Il Trofeo Mezzalama alza il sipario sull'edizione 2017

La presentazione oggi a Milano

‘La storia si ripete’: è questo lo slogan della presentazione della ventunesima edizione del Trofeo Mezzalama. Nuovo marchio, stessa professionalità. Presentazione nel cuore di Milano nella sede della UBI Banca, main sponsor della classica valdostana, così come Dynafit che continua il suo stretto legame con il Trofeo Mezzalama, lanciando una linea con il logo della gara, considerando anche il grande successo della giacca fornita a tutti i partecipanti due anni fa, diventata un must per gli appassionati.
Ma tutti vogliono sapere che Mezzalama sarà quello del 2017. E allora la parola passa ad Adriano Favre che parte dai numeri - 22 aprile il giorno del via (e tanti giorni di riserva, 23, 29 e 30 aprile, 1 maggio), 300 squadre, i tanti volontari della macchina organizzativa -, ma arriva subito al cuore, il percorso. Si parte da Cervinia e si arriva a Gressoney. La partenza sarà diversa dalle altre edizioni, visto che sarà a piedi dal cuore del paese, per poi affrontare la salita a Plateau Rosa non più sul Ventina (altra novità), ma per il Canale del Theodulo, da fare a piedi. Si arriva così al Colle del Theodulo, la storica partenza del Mezzalama. Il resto del tracciato non cambia: passaggio al Breithorn (dove ci sarà il cancello ‘allargato’ di mezz’ora e portato alle tre ore), Castore, Rifugio Quintino Sella, Naso del Lyskamm, Rifugio Mantova (tutto in cordata come previsto dal regolamento), prima di affrontare la discesa su Grdssoney.


Pierra Menta, anche il secondo giorno e' spettacolo

Sole e neve polverosa, cosa chiedere di piu

La Pierra Menta 2016 è una di quelle da segnare con il bollino verde. Ti alzi all’alba e vedi sorgere il sole, la temperatura è invernale e la neve resta polverosa: cosa pretendere di più? Gli organizzatori hanno potuto sbizzarrirsi per i percorsi. Anche giovedì tanti km, tanto dislivello, passaggi spettacolari in mezzo a tanta neve. L’atmosfera è quella giusta, insomma. Già la gara. Kilian e Jacquemoud hanno ancora fatto la differenza: la Pierra Menta, a meno di clamorosi colpi di scena, ha i suoi padroni, resta da capire se faranno i ‘cannibali’ anche gli altri due giorni o se si limiteranno ad amministrare il vantaggio. Gli altri sembrano rassegnati a giocarsi gli altri due posti sul podio. Ma anche qui la lotta è ristretta a francesi (Bon Mardion-Gachet) e azzurri (Boscacci-Antonioli). Senza Eydallin e Lenzi (e pensare che in terrazza al parterre è arrivata anche la Steppenbeer, dedicata a Eyda…), i pretendenti al podio in pratica sono decisi. Così come la gara rosa: 21 minuti, chi le prende Laetitia Roux e Axelle Mollaret? Sorprende la forza e la serenità di questa giovane savoiarda classe 1992: certo avere la Roux come compagna aiuta, ma bisogna pur sempre tenere il suo passo. E la forza di sorridere al traguardo.

IN CLASSIFICA - Sono ancora 179 nella classifica maschile, 19 in quella rosa. La sorpresa più bella, quella degli statunitensi Max Taam e John Gaston. Mancano gli svizzeri, è vero, che pensano alla Patrouille, diversi azzurri, nazionali e non, che potrebbe tranquillamente entrare tra i primi, ma nessun atleta a stelle e strisce lo avevamo visto così in alto. Hanno il pettorale 179, non certo il numero di chi è in alto nel ranking.
E ancora piccole storie di Pierra: c’è il giovane francese che ha rotto lo sci, cosa fare? Miky Boscacci è seduto con Lillo Invernizzi, perché non chiedere a lui se gli presta un paio dei suoi…


Pierra Menta, le sensazioni del primo giorno

Una tappa molto poudreuse...

Pierra Menta, il primo giorno. C’è la solita attesa della partenza, quella di chi vuole vincere e di chi vuole solo arrivare in fondo. Nella tappa iniziale gli organizzatori sono stati di manica larga: tutti ‘promossi’ ai controlli orari (anche Alastair Brunton e Robert Beddow arrivati con un ritardo di 2h17’41”...), pochissime le penalizzazioni per chi non ha aspettato il compagno di squadra. Ma dal secondo giorno non saranno ammesse ‘deroghe’.
Sorrisi al traguardo: la fatica è stata tanta, le gambe sono dure, ma almeno il sole e la neve fresca hanno reso tutto più bello. Già perché questa è una Pierra poudreuse…
Tutti meno uno: se Eyda l’ha preso con filosofia, Lence è un po’ più ‘arrabbiato’. Dopo un inizio di stagione sfortunato aveva ritrovato la gamba ed era competitivo: voleva difendere quel pettorale numero 1. Invece no: ma lo sguardo prima che il fratello di Eyda arrivare nel Beaufortain a riprenderli e riportarli a casa, era quello soprattutto di chi è ammalato. ‘Non si possono fare miracoli - ci ha spiegato il fisioterapista della squadra italiana - se uno prima di partire fa ancora aerosol al mattino non è certo in condizione…’.
Sorridono invece Kilian e Laetitia Roux: Mathèo è un amico, Axelle è brava, insomma frasi di rito per chi ha subito messo in chiaro che la Pierra la vuole vincere. Se la gara femminile sembra segnata, quella maschile qualcosa può ancora riservare. ‘Scommettiamo che in discesa i francesi li prendono’, ci raccontava Eyda mentre sul traguardo ascoltava le notizie di Radio Pierra. Bon Mardion e Gachet vivono ad Areches, da casa vedono ogni giorni queste montagne e conoscono ogni discesa. La gara è lunga, loro possono farcela.
E possono farcela anche gli azzurri, almeno hanno tutte le chance per battere i francesi visto che sembrano averne di più: Antonioli ha patito il caldo, ma in discesa non è secondo a nessuno, Boscacci ha vissuto una giornata così così, ma il motore c’è e il tifo dei suoi di Albosaggia può dargli qualcosa in più. 

NON SOLO SPORT -
Pierra Menta come sempre è la gara della valle: sulle macchine sono appese le bandiere francesi con il logo della Pierra, regalate a tutti al primo briefing, dai balconi si vedono gli striscioni per gli atleti di casa. E siamo solo all’inizio. Ma anche sul percorso sono già saliti in tanti.
I giornalisti accreditati sono sempre di più, soprattutto dalla Spagna. Tra tutto spicca Enak Gavaggio, il campione di ski-cross francese che adesso è diventato Rancho: si riconosce per i baffi e la sua storica ’Matra Simca Rancho’. Sta realizzato alla sua maniera una puntata del suo webshow molto seguito in Francia (www.ranchowebshow.com). 


Ci siamo, domani parte la Pierra Menta

Tappa di 20 km con oltre 2500 metri di dislivello

Altro che partenza 'soft' come l'anno scorso: la Pierra Menta 2016 debutta con una tappa molto impegnativa. Quasi 20 km, 2584 metri di dislivello. Il tutto con temperatura da pieno inverno, tanto che sono obbligatori quattro strati. Le previsioni dicono sole, ma al mattino temperature oltre 10 gradi sotto zero che si sentiranno ancora di più in quota per il vento. Sette le salite, dopo la partenza prevista alle 8: la più lunga, la seconda di 900 metri di dislivello che porta a quota 2100 della Cote. Poi si salirà ancora alla Légette a 2353. Unica 'consolazione' neve fresca in discesa visto che qualche fiocco è sceso ancora anche oggi.

Ad Areches solita grande attesa: salone del briefing imballato e non solo di atleti, campanacci e bandierine per la consegna dei pettorali alle squadre favorite. E siamo solo al martedì. Già i favoriti: Kilian e Jacquemoud cercheranno il bis dopo l'Altitoy con gli azzurri pronti a dare battaglia, Eydallin e Lenzi in primis forti del pettorale 1 (peccato che Lence non sia al top, con qualche linea di febbre sino a ieri e aerosol in camera ancora oggi) oltre a Boscacci e Antonioli, belli carichi. Ma questa è la gara di casa di Bon Mardion e Gachet che questi pendii li conoscono benissimo. Al femminile Roux-Mollaret team da battere (con l'incognita se la giovane Mollaret terrà i quattro giorni i ritmi della Roux), con le due squadre spagnole, soprattutto quella con Mirò e Galicia, Pont Combe-Bonnel e le nostre Tomatis-Valmassoi (settima Pierra per la veneta) a giocarsi il posto sul podio.

 


Super sfide alla Valtellina Orobie

Brillano gli azzurri con quattro successi

Una Valtellina Orobie insidiosa, impegnativa che ha regalato tante emozioni.

PERCORSO - Non c’è il sole, ma nubi grigie sopra Albosaggia. Freddo non intenso, ma l’umidità si fa sentire. E si deve correre in partenza e nella discesa finale: il terreno ghiacciato all’inizio, diventa sempre più molle e non mancano le cadute. La neve c’è, non molta sul tracciato, una trentina di centimetri, compatta, non facile. E ancora una volta si capisce quale sia stato il grande lavoro organizzativo della Polisportiva Albosaggia per mettere in sicurezza il tracciato.

JUNIOR FEMMINILE - Radio corsa parla di una possibile tripletta azzurra: Giulia Compagnoni davanti a Giulia Murada e Laura Corazza. Le azzurre viaggiano forte, ma sul traguardo finale c’è la francese Bonnel in mezzo alle italiane. Finale con pathos: a pochi metri dal traguardo Giulia Compagnoni cade, la francese prova a passarla di slancio, ma la valtellinese si rialza e passa per prima, guardandosi ‘stupita’ la divisa tutta infangata. Bonnel seconda e Giulia Murada anche lei un po’ in difficoltà nella corsa finale, terza sul traguardo. Laura Corazza è quarta, settima Melanie Ploner.

JUNIOR MASCHILE - Davide Magnini parte all’attacco sin dalla salita: subito al comando il trentino dell’Esercito continua a incrementare il vantaggio anche sulla neve. Arrivo in solitaria, con un vantaggio di 1’30” sul francese Equy, con terzo, in rimonta Nicolò Canclini. Settimo Pietro Canclini, nono Andrea Prandi.

ASSOLUTA FEMMINILE - Il ritorno di Laetitia Roux. Emelie Forsberg prova ad attaccare la francese sin dall’inizio, ma questa volta deve alzare bandiera bianca. Metro dopo metro la francese ritrova il suo ritmo vincente e si presenza tutta sola sotto lo striscione d’arrivo. Bagarre per la piazza d’onore. Emelie Forsberg e Jennifer Fiechter sono spalla a spalla sin sul pendio finale. Non manca anche un contatto tra le due. La svizzera cade, la svedese taglia per seconda perdendo anche gli sci dallo zaino. ‘Sci non assicurati allo zaino’ è questa la penalità inflitta dalla giuria che ribalta le posizioni. Quarta Claudia Galicia Cotrina che si conferma ad alto livello, quinta la prima azzurra Katia Tomatis: «Gara vera, scialpinistica - spiega la cuneese - molto, molto impagnativa. Sono soddisfatta del risultato». Settima Martina Valmassoi, decima Alba De Silvestro che ancora una volta si è dimostrata l’Espoir più forte. Tredicesima piazza per la debuttante Corinna Ghirardi.

ASSOLUTA MASCHILE - Le bandiere del fans club erano un po’ dappertutto, i campanacci si sentivano sul Meriggio: inutile nasconderlo l’attesa era tutta per Michele Boscacci. L’atleta di casa è partito subito forte, ha tenuto testa al gruppo dei primi con Kilian, Palzer, Gachet. Poi è stata lotta a due con Kilian: anche sull’ultima salita i distacchi sono minimi con il catalano passato per primi. La sfida si è spostata sulla discesa del Meriggio: sempre vicini anche nel tratto finale a piedi. Così la decisione di tagliare insieme il traguardo. Ma c’è una classifica, quella rilevata dai chip che dice Kilian primo per 81 millesimi su Boscacci. Ma alla flower ceremony Kilian ha detto  - in italiano - che volevano arrivare insieme e che chiederà che venga assegnata la vittoria ad entrambi. Palzer arriva terzo e migliore Espoir, quarto Robert Antonioli, bravo a tenersi alle spalle i francesi Gachet, Favre e Jacquemoud. E il primo a complimentarsi con Robert è stato proprio Boscacci. Nono Matteo Eydallin, dodicesimo Nadir Maguet, che così è salito sul secondo gradino del podio Espoir, mettendosi alle spalle Rémi Bonnet. Gli altri azzurri: 14° Manfred Reichegger, 18° Lorenzo Holzknecht, 20° William Boffelli, quarto Espoir, 21° Federico Nicolini, quinto Espoir, 22° Pietro Lanfranchi, 30° Nicola Pedergnana, 43° Stefano Stradelli, 56° Filippo Barazzuol. Ritirato, infine, Damiano Lenzi.

GARA OPEN - Oltre alla Coppa della Mondo c’era anche la Valtellina Orobie ‘open’, quella FISI. Vittoria di Denis Trento su Filippo Beccari e Valentino Bacca, primo Espoir, mentre nella gara rosa a segno Laura Besseghini sulla polacca Anna Tybor e Marianne Moretti


Philip Goetsch, record al vertical delle Dolomites

Nella gara rosa vince la francese Christel Dewalle

Un vertical duro quello della Dolomites, ma ancora più duro viste le temperature. Se nella prima parte del bosco si 'respira', quando si sale il sole e l'umidità si fanno sentire. Tracciato come sempre impeccabile: ma meglio non guardare avanti visto che sale sempre. E anche il violento temporale di giovedì sera non ha complicato le cose: terreno quasi sempre asciutto, grip ottimo. Partenza per i primi alle 9.30, alle 11.30 la prova delle World Series, la seconda del circuito ISF dopo quella di Val d'Isére. E non sono mancate le sorprese.

GARA MASCHILE - Dopo la bagarre iniziale sono Philip Götsch e Urban Zemmer a darsi battaglia. Zemmer prova ad allungare, ma il break vincente è quello di Götsch: il portacolori del Bogn da Nia arriva primo alla Forcella e poi non molla di attaccare anche con il successo in tasca sino al traguardo di Crepa Neigra: lo premia il cronometro: 32'38", nuovo record rispetto al 32’43" di Kilian Jornet Burgada. Piazza d'onore per Urban Zemmer del Team La Sportiva e del Bogn da in 32'54", terzo il colombiano Saul Padua Rodriguez del Team Crazy Idea in 34'03", quarto lo sloveno Nejc Kuhar del Team La Sportiva in 34'20, quindi Marco Moletto in 34'26 e Nadir Maguet in 34'41" entrambi del Team La Sportiva. Nella top ten Jean-François Philipot, William Bon Mardion (Team La Sportiva), Nicola Pedergnana (Team La Sportiva) e David Thoeni (Mammut).

GARA ROSA - Occhi puntati sulla spagnola Laura Orguè Vila, prima a tempo di record lo scorso anno in 38’14”. In questa edizione ha dovuto cedere lo scettro. La vittoria è andata alla francese Christel Dewalle del Team Adidas in 38'21", davanti alla vera sorpresa di giornata la norvegese Eli Anne Dvergsdal in 39'34", terza Laura Orguè Vila (Team Salomon) in 40'02", quarta Francesca Rossi del Team La Sportiva in 40'09", quinta la svizzera Seraina Boner del Salomon Suunto in 40'49", poi la statunitense Megan Kimmel (Dynafit), la spagnola Maite Maiora (Team La Sportiva / Multpower)), la svizzera Victoria Kreuzer (Team Salomon) e le azzurre Beatrice Deflorian (Team La Sportiva) e Serena Vittori (Team La Sportiva) a completare la top ten.


Supertest speed hiking

15 scarpe ai raggi X. Su Skialper di giugno-luglio

Per speed hiking si intende un escursionismo leggero e veloce, in pratica una via di mezzo tra il trekking e il trail, prevalentemente in giornata, come dicono negli Stati Uniti dayhiking. La tecnologia e un mondo che corre sempre più veloce hanno aperto le menti di molti e oggi è possibile pensare di fare gite che una volta venivano affrontate in modo tradizionale, con pesanti pedule e zaini e tempi inevitabilmente lunghi, in modo light, percorrendo più distanza e dislivello in meno tempo. Ed è per questo che su Skialper di giugno-luglio abbiamo testato le 15 migliori scarpe da speed hiking.

LA SCARPA SPEED - Quale scarpa usare per lo speed hiking? Un modello punto di incontro tra una scarpa da trail running (che alcuni trail runner usano anche per lo speed hiking, soprattutto quelle più strutturate per le ultra distanze) e una da hiking leggero. La nostra scarpa dovrà essere meno performante della prima dal punto di vista della leggerezza e delle tecnologie applicate, ma al tempo stesso più protettiva, stabile, confortevole e strutturata. Per essere più protetti rispetto al trail running.

LOW O MID? - Diversi modelli sono stati testati sia nella versione bassa che mid. Il modello mid è la vera sorpresa: un peso da 5 a 50 grammi in più e poche decine di euro di differenza che spesso valgono la spesa.

LO STATO DELL'ARTE - Nel nostro "test zero" dell'anno scorso avevamo riscontrato come poche aziende avessero "centrato" la scarpa giusta per lo speed hiking. Spesso i modelli testati erano scarpe da trekking tradizionale adattate all'uso e non potevano essere perfetti per lo speed hiking. A distanza di un anno possiamo dire che sono sempre di più i modelli pensati specificatamente per lo speed hiking, pur rimanendo ancora aziende che non hanno messo a fuoco la disciplina o inseriscono nel segmento delle scarpe con altre origini e storia. Ci sono invece alcune aziende che hanno sviluppato progetti specifici, spesso con poca esperienza in ambito montano, e hanno realizzato in poco tempo prodotti molto validi.

GIA' IN EDICOLA - Skialper di giugno-luglio è disponibile nelle migliori edicole. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per acquistarlo su smartphone o tablet è sufficiente scaricare la app per iOS/Android o procedere all'acquisto direttamente in-app!
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Alla Pierra e' tempo di Gran Mont

Domani la tappa simbolo della gara francese

Sabato è l'ultimo giorno della Pierra Menta, è il giorno del Gran Mont. Qualche chilometro in meno (18) e soprattutto qualche metro di dislivello in meno (2543), ma è il giorno della festa: di chi vince e di chi sale in quota a incitare tutti gli atleti. Condizioni meteo annunciate non così 'disastrose': non ci sarà il sole degli ultimi due giorni, ma neppure maltempo insistente. Cielo velato, temperature in calo e vento in arrivo. Partenza alle 7.30 poi Forclaz, Antécime, Gran Mont e Tête Rouge. Prima della festa finale che proseguirà sino a notte.

PIERRA JEUNES - Seconda tappa per Junior e Cadetti ovviamente su percorso ridotto ma comunque con lo spettacolare passaggio all'Antécime.


Pierra Menta, domani tocca a Cadetti e Junior

Per i Senior tappa storica alla Pierra e al Mont Coin

Terza tappa della Pierra Menta venerdì con la prova storica quella che tocca i 2487 metri ai piedi della Pierra e poi i 2539 del Mont Coin: insomma ancora tanto dislivello, 2741 metri in salita, passaggio di corsa ad Areches dopo la partenza sempre da Chornais e tre vallate per quasi 28 km. Partenza alle 7.45. Previste tre ore di gara...

PIERRA JEUNES - Venerdì è anche il primo giorno di Cadetti e Junior. Ritrovo per loro nella piazza della chiesa ad Areches alle 6.30, poi il trasporto a Mappaz con partenza alle 7.30. Prima salita per tutti di 778 poi il percorso si divide: discesa e salita di 580 metri per gli junior, traversone per i cadetti al Passage du Méraillat. Tratto finale unico, lo stesso anche dei Senior, con una salita a Le Cuvy: in totale 1701 metri di dislivello per gli Junior, 1423 per i Cadetti. Tanti gli azzurri al via: tra le junior Alba De Silvestro e Giulia Compagnoni fanno coppia, tra le Cadette occhi puntati su Melanie Ploner e Giorgia Felicetti e la coppia dell'Albosaggia formata da Alessia Re e Elisa Pedrolini, mentre Giulia Murada sarà in gara con la francese Justine Tonso. In campo maschile tante gli azzurri al via nelle due categorie: c'è la squadra Asiva al completo, oltre a team veneti e lombardi.


Giovedi' ad Areches il primo tappone

Sole e zero termico a quota 2300 metri, partenza alle 7.30

Giovedì si fa sul serio alla Pierra Menta: seconda tappa con cinque salite, altrettanti passaggi a piedi per 2767 metri di dislivello. Dopo la partenza alle 7.30 da Chornais, la stessa della prima tappa, si sale e si scende a Le Planay per affrontare i 1282 metri di dislivello che portano ai 2460 metri di Mirantin. E si sale ancora al Pic de Vache rouge, alla Grande Journée (con un inedito canalino finale) e alla Combettes. Gara dura con due cancelli orari alle 10 dopo circa dieci chilometri e alle 11.30 dopo quattordici. Unica consolazione le condizioni meteo: sole e zero termico a quota 2300 metri..


Italia prima nel medagliere dei Mondiali

Le parole del dt Stefano Bendetti

Italia prima nel medagliere dei Mondiali di Verbier con 30 medaglie, 9 d'oro, 11 d'argento e 10 di bronzo e 2171 punti, davanti alla Francia (21 medaglie, 9 d'oro, 6 d'argento e 6 di bronzo) e Svizzera (19 medaglie, 4 d'oro, 8 d'argento e 6 di bronzo). Ecco il bilancio della rassegna iridata nel tecnico azzurro Stefano Bendetti.


Chiusura con il botto per l'Italia

Due medaglie d'oro nella staffetta

Ultima giornata di gare ai Mondiali di sci-alpinismo. Se il percorso della staffetta è disegnato come si deve, lo spettacolo davvero non manca. La zona è quella di Champsec, la stessa della sprint: dopo il lancio, una salita lunga, con un decina di inversioni, prima del cambio assetto. Discesa, nuovo cambio, altra salita, prima del tratto a piedi dove inizia la seconda discesa, con tratto finale piuttosto lungo a skating. Se poi le scuole sono chiuse per l'occasione e i bimbi sventolano le bandierine il contorno è assicurato. E l'Italia chiude in bellezza con altri due ori che la proiettano in testa al medagliere. 

GIOVANI - Alla fine è stata più facile del previsto. Al lancio la svizzera Marianne Fatton, vincitrice della sprint, cerca e trova il break sulle avversarie. Ma Alba De Silvestro riesce comunque a dare il cambio ad Andrea Prandi in seconda posizione. Il giovane valtellinese recupera e passa l'elvetico Julien Ançay che poi viene fermato per la squalifica della Svizzera per un taglio porta della Fatton. Il margine sulla Francia è consistente e Davide Magnini amministra senza problemi il vantaggio, andando a chiudere in solitaria al primo posto. Piazza d'onore per la Francia a 1'44", terza la Spagna a 3'15".

GARA FEMMINILE - L'annunciato dominio francese ha vacillato davvero. La svizzera Séverine Pont Combe ha chiuso una grande prima frazione, seguita dalla spagnola Claudia Galicia Cotrina con Axelle Mollaret in ritardo, seguita da Elena Nicolini. Anche nel secondo giro le cose non sono cambiate, anzi. Jennifer Fiechter ha aumentato il margine su Marion Maneglia. Al cambio sembrava fatta, con Maude Mathys prima con quasi due minuti su Laetitia Roux: invece la francese ha fatto il capolavoro, andando a prendere la svizzera nel tratto a piedi per poi lasciare la amica-rivale in discesa. Prima la Francia, piazza d'onore per la Svizzera, terza la Spagna che è riuscita a tener dietro di 30 secondi  l'Italia che nelle ultime frazioni ha schierato Katia Tomatis e Martina Valmassoi.

PROVA MASCHILE - Che gara. Pronti-via e il tedesco Rottmoser detta il ritmo, ma Bon Mardion ne ha di più. Lo riprende, lo passa in salita e fa la differenza in discesa. I francesi al cambio sono saldamenti primi, Rottmoser è secondo, l'austriaco Martin Weisskopf un po' a sorpresa terzo, l'Italia con Eydallin sesta a mezzo minuto. Sevennec resta al comando, ma la Svizzera trascinata da Ecouer dimezza lo svantaggio, con Lenzi che porta sotto l'Italia al terzo posto. Tocca a Gachet per la Francia, ma dietro Anthamatten e Boscacci fanno un garone. 'Bosca' riesce anche a passare lo svizzero che si riprende la posizione nel tratto a piedi. All'ultimo cambio Francia ancora prima, ma con soli 11 secondi sulla Svizzera e 13 sull'Italia. Blanc, Marti e Antonioli si giocano la medaglia. In salita Marti tira di più, al cambio Blanc ha davvero ormai pochi secondi da gestire. Antonioli torna sotto e al nuovo cambio esce per primo con la sua solita rapidità. L'orgoglio di Blanc lo porta ancora davanti nella salita che precede il tratto a piedi. Ma l'azzurro vola come un camoscio anche senza sci. Al cambio prima della discesa finale è lui davanti. Arriva il suo pane: quattro curve, un mezzo salto. La medaglia è in cassaforte. Spinge anche sul piano e arriva tutto solo a braccia alzate. Azzurri primi, Francia d'argento a quasi sei secondi, Svizzera terza che perde la volata di due secondi. Quarta la Spagna (con Kilian ultimo frazionista), poi l'Austria e la Germania (con Palzer, ultimo frazionista che perde una posizione per un problema al ginocchio).