Kilian rinuncia all’Everest

Dopo un lungo silenzio, Kilian Jornet annuncia l’abbandono del tentativo di salita in velocità all’Everest. Il catalano era l’unico ad essere passato oltre la Icefall, minacciata da un grande seracco, mentre il polacco Bargiel e le altre spedizioni presenti nell’area avevano rinunciato, ritenendo troppo rischioso il passaggio. Probabilmente nella scelta di Kilian ha giocato anche lo stile veloce rispetto a quello delle altre spedizioni. Kilian è arrivato a quota 8.300 metri lungo una variante della Via dei Polacchi del 1980. Il suo campo base, come ha fatto quando è salito in vetta dal versante cinese, era situato in un villaggio, a Gorak Shep, e ha potuto organizzare una spedizione molto leggera. Rimane ancora la discrezione su quelli che erano i reali obiettivi di Kilian che, secondo alcuni organi d’informazione, aveva il permesso per salire sia Everest che Lhotse. «Il meteo è stato molto bizzarro, con tanta neve e precipitazioni. Avevo alcuni progetti alpinistici, in funzione delle condizioni e della velocità, ma nessuno è stato possibile per diversi motivi, però ho apprezzato molto queste montagne (…). Anche se non c’è stata la vetta, l’esperienza di una spedizione molto leggera, di essere solo sulle montagne e provare alcune possibilità intriganti è stata molto interessante e carica di energie» ha detto il catalano che è stato seguito in Himalaya dalla compagna Emelie Forsberg e dalla figlioletta Maj, sette mesi.


Il Manaslu andata e ritorno in 17 ore e 43 minuti per Cazzanelli

Dopo il record sulla Cresta Cassin al Denali e la salita in velocità dell’integrale di Peuterey, ecco un altro primato per François Cazzanelli nel 2019. Il valdostano ha raggiunto nei giorni scorsi la vetta del Manaslu (8.162 m) ed è ritornato al campo base in 17 ore e 43 minuti. In totale sono 44 km e 3.280 metri di dislivello in salita e discesa. L’arrivo in vetta dopo 13 ore. Cazzanelli si trova in Himalaya in compagnia di Marco Camandona, dello svizzero Andreas Steindl, suo compagno di avventura altre volte, tra le quali il record alle creste del Cervino, Francesco Ratti ed Emrik Favre. Tutti hanno raggiunto la vetta e per Francesco ed Emrik era il primo ottomila, mentre Camandona ha messo la nona bandierina sulle vette più alte della terra. Steindl ha coperto salita e discesa in 21 ore e 30 minuti. Quello di Cazzanelli è il primato di salita e discesa, mentre il precedente record era del polacco Andrzej Bargiel, in 21 ore e 14 minuti, ma la discesa era stata effettuata con gli sci. Ora la spedizione di Cazzanelli & co si sposta al Pangpoche (6.620 metri).

Abbiamo intervistato François Cazzanelli su Skialper 126 di agosto-settembre, info qui


Bargiel rinuncia all’Everest

«Siamo qui da tanto tempo e non ci sono stati progressi e la possibilità di fare acclimatamento oltre il campo base (…) però dobbiamo finire la nostra spedizione, è la decisione più ragionevole. A volte bisogna fare così, stimare il rischio e se è troppo alto dire ‘stop’». Con queste parole il polacco Andrzej Bargiel, dopo avere sciato l’anno scorso il K2, ha annunciato nelle scorse ore la fine, senza successo, dell’Everest Ski Challenge. Bargiel e compagni hanno passato tre settimane al campo base ma questa estate ci sono state tante precipitazioni alte e lo zero termico è alto, così la Icefall è in cattive condizioni, con tanti crepacci. Il problema più grande è un immenso seracco alto 50 metri e largo 30, 800 metri sopra la Icefall. Camminare lì sotto è pericoloso: «Non lo farò, non posso accettare questo rischio, può rompersi in ogni momento e questo ci fa desistere dai nostri tentativi» ha concluso Bargiel.


Anche Garmin alle Safety Academy di Ortovox

Ortovox e Gamin hanno raggiunto un accordo per la collaborazione nell’ambito delle Safety Academy organizzate dal marchio tedesco specialista della sicurezza in montagna. In ognuna delle date in calendario infatti Garmin sarà presente con il suo staff tecnico per la presentazione dei prodotti e in particolare dell’ultimo dispositivo nato, il GPSMAP 66i. Ortovox ormai da sette anni propone agli appassionati di montagna invernale, nell’ambito del suo programma Safety Academy, corsi ed eventi legati alla sicurezza su neve: i corsi Safety Academy, su tre livelli progressivi, le Safety Nights, eventi serali brevi e divulgativi e i Safety Events, portati avanti in collaborazione con i negozi più tecnici. Tutti questi sono coordinati e gestiti dalle guide alpine UIAGM partner di Ortovox, a garanzia della massima qualità e uniformità didattica e operativa su tutto l’arco alpino. A completamento del mondo Safety Academy, sono nati poi negli anni altri strumenti educativi alla sicurezza in montagna, tutti a disposizione del pubblico, come i Safety Academy Guidebook Snow e Rock, piccoli ma completi manuali di base, i Safety Academy Lab Snow e Rock, piattaforme digitali interattive per la diffusione della conoscenza dei principi di base della sicurezza in montagna e le presentazioni e i video Safety Academy, a disposizione di guide alpine e club alpini per corsi e serate. La tecnologia di comunicazione satellitare Garmin inReach, risulta un fondamentale strumento di sicurezza per chiunque viva il mondo outdoor. La serie di prodotti inReach e il nuovo GPSMPA66i (con tecnologia di comunicazione satellitare integrata) permette di richiedere soccorso in caso di necessità in qualsiasi luogo ci si trovi, soprattutto quando non esiste copertura telefonica, appoggiandosi alla rete Iridium, la più performante rete di satelliti per la comunicazione. Avere a disposizione un dispositivo di questo tipo, consente di rimanere in contatto con chiunque, anche in montagna, dove spesso il nostro telefono non può funzionare, offrendo inoltre una durata estrema della batteria.

IL CALENDARIO

Solda, 9 novembre 2019: Safety Event Retailer. Partner: Mountain Spirit (Bolzano)

Livigno, 18 gennaio 2020: Safety Event Retailer. Partners: Mountain Planet, Silene, Zinnerman Livigno.

Assergi (AQ), 24 gennaio 2020: Safety Night. Partners: UIAGM Mountain Evolution

Madonna di Campiglio, 31 gennaio 2020: Safety Night. Partners: UIAGM Piergiorgio Vidi e Adriano Alimonta

Polsa Brentonico (TN), 7 febbraio 2020: Safety Night. Partners: UIAGM Guide Mmove

Asiago, 22 febbraio 2020: Safety Event Retailer. Partner Pesavento Mountain Store.

Le iscrizioni alle Safety Nights saranno possibili solo sul sito Ortovox:

www.ortovox.com/it/safety-academy/corsi-di-formazione/programma-invernale/safety-nights/

Le iscrizioni ai safety Events saranno possibili contattando i negozi indicati.


Lanciata anche in Italia Patagonia Action Works

Patagonia ha lanciato ieri anche in Italia Patagonia Action Works, una piattaforma digitale per collegare le comunità alle organizzazioni ambientaliste locali che si battono per salvare il pianeta.  Il lancio in tutta Europa segue l'enorme successo ottenuto in Nord America, dove la piattaforma ha visto mezzo milione di persone intervenire per supportare le questioni ambientali e ha permesso agli utenti di offrire volontariamente tempo e competenze, partecipare a eventi, firmare petizioni e donare a favore della conservazione ambientale.

Patagonia Action Works verrà presentata ufficialmente a BASE Milano il prossimo 3 ottobre alle ore 19, durante una serata in compagnia di organizzazioni no-profit e cittadini che lottano per salvare il pianeta. Tra i relatori Stephanie Brancaforte, Direttore di Change.org Italia, Sara Capuzzo, Presidente di ènostra, lo scienziato Luca Mercalli e Gianluca Pandolfo, Patagonia Sales Director EMEA. I biglietti d’ingresso per il pubblico sono disponibili attraverso la pagina Facebook dell’evento, e il ricavato della vendita sarà devoluto in beneficenza alle ONG partecipanti.

L’iniziativa nasce in un momento di minacce ambientali senza precedenti, in cui cresce la domanda da parte del pubblico, dei politici e delle imprese italiane di intraprendere azioni urgenti per affrontare la crisi climatica. I recenti movimenti climatici in Europa e in Italia testimoniano l’urgenza di proteggere il pianeta, ed è per questo che Patagonia Action Works collega le persone con le organizzazioni orientate a questo scopo, in modo da promuovere azioni collettive.

La piattaforma online, basata su community, segna un nuovo capitolo nella storia di attivismo di Patagonia, lunga ben 45 anni e che comprende il programma  1% For The Planet, un movimento globale creato dal fondatore di Patagonia Yvon Chouinard e dall’ambientalista Craig Mathews. Il supporto dell'azienda alle organizzazioni ambientaliste ha totalizzato oltre 100 milioni di dollari e ha raggiunto migliaia di gruppi. Molte no profit operano con risorse limitate e, attraverso Patagonia Action Works, l'azienda mira a rendere questi gruppi più efficaci e potenti che mai.


Patagonia aderisce allo sciopero per il clima chiudendo i suoi negozi

Patagonia, azienda di abbigliamento outdoor con una lunga storia di attivismo ambientale, chiuderà tutti i suoi negozi nel mondo per supportare gli scioperi per il clima, che si terranno il 20 e 27 settembre, e per fare in modo che i dipendenti possano prendervi parte.

Diverse manifestazioni, organizzate a livello globale, chiederanno la fine dell’epoca dei combustibili fossili ed esigeranno giustizia climatica per tutti. In molti paesi del mondo si terranno venerdì 20 settembre, mentre nei Paesi Bassi e in Italia avranno luogo venerdì 27 settembre, giorno in cui negli store di Cortina, Milano e Montebelluna le casse rimarranno chiuse. I negozi Patagonia, e tutti gli uffici in Europa, consentiranno così ai propri lavoratori di prendere parte alle manifestazioni locali.

Ryan Gellert, General Manager EMEA di Patagonia, ha così spiegato la decisione dell’azienda: «La crisi climatica è una questione umana che riguarda tutti noi. Siamo ispirati dai giovani attivisti che stanno portando avanti un movimento globale e, come loro, Patagonia sta richiedendo un’azione urgente e decisiva per il bene delle persone e del pianeta. In quanto azienda internazionale, chiuderemo i nostri negozi il 20 e il 27 settembre, manifesteremo con i giovani attivisti e domanderemo ai governi di tutto il mondo di intervenire. Invitiamo le imprese e chiunque sia preoccupato per il destino della Terra e del genere umano a reagire concretamente e unirsi a noi».

Per sapere di più su Patagonia, la sua storia di attivismo e la sua missione è possibile visitare il sito ufficiale. Inoltre, attraverso il finder online è possibile scoprire tutte le manifestazioni in programma nella propria area.


Bargiel e Jornet sull’Everest

Si incrociano sulla montagna più alta della terra le storie di Andrzej Bargiel e Kilian Jornet. Mentre il primo è partito a fine agosto per tentare la discesa con gli sci dell’Everest (la spedizione si chiama Everest Ski Challenge), Kilian si trova in Nepal, in marcia verso l’Everest. Se il primo progetto era noto da tempo, sulla presenza di Kilian ai piedi dell’Everest non ci sono informazioni ufficiali anche se da qualche settimana iniziavano a circolare rumour. Secondo quanto ha potuto sapere desnivel.com l’idea di Kilian sarebbe quella di salire dal versante nepalese e non più tibetano, facendo base a Gorak Shep,a quota 5.164 metri, e non al campo base. Così affronterebbe la vetta più alta della terra in velocità, riducendo al minimo il materiale e senza bisogno della tenda per il campo base. Secondo alcune fonti interpellate dai colleghi spagnoli di Desnivel Kilian avrebbe anche un permesso per il Lhotse, mentre altre fonti parlano di una nuova via dal campo 2. Kilian era già stato all’Everest a maggio 2017, salendo due volte, la prima dal monastero di Rongbuk in 26 ore e cinque giorni dopo in 17 ore dal campo base avanzato, senza tuttavia battere i record di velocità da quel punto di Kammerlander (16h45’) e Stangl (16h42’). Sulle salite di Kilian all’Everest, come spesso avviene per gli ottomila, si sono anche succedute una serie di polemiche e dubbi sul fatto che il catalano sia realmente arrivato in vetta, in particolare da parte dell’alpinista statunitense Dan Howitt.


Mountopia, ecco i vincitori

Obiettivo: percorrere in due giorni i 110 chilometri e 6.500 metri di dislivello della  Grossglockner Ultra-Trail (GGUT) affiancati da Klaus Gösweiner, vincitore della gara nel 2015 e nel 2017. Un obiettivo ma anche un premio riservato ai vincitori del concorso Mountopia Grossglockner Ultra-Trail che Dynafit ha proposto a tutti gli appassionati di corsa in montagna. Al termine di una selezione impegnativa che ha visto 20 finalisti, sono stati scelti l’americana Kendra Joseph, la norvegese Linda Hildenes, lo spagnolo Pedro Alonso Tejero e l’italiano Giorgio Bezzi. Dynafit, in collaborazione con i partner GORE® e PrimaLoft® fornirà ai vincitori l’equipaggiamento necessario, dalla testa ai piedi, per affrontare con successo questo progetto. Il concorso internazionale Mountopia GGUT, presentato lo scorso 14 maggio, ha visto la candidatura di ben 270 atleti di 25 nazioni diverse. Tutti gli aspiranti vincitori sono stati valutati da una giuria tecnica composta da atleti ed esperti di sport in montagna, e dopo una prima scrematura, sono stati individuati 20 finalisti, equamente divisi tra 10 uomini e 10 donne. Successivamente il gruppo ha preso parte a una tracking battle sul sito web di Dynafit nella quale ognuno poteva dimostrare le proprie qualità e di avere la stoffa per affrontare una due giorni di ultra trail particolarmente impegnativa.

UNA SELEZIONE IMPEGNATIVA

Una sfida virtuale ma entusiasmante, durata tre settimane, durante le quali i 20 finalisti hanno lottato con tutte le proprie forze per realizzare il grande sogno e che li ha visti percorrere un totale di 364.120 metri di dislivello e 7.731 chilometri (una media di 18,5 km e 867 m di dislivello quotidiano a testa). Ad avere la meglio sono stati, per gli uomini, l’italiano Giorgio Bezzi e lo spagnolo Pedro Alonso Tejero e, tra le donne, l’americana Kendra Joseph e la norvegese Linda Hildenes. I quattro hanno fatto breccia nelle scelte della giuria grazie al loro impegno e al loro entusiasmo. «Mountopia è ciò che mi spinge ad alzarmi la mattina presto e uscire, e quando le gambe non ne possono più, la mia Mountopia mi sprona: ‘Dai, ancora qualche metro di dislivello’ – spiega lo spagnolo Pedro Alonso Tejero – e quando la forza mentale mi sta per abbandonare, Mountopia mi mostra la strada e tiene viva la motivazione per continuare a correre. Mountopia è un sogno. Un sogno utopistico, che ora per me è diventato realtà».

NEL CUORE DELL’AUSTRIA

Il percorso, con partenza e arrivo a Kaprun, nella regione di Pinzgau, segue in gran parte il giro Glocknerrunde, il periplo del Grossglockner, la montagna più alta dell'Austria con i suoi 3.798 metri. Un itinerario, immerso nel Parco Nazionale degli Alti Tauri, tecnicamente impegnativo e che richiede una grande resistenza fisica e mentale.

Per maggiori informazioni: www.mountopia.com


Pila capitale europea della mountain bike dal 26 al 28 luglio

Pila, località che d’estate si trasforma in paradiso della mountain bike, torna ad essere teatro di grandi manifestazioni agonistiche di respiro internazionale: la sua anima downhill verrà celebrata nei prossimi giorni con la quarta tappa del circuito IXS European Downhill Cup, che torna a Pila dopo cinque anni, mentre ad agosto il nuovo circuito XCO sarà sede del Campionato Europeo Giovanile UEC, quest’anno in categoria 13/16 anni.

L'iXS European Downhill Cup, istituito nel 2008, è diventato il circuito più importante dopo la Coppa del Mondo. Pila avrà l'onore di ospitare la quarta di sei tappe sul collaudato percorso già tracciato della Coppa del Mondo nel 2005, a partire da quest’estate intitolata a Corrado Herin, recentemente scomparso. Questa gara di Coppa Europa è già stata ospitata da Pila per cinque edizioni consecutive, dal 2010 al 2014, rendendo il bike park Pila Bikeland talmente apprezzato a livello europeo da essere tutt’ora meta per tanti agonisti e appassionati di downhill provenienti da diverse nazioni europee. Alla quarta tappa dell’iXS European Downhill Cup 2019 sono attesi circa 400 atleti provenienti da 25 nazioni diverse, che porteranno con sé i propri team di tecnici meccanici e accompagnatori, per un totale di presenze che supererà le 1.500 persone durante i giorni della manifestazione.

 PROGRAMMA DELL’EVENTO

Venerdì 26 luglio

dalle 08.30                       Apertura Ufficio Gare

09h00 – 18h00                Accredito Atleti (pausa pranzo 1-2 pm)

10h00-12h00                   Ricognizione percorso a piedi

12h00-18h00                   Allenamento atleti

 

Sabato 27 luglio 

dalle 08.30                       Apertura Ufficio Gare

09h00-12h00                   Allenamento obbligatorio

12h00-13h00                   Allenamento non stop

13h00-14h00                   Allenamento Top 80 uomini-Top 10 Donne, Top 5 Masters and Top 5 U19 solo maschi

14h00-14h30                   Pista chiusa

Dalle 14.30                      Qualificazioni

 

Domenica 28 luglio

dalle 08.30                       Apertura Ufficio Gare

08h00-10h00                   Allenamento ufficiale

10h00-11h00                   Allenamento non stop

11h00-12h00                   Allenamento Top 80 uomini-Top 10 Donne, Top 5 Masters and Top 5 U19 solo maschi

12h00-12h30                   Pista chiusa

Dalle 12.30                      Finali Masters/U17/U19/Elite Uomini/Elite Donne

A seguire                          Super Finale Top 30 Elite Man

20 min.                             Dopo la gara cerimonia di premiazione

 


Incidente sul GVII, per Cassardo 450 metri di volo

A qualche ora di distanza da quelle terribili ore passate sul GVII aspettando l’elicottero dei soccorsi emergono i dettagli dell’incidente accaduto a Francesco Cassardo, che stava scendendo la montagna insieme a Cala Cimenti. A raccontarle lo stesso Cala in un post su Facebook: «Sono arrivato in cima al GVII, ero felicissimo, non riuscivo a crederci! Ho chiamato Erika per farle sapere che ce l'avevo fatta! Francesco non è arrivato in cima, gli mancavano 150 metri, non è riuscito a superare un crepaccio e poi era preoccupato per la discesa. Voleva conservare lucidità e forza. Quando ho incontrato Francesco durante la discesa con gli sci la parte più ripida non l'avevo ancora fatta. Quando sono arrivato in fondo gli ho scritto con l'Inreach che la discesa non era semplice e di fare la prima parte dalla cima che era leggermente meno ripida per provare, e che se non si sentiva a suo agio già lì, di togliere gli sci per la seconda parte. La montagna è molto ripida specialmente nella parte inferiore e la neve era molto dura, condizioni perfette per un buono sciatore ma che non permettono errori, lui ha fatto un errore proprio all'inizio della parte super ripida e ha iniziato a precipitare testa-piedi testa-piedi per 450 metri, saltando in velocità la terminale e fermandosi solo alla base della montagna Nella caduta ha perso tutto, zaino e vestiti, rimanendo solo con la maglietta intima strappata». Il momento più difficile? «Sicuramente la sera quando ho capito che l'elicottero non sarebbe arrivato e quindi ho dovuto lasciare solo Francesco per circa due ore, che stavo riscaldando col mio corpo, abbracciandolo, per andare a prendere i sacchi a pelo e il fornelletto in tenda. Ho seriamente temuto di trovarlo morto al mio ritorno, e invece respirava ancora. Per la seconda volta quel giorno mi ha stupito. Ha dimostrato una grande forza». Intanto la prima tac «non evidenzia nessun trauma alla colonna cervicale, nessun trauma all'addome e nessun versamento, nessun trauma e versamento al cervello. Ha una frattura ad un polso e forse al gomito. Forse anche qualche dito. Ci sono congelamenti alle dita delle mani e al naso».


Integrale di Peuterey in meno di 16 ore per Cazzanelli-Steindl

Dopo le quattro creste del Cervino nel 2018, si riforma il tandem François Cazzanelli-Andreas Steindl che nei giorni scorsi ha chiuso l'integrale di Peuterey, sul Monte Bianco, in meno di 16 ore, con partenza e arrivo dal camping Peuterey. Lungo il percorso, a fotografare, Marco Camandona e Luca Rolli. Ecco come descrive l'impresa Cazzanelli in un post su Instagram.

© Instagram/François Cazzanelli

«Prepariamo il materiale e il pomeriggio portiamo i nostri zaini alla base della cresta sud della Noire e ritorniamo a valle! Il mattino dopo (venerdì 19 luglio) alle 3:30 partiamo dal Campeggio Monte Bianco la sorgente Peuterey! Tutto gira perfettamente e dopo 5 ore siamo in vetta alla Noire facciamo le doppie e ripartiamo verso la Blanche. Senza intoppi dopo 9 ore e 30 minuti siamo al colle di Peuterey pronti ad attaccare il Pillier d’Angle e la cresta di Peuterey. Dopo 11 ore e 50 minuti dalla partenza siamo sul Monte Bianco di Courmayeur e dopo 12 ore e 12 minuti sulla vetta del Monte Bianco di Chamonix! Ci abbracciamo, arrivano anche @tetostrad e @heromeperruquet che hanno salito la cresta in due giorni un momento stupendo! Restiamo in vetta 10 minuti poi ripartiamo! Non è finita ci tocca ancora ritornare a valle! Per la discesa abbiamo scelto la via normale Italiana dal rifugio Gonella. La stanchezza si fa sentire lo zaino con dentro tutto il materiale sembra sempre più pesante! Stringiamo i denti e dopo 15 ore e 55 minuti facciamo ritorno al camping Peuterey la sorgente da dove siamo partiti alle 3:30 della mattina (per scendere abbiamo impiegato 3 ore e 33 minuti). Per darvi i numeri in 15 ore e 55 minuti abbiamo salito e sceso 4276 m di dislivello con uno sviluppo di 45,37 km».

© Instagram/François Cazzanelli

 


65 rose per 65 cime contro la fibrosi cistica

In inglese cystic fibrosis e 65 roses pronunciati da un bambino hanno un suono molto simile. Ecco perché la Lega Italiana Fibrosi Cistica, per sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo della montagna alla lotta contro la malattia genetica ha ideato l’iniziativa 65 rose per 65 cime. Il gioco è semplice: basta portare con sé una rosa, vera o artificiale, su una vetta e farsi un selfie. La foto va poi inviata 65cime@fibrosicistica.it . L’idea è quella di accostare la bellezza della montagna e la purezza dell’aria a una malattia che ha fame d’aria e di vita. Il progetto, voluto dall’artista e scrittore Roberto Bombassei, è partito il primo luglio ed è sostenuto, oltre che dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica, da Montura (nei negozi del brand si possono ritirare delle roselline create appositamente per la campagna). La rosa è anche il simbolo internazionale della fibrosi cistica. Il progetto prevede inoltre conferenze e seminari in tutta italia. 65cime.fibrosicistica.it