Damiano Lenzi: sotto, a tutta

Non vuol sentire parlare di stagione del riscatto, Damiano Lenzi. «Ho avuto un problema fisico nell’ultima annata - spiega il campione ossolano, dal ritiro del Centro Sportivo esercito a Courmayeur - una infiammazione alla schiena: ho provato a tener duro, ma alla fine è stato meglio fermarsi e ripartire. La situazione adesso è ok, sono pronto per la nuova stagione. Stagione che partirà con le prime prove di Coppa del Mondo a gennaio: meglio così, avrò modo di ritrovare la condizione ideale con più tempo».

Ma già adesso sei bello ‘tirato’.
«Alla fine sono rimasto fermo per quasi tre mesi. Quando sono tornato da viaggio di nozze, ho iniziato subito ad allenarmi duramente. La stagione delle due ruote è saltata, e allora ho puntato tutto sulla corsa: ha fatto qualche gara, avrei voluto fare anche il Kima, ma ne farò altre nei prossimi mesi per mettere benzina nel motore».

C’è anche la nuova ‘avventura’ con Dynafit.
«Il materiale è ottimo, sono molto soddisfatto. Sono pronto a portare la mia esperienza anche nello sviluppo: lo scarpone lo conosco, aspetto la neve per portare le mie indicazioni sul nuovo sci da gara».

Obiettivi?
«Adesso penso soprattutto ad allenarmi. La stagione è impegnativa, con Mondiali, Coppa del Mondo, le classiche. Ripeto, in questo momento per me il pensiero principale è quello di arrivare competitivo a gennaio, poi vedremo».


Memorial Stellina, domenica appuntamento con la storia

Domenica da segnare col circoletto rosso sull’agenda per gli appassionati di corsa in montagna: è il giorno del Challenge Stellina Race, l’appuntamento in Val di Susa giunto alla trentesima edizione. Un compleanno importante per il Memorial Partigiani Stellina che gli organizzatori hanno deciso di celebrare in primis ripartendo dal percorso originario, quello da cui nel 1989 è partita la storia di una delle manifestazioni più conosciute al mondo, la prima gara di corsa in montagna a essere ufficialmente riconosciuta dalla IAAF. Unica la storia del Challenge, promosso dalla Bolaffi per ricordare la vittoria ottenuta dalla formazione partigiana Stellina, comandata da Aldo Laghi (pseudonimo di Giulio Bolaffi, padre di Alberto), sulle forze nazifasciste sulle pendici del Rocciamelone nell’agosto del 1944 e organizzata, sin dalla prima edizione, dall’Atletica Susa Adriano Aschieris con la collaborazione del campione olimpico di Roma 1960 Livio Berruti, presidente del comitato organizzatore.
Dal punto di vista sportivo, tanti i motivi di interesse. Lo Stellina avrà infatti rilievo mondiale, con il suo inserimento nel neonato World Mountain Running Ranking, senza dimenticare il fatto che proprio a Susa si concluderà la Eolo Mountain Classic Cup, il circuito nazionale promosso dalla FIDAL e di cui per il 2018 fanno parte anche i campionati italiani di Saluzzo e Tavagnasco, entrambi parte, insieme alla Stellina, del Progetto Montagna Tricolore patrocinato dalla Regione Piemonte. A Susa saranno inoltre assegnati i titoli regionali di corsa in montagna lunghe distanze e, per la prima volta, si disputerà il Trofeo delle Province di corsa in montagna.

 


Domenica è il giorno del Trofeo Kima. Parte la sfida a Kilian

Trofeo Kima, ci siamo. Non è solo una gara delle Migu Run Skyrunner Extreme Series, è la sky per eccellenza in Italia. Una gara nata da un’idea della Guida alpina Pierangelo Marchetti e poi concretizzata da sua sorella Ilde, con il supporto di un gruppo di validi amici nella primavera del 1995, il Kima è da sempre considerato il non plus ultra dello skyrunning. Perché è gara mitica? Basta sfogliare l’albo d’oro nel quale spiccano Fabio Meraldi, Mario Poletti, Cheto Biavaschi, Mauro Gatta, Paolo Gotti, Bhim Gurung e Kilian Jornet solo per citare alcuni dei grandi campioni che qui hanno contribuito a rendere celebre il loro nome. Al femminile Morena Paieri, Gloriana Pellissier, Corinne Favre, Emanuela Brizio, Nuria Picas e Kesie Enman la dicono lunga su quanto questa competizione sia prestigiosa.

FAVORITI - 300 atleti ammessi e ovviamente pettorali rapidamente sold out. Riflettori puntati su Kilian Jornet Burgada che punta a riprendersi il record del percorso. Avrà da difendersi dalla pattuglia dei suoi connazionali Pere Aurell, Pau Bartolo, Alfredo Gil Garcia, dai tanti francesi, partendo dagli ski-alper Alexis Sévennec, Leo Viret o Samuel Equy. Oppure il tedesco Florian Reichert, lo svedese Petter Engdahl, il britannico Ricky Lightfoot o il sudafricano Christiaan Greyling. In casa Italia attesa per Cristian Minoggio, e ancora William Boffelli, Stefano Butti, Luca Carrara, Erik Gianola, Nicola Giovanelli.
Ancora più serrata si annuncia la sfida rosa. Emelie Forsberg e Hillary Gerardi in primis, oltre a Ragna Debats, Mira Rai, Malene Haukøy alcune delle atlete straniere più accreditate, ma attenzione alle azzurre con Martina Valmassoi, Chiara Giovando, Cristiana Follador, Maddalena Mognetti o Lucia Moraschinelli.

© Ufficio stampa Trofeo Kima

SICUREZZA - Trofeo Kima non è solo agonismo. Sabato pomeriggio alle 14 si parlerà di tecnologie al servizio dell’uomo e della montagna. Presso il centro polifunzionale della montagna a Filorera il comitato organizzatore della manifestazione in collaborazione con Regione Lombardia, ha promosso una tavola rotonda aperta a organizzatori, atleti e fruitori della montagna. Al tavolo dei relatori Antonio Rossi (sottosegretario regionale con delega ai grandi eventi sportivi), Massimo Sertori (assessore regionale agli Enti Locali, Montagne e Piccoli Comuni), Marino Giacometti (presidente ISF e del Comitato organizzatore del Trofeo Kima), Lorenzo Bertolini (Sete Track), Fabrizio Pina (presidente del Collegio Guide Alpine di Lombardia) e Gianfranco Comi (Presidente Regionale del Cnsas).
Prendendo spunto dal Kima che da quest’anno imporrà un materiale obbligatorio ad ogni singolo atleta e fornirà ad ogni concorrente un gps fornito dalla società valtellinese Sete Track al fine di monitorare in tempo reale l’andamento della gara. L’idea è quella di utilizzare il volano sportivo per lanciare un messaggio a istituzioni e semplici fruitori della montagna: in quota leggeri sì, ma in sicurezza. Alcune tecnologie attuali, estese dal mondo gare a quelle dell’alpinismo e trekking potrebbero infatti ridurre non poco i tempi di intervento in caso di soccorso. Tale tavola rotonda farà incontrare i diretti interlocutori e proverà a compiere un primo step verso l’abbattimento del digital divide e l’implementazione delle infrastrutture tecnologiche al servizio di chi vive in montagna o di chi la frequenta.
Non solo, seguendo le orme dello scialpinismo race, che ha sdoganato all’uso comune l’utilizzo del kit sicurezza pala/artva/sonda, il comitato organizzatore ha imposto un materiale minimo che verrà controllato in partenza e arrivo. Sul Sentiero Roma si correrà con scarpe da trail running, calzini, fuseaux ¾ oppure fuseaux sopra il ginocchio indossati con gambale, guanti, giacca antivento e telo termico al seguito, t-shirt o maglia tecnica sotto il pettorale. Ogni atleta dovrà inoltre presentarsi in partenza con una riserva d’acqua di 1 litro (borraccia a collo largo o camel bag).

©Ufficio stampa Kima

PERCORSO - Il tracciato ovviamente non cambia: 52 km di sviluppo, 8.400 metri di dislivello totale e sette passi tutti sopra i 2500 (quota massima passo Cameraccio a 2.950 metru). Bocchetta Roma, Cameraccio, Camerozzo, Barbacan, valichi alpini da nominare con rispetto. Grazie all’esperienza maturata nelle ultime edizioni e tenendo conto dei consigli utili ottenuti dagli atleti i cancelli orari sono stati uniformati e ritoccati. Anche in questo caso l’aspetto sicurezza di atleti e dei volontari disseminati lungo il tracciato ha inciso non poco sul risultato finale, ma in base ai test effettuati, le barriere sono risultate alla portata di molti skyrunner. Il tempo massimo per concludere la gara sarà di 11 ore. Saranno disposti cancelli orari alla Bocchetta Roma (3h15’), al Rifugio Allievi (6h) e al Rifugio Gianetti (8h). Una grande sfida quella di domenica, preceduta sabato da Kima Trail Running e MiniKima con due tracciati da 14 e 6 km.


Manny Reichegger padrone dell'Hühnerspiel Vertical-KM

È andata in scena sotto il sole l’ottava edizione della Hühnerspiel Vertical-KM, in programma a Colle Isarco. 90 gli atleti che si cimentano sui sentieri verticali di cima Gallina per domare questa montagna storica della Alta Val Isarco, affrontando un percorso di 2,9 km con un dislivello positivo di 1.000 metri. Al vertice della graduatoria maschile poca storia per il gradino più alto del podio, dove è salito Manfred Reichegger, portacolori della polisportiva Selva dei Molini, che subito dopo la partenza ha imposto un ritmo forsennato, restando solo di poco sopra il suo primato del 2012 (35’04”). A meno di un minuto di ritardo raggiunge il traguardo in seconda posizione il forte atleta della Val Sarentino Thomas Holzer, seguito dalla sorpresa della giornata, Tarcisio Linardi. Completano i top five Lukas Mangger davanti all’atleta della società organizzatrice Roberto De Simone.
Nella gara in rosa dominio di Irene Senfter dei Soltenzflitzer che passa il traguardo dopo 46’32”, lasciandosi dietro Astrid Renzler (47’58”) e Judith Gögele (48’34”).


Ortles + Tre Cime + Grossglockner, uguale North3

«Seguire le orme di uomini che più di vent'anni fa immaginavano il futuro dell'alpinismo è una sfida in sé: ciò che queste persone hanno fatto è semplicemente difficile da credere. Ma il nostro obiettivo non è solo un tributo, una sorta di seconda edizione: vogliamo spingere oltre i nostri limiti. Vogliamo costruire un dialogo alla pari con i nostri precursori e stabilire un nuovo punto di riferimento per l'alpinismo ibrido del futuro».  Queste le premesse dalle quali nasce il progetto North3 di Simon Gietl e Vittorio Messini, concatenare in bici e salire le tre cime nord fi Ortles, Tre Cime di Lavaredo e Grossglockner. Una sfida vinta, o quasi, della quale parliamo in esclusiva su Skialper 119 di agosto-settembre.

©Storyteller-Labs
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IL PRECEDENTE -Fine estate 1991. Hans Kammerlander e Hans-Peter Eisendle hanno concepito una nuova sfida, ibrida e progressiva, sulle loro montagne di casa: scalare in un'unica giornata le pareti Nord dell'Ortles e della Cima Grande di Lavaredo, coprendo con le loro biciclette la distanza tra le due montagne (246 km) by fair means. Quello che è nato più o meno come un gioco è diventato la pietra miliare di un nuovo modo di concepire le attività in montagna.
Primavera 2018. Simon Gietl e Vittorio Messini prendono il testimone e sfidano il risultato, aggiungendo una terza parete Nord, quella del Grossglockner, e altri 117 chilometri in bicicletta. Questa avventura non è solo la celebrazione di un modo ibrido, pulito e sostenibile di vivere la montagna, né solo un'impresa, e neppure un dialogo con una pagina di storia e il suo spirito: l'intera avventura è stata anche l'occasione per raccogliere donazioni per Südtirol Hilft, un'organizzazione benefica per le persone in situazioni di grave emergenza.

©Storyteller-Labs
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San Fermo Trail a Elisa Sortini e Henri Aymonod

Tappa del circuito La Sportiva Mountain Running Cup domenica con il San Fermo Trail. Vittoria di Henri Aymonod che chiude i 23 km e 1500 metri di dislivello in 1h29'16”09. Questione di millesimi sul traguardo, visto che i primi tre sono arrivati insieme sotto lo striscione d’arrivo: la classifica dice secondo Martin Dematteis (1h29’16’58), terzo il gemello Bernard (1h29’16”70), tutti compagni di squadra del Corrintime, quarto Daniel Antonioli (1h30’13”), quinto Gil Pintarelli (1h30’41”), quindi Martin Stofner, Alex Cavallar, Gabriele Bacchion, Stefano Pelamatti e Patrick Facchini a completare la top ten.
Nella gara rosa a segno Elisa Sortini in 1h49’40”, con lui sul podio Annelise Felderer in 1h50’35” e Daniela Rota in 1h57’24”, quindi Wiktoria Piejak, Nadia Franzini, Daniela Vassalli, Umberta Magno, Giulia Orlandi e Tiziana Bianchini nelle prime dieci.


Trekking al fronte

«La Guerra Bianca. Un nome affascinante. E quell’aggettivo, bianca, evoca un non so che di candido e pulito. Eppure 100 anni fa, nei luoghi che fecero da scenario alpino alla Prima Guerra Mondiale, quel biancofece più morti del nemico. Perché qui, nelle prime linee di confine, ad ammazzare furono la neve e il freddo. Prima ancora che la pallottola del soldato austro-ungarico. E pure quella, a dirla tutta, non mancava. Ma nella stagione più fredda, negli anni di guerra tra le nevi del Parco Nazionale dello Stelvio e dell’Adamello, l’esercito aveva a che fare non con uno ma con due nemici: l’uomo e anche l’ambiente ostile. A vederlo oggi, il comprensorio Pontedilegno-Tonale, con le sue numerose attrazioni turistiche, sembra un angolo di paradiso. Passo Paradiso, con l’omonima cabinovia, per alcuni rappresentò invece l’inferno». Comincia così l’articolo di Tatiana Bertera sul Giro dei Forti e il Sentiero dei Fiori, due interessanti itinerari escursionistici alla ricerca di tracce della guerra combattuta su questi monti.

©Matteo Pavana

SENTIERO DEI FIORI - Percorrere il Sentiero dei Fiori, un itinerario attrezzato che si snoda in quota, sulle creste tra il Passo del Castellaccio e il Passo di Lago Scuro e sui ghiaioni sottostanti, significa camminare nella storia. Tra un sasso e l’altro si può trovare davvero di tutto: dal filo spinato ai pallini di piombo degli ordigni bellici, dal legno usato per costruire le baracche dei soldati ai pezzi di stoffa delle divise. Materiale conservato nel ghiaccio e che ora, con il ritiro del limite delle nevi, riemerge. Da non perdere le due spettacolari passerelle metalliche il cui attraversamento è senza dubbio uno dei momenti più emozionanti del tracciato, lunghe rispettivamente 75 e 55 metri.

©Matteo Pavana
©Matteo Pavana
©Roberto De Pellegrin

GIRO DEI FORTI -Se la quota del Sentiero dei Fiori è un po’ troppo impegnativa, oppure se si desidera affrontare un itinerario più rilassante ma comunque molto interessante, è possibile visitare alcuni resti del complesso sistema di fortificazioni realizzate dagli austriaci al confine italiano presso Passo Tonale. Uno degli itinerari, per i più sportivi affrontabile anche sulle due ruote gommate, porta alla scoperta di Forte Mero e Forte Zaccarana, realizzati ai primi del Novecento, già in sentore di guerra.

©Matteo Pavana

Mai più senza acqua

Quattro luglio, ore 9, appuntamento a Cesara, non lontano da Omegna, sopra il Lago d’Orta, terreno di allenamento abituale di Giulio Ornati del team Salomon, uno dei più forti ultra trailer in circolazione. Giulio è puntualissimo, pronto per il suo allenamento mattutino, ma oggi sarà un po’ un fuori programma perché gli abbiamo chiesto di portarci con lui a fare un giro panoramico con vista Lago d’Orta. L’occasione per scoprire un angolo tra i più belli del Nord Italia di corsa, dove tra l’altro passa il percorso lungo dell’UTLO-Ultra Trail Lago d’Orta, quello da 120 km, in programma dal 19 al 21 ottobre. Un allenamento, un giro, per vedere sul campo come un atleta top del suo livello si idrata nei giorni più caldi e trarne qualche utile consiglio per il trail runner medio, quello che… si ritrova ad avere sempre sete. Ne parliamo su Skialper di agosto-settembre.

©Andrea Salini/Outdoor Studio

BERE - L’idratazione è un aspetto fondamentale, spesso trascurato e che invece può incidere in maniera importante sulle prestazioni e sul nostro stato di salute. Si dice che si può sopravvivere settimane senza mangiare ma al massimo qualche giorno senza bere… Oltre ai consigli di Giulio abbiamo chiesto un parere al medico, il dottor Alessandro Da Ponte.

©Andrea Salini/Outdoor Studio
©Andrea Salini/Outdoor Studio

Domenica si corre l’Hühnerspiel Vertical-KM

Domenica 19 agosto la sezione skialp del Gossensass organizza l’ottava edizione dell’Hühnerspiel Vertical-KM, la prova verticale sulla montagna di casa di Colle Isarco, al confine con l'Austria. I tempi da battere sono i primati segnati da Manfred Reichegger nel 2012 con 35'04" e da Stefanie Jimenez nel 2017 con 43'05". Oltre al vertical competitivo si terrà anche una marcia per escursionisti. Per chi preferisce la camminata senza cronometro la partenza è possibile dalle 7.30 alle 9.30 in centro a Colle Isarco. Il percorso a scelta salirà fino a quota 1.860 a Malga Gallina e quelli che rientreranno in piazza a Colle Isarco entro le ore 13.30 parteciperanno a un ricco sorteggio a premi. La partenza della gara vertical, con uno sviluppo di 2.9 km su un dislivello positivo di 1.000 metri. si terrà alle ore 9.30 a piazza Ibsen. Le premiazioni si terranno sempre in piazza Ibsen alle ore 13.30. Modulo d’iscrizione e ulteriori informazioni: www.sv-gossensass.org


Terminillo, storia di un'evasione possibile

15 luglio 2017, Roma, quattro amici in un bar bollente; l'aria è irrespirabile, fa un caldo che si muore, l'unico panorama il viale trafficato di fronte alla stazione. Il piano: Roma Tiburtina ore cinque e cinquantacinque, autobus Roma-Rieti. Se tutto procede, dovremmo arrivare alle sette e trenta alla stazione Morrone di Rieti. Ore sette e cinquantacinque, autobus Rieti- Pian de’ Valli (piccolo paese alla base del Terminillo, posto a circa 1.600 metri di quota). Da li è fatta, arriveremo sul Terminillo e al Monte Elefante, la nostra vetta di libertà! Nasce da questo idea il servizio che pubblichiamo sul numero di agosto-settembre di Skialper, un’idea per una veloce fuga a due passi da Roma. Naturalmente a piedi…

©Luca Parisse/Risk4Sport

NEI BOSCHI DEI CARBONAI - L’itinerario proposto, che tocca il Monte Elefante, si snoda in parte nella foresta un tempo tagliata dai carbonai, uomini che dai villaggi partivano per le foreste rimanendovi anche mesi per produrre quello che è stato per centinaia di anni l'oro nero dell'Appennino, che forniva calore ed energia alle città: il carbone di legna. L’escursione è anche una scusa per scoprire Micigliano, un grazioso piccolo comune di circa 130 abitanti a quota 925 metri.

©Luca Parisse/Risk4Sport

Ancora Kilian alla Sierre-Zinal

La sesta di Kilian Jornet Burgada: il catalano ancora primo alla Sierre-Zinal, tappa delle Golden Trail Series e prova del World Mountain Running Cup. 2h31’39” il suo crono dopo 31 km con 2.200 metri di dislivello, con un vantaggio di 1’31” sul britannico Rob Simpson e di 1’39” sul keniano Robert Panin Surum. Quarto a 4’14” un ottimo Francesco Puppi, quindi il messicano Juan Carlos Carera, il francese Julien Rancon, Davide Magnini, il britannico Andrew Douglas e lo svizzero Stephan Wenk a completare la top ten. Quindicesimo Marco De Gasperi, diciottesimo Luca Cagnati.
Dal Kenia la prima della graduatoria rosa: a segno Lucy Wambui Murigi in 2h57’54” con un margine di 3’35” sulla tedesca Michelle Maier e di 4’51” sulla svizzera Simone Troxler, quarta la neozelandese Ruth Croft, quinta una brillante Elisa Desco. Nelle prime dieci la statunitense Megan Kimmel, la spagnola Eli Gordon, la svedese Ida Nilsson, la spagnola Laura Orgué e la britannica Victoria Wilkinson. Diciassettesima Silvia Rampazzo, ventiduesima Gloria Giudici.

Francesco Puppi e Davide Magnini ©Martina Valmassoi

LA CLASSIFICA


Alpago Sky Super 3 a Enrico Loss e Stefania Zanon

Enrico Loss e Stefania Zanon firmano la sesta edizione di Alpago Sky Super 3, la sky race che a Chies vuole onorare la memoria di Maudi De March, David Cecchin e Andrea Zanon, i tre ragazzi del Soccorso Alpino caduti sul Monte Cridola il 10 agosto del 2012. Dall'anno successivo, 2013, si corre sui sentieri dell'Alpago, e in particolare su quelli che salgono e scendono dal monte Venàl. Venerdì a Chies sono sono partiti in 117 (arrivati in particolare da tutto il Triveneto ma anche da altre regioni d'Italia) per affrontare una gara spettacolare e tecnica, su un tracciato di 18,8 chilometri e 3.626 metri di dislivello (1.850 quelli positivi) con partenza da Lamosano e arrivo a Chies e con il monte Venàl (2.212 metri di altitudine) a fare da “tetto” e “arbitro” della corsa.
La gara, come consuetudine, è stata di livello tecnico molto buono. Il più veloce di tutti è stato Enrico Loss, classe 1997, (che proprio sulle montagne dell'Alpago aveva vinto nell'inverno del 2017 una medaglia di bronzo ai Mondiali Juniores di ski-alp), atleta che lo scorso anno e due stagioni fa era salito sul secondo e sul terzo gradino del podio dell'Alpago Sky Super 3. Questa volta, finalmente, la vittoria. Il successo è arrivato al termine di una gara accorta che prima, lungo la salita verso il Venàl, lo ha visto contenere a una ventina di secondi il distacco dal friuliano Tiziano Moia (poi saltato a causa dei crampi), e poi lo ha visto scendere con grande sicurezza verso l'approdo finale di Chies dove ha fermato le lancette del cronometro sul tempo di 2h09'11”.
In seconda posizione si è classificato, con il tempo di 2h12'20”, un altre trentino, Francesco Baldessari, già secondo lo scorso anno. A completare il podio un atleta di casa, l'alpagoto Gianpietro Barattin, vincitore delle ultime due edizioni e recordman dell'evento (2h'07'18”, fatto registrare lo scorso anno).
Tra le donne il successo è andato alla bellunese, con un passato di ottimo livello nello sci alpinismo, Stefania Zanon. Per Stefania, in testa dal primo all'ultimo metro, il successo non è mai stato in discussione. Per portare a termine la propria fatica ha impiegato 2h49'11”, lasciando la piazzata, Valentina Loss (sorella di Enrico), a 7'50”. Anche nella gara in rosa il podio è stato completato da un'atleta di casa, Roberta Dal Borgo (3h01'29”).