Sempre da brividi il vertical della Dolomyths Run: riviviamo per immagini le emozioni della gara
Davide Magnini, Nadir Maguet, Nejc Kuhar quasi una gara di ski-alp. E all’inizio della partita anche Michele Boscacci che poi ha chiuso quindicesimo. «Una sfida avvincente fra compagni di squadra del Centro Sportivo Esercito - racconta il ‘Mago’ -. Sembravamo un team del Mezzalama. All’inizio è stato Boscacci a fare l’andatura, poi Davide e io all’inseguimento. Nella parte centrale siamo rimasti io e Davide. Speravo che piegasse la gamba nel finale ed invece ha allungato. Non potevo fare di più. Sempre un bel Vertical questo di Canazei, senza pause. Prima o poi spero di vincerlo».
E allora la parola al vincitore Davide Magnini: «Sono molto felice del risultato. Nel finale è stata una bella sfida con Nadir Maguet, con il quale sono rimasti appaiato fino all’uscita del bosco, dove ho provato ad allungare guadagnando qualche metro importante. Di rilievo anche la prestazione assoluta, anche se ad un minuto dallo straordinario record di Götsch. All’inizio c’era anche Boscacci a darci filo da torcere, poi si è staccato. Vincere una gara con una storia importante ed un paesaggio superlativo come questa è straordinario».
Davide Magnini re del Crepa Neigra
Davide Magnini e Victoria Kreuzer a segno nel vertical del Dolomyths Run. Sul traguardo di Crepa Neigra, il portacolori del Team Salomon ha chiuso in 32’35”, davanti alla coppia del Team La Sportiva, Nadir Maguet (33’07”) e lo sloveno Nejc Kuhar (34’08”), quarto Hannes Perkmann, quinto l’altro sloveno Luka Kovačič, quindi Manuel Da Col, il francese Camille Caparros, lo svedese Petter Engdahl, Simone Eydallin e lo svizzero Martin Anthamatten a completare la top ten.

Doppietta Salomon con il successo rosa di Victoria Kreuzer: la svizzera ha concluso in 38’46”, sulla svedese Lina El Kott Helander (39’59”) e la spagnola Laura Orgué (40’23”); nelle prime dieci la svedese Susanna Saapunki, la statunitense Hillary Gerardi, la svizzera Elise Chabbey, l’altra svedese Sanna El Kott Helander, la francese Mallaurie Mattana, Stephanie Jimenez e Paola Gelpi.

Domenica si assegnano gli scudetti della corsa in montagna
Domenica atto finale del campionato italiano di corsa in montagna alla Tavagnasco-Santa Maria Maddalena ai Piani, giunta alla 67esima edizione, la più longeva della specialità in Italia e in Europa.
Come nel 2006 (altra edizione tricolore) saranno i migliori atleti italiani della corsa in montagna a misurarsi sui sentieri di Tavagnasco, per una gara di 10,4 km con 1050 metri di dislivello positivi.
Le motivazioni non mancheranno di certo. Dopo la prova di Saluzzo, nella versione salita/discesa, sarà questa gara nel format sola salita a stabilire chi sarà il campione italiano di corsa in montagna 2018. Inoltre questa gara sarà indicativa per la selezione della squadra Nazionale che parteciperà in settembre al Mondiale nel Principato di Andorra, gara che propone un tracciato di sola salita.
Ed è proprio dal campionato europeo che arrivano i favoriti per il podio finale maschile di Tavagnasco. Bernard Dematteis, Cesare Maestri e Martin Dematteis, oro, argento e bronzo a Skopje in Macedonia e protagonisti della gara tricolore di Saluzzo nello stesso ordine. In entrambi i casi si trattava di gare salita/discesa, nella gara di domenica di sola salita i valori potrebbero cambiare, magari anche a favore di chi si è piazzato dietro di loro a Saluzzo, come Francesco Puppi il campione del mondo lunghe distanze di Premana 2017, o Alessandro Rambaldini, che di Mondiali lunghe distanze ne ha vinti ben due, il secondo poche settimane fa in Polonia a Karpacz.
Passando alla gara femminile, la vincitrice di Saluzzo, l’ex campionessa del mondo Alice Gaggi, sarà braccata da Emma Quaglia, la ligure già azzurra di maratona che ha proprio nelle gare di sola salita il suo punto di forza, da Gloria Giudici e da un trio di fuoriclasse della corsa in montagna come Elisa Desco, Samantha Galassi e Valentina Belotti.
Appuntamento per tutti domenica 22 luglio a partire dalle 8,50 nella piazza del Municipio di Tavagnasco.
Ufficiale, niente ski-alp a Pechino 2022
La sentenza definitiva del no allo sci-alpinismo ai Giochi Olimpici di Pechino 2022 è arrivata mercoledì dalla riunione dell’Executive Board del CIO a Losanna che ha approvato il programma olimpico cinese: debutta la gara a squadre mista nel salto, nello snowboard cross e nelle aerials del freestyle, oltre al big air del freeski. Se c’era ancora qualche debole speranza per lo ski-alp, oggi non c’è più. E allora bisogna aspettare il 2026.
New Balance Summit KOM, arriva la regina della montagna
Con una nomination nella categoria trail della nostra Outdoor Guide, New Balance Summit KOM (acronimo che sta per King of the Mountain) si è guadagnata il podio di categoria. E per questo abbiamo voluto metterla ai piedi di Christian Modena per un test di lunga durata. Christian, uno degli atleti più forti del panorama trail italiano, ha messo ai piedi sia la versione normale che quella in Gore-Tex per diversi allenamenti durante l’ultimo mese, soprattutto sui sentieri trentini di casa, quelli della Stivo On The Rock, la gara che contribuisce a organizzare. Una montagna, il Monte Stivo, di cui conosce ogni angolo e, naturalmente, sa come le scarpe reagiscono nei diversi passaggi, quindi un test severo. Non contento, ha fatto provare le Summit KOM anche agli amici con i quali solitamente si allena, tutti runner forti ma, naturalmente, non al suo livello in gara.
GRIP ON THE TOP - La prima risposta, che era già stata data dai test della Outdoor Guide, è che il grip della mescola Megagrip è di altissimo livello, in tutte le condizioni, dall’asciutto al bagnato, sia su roccia che fango. «Anzi, nel fango, grazie a disegno della suola e tassellatura, il comportamento è migliore anche della Hierro v2 che l’anno scorso era il modello di riferimento per distanze medio-lunghe» esordisce Christian. Summit KOM si è dimostrata sempre sicura e controllabile, sia per atleti top come Christian che per la pancia del gruppo. La suola è grippante e precisa e i test sul bagnato sono stati fatti su una discesa a ciottoli molto insidiosa e viscida.

RETROTRENO CORAZZATO - Si è ipotizzato che Summit KOM andasse a sostituire un modello storico come la Leadville, scarpa con vocazione da cento miglia che ha portato al traguardo migliaia di trail runner. In realtà l’impostazione è leggermente diversa rispetto al modello ora fuori produzione, con un telaio più sostenitivo, soprattutto alla conchiglia. Per questo Summit KOM potrebbe anche essere una scarpa per un utilizzo più ampio, volendo per qualche camminata a ritmo più lento, questo senza nulla togliere alle doti da corsa: è un di più, non un ripiego! La sensazione di comfort è subito valida. Bisogna però segnalare che l’intersuola in RevLite, la tecnologia New Balance per un rebound più energico e durevole nel tempo, trasmette sensazioni ancora migliori dopo qualche corta uscita, come un pneumatico che richiede un velocissimo rodaggio. Un pegno da pagare (e che dura molto poco) per avere poi una calzatura morbida il giusto, molto confortevole e sostenitiva allo stesso tempo. Il mix perfetto per un utilizzatore di medio livello e, a nostro parere, distanze fino agli 80 chilometri. «È una scarpa molto valida per l’utilizzatore medio, ma da leggere anche come complementare per atleti top e distanze oltre la maratona» dice Christian.
LINGUETTA MAXI - Un aspetto che conferma Summit KOM come ottima scelta per atleti di medio livello è la linguetta molto spessa che, nei nostri test precedenti, alcuni atleti top avevano reputato un po’ troppo oversize nello spessore e a rischio di trattenere l’umidità. Invece a unanime parere degli altri runner la linguetta è stata giudicata comodissima per potere stringere i lacci senza alcuna pressione fastidiosa sul collo del piede.
ROBUSTA E RESISTENTE - In generale a risaltare è la sensazione di robustezza e resistenza, garanzia di protezione in gara o allenamento ma anche di lunga durata. «Abbiamo messo le due paia a disposizione alla frusta, con allenamenti intensivi su terreni anche abrasivi, ma tomaia e suola sono ancora in ottimo stato» dice Christian.
IN CORSA - In azione la Summit KOM si dimostra una valida macina chilometri con un drop da 8 millimetri che aiuta sulle lunghe distanze senza essere mai invasivo e una rullata piacevole. La larghezza all’avampiede non è eccessiva ed è questo che ce la fa preferire per distanze lunghe ma non lunghissime dove il toe box largo aiuta. Ma questo non vuol dire che non possa andare oltre e poi, diciamocelo, su una cento miglia la maggior parte degli atleti usa due scarpe.
GORE-TEX - Tutte le considerazioni fatte valgono anche per la versione in Gore-Tex, che naturalmente pesa un po’ di più, peso che però non si percepisce tanto. La principale differenza è invece una maggiore rigidità di tutta la struttura. Potrebbe essere una scelta indicata soprattutto per la stagione invernale più che per qualche acquazzone. Per essere sempre… King of the mountain.
Drop: 8 mm
Peso: 310 gr
Suola: Vibram Megagrip,
chiodi da 4 mm
Prezzo: 120 euro
(140 euro Gore-Tex)

Il Trofeo Kima si presenta: 300 atleti al via, anche Kilian Jornet ed Emelie Forsberg
Presentazione in Regione Lombardia a Milano per il Trofeo Kima. Il comitato organizzatore ha alzato il sipario sulla 23ª edizione della kermesse disegnata sul Sentiero Roma. Al via 300 atleti appositamente selezionati su 1200 richieste. Nuovamente tappa di Migu Run Skyrunner World Series, il Kima è stato inserito dalla federazione tra le prove Extreme-Ultra, ovvero tra quelle più tecniche, dure e spettacolari. Salomon sarà ancora main sponsor dell’evento e, per l’occasione, schiererà ai nastri di partenza i propri migliori atleti. Tra loro sono confermati anche la svedese Emelie Forsberg e il catalano Kilian Jornet.
L’ultimo week-end di agosto la Valmasino aprirà le porte al popolo dell’outdoor running con una due giorni tutta da correre.

Sabato 25, ad alzare il sipario saranno Kima Trail Running e MiniKima. Alla vigilia della delle sky, riservata al gotha mondiale della specialità, a farla da padrone sarà quindi il trailrunning con due tracciati da 14 e 6 km che porteranno i concorrenti a correre al cospetto di quelle frastagliate vette granitiche che hanno scritto la storia dell’alpinismo. Iscrizioni ancora aperte, chi volesse accaparrarsi un pettorale dovrà inviare una mail a info@trofeokima.org.
Domenica, sold out annunciato da tempo per la Grande Corsa sul Sentiero Roma. Ai nastri di partenza sono attesi 300 atleti provenienti da 43 differenti nazioni che se la dovranno vedere con il tracciato più duro del palcoscenico mondiale: 52 Km di sviluppo, 8.400 metri di dislivello totale e sette passi tutti sopra i 2500 metri (quota massima passo Cameraccio a 2.950). Bocchetta Roma, Cameraccio, Camerozzo, Barbacan.
Ma perché il Kima è gara mitica? Basta sfogliare l’albo d’oro nel quale spiccano Fabio Meraldi, Mario Poletti, Cheto Biavaschi, Mauro Gatta, Paolo Gotti, Bhim Gurung e Kilian Jornet solo per citare alcuni dei grandi campioni che qui hanno contribuito a rendere celebre il loro nome. Al femminile Morena Paieri, Gloriana Pellissier, Corinne Favre, Emanuela Brizio, Nuria Picas e Kesie Enman la dicono lunga su quanto questa competizione sia prestigiosa.

Nata da un sogno della guida Alpina Pierangelo Marchetti e concretizzata da sua sorella Ilde con il supporto di un gruppo di validi amici nella primavera del 1995, il Kima è da sempre considerato il top dello skyrunning. Prima della modifica apportata al percorso, il giro originale misurava sui 50 km ed aveva un dislivello positivo di 3800 m (record Mauro Gatta 5h49’10” e Gloriana Pellissier 7h48’27”). Dopo gli ultimi ritocchi che l’hanno reso ancora più lungo e impegnativo (52 km con 4200m up), i tempi da battere sono quelli dello nepalese Bhim Gurung 6h10’44” e Nuria Picas 7h36’21”.
Anche Boscacci e Antonioli in pista al Mugello nell'incontro Audi-Fisi
Nel tradizionale appuntamento che Audi organizza con gli azzurri della FISI, quest’anno erano presenti anche due ski-alper, Michele Boscacci e Robert Antonioli. Una sorta di preludio al fatto che Audi (che dal 2007, lo ricordiamo, porta avanti una partnership con la FISI) darà le sue auto in uso anche agli ski-alper, come avviene per le altre discipline della FISI, dove i protagonisti della stagione viaggiano con Audi personalizzate in quella successiva? E magari apparirà anche sulle divise, sempre sull’esempio delle altre discipline? Vedremo, in attesa di conoscere prima quale sarà lo staff tecnico dell’Italia. Una giornata intensa quella di Miky e Robert al Mugello. «Divertente, anzi di più - ci ha raccontato Robert - all’inizio abbiamo girato dietro ad un’auto guidata da un istruttore, poi ci hanno via libera e siamo riusciti a spingere un po’ di più. Un bel modo per staccare un po’, visto che dopo le gare non ho mai smesso. Forse è la stagione dove in estate sono meno grasso… Obiettivi stagionali? Mondiali, Coppa del Mondo, Adamello e Mezzalama. In Coppa del Mondo punto alla overall, anche se devo tornare a vincere la sprint. Tutti dicono che solo una specialista delle sprint ma sono due anni che non ne vinco una! E il sogno sarebbe vincere la coppa di specialità nel veritcal, così completo la collezione di coppe….».
DoloMyths Run, venerdì secondo atto con il vertical
DoloMyths Run atto secondo. Dopo il successo della sfida Ultra di sabato scors il nuovo evento griffato Salomon torna venerdì 20 luglio con la gara Vertical, competizione di sola ascesa che prevede la partenza da località Ciasates ad Alba di Canazei (1.465 metri) e l'arrivo in località Spiz sulla Crepa Neigra (2.465 metri).
L’obiettivo per gli oltre 250 partecipanti, o meglio per i big in gara, è quello di infrangere i record che appartengono all’altoatesino Philip Götsch, con il tempo di 31’34” stabilito nel 2016, e alla francese Axelle Mollaret, che lo scorso anno fermò il cronometro a 37’39”. In campo maschile ci proveranno Davide Magnini, Micha Steiner, Petter Engdahl, Stefan Knopf e Martin Anthamatten del Team Salomon, quindi Nejc Kuhar, Hannes Perkmann, Nadir Maguet, Michele Boscacci e il giovanissimo Matteo Sostizzo del Team La Sportiva. Ed ancora lo sloveno Luka Kovacic, lo svizzero Pascal Egli, i tedeschi Andreas Schindler e Marc Durr, gli spagnoli Yonet Gonzales Ramos, lo slovacco Miroslav Hrasko e l’andorrano Ferran Teixido, l’altoatesino Alex Oberbacher.
In campo femminile è assente la detentrice del primato, ma non mancano i motivi di interesse per la presenza delle due francesi Christel Dewalle e Jessica Pardin, delle svizzere Elisa Chabbey e Vicotira Kreuzer, delle due gemelle svedesi Sanna e Lina El Kott Helander, ed ancora la ceca Zuzana Krchova, le due statunitensi Megan Mackenzie ed Hillary Gerardi, la norvegese Therese Sjursen, la finlandese Susanna Saapunki, le spagnole Claudia Sabata Font, Maite Maiora e Laura Orguè, quindi le azzurre Stephanie Jimenez, Francesca Rossi, Veronica Bello, Elena Nicolini, Giorgia Felicetti e Paola Gelpi.
Prosegue dunque a pieni regimi la dieci giorni internazionale del nuovo DoloMyths Run, che in questi giorni propone serate di approfondimento su alimentazione e tecnica e test di materiali organizzati dal partner Salomon. Il programma del Vertical prevede la presentazione della sfida in piazza Marconi a Canazei a partire dalle 20.45 di giovedì 19 luglio, alla quale interverrà anche la campionessa di sci Chiara Costazza. Venerdì mattina dalle 7.45 alle 8.45 avrà luogo la distribuzione dei pettorali in località Ciasates e alle 9 prenderà il via il primo gruppo. Ogni quattro minuti circa si lanceranno verso la conquista di Crepa Neigra drappelli di 20 concorrenti, fino alle 10.30, quando toccherà ai top runner. Alle 12.30 sarà tempo di pasta party al padiglione montato nei pressi del centro acquatico Dòlaondes, quindi alle 15 spazio alle premiazioni.
L’evento proseguirà sabato con la Mini Skyrace in piazza Marconi alle 10.30, la presentazione della Skyrace alle 21, per poi passare all’appuntamento più atteso, che alzerà il proprio sipario alle 8.30 di domenica mattina, ovvero la Skyrace (ventunesima edizione) con partenza e arrivo a Canazei e con la novità della diretta streaming sulla pagina Facebook della manifestazione.
Tutto pronto per la VUT
Ci siamo, mancano ormai pochi giorni alla partenza della Valmalenco Ultra Distance Trail, che partirà venerdì alle 23 da Chiesa in Valmalenco e Lanzada. Forte dei consensi raccolti nella prima edizione l’ultra trail disegnato sull’Alta Via della Valmalenco vedrà ai nastri di partenza 350 concorrenti (155 sulla prova lunga, 65 staffette).
LE GARE - Format vincente non si cambia. Prevista quindi una prova individuale da 90 km (6.000 m D+) e una formula staffetta a tre elementi (33 km – 39 km – 18 km) sul medesimo percorso. Nell’ottica di valorizzare l’Alta Via della Valmalenco e i suoi rifugi, il tracciato andrà a toccare ben 15 strutture ricettive in alta quota con quattro scollinamenti oltre quota 2.600 m. Il tutto attraverso ripide bocchette, veloci single track e passaggi mozzafiato al limite dei ghiacciai nel gruppo del Bernina. Una gara tecnica la VUT, e infatti anche l’ITRA (International Trail Running Association) ha valutato l’itinerario con ben 5 punti. La gara sarà inoltre qualificante per l’UTMB.
I TOP - Sfogliando la lista partenti spiccano però alcuni nomi sui quali è impossibile non puntare: il piemontese del Team Salomon Giulio Ornati e la bresciana della scuderia The North Face Graziana Pè. Al via anche l’alpinista lecchese Mario Panzeri che, messi in bacheca i 14 ottomila, è stato contagiato dalla passione per il trail.
SERATA CON DEGA - Non solo gare, ma una serie di eventi per tutti. Si parte giovedì sera con un ospite d’eccezione come lo skyrunner Marco De Gasperi che presenterà il video del suo ultimo record di salita e discesa dal Monte Rosa in 4h20’33”.
Le emozioni del DoloMyths Run Ultra
Una giornata da incorniciare quella che ha celebrato il primo atto del nuovo evento DoloMyths Run nella versione Ultra. Dai protagonisti di giornata che hanno avuto pure il tempo di apprezzare la straordinarietà di questo percorso, al presidente del comitato organizzatore, soddisfatto per questa nuova formula. «La lunga settimana di DoloMyths Run - spiega Diego Salvador - è iniziata nel migliore dei modi. Una super giornata e tanti apprezzamenti per il percorso. Non posso che essere soddisfatto anche perché la Ultra con l’incorporamento nel nuovo evento ha avuto un valore aggiunto straordinario, e gli iscritti lo testimoniano. Ora aspettiamo tutti venerdì per il Vertical e domenica per la Sky, senza dimenticare i test materiali, le uscite con i campioni Salomon e tre serate sulla tecnica e alimentazione per chi pratica la corsa in montagna. E un ringraziamento a tutti i volontari delle quattro valli. E’ un successo di tutti».
E allora riviviamo le emozioni della gara.
Salewa, arrivano Wildfire Edge e Speed Beat GTX
Ricca di novità la proposta Salewa per la stagione estiva 2019. Il marchio del gruppo Oberalp ha infatti da poco annunciato il lancio di una versione più spinta verso l’arrampicata di Wildfire, modello da approach, e di due scarpe per lo speed hiking, una al femminile. Wildfire Edge condivide con la sorella suola e mescole, che si sono dimostrate valide fino al IV grado, ma è stata pensata per essere ancora più performante nella struttura in funzione climbing pur mantenendo le doti di comodità e camminabilità. Il trucco è semplice: il sistema Switchfit, che permette di regolare le Wildfire Edge passando da un assetto per l’hiking a uno per il climbing, con maggior compressione all’altezza delle dita. In pratica basta spostare le stringhe dall’occhiello superiore a quello addizionale, e tirare. In questo modo il piede viene spinto in avanti verso la parte anteriore della scarpa, comprimendo le dita come avviene in una scarpetta per arrampicare. Inoltre è stata inserita l’Edging Plate, una lamina semirigida di rinforzo posizionata nella parte anteriore del piede che aggiunge stabilità direzionale sotto le dita mentre il resto dell’intersuola rimane flessibile per garantire comfort e una rullata naturale quando si cammina. Speed Beat GTX, in arrivo già a settembre 2018, è invece pensata per lo speed hiking nella sua declinazione più moderna, a partire dalle nuove suole Pomoca e da una struttura protettiva e leggera che comporta solo 350 grammi di peso. Anche per Speed Beat è stata usata una mescola butilica e l’intersuola è a doppia densità per mantenere il piede nella corretta posizione di rullata anche dopo molte ore di attività. Non mancano ghetta anti-detriti, fodera Gore-Tex e il collaudato sistema di contenimento del tallone 3F.


LO SPEED HIKING CON IL TACCO - La Alpenviolet GTX è la nuova scarpa da speed hiking al femminile per il 2019. Per realizzarla si è partiti da accurati studi di ergonomia e biomeccanica del piede femminile. Il team di ricerca e sviluppo di Salewa ha mappato la forma femminile del piede per mettere a punto una piattaforma che offrisse una calzata confortevole e accogliente, in particolare nella zona critica dell’avampiede e del tallone. Il risultato è una scarpa dal profilo più affusolato, ma col collo del piede più alto e largo, e un drop più generoso allineato all’abitudine di molte donne di utilizzare scarpe dal tacco rialzato quando sono lontane dai sentieri di montagna. Anche per Alpenviolet è stata sviluppata una suola Pomoca specifica con mescola butilica e non mancano sistema 3F e fodera Gore-tex Extended Comfort.


Nadir Maguet da record alla Aosta-Becca di Nona
Domenica intensa con l’Aosta-Becca di Nona. Rinata nel 2016 grazie al comune di Charvensod, alla passione di un gruppo di amici, l'Associazione Sportiva Becca di Nona 3142, al supporto di 360 volontari distribuiti sul percorso, ha in Laurent Chuc e Loris Carrara l'anima e il cuore di una macchina organizzativa che ha portato un migliaio di corridori sui sentieri della Becca di Nona, partendo da piazza Chanoux in Aosta.
Una festa, oltre ad una gara, che si rinnova ogni due anni, e la cadenza biennale con cui si organizza la seconda vita di questa gara è anche uno dei motivi per l'incredibile partecipazione popolare. Non solo Aosta-Becca di Nona, che vuol dire correre e camminare per 13 km per superare i 2562 metri di dislivello che portano in vetta, ma anche Aosta-Comboè, traguardo intermedio di 9 km e 1500 metri di salita, che sarebbe già una gara tosta di suo, se non si rimpicciolisse al paragone con la ‘Becca’. Da quest'anno è stata anche introdotto la novità de 'La Montée des Gourmands', passeggiata enogastronomica non competitiva.

LA GARA - Passando alla cronaca agonistica, bisogna sottolineare che oltre al record di partecipazione di 1050 corridori, sono stabiliti i nuovi record su tutti e due i percorsi, l'Aosta-Becca di Nona e l'Aosta-Comboè, sia al maschile che al femminile (anche se il 2h14’22” di Elisa Brocard del 2009 rimane imbattuto, con un passaggio diverso nel vallone di Comboè). Far partire 1000 corridori da piazza Chanoux ha voluto dire distribuirli in griglie, per far in modoche tutti riuscissero ad attraversare il sottopasso della ferrovia senza troppi rallentamenti, e anche qui l'organizzazione è riuscita nell'opera come per tutto il resto della gara.

In testa fin dalla partenza, che sembrava la finale olimpica dei 100 metri più che una skyarace di 2500 metri di dislivello, Nadir Maguet del Centro Sportivo Esercito che via via aumentava il distacco dai diretti inseguitori, andando a toccare la madonnina in vetta alla Becca di Nona con lo strepitoso tempo di 1h50'58", nuovo record della gara e di salita da Aosta alla Becca di Nona. Seconda piazza per il vincitore del 2016, Massimo Farcoz autore comunque di una grande prova in 1h57'51", mentre sul terzo gradino del podio sale Fabio Pasini, bergamasco grande protagonista dello sci di fondo. Completano la top ten nell'ordine lo svizzero Emanuel Vaudan, Danilo Brambilla, Denis Trento, Pierre-Yves Oddone, Guido Rovedatti, Alex Dejanaz e Matteo Giglio.
Nella gara femminile vittoria della svizzera Maya Chollet in 2h22'30", recente protagonista ai mondiali di corsa in montagna lunghe distanze, triatleta e giornalista, che stabilisce il nuovo record del percorso femminile, pur col distinguo fatto in precedenza. Seconda piazza per la vincitrice del 2016, Chiara Giovando, che migliora il suo tempo di due anni fa, con 2h25'18". E dal Canavese arriva anche la terza, la polacca Katarzyna Kuzminska, che in 2h27'07" sale sul terzo gradino del podio, seguita da Barbara Cravello e Christiane Nex. Si aggiudicano la categoria Master50 Paolo Riva e Maria Giovanna Cavalli.
Nell'Aosta-Comboè la forza esperta di Dennis Brunod ha la meglio sui giovani leoni dello sci di fondo, visto la Nazionale Under20 di fondo in ritiro a La Thuile ha partecipato al completo, come i giovani dell'Asiva, con il suo allenatore, Pietro Piller Cottrer. Dennis Brunod della Polosportiva Mont Avic, vince con il nuovo record del percorso di 1h09'44"", seguito da Didier Abram 2° in 1h15'21", terzi ex-aequo Didier e Jacques Chanoine in 1h15'59" e quinto Andrea Gradizzi.
Nel 2016 non aveva corso l'Aosta-Becca di Nona perche era alle Olimpiadi di Rio nel triathlon, ma quest'anno, pur reduce da un infortunio visto che è stata investita in bicicletta, Charlotte Bonin dell'Atletica Calvesi, ha trionfato a Comboè in 1h20'34", anche per lei nuovo record del percorso, seguita sul podio da Chiara Pino in 1h33'04" e da Jessica Gerard in 1h35'15".













