacco a pelo nuovo. Il tutto rigorosamente modificato per ridurne il peso e/o l’ingombro. Il sacco a pelo ad esempio dagli originali 440 grammi dopo la 'cura dimagrante by Olmo' è diventato 390, risultato ottenuto ritagliando ogni dettaglio superfluo: laccetti, pattina della cerniera, cordini per appenderlo, ecc… Un cambio anche nel piano alimentare: quest’anno ha deciso di alimentarsi di più in gara e pertanto invece delle solite 31 barrette energetiche saranno 35. Molti di voi penseranno… un’inezia. Invece per un top runner un simile cambio è frutto di accorata meditazione ed ha una finalità precisa. Il suo zaino pesa (senz’acqua) 6,5 kg ed è al limite minimo di quanto consentito dal regolamento. Filippo Salari: il suo zaino pesa (anch’esso misurato senz’acqua) 6,8 kg. Anche lui ha cambiato il proprio piano alimentare rispetto alla precedente edizione, gara in cui si piazzò settimo assoluto. Nel 2012 portò con sé quasi esclusivamente pasta liofilizzata, alimento che dopo il quarto giorno incominciò a nausearlo. Quest’anno la dieta sarà più variegata: prosciutto crudo, bresaola, polenta. Mi svela due segreti, due 'bombe' da tirare fuori quando la stanchezza si farà sentire e il conforto andrà cercato in ogni cosa: due filetti di bottarga e un sacchetto di pane carasau. Un pezzo di Sardegna. In una gara di questo genere gli aspetti psicologici sono fondamentali ed ogni dettaglio, ogni particolare che possa farci ricordare chi siamo e quali siano le nostre abitudini ci riconduce alla nostra quotidianità e ci riporta in quella che gli psicologi chiamerebbero 'zona di confort'. La giornata trascorre lenta, sotto alle proprie tende, al riparo dal sole cocente. Fuori la temperatura sfiora i 40 gradi. Ciascun atleta per il momento cerca di minimizzare ogni movimento con l’intento di conservare le forze per domani. Mancano ormai poche ore al fatidico start della Sultan Marahon des Sables 2013.
Il 14 aprile e' tempo di Pizolada
Attesi i principali big azzurri
Tutto pronto per la trentasettesima Pizolada delle Dolomiti, decana dello scialpinismo italiano in programma il prossimo 14 aprile tra le cime innevate della Val di Fassa e del Passo San Pellegrino. Promossa dall’Unione Sportiva Monti Pallidi in collaborazione con il CAI SAT e il Comitato Fassa Eventi, nonché la preziosa collaborazione di tanti volontari - in prima fila il Soccorso Alpino, la Scuola Alpina Polizia di Stato di Moena e l'Associazione degli Alpini - la gara prevede una categoria Assoluta, alla prova su un dislivello complessivo di 1.725 metri e un percorso di 16,42 chilometri, e una categoria Giovani, accanto a un raduno escursionistico con varianti ridotte, per un totale di 12,4 chilometri di tracciato e 1.045 metri di dislivello. Quest'anno la Pizolada è Certified Race ISMF. Diverse le adesioni degli azzurri che proveranno a emulare l’impresa di Ivo Zulian e Nadia Scola, vincitori dell’edizione 2012. Le partenze sono fissate dalla stazione a valle della funivia del Col Margherita, alle ore 8.15 per la gara agonistica e alle ore 8.25 per il raduno escursionistico. Il ritiro dei pettorali con il pacco gara, quest'anno impreziosito da un capo della linea Second Skin De Luxe di Sportful, va effettuato il giorno precedente presso la sala consigliare del Comune di Moena o a partire dalle 6.30 del giorno stesso, presso il piazzale Col Margherita. Nel pomeriggio (ore 14.15) sono previste le premiazioni, con l’assegnazione del montepremi stanziato da Scarpa, per la categoria Assoluta, del Trofeo Riccardo Bazzocco, riservato al concorrente agonista più giovane classificato, e di un premio speciale - un orologio altimetrico Sunto Vector - per il tempo ideale del percorso escursionistico sia maschile che femminile, insieme a gadget per tutti i concorrenti. Il programma della giornata prevede inoltre intrattenimento musicale, pasta party e lotteria. «Attualmente le abbondanti nevicate garantiscono l'innevamento ottimale su tutto il percorso» conferma il direttore tecnico Maurizio Dellantonio. «Lungo l'itinerario esposto a sud di zona Cima Uomo il manto nevoso si sta consolidando con formazione di croste portanti nelle ore mattutine; nella parte esposta a nord di zona Col Margherita la neve è ancora polverosa di tipo invernale. Le attuali condizioni garantiscono buone prospettive per la realizzazione di un ottimo percorso di gara. Viste queste premesse, la gara, immersa in uno splendido scenario dolomitico ancora completamente invernale, si prospetta veramente uno spettacolo ad alto tasso di energia e divertimento per tutti gli amanti delle pelli di foca». È possibile iscriversi online selezionando la voce accedi nell’area pubblica. Le iscrizioni e il pagamento della quota dovranno pervenire entro 24 ore dalla partenza della gara.