Primo Vertical Alta Valtellina tra big e caldo

Vittorie di Zemmer e Desco

33 gradi in partenza per gli oltre 70 concorrenti ai piedi della pista Adler, ripercorrendo la pista nera che sarà teatro della discesa libera al 28 dicembre.
Grandi nomi al via nel vertical di oggi: l'ha spuntata lo specialista di categoria, l'altoatesino Urban Zemmer con un tempo di 35'23" staccando di un minuto e 15" il forestale di casa Marco de Gasperi e l'atleta dell'Esercito Robert Antonioli con 37'39" Al femminile grandissima rimonta di Elisa Desco che dopo aver pagato più di un minuto nella prima frazione di gara da Emmie Collinge è riuscita a spuntarla in un appassionante testa a testa finale con un 43'32" contro i 44'29" della britannica. A completare il podio la sempreverde Raffaella Rossi con 45'51". Ottimo test per questa prima edizione targata Scott che farà ancora parlare di sé.


Supervertical sulla Regina delle Dolomiti

Di corsa con i ramponi fino in vetta alla Marmolada

Gli specialisti del vertical si preparano ad un nuovo appuntamento in alta quota: il Supervertical della Marmolada in programma per domenica prossima. Tutto infatti è quasi pronto sulla Regina delle Dolomiti ed numeri degli iscritti già confermano l’alto interesse da parte di atleti - anche livello e non solo i italiani - per una gara che si preannuncia particolare ed unica comportando la salita del ghiacciaio con i ramponi ai piedi.
In questi giorni continuano i sopralluoghi da parte dei responsabili del percorso: le alte temperature hanno ferito il ghiacciaio, con condizioni che cambiano repentinamente. Il percorso è comunque segnalato fino all’attacco del nevaio: dal lì alla cima la quotidiana fusione della neve ha impedito la tracciatura che verrà effettuata solo in settimana. Gli organizzatori sconsigliano di percorrere il tracciato nella parte del ghiacciaio, dove la presenza di crepacci rende insicuro procedere, ma assicurano che per il giorno della gara ogni tratto rischioso sarà messo in sicurezza per garantire ai partecipanti solo fatica e divertimento.
Accanto alla manifestazione agonistica è previsto sulla prima parte del percorso di gara anche una manifestazione non agonistica di hiking che consentirà ad appassionati ed accompagnatori degli di raggiungere località Serauta assistendo da vicino alla competizione.
PERCORSO - La gara, come si è anticipato, organizzata dalla NGTiming, avrà uno sviluppo di circa 6 km e porterà i concorrenti da 1.750 fino ai 3.265 metri di Punta Rocca (l’arrivo è previsto alla stazione finale della funivia), la seconda cima, in ordine di altezza, della Marmolada.
La partenza è fissata a Tabià Palazza, poco più di 2 km da Malga Ciapela, sulla strada che porta al passo Fedaia. Si percorrerà in salita una parte della pista da sci, che verrà abbandonata prima di arrivare al passo: gli atleti infatti imboccheranno il sentiero che conduce alla ferrata di Punta Serauta da cuii, seguendo la linea di massima pendenza - con un impegnativo tratto su ghiaione - giungeranno al primo nevaio, dove sarà obbligatorio indossare i ramponi (noleggiati dall’organizzazione) fino alla stazione intermedia della funivia e dove è altresì previsto un cancello orario per gli atleti in gara (1,45’ dal via). Il percorso continua sulla pista da sci esistente, sempre in salita, per approdare al traguardo, la vetta di Punta Rocca. 
ISCRIZIONI - Tutti i dettagli sono disponibili sul sito www.ngtiming.com e www.marmoladasportevents.com, oltre che sulla pagina di Facebook dedicata alla gara, dove vengono pubblicati tutti gli aggiornamenti sulla manifestazione. 
LOGISTICA - Per salire dal Camping Romantic Village di Malga Ciapela a Tabià Palazza sarà possibile usufruire, dalle ore 8.00 fino alle ore 9.00, di un servizio navetta al prezzo convenzionato di 2,00 euro (da pagare all’autista): ricordiamo infatti che la zona iscrizioni/ritiro pettorali (Camping Romantic Village – Malga Ciapela) e la zona partenza (Tabià Palazza) distano circa 2,5 km. La funivia al rientro porterà i concorrenti nei pressi della zona iscrizioni/ritiro pettorali (Malga Ciapela). Ogni concorrente potrà liberamente scegliere se parcheggiare alla partenza o alla stazione di arrivo della funivia.


Courmayeur, la gara da dentro

Reichegger irraggiungibile, Antonioli ha scelto il percorso piu' corribile

Prima edizione di una gara che farà carriera, in un ambiente maestoso al cospetto della cima del Monte Bianco e con sempre il Dente del Gigante a fare da sfondo.
Numeri impressionanti perché per compiere 2.200 m di dislivello Manfred Reichegger ha impiegato 1 ora 43 minuti e 23 secondi, staccando il compagno di squadra Daniel Antonioli, tornato a confermarsi ad altissimi livelli e Dennis Brunod. Partiti subito forte, un gruppetto guidato da Antonioli e Maguet ha provato a fare il buco con il resto del gruppo, all'inizio del taglio verticale a 200 metri dal Pavillon, dopo essere stati raggiunti da Boccacci, Eydallin e Brunod. Il campione altoatesino Reichegger ha cambiato passo e nessuno ha avuto il ritmo per seguirlo, fino all'arrivo in solitaria a Punta Helbronner. Antonioli, sfruttando la tattica di seguire il sentiero, più corribile, ha tenuto la gamba fresca e dal Pavillon sulla parte di percorso più tecnica e ripida, tutta su roccia e corde fisse, ha salutato il resto dei compagni staccando di più di un minuto Dennis Brunod sul traguardo. Ai piedi del podio Nadir Maguet, partito forte non è riuscito a tenere un passo da podio per tutti gli 11 km di un percorso di sola salita. Gara meravigliosa con una prima parte veloce fino ai piedi del pratone che porta al Pavillon. Da lì si aveva la possibilità di seguire la linea più diretta fino al pilone posto all'inizio del tratto più tecnico finale oppure di seguire il sentiero. Il finale attrezzato (per 700 metri dove vi era l'obbligo del caschetto) era molto ripido e da arrampicata, il passaggio al Rifugio Torino vecchio lasciava quel sapore di imprese vissute sul massiccio del Bianco, dove avventure alpinistiche si sono susseguite nel passato.

 


Nel Reggiano il vertical piu' ripido dell’Appennino

Mille metri di dislivello in 2,7 km sul monte Ventasso

A Pratizzano, in provincia di Reggio Emilia, sabato 8 agosto, alle ore 17,30, si terrà l’atteso 2.7 Linea Verticale, il vertical km più ripido dell’Appennino e uno dei più ripidi in assoluto. Il percorso, inventato dallo skyrunner emiliano Giuliano Gherardi, prevede la partenza a cronometro dalla frazione Nismozza. Usciti dal piccolo paese di montagna, gli atleti affronteranno dapprima un ripido bosco e poi prati verticali fino ad accedere alla larga cresta che conduce alla vetta del monte Ventasso, cima nota non solo per la particolare cuspide erbosa che la trasforma in una vera e propria vedetta sulla Pianura, ma altresì per essere stata meta dell’imperatore Barbarossa. L’organizzazione provvederà successivamente a riaccompagnare a valle i finisher. È ovviamente ammesso l’uso dei bastoni. Il percorso resterà poi a disposizione degli appassionati che avranno così la possibilità di allenarsi tutto l’anno sulla vertiginosa montagna che domina la Pianura Padana. Ma non è tutto: il giorno dopo, il 9 agosto, sempre a Pratizzano, si svolgerà l’atteso Trail Fojonco, con due percorsi, il primo di 33 km per circa 2.000 di dislivello, il secondo di 12 km per 700 metri D+
Per eventuali informazioni si può consultare il sito: www.atleticaatletica.it/gare/trail-fojonco/


Un Supervertical sulla Marmolada

Di corsa con i ramponi sulla regina delle Dolomiti

Triplo VK Susa-Rocciamelone, Mont Blanc Skyrace con arrivo a Punta Helbronner, Cervinia-Breithorn e ora anche Marmolada Super Vertical: lo skyrunning torna al futuro, a quelle gare che partivano da valle e terminavano sui ghiacciai, ad alta quota, rialimentando i sogni di chi aveva visto, alla fine degli anni Novanta, nascere la corsa a fil di cielo e - innamoratosene - aveva dovuto prendere atto della scomparsa di manifestazioni che portassero i concorrenti da valle alla vetta superando nell’aria sottile dislivelli importanti. Anche i recenti record di De Gasperi hanno ricordato a tutti come è nato lo skyrunning e queste manifestazioni - certamente d’impegnativa organizzazione, data la quota e i pericoli oggettivi - dimostrano come sia vivo il movimento.

NEW ENTRY - C’è così una nuova data da segnare sul calendario, domenica 23 agosto, giorno in cui si svolgerà una competizione che ha le carte in regola per diventare una gara classica del genere: la Marmolada Super Vertical.
La gara, organizzata dalla NGTiming, avrà uno sviluppo di circa 6 km e porterà i concorrenti da 1.750 m. fino ai 3.265 m di Punta Rocca (l’arrivo è previsto alla stazione finale della funivia): un dislivello importante che permetterà ai partecipanti di raggiungere la cima più alta delle Dolomiti, in un contesto di alto valore paesaggistico, affrontando buona parte del percorso su ghiacciaio.

PERCORSO - Il via verrà dato a Tabià Palazza, poco più di 2 km da Malga Ciapela, sulla strada che porta al passo Fedaia. Si percorrerà in salita una parte della pista da discesa, che verrà abbandonata prima di arrivare al passo: gli atleti infatti imboccheranno il sentiero che conduce alla ferrata di Punta Serauta. Da qui prima sulla traccia e poi seguendo la linea di massima pendenza - con un impegnativo tratto su ghiaione - i partecipanti arriveranno al primo nevaio dove sarà obbligatorio indossare i ramponi. Quindi neve e ghiaccio, sempre in salita, fino alla stazione intermedia della funivia, dove è previsto un cancello orario. Ma non è finita: il percorso continua sulla pista, sempre in salita, per guadagnare l'arrivo a Punta Rocca. La Marmolada Super Vertical per le sue caratteristiche sarà una gara di alto livello e unica nel suo genere: per raggiungere l’arrivo infatti dovrà essere attraversata una parte del ghiacciaio della Marmolada ed è per tale ragione che i partecipanti avranno l’obbligo di indossare i ramponi (che l’organizzazione metterà a disposizione a chi ne fosse sprovvisto ). Il dislivello importante, unito alla quota, renderà particolarmente impegnativa la competizione. Le premiazioni e il pasta party sono previsti a Bosco Verde, dove nei giorni della manifestazione si svolge la Festa dei Funghi di Montagna e dei Casonziei. Saranno premiati i primi cinque uomini e le prime cinque donne e il primo uomo e la prima donna over 55.  Tutti i dettagli sono disponibili sul sito www.ngtiming.com e www.marmoladasportevents.com, oltre che sulla pagina di Facebook dedicata alla gara, dove vengono pubblicati tutti gli aggiornamenti sulla manifestazione.


Giir di Mont, le dichiarazioni

Ecco le prime impressioni dei protagonisti

Petro Mamu: «È stata una gara spettacolare e molto dura, sono felice. Spero di poter correre un\'altra volta al Giir di Mont, complimenti agli organizzatori».

Ionut Zinca: «Ho dato tutto, sono riuscito a recuperare Mamu in discesa, ma in una curva ho stortato la caviglia e mi sono dovuto fermare… gli ultimi due chilometri li ho fatti camminando, peccato».

Ismail Razga: «Wow che esordio in Italia! Al diciottesimo chilometro ho fatto una caduta ma sono strafelice!».

Paolo Bert: «È la gara più bella e ci tenevo a venire, grande pubblico, ho dato tutto, ci ho provato fino alla fine, sono molto soddisfatto del mio quinto posto. Io do sempre tutto, finché non cado vado benissimo!».

Mattia Gianola: «Mi sono difeso bene oggi, sono riuscito a tenere un ritmo costante, qualche problema alla fine dell\'ultima salita, ma sono riuscito a chiudere nono, in 3 ore e 30, record per un atleta di Premana».

Michele Tavernaro: «Ho sempre patito questa gara, oggi ho voluto dimostrare che posso ancora dimostrare tanto e sono andato molto bene».

Roberto De Lorenzi: «È andata bene fino all\'Alpe Vegezza, ho avuto problemi alla coscia e ho dovuto rallentare, però va bene così, a 18 anni penso di avere ancora tanto da migliorare».

Elisa Desco: «Ho avuto le stesse sensazioni di Zegama, non sono stata bene, mi girava la testa e ho preferito fermarmi, sarei potuta arrivare seconda o terza, ma come? Ho preferito pensare al futuro della stagione…».

Denisa Dragomir: «È stata una prova molto dura, ho lottato con Elisa Desco, poi al Larecc lei è caduta e ho fatto gara da sola».

Silvia Rampazzo: «Credevo che Debora (Cardone, ndr) mi arrivasse davanti, non conoscevo il percorso, ero convinta di arrivare quarta, sono felicissima. Ho fatto il mio primato personale, sono decisamente molto soddisfatta».

Debora Cardone: «Mi sono giocata le discese scendendo senza esagerare… complimenti a Denisa e Silvia, un podio esagerato!».


Petro Mamu da record al Giir di Mont

L'eritreo fa crollare il record di Kilian, Dragomir prima donna

Kilian o non Kilian, anche nel 2015 quella del Giir di Mont è stata un’edizione indimenticabile della gara di Premana, uno degli eventi da non perdere del panorama italiano e mondiale del mountain running. Ed è stata un’edizione da record. Quello infranto dall’eritreo, già campione del mondo di corsa in montagna, Petro Mamu, che con 3h05.59 scrive il suo nome davanti a quello di un certo Kilian Jornet. Mamu ha fatto gara da solo fino a essere raggiunto da Ionut Zinca che ha però dovuto alzare bandiera bianca sull’ultima discesa, quando ha dovuto rallentare a causa di una distorsione che dovrà essere approfondita a breve con esami medici. La temperatura più fresca rispetto ai giorni passati, il ‘pepe’ di un Zinca che, seppur distante qualche minuto, metteva pressione, hanno spinto dunque l’eritreo, che l’anno scorso alle finali delle Skyrunner World Series di Limone del Garda ha battuto Kilian, alla vittoria con record della gara. Il resto lo ha fatto l’incitamentodel pubblico, come sempre numerosissimo a Premana.

PODIO - 3h.09.21 il tempo di Zinca, seguito dal giovane marocchino della Valetudo Ismail Razga, un nome da segnare sui taccuini. Razga ha chiuso in 3h18.53. La top ten vede, nell’ordine, il romeno Georgy Istvan Szabolcs (3h22.23), Paolo Bert (La Sportiva, 3h25.08), Michele Taversano (La Sportiva, 3h27.13), Robert Surum Panin (Run2gether, 3h28.13), Cristian Minoggio (Salomon, 3h28.19), Mattia Gianola (Team Crazy, 3h30.03) e Filippo Bianchi (Libertas Valsabbia, 3h30.18).

DONNE - Dopo il bis Valetudo (secondo e terzo posto maschile) una storica tripletta per la società sportiva tra le donne con il primo posto della romena Denisa Dragomir (3h56.23), seconda donna nella storia sotto le quattro ore dopo la Enman record del 2012 seguita da Silvia Rampazzo (4h04.22) e Debora Cardone (4h08.04). La top ten: Gema Arenas, Raffaella Rossi, Martina Brambilla, Martina Valmassoi, Lara Mustat, Debora Benedetti, Angela Lizzoli. La gara si è giocata sul forfait di Elisa Desco, in testa fino quasi al Larecc e poi ritiratasi.

MINI SKYRACE -  Successo di Benedetto Rosa della Carvico Skyrunning in 1h44.35 su Guido Rovedatti (Team Valtellina, 1h47.11) e Roberto Artusi (CA Lizzoli, 1h49.12). Al femminile successo dell’AS Premana con Maria Gianola (2h10.08) su Lorenza Combi (Santi Nuova Olonio, 2h11.32) e Arianna Oregioni (Derviese, 2h11.37).


Domenica Trail ed Ecomaratona Alta Val Nure

Di corsa sulla Via dell’Olio

Tutto pronto sull’Appennino piacentino per il Trail e l’Ecomaratona Alta Val Nure che si terranno domenica prossima con partenza da Bettola (Pc). Le manifestazioni condurranno gli atleti lungo l’antica e spettacolare ‘Via dell’olio' percorsa nei secoli passati per trasportare olio e sale dalla Liguria alla Pianura Padana. Due le manifestazioni agonistiche previste: l’ecomaratona di 42 km (con 2.500 metri di dislivello positivo) e il trail, più selvaggio, con 3.500 metri di dislivello positivo e ben 63 km. da affrontarsi su un percorso con un altimetria che privilegia le salite, essendo l’arrivo posto al Rifugio Gaep, a quota 1.362 m. L’ambiente attraversato sarà soprattutto costituito da faggete e pascoli d’alta quota (il tetto della gara è posto a circa 1800 metri di quota sul Monte Bue). La manifestazione più lunga attribuisce due punti per la partecipazione all’Ultratrail del Monte Bianco. I percorsi, di particolare pregio ambientale, si sviluppano sostanzialmente in linea. Gli atleti saranno poi riaccompagnati alla partenza o a Piacenza dai pulmann dell’organizzazione. Accanto alla gara, vi saranno sul medesimo percorso, con diverso punto di partenza, ma comune di arrivo, ben tre marce non competitive, rispettivamente lunghe 11 km, 22 e 33, così consentendo agli accompagnatori degli atleti di vivere in diretta la gara e di attraversare, anche se al altro ritmo, gli splendidi luoghi dell’ecomaratona. Per ulteriori informazioni e iscrizione: http://trailaltavalnure.wix.com/trailaltavalnure


Il primo maggio torna il Dario & Willy

Ci saranno anche Piana e Brizio, vincitori nel 2014

In attesa del finale di stagione skialp con il Mezzalama posticipato al giorno successivo, il primo maggio la Dario & Willy a Valmadrera (Lc) riapre le danze delle skyrace. 23 km di sviluppo per circa 2.000 metri di dislivello positivo e negativo per molti come prima gara impegnativa della stagione possono lasciare il segno, come ammette lo stesso leader di casa, Stefano Butti: «Una gara dura per l'inizio di stagione e non mancheranno i due dominatori dell'edizione passata, Rolando Piana ed Emanuela Brizio; il livello e il ritmo saranno sicuramente molto alti». Si attende un pienone con circa 400 iscritti lungo un percorso che, dal centro di Valmadrera, si inerpica per mulattiere e sentieri fino al rifugio Sev ai Corni di Canzo; da lì la prima discesa tecnica fino al Rifugio Terz'Alpe per poi risalire al Rifugio Sec e al Monte Rai. Altro dislivello negativo fino alle baite di San Tomaso da dove riparte l'ultimo strappetto fino allo Zucon quando i primi dolori inizieranno a farsi sentire. Fiato sospeso e vista lago per l'ultima, interminabile e ripidissima discesa fino al traguardo, dove un intero paese sarà ad attendere tutti i concorrenti. Quest’anno la gara sarà valida come prova unica per l’assegnazione del Campionato Regionale di Skyrunning FISky per le categorie juniores e master. Iscrizioni a prezzo scontato fino a mercoledì 29 aprile.


X-Mas Vertikal Dream, debutto nel Piacentino

Vittoria di Giuliano Gherardi e Lara Mustat

Sabato sera si è svolto a Farini d’Olmo (PC) l’X-Mas Vertikal Dream, primo vertical della storia dello sport piacentino. Grande successo di partecipanti (oltre ottanta) accorsi da tutta l’Emilia e dalla vicina Lombardia per affrontare un percorso - in parte fiaccolato - che prevedeva 650 metri di dislivello positivo con uno sviluppo di tre chilometri e mezzo; manifestazione ben organizzata da Piacenza Sport.
Gli atleti (per lo più podisti e fondisti), alla luce delle stelle e delle frontali, sono partiti da Farini d’Olmo e hanno raggiunto Groppallo combattendo una impegnativa lotta con il fango che ha reso difficoltose le salite nei boschi. A dettare legge è stato ancora una volta il forte verticalista reggiano Giuliano Gherardi, che ha chiuso la sua fatica in poco più di 28 minuti davanti al trailer Gianluca Cola ed allo svizzero René Papais. Tra le donne successo di Lara Mustat sulla skyrunner Sabrina Polito e sulla triatleta locale Marta Miglioli.


A Aosta sviluppi sulla morte di Simona Hosquet

Nella valanga del Col Croux di Valtournenche

E’ stato disposto dal Tribunale di Aosta l’incidente probatorio per chiarire l’eziologia e le eventuali responsabilità di alcune persone presenti sui pendii sopra a Cheneil - il 6 febbraio scorso - quando in Valtournenche, al Col Croux (2600 metri) una valanga travolse sei freerider ed uccise Simona Hosquet, Guida alpina del Cervino. Perito incaricato di svolgere le indagini nivologiche è il capitano Renato Cresta, storico collaboratore di Skialper.
L’incidente probatorio è un istituto processuale di carattere eccezionale (artt. 392-404 c.p.p.) che consente di anticipare rispetto al dibattimento la fase di formazione della prova e di collocarla durante le indagini preliminari.
In tema di responsabilità da valanga in primo luogo è opportuno premettere che, nell’ipotesi di caduta di una slavina, la responsabilità penale del soggetto che, con la sua azione od omissione, ha contribuito ad originarla può configurarsi a prescindere dal verificarsi di un evento di danno, ossia dalla morte o dalle lesioni di una o più persone: in poche parole si può finire alla sbarra solo per aver cagionato il distacco di una valanga del tutto innocua quando la medesima ha comunque sortito un pericolo. Il soggetto potrà essere chiamato a rispondere ai sensi degli artt. 426 e 449 c.p., ossia per la verificazione di un evento di mero pericolo, la caduta di una valanga appunto, per la vita e l’incolumità di un numero rilevante e non determinabile a priori di individui. In particolare, l’art. 449 c.p. sanzione “chiunque cagiona per colpa un incendio, o un altro disastro preveduto dal capo primo di questo titolo è punito con la reclusione da uno a cinque anni”. Si tratta di un reato posto a tutela del bene giuridico dell’incolumità pubblica, che, come è noto, riguarda la vita e l’integrità delle persone considerate in una dimensione collettiva.
Nella ipotesi della valanga del Col Croux - avendo poi la slavina anche cagionato la morte della guida alpina - le indagini di certo sono volte verificare se il reato di disastro colposo possa concorrere con quello di omicidio colposo, cagionato cioè per imperizia, imprudenza, inosservanza di leggi o regolamenti da parte di eventuali terzi presenti in loco. Gli artt. 426 e 449 del Codice penale configurano infatti una fattispecie a forma libera in cui la condotta è tipizzata in funzione della sua idoneità causale rispetto all’evento tipico: la norma, cioè, non determina le modalità con cui l’azione deve estrinsecarsi, ma attribuisce rilevanza a qualunque azione causalmente rilevante nella produzione dell’evento slavina. È fondamentale, dunque, l’accertamento del rapporto di causalità tra la condotta, attiva od omissiva, dell’agente e l’evento (la valanga concretamente verificatasi). Ed ecco pertanto l’importanza delle indagini in questione volte a ricostruire il teatro e la dinamica dell’incidente affidate all’esperto Capitano Cresta ed in particolare dirette ad accertare se altri sciatori abbiano inciso in modo determinante sul distacco.


Domenica il Trail del Monte Casto

Al via anche il francese Daum e Geronazzo

Domenica 26 ottobre il biellese ed Andorno Micca avranno modo di poter vedere i migliori atleti italiani in ambito trail a darsi battaglia. La nona edizione dell’Alpstation Trail Monte Casto avrà al via un parterre d’atleti eccezionale, provenienti da moltissime province della nostra penisola e dall’estero: saranno in 800.

TOP RUNNER - Sulla distanza regina di 46 km ritorna il francese Alexandre Daum, già vincitore nel 2010 che dovrà affrontare una pattuglia di agguerriti italiani, a partire da Ivan Geronazzo (Alpstation Trail Team), l’emiliano Matteo Pigoni, il bergamasco Luca Carrara, gli altri due portacolori dell’Alpstation Trail Team Danilo Lantermino e Christian Modena. Senza dimenticare Fabrizio Roux, Fabio Toniolo, Gianluca Caimi.
In campo femminile la favorita è senz’altro la russa Yulia Baykova, che dovrà lottare con Marcella Belletti, Cecilia Mora, la francese Martine Volay, Graziana Pe’e Barbara Cravello. Sulla distanza più breve di 21 km, i favoriti sono Franco Collé, Nicola Montecalvo ed Enzo Mersi, la francese Severine Bovero (vice campionessa di Francia Trail Corto) e Scilla Tonetti.

PERCORSO - Per quanto riguarda il tracciato, si tratterà di percorrere ben 46 km con un dislivello di 2300 m quasi interamente su sentieri e strade sterrate. Il percorso è altamente spettacolare toccando alcuni angoli incantevoli del biellese, a partire dal Monte Casto, per proseguire attraversando gli alpeggi di Monduro e Carcheggio e salire al Bocchetto Sessera (1380 m) tramite la classica mulattiera usata per la transumanza con incomparabili viste sulle montagne biellesi e sulle alpi piemontesi.La gara entrata nell'Oasi Zegna porta prima al Monte Massaro, per raggiungere poi la caratteristica baita della Scheggiola, passare all'alpeggio Baraccone e attraverso il bel ponte a schiena d'asino, al Rifugio Piana del Ponte. Qui il sentiero ricomincia a salire per passare a fianco del Ponte della Milizia, raggiungere la Casa del Pescatore e salire immerso nella pineta fino al bellissimo alpeggio dell'Artignaga e tornare al Bocchetto Sessera. Un bel sentiero conduce i trailers quindi a Pratetto, poi a Fraz.Trabbia di Callabiana, un lungo traverso porta alla fraz. Causso di Tavigliano, a Locato, per affrontare poi l'ultima asperità della giornata, la salita alla bella chiesetta degli Eremiti e infine a Selve Marcone. Da qui un traverso nel bosco permette di raggiungere la località Colma e in discesa ritornare al luogo di partenza.

PROGRAMMA - La partenza è prevista per le ore 7 per chi parteciperà alla 46 km, alle ore 9 per chi prenderà il via della 21 km e alle ore 9.30 verrà dato il via della 9 km (passeggiata non competitiva, iscrizioni possibili il mattino della gara). Sarà possibile seguire la competizione, per chi fosse interessato, in diversi punti tramite spostamenti in auto. La manifestazione è un vero spot pubblicitario per far conoscere alcuni angoli quasi sconosciuti del territorio, piccoli gioielli che il territorio biellese regala a chi ama immergersi nella natura.