Sudtirol Ultrarace: 124km x 7666m+ x 40 ore

Il giro completo delle creste della Val Sarentino

La Südtirol Ultrarace è la corsa estrema in montagna che si snoderà lungo il sentiero "Hufeisentour" (sentiero Ferro di Cavallo) dal 26 al 28 luglio prossimi. Mancano dunque esattamente 24 giorni all’evento e la macchina organizzativa prosegue a ritmo serrato nei lavori, che stanno seguendo l’iter prestabilito.

LA MACCHINA ORGANIZZATIVA - Un compito importante, affidato a Walter Perkmann, è quello di coordinare gli oltre 150 volontari, rappresentanti differenti società del territorio, che assicureranno la loro presenza ed assistenza lungo il percorso di gara. L’ASC Sarentino, partner della corsa estrema, darà il suo sostegno all’evento mobilitando ben sei sezioni, ossia birilli, corsa, bici, calcio, sci e fondo. Inoltre saranno coinvolti anche i vigili del fuoco volontari di Soprabolzano, l’ASV Villandro, l’ASC Meltina, l’ASC Verano, l’AVS Sarentino e l’ASV San Genesio.    «Il tracciato è suddiviso in dieci sezioni – spiega il presidente del comitato organizzatore Josef Günther Mair – e per ognuna di queste abbiamo bisogno di personale presente. Grazie all’aiuto di tutte queste società ed associazioni abbiamo i numeri sufficienti per riuscirvi. Saranno impiegate molte persone, circa una sessantina, anche nella zona di partenza ed arrivo. In nome di tutto il comitato organizzatore devo fare un ringraziamento speciale a tutti i volontari, senza il cui supporto sarebbe impossibile realizzare un progetto tanto impegnativo».     

ADESIONI DA 9 PAESI EUROPEI - Con i preparativi che viaggiano a gonfie vele, l’organizzazione spera ora di avere dei riscontri positivi anche a livello di partecipanti: sino a questo momento sono giunte 172 adesioni provenienti da 9 nazioni. «Abbiamo sentito molti atleti – aggiunge Josef Günther Mair - che si sono detti disponibili a prendere parte alla corsa estrema, ma fino adesso queste assicurazioni a parole non si sono trasformate in adesioni vere e proprie. C’è comunque la possibilità di iscriversi sino ad una settimana dalla prova, ossia sino al 19 luglio, e quindi siamo fiduciosi del fatto che i numeri miglioreranno».   

PERCORSO E TIMING - Südtirol Ultrarace scatterà la sera del 26 luglio: il via sarà dato alle ore 22 dalla piazza centrale del capoluogo altoatesino, ossia piazza Walther. Da Bolzano gli atleti punteranno verso il Renon, quindi, attraverso la Sarner Scharte (Forcella Sarentina), raggiungeranno la Latzfonser Kreuz (Croce di Lazfons), il luogo di pellegrinaggio più alto d’Europa. La corsa proseguirà poi passando per la Flaggerschartenhütte (malga della Forcella di Vallàga) fino a Passo Pennes. A questo punto gli atleti avranno percorso 60 km, la metà del tracciato: qui, per coloro i quali prenderanno parte alla prova in team (è possibile infatti gareggiare in squadre di due), ci sarà il momento del cambio.   
La corsa proseguirà lungo una serie di stretti sentieri e ripidi saliscendi, che metteranno a dura prova la tenuta dei concorrenti: si attraverserà il Gerölljoch (Giogo di Frane) fino a Oberberg (Cima di Sopramonte), Unterberg (Cima di Sottomonte) Alpler Nieder e Hirzer Hütte (Rifugio di Punta Cervina). Poi ci si dirigerà verso il punto più alto della gara, Obere Scharte (Giogo piatto) - 2.698 m - sotto l’ Hirzer (Punta Cervina), che, con i suoi 2.781 m, è la montagna più alta delle Alpi Sarentine.   

Le fatiche, però, non saranno finite: il tracciato proporrà ancora una lunga salita, dal Kratzberger See (Lago San Pancrazio) fino al Mittager (Monte Catino). Il tracciato procederà poi più tranquillamente, passando per gli Stoanernen Mandln (Omini di sasso), il Giogo di San Genesio fino al paese di San Genesio. Infine una rapida discesa fino al traguardo di Bolzano, sui prati del Talvera.
Qui avverrà anche la premiazione, in programma domenica 28 luglio alle ore 13.   

I PARTNER - L’evento è supportato dall'associazione GRW (Cooperativa per lo sviluppo regionale e la formazione) di Sarentino, da Salewa, Sportler e dallo Sportclub di Sarentino, a cui si deve aggiungere il sostegno dell'AVS, del soccorso alpino, della medicina d'urgenza nonché di tutte le società sportive interessate presenti sul territorio.   

Altre informazioni sulla Südtirol Ultrarace al sito: 
www.suedtirol-ultrarace.it  


La Grande Course al giro di boa

A metà biennio in testa Roux, Mirò, Jacquemoud, Bon Mardion

Il primo anno del circuito biennale internazionale di scialpinismo de La Grande Course si può dire concluso.

Il maltempo ha messo a dura prova gli organizzatori di ogni singola gara ma, come tutti gli atleti sanno, il lavoro di squadra e la cordata sono fondamentali, ed i risultati portati a casa sono stati quindi ottimi.

L’Open Altitoy Ternua, gara candidata per il 2015, ha dimostrato di avere forti potenzialità.
La Pierra Menta ha sottolineato il fatto di essere una gara classica a cui nessuno può rinunciare, nemmeno il pubblico.
L’Adamello Ski Raid a Novembre aveva sfidato tutti dichiarando che sarebbe stata la gara GC più lunga, e così è stato con dislivelli da record.
Il Trofeo Mezzalama, posticipato di una settimana, si è rivelato un’edizione fantastica piena di colpi di scena!
 
La Classifica GC ai piani alti non è mai variata: primi posti ex-aequo per Roux-Mirò in campo femminile e per Jacquemoud-Bon Mardion in campo maschile.
 
Ma l’anno prossimo se ne vedranno sicuramente delle belle con le nuove edizioni de La Pierra Menta, del Millet Tour du Rutor Extrème e de La Patrouille des Glaciers


Alessandra Carlini, ultra woman

Le sue impressioni a caldo dopo la gara di Chamonix e un inedito video

Alessandra Carlini, classe 1986 di Ascoli, venerdì scorso si è classificata seconda alla 80 km di Chamonix. Per la giovane marchigiana, un gradito ritorno in Alta Savoia in quella che è ormai diventata la sua località sportiva d'adozione. Particolarmente legata alla CCC, è infatti arrivata quinta nel 2009, decima nel 2010 e sesta nel 2011. Lo scorso anno, invece, ha optato per la più selvaggia TDS è ha centrato il gradino più basso del podio. Cinque arrivi a Chamonix nelle ultime cinque stagioni e due podi che la proiettano di diritto tra le giovani promesse delle ultra distanze.

Abbiamo provato a chiederle qualche impressione sulla gara di domenica e lei ci ha risposto con il suo inconfondibile stile.

«Un viaggio lungo 85 km. Iniziato col buio. Frontali che ascendevano alla vetta simulando tante lucciole nella notte. La stessa notte che presto ha lasciato il posto al giorno regalando ai miei occhi ed a quelli di tutti i fortunati presenti scenari d'incanto, dove l'occhio si perde all'orizzonte, in quella natura incontaminata e generosa che mi ha accolto nel suo verde grembo donandomi emozioni indelebili, di quelle che ti fanno capire il vero valore delle cose.

Tanta fatica, qualche piccola crisi, ma la voglia di arrivare non è mancata mai. Il supporto di persone a me care che interrompeva l'inesauribile flusso dei miei pensieri, fedele compagno di viaggio. I loro sguardi,  i sorrisi, sono stati il motore di mente, cuore e gambe. Il mio piccolo zainetto non bastava a contenere le emozioni che portavo con me e che crescevano al passare dei km. Paesaggi mutevoli, dal "giovane" sottobosco, al "maturo" bosco, fino a raggiungere la vetta. Tante, forse troppe vette per gambe stanche, traversi.. poi buttare il cuore giù per le discese, pensieri troppo veloci precedevano i miei passi segnalandomi il camino ancora da percorrere..

Sapevo che lui era là è il desiderio di raggiungerlo prima possibile era più forte di qualsiasi dolore, crisi o altro. Niente avrebbe potuto arrestarmi, perché quando il cuore ha deciso, la testa lo segue senza fare domande perché sa che sarebbe futile retorica.. E le gambe dietro cercano come sempre di "reggere quel passo"!! La fatica inizia a farsi sentire, ma il panorama che si presenta ai miei occhi ogni volta che arrivo in cima spazza via la stanchezza, e sono all'ultima, questa volta la crisi è più forte. Sono in cima, ultimo punto di controllo, vedo a valle la città di Chamonix e riesco ad immaginare finalmente quel traguardo, le persone che attendono me ed allora mi guardo dentro per cercare la forza e dopo una paio di km di discesa le gambe sembrano riprendere. Nella mia testa le ombre si diradano e torna il sereno. Sto arrivando!

È finita ed i miei amici sono lì, manca solo l'inesauribile energia di Simona che non tarda a raggiungerci abbracciandoci tutti col suo splendido sorriso!! Come tutte le esperienze significative ha lasciato il suo segno, mi accorgo di essere cambiata rispetto alla persona che ero appena 13 ore prima, anche per questo è bello ogni volta tornare ad indossare un paio di scarpette ed intraprendere simili viaggi. La mia prima esperienza in un nuovo team, la sensazione di conoscere tutti da sempre e la consapevolezza che questo legame non finirà mai, grazie dall'angolo più nascosto della mia anima».

In allegato potete vedere il video realizzato pochi giorni prima della gara di Chamonix dai fratelli Luca e Roberto Parisse dell'agenzia Risk4Sport nell'ambito di un progetto legato al trail running e ai suoi protagonisti denominato Mountain Athletes Episode Series. Il titolo di questa puntata è 'Alessandra Carlini, Ultra Woman'.  


Marco De Gasperi soddisfatto del secondo posto

"Va bene così in questo periodo"

Marco De Gasperi, due giorni dopo il secondo posto alla Marathon du Mont-Blanc. Soddisfazione o un pizzico di rammarico? «Sono contento, visto che, pur non essendo in condizione, sono arrivato a un passo dal successo. Le sensazioni non erano troppo positive nelle settimane precedenti la gara: ho avuto alti e bassi, mi è mancata continuità. Con l'infortunio a febbraio non ho la 'base' e solo adesso sto caricando un po' di più».

Ma cosa è mancato per battere Kilian?
«Le gambe o un po' anche la testa. Non era in forma strepitosa: verso il trentatreesimo chilometro potevo 'affondare' il colpo in salita, ma l'incognita era quella che poi cedessi. Non ero sicuro che potessi 'tenere' sino alla fine. Al trentasettesimo chilometro mi ha staccato, ma vedevo che non era brillantissimo. Tanto che sono riuscito a recuperare i venti secondi di margine. Le energie c'erano, sentivo la gamba. La differenza l'ha fatta verso il quarantesimo chilometro, quando ho avuto i crampi in discesa e quasi non riuscivo a correre. Certo, in questa occasione era battibile, ma non nelle mie condizioni attuali: alla fine mi sono accontentato, va bene così. Ci tenevo a questa gara, perché è un percorso che si addice alle mie caratteristiche, ma visto quest'inizio di stagione 'faticoso' non avevo messo in preventivo un risultato del genere al Mont Blanc: era una tappa intermedia per il recupero completo».

Prossimi obiettivi?

«L'altro aspetto positivo è quello che ho recuperato bene. Già alla fine della gara e poi in questi due giorni le gambe 'girano' bene. Vedremo poi la condizione prossime settimane. Dovrò un po' dosare gli sforzi: diciamo che punto a qualche gara lunga, come la Jungfrau Marathon o la finale delle Skyrunner World Series a Limone sul Garda».


Stevie Kremer, le regole sono da riscrivere

A Chamonix, prestazione stellare dell’americana

Ci eravamo lasciati a fine maggio con la prima prova SKY delle Skyrunner World Series di Zegama dove avevamo assistito a una gara combattuta e avvincente anche in campo femminile. In quell’occasione, vinse la svedese Emelie Forsberg davanti alla spagnola Nuria Picas e all’americana Stevie Kremer. Distacchi molto limitati con solo 1’46’’ dalla prima alla terza.

LA PREPARAZIONE - La seconda prova del circuito mondiale prevedeva la Marathon du Mont Blanc che si è disputata domenica a Chamonix. Stessa distanza di Zegama, dislivello complessivo leggermente inferiore, percorso meno tecnico e, cosa più importante, con arrivo in salita. Sulla carta, le attenzioni erano tutte rivolte alla seconda sfida stagionale tra la Forsberg e la Kremer con l’italiana Silvia Serafini inserita di diritto tra le pretendenti alla vittoria finale per il suo ottimo secondo posto dello scorso anno. Se la parte finale del percorso in salita faceva pronosticare la Kremer, la parte iniziale molto veloce rimaneva un incognita mentre l’unica discesa della gara, dal Posettes a Tour, sembrava fosse a vantaggio esclusivo della svedese. Vi era poi una grande aspettativa sulla tattica di gara che le possibili protagoniste avrebbero adottato. In particolare per la Kremer che a Zegama si era portata in testa fin dall’inizio per poi essere sorpassata dalle dirette inseguitrici nella seconda parte di gara. Per prepararsi al meglio all’evento, la stessa Kremer si è quindi presentata a Chamonix dieci giorni prima provando e riprovando il percorso in modo meticoloso. Un’attenzione su tutte, la discesa dal Posettes, dopo 18 km di gara, riconosciuta anche dalla stessa come la vera incognita della giornata. Appurato che non ci fossero tratti particolarmente tecnici, si era infine convinta che l’unica strategia possibile in quel tratto fosse di spingere sulle gambe il più possibile per arrivare all’attacco della salita che porta a La Flégère con poco distacco dalle prime.

SENZA REGOLE - Questa la teoria, mentre la pratica ha visto una gara completamente differente. Senza remore e calcoli di sorta, la Kremer è partita in testa, proprio come a Zegama, spingendo letteralmente sulle gambe, esattamente come era nelle sue intenzioni. L’unica differenza è che l’ha fatto dal primo all’ultimo km e non solo nella tanto sospirata discesa. Come la sua compagna Silvia, ha optato per lo zainetto, segno inequivocabile di personalità senza necessità di dover imitare le avverarie più quotate e famose. Ad Argentere, il vantaggio di 1’40’’ sulla Forsberg lasciava spazio a qualsiasi tipo di interpretazione, anche a una tattica di gara troppo aggressiva, quasi come se la lezione di Zegama non le fosse ancora servita abbastanza. I 4’17’’ a Vallorcine ancora interlocutori, gli 8’49’’ al Posettes scontati perché dopo la salita e i 9’33’’ a Le Tour, sicuramente una sorpresa. Segno evidente che quella discesa di quasi 5 km l’aveva metabolizzata molto bene nei giorni precedenti. Da Tre le Champ al traguardo di Planpraz, semplicemente 12 km che rimarranno a lungo nella storia di questo sport. Il distacco sulla Forsberg diventa di 17’58’’ a La Flegere e di 21’54’’ all’arrivo. I parziali degli ultimi 12 km sono a dir poco impietosi; 11’05’’ sulla Forsberg, 11’40’’ sulla Serafini, quarta classificata e 14’26’’ sulla Lafaye, terza classificata.

VICINO ALLE 4 ORE - I ltempo finale di 4h03’16’’, merita poi delle ulteriori considerazioni. La Marathon du Mont-Blanc è una competizione che esiste ormai da dodici anni. Sempre molto partecipata, ha visto al via nel corso del tempo molti dei migliori specialisti della disciplina, in particolare i francesi ma non solo. Nel recente passato, la francese Stephanie Jimenez aveva stabilito il nuovo record del percorso in 4h39’36’’. Lo scorso anno, la svizzera Maude Mathys in 4h28’17’’ e l’italiana Silvia Serafini in 4h33’53’’ avevano ulteriormente migliorato con l’elvetica che scendeva per la prima volta sotto il muro delle 4h30’. Altri riferimenti storici, Maud Giraud 4h41’40’’ nel 2010 e 4h54’02’’ nel 2009 e Christiane Lacombe 5h16’42’’ nel 2008. Non più tardi dello scorso anno, con il suo tempo finale si sarebbe classificata ottava assoluta, lasciandosi alle spalle alcuni atleti di assoluto valore internazionale. Giusto per dare un’ulteriore riferimento, sempre lo scorso anno l’italiano Lorenzo Trincheri concluse la sua eccellente prova tredicesimo in 4h11’49’’.

VERSO IL FUTURO - Domenica a Chamonix, una ragazza americana di trent’anni, professione insegnante, ha rotto tutti gli schemi pre esistenti della maratona in montagna. Di colpo, ha spostato l’asticella di oltre 25 minuti, mai successo prima d’ora in una gara matura e competitiva. In sintesi, per la Kremer, prima vittoria in carriera nelle Skyrunner World Series, record letteralmente demolito di ben 25’01’’, soli 32’ di distacco dal vincitore con record Kilian Jornet e diciottesima posizione assoluta a 6’44’’ dal decimo posto. A questo punto, ci si domanda dove la stessa possa arrivare e presto lo scopriremo.
 


Presentato il Km Verticale Chiavenna Lagunc

Valido per il campionato italiano vertical FiIDAL

Tempo di presentazione per il 'Km Verticale Chiavenna Lagünc' in programma domenica 14 luglio e valido per il campionato italiano vertical FiIDAL. Nella sede chiavennasca della Comunità Montana, il presidente del comitato organizzatore Nicola Del Curto e quello del Mera Athletic Gino Valentini hanno illustrato il programma della gara ormai di caratura internazionale. In sala gli azzurri di corsa in montagna Marco De Gasperi, Emanuele Manzi e Alice Gaggi, che, oltre a ribadire la loro presenza, hanno puntualizzato l’impresa organizzativa di Nicola Del Curto: «Ricordo quando questa gara era poco più di una manifestazione provinciale - ha spiegato il bormino sei volte iridato di specialità -, con caparbia e determinazione Nicola è invece riuscito a portare su questo tracciato i migliori interpreti nazionali e mondiali della corsa in montagna. Quest’anno, oltre ad essere prova unica di campionato italiano, decreterà anche il vincitore del neonato circuito Scott Vertical Circuit; un motivo in più per venire a Chiavenna e misurarsi in quella che ormai tutti conoscono come la gara dei record». Oltre ai big di casa, ai nastri di partenza attesi gli azzurri Martin Dematteis, Bernard Dematteis, Marco Facchinelli, Marco Moletto, Massimiliano Di Gioia, Xavier Chevrier, Valentina Belotti, Elisa Desco, Antonella Confortola,  Renate Rungger, Romina Cavallera, Francesca Bellezza, Samantha Galassi e la rumena Denisa Dragomira.


Attesa per la Tre Rifugi Val Pellice

Paolo Bert a caccia dell'undicesimo successo

La 'Tre Rifugi Val Pellice' taglia quest'anno il traguardo delle 38 edizioni: una gara, promossa dal Cai Uget Val Pellice nel lontano 1972, che si presenta per la seconda volta nella nuova veste di trail lungo (di 54 km con 3818 metri di dislivello positivo) e corto (33 km con 2205 metri di dislivello) su percorsi nuovi con partenza ed arrivo a Bobbio Pellice. Appuntamento domenica 14 luglio: sono già oltre 250 le iscrizioni, mancano ancora un decina di giorni prima della 'chiusura', prevista per le ore 24 di giovedì 11 luglio. L'elenco partenti annovera già il 're' della Tre Rifugi, Paolo Bert che andrà alla ricerca dell'undicesimo successo.


Camino, a segno Francesco Bianco e Katarzyna Kusmiska

Circa 300 i partecipanti alla gara biellese

Erano circa 300 i partecipanti alla tredicesima edizione della Biella-Camino, organizzata dal GSA Pollone. Gara che è tornata all'antico, con la scelta di riproporre il tracciato originale, dopo alcune modifiche di percorso nelle ultime edizioni. E gara, dunque, più veloce nella prima parte, quella da Biella ad Oropa: in quel tratto ha fatto la differenza Francesco Bianco che è partito subito all'attacco, chiudendo sul traguardo in 2h 08' e 33" e aggiudicandosi così per la terza volta la Biella-Camino. Alla sue spalle, distaccato di circa quattro minuti, Enzo Mersi, terzi Silvio Balzaretti e Fabio Cavallo che hanno concluso con lo stesso tempo. In campo femminile, dopo il secondo posto dell'anno scorso, Katarzyna Kusmiska si è imposta su Barbara Cravello e Marcella Belletti, arrivate in accoppiata, mentre al quarto posto si è piazzata Cecilia Mora.


80 di Chamonix, prova generale per il mondiale

L’Italia festeggia con i podi di Carlini e Morbelli

E’ stata una prima assoluta, il Club des Sports di Chamonix, ha intrapreso la strada delle ultra distanze con un percorso di 80 km e quasi 6.000 m D+, inedito nella sua seconda parte, quella sulla balconata nord, finora mai solcata da nessuna competizione. Una gara di quelle vere, a detta dei molti partecipanti ascoltati, estremamente dura.

Più di settecento iscritti per un verdetto finale abbastanza eloquente; solo 471 di loro infatti sono riusciti a ritornare a Chamonix concludendo l’intero percorso. Il contesto di riferimento è stato quello della tre giorni di Chamonix che, oltre alla ultra, ha visto come ogni anno la 10, 23, 42 km e il Vertical. Numeri alla mano, con più di 6.500 iscritti, la Mont Blanc Marathon, giunta alla sua dodicesima edizione, è diventato di fatto l’avvenimento di outdoor running più partecipato di Chamonix, UTMB compreso. Sullo stesso percorso, infine, il prossimo anno si disputerà il primo Campionato del Mondo Skyrunning - Ultra. Lo spiegamento di forze in termini di media, televisioni e organizzazione generale, è sembrato quindi essere una prova generale per il grande evento del prossimo anno.

In campo maschile il solo francese Xavier Tevenard ha cercato di contrastare il dominio assoluto dei due compagni di team Francois D’Haene e Michel Lanne. Dal Col du Passet in poi, però, nulla ha più potuto; sulla seconda discesa che portava a Vallorcine, perdeva infatti 8 minuti sulla coppia di testa. Strano ma vero, Michel Lanne ha rinunciato a correre sulla 42 km per una frattura a un dito del piede e ha preferito fare un allenamento sulla distanza più lunga. Un allenamento molto particolare che gli ha fatto portare a casa una vittoria con la complicità di Francois; per loro un vantaggio finale sullo stesso Tevenard di 20 minuti. Dietro i primi tre il vuoto, con il francese Sylvain Couchaud a quasi un’ora. L’italiano Fabrizio Roux, tredicesimo assoluto, ha condotto la prima parte di gara a ridosso delle prime dieci posizioni. Per lui un risultato che arricchisce sicuramente la sua carriera nelle ultra distanze.

In campo femminile, l’Italia festeggia con il secondo posto di Alessandra Carlini e il terzo di Simona Morbelli, rispettivamente con 14 e 43 minuti di distacco dalla vincitrice, la francese Caroline Chaverot. Dopo la vittoria di Francesca Canepa la scorsa settimana alla ronda dels Cims ad Andorra, un segno tangibile che il livello femminile italiano nelle ultra distanze sta crescendo in modo importante.


Terminillo Sky Race, successo di Roberto Miluzzo

In campo femminile a segno Laura Mozo Flores

170 gli atleti al via della Terminillo Sky Race: 20 km e un dislivello di 1.641 metri, con partenza dai 575 metri di Lisciano ad arrivo a quota 1600 sulla pista di atletica del Terminillo, con passaggio ‘chiave’ sulla vetta del Monte Terminillo a 2216 metri. Condizioni meteo ideali, solo qualche raffica di vento in quota. Vittoria di Roberto Miluzzo che ha chiuso in 2h 04' 41" davanti a Raffaele Adiutori (2h 08' 23") e Giulio Monti (2h 09' 23"); ai piedi del podio Antonio Carfagnini e Giampiero Tartaglia. Nella gara femminile si è imposta Laura Mozo Flores in 2h 56' 50" davanti a Elena Bonanno (3h 00' 39") e Elzbieta Makowiec (3h 00' 51").


I '4000 scalini' del forte di Fenestrelle

Successo di Gabriele Abate e Romina Cavallera

4000 scalini, 2800 metri di percorso, 650 metri di dislivello: ecco la '4000 Scalini - Corri Forte' a Fenestrelle, nella grande fortezza alpina in provincia di Torino. Successo di Gabriele Abate e Romina Cavallera che si riconfermano vincitori su questo difficile percorso, entrambi a suon di record. Per Romina Cavallera del Roata Chiusani - che ha vinto tutte le tre edizioni della manifestazione - il tempo al traguardo è di 23'10; alle sue spalle Sara Bottarelli del'Atletica Valtrompia, campionessa italiana promesse nel 2012, con terza Francesca Bellezza del Runner Team, seguita dalla fondista giapponese Yuki Kobayashi nel gruppo di testa fin dall'inizio. Anche per Gabriele Abate (Orecchiella) è stata una gara di testa fin dal primo metro. Partito deciso allo sparo, ha condotto da subito il gruppo seguito dall'azzurro della corsa in montagna Luca Cagnati (Valli Bergmasche), da Massimiliano Di Gioia (Palzola) e da Edward Young (Valchiusella). Assente Marco Moletto (Dragonero) che non è riuscito a recuperare la fatica di venerdì sera al Vertical di Chamonix. Dopo il primo passaggio si stacca Young mentre davanti procedono quasi appaiati Abate e Cagnati; è sulla rampa finale che Abate ha avuto la meglio, riuscendo a staccare l'avversario e ad involarsi verso il traguardo in 19'42. Alle loro spalle tiene bene Di Gioia che, rientrato alle gare, chiude in un ottimo terzo posto davanti al promettente Pietro Cavallone (Atletica Pinerolo), classe 1991.


Stava nel segno di Tadei Pivk e Antonella Confortola

Piazza d'onore per Ionut Zinca e Manuela Brizio

La Stava Sky Race nel segno di Tadei Pivk: il portacolori dell'Aldo Moro di Paluzza ha vinto la prima prova del campionato italiano skyrunning, chiudendo in 2h 14' 11", davanti a Ionut Zinca, autore di una grande rimonta in discesa (2h 21' 33"), con terzo Paolo Bert (2h 21' 53"); ai piedi del podio Matteo Piller Hofer (2h 23' 22) e Daniele Cappelletti (2h 23' 52"), sesto Paolo Gotti (2h 24' 18"), quindi Maurizio Fenaroli (2h 25' 34"), Christian Varesco (2h 27' 12"), Fabio Bazzana (2h 27' 45") e Davide Pierantoni (2h 30' 45"). Nella gara femminile a segno Antonella Confortola in 2h 48' 06" davanti a Manuela Brizio (2h 49' 30") e a Debora Cardone (2h 53' 09").
A breve aggiornamenti 'live' dal nostro inviato Guido Valota.