Bonnet ed Eydallin, record!

2.51.26 Barre des Ecrins andata e ritorno

Era da tempo nell'aria questo tentativo di fare un record sulla più alta montagna delle Hautes Alpes  e grazie alla sponsorizzazione della Dynafit ha potuto realizzarsi.
Abbiamo raccolto le prime dichiarazioni di Eydallin dopo che è arrivato a valle.
«Una salita molto impegnativa, condizionata dalla neve dura e dal vento, probabilmente avessimo avuto i rampant sarebbero serviti... Negli ultimi metri ho pasticciato un po' con l'attrezzatura, Bonnet invece se l'è cavata alla grande. D'altronde lui aveva anche delle motivazioni fortissime abitando qui: io l'ho vissuta in modo diverso...»
Poco meno di tre ore per andare e tornare al Pré de Madame Clare a 1874 metri, la vetta misura 4102 metri.
Salta invece il previsto tentativo al Monte Bianco per via dello spostamento del Mezzalama che viene rimandato di un anno anche se Teo ammette che le gare gli danno più motivazioni.


Forte pericolo di valanghe

Molta neve, vento in quota e innalzamento delle temperature

Le abbondanti precipitazioni nevose verificatesi durante la settimana su tutto l'arco alpino non hanno trovato un buon ancoraggio sul manto nevoso depositatosi in precedenza; gli strati di superficie risultano pertanto in condizioni di forte instabilità su tutti i versanti. Inoltre, sui versanti compresi tra il limite superiore del bosco ed i crinali, il vento ha fortemente rimaneggiato il manto nevoso, provocando estesi accumuli eolici (lastroni) ed aumentando le superfici a rischio di distacco, Nella giornata di sabato il vento ha assunto regime di föhn e l'aumento della temperatura, con valori positivi sino a quote superiori ai 2500, m ha ulteriormente indebolito la resistenza del manto nevoso. Si sono infatti verificati numerosi fenomeni valanghivi spontanei che hanno raggiunto il fondo valle, mentre alcune valanghe, anche con vittime, sono state provocate da escursionisti con e senza sci.
Il pericolo è forte (livello 4) su tutto l'arco alpino, con eccezione delle Alpi Cozie, dove è marcato (livello 3). Per la giornata di domenica è previsto un ulteriore innalzamento del limite dello zero termico, con incremento delle condizioni di pericolo, per cui anche un debole sovraccarico (transito di un singolo sciatore) può provocare il distacco di una valanga.
La situazione andrà lentamente migliorando nei primi giorni della prossima settimana, ma al momento è sconsigliata ogni attività fuori pista.


Allerta valanghe

Il vento forte ha aumentato il pericolo sull'arco alpino

Le condizioni del manto nevoso sono in continua evoluzione a seguito delle precipitazioni che si ripetono, con intensità piuttosto variabile, ogni pochi giorni.
La conseguenza di questa successione di eventi è un avvicendamento irregolare di strati di modesto spessore in cui alcuni più resistenti si alternano ad altri a debole coesione. Ma in questi ultimi giorni l’elemento caratterizzante della meteorologia è stato il vento che, dapprima, ha spirato dai quadranti meridionali e, ultimamente, dai quadranti settentrionali. Il vento da sud, non violento, ma di lunga durata, ha rimaneggiato il manto nevoso soprattutto nella zona sottostante i crinali, ma non ha avuto effetti apprezzabili a fondo valle, salvo un addolcimento delle temperature.
Il vento da nord ha fatto sensibilmente abbassare le temperature ed ha fortemente rimaneggiato il manto nevoso lungo tutta l’estensione dei versanti, dai crinali al fondo valle. Gli effetti sono spesso osservabili nelle cornici che orlano non solo i crinali, ma anche i margini di ogni depressione ed indicano la presenza di depositi eolici, quello che chiamiamo lastrone, nei pressi della cornice. Attenzione, possono essersi formati lastroni anche dove non esiste una cornice che ce ne indica la presenza, come ai margini delle zone boscate e nelle radure e chiarìe al loro interno. In queste zone, a causa dell’effetto frenante del bosco sulla velocità del vento, possono essersi formati lastroni che, nonostante le loro modeste dimensioni, costituiscono situazioni di pericolo per l’escursionista.
In Piemonte le condizioni per le escursioni con gli sci sono a livello di pericolo marcato dalla Alpi Liguri alle Alpi Cozie e di pericolo forte sulle Alpi Pennine e Lepontine (dalla Valsesia alla Val Formazza).


Stiamo costruendo scialpinisti...

O almeno ci proviamo ma intanto stiamo lavorando all'«advanced»

Una stagione come questa è da incorniciare: da anni non si vedevano così tante auto con il portasci sopra. Il mercato dell'auto va male? Almeno quello dei portasci dovrebbe essere in crescita. Questo è un anno in cui nuovi appassionati si avvicinano al mondo della neve: l'abbondanza del manto nevoso, le montagne intorno bianchissime hanno fatto sì che molti abbiano programmato week end sulla neve. Fra loro molti principianti, autentica linfa vitale per tutto l'indotto.
Dal canto nostro stiamo contribuendo nella costruzione di nuovi scialpinisti, forse anche fondisti. Il manualetto Ski-alp basic con dvd, da quello che abbiamo sentito dire, sta avendo grande successo: chi deve portare l'amico sulla neve con le pelli gli fa acquistare già la settimana prima il manuale affinché non arrivi sul campo digiuno di nozioni. Qualcuno è riuscito ad effettuare la prima gita con successo grazie a Ski-alp basic e la cosa ci riempie di soddisfazione.
Ma intanto stiamo iniziando con il progetto di Ski-alp advanced: servirà a perfezionare quanti già praticano la disciplina e per far sì che questo sport venga praticato con rigore e sicurezza.
Per acquistare Ski-alp basic: www.mulatero.it


Finalmente in edicola il «66»

Dopo tanto fare siamo riusciti a venirne fuori, almeno per Natale...

Continuiamo a ribadirlo da tempo: fare la rivista da zero ogni mese è veramente un grande equilibrismo ma i nostri affezionati lettori ormai lo sanno e attendono pazientemente. Anche questa volta dovrebbe essere andata: uscire prima di Natale!
I contenuti dovrebbero premiare la pazienza: questo secondo numero della stagione, approfittando del fatto che non ci sono ancora grandi avvenimenti da raccontare, è stato dedicato alla tecnica con oltre venti pagine dedicate allo sci da fondo e allo ski-alp.
Chenetti dimostra personalmente la tecnica della salita degli sprinters in classic. Rico Elmer si ripropone con la sua fantastica virata sul ripido.
Un grande servizio sulla Coppa del Mondo di La Clusaz e i paradisi del fondo con Torgnon, Hautes Alpes e la Valle Stura.
Nello ski-alp la prova di nuovi materiali come gli sci Manaslu e la visita alla fabbrica degli scarponi Dynafit. Un grande itinerario sulle tracce degli Europei di febbraio sull'Alpago e uno al Colle dell'Izoard. Il test delle racchette da neve a Passo Monte Croce e il racconte della due giorni telemark nella Val Senales.


2 novità: manuale + dvd

Prezzo speciale ai frequentatori del sito

La nuova collana «Easy, manuale + dvd» è partita con due titoli: «Ski-alp basic» e «Sci da fondo, scegliere, elaborare e sciolinare». Il primo mostra come muovere i primi passi nello scialpinismo, le tecniche di base di salita e di discesa, come imparare a curvare fuoripista, i segreti dell'alleggerimento e la curva a sci paralleli in neve ventata.Tutte le dimostrazioni a cura della redazione tecnica di Fondo Ski-alp vedono impegnati sciatori come Alain Seletto e Franco Corvisiero affiancati dalla new entry Andrea Basolo. Il manuale è disponibile anche in francese. Il secondo è interamente allewstito da Roberto Gal, già autore di manuli sulla preparazione dello sci da fondo, che con argomenti facili e alla portata riesce a semplificare operazioni complesse come la sciolinatura dello sci da classic. Le immagini e le sequenze propongono le stesse situazioni del dvd per cui diventa facile apprendere i concetti tecnici, anche quelli più complessi. Prezzo speciale di 15 euro ciascuno adottando il link d'ordine corrlato.


Valanghe: il rischio è forte

Il nostro esperto illustra la situazione sull'arco alpino

Le condizioni del manto nevoso
La dinamica di formazione del manto nevoso che attualmente ricopre le Alpi è passata attraverso tre fasi principali:
1ª fase: fine ottobre-primi di novembre: prime consistenti precipitazioni nevose sino alla quota di circa 1.000 m; nei giorni successivi il limite della copertura nevosa si è alzato sino ai 2.000 m, le basse temperature hanno avviato un processo di ristrutturazione dei cristalli, con formazione di strati di neve a debole coesione (brina di profondità).
2ª fase: alla fine di novembre sono riprese le precipitazioni nevose, che hanno apportano un incremento di circa 100 cm alle quote superiori ai 2.000 m. Al termine delle precipitazioni la temperatura dell’atmosfera si è fortemente abbassata, per cui il processo di formazione di strati di neve a debole coesione è ripreso, Nel frattempo, si sono attivati forti venti in quota, che hanno rimaneggiato la distribuzione del manto nevoso, con formazione di consistenti depositi eolici nelle zone sottovento. Nella prima decade del mese di dicembre la stabilità del manto nevoso era decisamente scarsa
l’episodio del Monte Granero, con quattro morti per valanga, ne ha dato tragica conferma.
3ª fase: a partire dal 10 dicembre sono riprese le precipitazioni nevose, che sono proseguite senza interruzione sino al 15; inizialmente di modesta consistenza (da 20 a 30 cm/24 h) hanno permesso un discreto assestamento degli strati dei livelli superiori, ma il 15 dicembre l’intensità delle precipitazioni è aumentata e, su tutto l’arco alpino, si sono registrati oltre 100 cm/24 h, anche alle quote di 1.000 m. Solo le Alpi Cozie,
l’Alta Valtellina e le Dolomiti Orientali hanno ricevuto una minor quantità di neve fresca.
In quota si sono registrati venti di media intensità dai quadranti meridionali, cioè dalla stessa direzione di provenienza delle perturbazioni.
Situazione: Uno spesso strato di neve fresca trova appoggio su strati di neve a debole coesione e, localmente, su depositi eolici (lastroni) che, a causa della incostante direzione di provenienza dei venti, sono distribuiti irregolarmente sui versanti. Il rialzo delle temperature verificatosi il giorno 15 ha trasformato la forma delle precipitazioni che, alle quote inferiori ai 2.000 m, sono ora diventate pioggia o un misto di pioggia-neve.
Stabilità: Con eccezione delle Alpi Lombarde, in cui il rischio è valutato sul livello 3. sul restante arco alpino il rischio è valutato a livello 4 mentre per le Alpi Liguri e Marittime, la Valle d’Aosta e le Alpi Pennine (Gruppo Cervino - Rosa) è valutato al livello 5, cioè al livello più elevato. Dove si verificano, le precipitazioni piovose o miste pioggia-neve peggiorano le condizioni di instabilità. Solo un prolungato ritorno a condizioni di temperature inferiori a 0 °C potrà consolidare gli strati superficiali del manto nevoso e migliorarne le condizioni di stabilità.
Consigli: Su tutto l’arco alpino il livello di rischio varia da forte a molto forte.
Solo sulle Alpi lombarde il rischio è a livello 3, ma è bene che tutti noi ci si ricordi che l’aggettivo che accompagna questo livello della scala del rischio non è medio, ma marcato, che può essere espresso anche con i sinonimi accentuato, evidente, sottolineato.
Già al livello 3. le indicazioni che accompagnano la scala europea del rischio valanghe dicono che è richiesta una buona capacità di valutazione locale. Evitiamo il peccato di presunzione: a detta degli amici, i quattro morti del Monte Granero erano esperti di montagna, ma la valanga non lo sapeva.


Sciatori dell'impossibile

Un ultimo saluto ai grandi dell'estremo

Nell'incidente della Val Pellice hanno perso la vita 4 sciatori dell'estremo due dei quali, Francesco Negri e Walter Rivoira, sono spesso citati nel libro «Ripido» in cui vengono descritte 180 discese impossibili sull'arco alpino occidentale e di cui il primo è anche coautore.
Si tratta di grandi sciatori che hanno dedicato ogni momento libero a progettare e attuare grandi imprese con gli sci. Ogni montagna era percorribile in discesa per loro purché avesse qualche chiazza di neve fra le rocce. Ed è stato forse durante uno di questi tentativi che è avvenuto l'incidente.
La ricostruzione dei soccorritori parla per ora di un distacco spontaneo di valanga che ha travolto i quattro mentre stavano risalendo il ripido canalino. I travolti sono poi stati trascinati a valle attraverso due salti di roccia prima di venire sepolti dalla spesa coltre nevosa.
Nessuno è in grado di stabilire se fossero dotati di apparecchio arva dal momento che gli impatti con le rocce sono stati molto cruenti e potrebbero anche aver determinato la perdita dell'attrezzatura.
Il corpo dell'ultimo disperso è stato ritrovato ieri l'altro grazie all'intenso lavoro di sondaggio eseguito da più di 110 soccorritori.
La redazione di Fondo Ski-alp si unisce al dolore delle famiglie.


Uscita sulle riviste l'inchiesta della Basei

Una grande foto con tutti i particolari a 36 ore dall'incidente

L'incidente della Basei ha condizionato fortemente il nostro inizio estate: la ricerca di indizi e di materiali sul posto, interviste e considerazioni con addetti ai lavori, hanno permesso di portare a termine un lavoro piuttosto gravoso. Dodici pagine sulla rivista Fondo Ski-alp e sette su Montagnes Magazine in Francia. Lo stesso articolo a firma di Enrico Marta. In lingua italiana abbiamo indugiato un po' di più sui racconti che fanno da cornice al fatto vero e proprio, in Francia ci siamo attenuti ai fatti e alle considerazioni tecniche.
In assenza totale di dichiarazioni alla stampa da parte dell'unico sopravvissuto, la guida, abbiamo dovuto valiare attentamente ogni aspetto di questo terribile incidente.
Non abbiamo voluto sostituirci alla giustizia che sta facendo il suo corso e nemmeno ai superesperti della montagna ma semplicemente, sia io che Descamps, direttore della rivista francese, illustrare in modo dettagliato i motivi per cui si può arrivare a simili tragedie affinché questo serva da monito a quanti affrontano lo ski-alp a cuor leggero. Forse questo termine è riduttivo: diciamo che spesso la montagna innevata viene affrontata con un po' troppa faciloneria da persone che non sempre posseggono la preparazione psicofisica adeguata.
Il succo di questo articolo ruota sulla grande foto a doppia pagina: per allestirla siamo ricorsi ad un puzzle di 29 fotogrammi alla massima risoluzione. Per intenderci questa immagine potrebbe rimanere nitidissima anche stampata nel formato poster...
Forse nella stampa rotativa qualcosa si perde dei particolari e dei segni sulla neve in cui c'è la storia delle ultime ore della comitiva tuttavia c'è abbastanza per farsi un'idea di quanto possa essere successo lo scorso 30 aprile alle 17 sul versante est della Basei.