CAMP a tutto trail

Tante novità in chiave trail firmate da CAMP per la primavera-estate 2019, a partire dai due nuovi zaini gilet Trail Force 5 e 10, studiati in collaborazione con Franco Collè, che saranno equipaggiabili anche con porta bastoni a sacca. Il modello da 5 litri peserà 170 grammi e sarà disponibile in due taglie. L’azienda di Premana rinnova anche la linea di bastoni, in particolare con il modello da trekking Carbon Mix, regolabile da 110 a 130 cm e dal peso di 444 grammi e con il nuovo Xenon Pro, che pesa 346 grammi e disponibile nelle misure 120 cm (chiuso 36 cm) e 135 cm (chiuso 40 cm). In attesa della prossima stagione, ecco i modelli di punta per il trail del 2018.

ULTRA TRAIL VEST - L’Ultra Trail Vest è il prodotto ideale per le gare più lunghe, che richiedono più materiale. I bastoncini e tutto l’equipaggiamento essenziale sono accessibili senza fermarsi grazie all’esclusivo No-Stop System e al design della parte anteriore del gilet, provvista di ben 4 tasche di cui 2 con zip e 2 senza. Le tasche senza zip, ideali per barrette energetiche e snack, e quelle porta borraccia sono dotate di fondo in rete per favorire la pulizia, consentendo la fuoriuscita di briciole e gocce d’acqua. Le due taglie e il cordino elastico di regolazione degli spallacci garantiscono una vestibilità ottimale.

Capacità 12 litri

Peso 395 g (taglia XS-M)

Ultra Trail Vest
Ultra Trail Vest

XENON 4 - L’attrezzo ideale per quelle attività che potrebbero richiedere l’uso dei bastoncini ma per le quali, allo stesso tempo, ogni grammo in più rappresenterebbe un Problema. Il bastoncino superleggero in alluminio Xenon 4, che si monta velocemente grazie al cordino interno in Dyneema. Presenta inoltre una lunga impugnatura imbottita con lacciolo regolabile in nylon per assicurare ottimo comfort, rondella amovibile e puntale in metallo duro per garantire efficienza e durata. Non adatto per lo sci. Disponibile in due lunghezze: 120 cm (chiuso 32 cm) e 135 cm (chiuso 36 cm)

Peso 380 g (120 cm)

Xenon 4

FAST JACKET - Guscio idrorepellente, molto traspirante e quindi ideale per tutte le attività aerobiche. In tessuto elasticizzato T-Flex estremamente morbido e molto traspirante, reso idrorepellente dal trattamento DWR (Durable Water Repellent). La costruzione a kimono riduce il numero delle cuciture, a vantaggio sia dell’idrorepellenza sia del comfort. Ripiegabile nella Stow-Away Pocket integrata per trovare sempre posto nello zaino o nel marsupio. Disponibile in 6 taglie dalla XS alla XXL

Peso 220 g (taglia M)

Fast Jacket

Fine settimana per maratoneti

Un fine settimana in Italia di maratone di montagna, si potrebbe dire. Vediamo perché; come sempre per tutte le gare vi rimandiamo al nostro calendario.

MATTERHORN CERVINO X-TRAIL - Sabato alle 6 la partenza della CXT 55 km a Cervinia: 55 km con un dislivello positivo di circa 3300 metri sui sentieri della Valle del Cervino. In programma anche la 27 km, con un dislivello di 1450 metri.

BRIXEN DOLOMITEN MARATHON -
Da Bressanone, in piazza del Duomo, la partenza per affrontare 42,195 km e 2.450 metri di dislivello, fino al traguardo sulla vetta della Plose. 330 partecipanti, ben 60 staffette: tra gli iscritti Giorgio Calcaterra, più volte campione mondiale di ultramaratona oltre i 100 km. Il via sabato alle 7.30.

PRIMIERO DOLOMITI MARATHON - Anche in Trentino distanza classica, 42,195 chilometri, partendo da Villa Welsperg in Val Canali per raggiungere Fiera di Primiero, con un dislivello positivo di 1242 metri. La partenza sabato alle 8.45.

ROSENGARTEN-SCHLERN SKYMARATHON - Sempre sabato si corre nel parco nazionale Rosengarten-Schlern in Alto Adige: percorso di circa 45 km che con 2980 metri di salita. La partenza da San Cipriano di Tires.

K42 ITALIA - Domenica la tappa italiana del K42 sarà a Terminillo: un anello di 44 km e 3310 metri di dislivello positivo, con partenza e arrivo da piazza Pian de' Valli e giro di boa nel caratteristico centro storico di Leonessa.


È il giorno della Pierra Menta estiva. Comazzi-Minoggio al comando

Oggi è il giorno della Pierra Menta estiva: tre tappe di trail sui percorsi della classica di ski-alp. 70 km e 7000 metri di dislivello, compreso il passaggio sul Grand Mont (in programma sabato). Una gara dunque impegnativa, tecnica quella del Beaufortain. Chi può vincere nel 2018? Ci sono i primi due del 2016, i ‘nostri’ Alberto Comazzi e Cristian Minoggio, che se la dovranno vedere con i francesi Germain Grangier e Sylvain Camus, Emilien Bochet e Léo Rochaix, oltre a Ricky Lightfoot e Tom Owens, Martin Gaffuri e Andy Symonds o Jordi Gamito e Yvan Camps. Al femminile favori del pronostico per le statunitensi Hilary Gerardi e Katie Schide, entrambe già sul gradino più alto del podio nelle precedenti edizioni.

PRIMA TAPPA - E nella prima tappa subito a segno Comazzi-Minoggio con un vantaggio di 3'20" su Grangier-Camus, con Symonds-Gaffuri terzi staccati già di 11'44”. Al femminile detta legge la coppia Gerardi-Schide, undicesima assoluta.

SECONDA TAPPA - Comazzi-Minoggio primi anche nella seconda tappa, quella del Grand Mont: adesso il vantaggio su Grangier-Camus è salito a 5’45”. Terzi nella generale restano Symonds-Gaffuri a ben 27’28”.


Storia (e fascino) dello sci di raid nelle Alpi

«1888. Fridtjof Nansen e compagni  attraversano la Groenlandia con gli sci. È l’inizio di un’era, quella dello sci di montagna moderno, che trova nei grandi raid più che nella conquista delle cime la forma di espressione più pura e più completa. Si tratta della scoperta dello sci avventura e delle sensazioni profonde del viaggiare con gli sci. In altre parole è la scoperta dello Ski Spirit, ossia di una dimensione dello sci che interessa anche e soprattutto le sfere dello spirito». Inizia così l’articolo di Giorgio Daidola su Skialper 118 di giugno-luglio (disponibile in edicola, in versione digitale oppure ordinabile) a proposito della storia delle traversate.

PAULCKE & CO - Daidola parte da Nansen per passare in rassegna i principali tentativi di traversata alpina, da quella del 1897 di Wilhelm Paulcke e compagni delle Alpi Bernesi, in pieno inverno, a quella Léon Zwingelstein, lo sciatore vagabondo per eccellenza degli anni trenta, andato da solo e senza alcun aiuto esterno, dal primo febbraio al primo maggio 1933, da Nizza al Tirolo

Leon Zwingelstein

BONATTI E DETASSIS - Nel 1956 due gruppi, il primo capeggiato da Alberto Righini con Bruno e Catullo Detassis e il secondo da Walter Bonatti, partono a quattro giorni di distanza uno dall’altro da Tarvisio, rispettivamente il 10 e il 14 marzo. Entrambi, a differenza di Zwingelstein, sono seguiti da un’automobile di appoggio per i rifornimenti. La meta è il Col di Nava in Piemonte, che raggiungono insieme il 18 maggio, ossia 66 giorni dalla partenza (quattro in più per il gruppo Righini-Detassis). Nove anni dopo Detassis e Bonatti, nel 1965, un’altra grande Guida, lo svizzero Denis Bertholet, fondatore della Ecole du Ski Fantastique di Verbier, ha la brillante idea di unire con gli sci, insieme ad altre tre Guide (un italiano, un francese e uno svizzero) le due città olimpiche di Innsbruck 1964 e di Grenoble 1968. Poi nel 1970, assistiamo alla tribolata traversata in solitaria di un altro francese, Jean  Marc Bois, che, partito il 30 gennaio da St. Etienne-de-Tinée nelle Alpi Marittime, riesce a raggiungere Bad Gastein, nel Tirolo Orientale, il 25 aprile. Non manca la traversata del 1971 di Klaus Hoi e compagni che ha dato origine alla Der Lange Weg dello scorso inverno e… tanto altro. Assolutamente da leggere!

Denis Bertholet

IL LIBRO - Giorgio Daidola ha pubblicato per la nostra casa editrice Sciatori di montagna (208 pp, 19 euro). Dodici ritratti di padri dello scialpinismo, da Wilhelm Paulcke, il primo ad attraversare con gli sci l’Oberland Bernese, a Michel Parmentier, l’inventore dei moderni viaggi con gli sci. E poi Lunn e Mezzalama, Castiglioni, Gobbi.

Bruno Detassis ©Giorgio Daidola

Domenica è il giorno della Pizzo Stella Skymarathon

Domenica è il giorno della Pizzo Stella Skymarathon, tappa delle Italy Series e del circuito lombardo di skyrunning organizzato dal team Valetudo Serim. Una gara di 35 chilometri, con dislivello positivo di oltre 2.600 metri, che si sviluppa su un percorso ad anello che parte e si conclude a Fraciscio, frazione del comune di Campodolcino, in provincia di Sondrio, snodandosi attorno a una delle cime più significative delle alpi Retiche, il Pizzo Stella. Subito dopo la partenza di Fraciscio la corsa inizierà a salire per raggiungere la vetta di Motto Bodeno (1.786 metri) per poi scendere fino ad Avero (1.678 metri). Da qui si attaccherà l’ascesa più lunga: passando per la Forcella d’Avero (2.332 metri) si guadagnerà la vetta del Pizzo Sommavalle che con i suoi 2.813 metri rappresenta il punto più alto di tutto il percorso. Dopo aver scollinato sul Sommavalle la gara continua toccando il Passo dell’Angeloga (2.386 metri) e scendendo poi fino a fondo valle in località Campodolcino (1.080 metri) da dove comincerà l’ultima salita di giornata che conduce al traguardo di Fraciscio a 1.341 metri di altitudine. Due i tracciati, novità di questa edizione: oltre alla skymarathon (con partenza elle 7.30) ecco la skyrace di 20 km e 1700 metri di dislivello (start alle 8). E nel programma venerdì incontro con Michele Boscacci alle 20.30 nella palestra di Campodolcino.


Ski-alp, definita la squadra del Comitato Alpi Occidentali

Nella prima seduta del consiglio del Comitato Alpi Occidentali, presieduto da Pietro Blengini, ufficializzata la composizione delle squadre regionali. C’è anche quella dello ski-alp (con nuovi responsabili Paolo Giordano e Silvia Rivero) con Marco Alifredi (2000, Garessio), Emanuele Balmas (2004, Prali Val Germanasca), Filippo Bernardi (2003, Ski Team Valle Varaita), Giuseppe Cantamessa (2002, Val Vermenagna), Matteo Cavallo (2002, CAI Tre Rifugi), Andrea Murisasco (2003, Valle Maira), Piero Talenti (1999, Ski AVIS Borgo Libertas). Aggregati: Tommaso Casanova (2000, CAI Tre Rifugi) e Matteo Mamino (2000, CAI Tre Rifugi).


Salomon svela la Speedcross 5

Non è facile cambiare una scarpa che ha fatto la storia del trail running, fino quasi a diventarne sinonimo. Nonostante questo, Salomon annuncia per il 2019 la Speedcross 5 un modello che, dalle prime immagini, pur in linea con le versioni precedenti dal punto di vista stilistico, sembra essere una vera novità rispetto alle v3 e v4 che erano più dei restyling.
A livello di prestazioni, le Speedcross 5 sono state pensate per offrire un grip migliore e una tomaia più dinamica che consenta una calzata migliorata e maggiore stabilità. La suola delle Speedcross 5 presenta tasselli più grandi e aggressivi, più distanziati tra loro e con una geometria aggiornata, in grado di garantire una migliore tenuta durante la spinta e durante la frenata in tutte le condizioni di superficie. La tomaia è completamente saldata con sistema Sensifit a bracci dissociati e c’è un maggiore volume per l’alluce. Completamente nuova anche la palette colori, più in linea con le tendenze degli ultimi anni, che privilegia mono-tonalità.


Nel fine settimana si corre sui sentieri del Cornon

Domenica tredicesima edizione della Stava Mountain Race, dopo l’ormai classico appuntamento riservato agli specialisti della salita, il Verticale del Cornon del giorno precedente, valevole come seconda prova del Trentino Vertical Circuit e come terza tappa della Eolo Vertical Cup.
Molti big della corsa in montagna hanno risposto all’appello dell’Unione Sportiva Cornacci, che, con il proprio collaudato staff, coordina la macchina organizzativa. Per la gara di domenica, quarta delle sei prove del circuito La Sportiva Mountain Running Cup, hanno già confermato la propria presenza alcuni dei migliori interpreti della specialità, pronti a darsi battaglia sui sentieri del Cornon e del Monte Agnello.
Tra gli annunciati protagonisti c’è il trentino Gil Pintarelli del Team Crazy Idea-Scarpa, che punta al successo pieno nel circuito, seguito in scia dagli altri due portacolori del Team Crazy Idea Mattia Gianola e Andrea Debiasi e dagli atleti del Team La Sportiva, capeggiato da Martin Stonfer. Al via anche Davide Invernizzi e lo spagnolo Miguel Caballero Ortega con i giovani Arnaud Cases de Matias e Nico Molina. In attesa dell’iscrizione dei runner dei team Salomon e Valetudo, si candidano poi al ruolo di outsider Mattia Tanara e Daniele Forconi del Team Scott.
Nella gara femminile, starting list provvisoria alla mano, si preannuncia una sfida a tre in famiglia tra le atlete del Team La Sportiva Maite Maiora Elizondo (campionessa del mondo della specialità e seconda nel 2016), Francesca Rusconi, alle quali si aggiunge la forte polacca naturalizzata italiana Victoria Piejak (Team Valetudo), che al momento guida la classifica del circuito La Sportiva Mountain Running Cup. Non ha ancora sciolto le riserve in merito alla propria presenza, invece, l’atleta del Team Crazy Idea Elisa Sortini, già vincitrice della gara in passato. Attenzione anche alla giovanissima, classe 1998 sempre Team La Spo Spagna, Irati Zubizarreta.
La Stava Mountain Race prenderà il via alle ore 9 da piazza Cesare Battisti a Tesero e avrà uno sviluppo di 24,9 chilometri, con un dislivello positivo di 1.750 metri. Dopo il via i concorrenti imboccheranno l’ascesa che porta al Monte Cornon, per poi affrontare il tracciato in senso inverso rispetto alle prime edizioni, con passaggio al Doss dei Branchi e in località La Bassa, a precedere la seguente salita verso il Monte Agnello, punto più alto della gara con i suoi 2.358 metri. Da lì i runner scenderanno nuovamente verso località La Bassa e si dirigeranno dunque verso il traguardo, allestito nel piazzale della Scuola Elementare di Tesero.
L’ottavo Verticale del Cornon – trofeo Ana Tesero, invece, prenderà il via alle 17 di sabato 7 luglio e porterà i concorrenti a raggiungere il monte che dà il nome alla competizione, dopo aver coperto i 5,05 chilometri e i 1.080 metri di dislivello del percorso. A contendersi il successo gli atleti del team La Sportiva Patrick Facchini e Nadir Maguet e gli spagnoli Txomin Oritz ed Isaac Barti, al femminile Maite Maiora Elizondo, Paola Gelpi, Arianna Oregioni, Veronica Bello ed Elisa Compagnoni.


Da Est a Ovest

«Bianco. Nessun colore ci accompagna, mentre seguiamo l’ago della bussola che ci conduce a Ovest-Nord-Ovest. Whiteout. Niente suoni, tranne il vento che per fortuna oggi soffia più leggero. Per il resto, solo il ritmo degli sci e il nostro fiato. Abbiamo lasciato il fiordo di Isortoq da qualche giorno e siamo in pieno deserto bianco. Tento di interpretare le forme della neve, quando è il mio turno a battere traccia. Creste, buchi, sculture traforate dal vento. Una zampa d’orso. Che ci fa qui, a quasi cento chilometri dalla costa?». Sono queste le emozioni della traversata della Groenlandia, da Est a Ovest. Ne scrive Leonardo Bizzaro su Skialper 118 di giugno-luglio, dedicato alle traversate, disponibile in edicola. Se proprio non lo trovate, potete sempre richiederlo a noi, oppure acquistare la versione digitale.

©Leonardo Bizzaro

AVVENTURA BIANCA - Groenlandia, 14 agosto-10 settembre 2017, autunno a quelle latitudini. La traversata della più grande isola ghiacciata della Terra per Leonardo è un sogno fin da bambino, quando ha letto e riletto un libro sui grandi esploratori e fra tutte è rimasta in testa l’avventura di Fridtjof Nansen, ventisettenne di Christiania (Oslo), il suo viaggio da costa a costa del 1888, nella stessa stagione, da Est a Ovest. Una traversata con notti a -35° e una media diurna tra gli 0° e i -10°. I venti catabatici, che si rinforzano a Ovest sulle pianure canadesi e dall’Islanda sull’Oceano Atlantico a Est, posso frullarti per l’intero viaggio, in continuo contrasto, tanto da avere, dal mattino alla sera, bufera da ogni direzione.  Ci vogliono almeno ventotto giorni per lasciare la traccia degli sci dalla costa Est alla costa Ovest. E Leonardo c’è riuscito…

©Leonardo Bizzaro

MATERIALI - Cosa si usa per una traversata in Groenlandia. Degli sci Åsnes Nansen 190 cm, attacchi Rottefella Backcountry Magnum, scarpe Alfa Polar (abbondanti di almeno tre misure) con solette Woolpower in lana e alluminio… e poi tanto altro. Ne parliamo sul numero in edicola di Skialper!

©Leonardo Bizzaro

 


Nuovo tentativo di record per Emelie Forsberg

Dopo il record a fine giugno, nel giro di pochi giorni, di salita e discesa su Monte Bianco e Monte Rosa, un altro tentativo di fastest known time aspetta Emelie Forsberg. La svedese, compagna nella vita di Kilian Jornet, infatti, partirà alla mezzanotte di oggi per percorrere nel più breve tempo possibile il Kingslden, o Sentiero dei Re, un percorso di 450 km nella Lapponia Svedese che unisce Abisko ad Hemavan. Un sentiero solitamente percorso in 15 giorni… La quota più alta è 1.150 m, la più bassa 330 m. Per Emelie sarà anche un ritorno al passato, visto che quando aveva 19 anni ha lavorato al rifugio Saltoluokta, proprio lungo il Sentiero dei Re. «Il mio amore per la montagna è iniziato da qui, allora non sapevo che sarei diventata una trail runner professionista e ora invece voglio mettermi alla prova proprio nei luoghi dove tutto è iniziato».


Giochi Olimpici del 2026, adesso l’Italia deve scegliere la sede candidata

Italia in corsa per i Giochi Olimpici del 2026, ma bisogna scegliere: Torino, Milano o Cortina? Martedì 3 luglio è il giorno della presentazione dei dossier al CONI. Che poi deciderà chi sarà la candidata dell’Italia. La decisione forse già nel prossimo consiglio del 10 luglio, dopo gli incontri con il Governo; sicuramente non si andrà dopo l’estate perché poi bisogna muoversi per preparare al meglio la candidatura. Chi sarà la sede italiana candidata? Torino è sostenuta dall’Unione dei Comuni Olimpici, ma adesso sembra avere anche tutto l’appoggio del governo della città, dopo qualche resistenza iniziale, Milano e Cortina invece l’appoggio politico del Comune di Milano e della Regione Veneto ce l’hanno incondizionato. Torino i Giochi li ha già avuti, Cortina ha i Mondiali di sci nel 2021, Milano no. Ma Milano è la più lontana delle sedi di gare. Vedremo. Di sicuro il CONI, o meglio il presidente Malagò, non vuole ‘ripicche’ da chi sarà escluso, ma piena condivisione sulla candidatura che verrà espressa. E allora magari Milano, con qualche gara negli impianti del ghiaccio di Torino e qualche altra nelle Dolomiti?
Passare il ‘taglio’ del CONI potrebbe essere lo scoglio più difficile? Forse sì. La decisione del CIO sui Giochi sarà il prossimo anno alla sessione proprio a Milano. E tra i membri del CIO ci sono Carraro, Pescante e l’appena rieletto presidente (la terza consecutiva) della Federazione Internazionale di Bob e Skeleton, Ferriani, e presto potrebbe entrare lo stesso Malagò. Insomma un peso politico a Losanna c’è.
E poi le rivali al momento non sembrano crederci molto. Dopo due edizioni asiatiche il CIO vuole tornare in Europa, al massimo in Nord America. Dunque Sapporo pensa già magari al 2030, c’è la Svezia che i Giochi invernali non li ha mai avuti, la città di Stoccolma li vuole, mentre il governo svedese è stato sinora piuttosto ‘freddo’. A Graz sta partendo una raccolta firma per un referendum, come è stato fatto a Innsbruck o Sion (che i Giochi li hanno bocciati), e anche a Calgary si sta muovendo un comitato per il no. E poi la Turchia con Erzurum.


Valandro Vertical Race a Patrick Facchini e Corinna Ghirardi

Patrick Facchini e Corinna Ghirardi hanno rispettato i pronostici e sono saliti sul gradino più alto del podio alla terza edizione della Valandro Vertical Race, prima delle tre prove del nuovo Comano Mountain Circuit.
Il trentino di Roncone, portacolori del Team La Sportiva, è riuscito a ripetersi dopo il successo del 2016, con tanto di nuovo record della manifestazione (41’40” contro il precedente 41’56”), seguito in classifica da Luca Binelli dell’Atletica Clarina (44”08), che a propria volta ha bissato il secondo posto di due anni fa dopo un bel testa a testa a distanza con il vincitore del 2017, Gabriele Fedrizzi del Maddalene Sky Team, terzo in 44’55”.
La sfida femminile, invece, ha incoronato ancora una volta la bresciana Corinna Ghirardi, che svetta nell’albo d’oro in rosa della manifestazione con tre successi in altrettante partecipazioni, prima all’arrivo con il tempo di 55’28”, ventitreesima prestazione assoluta. Sul podio, assieme a lei, sono salite Giuliana Gionghi (1h01’38”) e Paola Brollo (1h02’34”).
I circa 120 concorrenti in gara si sono confrontati sull’impegnativo e suggestivo percorso di 3,3 chilometri e 1.100 metri di dislivello positivo, con partenza poco sopra l’abitato di Seo, frazione del comune di Stenico, e arrivo ai 2.221 metri di Cima Brugnol, vetta del Monte Valandro. Lo start, a differenza delle passate edizioni, è stato dato alle ore 18, una novità particolarmente apprezzata dagli atleti.
La maggior parte del tracciato, come da tradizione, è stato disegnato su una panoramica dorsale erbosa, con gli ultimi due chilometri lungo la cresta che corre sul crinale di Cima Brugnol, da dove i concorrenti hanno potuto godere di una vista mozzafiato a 360°, quale premio alla propria fatica verticale.
Facchini ha impostato una gara regolare, imponendo un ritmo insostenibile per i diretti concorrenti alla vittoria. Il runner trentino è transitato in solitaria al ristoro di Malga Valandro, da dove ha attaccato con la verve che lo contraddistingue l’ascesa finale verso il traguardo. Dietro di lui, con un minuto di distacco, è transitato Luca Binelli, seguito a breve distanza da Gabriele Fedrizzi, incalzato a propria volta da Omar Delleva, dall’inossidabile Tarcisio Linardi, Guido Pinamonti, Damano Fedel e Stefano Berti, quest’ultimo alfiere della società organizzatrice, la Comano Mountain Runners.
Facchini ha incrementato il proprio vantaggio lungo la rampa che portava al traguardo di Cima Brugnol, primo con il notevole tempo di 41’40” (12’51” al chilometro il suo passo), mentre dietro Luca Binelli è riuscito a rispondere al tentativo di rimonta di Fedrizzi, andando a cogliere un ottimo secondo posto a 2’28” dal vincitore. Fedrizzi, a propria volta, è riuscito a salire nuovamente sul podio della Valandro Vertical Race, terzo a 3’15”, con Delleva e Linardi a completare la top 5.
«Nel 2016 avevo già vinto questa gara e ci tenevo a tornare – ha spiegato il vincitore Patrick Facchini – Quest’anno c’è stata la novità della partenza nel tardo pomeriggio, che personalmente ho trovato azzeccata. La giornata era molto calda e correre in orario serale ci ha sicuramente aiutato. Ho cercato di impostare un buon ritmo e di mantenerlo fino all’arrivo. Questa gara mi piace molto, perché il percorso presenta il giusto mix di tratti duri e tratti più corribili. Il panorama, poi, è stupendo. Dalla zona d’arrivo la vista è spettacolare e ripaga della fatica fatta».
Si è esibita in una bella cavalcata solitaria anche Corinna Ghirardi, che ha siglato il tre su tre nella gara organizzata dal collaudato staff capeggiato da Marco Buratti, limando anch’essa al pari di Facchini il precedente primato, che già le apparteneva. La bresciana ha chiuso tra gli applausi del numeroso pubblico che ha raggiunto per l’occasione la sommità del Monte Valandro, prima in 55’28” (56’53” il precedente record femminile). L’attenzione si è poi spostata sulla sfida per la piazza d’onore, che ha premiato la tenace Giuliana Gionghi (1h01’38”), seconda con 56” di margine su Paola Brollo (1h02’34”), salita sul gradino più basso del podio. Dietro di loro Sabina Zanon (1h04’09”) e l’atleta di casa Anna Maria Speranza (1h06’44”), che hanno centrato un piazzamento tra le prime cinque.
La Valandro Vertical Race ha inaugurato la prima edizione del Comano Mountain Circuit, nato con l’obiettivo di portare i runner alla scoperta delle cime e degli scorci più suggestivi delle Giudicarie Esteriori. Sono tre, in totale, le prove che compongono il circuito. Il 4 agosto prossimo sarà la volta della Comano Ursus Extreme Trail, disponibile sulla doppia distanza di 34 e 58 km, mentre sabato 22 settembre toccherà alla SkyGhez, gara di 20 km con 2200 metri di dislivello.