Tante più Bischofshofen in Coppa
Considerazioni a margine del debutto della Coppa del Mondo in Austria, parlando con atleti e tecnici al termine della due giorni di Bischofshofen. Puristi dello scialpinismo astenersi, verrebbe da dire perché qui parliamo di sprint e individual. E premessa numero 2, non vogliamo fare paragoni o peggio ancora dire che una ‘formula’ sia meglio dell’altra, solo cercare di capire quale potrebbe essere la strada giusta per la Coppa del Mondo di scialpinismo per avere un futuro migliore.
Tante più Bischofshofen ci vorrebbero in calendario. Perché non c’è solo un comitato organizzatore abituato ai grandi eventi (sono la tappa finale della Vierschanzentournee di salto…), ma tutta una serie di strutture per atleti, spettatori e media. C’è, aggiungiamo, anche maggiore cultura sportiva: la gara di Bischofshofen, la Hochkönig Erztrophy ha è vero un buon seguito, ma anche i non super appassionati vanno a vedere gli altri sport oltre ai loro preferiti. E c’è anche grande spirito per il dopo-gara, abituati come sono alla festa al termine della competizione.
Con questo non bisogna per forza andare nelle stazioni ‘famose’ se poi lo ski-alp non se lo filano, ma neppure in località dove magari la passione è forte ma poi mancano i servizi, ormai sempre più essenziali per la riuscita della manifestazione.
Bischofshofen il prossimo anno sembra che non ci sarà, entrerà la Germania. Ci sono questioni di contratto lo sappiamo, ma perché se una sede funziona non confermarla? Perché non fare delle classiche di Coppa, come nello sci alpino o nel biathlon? Inoltre a Bischofshofen c’erano anche le telecamere di ORF e non è cosa da poco, avere visibilità in Austria con la televisione regina negli sport invernali.
Dopo Bischofshofen, Andorra, tra una settimana dà garanzie, speriamo poi che la tappa francese successiva a inizio febbraio non sia come quella di Puy-Saint-Vincent dove il vertical è stato programmato al mattino presto e alle 10 tutto finito per non dare fastidio ai turisti. E poi la Cina: dopo che è sfumata la possibilità di accedere ai Giochi di Pechino 2022 giusto tornarci? I contratti, lo ripetiamo, il mercato asiatico, tutto vero, ma quanto pesa la trasferta sulle casse delle federazioni, visto che ci sono anche i Mondiali? E quanti atleti andranno?
FORMAT - La lotta per i primi posti è stata sempre tra le nazioni note, ma c’erano tanti atleti dell’est Europa, molti dalla Scandinavia, anche dal Giappone e Stati Uniti. Non solo per fare la comparsa: segnatevi il nome del norvegese Hans-inge Klette, fondista e combinatista che nella sprint è finito settimo e quarto Espoir…
Poi le gare. Allora il trampolino, meglio la pista d’atterraggio, è nata e concepita per il salto, ma tutta una sprint disegnata in quel contesto la vedi tutta comodamente al parterre. Tutti la capiscono ed è televisamente facile da riprendere e commentare.
Individual. Per le condizioni di innevamento, visto che di neve in Austria ne hanno da vendere, è stato scelto un percorso alternativo, con un anello da ripetere due volte. E allora anche chi non sale con le pelli se la può godere da vicino. Vedere i cambi, la salita, la discesa finale, più passaggi. Se disegnata bene, comunque tecnica e di livello, ad anello oppure no, l’importante che si possa vedere facilmente da tutti, più volte.
Ultima considerazione ha ancora senso lasciare gli Junior in Coppa del Mondo? 29 in tutto nell’individuale, tre sole ragazze. Non sarebbe meglio un circuito continentale giovanile, aperto anche ai Cadetti? Meno costi per le Nazionali (quanti Junior partiranno per la Cina, per esempio?) e anche meno spese per gli organizzatori.
Ancora Italia a Bischofshofen: Michele Boscacci vince l'individual di Coppa del Mondo
Seconda tappa di Coppa del Mondo a Bischofshofen con l’individual. Si resta in zona trampolino con un tracciato di 1545 metri di dislivello, per due giri di gara.
Ancora Italia, questa volta con Michele Boscacci, in un testa a testa con Robert Antonioli e Werner Marti. A metà gara Miky cambia per primo con soli sei secondi sullo svizzero e 12 su Robert. Vantaggio che aumenta sul traguardo: 24 secondi su Antonioli che riesce a passare Marti, staccato di sette secondi dal secondo posto. Quarta piazza per Federico Nicolini (che nel secondo giro recupera due posizioni), quinto Nadir Maguet, poi Anton Palzer, Xavier Gachet, Jakob Herrmann, Armin Höfl e Cardona Coll a completare la top ten.

Un giro e mezzo per la gara rosa: detta legge Axelle Gachet Mollaret, con lei sul podio Claudia Galicia Cotrina e Marianne Fatton. Alba De Silvestro ci ha provato è rimasta sulle code della francese, ma alla fine è quarta, quinta Giulia Murada (prima Espoir davanti a Mara Martini).
A livello Junior successo dello svizzero Aurélien Gay davanti a Giovanni Rossi, con l’altro elvetico Patrick Perreten a completare il podio; quarto Sebastien Guichardaz. Doppietta azzurra nelle Junior con prima Samantha Bertolina e seconda Valeria Pasquazzo.

Buona la prima per Robert Antonioli
Buona la prima per Robert Antonioli in Coppa del Mondo. Sua la vittoria nella prima gara della stagione, la sprint di Bischofshofen. E lo fa alla sua maniera, con un sorpasso da urlo in discesa. Nella finale il valtellinese si è messo alle spalle lo svizzero Iwan Arnold e il compagno di squadra Nicolò Canclini, primo tra gli Espoir. Al femminile sorride la Svizzera con l’affermazione di Marianne Fatton, davanti alle spagnole Claudia Galicia Cotrina e Marta Garcia Farres. Tra le Espoir prima Adèle Milloz su Lena Bonnel e Giulia Murada.
Negli Junior a segno lo svizzero Patrick Perreten davanti agli altri elvetici Aurélien Gay Léo Besson, e Samantha Bertolina, con piazza d’onore per Valeria Pasquazzo.
Percorso spettacolare disegnato nello stadio del salto, con la salita sull’atterraggio del trampolino, con punte del 48%.

Creek to Peak, cambia il percorso
Creek to Peak, la gara di scialpinismo nata per accompagnare la storica Peak to Creek, dopo il successo della prima edizione viene riconfermata con un tracciato rinnovato. Quest’anno l’arrivo sarà infatti al Pian dei Larici, allungando il dislivello fino a 1.027 metri, trasformandola così in una classica vertical in notturna. Le potenzialità e la bellezza della località di Bormio per lo sci alpino sono note. Piste come la Stelvio fa parte di quei luoghi entrati nel cuore di tutti gli appassionati; il muro di San Pietro o la Carcentina sono nomi che rievocano immediatamente le imprese degli atleti della Coppa del Mondo. La località non è però, almeno fino a oggi, mai stata altrettanto accogliente con i praticanti dello scialpinismo.
Atleti locali di primo piano, come dimostrano le vittorie di Robert Antonioli e di Giulia Compagnoni nell’edizione 2018, rivelano quanto quella dell’Alta Valtellina sia una comunità ricca, sia per numero di praticanti che per la loro qualità. Nonostante questo i due mondi – quello di chi le piste le scende e quello di chi invece sale – non hanno mai avuto un punto di contatto e forse neppure un momento di dialogo. Le problematiche, soprattutto burocratiche (con la normativa che per il momento non tutela il gestore delle piste) sono note e non di facile soluzione, in particolare se tutti gli attori in gioco non si dimostrano disponibili a collaborare e a creare i presupposti per un movimento di cambiamento.
La Creek to Peak quest’anno può dunque rivelarsi un’occasione per cominiare quantomeno a conoscersi, a iniziare una comunicazione positiva, che sta alla base di qualsiasi iniziativa si vorrà eventualmente realizzare. Non per nulla gli organizzatori hanno concentrato le due gare in una sola giornata e previsto, al termine della scialpinistica, un après-ski per tutti a Bormio 2000. Noi seguiremo con attenzione sia il risultato agonistico che quello a lungo termine. Se anche voi volete partecipare, avete tempo fino al 22 gennaio per iscrivervi sul sito: https://peaktocreek.it/iscriviti/
La Feuerstein Skiraid sarà tappa di Coppa Italia
Il primo anno era ‘solo’ una gara Fisi nazionale, nel secondo già un campionato provinciale. Domenica 3 febbraio, il terzo atto del Feuerstein Skiraid varrà anche come gara di Coppa Italia. «Siamo felici di aver conquistato, dopo due gare molto impegnative dal punto di vista organizzativo, la fiducia necessaria per una tappa di Coppa Italia. È un’enorme valorizzazione della nostra manifestazione che si rispecchia non solo nel numero di partecipanti, notevolmente aumentato, ma soprattutto nel fatto che saranno presenti i migliori atleti italiani», racconta la responsabile del comitato organizzatore Stefanie De Simone. Condizioni neve superlative in Val di Fleres: si annuncia un percorso spettacolare con salite ripide, discese impegnative e passaggi che richiedono grance abilità tecnica. Le iscrizioni rimangono aperte fino a venerdì 1 febbraio alle ore 18. Dopo questo termine, non sarà più possibile registrarsi. Gli atleti tesserati FISI possono iscriversi esclusivamente tramite il portale www.online.fisi.org.
Parte la stagione di Coppa del Mondo. Gli azzurri in gara in Austria
Ci siamo, parte la stagione di Coppa del Mondo. Un calendario serrato nella prima fase con tre tappe nei prossimi tre fine settimana. Si parte in Austria con sprint e individual, venerdì e domenica, poi viaggio ad Andorra con individual e vertical il 26 e 27 gennaio per rientrare sulle Alpi, quelle francesi di Le Dèvoluy con individual e sprint il 2 e 3 febbraio. A febbraio trasferta cinese, prima dei Mondiali di marzo a Villars. Sempre a marzo e sempre in Svizzera altra prova di Coppa il 22 e 23, prima delle finali a Madonna di Campiglio dal 3 al 6 aprile.
BISCHOFSHOFEN - Certo come tappa finale della Vierschanzentournee è più conosciuta nel mondo del salto, ma l’Erztrophy è sempre stata gara molto sentita in Austria. Quest’anno saranno tre giorni di gara con sprint, vertical e individual, ma solo due, sprint e individual appunto, varranno per la Coppa del Mondo. L’Italia parte in pole position dopo il successo di Michele Boscacci nell’ultima stagione e anche al femminile può giocarsi la carta De Silvestro per contrastare la regina francese Mollaret.
Intanto per questa prima trasferta si parte con qualche incognita in casa Italia per la poca neve e le gare saltate.
«Abbiamo pochi riferimenti, specialmente per i senior - conferma il dt Stefano Bendetti, affiancato in Austria dagli altri tecnici Davide Canclini, Denis Trento, Manfred Reichegger e dalla fisioterapista Lisa Cosi - questa gare saranno un po’ un punto di riferimento per le convocazioni delle prossime due tappe». A livello Senior entrano così Alex Oberbacher e Dimitra Theocharis, viste le prove degli Italiani, il resto tutto confermato con Alba De Silvestro, Michele Boscacci, Robert Antonioli, William Boffelli, Matteo Eydallin, Damiano Lenzi, Nadir Maguet, Federico Nicolini, negli Espoir spazio a Giulia Murada, Mara Martini, Ilaria Veronese, Nicolò Canclini, Davide Magnini ed Enrico Loss; tra gli Junior in gara Samantha Bertolina, Valeria Pasquazzo, Fabien e Sebastien Guichardaz, Giovanni Rossi, Matteo Sostizzo e Daniele Corazza.
Un nuovo 4000 per il Trofeo Mezzalama 2019
Questo è l’anno del Trofeo Mezzalama. Con una importante novità. «In questa edizione - annuncia Adriano Favre, a capo dello staff organizzativo - il percorso supererà la calotta nel Naso (4275 m), più alta del Castore. Ma la vera novità dell’edizione 2019 sarà un terzo quattromila. Invece di iniziare la discesa verso Gressoney appena valicato il Naso, da quota 3900 gli atleti risaliranno con gli sci verso il colle del Lys fino alla Roccia della scoperta (4177 m). Come nel Mezzalama 1978, vogliamo ricordare l’impresa dei sette montanari di Gressoney che nel 1778 raggiunsero questo piccolo isolotto roccioso che emerge dai ghiacciai tra Valle d’Aosta e Vallese. Fu un’impresa di livello europeo, compiuta otto anni prima della conquista del Monte Bianco. I sette pionieri gressonari, ricordati da un bel monumento a Gressoney-Saint-Jean, inaugurarono così sia la scoperta del massiccio del Monte Rosa, sia la storia dell’alpinismo».
LE DATE - Appuntamento sabato 27 aprile 2019, con partenza dal centro di Breuil-Cervinia e traguardo a Gressoney-La-Trinité. Previste fin d’ora come date di riserva in caso di maltempo domenica 28 aprile, sabato 4 e domenica 5 maggio 2019. «La data effettiva di svolgimento – ancora Adriano Favre – verrà confermata pochi giorni prima del via e comunicata agli atleti via internet sulla base delle previsioni meteo aggiornate. Dalla rinascita 1997 siamo riusciti a garantire il regolare svolgimento biennale del Mezzalama individuando ‘finestre’ di bel tempo a volte di poche ore, grazie alla collaudata intesa con la Società Meteorologica Italiana coordinata da Luca Mercalli».
ISCRIZIONI - Le iscrizioni si aprono sul sito www.trofeomezzalama.it venerdì 1 febbraio 2019. Restano aperte fino a lunedì 25 marzo 2019. Saranno ammesse 300 squadre nella storica formazione da tre atleti ciascuna, per un totale di 900 concorrenti. Come di consueto gli atleti dovranno dichiarare il loro curriculum di ascensioni e gare compiute. Il Mezzalama infatti è adatto a scialpinisti completi e ben allenati, ossia buoni sciatori ma anche buoni alpinisti. La Fondazione Trofeo Mezzalama come tutti i comitati organizzatori all’interno del circuitodella Grande Course ha sempre rivolto ai più giovani particolare attenzione con l’inserimento di una gara apposita, all’interno del programma ufficiale. La gara Mezzalama Jeunes riservata ad atleti under 18 si correrà sulle nevi di Gressoney venerdì 26 aprile 2019. Il giorno successivo i giovani partecipanti, accompagnati da guide alpine, potranno risalire in quota verso il Rifugio Mantova e la Capanna Gnifetti per assistere alla discesa degli atleti del Trofeo Mezzalama.
Mammut, da domani l'app Connect porta la tecnologia NFC nel mondo outdoor
La tecnologia NFC, presente sulla maggior parte dei moderni smartphone, fa la sua comparsa nel mondo dell'abbigliamento e dell'attrezzatura outdoor. Il marchio svizzero Mammut ha infatti annunciato che da domani sarà disponibile per il download sui negozi digitali App Store e Google Play la app Mammut Connect che consentirà ai consumatori di ricevere informazioni sui capi di abbigliamento e gli attrezzi abilitati al servizio. Il funzionamento è semplice, si accosta lo smartphone e sullo schermo del telefono appaiono tutte le informazioni sul prodotto. Si tratta di una novità nel settore, come annunciato da Mammut che con la app va oltre la semplice informazione. Connect avrò infatti tre aree, prodotto, ispirazione e attività, e punta alla interattività. Ci sarà, per esempio, la possibilità di salvare le proprie esperienze outdoor e condividerle con la community. Anche RaidLight ha puntato sulla tecnologia NFC e, pur senza una specifica app, sulle scarpe della nuova linea da trail running, in uscita nei negozi a partire da febbraio, sarà possibile avere tutte le informazioni sui quattro modelli semplicemente accostando il proprio smartphone.
Seven Wild Trails, l'ultima sfida di Christophe Le Saux
Conoscerlo, lo conoscono tutti nell'ambiente del trail running il francese Christophe Le Saux, non fosse altro che per la sua chioma bionda riccioluta. Christophe è un vero e proprio globetrotter: «in Francia passo qualche settimana all'anno, se devi spedirmi qualcosa non saprei dirti dove, forse a Chamonix». Ora si è inventato una nuova impresa: una traversata autogestita in sette diversi Paesi e cinque continenti, un'avventura nella natura alla ricerca del fastest known time. Si chiama Seven Wild Trails e Christophe vorrebbe anche raccogliere fondi per portare con sé due persone diversamente abili in Marocco e Italia, ultima tappa del progetto, oltre che per finanziare le traversate. Un progetto che è iniziato nel 2018 e terminerà a settembre del 2019. Le prime quattro imprese sono state portate a termine, si tratta della traversata dell'Islanda (350 km no stop), del Tour della Cordillera Huayhuash in Sud America (130 km, 8.000 m D+), del Sunshine Coast Trail in Canada (180 km, 7.000 m D+), del tour degli Annapurna (220 km, 8.000 m D+). Da aprile parte la seconda parte del progetto: Atlante marocchino (240 km, 10.000 m D+), Nuova Zelanda (110 km, 6.000 m D+) e infine l'Italia con il percorso (più o meno) del Tor des Géants in autonomia (330 km, 24.000 m D+, a settembre). Per ogni impresa è stato prodotto un piccolo video, come quello dell'Annapurna chiuso nel tempo record di 48 ore e 29 minuti.
DAL BOROTALCO ALL'ESERCITO - La storia di Le Saux è molto particolare. Da bambino ha rischiato di morire a causa di un borotalco contaminato con materiale tossico. Però gli effetti collaterali hanno rallentato la crescita di Christophe, che è uno dei trail runner più piccoli come corporatura. Da giovane poi Le Saux si è arruolato come infermiere nei corpi speciali dell'esercito francese. Tante le missioni sui campi di battaglia... «Neppure i miei sapevano dove ero». Forse proprio queste due esperienze lo hanno temprato per le sue imprese o forse come reazione agli anni passati nell'esercito ha iniziato a correre nella natura in giro per il mondo. «Sì, è proprio così, se tornassi indietro non lo rifarei» mi dice. Hai mai ucciso qualcuno? «Quando sei in azione spari, tanto, e scappi. Non lo so». Corri Christophe, corri veloce.
La rivincita di Elena
Quando una passione ti prende, lotti anche se le cose non vanno come vorresti. Per Elena Nicolini la vittoria al Tour della Mountain Attack «vale doppio - ci ha detto la trentina – perché mi sono ripresa la mia vita. Lo sci alpinismo è una parte di me, mi piace questo sport, l’ambiente, gli allenamenti. Negli ultimi due anni sono sempre andata sugli sci, ma sono stati due anni difficili, con tanti problemi. Che adesso si sono risolti e questo successo vuol dire tanto, non solo per me: se tieni duro, se non ti arrendi alla fine le soddisfazioni arrivano».
E adesso? «L’importante per me era venirne fuori. Vivo alla giornata e mi godo questo momento. Non ha ancora continuità, lo so, gli italiani li ho ‘cannati’, ma a Saalbach mi sono migliorata di quasi sei minuti rispetto al tempo che avevo realizzato quattro anni fa quando anche allora la avevo vinta. Se mi convocano in Nazionale ci vado, intanto preparo le gare della Grande Course, adesso le motivazioni davvero non mancano. Cosa verrà non importa, a me adesso va bene così. Sono serena, era importante ripartire e sono ripartita».
Festa azzurra a Saalbach
Quattro azzurri sul gradino più alto del podio a Saalbach: la Mountain Attack è tutta tricolore. Michele Boscacci ci ha preso gusto e ha concesso il bis: gli atleti di casa Armin Höfl e Jakob Herrmann, ci hanno provato, si sono avvicinati, ma il valtellinese aveva la gamba e nella seconda parte di gara ha cambiato passo, andando a vincere con quasi un minuto di vantaggio sugli avversari: secondo Höfl e terzo Herrmann. Debutto vincente per Alba De Silvestro: ancora più netto il suo successo, con un margine di quasi quattro minuti su Claudia Galizia, con Michaela Essl a completare il podio.
La festa azzurra era iniziata con il Tour. Primo posto per Alex Oberbacher sugli austriaci Daniel Zugg e Alexander Brandner, grande affermazione per una ritrovata Elena Nicolini dopo un testa a testa con Dimitra Theocharis, seconda la traguardo, con terza l’austriaca Sarah Dreier.
Con gli sci tra i Pehuenche
I Pehuenche sono un antico popolo delle Ande. Nella loro lingua sono anche conosciuti come Mapudungun e la loro terra, a cavallo tra Cile e Argentina, tra il vulcano Lonquimay e il fiume Maule, la chiamano Wallmapu. E Wallmapu è il nome del cortometraggio della DPS Cinematic's The Shadow Campaign con due sciatori che entrano in questo mondo, tra vulcani, alberi Araucaria (o pehuén, di qui il nome Pehuenche), neve e vento. E allora buona visione.












