Abbassati tutti i record, sia al Piz Boè che quello finale

La possiamo già da subito definire la gara dei record. La Dolomites Skyrace è l’unica gara italiana, insieme al Giir di Mont, che nella nostra guida Outdoor Running ha ottenuto il massimo riconoscimento nella votazione complessiva, ovvero le tre scarpette più. Quel “più” lo si è respirato nella vigilia della gara e lo si è vissuto in diretta in tutte le sue fasi salienti, ovvero dalla linea di partenza a quella d’arrivo. Uno dei rari casi a livello internazionale in cui tanto la gara fa grandi gli atleti, quanto quest’ultimi fanno grande la gara stessa. La perzezione che offre a questo sport una vetrina a livello planetario.

Gli organizzatori l’hanno creata nell’ormai lontano 1998 e da allora non hanno mai più cambiato un solo metro del percorso rendendo di fatto un riferimento per il popolo dello Skyrunning. Ventidue chilometri unici nel suo genere. Passo Pordoi (2.239), Forcella Pordoi (2.829), Piz Boè (3.152), Rifugio Boè (2.871), Pian Schiavaneis e arrivo in Piazza Marconi a Canazei; qui il raffronto sui tempi si fa al secondo, i minuti sono un’unità di tempo non contemplata.

Il primo atleta ad aver terminato la prova, appunto nel 1998 fu Fabio Meraldi con il tempo finale di 2h08’40’’. Dopo 15 edizioni, lo scorso anno, Kilian Jornet era riuscito a spingersi fino a 2h01’52’’ con un tempo, a detta degli esperti, considerato molto difficile da migliorare.

E poi venne il 2013, con un’edizione destinata a rimanere negli annuali di questo sport per molto tempo… o perlomeno fino al prossimo anno.

PASSO PORDOI – I primi aggiornamenti al Passo Pordoi, confermavano da subito i pronostici della vigilia con Kilian Jornet e Marco De Gasperi che transitano insieme in compagnia del solo svizzero David Schneirder. Leggermente staccati il rumeno Ionut Zinca e lo sloveno Ondrej Fejfar. Il commento in diretta di Mario Poletti è tanto eloguente quanto semplice: ritmi spaventosi. 

FORCELLA PORDOI – Alla Forcella Pordoi, dopo 59’ dalla partenza, rimangono da soli in testa alla corsa Kilian e Marco. In un’istantanea del momento, con Marco che precede e Kilian che si aiuta appoggiando le mani a terra, la perfetta sintesi di pendenza e sforzo profuso.

TEMPO RECORD AL PIZ BOE’ – Sul finale di salita, un’azione che difficilmente avremmo potuto pronosticare e, infatti, non lo avevamo fatto. Kilian attacca e riesce a staccare Marco. Forse nella sua testa il timore per la discesa o forse, più semplicemente, la convinzione di essere in un’altra giornata di grazia. Lo spagnolo transita ai 3.152 metri del Piz Boè (punto più alto della Dolomites) col tempo di 1h16’00’’ e Marco lo segue a 27’’, forse meno ma quanto basta per capire che Kilian ci ha provato e che ha tentato di fargli male a gambe e morale. Nel 2007 lo spagnolo Augusti Roc aveva stabilito il record di salita allo stesso Piz Boè in 1h16’47’’. Negli anni, nessuno era più riuscito ad avvicinarsi a quella prestazione lasciando quasi intuire che fosse irripetibile.  E invece, come non detto, Kilian la migliora di ben 47 secondi e Marco di 20 secondi. Segno che nessuno dei due fa pretattica, l’unico pensiero che trova spazio e quello di dare il 100% senza stare li a ragionarci sopra. Passano poi l’italiano Tadei Pivk in 1h18’53”, seguito dal francese Alexis Sevennec 1h19’05’’, quindi David Schneider 1h19’39’’ e il francese Mathéo Jacquemoud 1h19’59’’. Anche loro marziani, ma di un’altra galassia.

IL RICONGIUNGIMENTO – In discesa, Marco concede a tutti gli appassionati l’ennesimo colpo di scena recuperando in fretta lo svantaggio. Vuol dire che testa e gambe ci sono e che la partita è ancora aperta. A Val Lasties l’esito della Dolomites SkyRace è quindi ancora incerto. I due viaggiano con dei parziali sotto il tempo record. Piazza Marconi si riempe all’iverosimile e a ogni aggiornamento un boato del pubblico.

TEMPO RECORD AL TRAGUARDO – Quando Kilian appoggia il primo passo sul tappeto rosso in Piazza Marconi, Marco è ben visibile alle sue spalle, a non più di venti metri di distanza. Nell’ultimo chilometro se le sono date giù di santa ragione. Il cronometro indica 2h00’14’’ e quindi Kilian scende sotto le sue 2h01’53’’ dello scorso anno e si avvicina clamorosamente al muro delle due ore. Stessa prestazione stellare anche per Marco De Gasperi che alla sua prima esperienza alla Dolomites taglia il traguardo solo 3 secondi dopo lo spagnolo, anche lui sotto il precedente record, con un argento al collo che arricchisce ulteriormente il suo immenso palmares. Direttamente da Twitter, Kilian commenta “Gara durissima oggi alla Dolomite Skyrace… bataglia dal inizio alla fine con il grande @Dega1977 , Il mio mito da sempre!”. Pronta e spiritosa la replica di Marco: "2nd place at Dolomites Skyrace after an amazing fight with my best "nightmare" @kilianj No regrets, I gave everything".  

TADEI, ORMAI UNA CERTEZZA –
 Avevamo detto che il titolo era una questione a tre e Tadei Pivk non ha certo deluso le aspettative. Sempre nel gruppo di testa per tutta la gara,  è riuscito a cogliere il terzo posto anche lui con un tempo che ha dell’incredibile. In 2h04’10’’, ha stabilito una delle migliori performance cronometriche di sempre, la quarta assoluta, e si porta a casa un bronzo europeo. Numeri impressionanti che meritano certamente più tempo per essere analizzati in tutta la loro grandiosità.