Camandona a Torino per raccontare i 14 ottomila senza ossigeno

L'atleta Millet racconta le sue ultime avventure alpinistiche senza ausilio di ossigeno che lo hanno portato in cima alle 14 vette più alte del mondo. Appuntamento martedì 29 ottobre nello store di Torino

Martedì 29 ottobre alle ore 19:00, presso il Millet store in Via Gramsci 15 a Torino, gli appassionati di montagna e del mondo verticale avranno l’opportunità di incontrare Marco Camandona, rinomato alpinista valdostano, guida alpina, maestro di sci e membro del team Millet.

Nato nel 1970, Marco ha scalato le cime più impegnative delle Alpi, dal Monte Bianco alle Dolomiti, e ha aperto nuove vie in Himalaya. Ha partecipato a oltre trenta spedizioni internazionali, raggiungendo le vette più alte di ogni continente. Conclusa nel luglio 2024 con la conquista del Gasherbrum I in Pakistan, la sua impresa di salire i 14 Ottomila senza ossigeno supplementare lo colloca tra i pochi alpinisti al mondo ad aver raggiunto questo traguardo. Poco prima, aveva scalato il Gasherbrum II, il suo tredicesimo Ottomila.

L’incontro sarà un’occasione speciale per ascoltare dalla sua viva voce la storia di questo straordinario viaggio, che Marco vive come un percorso personale più che una sfida. L’evento includerà anche la proiezione di immagini e video esclusivi girati durante le sue imprese.


Avenger 4xe e la collaborazione The North Face & Jeep

La partnership sancisce l'impegno dei brand a promuovere la progettazione e la creazione di prodotti tecnici, funzionali e duraturi in grado di combinare tecnologie avanzate e spirito di esplorazione, nel rispetto dell'ambiente che ci ospita

Nata dalla collaborazione tra i due marchi leggendari, Jeep Avenger 4xe TNF Edition ridefinisce il concetto di esplorazione grazie all'esperienza sviluppata negli anni dai reparti di ricerca e sviluppo delle aziende, da sempre alla ricerca di tecnologie e soluzioni innovative in grado di supportare gli utilizzatori nelle loro avventure outdoor, con un occhio di riguardo per la sostenibilità. 

I due marchi condividono una visione incentrata sull’esplorazione: The North Face sprona a superare i propri limiti personali, mentre Jeep rappresenta la libertà, la passione e l’autenticità. Uniti, celebrano il viaggio della scoperta, invitando le persone a rompere la monotonia quotidiana per immergersi nell’avventura, esplorando nuovi luoghi, culture e prospettive. 

La presentazione della collaborazione è stata organizzata presso la Sala Cinema del Pavillon, la stazione intermedia della SkyWay.

«Questa collaborazione punta a tracciare una strada verso un futuro sostenibile, offrendo una nuova visione dell’esplorazione con un prodotto innovativo e unico - dichiara Eric Laforge, Head of Jeep Brand per la Regione Enlarged Europe -È frutto di una profonda comprensione reciproca, radicata in valori condivisi che esprimono al meglio l'eccellenza di entrambi i brand.»

Ispirata alla maestosità della natura e, in particolare, alle montagne, la partnership esalta la bellezza e la forza dell’ambiente naturale, aprendo nuove prospettive di esplorazione con una motorizzazione innovativa che combina l'efficienza ibrida con avanzate capacità di trazione integrale, offrendo prestazioni di alto livello e promuovendo valori legati al la sostenibilità e al rispetto per l’ambiente. A simboleggiare questa visione, sono state realizzate 4.806 esemplari della Jeep Avenger 4xe The North Face Edition, un numero che omaggia l’altitudine del Monte Bianco, iconico punto di riferimento per gli alpinisti e fonte di ispirazione. Mariano Alonso, General Manager di The North Face EMEA, ha commentato: «Il massiccio del Monte Bianco ha sfidato per generazioni gli alpinisti a esplorare in modo più rapido, leggero ed efficiente. Questo spirito ha spinto The North Face a sviluppare abbigliamento e attrezzature che rispondono alle esigenze degli ambienti estremi, rappresentando un simbolo potente per la partnership tra i nostri brand.»


La Jeep Avenger 4xe The North Face Edition è il risultato di una collaborazione di oltre due anni tra i team di design dei due marchi, che hanno saputo combinare materiali esclusivi e dettagli iconici con un design funzionale, caratterizzato da tonalità mimetiche e neutre ispirate ai colori della natura. Questo approccio ha dato vita a un prodotto che celebra l’avventura con un’estetica che incarna perfettamente l’idea di esplorazione responsabile, fondendo stile e sostenibilità.

Il design dell'Avenger 4xe rispecchia le forme e le caratteristiche suggestive del massiccio, rendendo omaggio alla forza e all'eleganza del paesaggio montano. Questa attenzione ai dettagli va oltre il veicolo stesso. Jeep e The North Face Face hanno anche creato un kit di benvenuto dedicato al cliente -The North Face Explore Pack -che comprende una tenda, un borsone e una bottiglia per l'acqua, tutti decorati con i loghi dei due brand. 

Il concetto di durabilità dei materiali e funzionalità del design è alla base della creazione di questa edizione limitata. Gli esterni ad esempio (bumper e carrozzeria) sono realizzati con materiali di base dello stesso colore delle vernici utilizzate per dipingerli, facendo in modo che eventuali graffi o segni dovuti all'utilizzo in ambienti montani non influiscano negativamente sull'estetica del mezzo. Sul cofano è stata applicata una pellicola anti riflesso per evitare spiacevoli rifrazioni di luce mentre si guida e infine i sedili, autentico segno distintivo di questa collaborazione, sono realizzati con materiali resistenti e lavabili e i loro contorni sono evidenziati in Summit Gold. Includono anche un dettaglio di design esclusivo che richiama i famosi piumini di The North Face, completi di spallacci elastici sugli schienali che ricordano quelli degli zaini. 

TNF SUMMIT SERIES ALPINE FW24/25

Il lancio di Avenger 4xe è stato anche l'occasione perfetta per testare la nuovissima collezione Summit Series Alpine FW 24/25, un capolavoro di design e tecnologia unico sviluppato per gli sportivi più esigenti e perfetto per le condizioni più estreme. Questa collezione integra le tecnologie più avanzate del brand: l'impermeabilità di FUTURELIGHT™, l’eccellente prestazione termica di FUTUREFLEECE™ e la gestione del sudore di DotKnit™. 

Punta Helbronner, con i ghiacciai sottostanti e le splendide cime che la circondano, è il terreno ideale per mettere alla prova tutte le novità TNF, disponibili presso i migliori store autorizzati già da alcune settimane. Nonostante il freddo pungente, il vento e la fitta nebbia che ci hanno accompagnati per tutta la giornata, grazie agli strati caldi e impermeabili abbiamo potuto goderci una splendida esperienza alpinistica accompagnati dalle Guide Alpine di Courmayeur fino in vetta all'Aiguille des Toules, una delle grandi classiche della zona. 


Abbiamo utilizzato i seguenti prodotti, appositamente selezionati per rispondere alle necessità di una giornata in alta montagna: 

BASE LAYER

I nuovi capi Summit Pro 120 Crew e Tight offrono un calore leggero e un'eccezionale gestione della sudorazione. Inoltre, sono realizzati con poliestere riciclato e dotati di tecnologia anti-odore e una nuova vestibilità. 

MID LAYER

La felpa con cappuccio Summit Series™ FUTUREFLEECE™ è dotata di una tecnologia innovativa che utilizza un tessuto full-loop per ridurre al minimo il peso e contribuire a ottimizzare la temperatura corporea. È pensata per essere indossata sopra uno strato di base o sotto qualsiasi isolamento richiesto dalla missione. 

INSULATION LAYER

La Summit Breithorn Hoodie può sembrare una normale giacca con cappuccio, ma è stata messa alla prova in alcune delle condizioni più difficili del pianeta. Adattata all'alta montagna sia come midlayer che come strato esterno, la Breithorn Hoodie è un capo versatile in qualsiasi condizione. Grazie al ProDown™ 800-fill altamente comprimibile e idrorepellente, questo capo isolante è adatto alle imprese di arrampicata su ghiaccio e in montagna, così come agli elementi quotidiani.

GUSCIO

Per combattere il vento forte e le condizioni di umidità in montagna, la giacca Torre Egger FUTURELIGHT™ di The North Face è stata progettata in modo da mantenere gli atleti alpini asciutti e liberi di muoversi. La costruzione a 3 strati con cuciture termosaldate garantisce che pioggia, grandine e neve non possano penetrare, mentre le aperture di ventilazione sotto le ascelle e la vestibilità articolata consentono di arrampicare con la massima libertà di movimento. Abbinato al guscio Summit Series™ la collezione propone il pantalone Torre Egger FUTURELIGHT™, progettato con ghette adattabili a scarponi da alpinismo e da arrampicata su ghiaccio. 


Transcardus, il nuovo documentario Ferrino

Il film di Enrico Mosetti ed Elisa Bessega sulla prima traversata scialpinistica del massiccio dello Scardus, tra Kosovo e Macedonia

Chi non conosce Il Mose? Guida alpina friulana, ambassador Ferrino e testatore per la Buyer's Guide di Skialper, è un grande amico e uno dei più creativi interpreti dello scialpinismo esplorativo, lontano dai riflettori e alla ricerca dell'inedito. Uno stile che amiamo particolarmente.

La sua ultima avventura, presentata in anteprima su Skialper 153 e prossimamente sul grande schermo del festival Milano Montagna, si svolge lungo il confine tra Kosovo e Macedonia. È qui che Il Mose trascorre i suoi inverni negli ultimi anni, accompagnando temerari clienti alla scoperta di mete lontane dai circuiti più classici e affollati.

Dopo averla sognata per diverse stagioni, la sua idea di compiere la prima traversata con gli sci del massiccio dello Sharr (o Scardus) è finalmente diventata realtà. Nel corso di una settimana, tra ascensioni rese impegnative dal meteo capriccioso dei Balcani, discese emozionanti, bivacchi sotto la neve e le stelle, e incontri autentici con gli abitanti delle valli ai piedi dello Scardus, il gruppo è riuscito a portare a termine l’impresa e a completare le riprese di «Transcardus». Il documentario, diretto da Elisa Bessega, racconta questa piccola grande avventura.

Ferrino ha sostenuto il team, fornendo le sue migliori attrezzature da montagna, tra cui gli zaini ultraleggeri della linea Instinct e la nuovissima tenda d’alta quota Extreme 2, testata in galleria del vento, e contribuendo alla produzione del film dedicato alla traversata.

«Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo a questa originale traversata e al bellissimo film che la racconta», commenta Anna Ferrino, CEO di Ferrino. «È stata un’occasione per riaffermare la nostra passione e il nostro impegno nel promuovere la pratica e la cultura dell’outdoor nella sua forma più autentica: quella della scoperta e dell’esplorazione. Ancora oggi, con un po’ di coraggio, creatività e la capacità di guardare le cose da una prospettiva diversa, è possibile trovare avventure straordinarie anche vicino a casa e in autonomia, solo con zaino, tenda, sacco a pelo e sci, per esplorare anche in inverno luoghi remoti e meravigliosi.»

L’anteprima mondiale dell’opera è prevista per domenica 27 ottobre alle 19:30 presso la Fondazione Feltrinelli di via Pasubio, nell'ambito degli eventi del Milano Montagna Festival 2024, di cui Ferrino è partner. Venerdì 22 novembre alle 20:30, il film sarà proiettato a Torino, nella sala del Cineteatro Baretti, mentre il 3 dicembre “Transcardus” farà tappa al Cinema Visionario di Udine, nell’ambito della rassegna Film ad Alta Quota.

Prenotazione serate:

  • 27 ottobre, Milano Montagna → Prenota QUI
  • 22 novembre, Torino → Prenota QUI
  • 3 dicembre, Udine → A breve maggiori dettagli sulla prenotazione

https://www.youtube.com/watch?v=hgjdnQJz0aA


Ancora Francia nella Mixed Relay delle finali di Coppa del Mondo

Il sigillo della Francia nell’ultima giornata delle Finali della Coppa del mondo 2023-2024 di scialpinismo, andata in scena oggi a Cortina Ampezzo. L’atto conclusivo è stato dedicato alla Mixed Relay, la gara a squadre, con teatro di gara lo spettacolare tracciato di Col Gallina, nei pressi del Passo Falzarego: 1,47 chilometri di sviluppo, 150 metri di dislivello, due salite e due discese impegnative, con cinque cambi di assetto. Dopo tre giornate di splendido sole e di temperature estive, l’ultima giornata di Cortina SkiMo Cup si è disputata in condizioni prettamente invernali: sotto una fitta nevicata e con costanti raffiche di vento.

Dopo aver vinto il Vertical e l’Individual con Axelle Gachet Mollaret nelle prime due giornate e le sprint con Emily Harrop e Thibaut Anselmet nella terza giornata, la Francia si è portata a casa anche la Mixed Relay (due giri a testa per ogni atleta), con gli stessi Harrop e Anselmet. Mai stata in discussione la vittoria dei due transalpini che hanno imposto il loro ritmo fin dai primi metri, aumentando progressivamente il vantaggio. Alla fine, vittoria bianco-rosso-blu con 8” di distacco sugli austriaci Johanna Hiemer - Paul Verbnjak, gli unici a tentare di resistere ai battistrada, e con 30” sugli azzurri Alba De Silvestro – Michele Boscacci. Per gli azzurri si tratta del terzo podio stagionale dopo le vittorie di Boí Taüll, sui Pirenei spagnoli, e di Val Martello. Il piazzamento odierno permette all’Italia di conquistare la coppa di specialità e di concludere al terzo posto nella graduatoria finale complessiva per nazioni, con 3.345 punti, alle spalle di Francia (3.765) e Svizzera (3.714).

«Sono davvero soddisfatta della mia stagione, erano parecchi inverni che non facevo un’annata di così alto livello» ha commentato Alba De Silvestro. «Ho chiuso al secondo posto nella coppa di Vertical, seconda anche nell’Individuale e terza nella generale. Questo podio a Cortina è la ciliegina sulla torta di una stagione che mi ha vista anche conquistare l’argento nel Vertical agli Europei».

«Gli avversari erano veramente forti oggi» così Michele Boscacci. «Noi abbiamo lottato dal primo all’ultimo metro, difendendo con le unghie e coi denti questo terzo posto che vale tanto».

Positivo il bilancio dell’organizzazione. «Questa terza edizione di Cortina SkiMo Cup, abbinata alle finali della Coppa del Mondo, era per noi un orgoglio e una sfida» ha sottolineato Michele Di Gallo, direttore generale di Fondazione Cortina. «I riscontri che abbiamo ricevuto sono stati positivi, credo che questa sfida l’abbiamo vinta. Un bel successo organizzativo dal quale vogliamo partire per continuare a investire nello scialpinismo, disciplina che a Cortina trova un territorio dalle grandissime potenzialità».


Bis di Bonnet e Gachet-Mollaret nell'individual delle finali di Coppa del Mondo. Alba De Silvestro seconda nella coppa di specialità

Dopo aver vinto la gara inaugurale di Cortina Skimo Cup, il Vertical di sabato 6 aprile, Rémi Bonnet e Axelle Gachet-Mollaret hanno imposto la propria legge anche nella seconda giornata delle Finali della Coppa del mondo di scialpinismo, l’Individual di oggi. Tracciato vario, quello di Col Gallina: un giro di 6,5 chilometri (dislivello positivo di 700 metri) da percorrere due volte, con passaggi di grande suggestione come quello nella galleria risalente alla Grande Guerra e il transito a 2.518 metri di Croda Negra, “tetto” della gara.

La gara maschile ha visto il dominio – l’ennesimo della stagione – di Rémi Bonnet: l’elvetico ha imposto il proprio ritmo fin dai primi metri, andando a vincere in perfetta solitudine con il tempo di 1h26’24. La piazza d’onore è firmata Italia con Davide Magnini, secondo a 1’26”3 dal vincitore. Terza piazza per William Bon Mardion, al traguardo con un ritardo di 2’16”6. A completare la top five un altro transalpino, Xavier Gachet, e Michele Boscacci. 

Sfumature bianco-rosso-blu sulla gara femminile: a dominare sulle nevi ampezzane è stata infatti la Francia con una doppietta: Axelle Gachet-Mollaret a imporsi con 1’44” sulla connazionale Emily Harrop. A completare il podio (che le era sfuggito nel Vertical, concluso in quarta posizione) Alba De Silvestro, terza a 4’46”5. 

Al termine delle gare si sono svolte le premiazioni di giornata dell’Individual e quelle del Vertical ma anche quelle relative alle classifiche finali delle due specialità. Nel Vertical vittoria finale per Rémi Bonnet sul connazionale Werner Marti (oggi all’ultima gara di Coppa del Mondo)e sul francese Thibault Anselmet e per l’austriaca Sarah Dreier su Alba De Silvestro ed Emily Harrop. 

Per quanto riguarda l’Individual, in campo maschile successo per Rémi Bonnet davanti al francese Xavier Gachet e al belga Maximilien Drion du Chapois, tra le donne per Emily Harrop su Alba De Silvestro ed Axelle Gachet Mollaret. 

La Cortina SkiMo Cup – Finale della Coppa del Mondo 2023-2023 prevede per lunedì 8 aprile una giornata di riposo prima delle due giornate conclusive che saranno martedì 9 aprile, dedicata alla Sprint e mercoledì 10, dedicata la Mixed Relay. Entrambe le gare si svolgeranno con partenza e arrivo a Col Gallina ed entrambe saranno trasmesse in diretta streaming sul canale Youtube dell’Ismf, la federazione internazionale dello scialpinismo. 

Link per la Sprint: https://www.youtube.com/live/hjUp2r_ztdg?si=iMrd1evnB1n1TK4h

© Cortina Skimo Cup/Maurizio Torri

Bonnet e Gachet-Mollaret dominano il Vertical di Cortina, la Coppa di specialità femminile a Sarah Dreier

Oggi a Cortina d’Ampezzo è andato in scena il Vertical che ha aperto le finali della Coppa del Mondo ISMF di scialpinismo. Un Vertical che proponeva 2,6 chilometri di sviluppo e 680 metri di dislivello, con il via da Col Gallina, a quota 2.054 e arrivo su una delle vette di maggior suggestione ambientale e storia delle Dolomiti Ampezzane, il Lagazuoi, a quota 2.734.

Senza storia la gara maschile: l’elvetico Rémi Bonnet, dominatore della specialità, ha iniziato una cavalcata in solitaria che lo ha portato a vincere in 24’05”. Alle sue spalle, due connazionali: Werner Marti, staccato di 33”, e Aurélien Gay, al primo podio nella specialità, al traguardo con un ritardo di 36”1. A completare la top five gli austriaci Christof Hochenwarter (+43”) e Daniel Ganahl (+51”). Altri due svizzeri nella top ten, a completare un autentico trionfo rossocrociato: i gemelli Robin e Thomas Bussard, rispettivamente sesto e settimo. «Pendenze impossibili oggi, le gambe bruciavano ma la vista che il tracciato offriva era stupenda e ha reso meno dura la fatica» così il vincitore, Rémi Bonnet. «Dal 2021 vinco tutti i vertical? Sì, è vero e spero di continuare a farlo il più a lungo possibile». Appena fuori dalla top ten il primo degli azzurri, Alex Oberbacher, undicesimo a 1’24” dal vincitore.

Senza storia anche la gara femminile. Davanti a tutte la francese Axelle Gachet-Mollaret: la transalpina ha tagliato per prima il traguardo fermando le lancette del cronometro sul tempo di 27’35”. La seconda classificata, l’austriaca Sarah Dreier ha accusato un ritardo di 1’24”. Per lei una piazza d’onore che le regala il successo nella coppa di specialità. Terza piazza di giornata per la svedese Tove Alexandersson, a 1’36”dalla vetta. «Non ero sicurissima della mia condizione ma il tracciato mi si addiceva molto, con pendenze davvero impegnative» ha commentato la vincitrice Axelle Gachet-Mollaret. «Subito dopo la partenza ho preso il comando e tutto si è svolto in maniera perfetta. Sono davvero contenta di aver chiuso la stagione dei vertical con questa vittoria».

Quarta la prima delle azzurre, Alba De Silvestro, staccata di 2’02” e seconda nella classifica finale di specialità, quinta la leader della generale Emily Harrop. Altre due azzurre nella top ten: Giulia Murada, settima, e Lisa Moreschini, nona.  «Le prime tre hanno fatto una gara nella quale io non sono mai entrata» commenta Alba De Silvestro. «Nonostante ciò, nel finale mi sono avvicinata tantissimo e chiudere nelle tre non mi sarebbe dispiaciuto affatto per l’ultimo vertical di stagione. In ogni caso mi porto a casa un quarto posto che vale molto. Ottenuto nella gara di casa, in uno scenario di bellezza incomparabile».

Domani appuntamento con l’Individuale, con partenza e arrivo a Col Gallina. Durante le giornate di gara, in finish area Col Gallina, tifosi e appassionati potranno divertirsi al PalaSkiMo Delicious, una tensostruttura creata grazie alla collaborazione tra Fondazione Cortina, Cortina Delicious e ISTA Ski Area. Il PalaSkiMo Delicious sarà aperto tutti i giorni di gara dalle 10.30 al tardo pomeriggio e offrirà una vasta gamma di proposte enogastronomiche e musica.

cortinaskimocup.com

© Cortina Skimo Cup 2024/Maurizio Torri

Da sabato le finali della Coppa del Mondo di scialpinismo a Cortina

A Cortina d’Ampezzo è tempo di scialpinismo. La Cortina Skimo Cup, evento che in questo 2024 è valido per le finali della Coppa del mondo è in programma da venerdì 5 a mercoledì 10 aprile. Si comincia nella serata di venerdì 5 con la cerimonia inaugurale per continuare sabato 6 con il Vertical, domenica 7 con l’Individual, martedì 9 con la Sprint e mercoledì 10 con la Mixed Relay. 

Un programma intensissimo quello curato da Fondazione Cortina (l’ente organizzatore dei grandi eventi sportivi nella conca ampezzana e braccio operativo regionale veneto per le Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026).

Gli atleti in gara saranno 165, in rappresentanza di 26 nazioni: Italia, Andorra, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Repubblica Ceca, Spagna, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Giappone, Olanda, Norvegia, Polonia, Romania, Slovenia, Svizzera, Slovacchia, Svezia, Stati Uniti. 23 saranno gli azzurri al via. La prova inaugurale, il Vertical, si svolgerà sabato 6 aprile da Col Gallina, poco sotto il passo Falzarego, fino alla stazione d’arrivo della funivia del Lagazuoi: i chilometri di sviluppo sono 2,6 mentre i metri di dislivello 680. La partenza della gara maschile è prevista per le 9.30, quella delle ragazze alle 10.15. Al termine, Flower Ceremony nei pressi dell’arrivo. Grazie alla collaborazione con la società Lagazuoi Spa, il pubblico potrà salire al Lagazuoi con una speciale corsa andata/ritorno al prezzo di 15 euro. Per la giornata del 6 aprile è prevista una limitazione al traffico, nei pressi della zona partenza, della strada regionale 48 dalle 9.15 alle 10.30. 

La gara del giorno successivo, l’Individual (nella foto in apertura di Matteo Agreiter, la ricognizione del percorso degli azzurri Hermann Debertolis e Matteo Sostizzo per conto di Skialper) di domenica 7 aprile, si svolgerà con partenza e arrivo nei pressi del rifugio Col Gallina: il tracciato, da percorrere due volte, sarà di 6,5 chilometri, con un dislivello di 700 metri. Il punto più alto è costituito dalla cima della Croda Negra, a quota 2.518. Il via è previsto alle 9.30 per gli uomini, alle 10.15 per le donne. A partire dalle 12.30 si svolgeranno, in zona arrivo, le premiazioni di giornata e quelle delle classifiche finali di Vertical e Individual.

Le due ultime gare, la Sprint di martedì 9 (partenza alle 9.30) e la Mixed Relay di mercoledì 10 aprile (il via alle 8.40), si disputeranno sulla pista Ovest 6 Col Gallina: la Sprint su un tracciato di 746 metri di sviluppo e 70 metri di dislivello, la Mixed Relay su un tracciato di 1,47 chilometri e 150 metri di dislivello. Anche in questo caso le premiazioni, di giornata e finali, si svolgeranno a partire dalle 12.30. 

Per l’Individual saranno allestiti alcuni spazi adibiti al pubblico lungo il percorso, mentre Sprint e Mixed Relay possono essere viste comodamente dalla Finish Area di Col Gallina negli spazi adiacenti e lungo il percorso nelle zone dedicate.

Per tifosi e appassionati, durante le giornate di gara in finish area Col Gallina funzionerà il PalaSkiMo Delicious, una tensostruttura creata grazie alla sinergia tra Fondazione Cortina, Cortina Delicious e ISTA Ski Area per valorizzare le eccellenze enogastronomiche del territorio, celebrare la tradizione culinaria ampezzana e festeggiare le Finali di Coppa del Mondo per la prima volta a Cortina d’Ampezzo. Al PalaSkiMo Delicious, aperto tutti i giorni di gara dalle 10.30 al tardo pomeriggio, non mancherà la musica. I momenti clou saranno le giornate di sabato 6 e di mercoledì 10, dedicate agli “aprés-skimo”. 

Le Finali di Coppa del Mondo prenderanno ufficialmente il via nella serata di venerdì 5 aprile: a dare il la all’evento sarà la sfilata delle nazioni partecipanti che avverrà, con l’accompagnamento del Corpo Musicale di Cortina d’Ampezzo, a partire dalle 18.15, nel centralissimo Corso Italia. Seguirà la cerimonia di inaugurazione in piazza Angelo Dibona. 

Info: cortinaskimocup.com

© Matteo Agreiter

Sportler porta la montagna a Milano

Sportler sbarca a Milano. Per la prima volta il marchio altoatesino con 28 punti vendita in Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Austria sbarca in Lombardia con uno store di 4.000 metri quadrati inaugurato lo scorso 15 marzo a Carugate, nell’hinterland del capoluogo. Quattro piani dedicati a montagna, bike, running e neve. Ed è proprio questa la filosofia dietro all’arrivo del grande gruppo altoatesino alle porte della metropoli lombarda. Lo ha detto senza mezzi termini Jakob Oberrauch, CEO di Sportler alla nostra domanda: perché, nel sovraffollato panorama della grande distribuzione sportiva milanese uno sportivo dovrebbe scegliere Sportler? «Un negozio così specializzato nell’alpinismo e negli sport che si praticano in montagna, di queste dimensioni, non esiste nell’area, vogliamo distinguerci per dimensione e competenza, ma anche soprattutto per il servizio». È il metodo Sportler. Che potrebbe venire esportato anche a Bologna e Torino, aperture previste dal piano strategico per il futuro.

© Whisthaler.com

Un altro aspetto importante dell’apertura milanese riguarda la sostenibilità. Coerentemente con la strategia ESG dell’azienda, Sportler ha selezionato per questa apertura un immobile esistente, evitando dunque l’impatto di un nuovo cantiere, e ha installato pannelli fotovoltaici che garantiranno un’autonomia energetica quasi totale.

© Whisthaler.com

Il marchio pensa al domani nell’ideare servizi e soluzioni che siano responsabili e che rispettino il legame del brand con il territorio, le montagne e la natura. Con questa convinzione e l’obiettivo di ottimizzare e allungare la vita dei prodotti, il negozio di Carugate offre servizi di manutenzione: officina bici, ski lab, noleggio sci e una Circularity Area, con servizi di riparazione di capi tecnici e risuolatura calzature, ritiro e riciclo dei capi usurati, e negozio Second Life. «Per il repair abbiamo un partner molto bravo, una delle poche realtà retail partner di Gore-Tex, con una grande esperienza nella riparazione dei capi tecnici e tutti i macchinari necessari» ha detto Florian Dusini, CSR Manager di Sportler. «Il progetto Second Life è una novità, lo abbiamo sperimentato in un altro negozio, c’è tanta richiesta ma è necessario che i nostri clienti inizino anche a portarci i capi usati, questa sarà una grande sfida». I punti vendita Sportler sono tutti particolari, con location e arredamento non comuni e anche Carugate si distingue per un dettaglio, oltre agli ampi e luminosi spazi interni: la storica cabina della funivia di Merano 2.000 che accoglie i visitatori all’esterno. Come ha detto Jakob Oberrauch all’inaugurazione ufficiale: benvenuti in montagna!

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Continua l'ascesa del film Pionieri

Il cortometraggio sull'impresa realizzata da Peter Moser con il supporto di AKU sbanca ai film festival internazionali, guadagnandosi il titolo di migliore film di montagna al Tegernsee International Mountain Film Festival

Dopo il successo ottenuto a maggio alla prima al Trento Film Festival, il Deutscher Alpenverein, club alpino tedesco, ha scelto di premiare il film dell'atleta e alpinista Peter Moser come migliore film di montagna del 2023, riconoscendo ancora una volta la qualità e l'unicità dell'impresa realizzata dall'ambassador AKU. 

il film Pionieri, diretto da Alessandro Beltrame, racconta come Peter Moser, guida alpina e atleta Ambassador AKU, ispirandosi ai pionieri dell’alpinismo, il 10 agosto 2021, ha concatenato in solitaria sei vie storiche delle Pale di San Martino. Una grande avventura documentata dall'interno, lungo un “fil rouge” che si snoda dai 3000m del Cimon de la Pala attraverso cime e valli, fino alla cima più meridionale del Piz de Sagron. Accanto al viaggio verticale di Peter Moser, viene messa in scena un’ascensione storica che, unita al commento dello storico dell’alpinismo Luciano Gadenz e alle riflessioni del forte scalatore Maurizio Zanolla, rende il sapore di una montagna senza tempo, uno spazio di avventura e libertà.

 
https://www.youtube.com/watch?v=dv2aThKkc-c&t=4s
Pionieri e Peter Moser al Vibram Connection Days a Montebelluna
Pionieri è un progetto di AKU che ha realizzato con il supporto economico di ApT San Martino di Castrozza e di Vibram. In occasione del Vibram Connection Days, in programma a Montebelluna dal 9 al 11 novembre, venerdì 10 alle ore 21, presso il Cinema Italia Eden, sarà  possibile assistere alla visione del film Pionieri a cui seguirà il Sketching The Future (di Killian Jornet). Mentre, a partire dalle 17.00, presso il negozio AKU FACTORY STORE, sempre a Montebelluna, AKU ha organizzato un incontro con aperitivo per ritrovarsi e chiacchierare in compagnia di Peter Moser, Ambassadors AKU, protagonista del film Pionieri.

L’ingresso al cinema è gratuito, è consigliata la prenotazione: registrarsi gratuitamente qui. In allegato l’invito per la serata di venerdì.


Simon Gietl apre una nuova via sul Meru

L'atleta del team Salewa porta a termine l'impresa, disegnando una nuova linea sulla sud del colosso indiano

«Avevo letto e sentito parlare del Мeru in passato, ma confesso che questa montagna non era un obiettivo che avevo in mente. Comunque, dopo aver ricevuto l'invito, ho subito colto l'opportunità di arrampicare con questi due grandi alpinisti sul Meru», spiega Simon Gietl. I due grandi alpinisti sono Mathieu Maynadier e Roger Shäli, che già nel 2019 avevano tentato, accompagnati da Sean Villanueva, la salita sulla parete sud del Meru, arrivando a  due terzi della parete. 

Durante la prima parte della spedizione le condizioni meteorologiche sono state molto instabili ma hanno comunque permesso al gruppo di acclimatarsi. Inoltre, la montagna era più carica di neve del solito, cosa in parte positiva poiché ha consentito agli alpinisti di raggiungere la base della parete con gli sci, ma in parte
negativa perché ha aumentato notevolmente il rischio di valanghe.

L’11 maggio è finalmente arrivato il bel tempo e i tre alpinisti sono riusciti a partire dal Campo Base dirigendosi direttamente verso il Campo 2. Le sfide però non sono finite e alcuni problemi intestinali hanno tenuto bloccato Mathieu facendo cambiare i programmi per lui, ma non per gli altri due compagni. Infatti, il giorno seguente Simon e Roger sono partiti con l'attrezzatura da arrampicata fino alla prima cengia, hanno depositato le corde e hanno battuto una traccia attraverso il ripido nevaio. 

Fortunatamente, lo stesso giorno Mathieu si è ripreso così bene che ha potuto affrontare subito l’impresa insieme ai due compagni di spedizione. È stato un giorno estremamente lungo: gli alpinisti sono partiti alle 3 del mattino e la giornata si è conclusa solo la sera alle 23, alla luce delle lampade frontali, con l’obiettivo di raggiungere l’esposta cornice dove hanno trovato un bivacco. Poco prima di mezzanotte Simon, Roger e Mathieu sono riusciti anche a montare la loro tenda su un fungo spettacolare alla base dell’ultimo passaggio chiave. La mattina successiva, dopo aver trascorso la notte con poco sonno e temperature rigide, è arrivato il momento di ripartire e l’incertezza di trovare una via per passare sotto il blocco terminale ha presto lasciato spazio all’entusiasmo per aver trovato un grande tunnel di ghiaccio che ha offerto uno dei tiri più originali che si possono immaginare.

In tre ultime lunghezze spettacolari il percorso ha portato gli alpinisti oltre la cresta fino alla cima principale della vetta del Meru. La discesa ha impegnato tutto il resto della giornata fino alla base della parete, raggiunta nel pomeriggio, ma ne è valsa la pena. È stata, infatti, un’esperienza che entrerà nella storia.


La nuova spedizione di Mike Horn

Un'avventura in barca a vela lunga quattro anni, per raccontare gli effetti del climate change negli ambienti più remoti del pianeta.

What's Left è il nome dell'ultimo grande progetto di Mike Horn, ambassador Ferrino, uno dei più grandi esploratori dell'ultimo secolo. Durante i suoi trent'anni di carriera Horn ha compiuto imprese prima considerate impossibili, come il giro del mondo attonro all'equatore, portato a termine nel 2000 senza ausilio di mezzi motorizzati; o il giro del mondo attorno al circolo Polare Artico in autonomia, portato a termine superando due durissimi inverni artici. Nel 2006 è stato il primo uomo a raggiungere il polo nord a piedi nella stagione più fredda e nel 2016 ha portato ha dato via al progetto di circumnavigazione del globo toccando Polo Nord e Polo Sud. Queste sono solo alcune delle missioni portate a termine dal sudafricano, che all'età di 57 anni non è ancora sazio di scoperte e nuove sfide.

«What's Left», ovvero «Cosa Rimane», è un lunghissimo viaggio di quattro anni che lo porterà a ad attraversare gli oceani a bordo della sua barca a vela Pangea, con l'intento di toccare tutti i continenti e partire dal mare per andare alla ricerca di ambienti ancora inesplorati, testimoniando con racconti e immagini gli effetti dei cambiamenti climatici.

«Questo viaggio rappresenta un riassunto delle mie esperienze passate offrendo anche un’opportunità al pubblico di osservare lo stato attuale del nostro pianeta. Nel corso di quattro anni, visiterò luoghi iconici e incontaminati, scoprendo cosa è cambiato e realizzando tante imprese che sono ancora nel mio cassetto dei sogni. Attraverso questa avventura, il mio obiettivo è ispirare le persone ad agire e perseguire le proprie passioni. Ogni destinazione nell'itinerario accuratamente studiato di "What's Left" mostrerà i temi intrecciati di avventura e ambiente». Racconta Horn.

La scelta di compiere il viaggio a bordo della barca Pangea non è dovuta solo all'amore di Mike per la vela, ma è una conferma dell'attenzione all'ambiente che, da sempre lo ha portato a rinunciare il più possibile all'utilizzo dei mezzi a motore per le sue imprese. La prima tappa del viaggio sarà la Groenlandia, dove nei prossimi mesi, dopo una difficile navigazione fra gli iceberg dei mari artici, Mike tenterà l’impegnativa ascensione del Gunnbjørn Fjeld, la vetta più alta dell’isola, da dove si gode un panorama a 360° su uno dei più maestosi territori di wilderness della Terra.

Anche in questa nuova impresa Ferrino sarà al fianco di Mike Horn, come è stato per tutte le altre grandi spedizioni dell’esploratore sudafricano.

«Mike è il simbolo dell’inesauribile passione per la scoperta che anima l’uomo - commenta Anna Ferrino, CEO di Ferrino – uno spirito che trova realizzazione in esperienze uniche e incredibili come quelle che lui ha vissuto e continua ad affrontare, ma anche nelle piccole avventure che tutti gli amanti dell’outdoor sognano e realizzano, magari a due passi da casa. Siamo orgogliosi di contribuire con il nostro lavoro e i nostri prodotti alla realizzazione di questi magnifici sogni. Piccoli o grandi che siano».


Alex Txikon e l'invernale al Manaslu

Il racconto dell'impresa dell'alpinista basco, la prima ascensione realizzata completamente in inverno

Lo scorso 6 gennaio Alex Txikon, ambassador di Ferrino, ha coronato il sogno a lungo inseguito, raggiungendo, senza utilizzo di bombole d'ossigeno, la vetta di 8.163 metri del Manaslu. Si tratta della seconda ascensione della montagna nella stagione più fredda. La prima era stata effettuata nel gennaio del 1984 dal team di scalatori polacchi composto da Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski, che però avevano cominciato le operazioni sulla montagna a fine autunno. Quella di Txikon e compagni è invece la prima ascensione realizzata completamente in inverno.

Alex era già entrato nella storia dell'alpinismo himalayano nel 2016, quando, in cordata con l'italiano Simone Moro e il pachistano Ali Sadpara, aveva raggiunto per primo in inverno la vetta del Nanga Parbat. Dopo di allora aveva tentato per ben due volte senza successo la salita del Manaslu, impresa che gli è riuscita quest'anno grazie anche al cambio di strategia, che ha consentito agli alpinisti di arrivare al Manaslu già acclimatati per l'altissima quota e pronti per sfruttare la prima occasione favorevole.

A fine dicembre il team ha allestito il campo base a 5000 metri e, guardando le previsioni meteo, ha scoperto che negli ultimi giorni dell'anno il vento sarebbe stato forte ma poi il tempo avrebbe cominciato a stabilizzarsi.

“Era l'occasione che stavamo aspettando. Così il 4 gennaio, abbiamo preso il materiale necessario e siamo saliti direttamente al campo 2, a 6400 metri. Abbiamo fatto circa 1500 metri di dislivello e la salita è stata molto dura  a causa del vento, del freddo e di tutto il peso che avevamo sulle spalle. Quando siamo arrivati al C3 abbiamo pensato alla strategia da seguire. Dovevamo decidere se riposarci oppure attaccare direttamente la vetta. Non era una decisione facile, perché era ormai molto tardi e a quelle quote, d'inverno, più tempo trascorri all'aperto di notte più corri il rischio di patire congelamenti. Però eravamo lì e le condizioni meteorologiche erano buone. Era la nostra opportunità e dovevamo approfittarne!".

Alle 23, dopo neppure un'ora di riposo, Txikon e i compagni nepalesi sono quindi ripartiti verso la vetta, che hanno raggiunto alle 9,30 del 6 gennaio:

"È stata un'ascensione molto lunga, infinita! Quando abbiamo raggiunto il pinnacolo, a 7992 metri, prima della vetta principale, era già giorno. Abbiamo visto il luogo dove si fermano le spedizioni commerciali, ma, dalle foto analizzate prima della salita, sapevamo che la vera vetta era poco più in là, oltre una breve cresta. Il vertice del Manaslu è un posto molto stretto e non abbiamo potuto starci tutti assieme. Abbiamo salito e sceso la cresta uno alla volta, ma alla fine tutti gli scalatori del gruppo hanno raggiunto la cima. In seguito, abbiamo iniziato a scendere, il che è stato,  senza dubbio, la parte più difficile della sfida. Alle 18 siamo arrivati tutti al campo base: devastati!".

Txikon e compagni hanno completato l'ascensione e la discesa in meno di 60 ore, un tempo record per la scalata su un 8.000 compiuta in inverno, e ciò nonostante le enormi difficoltà affrontate:

"È stata una delle esperienze più dure e pericolose della mia carriera professionistica e ci ha richiesto una forza fisica e mentale incredibile. Soprattutto nella prima parte la montagna era in condizioni peggiori di quanto pensassi.  Le temperature sono scese fino a -45º, e le raffiche di vento hanno raggiunto i 50 km orari. È difficile per le persone farsi un'idea di cosa siano queste condizioni: anche l'acqua delle borracce che portavamo tra il petto e la tuta di piumino gelava, una cosa che non mi era mai accaduta prima!".

In questa storica impresa Ferrino è stato al fianco di Alex Txikon e compagni mettendo a disposizione le tende modello Colle Sud, utilizzate al campo base, e le tende d'alta quota Sbowbound 3 per i campi alti. Due prodotti di punta della linea Ferrino HighLab che, grazie ad un lavoro di costante ricerca, test e sviluppo, garantisce un continuo miglioramento delle attrezzature, ottimizzando le loro altissime prestazioni anche nelle condizioni dell’Himalaya in inverno, con venti fortissimi, nevicate intense e temperature di parecchi gradi sotto lo zero, come dimostrano le immagini dell'impresa di Alex.

Gli zaini utilizzati da Alex per la spedizione sono invece quelli della linea Instinct, ultraleggeri e costruiti in Dyneema® Composite Fabric, Cordura® Nylon e rinforzi in SuperFabric® per garantire un rapporto ottimale tra resistenza e leggerezza. Essenziali in ogni loro parte ma completi di ogni tipo di dotazione per l'alpinismo, sono dei veri all-around per la montagna.