Scott, arriva l’airbag con condensatore

Scott ha annunciato che nel settembre 2018 arriverà sul mercato il nuovo zaino airbag a ventola Backountry Patrol AP30. La particolarità sta tutta nell’innovativo E1 Airbag System realizzato dalla svizzera Alpride e disponibile in esclusiva per il primo anno solo su questo zaino. La vera novità è che non c’è un motore elettrico a batteria ma un innovativo Supercapacitor System che utilizza dei condensatori per immagazzinare energia, un sistema che ricorda lo Start&Stop delle auto. Il condensatore viene ricaricato in 20 minuti tramite USB e due pile stilo AA, facilmente sostituibili, garantiscono almeno una ricarica sul campo, in circa 40 minuti. Se non utilizzate le batterie funzionano per un paio di mesi. Scott annuncia 60.000 giri al minuto della ventola di gonfiaggio che produce un flusso e una pressione sufficienti ad aprire l’airbag in un tempo inferiore ai cinque secondi.

Il fatto di non utilizzare batterie direttamente per il gonfiaggio permette a Backountry Patrol AP30 di non soffrire le basse temperature, riuscendo sempre a garantire le stesse performance di gonfiaggio, da -30 a +50 gradi. E1 di Alpride è molto leggero - circa 1,2 chilogrammi il solo sistema - e non è soggetto a restrizioni di trasporto aereo. Inoltre, dettaglio da non trascurare con un sistema di questo tipo, facilmente ricaricabile, ci si può esercitare consapevolmente a secco: non è infatti così scontato che in caso di incidente ci venga proprio istintivo titare la maniglia. La casa garantisce fino a 500.000 ricariche… Con E1 possiamo prenderci la mano e conoscere in modo approfondito il nostro dispositivo. Il sacco si presenta compatto, garantendo una valida capienza di 30 litri, con tutte le tasche al posto giusto, porta picche, sci e casco.

©Dom Daher

Scott Backcountry Patrol AP 30

VOLUME: 30 l

PESO: zaino 1.390 gr, Alpride System 1.280 gr - totale = circa 2.670 gr

PREZZO: 9oo €

+ Sistema diagonale di carico sci + Strap di compressione laterali con

sistema di carico sci A-Frame e funzione di fissaggio dello snowboard frontale

+ Tasche separate per equipaggiamento di sicurezza (pala, sonda) all’interno dello

scomparto principale + Tasca superiore con fodera in tessuto

felpato + Fissaggio per piccozza/bastone + Versatile Daisy Chain

+ Cintura leggera con cosciale di sicurezza + Etichetta SOS con istruzioni di

emergenza + Strap sullo sterno con fischietto di

emergenza + Tasca interna per mappe con portachiavi


Dove si corre in Italia nel fine settimana?

Non solo Mondiale e Transvulcania, si corre (e tanto) anche in Italia nel fine settimana: ecco qualche segnalazione, tutte le altre gare in programma, come sempre, potete vederle sul nostro calendario.

TRAIL DEL SEGREDONT - Settima edizione domenica a Vertova, in media Valle Seriana. Percorso di 23 chilometri fra le gole della Val Vertova e le propaggini del monte Alben, passando per luoghi storici come il Sentiero di Honio e il Santuario di San Patrizio. Una delle gare storiche della corsa in montagna orobica, risalente al 1952. Ma non mancano le novità: quest'anno il percorso, rispetto alle prime edizioni, è invertito: «Riproponiamo il tracciato che era nostra intenzione fare lo scorso anno - spiega ‘patron’ Franco Testa - ma che, a causa della ‘piena’ in Val Vertova, aveva subito alcune modifiche». L'intenzione è permettere agli atleti di ammirare le piscine naturali della gola della Val Vertova, considerata il punto più spettacolare dell'itinerario insieme al passaggio nella zona del bivacco Testa, a ridosso dei maestosi contrafforti del monte Alben. Ultimissimi giorni a disposizione per le iscrizioni che, in pieno stile Gav Vertova, offrono per una quota davvero modesta (20 euro) il pettorale, il buono per il pasta party, l'assistenza medica, i ristori, l'assicurazione per gli infortuni stipulata per tutti e il gadget. Quest'anno il gadget riservato ai concorrenti del Trail del Segredont è un giubbino tecnico Runnek, garantito ai primi 350 iscritti. Soglia che non è molto lontana, dato che – attualmente – le adesioni superano ampiamente quota 200. Ci si iscrive inviando una e-mail o un fax alla segreteria (gav.vertova@libero.it | fax 035.714224) allegando la copia della visita medica e compilando il modulo d'iscrizione (si scarica dal sito ufficiale) entro le ore 20 di venerdì 11 maggio. La quota va versata direttamente in loco, domenica, prima del via. Una novità dell'ultima ora riguarda i servizi del post gara. Un trattamento gratuito ed esclusivo sarà a disposizione degli atleti fino alle ore 14. Il servizio è proposto dal dottore in scienze motorie Stefano Genuizzi che racconta: «Keope World Gpr è una struttura ergonomica propriocettiva che utilizza frequenze sonore e stimolazioni meccaniche (tipo massaggio) e permette un rapido recupero (acido lattico) dopo uno sforzo intenso e prolungato come le corse in montagna. Chiunque sia interessato la può provare, una seduta dura 12 minuti, io sarò lì a disposizione». Lo start verrà dato dal centro di Vertova e si raggiungerà la quota massima di 1540 metri sulla cima Segredont.

Cima Segredont ©Cristian Riva

AMOROTTO TRAIL - Tappa del Trofeo Agisko BPER Appennino Trail Cup nell’Appennino Reggiano. E sarà un week intenso a Carpineti. Si parte sabato alle 16 con il Castello delle Carpinete Vertical, partendo dal Parco Matilde alla sommità del Castello. Domenica quattro distanze: la gara regina è quella da 68 km e 3200 metri di dislivello, ma ci sarà anche il Monte Valestra Trail (da 48 km), Poiago Short Trail e San Vitale Trail (da 12 e 20 km). Le giornate saranno caratterizzate da ambientazioni rinascimentali del Gruppo Storico Il Melograno, esibizioni di sbandieratori, musici e mangiafuoco del Gruppo Maestà della Battaglia e contesti di battaglie lungo il percorso della Compagnia Falchi del Secchia. Ma ci sarà anche il raduno della Nazionale italiani FISKY. Qualche nome? Katia Fori, Cristiana Follador, Daniele Cappelletti, Luca Carrara, Eddj Nani… tutti poi con il pettorale alla partenza.

Un passaggio dell’Amorotto Trail

TROFEO NASEGO - Un’altra classica della corsa in montagna: doppia gara a Casto, vertical e lunghe distanze. Sabato mattina ci sarà il primo appuntamento: ore 10 in punto, partirà la gara vertical dal centro di Casto (420 metri) con arrivo sopra il Rifugio Nasego (1420 metri) con un tracciato di 3,7 km. Partirà per prima la gara femminile e in seguito, alle 10,45 quella maschile. Nel pomeriggio dopo le premiazioni nella Tensostruttura montata al centro sportivo di Famea spazio alla ‘Pucia la Nasego Fest’: a partire dalle 20 ci sarà aperitivo accompagnato da dj set con la presentazione degli élite della long distance 2018. Dopodiché, alle ore 21 ospiti della serata saranno i gemelli Bernard e Martin Dematteis che racconteranno dell’impresa del Monviso in compagnia del fratello Miculà. Il tema della serata riguarderà anche il professionismo sempre più in via di sviluppo dell’atleta off-road. Domenica il giorno del Trofeo Nasego 2018: 21,42 km di tracciato, con ben 1336 metri di dislivello positivo. Il via sarà dato alle ore 9.30 da Casto e arrivo presso il Centro Sportivo ABCF Comero.

©Ufficio stampa Trofeo Nasego

VALLEVARAITATRAIL - Domenica si corre nel Cuneese, prova inserita nel progetto Find The Cure. A Brossasco percorso di 36 km con 2000 metri nel Vallone di Gilba, oltre alla possibilità della ‘2x18’, gara a staffetta sullo stesso percorso, con due frazioni da circa 18 km.

 


Il Gran Trail Courmayeur ‘accoglie’ la Cro-Magnon

Spirito di collaborazione: il Gran Trail Courmayeur, in calendario il 15 e 16 luglio su tre distanze (105, 55 e 30 km) lungo i panoramici sentieri del Monte Bianco, è pronto ad accogliere gli atleti che si erano iscritti alla Cro Magnon, con partenza da Limone Piemonte e arrivo a Mentone. Quest’ultima gara, varata 14 anni fa e considerata pioniera tra le corse su lunga distanza in alta quota, in calendario il 6 e 7 luglio prossimo, è infatti costretta a ‘saltare’ l’edizione 2018, dopo una sofferta decisione presa dagli stessi organizzatori. Motivo: in linea generale, ridotta collaborazione e restrizioni ulteriori in territorio francese, dove la gara sarebbe dovuta arrivare. «Nella pratica non possiamo organizzare adeguati servizi di soccorso sull’intero percorso», hanno detto responsabili della ‘CRO Trail’ -. La decisione non è stata facile da prendere, soprattutto perché ci dispiace deludere le persone che fino ad ora ci hanno sostenuto. Così abbiamo chiesto all’organizzazione del Gran Trail Courmayeur la disponibilità ad accogliere i corridori già iscritti al CRO. Vista la disponibilità ottenuta, possiamo ora offrire agli iscritti al CRO Trail di 115 km l’iscrizione al Gran Trail di Courmayeur del 14 luglio sul tracciato di km 105. Gli interessati possono farci pervenire la relativa richiesta alle mail crotrail@dreamchrono.it e per conoscenza a segreteria@crotrail.com. Sarà nostra cura provvedere al posto degli atleti all’iscrizione al GTC. A coloro che invece non sono interessati al passaggio alla gara valdostana, le quote di iscrizione verranno totalmente rimborsate».


Transvulcania, ci siamo

Il circuito delle World Series si trasferisce a La Palma: è il week-end della Transvulcania. Si parte giovedì con il vertical (7,6 km e 1203 metri di dislivello), seconda prova del World Circuit: tra i favoriti Stian Angermund-Vik, Aritz Egea, Pascal Egli (in gara anche Simone Eydallin), mentre al femminile occhi puntati su Laura Orgué, Christel Dewalle oltre alla 'nostra' Stephanie Jimenez ed Elisa Desco.
La ultramaraton di sabato (75 km e 4350 metri di dislivello) è prova d’apertura del circuito ‘extra’ della ISF. Folta la pattuglia azzurra con Marco De Gasperi, Franco Collé, Daniel Jung, Fulvio Dapit, Peter Kienzl, Francesca Canepa, Laura Besseghini… Gli avversari e le avversarie non mancano: i francesi Xavier Thevenard e Michel Lanne, oppure il vincitore della Hardrock 100, lo statunitense Jason Schlarb, e ancora lo spagnolo Pau Bartoló o il marocchino Zaid Ait Malek, mentre nella gara rosa favori del pronostico per la svedese Ida Nilsson (che la Transvulcania l’ha già vinta due volte), poi le statunitensi Anna Mae Flynn, Cassie Scallon, Kelly Wolf, oppure la francese Emilie Lecomte.


Sabato è il giorno del Mondiale di trail

Giovedì inizia l’avventura degli azzurri: partenza dall’Italia, destinazione Spagna, dove sabato andrà in scena il Penyagolosa Trails, gara che quest’anno è campionato del mondo trail. Start alle 6 del mattino per affrontare 85 km con 5000 metri dislivello. Il team azzurro è già volato in terra iberica per testare il tracciato. «Una prova da gestire con grande attenzione - spiega il tecnico azzurro Paolo Germanetto - che presenta gli ultimi 30 km molto impegnativi, i più ‘alpini’, se così possiamo chiamarli, del percorso. La parte centrale è più corribile, ma mai banale. Bisogna fare grande attenzione, sempre, già dalla prima discesa». Dieci i convocati (Riccardo Borgialli, Stefano Fantuz, Andrea Macchi, Christian Pizzatti, Simone Wegher, Marco Zanchi, Chiara Bertino, Alessandra Boifava, Lisa Borzani e Lidia Mongelli), cosa può raccogliere l’Italia? «Una previsione non è mai facile - conclude Germanetto - su queste distanze, Spagna e Francia partono sicuramente con i favori del pronostico, sia a livello individuale che di squadra. Noi proveremo a giocarsi con gli altri, qualche chance da podio a livello di squadra».

SPAGNA E FRANCIA - Luis Alberto Hernando e Adeline Roche sono in ‘pista’ per difendere il loro titolo conquistato lo scorso anno al Trail Sacred Forests di Badia Prataglia. Gioca in casa e punta a non sbagliare la squadra spagnola: qualche nome? Cristofer Clemente Villa, Pablo Villa, Maite Maiora, Gemma Arena e Azara Garcia. In casa Francia con Adeline Roche in gara anche Nathalie Mauclair (entrambe al rientro da un infortunio) e Amandine Ferrato, mentre nel team maschile presenti Ludovic Pommeret, Sylvain Court, Sébastien Spehler, Adrien Michaud e Romain Maillard. Assenti Cédric Fleureton e Nicolas Martin, infortunati.

GLI ALTRI - 351 atleti, 49 paesi: la concorrenza non manca (se volete vedere la start-list… eccola). Gli Stati Uniti sono sempre da prendere in considerazione (Zach Miller, Mario Mendoza, oltre a Claire Gallagher), poi Svizzera (Diego Pazos, Urs Jenzer e Walter Manser), ma soprattutto Gran Bretagna (con Tom Owens, Jonathan Albon, Thomas Evans e Ryan Smith).


Crans-Montana Rando Parc

«Un’idea che è nell’aria già da quattro, cinque anni. Il popolo degli scialpinisti, che ora è composto anche da quelli che risalgono le piste, è sempre più numeroso. Lasciarli su pista diventava quindi pericoloso, sia per loro sia per gli sciatori. Dare sanzioni a chi risale, non piaceva. Perché escluderli? E allora ecco l’idea, che piano piano e grazie all’aiuto di tutti ha preso forma». A parlare è Nicolas, marito della campionessa di scialpinismo svizzera Sèverine Pont-Combe. Sono loro i genitori del nuovo Rando Parc di Crans-Montana, in Svizzera: 40 chilometri di itinerari per lo skialp segnalati, controllati e divisi per difficoltà. con 8.000 metri di dislivello e a pochi passi dagli impianti della stupenda località svizzera. Ne parliamo su Skialper di aprile-maggio nell’articolo di Tatiana Bertera con le foto di Stefano Jeantet.

©Stefano Jeantet

I NUMERI - Quindici itinerari poco distanti dalle piste, su oltre di 40 chilometri di sentieri, con un dislivello positivo di 8.000 metri. Sono queste le dimensioni del gigantesco trekking park inaugurato questo inverno e voluto dall’intero comprensorio, con la preziosa collaborazione di Nicolas e Séverine. Perché se in un posto ci vivi, se lo ami, vorresti che lo amassero anche gli altri e soprattutto vorresti che fosse valorizzato al meglio. Beh, qui a Crans-Montana hanno saputo farlo. Turismo intelligente, turismo per tutti, non solo per i pistaioli; a me piace chiamarlo così.

©Stefano Jeantet

COME FUNZIONA - I percorsi scialpinistici, rappresentati su un cartellone a poca distanza dall’ingresso della funivia, sono ben segnalati. Ognuno di essi ha un numero, una scala di difficoltà, lunghezza e dislivello. Sbagliare è praticamente impossibile. Sono segnati con frecce e cartelli… qui l’ordine è proprio svizzero! La traccia c’è, ma è quella fatta dal primo che è salito dopo la più recente nevicata. Quando fiocca, la traccia si cancella, come in ambiente, ma i cartelli rimangono. Il primo che si alza la mattina e mette le pelli sotto gli sci, batte anche per tutti gli altri.

Séverine Pont-Combe ©Stefano Jeantet
©Stefano Jeantet

La doppia vita di Martina

La prima a essere sorpresa è stata proprio lei: Martina Valmassoi ha vinto la Trentapassi Skyrace. «Non me l’aspettavo davvero: era la prima gara della stagione e prima non è che abbia corso così tanto».

Allora sei ancora un’atleta a tempo pieno?
«Beh, non adesso non più. L’anno scorso arrivavo da un infortunio e allora ho fatto poche gare, poi comunque c’è il lavoro: è vero, per lavoro devo correre (segue la comunicazione per Salomon, soprattutto la parte social, direttamente sul campo, seguendo gli atleti sui percorsi di gara ndr), ma il tempo è quello che è. Per esempio in settimana parto per la Transvulcania, ma niente pettorale, solo foto e testi…».

Martina Valmassoi alla Trentapassi Skyrace ©Ufficio stampa Trentapassi

Comunque un programma gara lo hai fatto?
«Sì, sono sempre nel team Salomon Italia e ho un sostegno a livello internazionale. Da qualche stagione ho deciso di allungare le distanze: farò la 55 km di Madeira, la 70 della High Trail Vanoise, anche se l’obiettivo numero uno sarà il Trofeo Kima».

Allora bisogna mettere chilometri nelle gambe...
«Quando sono in trasferta cerco comunque di allenarmi: tra maggio e giugno sarò sempre in viaggio tra Annecy e gli Stati Uniti, per fortuna tra luglio e agosto sarò di più a casa e lì farò quantità e non solo qualità per affrontare al meglio il Kima».


Welcome back Kilian!

Kilian è tornato. Lo avevamo lasciato alla Pierra Menta out per un infortunio: frattura del perone dopo una caduta nell’ultima tappa. Operazione e riabilitazione: sui suoi canali social le immagini di allenamento a secco e bicicletta.
Oggi su Strava ecco la prima uscita di corsa: oltre un’ora e mezzo di corsa, più di mille metri di dislivello e quasi 10 chilometri. Welcome back Kilian!

 


Ecco chi è salito sul podio nel ricco fine settimana di corsa

Non solo Trentapassi, è stato un fine settimana davvero 'pieno': ecco come è andata, con le tutte le classifiche nel nostro calendario.

TRAIL DEL MOTTY – In tanti per la grande classica del Mottarone. Nella gara regina di 39 km e 2100 metri di dislivello, vittoria di Cristian Minoggio in 3h50’22”, davanti al compagno di club della Valetudo, Stefano Radaelli (4h02’38”) con terzo Fabio Di Giacomo in 4h11’38”, quarto Alessandro Martignoni, quinto Simone Beltrametti. Sul podio rosa prima Cecilia Pedroni, anche lei Valetudo, in 4h56’18”, seconda Emanuela Scilla Tonetti (5h19’58”), terza Chiara Boggio (5h24’33”). Nel Mottyino, da 19 km, affermazioni di Matteo Spreafico e Monica Moia.

Cristian Minoggio ©Facebook VCO in corsa

TRAIL LONGANE KARPOS – All’ennesimo tentativo, Daniele De Colò centra la vittoria alla gara andata in scena a Lozzo di Cadore. Il vigile del fuoco di Taibon Agordino, già diverse volte sul podio, ha finalmente fatto propria la gara delle Dolomiti Bellunesi, prova impegnativa che propone un tracciato di 15 chilometri di sviluppo e 1100 metri di dislivello positivo. De Colò, classe 1970, è partito fortissimo, mettendo subito un bel po’ di secondi tra sé e gli inseguitori. A metà gara il vantaggio era di circa un minuto e mezzo ed è continuato a crescere nella seconda metà gara. Alla fine l’esperto atleta agordino ha vinto in 1h09’04”, precedendo di 2’35” l’ex biathleta azzurro, il friulano Michael Galassi, e di 3’47” un altro friulano, Giulio Simonetti. Tra le donne, la vittoria è andata all’altoatesina di Pieve di Marebbe Anna Pedevilla. Anche in questo caso due atlete friulane sul secondo e terzo gradino del podio: rispettivamente Carla Spangaro e Anna Finizio.
«Finalmente sono riuscito a vincere questa gara dura e bellissima» dice Daniele De Colò. «Ho fatto diversi piazzamenti sul podio e questa volta riesco a primeggiare: volevo questa vittoria, anche per dedicarla a Enrico Frescura e Alessandro Marengon, i due giovani cadorini caduti sul monte Antelao lo scorso 1 maggio». Anche l'organizzazione ha dedicato un pensiero ai due ragazzi del Soccorso alpino deceduti nei giorni scorsi, ricordandoli con un minuto di silenzio prima del via della gara. «Da martedì il pensiero di tutti noi è per Enrico e Alessandro» dice il coordinatore dello staff organizzativo, Andrea Forni. «Abbiamo nel cuore e nella mente la scomparsa di Enrico e Alessandro. Non è stata una settimana facile. Sono contento che in tanti del Soccorso Alpino oggi fossero presenti: ci tenevano, pur col dolore nel cuore. Per quanto riguarda la gara, la partecipazione è stata ottima in termini numerici perché abbiamo raggiunto i 300 partecipanti, ed elevato è stato anche il livello tecnico. È andato tutto bene. Abbiamo avuto anche la prova di nordic walking: è stata un’edizione sperimentale che contiamo di confermare e potenziare il prossimo anno».

GARDA TRENTINO TRAIL – Nella gara da 60 km e 3500 metri di dislivello, partendo da Riva del Garda con arrivo ad Arco, successo di Christian Hofer in 6h32’14” su Christian Insam (6h37’48”) e Josef Thaler (6h46’24”), quarto il norvegese Edvard Vasdal, quinto Giuseppe Biava. Al femminile a segno Francesca Dal Bosco in 7h38’26” su Isabella Lucchini in 7h48’55” e Magdalena Martini in 7h49’52”.

TROFEO VALLI BERGAMASCHE – Come da tradizione si è aperta la stagione della corsa in montagna con il Trofeo Valli Bergamasche, che quest’anno accende quindici candeline.La squadra di casa stringe i denti e non lascia andare il suo trofeo a staffetta maschile completando i 3 giri in 1h41’24”. Ottavo titolo consecutivo per gli ‘orange’ guidati da Luca Cagnati, autore di una ottima prima frazione distaccato solamente da un Bernard Dematteis che conclude gli 8,2 km di gara in 32'48" con un vantaggio di 38” sull’avversario. Vincitori e compagni di squadra anche l’azzurro Nicola Spada (33’03”) e Massimiliano Zanaboni (34’57”).
Secondo posto per la sfortunata Corrintime (1h43’02”) dei gemelli Dematteis che viene rallentata da un errore nel percorso da parte di Henri Aymonod, comunque all’altezza dei suoi compagni. Frazione finale velocissima per Martin Dematteis che chiude il percorso in 33’16”.
Terzo posto sempre di casa con la staffetta Valli Bergamasche B (1h45’19”) composta dallo junior Alessandro Lotta e l’iridato Alessandro Rambaldini, grande sfida la loro che con lo sprint finale di Matteo Bossetti distaccano la Recastello di Magri, Della Torre e Poli, quarti a un minuto dal podio.
Nella gara individuale femminile Alice Gaggi ha la meglio sulla compagna di squadra Samantha Galassi, vittoria e crono fermato a 39’09” sul tracciato da 8,2 km. A seguire Galassi (40’24”) e sul gradino più basso del podio Stefania Cotti Cottini del G.S. Pellegrinelli (41’02”). Quarto posto per Elisa Compagnoni (41'45") seguita da Luisa Gelmi (42'08").

Alice Gaggi

100 E LODE – Sigillo di Roberto Mastrotto alla decima edizione della 100 km sulle montagne vicentine. 9h48’26” il suo crono, davanti ad Alessio Zambon (11h13’02”) e Luca Manfredi Negri (11h15’47”). Federica Menti, tredicesima assoluta in 12h28’26” si aggiudica la gara rosa su Elisabetta Luchese (13h54’13”) e Ingrid Lanthaler (14h21’45”).

GRAN TRAIL RENSEN – Franco Collè guest star della gara nell’entroterra ligure di Arenzano: il valdostano del team Hoka One One / Crazy Idea chiude i 45 km e 3000 metri di dislivello in 5h16’10”; con lui sul podio Paolo Piano (5h32’28”) e Alberto Ghisellini (5h34’01”). Settima assoluta, e prima nella gara femminile, Simona Gambaro in 6h21’40”, quindi Giuditta Turini (6h27’31”) e Virginia Oliveri (6h32’29”).

LAGO MAGGIORE INTERNATIONAL TRAIL – Percorso vista lago di 50,6 km con 3510 metri di dislivello: primo sul traguardo Roberto Viliotti in 5h46’51” davanti a Moreno Sala (5h56’10”) e lo svizzero Gabriele Sboarina (6h05’17”), quarto Francesco Rigodanza, quinto lo slovacco Marian Priadka. La svizzera Kathrin Göetz detta legge al femminile in 6h28’20” (nono tempo assoluto), davanti alla svedese Sofie Strömberg (7h08’34”) e a Daniela Montelli (7h26’14”); ai piedi del podio Guendalina Sibona e Lisa Boschetti.

VESUVIO SKYMARATHON - Fulvio Dapit firma la 42 km e 2600 metri di dislivello, chiudendo al traguardo in 4h10’38”, davanti a Giovanni Ruocco (4h11’38”) e Mario Maresca (4h13’13”), quarto Carmine Amendola (4h26’48”) con quinta Silvia Rampazzo in 4h27’36”.

TRAIL SOVRAMONTINO - Terza edizione della prova di corsa in montagna che si svolge lungo sentieri e mulattiere che si snodano nella superba cornice della Vette Feltrine, nel Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi. La manifestazione ha proposto un tracciato di 10 chilometri (600 metri di dislivello) e uno di 17 chilometri (1200 metri di dislivello), entrambi con partenza e arrivo fissati alla frazione di Sorriva. Sul tracciato lungo la vittoria è andata a una delle promesse dello sci alpinismo italiano, Enrico Loss: il primierotto si è imposto con il tempo di 1h31’50”, precedendo di 6’7” Daniele Meneghel e di 6’49” Matteo Vecchietti. Tra le donne, successo di Eleonora Rossi davanti a Letizia Filosa e Orietta Lodi.
Sul percorso breve, tra le ragazze si è registrata la vittoria dell’azzurra dello sci di fondo Anna Comarella: la poliziotta cortinese, classe 1997, che lo scorso febbraio ha partecipato alle Olimpiadi di Pyeongchang, al termine dei 10 km ha fermato il cronometro sul tempo di 1h’04’55, precedendo Annalisa Cipollone e un’altra giovane fondista, la sovramontina Erica Antoniol. Tra i maschi la 10 km ha visto imporsi un atleta di casa, Nicola D’Agostini, che ha avuto la meglio su Lorenzo Busin e Massimo Torghezze.

Il podio maschile del Trail Sovramontino

 

 


Tecnica Zero G Tour Pro, la potenza della leggerezza

Tecnica crede sempre più nello scialpinismo e lo dimostra con l’arrivo sul mercato per la stagione 2018/19 di Zero G Tour Pro, erede di Zero G Guide Pro, rispetto al quale rappresenta un deciso passo in avanti. Uno scarpone interessante in chiave freetoruing ma che potrebbe posizionarsi a metà del guado con la categoria ski touring che abbiamo provato sulla neve in anteprima con Stefano Mantegazza, responsabile dello sviluppo del progetto, e la Guida alpina Davide Alperti, collaudatore della nuova scarpa, sulle nevi dell’Alta Badia.

AL BANCO - Rispetto a Guide Pro, Zero G Tour Pro subisce una cura dimagrante con last inferiore di un millimetro (99 mm) e peso ridotto di circa 250 grammi. Ma limitandosi ai numeri si rischia di essere riduttivi, perché cambia sensibilmente tutta l’esperienza, dalla camminata alla sciata. Nella numerazione 26/26.5 la bilancia si ferma a poco più di 1.315 grammi con lunghezza suola di 303 millimetri e la forma è abbastanza affusolata e anatomica. Per la suola è stata scelta una Vibram tra le più leggere presenti sul mercato, con tre diverse mescole, una delle quali grigia e omologata ISO Touring 9523, indispensabile per scarponi di questa categoria.

La forma è rockerata per facilitare la rullata e anche la zeppa interna è rockerata in poliuretano espanso con sistema C.A.S e disegno superiore a puntini di 1,5 mm per agevolare il lavoro di boot fitting e un buon grip della scarpetta. Gli inserti certificati Dynafit sono stati arretrati di 1,5 millimetri rispetto al vecchio Guide Pro per ridurre il braccio leva, mantenendo l'omologazione ISO Touring 9523 e una valida ramponabiltà. Al reparto ganci (rigorosamente quattro come da tradizione della casa) troviamo leve in magnesio e base alluminio con micro regolazione di sette millimetri. La prima è invertita per avere la sicurezza che non si apra in arrampicata o in sciata su neve crostosa. Ganci superiori con blocco in apertura e rastrelliera con uncino anti apertura in fase di camminata.

L’attenzione al peso ha riguardato anche il Powerstrap light da 35 mm con spalmatura interna di silicone per ottimizzare la stabilità sul gambetto durante la sciata. Per lo scafo è stato utilizzato Grilamid dello spessore di tre millimetri con zone C.A.S che permettono una perfetta lavorazione dello scafo in caso di operazioni di boot fitting. Si tratta di una tecnologia Tecnica ampiamente collaudata negli scarponi alpini con settori a porosità accentuata che garantiscono una migliore e più uniforme lavorazione quando scaldate. Il gambetto è co-iniettato in Grilamid/Carbonio nella parte posteriore e lateralmente, mentre sui lembi anteriori c’è solo Grilamid, per un flex progressivo. Uno dei segreti di Zero G Tour Pro è la leva posteriore ski/walk self-adjusting system a doppio armamento, nel gambetto e nel tallone, dove c’è un uncino di sicurezza. Il gambetto ha un’inclinazione di 12° (invertendo la piastra di fissaggio del meccanismo possiamo arrivare a 13°), mobilità di camminata anteriore di 15° e posteriore di 40°.. Zero G Tour Pro viene fornito con scarpetta preformata ready to go con lacci, soletta plantare e pad in gel.

LA CALZATA - L’entrata è facilitata grazie alle plastiche più morbide delle labbra sulla parte finale del collo del piede, con il vantaggio di poter posizionare correttamente la lingua della scarpetta. La calzata è fin da subito confortevole con un fit che segue il piede e malleoli e tallone ben alloggiati. Pratica la scarpetta ready to go versatile con mousse dalla giusta consistenza. Si può inserire la soletta termica che dà anche più precisione e comfort alla scarpa. Manovre di chiusura facili e intuitive, i ganci con microregolazione permettono un serraggio personalizzato, semplice anche con le moffole. Le taglie partono dalla 22 MP anche su questa versione top e strizzano l’occhio alle sciatrici esperte.

Il passaggio da walk a ski è molto semplice è abbiamo apprezzato particolarmente la leva posteriore a doppio fulcro che rende lo scafo ben progressivo e lo fa spanciare il giusto, anche forzando il piegamento in avanti.

 LA CAMMINATA - La rullata dello scafo trasmette sempre sensazioni di stabilità ed efficienza. In salita si ha un feeling di compattezza che garantisce precisione nell'indirizzare lo sci. L’apertura di caviglia all'inizio è un poco frenata dalla scarpetta che ha comunque bisogno di farsi nonostante sia ready to go. La curvatura dello scafo sul collo del piede copia bene, senza punti di pressione. C’è sicuramente più mobilità rispetto a Guide Pro.

LA SCIATA - In discesa traspare il know-how del marchio nel mondo alpino e freeride. Molto valido nelle curve strette, dove grazie alla giusta presa di spigolo (e ne ha grazie alla leva posteriore e alla struttura dello scafo) permette cambi veloci e precisi sullo sci. Dà però suo meglio nelle curve medio-lunghe: è molto progressivo, per una sciata dinamica che richiede energia a fine curva per uscire veloci. Ci è piaciuta anche la tolleranza negli arretramenti grazie al collarino della scarpetta alto e della giusta durezza sopra lo spoiler che aiuta a ritrovare la centralità quando necessario.

Zero G Tour Pro agevola anche quel lavoro di caviglia sugli sci che nello skialp non guasta mai nei terreni gobbosi, nei boschi fitti e su nevi crostose. Nel complesso ci è piaciuto perché le sue plastiche elastiche permettono una sciata moderna e precisa senza affaticare troppo la gamba.

Lo consiglieremmo per sci da 90 fino a 100 millimetri al centro e a sciatori di livello medio alto per uno skialp esigente. Proprio a volere trovare il pelo nell’uovo… qualcuno potrebbe preferirlo appena più basso sull’avampiede, ma proprio qualcuno…

I SUOI FRATELLI - Lo scarpone testato è il top di gamma della linea Tecnica per sci e pelli, affiancato da Zero G Tour Scout, con gambetto in PU e flex 120 (disponibile anche in versione femminile, flex 115) e Zero G Tour (scafo in PU, gambetto in Triax 3.0, flex 110). Tutti i modelli hanno last 99 millimetri.

 

TECNICA ZERO G TOUR PRO

Scafo: Grilamid

Gambetto: co-iniettato in Pebax/Carbonio

Mobilità gambetto: 55°

Leve: 4 Light Magnesium

Suola: ISO 9523 con Low Tech VIBRAM rubber toe & heel

Scarpetta: Ultralight-Light Fit ready to go con lacci

Last: 99 mm

Flex: 130

@Alice Russolo

Grandi sfide a Marone per la Trentapassi

Grandi sfide a Marone per la Trentapassi: la skyrace apre il circuito La Sportiva Mountain Running Cup, il vertical il Vertical Kilometer World Circuit.

SKYRACE - Sui 23,4 chilometri e 1860 metri di dislivello a segno Gil Pintarelli del Team Crazy in 2h24’34” su Andreas Reiterer (La Sportiva, 2h27’39”) e Christian Modena (New Balance, 2h29’00”), quarto Andrea Debiasi (Team Crazy, 2h31’11) e Nicola Giovanelli (La Sportiva, 2h31’32”). Al femminile colpo di Martina Valmassoi del Team Salomon in 3h02’31”, con un margine di 1’38” sulla polacca della Valetudo Wiktoria Piejak e 1’55” su Daniela Rota. Ai piedi del podio la danese Katrine Villumsen (3h05’50”) e Sara Rapezzi (3h10’44”).

VERTICAL - Vola anche con le scarpette da running Davide Magnini: il trentino del Team Salomon sale in 3,5 km e poco più di mille metri di dislivello in 39’22” davanti a Patrick Facchini (La Sportiva, 41’17”) e lo svizzero Pascal Egli (Team Dynafit, 41’48”), quarto Hannes Perkmann (La Sportiva, 41’59”), quinto il francese Camille Caparros (43’11”). Nella prova rosa affermazione della francese del Team Scott, Christel Dewalle (48’19”) sulla statunitense Hillary Gerardi (Scarpa/Compressport, 48’56”) e la connazionale Jessica Pardin (50’56”), quindi Stephanie Jimenez (Team Salomon, 52’52”) e la francese Mallaurie Mattana.


BIG uP & Down, siamo tutti figli dello stesso dio

«Scordatevi tutina e cronometro, la parola d’ordine è tranquille. 'Ci vediamo domani alle 9, anche 9.30 tranquille’, ‘vuoi fare un’uscita tranquille fuoripista?'. La vera performance è finire tutta la tartiflette che ti hanno messo nel piatto. Benvenuti alla BIG uP & Down. Siamo a Les Arcs, Savoia, patria di un po’ di tutto, dal KL al freeride, al turismo internazionale. Inizio febbraio». Inizia così l'articolo di Luca Giaccone su Skialper di aprile-maggio che è andato come nostro inviato a curiosare tra le simpatiche gare e gli altrettanto simpatici partecipanti di questo raduno francese di tutte le anime dello sci fuoripista con pelli.  

©Marc Daviet

COME FUNZIONA - Hai un paio di pelli e un attacchino perché un po’ bisogna salire con le tue gambe? Sei dei nostri, ma non importa quanto pesi o quanto sia largo sotto il piede il tuo sci, oppure ancora se la tutina da gara non ce l’hai: tutti insieme appassionatamente. E se pelli e attacchino non ce l’hai, tranquille, te li danno loro. Loro sono la Community Touring Club, la comunità creata da Gino Decisier e Guillaume Desmurs che mette insieme Kilian Jornet e Cédric Pugin, Mathéo Jacquemoud ed Enak Gavaggio, Laetitia Roux e l’ex campionessa di skicross Meryll Boulangeat. Skialper e freerider: alla francese i freerando. Tre gare che gare vere e proprie non sono, nel senso che l’importante è esserci, non vincere. Ed esserci, però, non vuol dire appartenere a una comunità chiusa, anzi. Lo spirito è completamente diverso, è quello di allargare i numeri dei freerando. Tre giorni dove nel village puoi provare gratuitamente tutto il materiale che vuoi, che tu sia già skialper, freerider e sciatore. Nessuna distinzione. Abbiamo visto ragazzi con la divisa dell’Equipe de France di sci mettere in un angolo un gigante da gara per provare un bel 100 sotto il piede...

©Marc Daviet

TOP E GENTE COMUNE - Alla BIG uP & Down abbiamo incontrato Mathéo Jacquemoud, Laetitia Roux e Rancho, tutti insieme per divertirsi, una volta tano senza cronometro. E poi... è assolutamente da vedere la gara dell'ultimo giorno, con un format veramente simpatico. Per saperne di più basta leggere Skialper in edicola!

©Marc Daviet

 


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