Brillano gli azzurri con quattro successi

Una Valtellina Orobie insidiosa, impegnativa che ha regalato tante emozioni.

PERCORSO – Non c’è il sole, ma nubi grigie sopra Albosaggia. Freddo non intenso, ma l’umidità si fa sentire. E si deve correre in partenza e nella discesa finale: il terreno ghiacciato all’inizio, diventa sempre più molle e non mancano le cadute. La neve c’è, non molta sul tracciato, una trentina di centimetri, compatta, non facile. E ancora una volta si capisce quale sia stato il grande lavoro organizzativo della Polisportiva Albosaggia per mettere in sicurezza il tracciato.

JUNIOR FEMMINILE – Radio corsa parla di una possibile tripletta azzurra: Giulia Compagnoni davanti a Giulia Murada e Laura Corazza. Le azzurre viaggiano forte, ma sul traguardo finale c’è la francese Bonnel in mezzo alle italiane. Finale con pathos: a pochi metri dal traguardo Giulia Compagnoni cade, la francese prova a passarla di slancio, ma la valtellinese si rialza e passa per prima, guardandosi ‘stupita’ la divisa tutta infangata. Bonnel seconda e Giulia Murada anche lei un po’ in difficoltà nella corsa finale, terza sul traguardo. Laura Corazza è quarta, settima Melanie Ploner.

JUNIOR MASCHILE – Davide Magnini parte all’attacco sin dalla salita: subito al comando il trentino dell’Esercito continua a incrementare il vantaggio anche sulla neve. Arrivo in solitaria, con un vantaggio di 1’30” sul francese Equy, con terzo, in rimonta Nicolò Canclini. Settimo Pietro Canclini, nono Andrea Prandi.

ASSOLUTA FEMMINILE – Il ritorno di Laetitia Roux. Emelie Forsberg prova ad attaccare la francese sin dall’inizio, ma questa volta deve alzare bandiera bianca. Metro dopo metro la francese ritrova il suo ritmo vincente e si presenza tutta sola sotto lo striscione d’arrivo. Bagarre per la piazza d’onore. Emelie Forsberg e Jennifer Fiechter sono spalla a spalla sin sul pendio finale. Non manca anche un contatto tra le due. La svizzera cade, la svedese taglia per seconda perdendo anche gli sci dallo zaino. ‘Sci non assicurati allo zaino’ è questa la penalità inflitta dalla giuria che ribalta le posizioni. Quarta Claudia Galicia Cotrina che si conferma ad alto livello, quinta la prima azzurra Katia Tomatis: «Gara vera, scialpinistica – spiega la cuneese – molto, molto impagnativa. Sono soddisfatta del risultato». Settima Martina Valmassoi, decima Alba De Silvestro che ancora una volta si è dimostrata l’Espoir più forte. Tredicesima piazza per la debuttante Corinna Ghirardi.

ASSOLUTA MASCHILE – Le bandiere del fans club erano un po’ dappertutto, i campanacci si sentivano sul Meriggio: inutile nasconderlo l’attesa era tutta per Michele Boscacci. L’atleta di casa è partito subito forte, ha tenuto testa al gruppo dei primi con Kilian, Palzer, Gachet. Poi è stata lotta a due con Kilian: anche sull’ultima salita i distacchi sono minimi con il catalano passato per primi. La sfida si è spostata sulla discesa del Meriggio: sempre vicini anche nel tratto finale a piedi. Così la decisione di tagliare insieme il traguardo. Ma c’è una classifica, quella rilevata dai chip che dice Kilian primo per 81 millesimi su Boscacci. Ma alla flower ceremony Kilian ha detto  – in italiano – che volevano arrivare insieme e che chiederà che venga assegnata la vittoria ad entrambi. Palzer arriva terzo e migliore Espoir, quarto Robert Antonioli, bravo a tenersi alle spalle i francesi Gachet, Favre e Jacquemoud. E il primo a complimentarsi con Robert è stato proprio Boscacci. Nono Matteo Eydallin, dodicesimo Nadir Maguet, che così è salito sul secondo gradino del podio Espoir, mettendosi alle spalle Rémi Bonnet. Gli altri azzurri: 14° Manfred Reichegger, 18° Lorenzo Holzknecht, 20° William Boffelli, quarto Espoir, 21° Federico Nicolini, quinto Espoir, 22° Pietro Lanfranchi, 30° Nicola Pedergnana, 43° Stefano Stradelli, 56° Filippo Barazzuol. Ritirato, infine, Damiano Lenzi.

GARA OPEN – Oltre alla Coppa della Mondo c’era anche la Valtellina Orobie ‘open’, quella FISI. Vittoria di Denis Trento su Filippo Beccari e Valentino Bacca, primo Espoir, mentre nella gara rosa a segno Laura Besseghini sulla polacca Anna Tybor e Marianne Moretti