Domenica la seconda Vertical Carezza Run

La corsa di montagna con un panorama unico sotto il Catinaccio

Domenica 4 agosto si correrà a Carezza la seconda Vertical Carezza Run sotto lo scenario fantastico del Catinaccio – Rosengarten.
La gara partirà alle ore 09.00 dalla malga Frommeralm a 1.743 m e condurrà i partecipanti su un percorso di 3,8 km e 900 metri di dislivello positivo fino al Passo Coronelle a 2.630 m.  

SI DECIDE IL SÜDTIROL VERTICAL TOUR -
La gara è la terza e ultima prova del 'Südtirol Vertical Tour': la combinata delle gare 'Mühlwalder Vertical' (30.06.2013), 'Hühnerspiel Vertical' a Colle Isarco (27/07/2013) e  appunto 'Vertical Carezza' (04/08/2013).  

ISCRIZIONI -
Le iscrizioni sono possibili fino a sabato 03/08/2013 sul sito www.valdega.com.
La quota d’iscrizione è di Euro 20,00 Euro (Iscrizioni alla partenza: Euro 25,00).  


Doppio appuntamento tricolore al Gran Sasso

Due gare del campionato italiano skyrunning

Doppio appuntamento del campionato italiano skyrunning al Gran Sasso. Venerdì 2 agosto si svolgerà il Gran Sasso d'Italia Vertical Run - Memorial Giovanni Cicchetti, atto finale del circuito di Vertical Kilometer, con l'assegnazione del titolo nazionale di specialità. Lotta a due nella graduatoria femminile con Elisa Compagnoni davanti a Francesca Rossi, così come in quella maschile tra Nadir Maguet e Marco Facchinelli, tutti presenti al Gran Sasso. Sul 3,5 km del percorso sono Paolo Gotti in 41'27'" e Orietta Calliari in 51'13" ad aver ottenuto il crono migliore, 'firmato' da entrambi nel 2002.
Domenica 4 agosto appuntamento con la Gransassoskyrace, terza tappa del circuito italiano Sky. Percorso di 21,6 km con dislivello di 2.226 metri. Presenti tutti i vincitori delle recenti edizioni: Raffaele Adiutori (nel 2009), Fulvio Dapit (nel 2010 e 2011), Franco Sancassani (nel 2012 con record del percorso in 2h 34' 06"); in campo femminile, al via la vincitrice della scorsa edizione, Stephanie Jimenez, anche in questo caso con record del percorso, in 3h 08' 00", oltre alla campionessa italiana Skyrunning in carica Silvia Serafini.


Domenica la 'Camignada poi siè refuge'

Trenta chilometri da Misurina ad Auronzo di Cadore

Domenica 4 agosto in programma la 'Camignada poi siè refuge' corsa non competitiva, giunta alla quarantunesima edizione, sui trenta chilometri che collegano Misurina ad Auronzo di Cadore, organizzata dal sezione Cai di Auronzo.

PERCORSO - La Camignada è nata nel 1973 e prende il nome dai sei Rifugi sul tracciato, Auronzo, Lavaredo, Locatelli, Pian di Cengia, Comici e Carducci. Il percorso, spettacolare sin dai primi chilometri, transita proprio sotto le Tre Cime di Lavaredo che sovrastano la Val d'Ansiei, tocca le pendici del Paterno e 'sfiora' le pareti Nord della Croda dei Toni. In Forcella Giralba, inizia la lunga discesa che porterà i partecipanti sotto il traguardo posto al Palaghiaccio di Auronzo di Cadore. Lo scorso anno, Nicola Giovannelli, dopo aver battagliato a lungo con l’atleta di casa, Ivano Molin, ha tagliato vittorioso il traguardo con il tempo di 2h45'38"; in campo femminile Daniela Da Forno non ha avuto nessun problema a mantenere la testa della corsa, tagliando il traguardo in 3h25'38".

LE ISCRIZIONI - Il 'tetto' è stato fissato a quota 1300 iscritti: a pochi giorni dal via, sono già 1100. Le iscrizioni on line si chiuderanno, mercoledì 31 luglio; se non sarà raggiunto il numero massimo di iscritti sarà ancora possibile iscriversi presso la sede del Cai in piazza Regina Pacis ad Auronzo (orario di apertura 18,30-19,30) oppure sabato 3 agosto dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 15 alle 19.


Monte Rosa Walser UltraTrail al debutto

Sabato il via della gara da Gressoney-Saint-Jean

Ultimo giorno per iscriversi alla prima edizione della 'Monte Rosa Walser UltraTrail', organizzata Team Forte di Bard, gara di 50 km con un dislivello positivo di 5300 metri. C'è anche un tracciato più breve, il Trail di circa 20 km con 1150 metri di dislivello.

PERCORSO - Una gara 'firmata' da Bruno Brunod, Franco Collé e Giancarlo Annovazzi che hanno tracciato il percorso sotto il Monte Rosa. Partenza da Gressoney-Saint-Jean, prima salita con dislivello di circa 1250 metri per raggiungere il Colle Valdobbia e il rifugio Ospizio Sottile (2488m); superato il colle, un breve passaggio in Piemonte permette di imboccare il Passo Valdobbiola a quota 2413 metri. Discesa lungo tutta la Valdobbiola fino alla frazione di Rong a 1499 metri da dove si prosegue con dolci saliscendi per raggiungere Gressoney-La-Trinité. Dalla località Eselboden, a 1637 metri di quota, si sale di circa 950m per raggiungere il Lago Gabiet per poi scendere nuovamente lungo il vallone del Moos fino al fondovalle dove sarà localizzato il primo cancello orario in località Stafal. Nuova ascesa verso Sant’Anna, alpeggio situato a 2178m d’altezza, da dove si perde nuovamente quota scendendo verso Gressoney-La-Trinité, lungo il torrente Lys, fino a risalire dapprima bruscamente poi a mezza costa seguendo il sentiero denominato 'walser-wäg'. Si attraversano i villaggi di Alpenzù per poi ridiscendere al fondovalle nei pressi della località Tschemenoal da cui si prosegue lungo il ‘sentiero della Regina’ che porta, senza significativi dislivelli, fino al centro di Gressoney-Saint-Jean dove è posto il secondo cancello orario. Seguendo ancora il sentiero della Regina gli atleti punteranno prima verso il Colle Ranzola a quasi 2200m di quota e poi alla Punta Regina (2385m). Ultima discesa al Castel Savoia e poi verso l’arrivo, al palazzetto Sport Haus di Gressoney-Saint-Jean.

PROGRAMMA - Fulcro della manifestazione la Sport Haus di Gressoney-Saint-Jean (struttura situata in località Tschoarde a quota 1370 m) dove venerdì 2 agosto, dalle 11 alle 22, e poi sabato 3 fino ad un'ora prima dello start ci sarà la consegna dei pettorali di gara. La partenza della Ultra Trail è prevista alle ore 6 di sabato 3 agosto, alle 10 quella del Trail.


Rickey Gates, dal Colorado a Premana

Al Giir di Mont, uno dei migliori in salita

Ho conosciuto Rickey Gates nel 2010 al termine del Signes-Trail, in Provenza. Essendo di Boulder, mi era venuto spontaneo chiedergli se conoscesse Anton Kruopicka. Lui mi rispose di sì, che erano amici, ma che il record al Green Mountain era suo e non di Anton. Da quel momento ho cercato di seguire il più possibile la sua carriera sportiva fino a quando, sabato sera, l’ho rincontrato a Premana. E’ un corridore esploratore e un grande appassionato di moto. Nel 2005 ha viaggiato con la sua Honda dal Colorado al Sud America.

Nel 2008 è stato uno dei personaggi indiscussi dell’outdoor running americano: US Trail Running Champion, US Mountain Running Champion e USATF Mountain Runner of the Year. Ma come dice lui stesso scherzando, i'm more than just a pair of legs, okay?

GLI ESORDI - Ha iniziato a correre alle scuole medie e si è poi dedicato al cross al liceo. Al college, la sua carriera di atleta è stata praticamente inesistente in quanto non è mai riuscito a correre con un tempo utile per avere un posto in squadra. Poi, come dice lui, «Le cose cambiano, le persone diventano più intelligenti e al terzo tentativo, ho abbandonato il mio orgoglio e ho smesso di contare le mie miglia. Ho adottato una filosofia di corsa basata sull’intuizione e sulla consapevolezza di se stessi. Alcuni mesi dopo, all’età di 25 anni, ho vinto la mia prima gara». 

UN ATLETA POLIVALENTE, UN ESPLORATORE - Rickey vanta numerosi primati e vittorie come la Vail Mountain Winter Uphill, Up & Down Half Dome nello Yosemite, South Pole Marathon, Race Around the World sempre al Polo Sud, Observation Hill. McMurdo in Antartide, Canadian Death Race e molto altro ancora. Spazia dalle corse sui grattacieli alle ultra distanze. Lo scorso anno ha vinto la SpeedGoat e quest’anno è arrivato nono all’Ice Trail Tarentaise in Francia. Quest’anno ha esordito con la salita dell’Empire State Building, ha poi corso in Canada e in Alaska per poi sbarcare in Europa, prima in Francia e poi al Giir di Mont. 

Sabato ha fatto una grande gara, quarto assoluto e con i migliori parziali su due delle tre salite. Domenica è stata l’occasione giusta per chiedergli un commento sul suo Giir di Mont.

Come giudichi il tuo Giir Mont? «Sono molto contento del mio risultato al Giir di Mont. Ho registrato il miglior tempo di gara sulla prima salita e poi anche sull’ultima: questo mi fa molto piacere, ma, ovviamente, avrei dovuto fare una partenza più veloce».

Qual è la tua opinione complessiva sul Giir Mont?  «La gara è molto bella. Gli spettatori sono molto calorosi e sembra avere così tanta storia. Cosa posso dire, semplicemente che noi non abbiamo gare come il Giir di Mont in America e quindi per me è stato veramente speciale vivere questa atmosfera. Penso che sia una prova difficile ma non particolarmente tecnica. E’ necessario prepararsi a combattere per l’intera gara».

Su tutte, quale immagine in particolare ti porterai con te di questa gara? «L’immagine che mi porterò sempre con me è il caloroso pubblico in cima alla seconda salita. Io penso realmente che gli atleti riescano a migliorare le loro performance quando c’è un pubblico di questo tipo. Questo fa la differenza».

A quale gara americana può essere paragonato il Giir di Mont?  «Attualmente, direi alla SpeedGoat, che si è corsa nello stesso fine settimana, direi che come tipo di gara è simile. Tre salite, abbastanza tecnica, ottimo montepremi, buon livello».

Qual è il tuo programma per il proseguo di stagione? «Parteciperò alla Sierre-Zinal in Svizzera tra dieci giorni e poi ritornerò negli Stati Uniti. In settembre correrò la Ultra Race of Champions 100 km in Colorado. Dopo, non so ancora».  


Domenica in gara sul vulcano

Appuntamento con l'Etna Trail

Domenica 4 agosto c'è l'appuntamento più importante della stagione trail in Sicilia: in programma l’Etna Trail, quinta prova del Circuito Ecotrail Sicilia, con partenza e arrivo da Piano Provenzana, nel territorio di Linguaglossa. Percorso di 30 km con un dislivello di 1780 metri con 'cancelli' al sedicesimo km (Piano Provenzana) e al ventiduesimo (Crateri 2002). Sabato alle 18.30 la presentazione della gara a Linguaglossa, domenica briefing di primo mattino, prima dello start previsto alle ore 8.30. Alle 10, invece, il via della Walktrail di 14 km. Tra gli iscritti, insieme ai migliori interpreti del trail siciliano e oltre ad atleti in arrivo da Svizzera, Olanda, Norvegia, Germania e Stati Uniti, anche Gennaro Di Napoli, primatista italiano nei 1500 e 3000 m, argento agli europei di Spalato, oro agli europei indoor di Genova e oro ai mondiali indoor di Toronto e Barcellona.


Aspirante outdoor reporter

Aneddoti dietro a immagini, video e commenti dal vivo

 E’ stato bello alla Trans D’Havet, con un fuoco incrociato a livello mediatico come raramente si è visto in un’ultra in Italia. Carlo, Damien, Leonardo, Laca, Ian, Joana, Matteo, Maurizio, Riccardo e io, almeno tra i conosciuti, ognuno con la propria strategia, tutti con lo stesso sogno, ovvero di catturare l’immagine, il video o scrivere la frase che possano interessare il lettore, che riescano a trasmettere le stesse emozioni che si vivono sul campo a chi segue da casa. 

Ci si arrangia, si cerca di imparare, si sta attenti a cosa fanno glia altri. Ci si districa tra cellulare, macchina fotografica e PC. Il sogno per tutti è il Wi-Fi onnipresente. La cruda realtà, invece, e che spesso si combatte con quella flebile e unica maledetta tacca.

Ore 16: Vadagno - Urca ragazzi che bel lavoro, mai vista una cartella stampa fatta in questo modo. Grazie, ricordati di segnarti per la password del wi-fi. La partenza è subito qui nella piazza mentre il ritiro pettorali è al palazzetto, in fondo alla via dopo il ponte a destra. Ti serve il servizio navetta per seguire la gara? Ne abbiamo predisposto uno per la stampa. Ok, perfetto! Alle 11 partite subito dopo il briefing. Ci si vede questa notte a Rocchette.

Ore 17:00 Valdagno - A Chamonix mi sono ritrovato quasi tutte le foto mosse, mi aiuti a regolare la macchina? Si, devi regolare la messa a fuoco, così non va bene. E abbassa l’Iso e ricordati che il bilanciamento del bianco alle volte con la Nikon è una rogna. Ok, grazie. Domani sarà dura con questo caldo! Si ma mai come in inverno, alle volte ti trovi in condizione che non riesci neanche più a muovere le dita tanto le mani sono congelate. Lavorare in alto come al Mezzalama è sempre dura. Posso offrirvi un altro giro? Ok, due birre e un caffè, grazie.

Ore 21:00 Valdagno - Cosa faccio, vado a cercare un posto da qualche parte per chiudere occhio? No, non ne vale la pena, tra poco più di un’ora c’è il briefing e poi alle undici partono le navette per Piovene Rocchette. Preferisco andare al ritiro pettorali così faccio due foto e le carico subito su Facebook. Se non ci fosse la rete così in evidenza sarebbe bella, meglio entrare nel campo e fotografare da lì. Tutti seduti in fila mentre ascoltano, se da in fondo riesco a prendere anche Enrico mentre parla uso questa.

Ore 24:00 Piovene Rocchette - Questa è bella, la partenza di un campionato europeo nel bel mezzo di una festa in piazza con tanto di gente che balla il latino americano e di ragazzi tirati a puntino. Dai che ho almeno venti minuti di tempo, mi siedo a quel tavolo e mangio qualcosa. Il problema cellulare è risolto, il pulmino ha l’uscita USB, adesso cerco di rilassarmi. Dai che a quell’età anche noi eravamo così alle feste della birra. E poi chissà cosa pensano di noi, a mezzanotte vestiti in questo modo! Bella li, dai che mi viene bene la foto di quel concorrente in coda al bar di fianco a quella ragazza così tirata che lo guarda male. Ma cosa gli spunta a DROZ dallo zaino, ha messo un faro? Si non è la prima volta, l’aveva già usato a Chamonix. Boh, io non ho neanche il flash esterno, speriamo in bene. 

Ore 2:00 Verso Colletto Grande - Già di mio se non guido soffro la macchina, inoltre questi tornanti di certo non aiutano. Ci provo, voglio portarmi avanti con la gallery. Apro il Mac, infilo la scheda e incomincio a selezionare le foto. Nuova cartella, transdavet. Apro, ingrandisco, guardo, sposto. Diciamo che mi sono salvato, di notte pensavo peggio. Che senso di nausea con questi tornanti. Dai, tengo duro, almeno questa è fatta. Spengo e respiro profondo, cerco di non pensare alla strada. 

Ore 5:00 Pian delle Fugazze - Philipp si è ritirato, si è tagliato il ginocchio cadendo. No... peccato! Hai voglia di un caffè? Di un te, gracias, ma abbiamo tempo? Si, li danno qui tra non meno di quindici minuti. Questa signora, oltre a essere una bella donna è anche la mamma del ragazzo che è in testa alla corsa, di Kilian. Ah, piacere, allora complimenti signora. Gracias. La foto la prendo più in alto, mentre scendono dal sentiero. Scusa, mi avvisi quando li vedi arrivare? Si ti fischio. Ok. Eccoli, davanti c’è Luis. Fatta! Corro al ristoro per prenderne altre. Ma partiamo subito? Si, altrimenti non arriviamo in tempo a Campogrosso. Ok, allora provo a caricarle in viaggio, magari la linea è migliore.

Ore 5:30 Passo Campogrosso - Certo che se riuscissi a usare il cellulare con la sinistra, potrei scattare le foto in contemporanea con la macchina fotografica. Oppure mi servirebbe un cavalletto e un telecomando come fa Ian. Farò pratica a casa, adesso non posso permettermi di sbagliare. Le inquadrerò in lontananza, così da avere almeno quattro o cinque secondi per usare il telefonino. Lo accendo già in modalità sport e lo tengo tra le ginocchia, così muovendolo sono sicuro che non si spegnerà nel momento buono, mi mancherebbe il tempo di riaccenderlo. Ok, prese, adesso le seguo fino al ristoro. Alè Emelie, alè Nuria, super! Qui ho qualche secondo in più, prima uso la macchina poi il telefonino ma senza stress. Ok è fatta, speriamo in bene. Per Facebook ne prendo una del ristoro, bella questa mentre ripartono insieme! No, non c’è campo, no! Provo andare su più in alto al punto di controllo, una tacca. Dai che ci riesco. Ritaglio quadrato, contrasto, salva. Devo tenere il telefono a terra immobile, la tacca va e viene. Ci provo, gestore pagine, condividi foto, e tra le donne, altro bel duello testa a testa tra Emelie Forsberg e Nuria Picas, ok. Si spegne il telefono, lo riaccendo. L’avrà caricata? Refresh, no, non c'è nulla. Ci riprovo ma non devo falo andare in stand-by. Refresh, ok, è andata. Tiro un sospiro di sollievo e corro di nuovo verso il ristoro. Mi dai i distacchi a Pian delle Fugazze? Trisconi a quanto è passato? Dai Stefano che stai facendo un garone, vai sereno, sei a quattro minuti da Csaba. Si, non voglio forzare troppo perché la salita è dura. Me la prendo comoda per poi andare sciolto dopo. Vai Stefano, sei un grande, grande gara!

Ore 10:00 Valdagno - Che pacchia, una sala stampa a 50 metri dall’arrivo con tanto di Wi-fi efficiente. Fantastico, mi posso dimenticare il telefonino. Vado, scatto e torno di corsa a scaricare le foto sul Mac. Se solo annunciassero gli arrivi prima dei 300 metri finali, eviterei ogni volta di correre all’impazzata. E’ un dettaglio, fosse sempre così ci sarebbe da metterci la firma. Certo che già fa caldo di suo, però sembra che il sole batta proprio sulla linea del traguardo. Caldo vero? Impressionante, oggi è dura. Arrivano, arrivano, sono insieme, nessuno sprint. Grandi! Grande Kilian, grande Luis! Bella questa mentre si versa l’acqua in testa. Dai, però spostati, di foto ne hai già fatte, lascia spazio anche agli altri. Oh, senza rancore! Perfetto, tanto adesso c’è confusione, gli parlo dopo, vado subito a scaricare le foto. Bella, proprio mentre si stringono la mano, dai che metto su questa. La ritaglio sempre quadrata e ci metto il bordino bianco, I campioni europei Ultra, Kilian Jornet e Luis Alberto Hernando.

Ore 13:00 Valdagno - Ciao Enrico, grazie di tutto, siete stati veramente grandi, tutto organizzato alla perfezione. Grazie a te, tra tutti avete fatto un gran bel casino. Dai che ci si sente presto.

Ore 16:00 Premana - Bello il tir della Rai, certo che qui fanno le cose in grande. Dai che ci facciamo una foto appoggiati alla macchina. Ok, però cattivi, del tipo never stop reporting! Silvia, hai voglia di fare una foto con Bernard e Martin che la metto su Facebook? Grazie ragazzi, in bocca al lupo per domani. Spero che ci sia ancora un letto dai ragazzi altrimenti se non mi faccio una doccia e mi corico va a finire che svengo.  


Giir di Mont, luci e ombre

Finito l’entusiasmo, e' tempo di analisi

Ci sono almeno due modi per vivere e descrivere una gara, quello emotivo e quello più prettamente agonistico, analizzando le singole prestazioni sportive. 

LE EMOZIONI DEL MOMENTO - Sul momento, a maggior ragione se ci si trova sul posto, ci si emoziona pensando allo sforzo profuso dall’atleta che ti sta passando di fianco, si ascolta il suo respiro, si osserva il sudore scendere su tutto il corpo. Sul momento, a meno di non essere dei grandi esperti della disciplina, è però difficile valutare la prestazione sportiva in termini assoluti, specie se non si hanno riferimenti di tipo cronometrico. Sul ripido prato di Premanida, per esempio, nel poco tempo a disposizione per seguire la testa della corsa, le emozioni sono state di quelle forti anche senza avere la capacità di valutare in quel preciso frangente qunto realmente di buono stessero facendo gli atleti da un punto di vista cronometrico. In zona d’arrivo, poi, tutto è maggiormente amplificato. Si gioisce per chi ha appena tagliato il traguardo facendosi contagiare da un sorriso di soddisfazione, da una smorfia di fatica o da uno sguardo di delusione. Si guarda poi di sfuggita il tabellone del tempo finale ma, in sostanza, il vincitore è l’eroe di giornata a prescindere da tutto il resto.

LE VALUTAZIONI A FREDDO - Terminata la gara, la curiosità e la passione ti spingono poi ad approfondire il tutto da un punto di vista più razionale. A meno che non si tratti di una prima edizione, è quindi inevitabile cercare di dare anche una collocazione di tipo agonistico alle emozioni vissute. In una gara storica come il Giir di Mont, questo è relativamente facile perché con 21 edizioni disputate, il materiale a disposizione è ricco di informazioni e relativi spunti. Se in altrettante edizioni hanno poi corso sugli stessi sentieri i migliori interpreti della disciplina, oltre che facile il discorso si fa anche molto interessante.

IL RIFERIMENTO CRONOMETRICO - Lo scorso anno una frana ha costretto gli organizzatori a modificare una piccola parte del percorso, da quanto riferito dagli stessi, 300-400 metri di sviluppo in più rispetto alle precedenti edizioni. Sabato sera, durante la splendita presentazione della gara, è stato annunciato che a causa di questa modifica, i record precedenti sono stati azzerati e che il nuovo riferimento cronometrico erano quindi le 3h19’19’’ di Tofol Castanyer, vincitore appunto lo scorso anno. Una decisione legittima ma irrealizzabile nella sostanza perché è improponibile azzerare 19 anni di storia e di leggenda sportiva per 400 metri di differenza. Per le tre o forse quattro generazioni di atleti che hanno corso il Giir di Mont, i riferimenti cronometrici rimangono e rimarranno sempre quelli iniziati nel lontano 1968 con le 4h24’29’’ di Gian Battista Toteschini e che per il momento arrivano fino alle 3h01’03’’ di Kilian Jornet nel 2011.

FUORICLASSE E GRANDI CAMPIONI - Sandra Mondaini era solita proninciare la frase 'che barba che noia, che noia che barba' quando era a letto con il marito Raimondo nella famosia serie televisiva Casa Vianello. Sono sicuro che qualche lettore da questo punto dell’articolo pronuncerà la stessa frase perché, aimè, tocca ancora una volta parlare di Kilian Jornet e Marco De Gasperi anche se ieri non hanno preso parte alla gara. C’è un dato su tutti che questa mattina mi ha impressionato durante lo studio post gara; in 21 anni, soltanto tre atleti sono riusciti a scendere sotto il muro delle 3h10’ al Giir di Mont. Si tratta di Kilian (3h05’08’’ nel 2009, 3h01’14’’ nel 2010 e 3h01’03’’ nel 2011), Marco De Gasperi (3h04’34’’ nel 2010 e 3h03’43’’ nel 2011) e Ricardo Mejia (3h06’41’’ nel 2009). Numeri alla mano, questri sono i tre atleti fuoriclasse del Giir di Mont. C’è poi un’altra soglia cronometrica che è costituita dalle 3h15’. Oltre ai tre prima citati, sono riusciti a scendere sotto questo tempo solo 5 atleti, Luis Alberto Hernando, Tofol Castanyer, Nicola Golinelli, Tom Owens, e Tadei Pivk. Sempre numeri alla mano, qusti sono i 5 grandi campioni del Giir di Mont. Almeno fino alle 3h30’’ tutte le prestazioni possono essere considerate stellari ma il ricontro cornometrico degli 8 atleti prima citati è qualcosa che va oltre.

GIIR DI MONT 2013 - Ci possiamo aggiungere i 400 metri della frana, essendo particolarmente buoni ci possiamo anche aggiungere il caldo, ma rimane il fatto che ieri nessun atleta è riuscito a scendere sotto le 3h20’.  Ionut Zinca è un grande atleta e non lo scopro di certo io con questo articolo. Non avendolo mai conosciuto prima, devo dire che mi ha impressionato molto anche dal punto di vista caratteriale, oltre che da quello sportivo.  Lui ha fatto il suo, forse di più, perché non dimentichiamoci che il suo 3h20’03’’ arriva dopo un infortunio e che quindi la sua condizione non può essere al top. Si porta a casa una vittoria che vale un’intera carriera a cui se ne aggiungeranno sicuramente altre di altrettanto valore.  Anche Tofol Castanyer è un grande atleta e penso che chiudere in seconda posizione in 3h20’27’’ all’età di quarantun’anni, non sia da tutti. Ieri è arrivata anche la bella prestazione di Julien Rancon che ha quindi fatto il suo esordio a Premana nel migliore dei modi con un ottimo 3h21’53’’. Un grande podio con tre grandi campioni, ma il muro delle 3h15’, per non parlare di quello delle 3h10’ per quest’anno non è nulla di più che un lontano miraggio. Per le 3h01’03’’ di Kilian, meglio metterci una pietra sopra, anzi, meglio metterci sopra la famosa frana.

DISCORSO DEMATTEIS - Infine, arrivo a uno dei temi caldi di questo fine settimana, ovvero all’esordio di Bernard e Martin Dematteis nel mondo dello Skyrunning. Visto e considerato che mi sembra universalmente assodato che stiamo parlando di due grandissimi atleti, sgombero subito il campo da eventuali fraintendimenti ammettendo che personalmente mi piacciono molto anche come persone. Hanno carisma e personalità al punto giusto da renderli degli autentici personaggi, cosa che di certo non guasta per lo sviluppo di una disciplina sportiva. Se sarà loro intenzione cimentarsi anche nello Skyrunning, mi sembra scontato ipotizzare che ne saranno protagonisti negli anni a venire. In tutto questo, ci aggiungo però qualcosa di mio, il giusto per dare ulteriore vigore alla discussione. Sabato sera, alla presentazione, hanno dichiarato che per loro si sarebbe trattato di una distanza impegnativa e che in allenamento non erano mai arrivati oltre le due ore. Le prime due domande che mi sono fatto al momento sono state inerenti al perché lo abbiano detto e al perché non si fossero allenati oltre le due ore. Sulla prima, penso che più che mettere le mani avanti si sia trattato di un qualcosa riferibile alla loro umiltà, come dire, ci mettiamo la faccia ma siamo consapevoli che qui non si scherza. Sulla seconda, il discorso è più complesso. Fermo restando che ognuno è libero di gestirsi come meglio crede, e ci mancherebbe altro, se si propone un raffronto con le supertar Kilian e Marco, lo si fa perché da tifosi e appassionati, li si vorrebbe avere già tutti e due competitivi e ai massimi livelli, anche nello Skyrunning, per dare nuovo vigore a tutto il movimento. In un simile ambito, di assoluta eccellenza, non vale quindi il discorso del non essere abituati alla distanza. Non vale per loro come in passato non è valso per Kilian quando è passato dalle Sky all’UTMB e non è valso per Marco quando si è cimentato nelle prime Skyrace o quando quest’anno ha ulteriormente allungato il tiro correndo a Chamonix. Proprio per la voglia e il desiderio di vedere il prossimo grande duello di Premana non più tra due atleti ma almeno tra quattro, mi sembra scontato e onesto ammettere che ieri per Bernard e Martin qualcosa non ha funzionato. I dati sono eloquenti, e non mi riferisco alla dignitosissima posizione in classifica ma al mero riscontro cronometrico. Bernard è a 28 minuti abbondanti dal record di Kilian e il suo tempo finale è solo l’86° tra  tutte le migliori prestazioni al Giir di Mont. Nell’edizione 2010 con un tempo simile sarebbe arrivato ventesimo. Ovvio che qualcosa non ha girato per il verso giusto. Mi piace pensarla come a una questione di approccio e mi piace altrettanto pensare che i due fratelli facciano tesoro dell’esperienza e che diano un seguito a questo loro esordio con la reale volontà di diventare dei grandi anche nello Skyrunning.


Il Tour du Rutor si mette in mostra

Gli scatti più belli esposti ad Arvier

Le immagini più spettacolari del Tour du Rutor per le vie di Arvier: sarà inaugurata giovedì 1° agosto, alle 18.30, la mostra fotografica della gara valdostana de 'La Grande Course', tutta dedicata ai migliori scatti realizzati nell’ultima edizione del Millet Tour du Rutor Extreme. Promotori dell’iniziativa, che rimarrà attiva fino al mese di agosto 2014, sono l'Amministrazione comunale di Arvier e lo Sci Club Corrado Gex. Arvier è ormai da sedici edizioni campo base del Tour du Rutor che nel 2014 è in calendario dal 28 al 30 marzo. Gli scatti in mostra sono stati realizzati nella competizione 2012 da Davide Camisasca, Andrea Vallet, Mauro Pallais e Newspower, d immortalano alcuni passaggi e momenti clou della gara vinta dalle coppie composte da Matheo Jacquemoud e Kilian Jornet Burgada eal femminile da Laetitia Roux e Mireia Mirò Varela.


A Lazzari e Bonora la Valsabbia Mountain Running Cup

Ieri la 5 Ponti era l'ultima gara

Monte Zovo, Agnosine e 5 Ponti: tre gare per una coppa, quella della Valsabbia Mountain Running Cup, conclusasi ieri a Bagolino (Bs). La vittoria del ranking maschile è andata a Domenico Lazzari, con il tempo totale (somma delle tre gare) di 4h19'07'', davanti a Roberto Scalvini (4h27'55'') e Massimo Stagnoli (4h42'55''). Tra le donne successo di Lara Bonora (5h06'37'') su Giuliana Galeazzi (7h25'29''). Lazzari, ieri settimo, ha approfittato dell'assenza di Juri Radoani, che era leader prima della 5 Ponti, e di Filippo Bianchi, che avrebbe potuto puntare alla vittoria se non fosse 'fermo ai box' per un infortunio.  


Canaday e Howe super alla SpeedGoat

Nuovi record della corsa, decima Canepa

Sage Canaday davanti ad Anton Krupicka e Jason Schlarb. Questo il verdetto della SpeedGoat 50 che si è corsa ieri negli Stati Uniti. Verdetto importante perché Canaday ha fatto registrare anche il nuovo record della corsa con 5h08'07''. Tra le donne successo e record di Stephanie Howe davanti a Jodee Adams-Moore e Ruby Muir. 6h17'02'' il tempo della Howe, mentre Francesca Canepa deve accontentarsi di un decimo posto in 7h05'14''. Gara diversa per uomini e donne perché Canaday ha condotto per buona parte del percorso mentre Howe si è involata nella discesa finale.   


A Zemmer e Scola il Vertical Col de Lana

Successo per il primo ripidissimo VK di Livinallongo

Ben 105 partenti, con grande soddisfazione degli organizzatori, si sono dati battaglia nel caldo di una giornata bellissima per il primo Vertical Col de Lana.  

URBAN ZEMMER STRAVINCE -
A stabilire il tempo di riferimento in 34'57" per questo nuovo tracciato ultraripido è stato nientemeno che Urban Zemmer (Team La Sportiva - Bogn da Nia). Zemmer ha preceduto Daniele De Colò (VVFF Belluno) 37'20". Terzo David Frena (Badia Sport) 39'25"; quarto il padrone di casa Filippo Beccari (Team La Sportiva - Bela Ladinia) in 39' 54" che è anche il suo 'personale'. Quinto Federico Pat in 40' 55".  

NADIA SCOLA FISSA IL TEMPO FEMMINILE -
Tra le donne il tempo da battere saranno i 46'36" di Nadia Scola (Team La Sportiva). In 51'15" si è classificata al secondo posto Beatrice De Florian (US. Cornacci), precedendo Elisabeth Benedetti (52' 30").