Bob Crowley nuovo presidente ITRA

Cambio al vertice dell’ITRA (International Trail Running Association) che ha annunciato lo scorso 14 aprile l'elezione dello statunitense Bob Crowley come presidente e la nomina di José Carlos Santos come direttore operativo. Bob, residente in California, è stato eletto all'unanimità presidente di ITRA dallo Steering Commettee dell'organizzazione. Sostituisce Michel Poletti, che ha rassegnato le dimissioni da presidente dopo aver co-fondato e guidato l'organizzazione per sei anni e mezzo. Bob è stato eletto nel comitato direttivo di ITRA nel 2019 e successivamente eletto nel comitato esecutivo. Ha iniziato a correre nel 1990. Nei due decenni successivi è stato finisher di oltre 100 gare di ultra distanza, tra cui Western States 100 Mile Endurance Run, Hardrock 100 negli Stati Uniti e Tor des Géants.

Bob è stato uno dei primi membri del Trail Animals Running Club (TARC) nel New England, USA, nel 1996 e da allora fa parte del comitato direttivo. Il numero dei membri iscritti è attualmente di circa 6.000 atleti e il Club organizza 12 eventi di trail running che coinvolgono migliaia di corridori ogni anno. Ha iniziato la sua carriera come imprenditore nel settore della televisione via cavo e successivamente nelle software house.

Il portoghese José Carlos Santos è stato nominato direttore operativo di ITRA e ne guiderà il team, oltre che seguire il lavoro quotidiano. José è uno dei membri fondatore di ITRA, oltre che membro del comitato esecutivo e del comitato direttivo sin dalla sua istituzione, nel 2013. José ha iniziato a correre nel 1995, partecipando presto a gare di ultra distanza come l'Ultra Trail du Mont Blanc. Santos è anche uno dei fondatori dell'Associazione portoghese di trail running (ATRP), nata nel 2012. Ha inoltre guidato la nazionale portoghese di trail ai primi Campionati del mondo di trail ed è stato nominato allenatore della nazionale dalla ATRP e dalla Federazione portoghese di atletica leggera, posizione che occupa ancora. José ha conseguito la laurea specialistica in Training Planning in High Performance and Sports Training Medicine presso la facoltà di scienze motorie.

José Carlos Santos

Anche Salomon produce mascherine

Salomon ha convertito il Prototype Center di Annecy per la produzioni di mascherine, per fare fronte alla grande richiesta del mercato francese. A seguire il comunicato ufficiale dell'azienda.

Si siedono un po' in silenzio, sempre ad almeno 2 metri di distanza, in una grande sala all'interno dell’Annecy Design Center (ADC) Salomon. Si tratta di uno staff di 10 persone, tutti specialisti nella produzione tessile con decenni di esperienza. Sono parte del team Soft Goods Prototype Center e normalmente questi progettisti, dal talento unico, realizzano prototipi per le linee future di prodotto: scarpe, giacche, scarponi da sci, zaini e altro ancora. Oggi questo Team specializzato sta realizzando mascherine protettive che, nelle prossime settimane, verranno utilizzate per la protezione dalla diffusione di COVID-19. Il loro obiettivo è consegnarne da aprile a giugno un quantitativo pari a 90.000. Di fronte alla carenza generalizzata di mascherine protettive nel Paese, il governo francese ha lanciato un appello alla propria industria tessile. Con gli strumenti industriali a disposizione, un'azienda francese chiamata Chamatex ha proposto una soluzione: mascherine tessili multistrato lavabili e riutilizzabili. Le mascherine sono certificate dalla DGA (Direction Général de l'Armement) e saranno destinate principalmente alle Amministrazioni e agli operatori industriali di tutti i settori. Poiché le richieste per le mascherine sono aumentate esponenzialmente negli ultimi giorni, Salomon ha ricevuto una chiamata da Gilles Reguillon, CEO di Chamatex, in virtù del rapporto tra le due aziende proprio per la capacità di Salomon di produrre prototipi di ogni tipo. Dopo cinque giorni dalla richiesta iniziale, i componenti del team Salomon erano alle loro postazioni, sempre presso l'ADC, pronti per realizzare le mascherine. «Chamatex è una società francese partner industriale di Salomon da oltre cinque anni» afferma Guillaume Meyzenq, Vice Presidente del settore Footwear di Salomon. «Abbiamo utilizzato la loro tecnologia MATRYX su alcuni dei nostri modelli di calzature premium. Condividono la nostra stessa passione per l'innovazione e hanno talenti unici per realizzare tessuti nuovi e rivoluzionari». Nonostante fosse desideroso di mettersi all’opera per contribuire ad aiutare la lotta alla diffusione del Covid-19, il Team Prototype Center di Salomon è stato costretto a rimanere a casa (come tutti in Francia nelle ultime settimane) per rispettare le restrizioni di sicurezza stabilite dal governo. La scorsa settimana, tuttavia, Salomon ha ricevuto la richiesta da Chamatex. «Durante una giornata normale, al mattino possiamo realizzare una scarpa prototipo che aiuta Kilian Jornet ad arrivare in cima all'Everest e nel pomeriggio un reggiseno sportivo per la nostra linea running» afferma Jean-Noel Thevenoud, che gestisce il laboratorio del Prototype Center, e aggiunge: «Questo è quindi un progetto diverso per noi, ma il Team ha voluto mettersi da subito in campo ed essere d’aiuto sin dall'inizio della crisi. Quando abbiamo ricevuto la chiamata la scorsa settimana, tutti eravamo pronti per iniziare. Ritorneremo presto a produrre attrezzature per outdoor, ma in questo momento siamo molto felici di poter usare le nostre abilità per aiutare in questa emergenza sanitaria».

 


In arrivo Skialper 129 di aprile-maggio

È una frase di Martin Luther King a contraddistinguere la copertina del numero 129 di Skialper di aprile-maggio, una frase che ben si adatta ai tempi che stiamo vivendo: «Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla». Un numero che avrebbe dovuto essere interamente dedicato all’agonismo e allo spirito agonistico, e lo è in gran parte, ma che l’emergenza ha costretto a cambiare leggermente, inserendo anche articoli di viaggio. Per non smettere di sognare. 176 pagine tutte da leggere e da guardare, in distribuzione a partire dal 21 aprile.

COSA RESTERÀ DI QUEI FORMIDABILI ANNI ’90 - Nel giro di poco più di un decennio, con la nascita dello skyrunning, si è imposto il concetto di fast & light che è alla base del nostro andare in montagna e di sport meno estremi come il trail. Ripercorriamo gli anni d’oro di quell’intuizione, con le prime gare sul Monte Bianco e quelle in Himalaya, gli studi scientifici e le foto dell’epoca.

AVEVAMO TUTTO E NON LO SAPEVAMO - Poco conosciuta, la Valle Gesso è stato il luogo dove, inconsapevolmente, abbiamo vissuto l'entrata dell'Italia nel lockdown del Covid-19. E dove ci piacerebbe tornare per la prima sciata. Un reportage esclusivo e autoprodotto, firmato da Federico Ravassard, da uno dei luoghi più selvaggi d’Italia, ideale per lo scialpinismo esplorativo.

SOUL SILK - 9.700 chilometri, 90.000 metri di dislivello positivo, 12 Stati attraversati. Per pedalare dall’Italia alla Cina, raggiungere (spesso sciandole) le montagne più belle e vivere quel soffio di avventura che tanto ci è mancato negli ultimi mesi. Il diario di un viaggio indimenticabile, con testi e foto di Giacomo Meneghello.

AFGHAN SKI CHALLENGE - Quando si porta il fucile con la disinvoltura di una borsa e le priorità della vita sono molto diverse da quelle a cui siamo abituati, anche una gara di scialpinismo diventa l’occasione per divertirsi senza troppe pretese. Ieri come oggi. Un reportage dall’Afghanistan firmato da Ruedi Fluck.

MONSIEUR MEZZALAMA - Adriano Favre è il signorsì della gara di scialpinismo più famosa del mondo. Ma è anche rifugista, soccorritore, himalaysta, Guida alpina, gestore di rifugio, sviluppatore di prodotti per Ferrino. A tu per tu con un personaggio davvero poliedrico.

SKIALPER AMARCORD - Enrico Marta, fondatore di Skialper, ha seguito la parabola dello skialp race dagli esordi e ricorda alcuni degli episodi più curiosi, dai primi exploit di Kilian e Roux, alle funamboliche prestazioni di Giacomelli. Con le foto dell’archivio della nostra rivista.

L’ANNO ZERO - 1989: Fabio Meraldi e Adriano Greco, insieme a Valeria Colturi, partono dall’abbigliamento per lo sci di fondo per creare la tutina che ha fatto la storia dello skialp agonistico.

L’INCREDIBILE STORIA DELL’ATTACCHINO CHE FA IMPAZZIRE IL MONDO - Una serie di coincidenze ha permesso di sviluppare un’idea rivoluzionaria che dalle gare si è velocemente imposta come lo standard dello scialpinismo. Ecco come è nato e si è sviluppato l’attacco a pin, con le testimonianze dei protagonisti e le foto dei primi prototipi.

QUELLI DELLA NOTTE - 240 atleti, 80 volontari, 30 chilometri di percorsi da preparare in meno di un’ora e da disallestire entro l’alba: dietro alla Monterosa Skialp c’è una macchina organizzativa complessa, che lavora tutto l’anno per un evento di qualche ora. Curiosità e le spettacolari foto di Stefano Jeantet dell’ultimo evento agonistico top che si è disputato.

WESC 1991 - Per anni in Alaska è stato organizzato il Mondiale di sci ripido. Alla prima edizione uno sconosciuto sciatore di Jackson Hole ha sbaragliato la concorrenza. Si chiamava Doug Coombs. Il racconto di Robert Cocuzzo, che ha scritto un bellissimo libro su Coombs, illustrato dalle foto di quell’edizione del WESC del fotografo Wade McKoy

GO WITH THE FLOW - Dopo il terzo Freeride World Tour Arianna Tricomi è sempre più la freeskier del momento, ma il suo successo è frutto di un background che va dallo sci alpino alla prima scena freestyle, quella di chi il kicker lo costruiva con le proprie mani. Perché la passione per lo sci viene prima di tutto. Alberto Casaro l’ha incontrata poco prima del lockdown

NADIR MAGUET, IL MAGO TRASFORMISTA - Prima fondista, poi biathleta, scialpinista. E ora dobbiamo chiamarlo skyrunner? Per capirlo siamo andati a trovarlo a casa sua.

DOLOMITI HALF MARATHON EXPERIENCE - La mezza maratona dell’Alpe di Siusi e del Sassolungo non sono solo due delle gare più belle tra i Monti Pallidi, ma percorsi unici da provare tutta l’estate. Ognuno al proprio ritmo, magari fermandosi per una pausa in una delle tante baite gourmet lungo il percorso.

MUST HAVE - Le chicche per chi ha lo spirito agonistico dentro, che sia con una tutina, un pettorale in una gara di trail o dei padelloni ai piedi in un contest di freeski. Pagine da sfogliare tenendo ben lontana la carta di credito…

E NON FIISCE QUI - Il consueto appuntamento con il portfolio fotografico, un approfondimento sulla Workstation di ATK Bindings e sulle anteprime Dynafit per il prossimo inverno in chiave skialp race, opinioni e tanto altro.


Gruppo Alpinistico Gamma di Lecco: un libro per aiutare gli ospedali della provincia

La provincia di Lecco è molto vicina all'epicentro del contagio di Covid-19, nel cuore della Lombardia, e le sue strutture sanitarie sono state travolte dallo tsunami dell'emergenza. Basti pensare che in uno dei due ospedali locali, quello di Merate, che si trova a poche centinaia di metri da una delle case che in queste settimane si è trasformata in una delle tante redazioni di Skialper sparse per il Nord Italia, a marzo 2020 sono decedute 214 persone contro le 37 di marzo 2019. Ora il Gruppo Alpinistico Gamma di Lecco lancia un'iniziativa di supporto alla raccolta di fondi 'Aiutiamoci', ideata dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese a sostegno dell'azienda socio sanitaria locale, iniziativa che ha già raccolto quasi 4 milioni di euro di donazioni. Il Gruppo ha deciso di mettere in vendita 30 copie del bel libro che racconta la storia di questo sodalizio alpinistico ai piedi del Resegone a un prezzo di base d'asta di 50 euro. Ogni copia avrà una dedica speciale. Per informazioni: info@gruppogammalecco.com


Prove di collaborazione tra La Grande Course e ISMF

Dopo un matrimonio difficile e interrotto prematuramente, La Grande Course e International Ski Mountaineering Federation tornano a collaborare, come ha anticipato anche a Skialper Adriano Favre, presidente LGC, in un’intervista pubblicata sul numero di aprile, in uscita a breve. Favre si è incontrato con il suo omologo ISMF, Thomas Kähr, ad Arvier, in Valle d’Aosta, alla presenza delle delegazioni dei comitati esecutivi delle due organizzazioni. Uno dei primi passi concreti in questa direzione sarà l'organizzazione di un Campionato del Mondo long-distance all'interno di una delle gare LGC già esistente. Un team di progetto congiunto si occuperà di intraprendere gli interventi necessari per la realizzazione di questo obiettivo nel più breve tempo possibile. LGC ha, inoltre, manifestato la propria intenzione a collaborare attivamente all'interno di ISMF, in una modalità che dovrà ancora essere definita. Il desiderio di LGC è, quindi, quello di contribuire attivamente al rafforzamento di ISMF quale piattaforma globale per lo scialpinismo.
Al fine di raggiungere questo obiettivo, ISMF dovrà avviare un progetto specifico di collaborazione e i vari settori di competenza all'interno di ISMF dovranno deliberare su questo progetto integrativo. Inoltre, i settori di collaborazione più importanti includeranno il potenziamento dei giovani talenti ma anche gli ambiti relativi all'anti-doping e all'attività dei giudici. Si pensa inoltre a un coordinamento nella comunicazione tra le due organizzazioni.


Le Mascherine di Elleerre

Elleerre, il marchio di Alzano Lombardo che produce materiale promozionale e sponsorizza alcuni importanti atleti del mondo outdoor, si trova nell’epicentro del contagio Covid-19 nella Bergamasca. Qualche settimana fa, insieme a Grande Grimpe, ha iniziato a produrre mascherine riutilizzabili in poliestere da donare al Comune di Nembro. Ora, alla luce delle numerose richieste ricevute, ha iniziato a riconvertire la produzione per rendere disponibile questo prodotto a coloro che ne avessero bisogno e devolverà al Comune di Nembro 0,50 euro per ogni articolo venduto. Le mascherine filtranti riutilizzabili sono in tessuto non tessuto (TNT) 100% poliestere, realizzate con doppio strato e lavabili in lavatrice a 40°. Non sono un dispositivo medico né un DPI. Info qui.


Dalle 14 di oggi online Evolution, il nuovo film di Anna Stöhr

Dopo aver lasciato le competizioni nel 2018, la climber austriaca Anna Stöhr era alla ricerca di nuove sfide. Sicuramente ne ha trovata una ad Aiglun, nelle Alpi Marittime francesi, dove la trentunenne ha affrontato e completato Ali Baba (8 tiri, 250 metri, grado 8a+). Il film Evolution, che sarà online e gratuito da oggi alle 14 sul sito di Salewa ( www.salewa.com/anna-stoehr-evolution) racconta il viaggio personale che ha portato una due volte campionessa mondiale di bouldering da un estremo all'altro dell'arrampicata, lasciando le competizioni in artificiale per abbracciare la libertà, la necessaria determinazione e i ritmi caratteristici delle grandi pareti di arrampicata alpina. Di Anna Stöhr abbiamo scritto anche sul prossimo numero di Skialper, in distribuzione a partire dal 21 aprile.

Durante il film l'atleta Salewa ricorda un episodio di alcuni anni fa, durate un climbing trip in Sardegna. A quell'epoca stava cominciando a meditare sulla sua evoluzione come scalatrice e aveva affrontato le sfide caratteristiche delle vie lunghe: «Ero impressionata da quelle pareti e volevo scoprire se fossi in grado di scalarle. Avevo fiducia nelle mie abilità atletiche, ma avevo anche grande rispetto per l'altezza e l'esposizione di queste gigantesche pareti di roccia. Le mie abilità mentali, che ero così brava a usare durante le competizioni, sembravano inutili mentre dondolavo a 100 metri di altezza dal suolo... In quel momento mi diedi l'obiettivo di diventare una scalatrice più versatile».

Insieme al suo compagno, lo scalatore professionista Kilian Fischhuber, si è dedicata a questa sfida cercando nuovi progetti al di fuori delle palestre di arrampicata. Affrontare una via impegnativa come Ali Baba, e riuscire finalmente a completarla, rappresenta un punto di svolta nella vita di Anna. Stava affrontando un nuovo terreno sotto ogni aspetto, passando dai brevi e intensi problemi di bouldering alle lunghe vie verticali di arrampicata alpina. È riuscita a superare la sfida con se stessa, oltre che con la parete? Il film Evolution mostra come Anna Stöhr, una climber di livello mondiale, abbia lasciato la propria comfort zone per affrontare le sue paure in una diversa dimensione dell'arrampicata.

 


La Sportiva annuncia la mascherina per lo sport e posticipa di un anno il lancio della collezione estiva

La Sportiva, dopo avere chiuso i suoi stabilimenti prima che il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri rendesse obbligatorio lo stop alla produzione e avere riconvertito parte della catena alla realizzazione di mascherine ha deciso di posticipare di un anno il lancio della collezione estiva 2021 e ha annunciato un nuovo modello di mascherina con filtro sostituibile, adatto per chi fa sport. A seguire il comunicato stampa ufficiale che annuncia il nuovo prodotto e quello sul lancio della collezione estiva.

 

La Sportiva presenta la prima mascherina igienica per lo sport

Lo aveva annunciato Lorenzo Delladio presentando due settimane fa il progetto di riconversione di una parte del sito produttivo di Ziano di Fiemme allo scopo di produrre mascherine chirurgiche per la Protezione Civile di Trento: «Stiamo cercando di proporre soluzioni innovative anche in questo campo per risolvere principalmente un problema sino ad ora sottovalutato, ovvero quello dell’impatto ambientale causato dalle attuali mascherine monouso oggi in commercio». La sfida è stata lanciata proprio da Delladio al suo reparto di Ricerca e Sviluppo: trovare una soluzione che aumenti il comfort e l’ergonomia di un prodotto che saremo tutti costretti ad indossare per lunghi periodi, dando la possibilità di sostituire unicamente l’elemento filtrante e quindi di riutilizzare il prodotto nella nuova quotidianità che tutti noi ci troveremo a vivere nella seconda fase dell’emergenza da COVID19.

Si chiama Stratos Mask la nuova mascherina igienica sportiva di protezione generica realizzata in tessuto con filtro interno intercambiabile e facilmente sostituibile. È un prodotto lavabile, riutilizzabile e comodo da indossare grazie ad una perfetta ergonomia studiata per fasciare il volto in maniera sicura e confortevole. La messa a punto è avvenuta nell’ultima settimana grazie ai primi prototipi realizzati a partire dai tessuti tecnici della linea abbigliamento La Sportiva. Terminata la fase di collaudo l’azienda ha già

provveduto a depositare la domanda di brevetto e valuterà in una seconda fase se precedere con la domanda di certificazione sanitaria, al momento Stratos Mask è a tutti gli effetti una mascherina igienica di protezione generica perfettamente utilizzabile per praticare sport quando i decreti lo permetteranno a fine emergenza.

«Fino ad oggi giustamente le mascherine avevano principalmente il ruolo di proteggerci in una fase di emergenza e l’attenzione ad elementi quali comfort ed impatto ambientale era stata messa in secondo piano. In azienda abbiamo però iniziato a ragionare sul lungo periodo, cercando di limitare il più possibile gli sprechi a favore dell’ambiente – dice Delladio – e pensando alla praticità di utilizzo continuativo di un oggetto che entrerà nella nostra quotidianità. Ne è uscita una soluzione molto smart, che permetterà ad ognuno in maniera semplice e veloce di rimuovere e sostituire autonomamente il filtro accessorio interno, lavare la mascherina e tornare a re-indossarla in tutta sicurezza».

Ulteriori informazioni circa le modalità di commercializzazione saranno disponibili nelle prossime settimane. Nel frattempo l’azienda conferma che al momento della ripresa della normale attività, la produzione di mascherine sia chirurgiche sia generiche sportive si affiancherà a quella delle scarpette outdoor e scarponi da montagna per le quali il marchio La Sportiva è conosciuto in tutto il mondo.

 

La Sportiva posticipa di un anno il lancio della collezione estiva

L’emergenza causata dal diffondersi dell’epidemia di COVID19 non appare vicina alla sua soluzione immediata, di conseguenza La Sportiva dopo aver deciso in anticipo sui tempi voluti dal Governo per la chiusura dello stabilimento di Ziano di Fiemme, e dopo la riconversione di parte dell’impianto produttivo a favore della produzione di mascherine e dispositivi sanitari per la Protezione Civile di Trento, adotta ora una misura importante a sostegno dei negozianti e della propria rete vendita mondiale.

Preso atto che la chiusura prolungata della maggioranza dei negozi italiani ed europei, cominciata proprio nella fase iniziale della stagione spring/summer 2020, porterà  ogni operatore del settore a fare i conti con giacenze di prodotto molto alte, prodotti che nella maggior parte dei casi non hanno nemmeno avuto il tempo di essere presentati al mercato e che non possono quindi essere tra qualche mese considerati “superati”, La Sportiva ha deciso di posticipare il lancio di circa il 90% della collezione abbigliamento estiva 2021 e della gran parte delle novità calzature previste.
Lo scopo di questa decisione è di preservare il valore dei prodotti della collezione che si trovano attualmente nei magazzini dell’azienda e dei negozianti in un’ottica “slow fashion” che permetterà ai partner di non essere costretti a svalorizzare la merce e a continuare a proporla con maggior respiro nei prossimi mesi.

La nuova collezione apparel che sarà presentata a maggio alla rete vendita mondiale e che sarà nei negozi a Primavera 2021 (circa 74 i mercati serviti), riproporrà quindi gran parte della collezione attuale 2020, arricchita da alcune nuove capsule prodotto aggiuntive e non sostitutive di precedenti prodotti. Stessa decisione coinvolge anche diversi nuovi progetti relativi alle collezioni Footwear Mountain Running® e Climbing, con l’identico obiettivo di non rendere prematuramente obsolete grandi quantità di prodotto invenduto a causa della prolungata chiusura.

«In questo momento così difficile per tantissimi nostri negozianti in tutto il mondo, non ci sembrava responsabile presentare, come siamo soliti fare e come il mercato impone normalmente, decine di prodotti nuovi che avrebbero immediatamente appesantito gli assortimenti dei negozianti, in un anno dove è probabile che l’invenduto sarà tendenzialmente elevato. – Dice Giulia Delladio, Strategic Marketing Manager de La Sportiva - La nostra azienda si impegnerà di conseguenza ad investire le risorse di Marketing sostenendo in ogni modo possibile un corretto e completo processo di sell-out delle collezioni già attualmente nei magazzini dei nostri partner».

Si tratta di un segnale forte che l’azienda ha deciso di lanciare nella profonda convinzione che possa aiutare tutta la filiera a creare le migliori condizioni possibili per una pronta ripresa nel post emergenza. Il motto aziendale di questi giorni è sempre lo stesso: «Uniti, seppure divisi, scaleremo anche questa cima».


Ripresa agonistica? Troppo alto il rischio giuridico

L'elenco delle gare annullate, o rinviate, si allunga di giorno in giorno. Ma quando si potrà realisticamente tornare a correre in un trail o una sky marathon? Difficile a dirsi, di sicuro fino alla fine dello stato di emergenza, cioè il 31 luglio, appare improbabile che possa svolgersi una gara, alla luce anche dei rischi giuridici ai quali andrebbero incontro gli organizzatori. A questo proposito la FISKY, una delle federazioni coinvolte nell'organizzazione di eventi, ha preso una posizione chiara comunicando che «fino al 31 luglio 2020 non sono autorizzate manifestazioni che fanno riferimento alla nostra Federazione, salvo eventuali nuove disposizioni delle competenti autorità». Sull'argomento abbiamo chiesto un parere all'avvocato Flavio Saltarelli.

 

La ripresa agonistica per l’oudoor running non è dietro l’angolo. Sino a che il Covid 19 rappresenterà un probabile pericolo, anche giuridicamente sarà assai sconsigliabile gareggiare, se non a condizione di enormi rischi ed improponibili sforzi, anche economici, delle organizzazioni. Questo è ciò che ho in estrema sintesi risposto in questi giorni ai numerosi organizzatori di competizioni di trail e skyrunning i quali mi hanno interpellato domandandomi: Quando potremo riprendere a correre in gara? Che cosa eventualmente si rischia?.

La responsabilità degli organizzatori (come costruita dalla giurisprudenza) a tutela degli atleti si configura allorquando in gara gli atleti medesimi incorrano in pregiudizi non imprevedibili e riconducibili, secondo la miglior scienza ed esperienza, al comportamento colposo degli organizzatori. Ad oggi l’unica certezza per garantire la salute dal Covid 19 pare essere il mantenimento di un’adeguata distanza di sicurezza; distanza di sicurezza che non sarebbe ipotizzabile tenere ed assicurare in tutti i momenti delle competizioni di trail e skyrunning. Infatti, anche eventuali partenze a cronometro, non impedirebbero frazioni di gara caratterizzate da estrema vicinanza tra gli atleti (pensiamo ad esempio ai sorpassi); senza poi voler considerare le difficoltà di poter fruire della necessaria e tempestiva assistenza medica in loco.

Solo, dunque, attraverso un quasi impossibile monitoraggio temporalmente aggiornato con relativa certificazione della salute degli ammessi alla partenza gli organizzatori potrebbero tutelarsi, dimostrando di non essere in colpa in ipotesi di successivi sintomi da virus accusati dagli atleti partecipanti, sintomi la cui eziologia potesse essere riconducibile all’ambito della gara.

In via preliminare va ricordato che la colpa (intesa come imprudenza, imperizia o inosservanza di leggi, ordini, regolamenti e discipline) è l’elemento costitutivo della responsabilità civile e penale; colpa che viene meno - di fatto - solo quando gli organizzatori sono in grado di dimostrare di aver assunto ogni precauzione a garanzia della salute degli atleti.

Sotto il profilo normativo, ai fini della responsabilità civile rileva l’art. 2043 del Codice civ. laddove obbliga il risarcimento di ogni danno conseguente a fatti lesivi ingiusti patiti; per quanto attiene la responsabilità penale le fattispecie di reato ipotizzabili sono, invece, quelle di lesioni ed omicidio colposo.

Più difficile - ma non impossibile - , inoltre, configurare a carico degli organizzatori, in ipotesi di scoppio di focolaio in seguito alla gara organizzata, il gravissimo reato di epidemia di cui all’art. 438 Codice Penale, il quale prevede: Chiunque cagiona un'epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l'ergastolo. Trattasi di delitto che ha come elemento costitutivo il dolo (la volontarietà e la consapevolezza di cagionare l’epidemia) ma non impossibile da configurarsi anche nel caso di evento non voluto, ma frutto di comportamento gravemente imprudente, in quanto nel nostro ordinamento esiste anche il cosiddetto dolo eventuale che ricorre ove un soggetto - pur non volendo cagionare specificatamente un evento - essendo consapevole del pericolo, o dovendo esserlo, corre il rischio di cagionarlo e l’evento si verifica.

Da ultimo, non è remota la possibilità di finire alla sbarra per delitto colposo contro la salute pubblica, fattispecie prevista e punita dall’art. 452 del Codice penale che punisce con la reclusione da uno a cinque anni chiunque commette, per colpa, appunto, uno dei fatti preveduti dall’articolo 438 Cp., cioè contribuisce anche per imperizia o imprudenza al diffondersi di un’epidemia.


Cresce il team RaidLight, in Italia e all'estero

Sono sempre di più gli atleti che hanno scelto le scarpe da trail running RaidLight, a conferma della validità della collezione lanciata solo un anno fa dal marchio francese. Una collezione che è stata progettata in Italia, nei laboratori del Gruppo Rossignol di Montebelluna, nel cuore del distretto della calzatura sportiva. Dopo Nathalie Mauclair, Christophe Le Saux e Maite Maiora tra i top internazionali si è aggiunto anche lo spagnolo Jordi Gamito, che in palmarès ha risultati prestigiosi come la vittoria al Grand Raid Réunion o il terzo posto all’UTMB-Ultra Trail du Mont Blanc e al MIUT-Madeira Island Ultra Trail. A livello italiano ritorna il Team Raidlight Italia con due nuovi ingressi – il bergamasco Donatello Rota e il sardo Sandro Solinas – che vanno ad aggiungersi a Nicola Bassi, Stefano Trisconi, Daniel Degasperi, Mauri Basso, Roberto Fregona, Tommaso De Mottoni, Roberto Scandiuzzo e Laura Palluello. Sono proprio gli atleti i principali collaudatori delle scarpe RaidLight che per la nuova stagione si presentano con nuovi colori molto cool e sempre fedeli all’hashtag no time for compromise. Quattro modelli di calzature che accontentano tutti i runner off road, dalla strada bianca al single track, dall’appassionato all’atleta elite. Revolutiv, Responsiv XP, Ultra e Dynamic sono inoltre le prime scarpe del mondo trail a utilizzare la tecnologia NFC: avvicinando lo smartphone alle calzature si possono visualizzare maggiori informazioni sui singoli modelli e su RaidLight.

 

MEDIE E LUNGHE DISTANZE: RESPONSIV ULTRA

La parola chiave per capire la Responsiv Ultra, nell’aspetto simile ad altre calzature massimaliste, è cushioning dinamico e durevole. Infatti l’idea RaidLight di cushioning non è legata solo alla morbidezza. Perché sulla distanza il piede deve essere sostenuto, perché quando si è stanchi c’è bisogno di un aiuto. Così l'intersuola è in EVA iniettata a bassa compressione per rilasciare con gradualità e nel tempo la giusta ammortizzazione ed evitare che l’intersuola ‘si sfondi’ dopo tanti chilometri. La forma RL Relax Last è ampia con un profilo della punta arrotondato per garantire comfort fino a distanze molto lunghe, quando i piedi si gonfiano e tendono ad allungarsi.

Drop: 6 mm

Peso: 270 g

Colori: Black/Lime Green - Lime Green/Blue (uomo) Pink/Light Blue (donna)

Prezzo: 140 €

Tecnologie

RL Relax Last: una forma studiata appositamente per garantire alla scarpa maggiore comfort, grazie alla punta arrotondata e al “relax fit” che evita anche nelle lunghe distanze il senso di costrizione del piede

Intersuola ad alto cushioning: in EVA iniettato di alta qualità capace di donare alla scarpa un’ammortizzazione duratura nel tempo

M-Lock Band: tecnologia che evita la costrizione del piede e aiuta l’equilibrio con la naturale dilatazione che si verifica dopo molte ore di corsa grazie a una fascia di compressione elastica (band) posizionata sopra la parte superiore, che dà sostegno senza limitare il flusso sanguigno

Sottopiede con tecnologia Sensor3: da un’idea sviluppata dal centro ricerche del Gruppo Rossignol, nasce la tecnologia Sensor3: un sottopiede di densità variabile dotato di tre zone destinate ad assorbire gli urti derivanti dall’impatto della corsa. Questo assicura un maggior ritorno di energia e si traduce in una migliore ammortizzazione e quindi in un maggior comfort durante la corsa, anche su lunghe distanze

Puntale rinforzato: per proteggere la parte anteriore del piede

Supporto anatomico del tallone: grazie a un supporto interno del piede la scarpa ha una maggiore stabilità

Sistema di attacco della ghetta sulla parte anteriore del piede

 

CORTE E MEDIE DISTANZE, TERRENI CORRIBILI: RESPONSIV XP

È una scarpa veloce per i sentieri e le strade bianche tipiche del trail running, dove si può aprire il gas la Responsiv XP. Nel suo DNA ci sono velocità, leggerezza e precisione. La struttura interna collegata direttamente con il sistema di allacciatura (tecnologia RL XP) avvolge completamente il piede, garantendo un fit su misura. Il piede è tenuto in una posizione stabile anche durante i movimenti laterali, senza applicare pressione o limitare il movimento all’altezza del metatarso e delle articolazioni delle dita dei piedi. L'intersuola e il plantare Sensor3 con diverse densità di ammortizzazione aiutano ad assorbire gli impatti tra il piede e il terreno, contribuendo a migliorare la dinamica di corsa.

Drop: 4 mm

Peso: 280 g

Colori: Lime Green / Blue - Light Blue/ Blue (donna)

Prezzo: 150 €

Tecnologie

RL Slim Last (Slim Fit / Technical, profilo arrotondato)

Tecnologia RL XP: sistema di supporto del piede: avvolge e fornisce supporto senza comprimere

Intersuola e plantare Sensor3: intersuola in EVA termoformata a doppia densità per un cushioning superiore

Puntale rinforzato: protegge la parte anteriore del piede

Supporto anatomico del tallone per una maggiore stabilità

Suola Sensor XP (battistrada 4 mm)

Linguetta anatomica per un maggiore comfort

Tecnologia NFC: avvicinando il cellulare alla scarpa si possono visualizzare maggiori informazioni sulla calzatura e sul mondo RaidLight

 

CORTE E MEDIE DISTANZE, TERRENI TECNICI: RESPONSIV DYNAMIC

In poche parole, per chi cerca grip, leggerezza, reattività per gare corte e veloci. E poi tanta traspirabilità grazie alla tomaia in mesh. La suola Dynamic Sensor con battistrada aggressivo con tacchetti da 6 mm rende questo modello ultra versatile e reattivo in tutti i tipi di terreno. È inoltre dotato di intersuola a doppia densità e plantare Sensor3. Diverse densità di ammortizzazione aiutano ad assorbire gli impatti tra il piede e il terreno, contribuendo a migliorare il dinamismo della corsa.

Drop: 6 mm

Peso: 290 g

Colori: burnt orange - lime (uomo), turquoise (donna)

Prezzo: 135 €

Tecnologie

RL Regular Last (Vestibilità regolare / Versatilità, Profilo punta asimmetrica)

Intersuola e plantare Sensor3: intersuola in EVA a doppia densità termoformata che supporta e ammortizza aree separate del piede per dinamismo e comfort

Barra di torsione nell'intersuola per una maggiore stabilità

Suola Dynamic Sensor3 (battistrada 6 mm)

Puntale asimmetrico: a forma di piede, protegge le dita dei piedi

Supporto anatomico del tallone: ​​supporto interno del piede per la stabilità

Lingua anatomica per un maggiore comfort

Sistema di attacco ghetta sulla parte anteriore del piede

Tecnologia NFC per ottenere ulteriori informazioni sulla scarpa semplicemente avvicinando lo smartphone

 

CORTE E MEDIE DISTANZE, ANCHE PER I TERRENI PIÙ DURI: REVOLUTIV

È parente della Responsiv Dynamic, con cui condivide intersuola e battistrada, ma la tomaia in materiale ‘chiuso’ la rende una scarpa diversa, che punta tutto su grip, protezione e precisione, perfetta per i terreni più impegnativi. La tecnologia TWS (Tendon Wrapping System) offre supporto ai piedi che diventano una cosa sola con la scarpa, mentre al grip ci pensa la suola Dynamic Sensor con tassellatura pronunciata (6 mm). La Revolutiv è inoltre dotata di intersuola a doppia densità e plantare Sensor3. Diverse densità di ammortizzazione aiutano ad assorbire gli impatti tra il piede e il terreno, contribuendo a migliorare la dinamica di corsa.

Drop: 6 mm

Peso: 290 g

Colori: Black - Black/Blue (uomo) - Light Blue/ Blue (donna)

Prezzo: 150 €

Tecnologie

RL Regular Last (Regular fit / Versatilità, profilo asimmetrico della punta)

Intersuola e soletta Sensor3: intersuola in EVA a doppia densità termoformata che sostiene e ammortizza

Suola Dynamic Sensor

TWS (Tendon Wrapping System): migliora il comfort e l’avvolgimento del piede all’interno della scarpa

Puntale asimmetrico: riprende la forma del piede e protegge le dita dei piedi

Supporto anatomico del tallone: supporto interno del piede per una maggiore stabilità

Allacciatura SpeedLace (nella confezione sono presenti anche i lacci tradizionali)

Stampe riflettenti (stelle RaidLight)

Sistema di aggancio per ghette sulla parte anteriore del piede

Tecnologia NFC (avvicinando il cellulare alla scarpa potrete avere maggiori informazioni sulla calzatura e sul mondo RaidLight)


La Sportiva converte parte della propria produzione per realizzare camici e mascherine per la Provincia di Trento

La Sportiva, dopo essere stata una delle prime aziende a fermare la produzione, aderisce all'invito della Confindustria trentina e converte parte del proprio stabilimento alla produzione di mascherine e camici per la Provincia di Trento nell'ambito dell'emergenza Covid-19. A seguire riportiamo il comunicato stampa dell'azienda.

Ziano di Fiemme – Prosegue l’emergenza Coronavirus e Confindustria Trento su richiesta del Presidente Manzana, chiede alle industrie del settore tessile Trentino uno sforzo di riconversione produttiva allo scopo di far fronte alla mancanza in regione di dispositivi medico sanitari quali camici e mascherine certificate. La Sportiva, azienda con sede produttiva a Ziano di Fiemme e leader mondiale nella produzione di calzature ed abbigliamento per la montagna, dopo aver fermato totalmente le proprie linee produttive già una settimana prima del decreto ministeriale che ha imposto la chiusura delle fabbriche di beni non necessari e non legati alla catena produttiva del sistema Italia, accetta la proposta del Presidente riconvertendo parte dei macchinari dello stabilimento produttivo pensati per il taglio e la cucitura di materiali quali pelle e gomma, per la produzione di mascherine e camici al servizio della Protezione Civile di Trento.

Venerdì scorso sono stati realizzati i primi prototipi e questa settimana, grazie ai tessuti tecnici forniti dalle aziende trentine Vagotex e Texbond è al via la realizzazione dei primi 1000 pezzi al giorno con obiettivo, a regime, di arrivare a quota 3000 al giorno. Attualmente nello stabilimento di Ziano di Fiemme che ospita normalmente 369 dipendenti ed all’interno del quale si producono circa 2000 paia di calzature al giorno, sono state richiamate dalla cassa integrazione 8 persone tra operai e tecnici R&D per realizzare i prototipi delle mascherine conformi agli standard richiesti dall’Istituto Superiore della Sanità di Torino. La produzione già avviata attende ora solo la certificazione ufficiale della quale si sta occupando il Dott. Cipriani della Allergo System di Rovereto, per essere definitivamente approvata affinchè l’azienda possa procedere alla distribuzione tramite i canali proprio della capocommessa Allergo System.

«Produciamo in Trentino dal 1928 avvertendo da sempre una forte responsabilità sociale nei confronti di un’intera comunità che fa della solidarietà e dell’aiuto reciproco una caratteristica fondamentale. - Dichiara Lorenzo Delladio CEO & Presidente di La Sportiva -  Con grande senso di responsabilità abbiamo dapprima contribuito allo sforzo collettivo nel contenimento del contagio, chiudendo in anticipo le nostre sedi produttive: ora siamo chiamati ad impegnarci per affrontare la seconda fase dell’emergenza, per farlo ci siamo dotati delle materie prime adeguate per poter produrre una prima partita di 55.000 mascherine che andranno alla Protezione Civile di Trento, tramite la Allergo System di Rovereto. Parallelamente stiamo cercando di far certificare in autonomia altri materiali in modo da renderci indipendenti anche con grembiuli e altri componenti di protezione e quindi passare ad una produzione industrializzata che permetterà nel brevissimo di raggiungere produzioni giornaliere ben più importanti. Chiaramente riconvertendo più macchinari e richiamando gradualmente più dipendenti presso lo stabilimento. Augurandoci che questo possa contribuire a mettere in sicurezza le centinaia di operatori sanitari che operano sul territorio Trentino e che oggi hanno bisogno di tutto il nostro sostegno. Uniti seppure divisi, scaleremo anche questa montagna, è quel che ho detto ai miei collaboratori all’inizio dell’emergenza ed il messaggio che voglio dare oggi anche a tutti coloro che sono in prima linea per combattere questa battaglia. La Sportiva c’è e vi sostiene».

Ed il sostegno alla sanità Trentina è già arrivato anche sottoforma di donazione grazie ai 50.000 euro donati ad inizio emergenza ai reparti di terapia intensiva di Trento e Rovereto su un conto speciale voluto sempre da Confindustria Trento.
Le prossime ore saranno decisive per l’ottenimento delle certificazioni ufficiali dei dispositivi di protezione: Delladio si dice fiducioso che l’Istituto Superiore della Sanità opererà velocemente in tal senso.


Le mascherine Crazy

Oltre 10.000 mascherine protettive donate alla Protezione Civile perché vengano distribuite gratuitamente a negozianti e associazioni locali. Sono questi i risultati del lavoro di Crazy, l’azienda valtellinese specializzata nella produzione di abbigliamento per lo skialp e il trail running. Lo scrive Valeria Colturi in un post sull’account social dell’azienda. Si tratta di prodotti lavabili e riutilizzabili, realizzati con i materiali impermeabili e traspiranti utilizzati per i capi d’abbigliamento fast & light. Non sono presidi medici, richiedono comunque il rispetto delle regole prescritte, ma possono però essere utili per persone che sono in contatto con il pubblico, perché proteggono le altre persone da schizzi e secrezioni grossolane. La produzione quotidiana è arrivata a circa 700 pezzi e la confezione viene realizzata a casa da un centinaio di persone, mentre alcune aziende fornitrici hanno regalato parte dei materiali utilizzati. Negozianti e associazioni della provincia di Sondrio possono farne richieste telefonando al numero 0342 212524.