Bernard Dematteis campione europeo di corsa in montagna
In Bulgaria tante medaglie per l'Italia
Bernard Dematteis è il nuovo campione europeo di corsa in montagna. A Borovets, in Bulgaria, il cuneese, portacolori della Podistica Valla Varaita, ha dettato legge nella gara sulle pendici del Musala Peak. Primo al termine degli 11.8 km del percorso (+ 1152m/-151m) con il tempo di 56'30": battuti i due super-favoriti della vigilia, il turco Ahmet Arslan, che alla fine si è dovuto accontentare del bronzo, e lo svizzero David Schneider, solo decimo al traguardo. Ma è stata 'grande Italia': alle spalle di Dematteis, argento per Alex Baldaccini (57'35"), davanti ad Arslan (57'47"), con quarto l'altro azzurro Xavier Chevrier (58'01"); 23° Martin Dematteis. La medaglia è arrivata anche nella gara femminile: Valentina Belotti ha conquistato un altro argento, alle spalle dell'irraggiungibile Andrea Mayr: 51'49" il tempo dell'austriaca, 52'54" quello dell'azzurra. Terza piazza per la slovena Mateja Kosovelj (53'08"), poi ancora ITA in classifica con Elisa Desco quarta (53'42) e Renate Runnger, quinta (54'05"). Italia prima anche nella classifica a squadre sia in campo maschile (davanti a Gran Bretagna e Turchia) che al femminile (su Svizzera e Gran Bretagna). Nella prova Junior maschile (8.8 km, +1027m) bronzo per Michele Vaia, alle spalle di due turchi, Ramazan Karagoz e Sehmus Sarihan; ottavo Giampaolo Crotti, undicesimo Nadir Cavagna. Argento nella graduatoria per nazioni per l'Italia superata dalla Turchia e davanti alla Romania. Nella Junior 'rosa' (3.5 km, +530 m) titolo europeo per la tedesca Melanie Albrecht davanti alla turca Cesminaz Yilmaz e alla slovena Lea Einfalt; decimo posto per Laura Maraga, quattordicesimo per Michela Comola, sedicesimo per Alba De Silvestro, ventiquattresimo per Simona Pelamatti. Italia quinta a livello di team, dietro a Russia, Gran Bretagna, Turchia e Germania.
Dolomites, domenica sopralluogo sul percorso
Quasi sicuro il passaggio sul Boé, confermati Kilian e Forsberg
Si avvicina la settimana della Dolomites SkyRace e re e regina della gara saranno al via anche nell'edizione di quest'anno della prestigiosa manifestazione che sarà valida come doppia prova dell'European Skyrunning Championships. Sia nel vertical di venerdì 19 sia nella gara lunga del 21 luglio gli atleti da battere rispondono infatti al nome di Kilian Jornet Burgada ed Emelie Forsberg, i due fuoriclasse che lo scorso anno abbassarono tutti i record, visto che lo spagnolo fermò il cronometro sul tempo di 2h01'52”, mentre la svedese concluse i 22 km del tracciato con la prestazione di 2h26'00”.
TANTI BIG - La lista partenti è comunque ancora in evoluzione e alcuni team importanti devono ufficializzare la presenza dei propri atleti, che come spesso accade, avviene nella settimana che precede l'evento. Ci sono comunque altre certezze importanti, come quella dell'atleta italiano più forte al momento, ovvero il friulano Tadei Pivk che ha trionfato domenica scorsa nella prova del tricolore sempre in Trentino (Stava Sky Race) e che sta attraversando un momento di forma straordinario. Da tenere d'occhio anche lo scialpinista francese Mathéo Jacquemoud.
PERCORSO - In attesa della chiusura delle iscrizioni gli organizzatori domenica effettueranno l'ennesimo sopralluogo del percorso. Sul Piz Boè, il suggestivo e più elevato passaggio della Dolomites SkyRace® a quota 3152, c'è ancora neve ma, grazie alle elevate temperature e alla pioggia di questi giorni, si sta progressivamente sciogliendo. In ogni caso l'obiettivo del presidente del Comitato Diego Salvador e del direttore tecnico Ivano Ploner è quello di garantire, privilegiando la sicurezza, il passaggio sul punto più alto della competizione. Aggiornamenti e fotografie sulla situazione saranno postati nel profilo Facebook dell'evento già domenica sera.
VERTICAL - Discorso diverso invece per il Dolomites Vertical Kilometer®, che andrà in scena venerdì 19 luglio sul tradizionale tracciato che da Alba di Canazei si concluderà in località Crepa Neigra lungo il sentiero del Fulmine, per uno sviluppo di 2400 metri e un dislivello di 1000 metri. Un percorso che è stato completamente sistemato dopo le valanghe e il dissestamento invernale ed è già interamente percorribile.
ISCRIZIONI - Come nelle passate edizioni chi prima si iscrive, oltre ad evitare la chiusura anticipata per raggiunto limite gestibile, può usufruire di una tariffa agevolata. Per quanto riguarda la Dolomites SkyRace® fino all’8 luglio il costo di iscrizione è fissato in 55 euro, quindi dal 15 luglio 65 euro e dal 16 luglio 70 euro, mentre per il Dolomites Vertical Kilometer® fino al 10 luglio 40 euro, dall’11 luglio 50 euro e dal 19 luglio 60 euro. Sta inoltre prendendo forma anche il programma delle manifestazioni di contorno, fra le quali spicca la serata di venerdì 19 luglio presso il Cinema di Canazei che vedrà la presenza di Marco Olmo, l'ultra sessantenne atleta piemontese di Alba che ha vinto numerosi ultratrail e che presenterà in Val di Fassa il suo apprezzato libro.
Cliccando sull'immagine si può vedere il video ufficiale della gara.
La MAGA Skymarathon a Serina BG 1 settembre 2013
Torna lo skyrunning sulla corona di cime della Val Serina
Presentazione oggi a Bergamo, presso il Palamonti sede del CAI, della Maga Skymarathon rinata dopo un anno di stop. 'Maga' non è solo un acronimo. E' formato dalle iniziali dei nomi delle quattro cime delle Prealpi Orobie che circondano la Val Serina, in provincia di Bergamo: Menna 2300, Arera 2512, Grem 2049, Alben 2019.
E' anche la tradizione sportiva in senso ampio che ha ispirato la skymarathon.
UNA STORIA BREVE MA CON RADICI PROFONDE - Proprio per far conoscere la particolare bellezza della zona, un gruppo di volontari e appassionati ha ripreso in mano l'organizzazione della Skymarathon realizzata nel 2002 per la prima volta, e che già alla seconda edizione costituiva prova di Campionato italiano skyrunning. Ma c'è alle spalle soprattutto una tradizione locale molto radicata ma mai certificata ufficialmente prima della Maga Skymarathon: quella di affrontare lo stesso percorso come prova personale, o per la preparazione a salite dure sulle Alpi. Spesso controllando l'orologio, nella tradizione di quelle sane sfide pre-sportive che costellano da sempre le valli alpine.
NELLA VALLE DI CAROLINA - Racconta Carolina Tiraboschi, testimonial di Maga Skymarathon e forte skyrunner , fondista e scialpinista, che vive proprio al centro di questa corona di cime: «Sì, qui è proprio così. Giù in valle ne parla, si confrontano tempi, varianti, persone, e prima o poi si parte per provare. Ma senza dichiararlo prima, eh? …non si sa mai. Resta una prova dura per tutti. Per me è stata la prima esperienza in una gara Sky: ero partita senza sapere bene a che risultato sarei andata incontro in gara, ed è stata una bella sorpresa giungere seconda dietro a Manuela Brizio - un'atleta vincente - ma davanti all'atleta che conduceva il ranking di campionato italiano. E da lì è nata la mia passione per queste gare».
UN PERCORSO TECNICO - Il percorso è prevalentemente tecnico, con tratti di cresta attrezzata con corde fisse e sentieri mai banali; si corre su terreno quasi sempre ripido, a parte il tratto scorrevole sul Sentiero dei Fiori, noto per la presenza di flora endemica e rara. E' una gara impegnativa con forte dislivello in rapporto allo sviluppo. Si snoda quasi completamente sopra il limite del bosco, con vista aperta su grandi spazi fino sulla pianura padana nelle giornate limpide.
L'APPUNTAMENTO - Alle 7.00 di domenica 1 settembre partiranno da Zorzone due gare: Maga Skymarathon disegnata su 40km per 3000 metri positivi, e Maga Skyrace di 25 km per 1500 metri positivi. L'arrivo per entrambe le gare in paese a Serina.
IL SITO DELLA MAGA - È pienamente operativo il sito www.magaskymarathon.it
Guardate il filmato sul percorso, realizzato due settimane fa non appena la fusione della neve lo ha permesso.
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Kilian e Marco, cinque km da antologia
A Chamonix, ennesimo show dei due campioni
Potremmo analizzare la questione sotto diversi punti di vista, contemplando anche le variabili riferibili allo specifico stato di forma o di preparazione del momento. Comunque la si voglia vedere, un dato su tutti è però inconfutabile; quando in gara ci sono Kilian Jornet e Marco De Gasperi, la gara è solo tra Kilian Jornet e Marco De Gasperi. Tutto il resto viene offuscato e non solo in riferimento ad un aspetto di tipo mediatico ma principalmente atletico. E’ un dato di fatto che Kilian negli ultimi anni abbia avuto tanti compagni d’avventura, praticamente in ogni gara, ma è verosimile che abbia avuto un solo ed unico avversario, ovvero, proprio Marco De Gasperi.
LA VIGILIA - Dopo le tre perle del 2011, Giir di Mont, Sierre-Zinal e Kinabalu, abbiamo dovuto attendere un intero anno per poterli ammirare nuovamente in una sfida di quelle vere. A maggio era arrivato l’antipasto di Zegama ma, proprio perché interrotto, aveva rinvigorito la nostra fame di emozioni. Qualcuno faceva notare come Marco fosse reduce da un recupero e che si trattasse di una sua prima apparizione nella distanza della maratona. Tutto vero, ma con il senno di poi, facile, quello che si è visto domenica è la dimostrazione più l’ampante che ad alto livello è la testa che fa la differenza, non il fisico o lo stato di forma. Questi ultimi due fattori sono necessari ma non sufficenti per correre come è stato fatto domenica mattina sulla balconata sud di Chamonix.
IL POSETTES - Prima di descrivere le fasi finali che hanno deciso la gara, è doveroso fare un passo indietro e ritornare sulla salita al Posettes, la prima vera salita della gara. A Vallorcine, dopo 18 km di gara, il gruppo di testa passa compatto con una decina di concorrenti a pochi secondi di distanza l’uno dall’altro. Sul primo tratto di salita, molto ripido su prato, inizia la bagarre con Marco De Gasperi che ci prova. Arriva in cima con poco meno di 30 secondi su Kilian. Per loro è un assaggio di quello che sarà il finale di gara, per tutti gli altri un colpo durissimo alle gambe, di quelli che può passare solo a gara terminata. Luis Hernando accusa 2’30’’ Nicola Golinelli 2’41’’. In discesa i due si ricompattano e scivolano via veloci e spensierati fino a Tré Le Champ dove sanno che inizierà la loro Mont-Blanc Marathon. Da li in poi, poca tattica e tanto cuore e coraggio.
INIZIA LA LORO GARA - Gli ultimi 10 km della corsa iniziano con un traverso, prevalentemente in salita, lungo 5,8 km con 502 m D+ che porta al ristoro di La Flegéere. Qualche piccola discesina, anche tecnica, giusto per interrompere il ritmo ma in sostanza si tratta della seconda salita della gara. Spingono ma non a un ritmo impossibile. Nel parziale, sono 50’’ più lenti di Nicola Golinelli, protagonista di un finale di gara in rimonta. Una breve ma ripida rampa porta al ristoro di La Flègere. Marco e Kilian ci arrivano insieme dopo 3h07’50’’ di gara. Quando lo speaker annuncia che i due hanno lasciato l’ultimo ristoro, l’emozione in zona d’arrivo sale alle stelle. Tornassi indietro, però, rinuncerei alle emozioni dell’arrivo per vedere come sono ripartiti da quel ristoro. Lo farei perché da li all’arrivo hanno fatto entrambi qualcosa di incredibile e di impossibile per qualunque altro.
CINQUE KM DA ANTOLOGIA - Da La Flégere all’arrivo di Planpraz, il percorso è principalmente un traverso molto scorrevole. C’è un piccolo tratto in discesa con scalini ma passa via velocemente. C’è poi una discesa che porta sulla pista da sci. Da lì, alzando gli occhi, si vede l’arrivo in alto, molto in alto dopo 41 km di gara. Kilian ha percorso questi ultimi 5,2 km e 414 m D+ in 22’50’’, Marco in 23’53’’. Il giorno prima, un certo Jonathan Wyatt, giunto a La Flégere in terza posizione, con venti km in meno sulle gambe, dava tutto quello che aveva per andarsi a prendere la vittoria finale nel Cross di 23 km e chiudeva il tratto in 22’43’’, solo 7’’ in meno di Kilian. Non so a che punto Kilian abbia staccato Marco perchè le nuvole sul momento non hanno consentito di vedere i due sull’ultima discesa che precede la salita finale. Sul primo tornante visibile dall’arrivo, Kilian correva e Marco camminava ma anche questo è un dettaglio che non può spiegare le differenze del momento. All’arrivo, per il pubblico, due vincitori perché il distacco di un minuto è insignificante rispetto a quello che hanno saputo offrire in termini di spettacolo. In quei 5,2 km finali, l’unico che riesce a portare a casa la pelle è Luis Alberto Hernando che prende 1’22’’. Per gli altri, distacchi parziali compresi tra 1 e 2 minuti al km; Nicola golinelli 6’43’’, Didier Zago 7’48’’, Alex Nichols 7’55’’ e Erik Hugsnes 10’30’’.
Un’altra pagina di questo sport da custodire gelosamente e da ritirare fuori durante qualche cena invernale con gli amici.
Tadei Pivk cerca il bis al 'Sentiero 4 Luglio'
Domenica la SkyMarathon ad Aprica
Lo start della 'SkyMarathon Sentiero 4 Luglio' sarà alle 6.45 di domenica 7 luglio sotto l'arco ligneo nel centro di Aprica. Saranno circa quattrocento gli atleti al via della gara valida come seconda prova di Campionato Italiano 2013 FISky, oltre un centinaio in più rispetto all'anno passato, quasi equamente divisi tra le due gare, la maratona di 42 km e la mezza di 23. Tra gli iscritti uno dei due vincitori 2012, Tadei Pivk (mentre Paolo Gotti non sarà della gara), che dovrà vedersela con Fabio Bonfanti, Matteo Piller Hoffer, Fulvio Dapit. In campo femminile attesa per la sfida di Silvia Serafini alla decennale supremazia di Emanuela Brizio, ma tra le favorite anche Carolina Tiraboschi, le spagnole Cristina Bes Ginesta e Ragna Debats, l’americana Jeannie Ceresa e l’ungherese Wermescher Ildikò. Dopo la partenza da Aprica i 'maratoneti' affrontano la prima salita verso Malga Magnolta, per poi seguire il Sentiero del Legno sino al Rifugio Valtellina. Dal crinale che dà sulla Val Campovecchio, il percorso riprende quello classico del Sentiero 4 Luglio sino all'ascesa del Monte Sellero (tetto della gara a 2744 metri). Poi la discesa, intervallata da facili creste e tratti di vecchie mulattiere, sino al traguardo di Santicolo. Lunghezza 'classica' di 42,195 km con un dislivello di circa 3090 metri in salita e 3370 in discesa. Partenza da Aprica e arrivo a Santicolo anche per la 'mezza' sulla distanza di 23,3 km con un dislivello di 1940 metri in salita e 2220 in discesa.
Devero: al via anche Trisconi
Percorso leggermente modificato, in 550 al via
Una leggera modifica di percorso, perché i torrenti in piena a causa dello scioglimento tardivo della neve potrebbero creare dei problemi. Solo una precauzione, perché la sicurezza è al primo posto. Così il Devero Trail, al via domani sulle distanze di 20 e 30 km, non perderà neanche un briciolo del suo fascino. «Abbiamo dovuto eliminare la parte di percorso che va dall'Alpe Valle all'Alpe Forno - ha spiegato il presidente dell'ASD Trail Running Vincenzo Bertina - a causa di un guado difficile da passare, vista la violenza con cui arriva l'acqua, presente in grande quantità a causa dello scioglimento della neve».
SUPER TRISCONI - Dopo il quarto posto alla Lavaredo Ultra Trail dello scorso fine settimana, ha confermato la sua presenza anche Stefano Trisconi, vincitore lo scorso anno insieme ad Alberto Comazzi. Al via anche Fulvio Chilò, nono al Cortina Trail. Intanto le iscrizioni, che avrebbero dovuto essere fermate a quota 400, arriveranno a 550.
PERCORSI - Il percorso modificato dopo il sopralluogo di ieri inizia quindi con il giro della piana del Devero (a poco più di 1.600 mslm), si sale poi verso Crampiolo per dirigersi in seguito verso l'alpe Sangiatto (2.010 mslm); dopo aver girato intorno ai due laghetti di questo magnifico alpeggio si prosegue in direzione Corte Corbernas (2.007 mslm), per poi toccare l'alpe della Valle (2.074 mslm); da qui si scende verso il lago di Devero per affrontare il giro intorno al lago stesso (1.856 mslm). Arrivati alla diga si ridiscende verso l'alpe Crampiolo e poi all'alpe Devero. Gli iscritti alla 20 km termineranno qui la loro fatica; il giro lungo proseguirà invece per Piedimonte, alpe Buscagna (1.967 mslm), Curt Vita (2.239 mslm), alpe Misanco (1.907 mslm), per poi tornare a Devero. Se in queste ultime ore la neve non continuerà a sciogliersi come fatto ultimamente, la seconda parte del percorso verrà modificata con l'eliminazione del Curt Vita e l'inserimento del lago Nero (1.970 mslm), prima di passare per l'alpe Misanco e poi tornare all'alpe Devero.
Domani si corre il Trail Verbier St-Bernard
Al via anche Jaquerod, Gaylord e Balsamo
Domani si corre in Svizzera la quinta edizione della Verbier St-Bernard. Tre le distanze in programma, la Boucle di 110 km e 7.000 m D+, la Traversée di 61 km e 4.000 m D+ e il Trail Initiatique, non competitivo, di 29 km e 2.500 m D+.
ORMAI UNA CLASSICISSIMA - Per la Boucle, nata nel 2009, si tratta del primo ultra trail di oltre 100 km interamente in territorio svizzero. Partenza e arrivo nell’abitato di Verbier con passaggi a La Fouly, nella val Ferret svizzerra, al colle del Gran San Bernardo e punto culminante del percorso ai 2.698 m del Col Fenetre. Più di 1.200 atleti iscritti nelle tre distanze (362 per la Boucle, 561 per la Traversée e 314 per il Trai Initiatique), per quella che è diventatata la manifestazione di ultra distanza più seguita in Svizzera.
LA STORIA - La prima edizione, quella del 2009, fu vinta dallo svizzero Florent Triollet, noto scialpinista, e dalla connazionale Denise Zimmermann che ha poi ancora vinto le due edizioni successive. Sulla distanza attuale di 110 km, il recordo del percorso è stato stabilito lo scorso anno dal francese Emmanuel Gault in 14h05’37’’. Tra le donne, invece, la miglior performance sono le 17h16’15’’ di Denise Zimmermann nel 2011.
TORNANO JAQUEROD E GAYLORD - Al via quest’anno due atleti che per certi versi hanno segnato parte della storia dell’ultra trail europeo. A partire da Christophe Jaquerod, classe 1966, già vincitore dell’UTMB nel 2005, dell’Anapurna Mandala Trail, due volte secondo a La Réunion, una al Mercantour e terzo alla Swiss Alpine Marathon. In gara anche l’americano Topher Gaylord, classe 1969, dal 1997 protagonista di molte delle più prestigiose gare di ultra distanza in giro per il mondo. Al suo attivo, tra i tanti risultati, anche un secondo posto all’UTMB nel 2003, primo alla Nemea-Olimpia nel 2008 e terzo al Gran Trail Valdigne nel 2007 e nel 2008. Tra gli iscritti anche la siciliana Luisa Balsamo, reduce a marzo dall’ottimo secondo posto all’Atacama Crossing.
Picas e Gil campioni di Spagna
La gara maschile vinta dal marocchino Zaid Ait Malek
Appuntamento domenica scorsa 30 giugno sui Pirenei di Ribagorza per i Campionati spagnoli di corsa in montagna (questa la traduzione letterale, ma si tratta in realtà di skyrunning). Il tracciato, 42 km e 6000 metri di dislivello, era quello degli ultimi SkyGames, disputati un anno fa. La vittoria è andata a Nuria Picas e, come nell'ultima tappa di Coppa di Spagna, all'Haria Extreme, dietro di lei è arrivata Maite Maiora, distaccata di più di sette minuti. La Picas è stata l'unica donna a scendere sotto il muto delle cinque ore (5h55'). Terza classificata Anna Comet.
GARA UOMINI - La vittoria della gara maschile è stata appannaggio della più bella sorpresa del mondo dello skyrunning spagnolo: Zaid Ait Malek. Diciamo spagnolo perché Malek, secondo all'Haria Extreme e quarto a Zegama, corre pe la selezione andalusa anche se non ha passaporto spagnolo ma marocchino. E per questo motivo non ha potuto reclamare il titolo che è andato al secondo classificato, Alfredo Gil. 4h11'' il tempo di Malek, cinque minuti in più per Gil. Terzo posto per il giovanissimo Manuel Merillas.
'Saul you rock', Kilian intervista Padua
La versione integrale del video di Seb Montaz-Rosset
Da qualche giorno gira sul web un video dal titolo 'Saul you rock' postato da Seb Montaz-Rosset in cui Kilian Jornet intervista Saul Padua, vincitore del vertical di Chamonix. Ve lo proponiamo in versione integrale. Quello che sorprende, come sempre, è la serenità con cui Kilian condivide la scena con nuovi potenziali protagonisti, senza farsi influenzare dal risultato sul campo, in cui magari - come avvenuto a Chamonix - ha dovuto 'digerire' una sconfitta. Tanto di cappello...
Il Vertical Trophy La Sportiva fa tappa a Col Rodella
Domenica la gara organizzata dai Bogn da Nia
Al Col Rodella appuntamento domenica 7 luglio con la seconda tappa del 'Vertical Trophy La Sportiva'. «I 944 metri di ascesa per 4,5 km sono numeri da Vertical vero - spiega Ennio Dantone del Team Bogn da Nia che cura l'organizzazione -. Quest'anno abbiano proposto una piccola varante iniziale, un po’ più dolce, ma la parte finale del percorso non cambia e sarà come sempre spettacolare: a Nord la parete del Sella e poi verso l’arrivo gli atleti avranno davanti a loro il Sassolungo» Lo start alle ore 10 in piazza San Floriano a Canazei, mentre l’arrivo è posto a quota 2.404 presso la stazione a monte della funivia che sale da Campitello. Info: www.bogndania.com.
Riecco la Rocca di Cavour
Vittorie di Manuel Solavaggione e Ana Nanu
Rocca di Cavour, nome 'storico' nel panorama della corsa in montagna. «La 'Rocca' è stata protagonista per 27 anni - spiega Carlo Degiovanni -, nel 1987 ospitò il Campionato Italiano di Corsa in Montagna a staffetta che registrò la sconfitta, sorprendente per quei tempi, della Forestale Roma, terza alle spalle della Alitrans di Verona e della compagine di San Giovanni Bianco di Domenico Salvi. I nomi di allora erano Bonzi, Vallicella, Pezzoli, Fregona, eredi di Giupponi che per anni era stato il pioniere delle corse montane». Mercoledì 3 luglio è andata in scena la prova a cronometro sui sentieri della Rocca, con 177 atleti a misurarsi sui 3,5 km, con 200 metri di dislivello, del tracciato. Hanno dettato legge gli atleti della Valle Varaita, ai primi cinque posti della classifica maschile: affermazione del giovane Manuel Solavaggione, di quattro secondi più veloce di Danilo Lantermino, terzo il diciannovenne Leonardo Giletta, seguito da Simone Peyracchia e Maxim Ioan. Da Bologna invece è arrivata la protagonista femminile, Ana Nanu. L'atleta di origine rumena (che in Romania è stata campionessa nazionale sui 10.000 metri) si è imposta su Elena Bagnus della Podistica Valle Varaita e Morena Almonti del Gruppo sportivo Ferrero di Alba.
Ice Trail, tra gli iscritti anche Francesca Canepa
L’italiana alla seconda prova nel circuito SWS
Sono quasi 900 gli atleti iscritti a una delle due prove in programma della Ice Trail Tarentaise che si svolgerà a Val d’Isére, Francia, il prossimo 14 luglio.
LA PIU' DURA - Un percorso principale di 65 km e 5.000 m D+, tecnico e spettacolare che con il punto culminante ai 3.653 m de La Grande Motte e altri tre passaggi sopra i 3.000 m, la rende la gara di ultra distanza più alta d’Europa. Già preventivato in partenza un tratto su ghiacciaio, il perdurare dello manto nevoso a quote non consone per la stagione, complica ulteriormente la situazione e gli organizzatori hanno già avvertito i partecipanti che si tratterà di un’edizione durissima. Le 8h16’ del francese Francois D’Haene e le 11h20’ della connazionale Anne Valero, sono tempi abbastanza eloquenti per riassumere la difficoltà del percorso.
FRANCOIS E KILIAN - Quest’anno la Ice Trail Tarentaise è inserita nel circuito ULTRA delle Skyrunner World Series e per questo motivo non mancheranno al via alcuni tra i big della disciplina. Tra i certi, lo stesso Francois D’Haene, recente vincitore con Michel Lanne della 80 km di Chamonix, lo spagnolo Kilian Jornet, vincitore della Transvulcania, prima prova stagionale del circuito e poi ancora Vincent Delebarre e Dawa Sherpa, già secondo lo scorso anno.
LA SFIDA FEMMINILE - E’ in campo femminile, però, che la sfida desta più interesse. Confermata la presenza della fuoriclasse svedese Emelie Forsberg, dopo il successo alla Ronda dels Cims ha optato per la prova francese anche l’Italiana Francesca Canepa. Iscritte anche le francesi Chritel Dewalle, quest’anno già vincitrice del Trail du Ventoux, e Emilie Lecomte. Si attendono conferme invece dalla spagnola Nuria Picas. Per la Canepa si tratta quindi di un primo confronto diretto con la Forsberg e, nel caso, anche con la Picas. Un bel banco di prova su una distanza che sulla carta la penalizza se rapportata ai suoi abituali standard chilometrici.
IL BLOG DI FRANCESCA - Intanto la Canepa ha raccontato la 'sua' Ronda dels Cims nel blog che cura (http://francescacanepa.wordpress.com). «E succede un’altra di quelle magie che non capirò mai, quelle cose fantastiche che ogni tanto fa il corpo: così, intorno al sessantesimo chilometro, dove Renato (Jorioz, ndr) ha sempre detto che sarebbe cominciata la gara, inizio a sentirmi come appena alzata dal divano, corro dappertutto. Ho pensato che potesse essere rischioso, ma ho deciso di correre il rischio perché era il momento buono per riuscire a fare un po’ il vuoto. Ha funzionato, e da lì in poi nessuna ha più recuperato niente». Per leggere il racconto completo