Oasi Zegna Campionato Italiano Ultra

La partenza domenica alle ore 5:00 da Bielmonte

Domenica 16 giugno è un'altra data importante nella pluri-ventennale storia dello skyrunning in Italia. Il Trail Oasi Zegna dà infatti ufficialmente il via al primo Campionato Italiano Skyrunning nella disciplina Ultra. Dopo l’assegnazione del primo titolo Ultra in tappa unica lo scorso anno al Trail d’Oulx, quest’anno il format si completa con tre prove in programma. Oltre al Trail Oasi Zegna, seguono la Royal Ultra SkyMarathon il 4 agosto e la finale del 20 ottobre con il Tartufo Trail Running. Il titolo finale verrà assegnato in base ai due migliori risultati conseguiti da ciascun atleta. Molti gli atleti italiani che puntano al titolo di specialità detenuto da Fabio Bazzana e da Silvia Serafini.

TERZA EDIZIONE - Giunto alla sua terza edizione, il Trail Oasi Zegna di 60 km e 4.200 m D+, con partenza e arrivo a Bielmonte (BI), in Piemonte, propone un percorso duro che lo scorso anno ha visto primeggiare Daniele Fornoni (Tecnica) in 8h03’57’’ e Cecilia Mora (Valetudo Skyrunning) in 9h09’58’’.Quasi 400 atleti saranno presenti al via domenica in una delle prove in programma con partenza, per la 65 km, fissata alle ore 5:00. 


Grande attesa per la Ronda dels Cims

Tra i favoriti gli italiani Brunod e Canepa

Dopo la Transvulcania Ultramarathon, il circuito Ultra delle Skyrunner World Series sbarca ad Andorra. In programma il 21 giugno, la Ronda dels Cims di 170 km e 13.000 m D+.  Ad attendere gli oltre 300 concorrenti, quest’anno non ci saranno soltanto i km, il dislivello e i15 passi tra i 2.400 e i 3.000 metri d’altitudine, ma a rendere la gara ancora più dura è la presenza di neve su alcuni tratti del percorso. Gli organizzatori stanno però vagliando alcune possibili varianti del percorso. Per il circuito quindi un vero e proprio esordio nelle 100 miglia in puro stile skyrunning.

DONNE - Tra le donne, saranno al via la spagnola Nerea Martinez vincitrice quest’anno della Transgrancanaria e detentrice record della Ronda dels Cims stabilito nel 2012 in 35h31’21’’; la francese Emilie Lecomte, vincitrice nel 2012 della 100 miglia La Diagonale des Fous e quinta alla Transvulcania; la tedesca Julia Boettger, terza a La Diagonale des Fous; e la compagna di team e la giapponese Hiroko Suzuki, seconda all’UTMF. Per l’Italia, occhi puntati su Francesca Canepa (Team Vibram) seconda all’UTMB e vincitrice del Tor des Géants lo scorso anno. Non sarà invece presente l’inglese Lizzy Hawker a causa di un infortunio.

UOMINI - Tra gli uomini, i pronostici sono quasi tutti per il francese Julien Chorier, quest’anno già secondo all’UTMF. Altri possibili protagonisti, lo spagnolo Salvador Redondo, secondo lo scorso anno alla Ronda dels Cims, l’andorriano Xavier Teixido, sesto sulla distanza dei 112 km dell’Andorra Ultra Trail, il giapponese, Kenichi Yamamoto, primo al Grand Raid des Pyrenees (160 km) e terzo all’UTMF, gli americani Jared Campbell vincitore della Hardrock nel 2010 e tredicesimo lo scorso anno e Dave James, campione americano della 100 miglia nel 2012 e l’australiano Matt Cooper, quinto alla TNF100. Per l’italia, la leggenda vivente Bruno Brunod è atteso al suo ritorno in Coppa del Mondo dopo molti anni di assenza. Il suo curriculum include la vittoria del primo Campionato del Mondo nel 1998 e poi un crescendo di vittorie e record compresa quella di salita e discesa al Cervino che la superstar Kilian Jornet tenterà di battere quest’anno. Il tempo record record della corsa è stato stabilito nel 2011 dallo Spagnolo Miguel Heras in 30h04’28”. E’ improbabile che verrà battuto quest’anno a causa della molta neve presente sul percorso.   


Trail degli Eroi, le novita'

Appuntamento il 29 settembre sul Grappa

Ritorna il Trail degli Eroi - Trofeo Scarpa che si terrà domenica 29 settembre con partenza da Semonzo del Grappa (Tv). Il numero degli atleti rimane invariato rispetto alla scorsa edizione e saranno disponibili 350 posti. Una novità per quanto riguarda i ristori, dove ci saranno solo acqua ed eventualmente bevande calde o isotoniche in base al clima che ci sarà nei giorni del trail. Una caratteristica che si aggiunge all’autosufficienza alimentare che da sempre rende la gara ancor più indimenticabile ed avventurosa! Il tema dell'alimentazione e rifornimento in gara sta molto a cuore al comitato organizzatore ed è proprio per questo che per la serata pregara ci sarà presso la sala convegni di Alp Station un incontro con un atleta Montura che tratterà il tema 'Trail e alimentazione'. Quest'anno per i famigliari e i tifosi sarà possibile, previa prenotazione, utilizzare la navetta che porterà in vetta al Monte Grappa per vedere transitare gli atleti e per visitare le gallerie e il museo del Sacrario di Cima Grappa. La gara infine aderisce al progetto 'Io non getto i miei rifiuti' e quindi nei ristori non saranno presenti bicchieri di plastica.  


Lanzarote 'sold out' per la Haria Extreme

Sabato oltre 1000 iscritti alla gara valida per la Coppa di Spagna

32,5 km e 1450 m di dislivello positivo. Quota massima raggiunta 640 m. La Harìa Extreme 2013, sull'isola di Lanzarote, alle Canarie (Spagna), in programma sabato prossimo 15 giugno, si candida come una delle gare must della stagione. Oltre mille gli iscritti alle tre formule (oltre alla lunga,denominata 'Copa', una 22 km e una 11 km). La 'Copa' sarà valida come seconda prova della Coppa di Spagna alla quale prenderanno parte tanti big: Luis Alberto Hernando e Ragna Debats, vincitori della prima gara, poi Zaid Ait Malek, David Castán, Iván Ortiz, Aritz Egea, Aitziber Ibarbia, Maite Maiora Elizondo, Nuria Domínguez, Eva María Moreda, Pablo Criado, Nerea Amilibia, Elena Calvillo. Sono previsti anche Fernanda Maciel e Zigor Iturrieta.

ZAID VINCITORE… ANZI NO - Proprio Zaid Ait Malek, terzo a Zegama, è stato vittima di un episodio spiacevole recentemente alla Media Maratón Calahorra - La Ragu, classificata come Mezza Maratona di Montagna ma sotto l'egida della Federacion de Atletismo. L'episodio, segnalato anche da Kilian Jornet in un tweet, ha dell'incredibile: Malek ha vinto la gara ma, non essendo tesserato per le gare su strada ma per quelle di montagna, non è stato premiato. L'episodio ha suscitato molte polemiche… 


Kilian personaggio globale terza parte

Ore 15:29, un ventenne vince l'UTMB

Segue da:

KILIAN PERSONAGGIO GLOBALE PRIMA PARTE e SECONDA PARTE

La prima notte dell’UTMB è ormai alle spalle. Kilian conduce la gara in solitaria ormai da più di 60 km. Dietro di lui, però, i più esperti senatori della gara sono pronti al recupero nella seconda parte del percorso. 

L’ALBA DE SECONDO GIORNO - Verso le 5:40 del mattino, Kilian giunge ad Arnouva e dopo una sosta di un paio di minuti si appresta ad affrontare la salita che porta in cima al Gran Col Ferret. Lo raggiunge alle 6:38 e porta il suo vantaggio a 34’ sempre su Dawa. Scott Jurek transita invece con un ritardo di quasi 50’. I tempi della sola salita incominciano a dare indicazioni diverse. Kilian sale i 770 metri di dislivello in 55’, Dawa Sherpa in 1h00’, Scott Jurek e Julien Chorier in 1h02’ minuti e Marco Olmo in 1h03’.Sono ancora in pochi quelli che credono in una tenuta di Kilian e molti quelli che immaginano un suo imminente crollo. Si pensa che si sia spinto già oltre quelle che sono le sue reali possibilità e che l’UTMB non fa sconti a nessuno.

IN TERRITORIO SVIZZERO - A Champex Lac, dopo 124 km di corsa, gli spettatori svizzeri sono quasi increduli nel vedere un atleta così giovane in testa all’UTMB. Eppure Kilian sembra tutt’altro che stanco. Sorride e saluta chiunque faccia il tifo per lui. A vederlo così disinvolto e con un abbigliamento così leggero, stentano tutti a credere che sia partito da Chamonix quasi 15 ore prima ed abbia superato indenne le insidie della prima notte.  Sono le 9:14 del mattino e la sua sosta non dura più di qualche minuto. Dawa transita dopo 34’ e tutto il tifo è per lui. Oltre ad essere uno dei veterani della corsa risiede a Ginevra, e per questo motivo nel tratto svizzero gioca in casa. E’ l’unico che sembra ancora reggere il ritmo di Kilian. L’americano Scott Jurek si ritira infatti proprio a Champex Lac. In terza posizione transita il francese Julien Chorier con un distacco di 53’. Marco risale 6° posizione ma il suo ritardo è di 1h36’. Alle 10:17 Kilian è in cima a Bovine dopo aver affrontato quella che è considerata una delle salite più impegnative di tutta la corsa. La supera in 1h23’, Dawa 1h26’, Julien e Marco in 1h34’.  Alle ore 11:19, dopo 16h47’ di gara, Kilian arriva nell’abitato di Trient. Ha già percorso 140 km e 7.800 metri di dislivello positivo. In questo tratto di gara Dawa mantiene un distacco pressoché invariato di 36’ mentre Julien scivola a 1h131 minuti e Marco a quasi 2 ore ma raggiunge la 4° posizione in classifica.

IL CAPOLAVORO - Sulla successiva salita, quella che porta a Catogne, Kilian decide di imprimere un colpo definitivo agli avversari e compie un vero e proprio capolavoro tattico. Nei 4,7 km di salita e 750 metri di dislivello positivo, distacca Julien di 8’, Dawa di 13’, e Marco di 16’. L’italiano perde una posizione a discapito del giapponese Kaburaki che adesso è 4°.
In cima a Catogne, alle ore 12:15 di sabato 30 agosto 2008, i giochi per la vittoria finale dell’UTMB sembrano ormai fatti.

IL RITIRO DI MARCO - A Vallorcine, dopo 150 km di gara, è costretto al ritiro Marco Olmo quando era in 7° posizione assoluta. L’italiano accusa problemi muscolari ma in ogni caso la corsa ha registrato dei ritmi molto più sostenuti rispetto agli anni precedenti. Nel 2007, anno in cui aveva vinto, Marco era transitato nello stesso punto di rifornimento di Vallorcine dopo 19h46’. Quest’anno il giovane Kilian è transitato dopo 18h14’, ovvero 1h38’ prima. 

LA PENALIZZAZIONE - A Vallorcine Kilian ha un vantagio di 53’ su Dawa e di 1h31’ su Julien e si appresta ad affrontare l’ultima salita della corsa, quella che dal Col Des Montets porta prima alla Téte au Vent e poi a La Flegére. Sono gli ultimi 600 metri di dislivello positivo dell’UTMB è costituiscono una novità nel percorso della gara.
Al Col Des Montets, però, commette una leggerezza prendendo un gel e bevendo un sorso d’acqua dall’amico Jordi Lorenzo e la conseguenza di questo gesto è un’inevitabile penalizzazione di tempo che sconterà seduto su un masso a La Flegere, chiacchierando con i volontari in attesa di ripartire. Il suo vantaggio su Dawa, nel frattempo, è salito a 1h06’ e quello su Julien a 1h36’.

L’IMPRESA -  A Kilian rimane un'unica discesa da percorrere prima di arrivare nell’abitato di Chamonix dove lo attende una folla impressionante di tifosi. Solo più 7 km e 830 metri. Nonostante la penalizzazione Kilian vola letteralmente verso il traguardo e lo taglia dopo soli 43 minuti di distanza. Alle ore 15:29, dopo 20h56’59’’ l’impresa è compiuta. Sulla linea d’arrivo, giunge un ragazzino vestito di nero con una bandiera catalana in mano. L’ovazione della folla è tutta per lui. Kilian Jornet Burgada, spagnolo di quasi ventuno anni, è il vincitore della 6° edizione dell’Ultra-Trail du Mont-Blanc. Suo è anche il nuovo tempo record della corsa. Nonostante i 5 km aggiuntivi e la nuova salita nel finale, abbassa il tempo del 2007 di Marco Olmo di 35 minuti.  Le telecamere e i fotografi di tutto il mondo sono solo per lui. Quando Kilian taglia vittorioso il traguardo di Chamonix, Dawa, il suo diretto rivale per tutta la corsa, ha da poco superato la Téte au Vent, e dove ancora percorrere i 10 km finali. Riesce  comunque a conquistare un prestigioso secondo posto con un distacco finale di 59’53’’.  Terzo è il francese Julien Chorier, con un distacco di 1h34’36’’ e quarto il giapponese Tsuyoshi Kaburaki a 2h14’.

L’INIZIO DI UNA NUOVA EPOCA -«L'UTMB è una competizione che può essere raccontata con molti numeri, 167 chilometri, 9400 metri, 2300 partecipanti o 20h56, ma per me è stata, prima di tutto, una nuova esperienza che può essere spiegata solo il ricordo di tutte le emozioni vissute. Ci sono stati due momenti su tutti che mi hanno fanno emozionare, la folla festante alla partenza e, meno di un giorno dopo, nello stesso identico luogo, la stesa folla che e tornata per festeggiare il mio arrivo. Sono emozioni che può provare solo chi ha terminato una corsa come l’Ultra-Trail du Mont-Blanc. E’ stata un'esperienza nuova, con dimensioni del tutto inedite e un’organizzazione a dir poco impressionante. Ho avuto molti tifosi che sono venuti a tifare per me, non solo spagnoli e catalani. Si sono aggiunti gli amici dello sci, con i famigliari di Florent Troillet al completo, i miei nonni, Pau, Joan, Silvia, Elsa, Mireia, Belen e mia mamma Nuria a cui dedico tutti i miei sforzi». 

L’edizione 2008 dell’UTMB non ha regalato soltanto emozioni dal punto di vista sentimentale. Ha offerto anche una nuova lettura delle ultra distanze dal punto di vista prettamente competitivo. Kilian in meno di ventuno ore ne ha saputo rivoluzionare l’approccio mentale. Il suo vero talento si traduce semplicemente nella capacità e nella follia di aver visto e osato oltre gli schemi precostituiti fino a quel momento. Ancora prima della partenza non ha cercato riferimenti in nessun altro oltre che in se stesso. Non si è aggrappato all’esperienza dei senatori, cercando di imitarne la sostanza, ma solo al suo istinto. A soli vent’anni, ha programmato il tutto nei minimi dettagli, prima iscrivendosi alla corsa, poi affittando un alloggio in loco e infine allestendo personalmente un team per l’assistenza in gara.

LA POLEMICA SUL MATERIALE - Nei giorni successivi i nostalgici conservatori del movimento, giusto per rimanere nell’ambito degli schemi precostituiti prima citati, hanno esposto una loro prima tesi difensiva appellandosi alla presunta mancanza del materiale obbligatorio da parte del vincitore. Lo stesso Kilian, nei giorni successivi ha voluto fare chiarezza su questo punto, unico piccolo errore che raramente ripeterà nel seguito della sua carriera. Da quel momento in poi, infatti, raramente replicherà ai tanti dubbi, sospetti e invidie dei pochi.  Kilian durante lo svolgimento della gara, come dichiarato dagli stessi organizzatori, è stato controllato cinque volte, a Chapieux, La Fouly, Champex, tra Catogne e Vallorcine, Vallorcine, e infine alla Tête aux Vents.  Sotto la maglietta indossava una cintura con una tasca dove ha riposto la giacca antivento, i pantaloni antivento, due frontali, le pile di ricambio, un nastro, la coperta termica e il fischietto.  Aveva poi un contenitore simile a quello del Camel-Back che non ha quasi mai riempito perché ha bevuto prevalentemente nei punti di ristoro. Anche questa era ripiegata sotto la maglietta. In Svizzera, con il sopraggiungere del caldo, ha poi indossato gli occhiali e un cappellino.

IL PROSEGUO DELLA STAGIONE - Per concludere questo ricordo dell’anno 2008, non resta altro da fare che raccontare il proseguo delle Skyrunner® World Series. Avevamo lasciato Kilian in testa alla classifica dopo il Giir di Mont di Premana. Aveva poi rinunciato a partecipare a due gare per prepararsi al meglio la CCC, poi diventata l’Ultra Trail du Mont Blanc.

AUGUSTI ROC VERSO LA VITTORIA
- Nel frattempo, il 10 agosto lo spagnolo Augusti Roc andava a correre in Svizzera alla  Sierre Zinal e giungeva 3° a più di 7’ dall’italiano Marco De Gasperi. Il 23 agosto, lo stesso Augusti vinceva il Mount Kinabalu International Climbathon. Sempre lui vinceva quindi anche in Inghilterra portandosi a 66 punti di vantaggio su Kilian nelle Skyrunner® World Series.

LO SCACCABAROZZI - A questo punto mancava una sola gara per concludere il prestigioso circuito. A soli 20 giorni dall’Ultra Trail du Mont Blanc si svolgeva in Italia, a Pastruno, l’8° Trofeo Scaccabarozzi – Sentiero delle Grigne. Una gara di 42 km considerata tra le più tecniche dell’intero circuito. Era difficile fare dei pronostici per Kilian. Dopo i 166 km dell’Ultra Trail du Mont Blanc, nessuno, tranne lui, poteva immaginare se il suo fisico si fosse ripreso da quell’immensa fatica.

MAI NESSUNO COME LUI - Dopo una gara combattuta fin dall’inizio, Kilian riusciva nell’impresa e tagliava il traguardo a pari merito con l’amico Jessed Hernandez con un tempo finale di 4h44’40’’. Augusti Roc non riesce ad andare oltre al 5° con un ritardo di 16 minuti e Kilian si laurea così vincitore, per il secondo anno consecutivo, delle Skyrunner® World Series.

Il 30 agosto 2008, nasce l’atleta Kilia Jornet che tutti gli appassionati conoscono. Un atleta in grado di primeggiare nello sci alpinismo come nella corsa in montagna, nei km verticali, nelle corte e medie distanze e da questo momento in poi anche nelle ultra distanze.  


Simona Morbelli, avvicinamento alla 80 di Chamonix

L’atleta di Courmayeur ieri seconda in Svizzera

Senza troppo clamore, ieri Simona Morbrelli ha corso in Svizzera al Trail du Paccots. Una tappa programmata in vista della prossima sfida di fine mese alla 80 km di Chamonix. Ne è arrivato un secondo posto che serve per il morale in vista del grande appuntamento.  

Ieri hai corso in Svizzera, sei arrivata seconda a pochi metri dalla prima, ci racconti qualcosa della gara?

«Insieme a Fulvio Massa, il mio preparatore, abbiamo deciso di scegliere una gara di avvicinamento al mio prossimo obiettivo. Il Trail du Paccots ci sembrava l'ideale, una maratona di 42 km con 3.000 m di dislivello in montagna. Correre oltre Alpe ti fa capire le differenze con l'Italia. Il livello è molto più alto e tutti i problemi che noi ci facciamo riguardo al tracciato spesso non sussistono. La gara è stata davvero impegnativa, con fango costante e neve sul percorso. La pioggia, inoltre, l'ha resa ancor più difficoltosa. Purtroppo ho sbagliato strada e mi sono giocata il gradino più alto del podio, ho recuperato stavo davvero bene, e sono arrivata a poche decine di metri dalla prima, purtroppo non ne avevo altri per superarla».  

Il tuo prossimo impegno?

«Il 28 giugno, con la 80 km della Chamonix Mont Blanc. Ho deciso di rinunciare ad  una gara di 'casa' la settimana prima e seguire un challenge italiano importante perché il cuore mi porta a rischiare. Mi interessa fare un buon tempo personale, fare bene per me stessa, il resto viene da sè».   

lo scorso anno hai vinto il Salomon Trail Tour, quest’anno hai un obiettivo su tutti?

«Quest'anno m’interessa fare le gare che mi stimolano, il programma della stagione è basato e condiviso proprio su questo mio desiderio. L'obiettivo principale è la Courmayeur-Champex-Chamonix (CCC), 100 km intorno alle mie montagne. Vorrei migliorare il tempo dello scorso anno e migliorare la performance in generale».  

Se dovessi scegliere qualcosa in generale, a cosa non potresti mai rinunciare?

«Un infortunio lo scorso inverno alla spalla facendo sci d'alpinismo, mi sta portando a rinunciare ad ascensioni impegnative, dovrò aspettare il fine della stagione per occuparmi del problema. Direi che sto già rinunciando a molto. Per il resto non toccatemi la corsa!»   

Sei contenta delle tue scelte sportive?
«Come ho già detto prima, le mie scelte sono dettate dalla voglia di avere sempre l'entusiasmo nel correre. Faccio parte di un team, è giusto vagliare insieme le diverse possibilità e cercare di capire cosa è meglio per me, ma sempre con l'obiettivo principale della motivazione, del divertimento, altrimenti non avrebbe senso la corsa, fare anche dei sacrifici per essa ed essere felici nel farlo».  


Bernard Dematteis e Belotti vincono al Monte Faudo

La gara era la prima prova del Campionato Italiano Corsa in Montagna

Bernard Dematteis si è imposto ieri al Monte Faudo, nei pressi di Imperia, in Liguria, nella prima prova dei Campionati Italiani di Corsa in Montagna. Dematteis (Podistica Valle Varaita) ha fermato il cronometro a 49'25'', davanti ad Alex Baldaccini (GS Orobie, 50'04'') e Xavier Chevrier (Atletica Valli Bergamasche, 50'44''). Quarto il fratello di Bernard, Martin, quinto Gabriele Abate, sesto Tommaso Vaccina e settimo Marco De Gasperi. Nella top ten anche Emanuele Manzi, Jean Baptitse Simukeka e Massimo Mei. Nella gara rosa vittoria di Valentina Belotti (Runner Team 99 SBV, 44'52''), davanti ad Elisa Desco (Atl. Alta Valtellina, 45'48'') e Renate Rungger (GS Forestale, 46'01'').


Tagliole per ferire gli atleti al Soglio

Drammatica scoperta dei volontari sul percorso

La sentinella del Canavese riporta una notizia che ha dell'inverosimile. In occasione dell'ultimo Trail del Monte Soglio, disputato a Forno Canavese (TO) il 25 maggio scorso, nell'ultima perlustrazione del percorso sarebbero state scoperte delle tagliole posizionate e progettate appositamente con il fine di ferire gli atleti in gara. E' solo grazie alla meticolosa attenzione degli organizzatori della gara, e in particolare degli alpini adibiti al controllo,  che non si è quindi sfiorata la tragedia.

Lo stesso quotidiano riporta che il fatto è stato prontamente segnalato alla Procura della Repubblica.

PRATIGLIONE. L'ultima edizione del trail del Monte Soglio (disputato domenica 26 maggio) avrebbe potuto trasformarsi in tragedia. In un campo sopra Pratiglione era stata nascosta una trappola ideata probabilmente per ferire gli atleti. Un vero e proprio attentato all'importante corsa canavesana, scongiurato dalla prontezza del gruppo degli alpini di Forno. Durante l'ultima ricognizione, prima dell'inizio della competizione valida per il titolo italiano di specialità, i volontari si sono imbattuti in un lungo filo d'acciaio teso ad un'altezza di 40–50 centimetri da terra. Pochi metri più avanti, nascosti nel sottobosco, erano conficcati nel terreno aghi e spunzoni di legno di diversa dimensione e forma. Allora, gli alpini hanno deciso di controllare tutta l'area e in poco tempo si sono trovati di fronte ad un vero e proprio campo minato. La trappole e il filo non erano destinati ad allontanare cinghiali o altri ungulati, ma posizionati per “catturare” e ferire persone. Secondo un piano tanto diabolico quanto sadico, le punte erano collocate in modo da conficcarsi nella carne di chi non vendendo l'ostacolo fosse inciampato. 

Notizia completa su La Sentinella del Canavese


A Padua e Serafini la Valmalenco-Valposchiavo

Come ogni anno grande spettacolo in gara

Un’organizzazione impeccabile, due tracciati promossi a pieni voti e un livello concorrenti sempre altissimo hanno determinato il successo della International SkyRace Valmalenco - Valposchiavo 2013. Nella 'bombonera' di Plaza da Cumün il numeroso pubblico presente ha salutato i successi del fenomeno colombiano Antonio Padua e della trevigiana Silvia Serafini. Dominatori della Mini SkyRace sono invece stati  il colombiano Victor Cortes e la giovane azzurra di skialp Giulia Compagnoni. Nonostante la tanto annunciata pioggia abbia cercato di ostacolare in tutti i modi l’eccellente lavoro svolto dai numerosi volontari di Sportiva Lanzada e Sportiva Palù, la terza tappa del La Sportiva Gore-Tex Mountain Running Cup si è rivelata un grande, grandissimo successo con 335 concorrenti ai nastri di partenza.

Non effettuare il tracciato integrale da 31km, con partenza dal borgo malenco e transito al GPM di Passo Campagneda; passo contraddistinto da un suggestivo nevaio che precede la lunga picchiata verso il traguardo, non è stata scelta facile. Più e più volte Moreno Raselli e il suo staff si sono confrontatati sul da farsi, ma alla fine la decisione di dare credito alle previsioni e privilegiare la sicurezza degli atleti si è rivelata vincente e condivisa.    

CRONACA - Qui terzo lo scorso anno, il ventunenne figlio d’arte colombiano si era presentato ai nastri di partenza con un preciso obiettivo: entrare nella storia di questo sport aggiudicandosi una delle competizioni più ambite e prestigiose a livello continentale. Compito non facile, vista la presenza di agguerriti avversari e una tracciato che, sebbene di riserva, si sviluppava  su 26Km con 3200m di dislivello totale. Pronti via e, a dare fuoco alle polveri ci ha provato  l’alfiere del Team Crazy Idea Fabio Bazzana. Dopo pochi minuti Antonio Padua ha però preso il comando portandosi in scia il campione italiano Tadei Pivk e l’ex crociato del fondo Gion-Andrea Bundi.  Sulle loro tracce inseguitori di tutto rispetto come Regazzoni, Lopez Castan, Bert, Bazzana, … 

Con il passare dei chilometri le posizioni di testa non sono cambiate se non per un tentativo di attacco del friulano Tadei Pivk sulla prima discesa. Ristabilite le gerarchie, Antonio Padua ha di nuovo attaccato per poi presentarsi in solitaria al traguardo in 2h07’29”. Sul podio con lui Tadei Pivk  - 2h08’22” - e Gion-Andrea Bundi - 2h13’45”-. Menzione d’obbligo nella top ten di giornata anche per Andrea Regazzoni 4°,  David Lopez Castan 5°, Fabio Bazzana 6°, Adell Cristobal 7°, Paolo Bert 8°, Mikhail Mamleev 9° e Gyorgy Szabolcs 10°. 

Subito delineate le posizioni nella gara in rosa con la favorita Silvia Serafini tallonata dalle Valetudo Emanuela Brizio e Silvia Cardone. Al traguardo la trevigiana del Team Salomon Agisko ha scritto il proprio nome nell’albo d’oro di questa prestigiosa gara fermando il crono sul tempo di 2h39’45”. Alle sue spalle una mai doma Brizio -2h41’01”- e una Cardone un grande spolvero -2h41’30”-. Giù dal podio, ma molto bene anche Raffaella Rossi 4ª e Chiara Gianola 5ª. 

MINI SKYRACE - Vecchie glorie e giovani campioni al via del circuito da 16 km (1100+/-) che di fatto ricalcava l’anello percorso due volte dai 265 skyrunner della gara lunga. Qui a dettare i tempi dopo le schermaglie iniziali sono statI un aficionados della Valmalenco - Valposchiavo come il messicano Vicort Cortes e la giovane promessa dello skialp azzurro Giulia Compagnoni. Il primo, ha vinto e siglato il nuovo miglior tempo del tracciato passando sotto lo striscione in 1h17’55”. Argento di giornata sulle spalle del ceco Martin Berka - 1h22’06”- e il bronzo su quelle del talentuoso svizzero Micha Stainer - 1h23’26”-. Nell’ordine sono poi sfilati in mezzo alla torcida di Plaza da Cumün Saul Padua (padre del giovane Antonio, vincitore della gara lunga), Roberto De Lorenzi, Radim Berka, Stefano Rossatti, il campioncino di casa Moreno Zanetti, Salah Cinaur e Davide Greppi. Al femminile, bella conferma della diciassettenne di Valfurva Giulia Compagnoni che lasciati sci e pelli di foca ha dimostrato di ottenere eccellenti responsi anche con le scarpette da trail running. Per lei finish time di 1h46’13” che le ha permesso di mettere dietro la svizzera Monika Schneebeli -1h59’35” e la bormina Lucia Pianta - 2h04’00”.   


Pigoni e Borzani dominano al Malandrino

Per i due azzurri, ultimo test prima dei mondiali

Partito a mezzanotte da Prato (Po), il Trail del Malandrino come ogni anno è giunto sul piazzale dell'Abetone (PI) percorrendo gli impegnativi 70 km e 4.550 m D+ dell'Appennino toscano. Gara valida per il circuito Tecnica Trail Trophy e magistralmente organizzata dall'associazione Banda dei Malandrini.

PIGONI FA IL VUOTO - Nonostante la pioggia e il forte vento nella seconda parte di gara, Matteo Pigoni torna alla vittoria e lo fa con un gran tempo di 8h22'04''. Alle sue spalle il vuoto con il solo Nicola Bassi che, con 36', riesce a mantenere il distacco entro l'ora. Terzo classificato Francesco Pompoli in 9h27'29''.

BORZANI SUPER WOMAN - Vittoria senza rivali anche per Elisa Borzani che con il tempo finale di 9h55'06'' ottiene anche il quinto posto assoluto. Alle sue spalle, Giuliana Arrigoni a 1h17' e Marta Poretti a 1h31'.

TOP UOMINI


1. Pigoni Matteo (Team Tecnica) 08h22.04
2. Bassi Nicola (Team Vibram) 08h58.25
3. Pompoli Francesco (UISP Ferrara) 09h27.29
4. Marazzi Giuseppe (Team Vibram) 09h42.38
5. Falleri Massimiliano 10 h01.13  

TOP DONNE


1. Borzani Lisa (Team Lafuma Italia) 09h55.06
2. Arrigoni Giuliana (Team Tecnica) 11h12.54
3. Poretti Marta (Fresian Team) 11h26.26


La Rigantoca a Ansaldo, Barnes e Oliveri

Sull'Antola nel cuore della notte

Si è svolta questa notte la prima edizione della Rigantoca&Dipiù, gara di 52 km e 2.900 m D+ con partenza dalla centralissima piazza De Ferrari, nel centro storico di Genova.

A mezzanotte, circa 120 atleti hanno preso il via percorrendo, come primo tratto di gara, l'insolita ma pittoresca cornice offerta dalle strade e dai locali della movida genovese. La sfida, arrivare ai 1.597 metri dell'Antola nel cuore della notte per poi scendere all'arrivo di Caprile.

Il marocchino Abdelali Errazine e Augusto Zamboni, azzurro di canottaggio indoro e già campione del mondo di specialità,  tengono alto il ritmo nella prima parte di gara. Escono poi sulla distanza  i compagni di team Davide Ansaldo e Pablo Barnes e rimangono in testa fino all'arrivo chiudendo con il tempo di 6h15'48''. Alle loro spalle, Augusto Zambon in 6h26'02''.

Tra le donne, dominio assoluto per Virginia Oliveri che chiude in 6h49'53'' e il sesto tempo assoluto. Dietro di lei, Giulia Amadori a 52' e terzaTeresa Mustica a oltre 1h15' di distacco. 

TOP UOMINI
1. Davide Ansaldo (Team Salomon Agisko) 6h15'48''
2. Pablo Barnes (Team Salomon Agisko) 6h15'48''
3. Augusto Zamboni (Città di Genova) 6h26'02''
4. Francesco Mainardi (Santolcese) 6h43'56''
5. Fabio Bidone (Delta Spedizioni) 6h43'56''
6. Paolo Piano (Santolcese) 6h49'56''
7. Riccardo Saporiti (Atletica Due Perle) 7h02'13''
8. Roberto Pittaluga (Santolcese) 7h21'57''
9. Abdelali Errazine (Sisport) 7h33'51''
10. Marco Dallocchio (Gli Orsi) 7h37'23''

TOP DONNE
1. Virginia Oliveri (Team Salomon Agisko) 6h49'53''
2. Giulia amatori (Distancegirl) 7h41'11''
3. Teresa Mustica (Cambiaso Risso) 8h06'05''
4. Vera MAzzareloo (Ovadese Trail Team) 8h29'01''
5. Samantha De Stefano 8h41'13'' 

In CALENDARIO OUTDOOR RUNNING la classifica completa.


Kilian Jornet alla prima su strada

Per la prima volta l'atleta spagnolo correrà su asfalto

Il 23 giugno l'atleta spagnolo Kilian Jornet si cimenterà per la prima volta in carriera in una gara su asfalto. La manifestazione scelta è la 10 km 'L'Equipe' che si svolgerà a Parigi.

Una manifestazione particolare, organizzata dal primo quotidiano sportivo transalpino, che ha una finalità benevola a favore dell'associazione Mécénat Chirurgie Cardiaque. Con 15.000 iscritti e un parterre di livello, sarà quindi un ulteriore banco di prova per valutare il talento dello spagnolo anche al di fuori del suo usuale contesto di montagna.

Da parte di tutti gli appassionati, i pronostici sul tempo finale di Kilian sono aperti.