Zemmer nella storia: sotto il muro dei 30 minuti
A Fully anche Golinelli e Rossi migliorano i record, super Dewalle
Ci sono giorni che entrano di diritto nella storia dello sport. Quello che è successo oggi a Fully era impensabile fino a qualche anno fa: per la prima volta l’uomo è sceso sotto il muro dei 30 minuti nel vertical. E l’uomo, quell’uomo, si chiama Urban Zemmer. Una pagina di sport incredibile, con un ultra-quarantenne, arrivato tardi al mountain running, non professionista, che continua a macinare record su record. Una storia della quale dovrebbero occuparsi anche i quotidiani sportivi.
LA GARA - 29’42’’. Questo il verdetto secco di Fully, la gara che, insieme a quella di Chiavenna-Lagung, fa segnare ogni anno, o quasi, il record. Ma sotto i 30’… mai. E anche Nicola Golinelli, secondo, scende sotto il record del 2012 di Zemmer (30’26’’) con 30’25’’. La giornata pazzesca vede anche il record femminile di Christelle Dewalle che scende a 34’44’’, ma anche in questo caso la notizia è che sono due le atlete andate sotto il precedente record, perché anche Francesca Rossi, seconda, ha fatto 36’04’’, meno dei 36’48’’ di riferimento, della Dewalle nel 2012.
CONDIZIONI PERFETTE - Il clima ha sicuramente giocato a favore perché a Fully faceva fresco (all’arrivo intorno ai 5 gradi) e poi ci sono anche altri fattori, almeno nel caso di Zemmer, che è partito poco dopo Moletto che ha fatto da ‘lepre’. Rimane comunque una giornata indimenticabile.
TOP TEN - Dunque primo Zemmer in 29’42’’, davanti a Nicola Golinelli in 30’25’’ e al sorprendente giovane (1995) skialper svizzero Remi Bonnet (30’44’’): un nome da segnare. Un ritmo che lasciava presagire che sarebbe scoppiato, invece… A seguire, nella top ten: Marco Moletto (30’56’’), Martin Anthamatten (31’46’’), Andreas Steindl (31’53’’), Nicola Pedergnana (31’57’’), Marti Werner (32’04’’), Kevin Arrandel (32’04’’) e Jean-Francois Philipot (32’10’’). Al tredicesimo posto Xavier Chevrier, al ventunesimo Filippo Beccari. Presenti anche i giovani skialper valdostani. Il podio femminile: Christel Dewalle (34’44’’), Francesca Rossi (36’04’’), Viktoria Kreuzer (36’39’’). Quarta Axelle Mollaret.
Kilian, of course
Top of the weekend - Jornet atleta della settimana. Solo?
Un secondo e un terzo posto alle prime gare. Esordio d’argento alla Transvulcania, senza allenamento trail nelle gambe, e di bronzo al vertical sull’isola canaria, battuto da Bernard e Martin Dematteis. Poi un secondo posto nell’ultima apparizione stagionale, a Limone Extreme, con il titolo già in tasca e le gambe dure dal vertical della sera prima… E poi, tutte vittorie. Due medaglie su tre (ma, essendo ancora, nonostante tutto, umano, ha fatto bottino pieno perché non ha partecipato alla Ultra che era il giorno stesso del vertical e poi… c’è anche la combinata) ai Mondiali, tre coppe su tre alle Skyrunner World Series, prima volta nella storia per un singolo atleta. E prima vittoria del circuito Vertical. Il 2014 per Kilian resterà un anno epico e come potrebbe essere diversamente? Non può che essere Kilian l’atleta della settimana. Ma è un po’ riduttivo, solo atleta della settimana? L’elenco delle sue vittorie è impressionante. Nell’ordine: Zegama, vertical e sky dei Mondiali, Hardrock, Dolomites, Giir di Mont, Sierre Zinal, Kima, The Rut, Vertical di Limone… Dove trova ancora le motivazioni? «Per me l’importante è la gente, siamo una grande famiglia e passiamo sempre dei bei momenti insieme. Siamo uguali perché ci piace soffrire, dare tutto, staccare il cervello e correre. In salita siamo tutti uguali ed è quello che mi piace di questo sport». Kilian dixit… L’Italia è stata il teatro principale della sua stagione incredibile: Dolomites, Giir di Mont, Kima, Limone. Tutte le volte la stessa frase: «Grazie al pubblico che mi aiuta ad andare così veloce». Incredibile Kilian anche fuori dai sentieri di montagna, sempre così disponibile, così umile come solo i grandi campioni sanno essere. Ora è tempi di Aconcagua, Elbrus e… di mettere gli sci. Lenzi, Eyda & c avvisati, l’alieno è pronto a dare battaglia. E sarà dura per tutti.
I 25 nomi piu' influenti dell'ultra running
News in the week - La rassegna stampa dei siti web stranieri
Ritorna l’appuntamento del venerdì con la rassegna stampa dei siti stranieri. Oggi, vista la rilevanza dell’argomento (sia che lo si voglia affrontare seriamente, sia come chiacchiera da ‘bar sport’ in attesa del fine settimana…) abbiamo deciso di parlare di un unico articolo, uscito sul sito australiano Ultra168.com. Chi sono i 25 nomi più influenti dell’ultra running?
KILIAN, OF COURSE - Il sito australiano, che secondo le statistiche fornite dagli autori viene letto per il 40% da stranieri, mette al primo posto Kilian Jornet. E sarebbe stato difficile fare diversamente… «Un sogno per gli uomini di marketing - umile, talentuoso, unico ed estremo… imbattibile da 1 a 200 km…». Interessante anche la il giudizio sui social media: «che ha saputo sfruttare in modo molto intelligente, fornendoci immagini molto belle e mai troppo commerciali».
IL PODIO - Al secondo posto l’ultrarunner statunitense Dean Karnazes, che nei paesi anglosassoni è molto popolare, mentre al terzo posto ecco, a sorpresa, Anna Frost. «un perfetto mix di talento e immagine… ha saputo rendere popolare l’ultrarunning femminile più di ogni altra donna».
TOP TEN - Al quarto posto non poteva mancare quella che forse è la vera donna più influente dell’ultra-trail, una specie di ‘Merkel con le scarpe da running’: Catherine Poletti. Mandame UTMB ha saputo trasformare l’evento di Chamonix in un kolossal ma, secondo Ultra168, «il tempo dirà se la loro supremazia (riferendosi anche al marito Michel, ndr) sarà positiva per lo sport». Al quinto posto il software Strava e solo al sesto Emelie Forsberg «il più grande sorriso dell’ultrarunning… con una incredibile velocità in discesa sui terreni più difficili». Settimo Anton Krupicka, intervistato da Skialper sul numero di ottobre, all’ottavo posto il comitato organizzatore della Hardrock100, al nono Facebook («La gente non correrebbe le maratone sono non potesse raccontarlo»), al decimo Gordi Ainsleigh, che ha portato alla nascita della Western States 100.
GLI ALTRI - Un riconoscimento agli altri media: all’undicesimo posto di cono Ian Corless, il fotografo inglese che cura il blog Talk Ultra, e Bryon Powell, la mente del sito americano Irunfar, in classifica grazie al puntuale live coverage delle gare. Il mondo della comunicazione entra anche con il quindicesimo posto di Seb Montaz grazie ai video spettacolari di Kilian. Al diciannovesimo posto un altra ‘crew’ di cineoperatori, The African Attachment che ha reliazzato molto dei video della Salomon Tv. Salomon che entra nel gioco con il ventunesimo posto di Greg Vollet, mentre grigia dietro al successo sportivo e commerciale del brand francese nel trail running.
ITALIANI - Due nomi a rappresentare il Belpaese: Marino Giacometti, mister ‘Skyrunning’, inventore della disciplina e della federazione, e Bruno Brunod. Giacometti è al diciassettesimo posto e Brunod al ventesimo: «Chi avrebbe potuto immaginare che un tranquillo muratore italiano sarebbe stato la fonte di ispirazione per tutto quello che ha fatto Kilian? … Un runner senza paura che a mostrato al mondo che non hai bisogno di tanta attrezzatura per andare veloce in montagna. E, ragazzi, quanto corre veloce in discesa! Se avete tempo e capite l'inglese, non perdetevi la lettura di questo articolo!
Il Mezzalama dei giovani
Ancora incerto il percorso della mini-gara
Come tutte le gare La Grande Course anche il Mezzalama avrà un prologo dedicato alle categorie giovanili. L’appuntamento è per il giorno precedente, il 24 aprile 2015. Ancora poche certezze però per quanto riguarda il percorso. «C’è una mezza idea di farlo nella zona del Quintino Sella, sia perché sarebbe già attrezzata per il giorno dopo, sia perché c’è una cresta e quelle condizioni di montagna vera che sono il timbro di fabbrica della Grande Course» ha detto il direttore di gara Adriano Favre. Lunghezza e dislivelli rispetteranno quelli del regolamento LGC per i giovani.
Mezzalama al contrario per l'edizione numero venti
Il 25 aprile si partira' da Gressoney. Perplessita' dei vincitori 2013
Per festeggiare i 150 anni della conquista del Cervino il Trofeo Mezzalama inverte il percorso. Ecco la grande novità dell'edizione numero 20 della regina delle gare di skialp, in programma il 25 aprile 2015. Lo ha annunciato il direttore tecnico Adriano Favre questa mattina nella conferenza stampa di presentazione dell'evento nel cuore di Milano, presso la sede di UBIBanca.
IL PERCORSO - Partenza da Gressoney e arrivo a Cervinia dunque, senza nessun tratto di pista come avveniva invece sul Ventina. «Ci sarà un approccio alla competizione completamente diverso - ha detto Favre -, cambiano i tempi di passaggio, visto che il dislivello totale aumenterà di 350 metri, le difficoltà tecniche aumenteranno e chi gareggerà il 25 aprile dovrà essere anche un alpinista. I tratti più impegnativi come il Naso di Lyskamm e la cresta del Castore, affrontati in senso inverso, saranno molto più tecnici e difficili». Notevole la differenza anche nel primo tratto: «Nella salita sul Ventina contava la sola performance atletica, ora invece si salirà in traccia e con numerose inversioni di marcia tranne il primo tratto fino al Gabiet». E la discesa su Cervinia? «Non seguirà il Ventina ma si sposterà verso il canale del Teodulo completamente in fuoripista».
PERPLESSITÀ DEI BIG - Non sembra avere riscosso grande successo il nuovo percorso tra i vincitori del 2013. Matteo Eydallin, in particolare è perplesso per le tante discese con i ramponi: «Io preferisco le discese con gli sci, bisognerà capire come prepararsi e adattarsi e quale sarà la squadra più competitiva in queste condizioni». «Preferivo la partenza con gli sci» ha detto Damiano Lenzi. «Una via di mezzo tra il Mezzalama vecchio stile e la Patrouille, sempre più difficile», ha aggiunto il piemontese.
PRECEDENTE - Il percorso inverso ha un precedente che risale alla prima epoca del Mezzalama. Allora la gara era più corta, ma nel 1937 si partì dalla Capanna Gnifetti (3.611 m) per arrivare al Plan Maison (2.548 m).
REGOLAMENTO - «Continueremo a prestare molta attenzione all'abbigliamento termico, inoltre credo che obbligheremo gli atleti a calzare i ramponi in acciaio perché quelli leggeri non garantiscono l'adeguata tenuta sul ghiaccio e le garanzie di calzata imposte dalle discese veramente ripide del nuovo percorso», ha detto Favre. Particolare attenzione anche al controllo materiali prima, durante e dopo la gara in funzione dell'inserimento delle gare La Grande Course nel calendario di Coppa del Mondo ISMF.
PARTNER - Due nuovi accordi di partnership per il Mezzalama, quello tecnico con Dynafit, valido per le prossime tre edizioni, e quello con UBIBanca, che ha realizzato una carta di credito prepagata Mezzalama valida anche come skipass.
MEZZALAMA GIOVANI - Come per tutte le altre gare LGC ci sarà anche un Mezzalama giovanile, il giorno precedente.
Francesca Canepa, presentato ricorso al Tor
Conferenza stampa della valdostana a Courmayeur
Francesca Canepa ha parlato alla stampa al Bar Posta di Courmayeur sabato pomeriggio. Ha voluto difendere la sua immagine pubblica, annunciando di avere presentato un reclamo agli organizzatori dei Tor per annullare la sua squalifica. Il ricorso si basa soprattutto su due aspetti. Il primo sono alcune fotografie di turisti che l'hanno immortalata in gara proprio nelle vicinanze del punto di controllo 'incrimonato', quello di Les Goilles, il secondo sulla testimonianza di un concorrente (il nome non è stato fatto, ma potrebbe trattarsi di Hollon) che in quel tratto prima l'aveva superata, ma aveva visto la luce della frontale della valdostana nelle vicinanze.
Adamello Ultra-Trail e i punti UTMB
Quattro crediti per la gara della Valcamonica
La notizia è freschissima: l’Adamello Ultra-Trail, la gara in programma il 26-28 settembre con partenza a Vezza d’Oglio, new entry nel panorama delle 100 miglia (e provata in anteprima da Ski-alper con Federica Boifava - vedi il numero di agosto della rivista), darà diritto a ben 4 punti per la qualifica alle gare UTMB… Non poco. Mancano 14 giorni alla gara monstre sui sentieri della Grande Guerra lunga ben 175 km e con un dislivello positivo di oltre 20.000 metri. Le iscrizioni sono ancora aperte sul sito www.adamelloultratrail.it
Birra, polemiche e rivalita' Usa-Europa
News in the week - La rassegna stampa dei siti web stranieri
Inizia con questo venerdì un nuovo appuntamento fisso su skialper.it, quello con la rassegna delle notizie più interessanti apparse sui siti specializzati stranieri.
CANEPA, OF COURSE - La stampa spagnola, in particolare carreraspormontana.com, dedica ampio spazio alla squalifica di Francesca Canepa, riportando le dichiarazioni rilasciate dalla valdostana dopo la gara. Inequivocabile il titolo «Una burla titanica, un vero insulto». La ricostruzione dei fatti, nella quale viene citato anche Ski-alper, è dettagliata, segno che la questione è stata molto seguita in Spagna. Non solo Tor sul web spagnolo, ma ancora tanto sull’UTMB, con una intervista a Rory Bosio in apertura: «Non correrò l’UTMB l’anno prossimo, ho bisogno di una nuova avventura» e una news sull’UTMB di Anton Krupicka.
A TUTTA BIRRA - La notizia che ci ha più incuriosito, però, riguarda una questione decisamente più leggera ma molto dibattuta: fa bene bersi la tanto sospirata birretta dopo una gara? Un articolo molto dettagliato prende in esame diversi studi scientifici. Per farla in breve: sulla carta la birra, essendo alcolica, non sarebbe indicata perché l’alcol è diuretico e dopo una gara bisognerebbe reintegrare i liquidi. Però… dagli studi emergerebbe che un paio di bicchieri, integrati anche con acqua o altre bevande, non farebbero male.
LA RYDER CUP DEL RUNNING - La questione posta dal sito statunitense irunfar.com è decisamente più impegnativa ma vale la pena di accennarla. Anche quest’anno, scrive Geoff Roes in ‘Dissecting the UTMB’, all’UTMB non ha vinto un americano e non è mai successo nella storia della gara. Perché? Premesso che lo stesso autore scrive che «la sensazione è ancora quella di avere più domande che risposte», per chi comprende l’inglese è una lettura che mi sentirei di consigliare. La gara di Chamonix viene paragonata alla Hardrock e alla Western States - con tanto di numero di iscritti, dislivelli, tratti corribili e via dicendo - e vengono analizzati i risultati degli europei nella gare americane (più lusinghieri di quelli degli yankee da noi)… Naturalmente si parla anche delle vittorie delle donne statunitensi all’UTMB e c’è una interessante teoria sul fatto che spesso gli europei vittoriosi negli States sono griffati Salomon… Insomma, come nel golf con la Ryder Cup, la rivalità Europa-Usa nello sport tira sempre…
QUANDO E’ TROPPO? - Interessante anche l’intervento di Andy Jones-Wilkins che, partendo dalla constatazione che Bosio e Schlarb (migliore americano all’UTMB) hanno corso poco prende in esame l’annosa questione dell’over-racing.
VIVE LA FRANCE - Molto dedicata all’ambiente del trail francese la home-page di trails-endurance.com. C’è però un articolo interessante sui Templiers 2014 nel quale si annuncia che il 27 ottobre ci sarà un challenge internazionale con 3 squadre di 4 donne e 5 uomini che rappresenteranno Usa, Francia ed Europa (ancora con questa rivalità tra continenti…). Non è ancora nota la composizione del ‘dream team’ francese, invece gli States saranno presenti con: (donne) Magda Lewy-Boulet, Aliza Lapierre, Cassie Scallon, Jodee Adams-Moore (uomini) Sage Canaday, Chris Vargo, Alex Nichols, Matt Flaherty, Zach Miller. Per l’Europa: (donne) Nuria Picas-SPA, Holly Rush-GB, Jasmin Nunige-SUI, Magdalena Laczak-POL (uomini) Jonas Buud-SWE, Pau Bartolo-ESP, Ricky Lightfoot-GB, marcin Swierc-POL, Didrik Hermansen-NOR.
Due gare nuove tra Lecco e Como
Domenica si corre a Bellagio e sul Resegone
Ingorgo di gare nel fine settimana sui laghi di Como e Lecco. Domenica, infatti, a pochi chilometri di distanza si correranno due interessanti Sky Race. A Bellagio, perla che si affaccia su una penisoletta che divide il Lago di Como da quello di Lecco, si correrà la nuova creatura di Franco Sancassani, la Bellagio Skyrace, mentre sul Resegone, la montagna simbolo del Lecchese, si terrà la Creste Resegone Skyrace. Due gare nuove che si preannunciano molto interessanti nel raggio di pochi chilometri…
BELLAGIO - 27 km e 1.830 m D+ (e D-) per la nuova gara griffata Franco Sancassani che si annuncia come una delle più panoramiche in Italia. Tra i 150 iscritti figurano Daniel Antonioli e Nicola Golinelli, tra le donne Giuliana Arrigoni, Debora Benedetti e la giovane e promettente Martina Brambilla. Info: www.bellagioskyteam.it
CRESTE - 13,1 km per 1.300 m D+ e 900 D- con partenza dal campo sportivo di Brumano in Valle Imagna (BG) per la Creste Resegone Skyrace Trofeo Sergio Manini, con la regia del CAI Valle Imagna e della Valetudo Skyrunning Italia. Un percorso prealpino ma in un paesaggio di creste su sentiero stretto e ripido con partenza a quota 891, arrivo in vetta al rifugio Azzoni a quota 1.853 e al rifugio Resegone a 1.260. Naturalmente ci sarà un servizio di trasporto degli indumenti sul traguardo. Info: www.caivalleimagna.it
Affaire Canepa, un pasticcio che non fa bene a nessuno
Ricostruiamo una delle pagine piu’ brutte del Tor con l’aiuto di Francesca
Non si può rimanere indifferenti davanti a quello che è accaduto al Tor des Geants. Non penso ai controlli antidoping, dagli interessati definiti ‘di routine’, all’arrivo. Ben vengano e nelle prossime settimane sapremo di più su questa specifica questione. Mi riferisco all’affaire Canepa.
I FATTI - Non si può stare zitti a tutela dello stesso Tor e della sua credibilità ma anche e soprattutto degli atleti che sono prima di tutto delle persone e che dedicano la loro vita (e i loro sacrifici) al successo in gara. Francesca Canepa è stata accusata di avere saltato un controllo, lei sostiene di essere passata e di essersi anche fermata a bere un thé da sola, perché non c’era nessuno. Non voglio entrare nel termini del regolamento dove si distinguono basi vita, punti rifornimento e punti e acqua. Il fatto è che stando ai documenti ufficiali del Tor (per quel punto, Les Goilles, un registro manuale) non risulta il passaggio della Canepa, la quale giura di essere passata. Tutto questo avviene alle 5 di mattina. E fino a qui i fatti potrebbero anche andare d’accordo se realmente in quel momento non ci fosse stato nessuno a Les Goilles (fatto incredibile se fosse vero). Peraltro si mormora che lo statunitense Hollon abbia superato la Canepa proprio in prossimità di quel punto e se la testimonianza fosse chiarita sarebbe un punto a favore di Francesca Canepa. All’alba, al rifugio Dondena, un concorrente accusa pubblicamente Francesca di essersi fatta dare un passaggio in auto perché a Cogne lui era davanti e non è stato sorpassato. Basta un semplice controllo degli orari di ingresso e uscita per capire che la Canepa è uscita da Cogne pochi minuti prima pur essendo entrata dopo di lui.
LA SQUALIFICA - Alla successiva base vita, all’ora di pranzo, alla Canepa viene notificata l’apertura di una indagine (che non significa la squalifica, quindi avrebbe potuto proseguire). Perché ci si è accorti dell’anomalia all’ora di pranzo, dopo le accuse di un concorrente? Perché ci sono volute altre ore per prendere una decisione definitiva, arrivata nel tardo pomeriggio? La direzione di gara sostiene che la decisione è stata presa quando sono stati consegnati i registri manuali. Domanda: ma chi non ha visto passare la Canepa (ammesso che non sia passata…) non se ne è accorto? Non lo ha prontamente comunicato? Insomma, un pasticcio. In questo modo ne escono, ne usciamo, tutti sconfitti. Prima di tutto il Tor. Poi Francesca Canepa, seppellita sotto accuse pesanti come dei macigni.
IL PENSIERO DI FRANCESCA - «Questi giorni sono stati i più difficili e assurdi della mia vita e come spero non sia difficile capire, hanno pietrificato ogni mio pensiero - ha scritto Francesca sulla sua pagina Facebook -. Impossibile x me accettare di dovermi difendere da qualcosa che non solo non ho mai commesso, ma neanche mai concepito potesse essere commesso da altri. Non ha senso nelle nostre gare e non ha senso nella vita. Se per fare un percorso risulta necessario prendere delle scorciatoie, forse sarebbe il caso di intraprendere percorsi più semplici. Questa è sempre stata la mia opinione». Peraltro, ragionando a posteriori, se Francesca Canepa, valdostana, con un allenatore valdostano, vincitrice di due Tor, avesse voluto farsi dare un passaggio, sarebbe stata veramente una fessa a saltare un punto che a norma di regolamento potrebbe costituire punto di controllo. Il percorso lo conosce… O no? Nella video-intervista ad Aosta Sera, inoltre, l’atleta valdostana dichiara di non essere stata ascoltata dalla direzione di gara. Anche questo fatto, se confermato, è alquanto anomalo. Ma di anomalie, in questo affaire, ce ne sono davvero tante, troppe.
L’UTMB di Anton Krupicka
Problemi intestinali e una lunga pausa per lo statunitense
Partenza lenta, poi recupero a Courmayeur fino alla quinta posizione, a 8’ dal treno di testa, infine il quarto posto dopo avere superato Luis Alberto Hernando, successivamente ritiratosi. Infine… un quarantaduesimo posto finale, a oltre 6 ore dal primo. L’UTMB di Anton Krupicka non è andata secondo i programmi, ma cosa è successo?
PROBLEMI INTESTINALI - Abbiamo incontrato Anton ieri a Chamonix per una lunga intervista che verrà pubblicata sul prossimo numero di Ski-alper, in edicola a inizio ottobre. «Siamo partiti veloci, come è normale nel primo tratto corribile, ma io sono un runner alpino, quindi la mia gara è iniziata a Notre Dame de la Gorge». Effettivamente a Les Contamines era 21° e a La Balme già sesto. Fino a Courmayeur tutto ok, nonostante fino a due settimane prima della gara ero in dubbio per un risentimento muscolare e a luglio non abbia praticamente corso. Poi dopo Courmayeur ho iniziato ad avere problemi, ho capito che qualcosa non andava. Di solito mangio poco in gara, bevo un po’ e poi i gel, ma non riuscivo proprio a prenderli» ha detto Krupicka . Così il ritmo rallenta per mancanza di… benzina. Quella, almeno per la testa, che arriva quando sorpassa Hernando e qualcuno, erroneamente, gli dice che il treno di testa è a poche centinaia di metri.
LA SVOLTA DI TRIENT - «Fino a Trient è stata dura, sono arrivato praticamente camminando, a Trient mi sono detto che dovevo fermarmi. Ho preso un Imodium e improvvisamente lo stomaco è andato a posto e ho potuto mangiare qualcosa di più sostanzioso di una zuppa e qualche cracker. Ho anche dormito un’oretta delle tre che mi sono fermato». A Trient Anton entra alle 11.30 ed esce alle 14.58. «Ho capito che potevo finire la gara e volevo farlo perché anche l’anno scorso mi ero ritirato a Trient e non so se sarò a Chamonix l’anno prossimo». L’obiettivo prioritario saranno le gare americane, prima di tutte l’Hardrock 100…
Maga, domenica si gareggia
Due le prove: Skymarathon di 39 km e la Skyrace di 27
Domenica è in programma la settima edizione della Maga Skymarathon: sui sentieri delle quattro montagne della Val Serina, Menna, Arera, Grem e Alben. Due le prove in calendario, la Skymarathon di 39 km e la Skyrace di 27.
PROGRAMMA - Il ritiro dei pettorali (e la possibilità di iscriversi sul posto) già dalle 15 di sabato al Palazzetto dello Sport di Serina. Il ritiro pettorali si effettuerà ancheil giorno della gara, dalle 5 alle 6. Le due prove prenderanno il via da Zorzone: alle 7 la Skymarathon, alle 8.30 la Sky Race. Il traguardo di entrambe sarà invece a Serina.












