2 novità: manuale + dvd

Prezzo speciale ai frequentatori del sito

La nuova collana «Easy, manuale + dvd» è partita con due titoli: «Ski-alp basic» e «Sci da fondo, scegliere, elaborare e sciolinare». Il primo mostra come muovere i primi passi nello scialpinismo, le tecniche di base di salita e di discesa, come imparare a curvare fuoripista, i segreti dell'alleggerimento e la curva a sci paralleli in neve ventata.Tutte le dimostrazioni a cura della redazione tecnica di Fondo Ski-alp vedono impegnati sciatori come Alain Seletto e Franco Corvisiero affiancati dalla new entry Andrea Basolo. Il manuale è disponibile anche in francese. Il secondo è interamente allewstito da Roberto Gal, già autore di manuli sulla preparazione dello sci da fondo, che con argomenti facili e alla portata riesce a semplificare operazioni complesse come la sciolinatura dello sci da classic. Le immagini e le sequenze propongono le stesse situazioni del dvd per cui diventa facile apprendere i concetti tecnici, anche quelli più complessi. Prezzo speciale di 15 euro ciascuno adottando il link d'ordine corrlato.


Valanghe: il rischio è forte

Il nostro esperto illustra la situazione sull'arco alpino

Le condizioni del manto nevoso
La dinamica di formazione del manto nevoso che attualmente ricopre le Alpi è passata attraverso tre fasi principali:
1ª fase: fine ottobre-primi di novembre: prime consistenti precipitazioni nevose sino alla quota di circa 1.000 m; nei giorni successivi il limite della copertura nevosa si è alzato sino ai 2.000 m, le basse temperature hanno avviato un processo di ristrutturazione dei cristalli, con formazione di strati di neve a debole coesione (brina di profondità).
2ª fase: alla fine di novembre sono riprese le precipitazioni nevose, che hanno apportano un incremento di circa 100 cm alle quote superiori ai 2.000 m. Al termine delle precipitazioni la temperatura dell’atmosfera si è fortemente abbassata, per cui il processo di formazione di strati di neve a debole coesione è ripreso, Nel frattempo, si sono attivati forti venti in quota, che hanno rimaneggiato la distribuzione del manto nevoso, con formazione di consistenti depositi eolici nelle zone sottovento. Nella prima decade del mese di dicembre la stabilità del manto nevoso era decisamente scarsa
l’episodio del Monte Granero, con quattro morti per valanga, ne ha dato tragica conferma.
3ª fase: a partire dal 10 dicembre sono riprese le precipitazioni nevose, che sono proseguite senza interruzione sino al 15; inizialmente di modesta consistenza (da 20 a 30 cm/24 h) hanno permesso un discreto assestamento degli strati dei livelli superiori, ma il 15 dicembre l’intensità delle precipitazioni è aumentata e, su tutto l’arco alpino, si sono registrati oltre 100 cm/24 h, anche alle quote di 1.000 m. Solo le Alpi Cozie,
l’Alta Valtellina e le Dolomiti Orientali hanno ricevuto una minor quantità di neve fresca.
In quota si sono registrati venti di media intensità dai quadranti meridionali, cioè dalla stessa direzione di provenienza delle perturbazioni.
Situazione: Uno spesso strato di neve fresca trova appoggio su strati di neve a debole coesione e, localmente, su depositi eolici (lastroni) che, a causa della incostante direzione di provenienza dei venti, sono distribuiti irregolarmente sui versanti. Il rialzo delle temperature verificatosi il giorno 15 ha trasformato la forma delle precipitazioni che, alle quote inferiori ai 2.000 m, sono ora diventate pioggia o un misto di pioggia-neve.
Stabilità: Con eccezione delle Alpi Lombarde, in cui il rischio è valutato sul livello 3. sul restante arco alpino il rischio è valutato a livello 4 mentre per le Alpi Liguri e Marittime, la Valle d’Aosta e le Alpi Pennine (Gruppo Cervino - Rosa) è valutato al livello 5, cioè al livello più elevato. Dove si verificano, le precipitazioni piovose o miste pioggia-neve peggiorano le condizioni di instabilità. Solo un prolungato ritorno a condizioni di temperature inferiori a 0 °C potrà consolidare gli strati superficiali del manto nevoso e migliorarne le condizioni di stabilità.
Consigli: Su tutto l’arco alpino il livello di rischio varia da forte a molto forte.
Solo sulle Alpi lombarde il rischio è a livello 3, ma è bene che tutti noi ci si ricordi che l’aggettivo che accompagna questo livello della scala del rischio non è medio, ma marcato, che può essere espresso anche con i sinonimi accentuato, evidente, sottolineato.
Già al livello 3. le indicazioni che accompagnano la scala europea del rischio valanghe dicono che è richiesta una buona capacità di valutazione locale. Evitiamo il peccato di presunzione: a detta degli amici, i quattro morti del Monte Granero erano esperti di montagna, ma la valanga non lo sapeva.


Sciatori dell'impossibile

Un ultimo saluto ai grandi dell'estremo

Nell'incidente della Val Pellice hanno perso la vita 4 sciatori dell'estremo due dei quali, Francesco Negri e Walter Rivoira, sono spesso citati nel libro «Ripido» in cui vengono descritte 180 discese impossibili sull'arco alpino occidentale e di cui il primo è anche coautore.
Si tratta di grandi sciatori che hanno dedicato ogni momento libero a progettare e attuare grandi imprese con gli sci. Ogni montagna era percorribile in discesa per loro purché avesse qualche chiazza di neve fra le rocce. Ed è stato forse durante uno di questi tentativi che è avvenuto l'incidente.
La ricostruzione dei soccorritori parla per ora di un distacco spontaneo di valanga che ha travolto i quattro mentre stavano risalendo il ripido canalino. I travolti sono poi stati trascinati a valle attraverso due salti di roccia prima di venire sepolti dalla spesa coltre nevosa.
Nessuno è in grado di stabilire se fossero dotati di apparecchio arva dal momento che gli impatti con le rocce sono stati molto cruenti e potrebbero anche aver determinato la perdita dell'attrezzatura.
Il corpo dell'ultimo disperso è stato ritrovato ieri l'altro grazie all'intenso lavoro di sondaggio eseguito da più di 110 soccorritori.
La redazione di Fondo Ski-alp si unisce al dolore delle famiglie.


Uscita sulle riviste l'inchiesta della Basei

Una grande foto con tutti i particolari a 36 ore dall'incidente

L'incidente della Basei ha condizionato fortemente il nostro inizio estate: la ricerca di indizi e di materiali sul posto, interviste e considerazioni con addetti ai lavori, hanno permesso di portare a termine un lavoro piuttosto gravoso. Dodici pagine sulla rivista Fondo Ski-alp e sette su Montagnes Magazine in Francia. Lo stesso articolo a firma di Enrico Marta. In lingua italiana abbiamo indugiato un po' di più sui racconti che fanno da cornice al fatto vero e proprio, in Francia ci siamo attenuti ai fatti e alle considerazioni tecniche.
In assenza totale di dichiarazioni alla stampa da parte dell'unico sopravvissuto, la guida, abbiamo dovuto valiare attentamente ogni aspetto di questo terribile incidente.
Non abbiamo voluto sostituirci alla giustizia che sta facendo il suo corso e nemmeno ai superesperti della montagna ma semplicemente, sia io che Descamps, direttore della rivista francese, illustrare in modo dettagliato i motivi per cui si può arrivare a simili tragedie affinché questo serva da monito a quanti affrontano lo ski-alp a cuor leggero. Forse questo termine è riduttivo: diciamo che spesso la montagna innevata viene affrontata con un po' troppa faciloneria da persone che non sempre posseggono la preparazione psicofisica adeguata.
Il succo di questo articolo ruota sulla grande foto a doppia pagina: per allestirla siamo ricorsi ad un puzzle di 29 fotogrammi alla massima risoluzione. Per intenderci questa immagine potrebbe rimanere nitidissima anche stampata nel formato poster...
Forse nella stampa rotativa qualcosa si perde dei particolari e dei segni sulla neve in cui c'è la storia delle ultime ore della comitiva tuttavia c'è abbastanza per farsi un'idea di quanto possa essere successo lo scorso 30 aprile alle 17 sul versante est della Basei.