Interessante intervista a Kilian del sito spagnolo trailrun
«Qualcosa non funziona se un professore o un medico guadagna meno di uno sportivo». A dirlo è Kilian Jornet, a cena, tra una gara e l’altra dei Mondiali di Chamonix. «Se si deve destinare del denaro allo sport, allora sarebbe meglio destinarlo alla base» ha aggiunto Kilian che ha risposto alle domande di alcuni giornalisti spagnoli senza peli sulla lingua.
FINO A QUANDO – «Chiaramente gli anni passano, anche se ora posso migliorare fisicamente. La parte difficile nella vita di uno sportivo è abbassare il ritmo, passare ad altro e ce ne sono di cose molto più importanti dello sport». Un’affermazione relativizzante che rende umano il campione. «Non ci sono buoni e cattivi modelli, bisogna prendere un po’ da tutto il mondo, tutti possiamo essere un buon esempio, però nessuno un modello. Io prendo dei rischi ma sono meditati, se segui un modello ti distruggi con le tue mani. Devi conoscere i tuoi limiti, molti oggi vogliono prendere medaglie invece di cogliere i benefici dell’attività»
SUMMITS OF MY LIFE – «È una questione di motivazioni, questo progetto mi fa vivere, allenare, sognare. Provare cose nuovo è indispensabile».
VACANZE – «Le mie vacanze sono a novembre, dopo la stagione della corsa e prima di quella dello scialpinismo. Di solito mi prendo un paio di settimane di riposo, però dopo due giorni torno a fare attività. L’anno scorso siamo andati a Mauritius a rilassarci in spiaggia. Dopo un giorno ho cambiato i biglietti dell’aereo e sono tornato in montagna. Me lo chiede la testa, anche se il corpo chiede riposo».
SOLITUDINE – «Nelle montagne mi trovo a mio agio perché la mia vita è fatta al 70% di silenzio e al 30% di relazioni sociali e in quota sei spesso solo. La nozione di focolare è relativa per me, non saprei dire dove è la mia casa, la mia casa è dove sto comodo».