Kilian e Forsberg, titolo europeo alla 'Dolomites'
Due argenti azzurri con De Gasperi e Serafini
La Dolomites SkyRace ancora nel segno di Kilian Jornet ed Emelie Forsberg che quest'anno mettono in bacheca anche il titolo europeo. A Canazei spunta anche il sole prima dello start, anche se il Piz Boè è ancora nella nuvole e la temperatura lassù di qualche grado sopra lo zero.
LA GARA MASCHILE - Da pronostico Kilian e De Gasperi partono in coppia: al Pordoi i due sono davanti a tutti, ma dietro subito Sevennec che fa valere la sua forza in salita, staccato di un centinaio di metri, seguito da Pivk e Zinca. Al Piz Boè, Kilian passa con un vantaggio di 27 secondi su De Gasperi, mentre Pivk è a quasi tre minuti, seguito da Sevennec, Schneirder, Jacquemoud e Zinca. Nella discesa Kilian è pronto a fare la differenza, ma De Gasperi regge benissimo, anche se non riesce a superare il catalano che si impone in volata. Vince Kilan in 2h 00' 11" con De Gasperi secondo in 2' 00' 14, terzo Pivk in 2h 04' 10", quindi Zinca in 2h 07" 26", Sevennec in 2h 07' 58", il bulgaro Nikolov in 2h 10' 29", Gil Garcia in 2h 11' 14", Egli in 2h 11' 52", Jacquemoud in 2h 12' 03, Golinelli 2h 12' 09' e Pintarelli 2h 12' 21". Kilian torna, dunque dalla Val di Fassa con due titoli europei.
LA PROVA FEMMINILE - Emelie Forsberg, svedese del team Salomon, aveva vinto già la scorsa edizione della Dolomites. Ha fatto gara in testa dall'inizio, trovando la polacca Wisniewska come pincipale rivale. Ai dieci chilometri il vantaggio della Forsberg era sui due minuti, poi nel finale è riuscita ad allungare: 2h 26' 52" il suo crono (senza record: 52 secondi in più rispetto al i 2h 26' 00” dell'anno scorso), ma al secondo posto è salita la trevigiana Silvia Serafini (2h 36' 55"), quindi la spagnole Dominguez (2h 37' 41") e Maiora (2h 37' 58"). Solo al quinto posto la Wisniewska (2h 40' 30"), in difficoltà in discesa.
Kilian vs De Gasperi, a meta' gara comandano loro!
La sfida tanto attesa alla vigilia non tradisce le aspettative
Doveva essere spettacolo e così si sta dimostrando!
Ecco i passaggi dopo 10 km della Dolomites Skyrace:
A seguire gli aggiornamenti dei nostri inviati in gara.
1. Kilian Jornet 1.16.00
2. Marco De Gasperi 1.16.27
3. Tadei Pivk 1.18.53
4. Sevennec 1.19.05
5. Schneirder 1.19.39
6. Jacquemoud 1.19.59
7. Zinca 1.20.05
8. Egli 1.20.57
9. Golinelli 1.20.59
10. Castan 1.21.45
Altri italiani:
12. Pintarelli 1.22.03
23. Varesco 1.25.11
25. Cappelletti 1.25.36
29. Pierantoni 1.25.53
36. De Simone 1.27.36
37. Zeni 1.27.50
38. Compagnoni 1.28.05
39. Larger 1.28.07
Categoria femminile:
1. Forsberg 1.33.43
2. Wisniewska 1.35.33
3. Serafini 1.36.38
4. Celinska 1.38.12
5. Maiora 1.39.28
6. Jimenez 1.39.53
Europei Skyrunning, Italia in testa alle nazioni
Dopo le prime due prove, l’Italia conduce su Spagna e Francia
Le prime due prove di Canazei, il Vertical di venerdì e la SkyRace di oggi, oltre ai titoli individuali contribuiscono ad assegnare il titolo europeo per nazioni che avrà il suo riscontro definitivo sabato prossimo in occasione della terza e ultima prova in programma, la Trans D’Havet.
Il titolo nazionale viene assegnato in base ai punteggi conseguiti in ciascuna disciplina dai migliori tre uomini e dalla prima donna di ogni nazione presente. Il Campionato Europeo Skyrunning è a formula “open” quindi per il calcolo dei punteggi non necessita far parte di una selezione nazionale ufficiale.
IL MEDAGLIERE AZZURRO - Ad oggi, su dodici medaglie in palio, l’Italia ne ha portate a casa ben sei, ovvero il 50% di quanto a disposizione. Ieri, l’oro di Antonella Confortola, l’argento di Urban Zemmer e il bronzo di Philip Gotsch nel Vertical, oggi, gli argenti di Marco De Gasperi e Silvia Serafini e il bronzo di Tadei Pivik nella SkyRace. L’Italia si conferma quindi essere una nazione al vertice del movimento Skyrunning internazionale.
UNA SFIDA A TRE – Per quanto visto nelle prime due prove, il titolo nazionale sembra essere una questione a tre tra Italia, Spagna e Francia. L’Italia incassa 640 punti preziosi grazie alla Vittoria di Antonella Confortola, al secondo posto di Urban Zemmer, al terzo di Philip Gotsch e all’ottavo di Tadei Pivk nel Vertical e grazie al secondo posto di Marco De Gasperi, al terzo di Tadei Pivk, al decimo di Nicola Golinelli e al secondo posto di Silvia Serafini nella SkyRace di oggi. Segue la Spagna con 554 punti e la Francia con 472 punti. Ieri, nel Vertical, la Spagna è andata a punti con il primo posto di Kilian Jornet, il decimo di Augusti Roc, il diciannovesimo di Miguel Caballero e il settimo di Maite Majora tra le donne. Oggi invece con il primo posto di Kilian Jornet, il settimo di Alfredo Gil, il quattordicesimo di Miguel Caballero e il terzo di Nuria Dominquez tra le donne. Anche per la Francia risultati importanti con il quinto posto di Matheo Jaquemod, il sesto di Alexis Sevennec, il ventunesimo di Didier Zago e il nono di Celine Lafaye, tra le donne, ieri nel Vertical. Oggi, invece, i transalpini sono andati a punti con il quinto posto di Alexis Sevennec, il nono di Matheo Jaquemod, il dodicesimo di Alain Gillet e sempre il nono di Celine Lafaye tra le donne.
IL PROBLEMA FRANCESE – A questo punto, i giochi sono ancora completamente aperti ed è difficile fare pronostici su quale nazione riuscirà a imporsi in questi Campionati europei Skyrunning. In una condizione ideale, Spagna e Francia se la giocherebbero quasi alla parti schierando i loro migliori atleti di ultra distanza. Salvo iscrizioni dell’ultima settimana, invece, la Francia sembra non poter contare sui suoi atleti di punta, lasciando di fatto un grosso vantaggio alla Spagna che vedrà invece al via due dei possibili vincitori, Kilian Jornet tra gli uomini e Nuria Picas tra le donne oltre a Luis Alberto Hernando dato in grande condizione. Per l’Italia, 86 punti di vantaggio sulla Spagna e addirittura 168 sulla Francia. Un margine che consente legittimamente di sognare una medaglia, anche quella più prestigiosa, ovvero l’oro.
La parola passa a questo punto agli specialisti delle ultra distanze.
Eiger Ultra Trail, Francesca Canepa superstar
In campo maschile vittoria in solitaria per Iker Karrera
Aveva qualche dubbio se prendere parte alla Eiger Ultra Trail: Francesca Canepa non è al top della condizione. Invece l'atleta del Team Montura ha messo in bacheca anche la gara svizzera con una prestazione in grande stile. Al comando già al primo controllo, l'azzurra è stata avvicinata dalla svizzera Kathrin Zbinden nel tratto in discesa Faulhorn-Burglauenen, a circa metà percorso (2h 52' il tempo parziale della Canepa, 2h 47' quello della Zbinden), per poi piazzare l'allungo vincente già nel tratto successivo, duro e in salita, verso Männlichen (3h 08' per la Canepa, 3h 37' per la Zbinden). Poi si è limitata a controllare la situazione, andando a vincere in 16h 18' 44". E quando è arrivata le avversarie sono ancora lontane. Al controllo orario di Alpingen, l'ultimo prima dell'arrivo, Jeanette Dalcolmo, che intanto era passata davanti alla Zbinden, pagava quaranta minuti di ritardo. Nel finale rimonta di Kathrin Zbinden che si piazza seconda in 17h 06' 36", terza Helene Ogi in 17h 33' 15" che riesce a precedere di soli 10 secondi Jeanette Dalcolmo.
In campo maschile era il favorito alla vigilia e non ha tradito le attese. Vittoria in solitaria per Iker Karrera: il portacolori del Team Salomon ha chiuso i 101 km in 11h 08' 43", precedendo gli svizzeri Urs Jenzer (12h 28' 23"), Konrad von Allmen (13h 13' 12") e Ueli Schneider (13h 24' 28"), con quinto lo spagnolo Oscar Lopez Pérez (13h 46' 25").
LE ALTRE DISTANZE - La piemontese Simona Morbelli si aggiudica la 51 km femminile con il tempo di 6h 55' 29", precedendo la tedesca Simone Philipp (7h 01' 59") e la svizzera Brigitte Eggerling (7h 03' 29"), mentre nella stessa distanza in campo maschile a segno svizzero David Janin in 5h 27' 42", davanti a Giuliano Cavallo (5h 44' 23") e all'altro elvetico Gerhard Zeller (5h 52' 33"), settimo Mattia Roncoroni (6h 01 57"). Nono l'alpinista-climber Ueli Steck. Nella 16 km, infine, affermazione degli svizzeri Stephan Wenk in 1h 17' 34" e Agnes Scheidegger in 1h 37' 29".
Domani la Dolomites europea con un poker di favoriti
Forcella Pordoi si passa in tunnel nella neve
Ci sono tutte le premesse per un'edizione memorabile della Dolomites SkyRace della Val di Fassa, in programma domani mattina con partenza alle ore 8.30 e arrivo a Canazei sul percorso originale di 22 chilometri con un dislivello in salita di 1750 metri, comprensivo dei due suggestivi passaggi a Forcella Pordoi, ma soprattutto ai 3152 metri del Piz Boè.
IN PALIO IL TITOLO EUROPEO SKYRUNNING - Anzitutto la validità come prova unica dell'European Skyrunning Championships; quindi un numero importante di oltre 650 partenti; la presenza dei big assoluti al mondo; ed infine la particolarità del tracciato di gara, uno fra i più spettacolari in assoluto grazie al contesto dolomitico dove si svolge l'evento, che quest'anno avrà un valore aggiunto di non poco conto, ovvero la neve in quota.
IL TUNNEL - Gli skyrunner infatti si troveranno ad attraversare addirittura un tunnel di 12 metri scavato nella neve in Forcella Pordoi, mentre sul Piz Boè il manto bianco è presente solo a tratti con qualche lingua di neve nei tratti pianeggianti in quota. Il direttore di percorso Ivano Ploner con il suo staff hanno effettuato l'ultimo sopralluogo sul tracciato mettendolo in sicurezza.
SFIDA APERTISSIMA - Tornando ai protagonisti, il lotto dei partenti è decisamente interessante e sulla carta si annuncia una sfida a quatto fra il neo campione europeo di vertical kilometer Kilian Jornet, titolo conquistato proprio venerdì in Val di Fassa, che si trova come avversari più agguerriti il bormino della Forestale Marco De Gasperi, il campione italiano in carica Tadei Pivk del team Crazy Idea, quindi il rumeno Ionut Zinca del Team Valetudo. Un poker di campioni che durante il briefing si sono visti consegnare i pettorali nell'ordine dal numero 1 al 4.
GLI OUTSIDER - Da non sottovalutare poi i possibili outsider, ovvero il francese del team Crazy Idea Mathéo Jacquemoud col numero 5, il suo compagno di squadra trentino Gil Pintarelli col pettorale 6, quindi Daniele Cappelletti del team Valetudo col numero 7, Miguel Caballero Ortega del Team La Sportiva con il numero 8, ed ancora l'alfiere della Repubblica Ceka Robert Krupicka con il 9, il lecchese Nicola Gollinelli del team Arcterix col 10 e l'altro iberico David Lopez Castan, sempre del Team La Sportiva.
LA SKYRACE DELLE DONNE - In campo femminile la favorita è la vincitrice della passata edizione col il record di 2h26'00”” Emelie Forsberg, svedese del team Salomon che porterà in gara il numero 11, quindi la compagna di squadra trevigiana Silvia Serafini con il 12, ed ancora Stephanie Jimenez naturalizzata italiana con il 13, Debora Cardone del Team Valetudo con il 14 e Nuria Dominguez Azpeleta del team spagnolo. In chiave trentina presente anche il fiemmese vincitore di ben due edizioni della competizione fassana Paolo Larger, quindi l'emergente Christian Varesco del team La Sportiva.
MINI DOLOMITES SKYRACE - Nel pomeriggio del sabato si è poi disputata la Mini Dolomites SkyRace, con tanti futuri skyrunners in gara su un percorso cittadino nel centro di Canazei. Nella categoria ragazzi si è imposto Francesco Degiampietro su Simone Deflorian e Gianmaria Porta in campo maschile, quindi Noemi Delladio su Elisa Tron e Fabiana Carpella. Nella gara riservata agli allievi, su un percorso più lungo, il successo ha arriso a Simone Varesco su Davide Longo e Roberto Vanzetta e a Gloria Vinante su Naike Ghetta.
GLI ORARI DELLA FUNIVIA PER IL PUBBLICO - Il pubblico potrà seguire la gara in quota grazie alla disponibilità della Funivia Sass Pordoi, che prevede un'apertura straordinaria dalle 7.30 alle 8.15. Quindi 45 minuti di chiusura e riapertura turistica dell'impianto dalle 9.
Biella-Oropa, la carica dei 400
Vittorie di Marzena Micheska e Ihoussaine Oukhrid
400 atleti al via della trentottesima edizione della Biella-Oropa. Giornata caldissima che ha condizionato le prestazioni cronometriche. Senza storia la prova femminile, con Marzena Micheska al comando dall'inizio alla fine; con lei sul podio Maura Rinaldo staccata di 3’28”, con terza Viviana Velatti a 4’48”. Più combattuta la gara maschile, con il testa a testa iniziale tra Ihoussaine Oukhrid e Fabio Mascheroni che si è risolto solo negli ultimi chilometri con l’attacco nel tratto durissimo delle 'Cave' di Oukhrid che è riuscito poi a chiudere con soli dieci secondi su Mascheroni, pagando nel nel tratto in pavè del Preto delle Oche. Completa il podio il giovane ventunenne Francesco Puppi a 1’50” dal vincitore.
Matteo Pigoni detta legge alla Cima Tauffi Trail
Nella gara femminile vittoria di Lisa Borzani
Pettorale numero 1, primo al traguardo: Matteo Pigoni vince la Cima Tauffi Trail nell'Appennino Modenese. Gara solitaria la sua, chiudendo i 60 km e 4000 metri di dislivello con il tempo di 6h 47' 13"; piazza d'onore per il trentino Silvano Fedel, ma il ritardo è di oltre un'ora: 7h 47' 32". Più combattuta la gara 'rosa': affermazione di Lisa Borzani in 8h 08' 32", davanti a Katia Fori che conclude con il crono di 8h 17' 18". Due atleti di casa ai primi due posti della Cima Tauffi Light (30 km, D+ 2200 m): successo del fananese Giulio Piana (4h 22' 35"), sull'altro fananese Roberto Ardeni (4h 36' 38") con terzo Cristiano Campestrin (4h 57' 18"). Nada De Franceschi è prima nella prova femminile in 5h 37' 13".
Kilian, Marco e Tadei, in tre per il titolo
Ancora piu’ attesa dopo i risultati di ieri
Dopo i risultati del Vertical Alba, ieri uno dei principali temi di discussione a Canazei era incentrato sul pronostico della gara di domani, la Dolomites Skyrace.
KILIAN STANCO - A questo punto ci si aggrappa a tutto quello che si può, anche all’ennesimo tentativo di autoconvincimento sulla possibile stanchezza di Kilian Jornet dopo una prova che di fatto è stata molto intensa. Sul fatto che ieri nessuno si sia risparmiato, in primis lo stesso Kilian, lo dimostrano i tempi all’arrivo, con i primi tre, per la prima volta, sotto i 33’. Difficile capire se questo potrebbe lasciare dei segni a distanza di quarantotto ore su un atleta che ha dimostrato nel tempo di avere tempi di recupero a dir poco incredibili e che è abituato ad allenarsi tutti i giorni con sviluppi altrimetrici decisamente superiori e a ritmi non certo turistici.
KILIAN MOTIVATO - Dall’altro lato, la vittoria di ieri potrebbe aprire un nuovo scenario del tutto inedito. Delle tre prove in programma di questi campionati europei, Kilian si è già portato a casa quella che era sicuramente la più difficile da pronosticare. A livello teorico, potrebbe essere l’unico atleta in grado di centrare l’obbiettivo delle tre vittorie in tutte le discipline che il programma europeo gli mette a disposizione. Rimane ancora l’incognita di domani mentre per la Trans D’Havet, salvo clamorosi colpi di scena, non si intravede all’orizzonte qualcuno che possa anche solo minimamente impensierirlo.
TADEI - Ieri, una delle tante piacevoli sorprese di giornata è stata sicuramente la prestazione di Tadei Pivk. Un posto nei dieci, un tempo importante e tanti specialisti della disciplina messi dietro. Anche per lui, bisognerà capire se lo sforzo profuso lascera il segno o se un tale risultato potrebbe invece essere fonte di ulteriore ispirazione e auto motivazione. Di sicuro, ve ne fosse ancora bisogno, abbiamo verificato per l’ennesima volta in questa stagione che Tadei vive uno stato di condizione a dir poco eccezionale.
MARCO - E’ l’unico dei tre che non ha corso ieri. Sulla scia di quanto detto prima, potrebbe essere un vantaggio perché per lui non si contempla la possibile stanchezza nelle gambe. E se un buon risultato può appagare come può caricare ulteriormente, è altrettanto scontato che per Marco non si contempla neanche la prima delle due ipotesi. Marco si presenterà domani al via unicamente con la fame di un risultato importante, ovvero la vittoria.
L’ANNO BUONO - Alla luce dei riscontri cronometri del Vertical, mai come quest’anno si sogna il muro delle due ore nella Skyrace. Mancano meno di due minuti dallo strepitoso 2h01’52’’ fatto registrare dallo stesso Kilian lo scorso anno. Le condizioni ci sono tutte, bisognerà solo capire se e quanto influirà la presenza di neve in quota. Scrutando una parte del percorso dal centro del paese, con il Piz Boè così lontano e alto, due ore mettono i brividi solo a cercare di immaginarle.
Karpos veste la nazionale di ski-alp
Martedi' prossimo la firma del contratto con il presidente Roda
La notizia era nell'aria da qualche tempo, ma solo in questi giorni Manifattura Valcismon ha comunicato la data della stipula dell'accordo di sponsorizzazione della squadra nazionale di scialpinismo per il prossimo triennio. Gli atleti azzurri dello ski-alp, dunque, saranno vestiti Karpos, il marchio outdoor dell'azienda veneta. Una sponsorizzazione tecnica di ottimo livello, che noi di Ski-alper abbiamo avuto modo di apprezzare già nelle scorse stagioni, dato che proprio Karpos è da due anni technical supplier della nostra redazione tecnica in occasione dei test materiali.
STRETTA COLLABORAZIONE CON LE NAZIONALI - «Questa nuova collaborazione nel mondo dello scialpinismo con la nazionale italiana, - spiega Alessio Cremonese, amministratore delegato di Manifattura Valcismon - ha una duplice valenza per la nostra azienda. Da un lato rafforza la sinergia con la Federazione Italiana di Sport Invernali che ci vede già collaborare con reciproca soddisfazione nello sci nordico con il marchio Sportful, in collaborazione con Kappa. D'altro canto suggella un nostro desiderio di essere promotori dello sport italiano con le sponsorizzazioni delle Nazionali. Infatti anche la Nazionale italiana di ciclismo veste i nostri colori con il marchio Castelli. Tutto questo ci rende al contempo orgogliosi e partecipi dei risultati degli atleti e delle squadre italiane in tutte le linee dei prodotti che la nostra azienda realizza: dallo sci nordico al ciclismo e ora con lo scialpinismo».
MARTEDI' 23 LA FIRMA - L'happening è fissato per il 23 luglio alle 10.30 a Fonzaso, presso la sede storica della Manifattura Valcismon, dove il presidente FISI Flavio Roda e Alessio Cremonese metteranno la firma su un accordo che accompagnerà gli azzurri nelle prossime edizioni di Coppa del Mondo e Campionati Mondiali.
Blumon Marathon, ancora neve sul percorso
La corsa in montagna domenica tra alta Valsabbia e Valcamonica
Ancora neve tra alta Valsabbia e Valcamonica sul percorso della Blumon Marathon, la corsa in montagna in programma al Gaver domenica: 25 chilometri e ben 2.400 metri di dislivello da affrontare, la mezza maratona (dedicata ad Alfio Marca) rientra come tappa fianle nel tritico Skyrace, promosso da Promosport Valli Bresciane (che ha già visto la disputa del dodicesimo Trofeo Nasego il 19 maggio e la tredicesima edizione del Gir de le Malghe il 2 giugno). Il percorso si snoda nel parco dell'Adamello, dalla Piana del Gaver fino al passo del Blumone. In programma anche una mini maratona per ragazzi nella Piana del Gaver. Le iscrizioni (350 al massimo) non sono ancora chiuse, ma manca poco al raggiungimento della quota stabilita. Il ritrovo per gli iscritti è domenica alle 6.30, l'inizio della corsa è previsto per le 8.30, mentre pochi minuti dopo sarà dato il via alla maratona per i più piccoli.
Kilian, record e titolo europeo ad Alba di Canazei
Antonella Confortola vince la gara 'rosa'
Gara d'apertura alla 'Dolomites' con l'assegnazione del titolo europeo nel Vertical Kilometer, visto che vale come European Skyrunning Championships. Giornata di sole, quasi afosa alla partenza di Alba di Canazei, decisamente più fresca al Crepa Neigra, sulla montagna del Ciampac. Dopo i 2400 metri di gara (con i 1000 metri di dislivello), vittoria finale di Kilian Jornet Burgada in un appassionante testa a testa con Urban Zemmer e Philip Goetsch. Gara velocissima: il catalano ha chiuso in 32'42", nuovo record della corsa, mentre Zemmer è arrivato in 32'51', Goetsch in 32'54". Tutti e tre, dunque, sotto il precedente record, firmato da Zemmer nel 2010 in 33’16”. Al quarto posto Nejc Kuhar in 34'25", quindi Matheo Jaquemoud in 35'05" e Alexis Sevennec in 35'08".
La nuova campionessa europea è Antonella Confortola che si è imposta con il crono di 41'02"; piazza d'onore per la svedese Emelie Forsberg, staccata di 1'59", terza la ceca Iva Milesova (43'09"), quindi Silvia Serafini (43'19").
A breve gli aggiornamenti dei nostri inviati in Val di Fassa.
Correre a 50 anni il Vertical kilometer dei record
Il racconto della gara del 'nostro' avvocato
Il peccato di 'ubris' è il leitmotiv di molte tragedie greche: è il peccato di tracotanza dell’uomo che vuole oltrepassare i propri limiti e proprio per questo viene punito severamente dagli dei per la superbia ostentata.
E io, come Icaro con il suo folle volo o Ulisse con Poseidone, devo aver mancato di rispetto a qualche divinità della Dolomites Skyrace avendo osato presentarmi alla partenza del Vertical Kilometer valido per il Campionato europeo di Skyrunnig; magari alle rinomate fate della Val di Fassa o a re Killian che - giustamente - forse non desidera che 'tapascioni' come me si mettano tra i piedi quando decide di scendere in campo. Così ora ne pago le conseguenze: ho qui davanti a me un vero e proprio muro verde. Un muro verde su cui è tracciato il 'sentiero del fulmine', un prato 'infiocchettato' di abeti che partendo da quota 1465 metri di Alba di Canazei conduce alla cima della Crepa Neigra, mille metri più in su, a quota, dunque, 2465. Il tutto in meno di due chilometri e mezzo. Due chilometri e mezzo di pura adrenalina, distillata da un sentiero scavato non dalla saggezza del passato, ma dalla splendida temerarietà degli organizzatori capitanati da Diego Salvador; una goccia d’acqua che scende direttamente dalla Crepa Neigra fino a valle. Insieme a me un centinaio di supereroi, di 'formule uno dell’alta quota' che si daranno battaglia per la corona continentale tra cui riconosco Killian Burgada, Urban Zemmer, Marco Moletto, Nejc Kuhar, Saul Padua, Nicola Golinelli e tanti altri 'corridori del cielo' che hanno fatto, e faranno anche oggi, la storia di questa disciplina.
Invecchiando si dovrebbe privilegiare il lungo lento, il trail, io invece vado controcorrente: dopo anni di skyrace, mi sono dato al breve e veloce: se si sopravvive ci si usura meno. Sono al punto di non ritorno: start. Insieme ad altri 19 concorrenti scatto, o mi illudo di farlo. Scatto alla rincorsa di me stesso e dei fantasmi del mio essere che mi costringono a cinquant’anni ad impegnarmi in queste lucide follie. Il cuore è a mille, spero che gli ultimi test d’idoneità fisica superati siano stati davvero approfonditi. Bando alle ciance, a manetta. Avanti tutta, e solo in su. La pendenza, dopo un breve avvio di circa 100 metri lineari, è subito da picca e ramponi (ci fosse la neve). I bastoni in carbonio sono altre due gambe, mi trasformano in un 4x4. Trovo il mio ritmo. Il bosco s’impenna sempre di più. E’ dura tenere il busto in avanti per non 'capottarsi' indietro in un improvvido 'back flip' ed al tempo stesso respirare al meglio, il diaframma è costretto ed inevitabilmente ne risente. Riesco comunque a 'mangiare' tutto l’ossigeno che mi serve. Le ripetute in forte salita che mi ha consigliato l’amico Marco Facchinelli mi hanno fatto bene, ma un mulo non diventa un cavallo nemmeno se si abitua a nitrire.
Salgo, anche se il collo non ha abbastanza escursione per consentirmi di vedere verso dove sto salendo, tanto è ripido il pendio ora divenuto un prato orrendamente inclinato. Le 'La Sportiva Q lite' che indosso mi danno un grip eccellente, ma sono i polpacci ad implorare pietà: chiedono requiem, ma non mi commuovono. Sono sordo al loro grido d’aiuto.
Ora siamo nel tratto più duro, la pendenza qui sarebbe da piolet traction, se vi fosse la neve; magari d’inverno ci si allena Tone Valeruz che abita qui sotto, penso. Il cuore ormai non si smuove dal massimo range di utilizzo. Funziona e questo per ora mi basta ed avanza. I tricipiti delle braccia sono esausti, impegnati nella strenua ed impari lotta contro la forza di gravità. L’impugnatura dei bastoni arriva quasi alle orecchie: è l’effetto dell’estrema pendenza su cui procedo. Il tifo degli spettatori si fa assordante. E’ una tempesta di emozioni che mi inebria e mi rinvigorisce. Un trip di fatica.
Il gonfiabile d’arrivo appare quasi all’improvviso. E’ quasi sopra la mia testa, dopo lo strappo finale. Tento un’ultima progressione per dignità ed approdo sulla cima. Ho espiato: gli dei della Dolomites hanno avuto soddisfazione.












