Presentate le squadre del Comitato AOC

A Casa Olimpia a Sestriere presentazione delle squadre sci alpinismo del Comitato Alpi Occidentali. Presente anche il pinerolese Filippo Barazzuol, con un passato anche nello sci alpino, nelle fila dello sci club Sestriere. Nel corso dell’incontro è stato presentato anche il nuovo sponsor tecnico del Comitato AOC, la Hey di Frossasco. Nella squadra dello ski-alp piemontese Marco Alifredi (2000, Garessio), Emanuele Balmas (2004, Prali Val Germanasca), Filippo Bernardi (2003, Ski Team Valle Varaita), Giuseppe Cantamessa (2002, Val Vermenagna), Matteo Cavallo (2002, Tre Rifugi), Andrea Murisasco (2003, Valle Maira), Piero Talenti (1999, Ski AVIS Borgo Libertas), aggregati: Tommaso Casanova (2000, Tre Rifugi), Matteo Mamino (2000, Tre Rifugi). Responsabile Silvia Rivero, mentre il consigliere referente è Paolo Giordano.


Steppen style

Matteo Eydallin style. A Sauze d’Oulx si è ritrovato con gli amici per la tradizionale pellata di inizio stagione (con arrivo a Sportinia e inevitabile cena finale…), ha autografato poster e cartoline dal suo rinnovato sponsor Besson Sport e quell’occasione ha presentato il suo nuovo progetto con non poteva non chiamarsi ‘Steppen’: occhiale (giallo trasparente con lente specchiata) e maschera (rosa e gialla) nel suo stile, per non passare inosservati.
Ecco allora il link dove potete trovarli: sportiscrew.com


Skialp Trophy a Michele Boscacci e Alba De Silvestro

Prima prova dell’Eisacktal Cup a Ladurns. Si gareggia in ambiente, di giorno, con un tracciato con due salite e una discesa, con 1350 metri di dislivello. A testare la gamba anche alcuni nazionali: vittoria di Michele Boscacci che precede Robert Antonioli con Martin Stofner a completare il podio. Quarta piazza per Nicolò Canclini, quinto Marc Hochstaffl. Al femminile a segno Alba De Silvestro su Elena Nicolini e Elisabeth Steger, ai piedi del podio Astrid Renzler e Heidi Pfeifer.


Tour Trail della Valle d'Aosta, le tappe del 2019

Otto gare di trail, sei di vertical. La stagione 2019 del Tour Trail della Valle d'Aosta e del Défi Vertical sarà ancora una volta ricca di appuntamenti sportivi. Un totale di 14 gare che impegneranno gli appassionati di queste discipline da metà marzo a metà ottobre. Gare nuove che si mescolano a quelle storiche, percorsi più semplici a inizio stagione che lasceranno spazio ai grandi dislivelli nel cuore dell'estate. Ancora una volta il direttivo del Tour Trail ha allestito un calendario vario e completo che terrà impegnati i trailers per otto mesi. Una sesta edizione del circuito che presenterà alcune novità.

TRAIL - Per il terzo anno consecutivo si partirà con il Castle's Trail di Verrès, una prova di 23 chilometri che si svolgerà il 16 marzo e che nelle prime due edizioni ha fatto il pieno di iscritti. Cambia completamente data il Traverse Trail di Arnad che saluta il periodo autunnale e si colloca in quello primaverile: sarà la seconda prova e si svolgerà il 6 aprile. Il 20 luglio si correrà l'Ultramarathon du Fallère, gara biennale che ritorna dopo un anno di stop. Nel 2019 non ci saranno invece i trail di Saint-Barthélemy, La Thuile e Becca di Viou, mentre sono confermati QuarTrail des Alpages (18 maggio), Licony Trail (6 luglio), Gran Paradiso Trail (24 agosto), Oropa Trail (7 settembre) e Grivola Trail (28 settembre). Il Grivola di Aymavilles sarà l'ultima gara della stagione del Tour Trail e ospiterà anche le premiazioni finali del circuito.

VERTICAL - Il calendario dei vertical è composto sempre da cinque appuntamenti. Si partirà ancora una volta con il Vertical di Fénis, inserito il primo maggio, si chiuderà invece con il Mont Mary, altra gara biennale che ritorna e che si svolgerà il 13 ottobre. Non ci sarà il Gran Paradiso Vertical, ma nascono due nuove prove: il vertical di Valtournenche (1° giugno) e il La Thuile Vertical (28 luglio). Confermati Vertical Becca di Viou (23 giugno) e Uyn Courmayeur Mont Blanc Vertical (3 agosto).

GARE AMICHE - All'intero dei calendari (Tour Trail e Défi) rimangono le gare amiche. Per i vertical, il 15 giugno a Saint-Marcel si disputerà l ‘Prosciuttiamo a 1000', mentre per quanto riguarda i trail, il 25 aprile spazio al Tor Avril e il 6/7 settembre ritornerà il Collontrek, gara transfrontaliera da Bionaz ad Arolla.


Zabardast, disponibile gratuitamente su YouTube il film della spedizione freeride in Pakistan

Se vi siete persi Zabardast, uno degli ‘snow-movie’ più attesi dell’anno, da ieri sera lo potete vedere integralmente su Youtube. Prodotta da Picture Organic Clothing e Almo Film, la pellicola di 54 minuti è diretta da Jêrome Tanon. Un giorno Thomas Delfino, sfogliando distrattamente libri in una libreria, s’imbatte in Le più belle montagne del mondo e rimane ipnotizzato da una cima pakistana. Un pendio troppo bello per essere vero. Da quel momento diventa la sua ossessione. La vetta in questione è la torre nord Biacherani in una delle zone più remote del Paese. E l’obiettivo diventa organizzare una spedizione di freerider e cercare di sciarla.

Girato in 4k, il film vede la partecipazione degli skier Léo Taillefer e Thomas Delfino e dello snowboarder Zak Mills. È a tutti gli effetti il diario di un’incredibile avventura freeride in una delle zone più remote del pianeta, che ha comportato un loop di 150 chilometri in autosufficienza, con slitte cariche di cibo liofilizzato, pannelli solari e tende. «Ho pensato il film come un diario collettivo e per questo ho chiesto ai protagonisti di scrivere ogni giorno una pagina di testo e il risultato finale è la trasposizione di questo viaggio, anche intimo, di ognuno di loro» ha detto il regista. Il viaggio è durato cinque settimane e ha comportato la partenza dal villaggio di Askole e la traversata del selvaggio ghiacciaio Nobande Sobande. Fino a qui la crew ha potuto contare sull’aiuto dei portatori Balti, poi tre settimane in totale autosufficienza. Superato lo Skam La Pass, a quota 5.660 metri, la spedizione ha raggiunto il ghiacciaio Sim Gang e lo Snow Lake Basin, uno dei luoghi più belli del mondo. Il rientro è avvenuto lungo il ghiacciaio Biafo. Zabardast non è solo sci, ma è anche un viaggio verso Islamabad con treni, improbabili motociclette, cavalli, un viaggio fatto di tanti incontri. Nel team, oltre agli sciatori, anche Helias Millerioux, Guida alpina di Chamonix con all’attivo oltre 15 spedizioni, e l’alpinista Yannick Graziani, con diversi 8.000 in curriculum. QUI SOTTO PUOI VEDERE LA VERSIONE COMPLETA DEL FILM

https://youtu.be/AkigzUFr3ys


Ski Trab, tutto nacque con un frassino

Da qualche tempo la homepage del sito di Ski Trab si apre con un breve video che alterna a immagini di sci nella polvere una foto in bianco e nero del bosco di Gotrosio. Il video è muto e lascia ai tanti appassionati che l’hanno guardato diverse possibili interpretazioni. Quel bosco e quell’albero, un Frassino, sono al tempo stesso il paradigma e il filo rosso che unisce la storia della vecchia Ski Trab e della nuova. Un albero, un’essenza che attraversa 70 anni di storia, da Giacomo ad Adriano e Daniele Trabucchi. «In molti ci chiedono perché noi, che siamo made in Bormio, con la sede a due passi dai boschi, siamo anche l’unica azienda a produrreuno sci da gara in materiale alveolare» dice Adriano Trabucchi.

Quell’albero spiega la filosofia più profonda del marchio e il perché di alcune scelte tecnologiche. È un Frassino e l’idea di inserirlo nella clip è venuta ad Adriano incontrando un vecchio artigiano a una fiera locale. «Quel signore si ricordava che mio padre Giacomo voleva comprare un Frassino dal suo bosco, a Gotrosio, perché era l’essenza utilizzata per gli sci, ma c’era Frassino e Frassino, e in quel bosco si trovavano i migliori esemplari». È proprio grazie alla cultura dei materiali, all’esperienza e alla passione che le proprietà del legno migliore sono state ricercate in altri materiali come l’aramide. Ed è dalla continua ricerca del meglio di Daniele Trabucchi, così come faceva il padre Giacomo con il legno, che si è arrivati a capire che il legno da solo non può resistere a certe sollecitazioni e così è nato il famoso sci a 14 stati. Che poi il legno alla Ski Trab lo usano ancora, quello leggero, come il Paulownia, dove non è richiesta grande resistenza, il più robusto Frassino in altre parti e poi l’alveolare. Appunto, un vero proprio sandwich di 14 strati. Indistruttibile. Ecco così che la tradizione e la passione del made in Bormio si fondono con i 14 strati  che sono poi i due marchi di fabbrica, i due hashtag, come va di moda dire oggi, di Ski Trab.

Giacomo Trabucchi ha iniziato a trattare il legno per costruire serramenti e mobili, soprattutto le cucine. Le costruiva su misura per le vecchie case di Bormio, poi però arrivarono quelle già fatte, le future componibili, più facili, più economiche. Il lavoro di falegname prese in parte la piega della vendita di prodotti altrui, remunerativo ma di poca soddisfazione. Nel 1946 Giacomo, diciassettenne, aveva già costruito il suo primo paio di sci, per lui e per i tre fratelli, impegnati nelle gare di salto. Un paio di sci che si aggiungeva a quello, unico, che i quattro dovevano passarsi velocemente tra un salto e l’altro. Fu così che il passaggio dalle cucine agli sci divenne quasi naturale, prima con i legni di hickory studiati insieme al campione italiano di salto e poi, nell’inverno '53- '54, con quelli da discesa. Una sfida, più interessante dell’attività di mobiliere ormai consolidata e con poche prospettive di crescita. I primi sci da scialpinismo arrivarono nel 1961, con la partecipazione di Giacomo al Rally del Monte Bianco. Erano gli Stelvio, costruiti in duralluminio per soddisfare le prime esigenze di leggerezza. L’attacco era una rudimentale evoluzione di quello dell’epoca, costruito in casa con le molle di un letto e la sciolina da fondo faceva da colla per le pelli di foca. In seguito cominciarono a bazzicare la fabbrica Adriano e Daniele, i figli di Giacomo, prima utilizzando il capannone come teatro di gioco e poi aiutando il papà in piccoli lavoretti. Come quando negli anni ‘70 lo accompagnavano in giro per il Nord Italia a rilevare i macchinari delle aziende di sci in fallimento. In breve Daniele è diventato l’anima tecnica e Adriano quella commerciale di Ski Trab. Furono loro a prendere in mano l’azienda nei primi anni novanta, seguendo il solco scavato con mano decisa da Giacomo e… il resto è storia recente.


Mountopia Mezzalama, i vincitori

Con Dynafit alla gara scialpinistica più ad alta quota del mondo: un sogno che diventerà presto realtà per sei fortunati skitourer. Nella combattuta finale del concorso Mountopia Mezzalama Juncal Díaz e Julía Garriga dalla Spagna, Patricia Franco dagli Stati Uniti, Michal Dzieniszewski dalla Polonia e gli italiani Marco Donina e Michele Dondi si sono aggiudicati gli ambiti posti allo start del Trofeo Mezzalama. I sei atleti sono riusciti a imporsi sugli avversari nell’emozionante sfida fra i migliori venti, convincendo la giuria con le loro prestazioni sportive, le motivazioni messe in campo e dimostrando grande perseveranza. Il 27 aprile 2019 i sei vincitori parteciperanno in due squadre da tre (un team femminile e uno maschile) al leggendario Trofeo Mezzalama, sul Monte Rosa. Dynafit, azienda leader nel mondo dello scialpinismo, ha messo a disposizione i pettorali, notoriamente molto limitati, e insieme ai partner Gore® e PrimaLoft® equipaggerà i vincitori dalla testa ai piedi con tutto il necessario per affrontare la competizione scialpinistica più ad alta quota del mondo. I vincitori del concorso Mountopia potranno inoltre approfittare dei preziosi consigli e dei piani di allenamento degli atleti Dynafit.
271 atleti, provenienti da 25 diverse nazioni, hanno risposto all'appello di Dynafit, candidandosi per partecipare al Trofeo Mezzalama. Una giuria tecnica composta da atleti ed esperti di scialpinismo ha scelto fra tutti i candidati 20 finalisti, 10 uomini e 10 donne, che dal 13 novembre al 4 dicembre si sono affrontati in una sfida sul sito web di Dynafit, per dimostrare di essere gli atleti giusti per la Mountopia Mezzalama e di disporre delle necessarie qualifiche. I 20 finalisti hanno lottato con tutte le loro forze per questo grande sogno. In 21 giorni si sono lasciati alle spalle in totale 517.801 metri di dislivello e 6.341 chilometri percorsi, per una media di 1.232 metri di dislivello e 15 chilometri al giorno per partecipante. I sei vincitori – Juncal Díaz, Julía Garriga, Patricia Franco, Michal Dzieniszewski, Marco Donina e Michele Dondi – hanno favorevolmente impressionato la giuria con il loro impegno e il loro entusiasmo. Per prepararsi ad affrontare il Trofeo Mezzalama i vincitori parteciperanno inoltre il 22 marzo 2019 al Sellaronda Skimarathon, altra competizione di cui Dynafit è main sponsor, come lo è del Trofeo Mezzalama, che darà ai vincitori Mountopia la possibilità di testare insieme le proprie capacità, come singoli, ma soprattutto come squadra. Dal 27 aprile il gioco si fa serio. A Breuil-Cervinia i vincitori, suddivisi in una squadra femminile e una maschile, si troveranno allo start della ventiduesima edizione del Trofeo Mezzalama.


Parte un'indagine sugli infortuni nella corsa in montagna

Ci sono pochi studi scientifici sul mondo della corsa in natura, un universo ancora da esplorare, per esempio, per la medicina. Ora questa lacuna, almeno a livello epidemiologico, potrebbe essere colmata. Il professor Stefano Vercelli, fisioterapista e ricercatore, il direttore tecnico dell’atletica leggera italiana, professor Antonio La Torre. il fisioterapista e azzurro della specialità Alex Baldaccini, con un altro atleta del settore, Marco Filosi, e il responsabile tecnico della corsa in montagna Paolo Germanetto promuovono un’indagine sull’incidenza degli infortuni nella corsa in montagna. Il questionario è a questo link. Il questionario non è riservato solo agli atleti elite, ma a tutti quelli che si iscrivono alle gare di corsa in montagna e lo studio avrà la durata di un anno. A partire dalla propria registrazione, ogni tre mesi, per i successivi dodici mesi mesi, l’atleta che aderirà allo studio riceverà un altro questionario: saranno sufficienti due minuti di tempo per compilarlo dal proprio pc oppure dal proprio smartphone. 


Campo Base Ferrino Highlab, testatori per un giorno

Si rinnova la collaborazione tra lo storico marchio Ferrino e il Rifugio Toesca (1.710 m) che anche questo inverno ospiterà il Campo Base Ferrino offrendo la possibilità di testare i prodotti migliori della collezione tra tende, materassini e sacchi a pelo. Una collaborazione ormai collaudata quella tra il brand e il rifugio, con un centro test aperto ormai in tutte le stagioni per mettere alla prova i materiali in tutte le condizioni climatiche.

Dal 1994 Ferrino permette a tutti di testare sul campo i propri prodotti e dopo aver passato la notte in tenda sorvegliati dalle stelle viene chiesto agli ospiti di compilare un questionario così che possano contribuire direttamente a migliorare la produzione. Tra il materiale che si potrà provare la tenda Snowbound, studiata per essere utilizzata in alta montagna e per spedizioni, con una forma particolare che la rende altamente resistente in caso di forte vento.

IL CAMPO BASE -Il Rifugio Toesca si trova a un’ora di auto da Torino, nel vallone del Rio Gerardo, sul territorio del Comune di Bussoleno, nel Parco Orsiera - Rocciavrè. A tutti coloro che pernotteranno presso il campo e che collaboreranno al test verrà dato un buono sconto del 20 per cento da usufruire presso il Ferrino Store di Torino che si trova in Corso Matteotti 2L. Il campo è operativo compatibilmente con l’apertura del Rifugio Toesca. Per maggiori informazioni o per accedere al test è necessario contattare Marco Ghibaudo, il responsabile del rifugio: 346 2247806 - 0122 49526 - rifugiotoesca@gmail.com - www.caitorino.it/rifugi/toesca

SNOWBOUND -Tenda della collezioneFerrino High Lab studiata per essere utilizzata in alta montagna e per spedizioni. Progettata per essere il massimo in termini di performance di resistenza al vento, grazie a sistemi di rinforzo della struttura perimetrale (RB) e alla forma geodetica. È il riparo ideale per alpinisti che affrontano spedizioni in alta montagna o su ghiacciai, in campi base o zone fortemente esposte al vento e a condizioni estreme. Ospita fino a due persone e ha un peso minimo di 4,2 kg.


Sellaronda, il 3 gennaio si aprono le iscrizioni. Mountain Attack, ecco i protagonisti

Sono le due grandi classiche in pista, tra l’altro gemellata tra loro: la Sellaronda Skimarathon ha ufficializzato da data d’apertura delle iscrizioni, la Mountain Attack ha reso nota la lista dei partenti.

SELLARONDA - La data da segnare in agenda è quella del 3 gennaio: le iscrizioni, che nelle passate edizioni si sono chiuse in meno di un’ora, registrando il tutto esaurito, per le squadre italiane si apriranno quel giorno, mentre i team stranieri potranno registrarsi dal 10 gennaio. I pettorali disponibili saranno 300 per gli italiani, 250 per gli stranieri e 100 riservati all’organizzazione. Il numero massimo rimane di 650 team. Appuntamento poi il 22 marzo con partenza da Selva di Val Gardena sul classico tracciato di 42 chilometri con 2700 metri di dislivello positivo. «Con la partenza da Selva di Val Gardena - racconta Oswald Santin - potremo vivere la gara perfetta. Oltre al record della gara, sia maschile sia femminile c’è la possibilità, che con un tracciato così veloce, si possa scendere sotto il muro delle 3 ore, è da molto tempo che lo dico, e spero che il 2019 sia l’anno buono. Per la prossima edizione stiamo iniziando a lavorare per migliorare ulteriormente alcuni aspetti. Per quanto riguarda la diretta streaming ci sarà in simultanea un live in lingua inglese, in questo modo la gara potrà essere seguita anche dagli appassionati stranieri».

MOUNTAIN ATTACK - Saalbach, venerdì 11 gennaio, ore 16: 1100 atleti da ventidue nazioni inizieranno la loro cavalcata verso il Schattberg. Quelli che avranno scelto la Schattberg Race si fermeranno lì, gli altri proseguiranno per il Tour o la Marathon. I pettorali anche per questa gara sono andati sold-out presto: e i big in gara davvero non mancano. Il vincitore e recordman del 2018, Michele Boscacci, sarà di nuovo in gara e se la dovrà vedere con Damiano Lenzi, Toni Palzer, Jakob Herrmann, Oriol Cardona Coll, Armin Höfl, Luka Kovacic… Al femminile occhi puntati in casa azzurra per il debutto di Alba de Silvestro. La local Michaela Essl e la spagnola Claudia Galicia le avversarie più agguerrite.


Eisacktal Cup, sabato si parte

Settima edizione dell’Eisacktal Cup, il circuito di gare in Valle d’Isarco. Cinque prove, con la novità di una classifica generale dedicata ai giovani. Ma non solo agonismo: rimane la categoria Hobby, dedicata agli amatori; da quest'anno, però, ogni organizzatore deciderà la formula, così la premiazione non sarà più solo secondo il tempo intermedio, ma ci saranno delle sorprese.
Come negli anni passati verranno premiati non solo i vincitori, ma anche tutti i ‘superfinisher’, ossia gli atleti che hanno partecipato a tutte le cinque gare che avranno la possibilità di vincere cinque premi ad estrazione di grande valore. Tutti coloro che avranno partecipato a quattro delle cinque gare, verranno inoltre omaggiati di un zaino da scialpinismo della Vaude.
L’esordio della settima edizione dell'Eisacktal Cup sarà quest'anno per la prima volta lo Skialp Trophy a Fleres/Ladurns già prima di Natale, in diurna, sabato 22 dicembre dove nella categoria Race il tracciato sarà di nuovo sia in salita che in discesa. Seguirà venerdì 28 dicembre con la notturna SkiUphill a Valles/Jochtal e sempre in notturna anche Plose Skiuphill a Bressanone venerdì 4 gennaio. Dopo un weekend di pausa si continua venerdì 18 gennaio con la notturna Gitschberg Night Attack a Maranza. La finale a Latzfons sabato 26 gennaio, il Lorenzensturm, è l'unica gara che si svolge in ambiente alpinistico, in diurna. A seguito si svolgeranno, nell’Eisacktal Cup After Race Party, le premiazioni.


Disponibile Skialper 121 di dicembre-gennaio

È disponibile nell’edicola digitale di Skialper e in consegna agli abbonati e nelle edicole il numero 121 di dicembre-gennaio 2018: 192 pagine con tante storie di neve, persone e materiali. Con un sottile fil rouge a collegare gli articoli principali: my way, a modo mio. «Dopotutto rompere gli schemi, andare controcorrente, non è una moda fine a se stessa - scrive il direttore di Skialper Claudio Primavesi nell’editoriale - E non è per forza un concetto positivo. È solo e semplicemente il coraggio di non farsi omologare, di scegliere la propria strada. Giusta o sbagliata che sia. (…) A modo mio. Come in quella stupenda canzone scritta, tra gli altri, da Paul Anka cantata da Frank Sinatra…».

COVER - Un’immagine evocativa per la copertina: uno sciatore su un profilo che sembra quasi finto tanto è perfetto e uno sciatore a sollevare polvere pura. Una new entry nell’elenco dei fotografi che hanno pubblicato su Skialper: Reuben Krabbe, dal Canada.

ORIGAMI BIANCO - Tre ragazzi e una ragazza, quattro freerider. Alla ricerca di qualcosa di diverso del solito Hokkaido. Ecco allora, sempre in Giappone, Hakuba. Magari meno cool, ma ricca di spine, boschi e villaggi sommersi dalla neve per chi ha voglia di pellare per qualche centinaia di metri. Tanto bianco a increspare tutto, a trasformare il paesaggio come l’arte di piegare la carta. Diario on the road di un viaggio con gli sci in Giappone di Alberto Casaro, Giulia Monego, Michele Valle Da Rin e Filippo Menardi. Guardare bene le foto…

LO SCI COME SCUSA - Se abiti nello Utah, andare sciare in qualsiasi altra parte del mondo è un di più. Ma andare a cercare un fazzoletto di neve sciabile nel cuore dell’Africa è un vero e proprio pretesto. E infatti per Mary McIntyre gli sci non sono altro che una scusa per viaggiare lontano, un mezzo per mettersi in comunicazione con luoghi e persone nuovi. Come per esempio il Monte Margherita, al confine tra Uganda e Congo, dove è andata alla ricerca di uno degli ultimi ghiacciai africani. Non è stata certamente una sciata estetica, ma l’esperienza e gli incontri indimenticabili.

100% CHAMONIARD - Classe 1984, nato ai piedi del Monte Bianco, anello di congiunzione tra freeride puro e sci estremo come pochi personaggi. Il suo marchio di fabbrica? Velocità e fluidità portate ai massimi livelli su linee classiche e le grandi pareti glaciali del Monte Bianco. Siamo stati a casa di Tof Henry. Per farci raccontare tutto, ma proprio tutto, sul suo stile di sciata, la sua storia, i suoi progetti, i suoi attrezzi.

SMART, STEEP & DEEP - Le Pale di San Martino: 250 chilometri quadrati di wilderness nel cuore dei Monti Pallidi dove lo sci di canale vive la sua massima espressione. Itinerari aperti dai pionieri del ripido locale e ancora meno frequentati delle altre Dolomiti. Ci siamo stati con Arnaud Cottet, Aaaron Durogati e il local Eric Girardini, sulle tracce del pioniere delle traversate con gli sci tra queste torri dolomitiche, Piero de Lazzer. Ma ci siamo anche fatti raccontare da Bruno Compagnet che cosa ha trovato di così particolare in questi canali. Diciassette pagine tutte da leggere, ma soprattutto da guardare.

SKIALP RACE, DOVE VAI? - Qual è lo stato di salute del movimento agonistico in Italia? Quanti praticanti ci sono, quante gare e soprattutto, rispetto a qualche anno fa ci sono più tutine o meno? Quali sono le prospettive? Non è facile dare una risposta definitiva, ma le tendenze sono chiare e le abbiamo affrontate sentendo gli addetti ai lavori e riassumendo i numeri in tabelle e grafici.

LENZI, UN’ALTRA STAGIONE AL VIA - È uno dei veterani dello skialp agonistico e, dopo avere messo su casa e firmato un contratto importante con Dynafit, che lo vedrà coinvolto anche nello sviluppo dei materiali, pronto a ripartire con l’entusiasmo di un bambino. Abbiamo incontrato Damiano Lenzi nel suo nuovo chalet.

MIKY’S WAY - Dopo la stagione perfetta (e altre due ad altissimo livello) Michele Boscacci si presenta al via con la scomoda etichetta di uomo da battere. Ma non sembra preoccuparsene troppo. Abbiamo intervistato l’atleta valtellinese che ha appena rinnovato con La Sportiva, il marchio che lo segue da sempre e con il quale chiuderà la carriera.

I NEGOZI DELLE MERAVIGLIE - Sono ventidue e uno diverso dall’altro: ospitano funivie, elicotteri, piscine, bar di ghiaccio e ristoranti gourmet. Siamo stati nel rinnovato Alpine Flagship Store di Sportler a Bolzano per conoscere meglio la filosofia di questo marchio della grande distribuzione pronto a sbarcare anche nel Nord-Ovest.

DIETRO I WAYBACK - La linea da backcountry firmata K2 è da sempre sinonimo di sciabilità e divertimento, da questa stagione anche di leggerezza. Un risultato ottenuto coinvolgendo direttamente in tutte le fasi dello sviluppo quattro affermate Guide alpine: Gilles Sierro, Francesco Tremolada, Hans Solmssen e Miles Smart. A loro abbiamo chiesto come sono nati questi sci Guide inspired.

A PROVA DI GHIACCIO - Il ghiaccio bagnato è il terreno più insidioso che ci sia. Per scoprire come nascono le suole Arctic Grip, pensate proprio per queste condizioni, siamo stati ad Albizzate, in provincia di Varese, nel test center Vibram, a vedere come vengono testate.

PORTFOLIO - Otto pagine dedicate a immagini che fanno riflettere. Dall’irriverente video dello sci sulla luna partorito dalla mente di Enak Gavaggio, alias Rancho, all’impegno dei freerider statunitensi per sensibilizzare gli americani sull’importanza di votare per chi si prende cura dell’ambiente, dal film Zabardast, la storia di una spedizione per sciare una bellissima montagna nelle zone più remote del Pakistan, a Patrick Vallençant, padre dello sci ripido al quale la nostra casa editrice ha appena dedicato il libro El Gringo Eskiador.