Ricostruiamo una delle pagine piu’ brutte del Tor con l’aiuto di Francesca

Non si può rimanere indifferenti davanti a quello che è accaduto al Tor des Geants. Non penso ai controlli antidoping, dagli interessati definiti ‘di routine’, all’arrivo. Ben vengano e nelle prossime settimane sapremo di più su questa specifica questione. Mi riferisco all’affaire Canepa.

I FATTI – Non si può stare zitti a tutela dello stesso Tor e della sua credibilità ma anche e soprattutto degli atleti che sono prima di tutto delle persone e che dedicano la loro vita (e i loro sacrifici) al successo in gara. Francesca Canepa è stata accusata di avere saltato un controllo, lei sostiene di essere passata e di essersi anche fermata a bere un thé da sola, perché non c’era nessuno. Non voglio entrare nel termini del regolamento dove si distinguono basi vita, punti rifornimento e punti e acqua. Il fatto è che stando ai documenti ufficiali del Tor (per quel punto, Les Goilles, un registro manuale) non risulta il passaggio della Canepa, la quale giura di essere passata. Tutto questo avviene alle 5 di mattina. E fino a qui i fatti potrebbero anche andare d’accordo se realmente in quel momento non ci fosse stato nessuno a Les Goilles (fatto incredibile se fosse vero). Peraltro si mormora che lo statunitense Hollon abbia superato la Canepa proprio in prossimità di quel punto e se la testimonianza fosse chiarita sarebbe un punto a favore di Francesca Canepa. All’alba, al rifugio Dondena, un concorrente accusa pubblicamente Francesca di essersi fatta dare un passaggio in auto perché a Cogne lui era davanti e non è stato sorpassato. Basta un semplice controllo degli orari di ingresso e uscita per capire che la Canepa è uscita da Cogne pochi minuti prima pur essendo entrata dopo di lui.

 

LA SQUALIFICA – Alla successiva base vita, all’ora di pranzo, alla Canepa viene notificata l’apertura di una indagine (che non significa la squalifica, quindi avrebbe potuto proseguire). Perché ci si è accorti dell’anomalia all’ora di pranzo, dopo le accuse di un concorrente? Perché ci sono volute altre ore per prendere una decisione definitiva, arrivata nel tardo pomeriggio? La direzione di gara sostiene che la decisione è stata presa quando sono stati consegnati i registri manuali. Domanda: ma chi non ha visto passare la Canepa (ammesso che non sia passata…) non se ne è accorto? Non lo ha prontamente comunicato? Insomma, un pasticcio. In questo modo ne escono, ne usciamo, tutti sconfitti. Prima di tutto il Tor. Poi Francesca Canepa, seppellita sotto accuse pesanti come dei macigni. 

IL PENSIERO DI FRANCESCA – «Questi giorni sono stati i più difficili e assurdi della mia vita e come spero non sia difficile capire, hanno pietrificato ogni mio pensiero – ha scritto Francesca sulla sua pagina Facebook -. Impossibile x me accettare di dovermi difendere da qualcosa che non solo non ho mai commesso, ma neanche mai concepito potesse essere commesso da altri.  Non ha senso nelle nostre gare e non ha senso nella vita. Se per fare un percorso risulta necessario prendere delle scorciatoie, forse sarebbe il caso di intraprendere percorsi più semplici. Questa è sempre stata la mia opinione». Peraltro, ragionando a posteriori, se Francesca Canepa, valdostana, con un allenatore valdostano, vincitrice di due Tor, avesse voluto farsi dare un passaggio, sarebbe stata veramente una fessa a saltare un punto che a norma di regolamento potrebbe costituire punto di controllo. Il percorso lo conosce… O no? Nella video-intervista ad Aosta Sera, inoltre, l’atleta valdostana dichiara di non essere stata ascoltata dalla direzione di gara. Anche questo fatto, se confermato, è alquanto anomalo. Ma di anomalie, in questo affaire, ce ne sono davvero tante, troppe.