Skyrace Dolomiti Friulane: domina Piller Hoffer
600 concorrenti in gara su un percorso spettacolare
Domenica 28 agosto è il giorno più importante dell'anno a Forni di Sopra (UD),una data attesa da atleti, organizzatori e curiosi: è il giorno della Skyrace.
La corsa è articolata su circa 20km con 1700m di dislivello, gran parte dei quali da affrontare nella prima lunga salita che conduce ad una sorta di altopiano dove la gara compie vari saliscendi prima di ritornare a valle. Il tutto si svolge nel Parco delle Dolomiti Friulane, di grande interesse naturalistico. Nell'aria frizzante di un'alba che preannuncia una bella giornata, il paese brulica di gente: chi ancora si deve iscrivere, altri già si scaldano, mentre la macchina organizzativa è ormai a pieno regime per dar vita al grande evento.
Decido di appostarmi al culmine dell'ultima salita, dove inizia la picchiata finale sui ghiaioni verso il traguardo. Tempo di preparare il punto di controllo e gli incitamenti già riecheggiano nella valle,
una figura lontana è ancora confusa tra i mughi ma appena si rende riconoscibile esplodo di gioia perché l'amico Matteo Piller Hoffer ha ormai staccato i forti sloveni Zamik ed Alic, che arriveranno in quest'ordine, conducendo con autorevolezza tutta la gara.
Non c'è niente da fare per nessuno oggi: il sappadino mi passa accanto quasi sorridente e non certo al limite delle forze, mentre gli inseguitori mi sono apparsi ben più provati. Passano sempre più concorrenti, molti gli amici in gara, fino a che compare Lorella Baron, la prima donna, che andrà a vincere in completa solitudine su Romanin e Theocharis.
Terminata la lunga fila dei concorrenti, quasi seicento, scendo a valle dove trovo la consueta festa resa possibile dalla rodata macchina organizzativa e dai molti volontari, locali e non.
Per informazioni sulla gara visitate il sito www.for-adventure.it.
Paolo Bert: una freccia rossa sul 'Re di Pietra'
Nuovo record di salita e discesa del Monviso da Pian del Re: 3h12'42"
Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo il resoconto di Carlo Degiovanni sull'impresa di Paolo Bert sul Monviso.
«In una magnifica e tersa mattinata di fine agosto 2011 un brivido rosso ha scosso il Re di Pietra: l’evento era stato preparato in gran segreto. Gli elementi imponderabili sono molti e quindi meglio
lavorare in silenzio ed alla pubblicità, se mai, si pensa dopo… Paolo Bert da Bricherasio è il protagonista: classe 1978, tesserato, in quanto atleta, alla Podistica Valle Infernotto, società sportiva di quest’angolo del cuneese. Nelle fatiche di Montagna fa parte del team “La Sportiva”. Eccellente atleta di livello internazionale da un decennio domina il mondo dello Sky Race o della Corsa in Montagna. Per 9 anni vincitore della 3 Rifugi Val Pellice (quest’anno una crisi lo ha costretto al secondo posto) ma citare tutti i suoi successi, regionali e nazionali, riempirebbe un intero articolo.
Non ha punti deboli è per questo primeggia: veloce su strada in pianura, ottimo scalatore dalle salite più facili alle più tecniche, discesista impareggiabile e soprattutto dotato di grande potenza
resistente. Anno importante per il Monviso: 150 anni fa lo salirono ufficialmente per la prima volta gli inglesi William Mathews, Frederik Jacomb con le guide francesi Jean Baptiste e Michel Cruz. Era il 1861 in data 30 Agosto.
Così dice la cronaca ufficiale. Quella popolare vorrebbe che il primo salitore sia stato “Sebastiano A” di Oncino il 1° Settembre 1841. Ma questa è quasi una leggenda, sia pure verosimile, raccontata in un libretto davvero interessante scritto nel 2005 da Dario Viale (Dario lo ritroveremo in questa cronaca). Il titolo “Sebastiano A il primo salitore del Monviso” di Fusta Editore: leggere per credere! Molte le manifestazioni per il 150° ma quella che vi raccontiamo non appartiene a nessun calendario. Torniamo, quindi, all’”evento”: la decisione era presa da tempo; unico elemento imponderabile la meteorologia. Nessuna organizzazione ufficiale per non coinvolgere altri in imprese al limite dell’impossibile. La ricerca di un cronometraggio ufficiale: chi meglio di Danilo Gaborin, storico misuratore del tempo della Federazione Cronometristi di Cuneo. Lo stesso crono che aveva registrato il 6 Settembre 1986 il record di sola salita al Monviso, sempre dal Pian del Re, di Dario Viale da Limone che salì la via sud in 1 ora 48 minuti e 54 secondi. Proprio quel Dario Viale autore del libro poc’anzi citato.
Nessuna voglia di misurarsi con il record del Re della Salita: c’è il massimo rispetto reciproco tra questi stoici atleti dell’impossibile!
Si tenta una impresa diversa: ancora la sud del Monviso, stessa partenza da Pian del Re ma salita e discesa. Si chiede aiuto agli amici per un supporto sul percorso, la notizia circola a mezza voce a Crissolo dove Paolo trascorre, con la famiglia, il periodo di ferie. Da parte di molti c’è la voglia di sostenere l’impresa in qualche modo: si trovano i “controllori” da dislocare sul percorso ed in vetta. Spuntano anche amici sponsor (Il mitico Bada e Davide) per finanziare la causa . E tutti insieme si spera nel bel tempo.
Si sceglie il lunedì perché domenica 28 c’è stata la ricorrenza ufficiale e sul Monte sono saliti in centinaia in una giornata spettacolare. Alle 8,00 la partenza dal pian del Re in perfetta solitudine ad affrontare il Re di Pietra. Paolo sale come se fosse la consueta gara domenicale: pur senza avversari il ritmo è quello giusto. Enrico lo vede transitare al Rifugio Sella dopo 41 minuti esatti. Osserva il passaggio Hervè Tranchero, storico gestore del rifugio. Con rispetto Paolo lo aveva preavvertito quasi chiedendo il permesso di potere realizzare un sogno: permesso accordato “a voi corridori questa montagna vi incista" dice il testimone vivente della storia recente del Monviso. Lui sa che l’alpinismo è anche competizione e che le passioni occorre gestirle ma non sopprimerle…
Alle ore 9,02 spunta al Colle delle Sagnette: è un punto molto rischioso per possibili scariche di pietre. Ad attenderlo Luca, Paolo, Beppe e Marco. Un tratto meno verticale e poi su alla ricerca della parete sud. Il transito all’Andreotti avviene dopo 1 ora e 24 minutii circa dalla partenza. Ad incitare lo sforzo solitario anche alcuni alpinisti che, preavvisati da Hervè, cedono i passo all’uomo che insegue il suo sogno. Imerio è in vetta dopo una veloce salita non ostante la competizione dello “Stellina” della mattinata precedente. È lui il delegato dal Cronometrista per la verifica del passaggio in vetta. E’ dotato di orologio satellitare e radio. Ore 9 e 58 Paolo è in vetta: 1 ora 58 minuti e 03 secondi. Il record di sola salita resiste ma questa è un’altra storia.
Poco più di un minuto di sosta per la foto ufficiale e poi giù per un verticale incredibile: è qui che Paolo costruisce il capolavoro. L’altro Paolo, inteso come Perotti, lo osserva dalle Sagnette. Uno spettacolo la discesa agile e controllata laddove di norma ci si arrampica. 17 minuti dalla vetta all’Andreotti e poi via verso la scarica di pietre del Colle delle Sagnette. Il transito al Quintino fa
presagire il livello della prestazione. 2 ore e 41 il tempo di passaggio. Al Pian del Re Danilo attende per ufficializzare l’impresa: l’atleta, maglietta rossa della Podistica Valle Infernotto, compie gli ultimi passi dal Lago Fiorenza ed alle sorgenti del Pò fa registrare il tempo totale di 3 ore 12 minuti e 42 secondi (discesa in 1 ora 14 e 39)! Cosa aggiungere: è un’impresa sportiva che non porta medaglie. C’è l’ammirazione della gente per il coraggio dimostrato più ancora che per il tempo impiegato. Forse un poco di invidia da parte di coloro che per salire il Monviso devono allenarsi un anno intero… Ma il piccolo uomo che sale il grande monte e la metafora dell’esistenza : la consapevolezza delle proprie possibilità, non uguali per tutti, e la tenacia nel volere raggiungere, con umiltà e sacrificio i propri obiettivi. Il piccolo uomo che sale il grande monte sa che non lo “vince” ne lo “conquista”, semplicemente lo accarezza , lo rispetta e lo ringrazia per avergli permesso, in un giorno di fine agosto, di realizzare un sogno che durerà una vita. Poi si riprende la vita di tutti i giorni: la Montagna rimarrà la a disposizione per altre “imprese” ed altri sognatori. Paolo Bert tornerà al lavoro, alla famiglia ed a regalarci altre vittorie nelle competizioni di montagna».
Una corsa ricordando Erwin Maier
L'indimenticabile alpinista morì sull'Eiger nel 2000.
L’US Aldo Moro ormai da undici edizioni organizza la gara in ricordo di un ragazzo dalle doti spiccate, grande professionista nell’arma dei Carabinieri e alpinista di altissimo livello.
Maier con due colleghi di cordata, Walter Nones e Nicola Cemin, era stato insignito della medaglia d’argento al valore dell’esercito e l’encomio solenne. Nel 1995 Erwin, Walter e altri compagni erano impegnati ad aprire una nuova via sulla vetta del Lobuche Pek, nel gruppo dell’Everest. In quel momento molti alpinisti furono sorpresi da una terribile tempesta di neve. Erwin e i suoi compagni hanno preso in mano la situazione e hanno salvato molti alpinisti in difficoltà. Proprio per questo motivo hanno avuto il riconoscimento da parte dello Stato Italiano.
Tornando alla competizione, quest’anno la cronoscalata sarà valida come Campionato Regionale Fidal di corsa in montagna di lunga distanza, inoltre anche i non tesserati alla Federazione, potranno correre alla gara in salita non competitiva aperta a tutti.
Il tracciato di gara misura undici chilometri e mezzo, sviluppandosi dalla frazione Casteons di Paluzza, vicino alla casa di Maier, sino a raggiungere, dopo un dislivello di 929 metri, la Malga Pramosio.
La partenza sarà data alle ore 9.30. Per ragioni di sicurezza i responsabili del percorso hanno stabilito il tempo massimo di tre ore per completare il tracciato.
L’albo d’oro della manifestazione può vantare atleti di altissimo livello, lo scorso anno è stato il keniano Kipsang Biwott a dominare con il tempo di 52.11. In campo femminile ha vinto Marta Santamaria dell’Atletica Brugnera tagliando il traguardo in 1.04.38. Per quanto riguarda i record del percorso li detengono Marco Gaiardo e Mateja Kosovelj. Gaiardo ha registrato la miglior prestazione, 50.04 del 2001 mentre la Kosovelj ha fermato il cronometro in 1.01.29 nel 2008.
L'iscrizione è fissata in 13€ e comprende: “pasta party”, pettorale gara e gadget a ricordo della manifestazione. Coloro che desiderano partecipare esclusivamente alla gara Fidal senza benefit, pagheranno la quota di € 3,50. Le iscrizioni si ricevono per i tesserati Fidal: via fax al numero 0433 775893 oppure utilizzando il modulo sul sito internet www.aldomoropaluzza.it entro le ore 24.00 di venerdì 2 settembre 2011. Tutti gli altri possono iscriversi fino alle ore 9.00 di domenica 4 settembre, direttamente sul luogo di partenza.
Buzzoni e Pellegrini, doppietta orobica in Valmasino
Grande spettacolo sui 1850 metri di dislivello del trial della Valmasino
Dopo il nubifragio di sabato mattina il sole è tornato a splendere sulle vette della Valmasino regalando una spettacolare giornata ai più di novanta skyrunner che si sono sfidati nel trial del Kima 2012. Ad attenderli un tracciato altamente tecnico e muscolare con sviluppo di 25.5 km, 1850 m di dislivello positivo e altrettanti da percorrere in discesa dopo avere superato il GPM fissato al Passo Barbacan (2570 mslm).
I più veloci di tutti al traguardo di Filorera sono stati gli orobici Lisa Buzzoni e Pietro Pellegrini, due veri e propri talenti delle corse in montagna d’alta quota, che pur viaggiando su ritmi decisamente sostenuti, non sono comunque riusciti a battere i precedenti primati cronometrici della gara (Fulvio Dapit - 2h51’07” e Cinzia Bertasa 3h40’11”).
Sia al maschile, sia al femminile, la kermesse proposta dall’associazione Kima sono state decisamente combattute. Portatosi subito alla testa della corsa, sulla lunga ed impervia salita che porta al rifugio Gianetti, Pietro Pellegrini ha provato a sfiancare i diretti avversari mettendo in fila nell’ordine Paolo Gotti, Daniele Zerboni, Dario Songini e Carlo Bellati. A dimostrazione di un forcing a dir poco intenso, all’altezza del Passo Barbacan, il divario tra il fuggitivo e il primo degli inseguitori è salito a quattro minuti. «Sapevo di stare bene - è stato il commento post gara di Pellegrini - ma temevo il ritorno dei miei diretti avversari in discesa. Per questo ho tirato a tutta la prima parte di gara cercando di avvantaggiarmi il più possibile. Poi alla fine mi sono accorto di non avere perso moltissimo nemmeno nella seconda frazione… Quindi tanto meglio. A chi dedico questo successo? Alla mia compagna, Miriam, e ad un amico valtellinese, Enrico “Beno” Benedetti con il quale condivido la passione per la montagna e la filosofia che sta dietro la rivista “Le Montagne Divertenti”. Abbiamo un patrimonio che va preservato per trasmetterlo il più intatto ed integro possibile a chi verrà dopo di noi».
Nella graduatoria in rosa, l’azzurra Buzzoni ha invece dovuto faticare per staccare una mai doma Lorenza Combi. Più distanziate restavano le altre pretendenti alla terza piazza. Entusiasta la vincitrice: «Correre qui su queste montagne è sempre un piacere, chiudere la gara al primo posto fa ancora più piacere. Conoscevo la Valmasino SkyRace, la sapevo gara dura e muscolare, per questo l’ho affrontata senza forzare nella prima parte. Devo fare i miei complimenti agli organizzatori per l’eccellente disposizione dei ristori e per la calorosa accoglienza che ogni volta mi riservano».
La tecnica discesa che, passando per il rifugio Omio, riportava i concorrenti presso i Bagni Masino e quindi al traguardo di Filorera non ha regalato grosse emozioni se non per il gradino più basso del podio rosa che ha visto Lucia Pianta mettere la freccia e guadagnarsi sul campo il bronzo di giornata.
Classifica alla mano Pellegrini ha primeggiato in 2h51’29” mettendo in fila gli ottimi Paolo Gotti -2h55’29”- e Daniele Zerboni - 2h57’17”-. Nella top ten di giornata sono entrati pure Carlo Bellati, Dario Songini, Giorgio Compagnoni, Thomas Capponi, Roberto Volpi, Davide Grossi e Natalino Platti.
Al femminile, la “signora Gotti” Lisa Buzzoni ha fermato il cronometro sul tempo di 3h47’32” mettendo dietro Lorenza Combi 3h55’57”, Lucia Pianta 4h41’51”, Silvia Chiappa, Margherita Bassi, Eniko Szentirmai e Stefania Zuri.
«Il bilancio a livello organizzativo è positivo - ha commentato nel post race la presidente dell’Associazione Kima Ilde Marchetti -. Se gli atleti e gli appassionati che si sono portati in quota hanno goduto delle spettacolo che le nostre montagne sanno regalare in queste splendide giornate di sole, anche chi è rimasto in zona parterre non si è certo potuto lamentare grazie allo show dei paracadutisti della sezione lecchese; un evento collaterale azzeccato e altamente spettacolare che ha tenuto tutti con il naso all’insù».
Kilian Jornet Burgada e chi se non lui?
Vince la Utmb e diventa il re del Bianco
Edizione epica, è successo di tutto: ultra in ogni senso. Vento, neve, tempesta, pioggia, freddo e caldo. Quattro stagioni in un giorno. Come non bastasse la durezza del percorso, con i suoi 166 km e quasi 10 mila metri di dislivello, questa edizione è stata caratterizzata dalle avverse condizioni meteo che hanno messo a dura prova i concorrenti e l'organizzazione. In 2300 sono partiti alle 23 dalla piazza di Chamonix di venerdì scorso, in rappresentanza di ben 55 nazioni, con partenza ritardata a causa del maltempo che imperversava sul percorso. Scelta azzeccata dell'organizzazione che riusciva ad evitare il peggio ai concorrenti, ma il percorso, a causa di una frana, ha dovuto subire dei cambiamenti. E così alla fine risulteranno 5 km in più del previsto, come i previsti 166 non bastassero. Una leggenda questo trail, che si sviluppa attorno al massiccio del Bianco passando per Italia, Francia e Svizzera. Numeri da capogiro, tagliare il traguardo significa entrare nella storia di questa manifestazione. Kilian vince per la terza volta questo ultra trail su nove edizioni sin qui disputate con un tempo di poco sopra le 20 ore. E' lui il più forte, ci fossero stati ancora dei dubbi, l'ha dimostrato in questa edizione dove non basta saper correre, ci vogliono testa e tanto cuore. Ha vinto con il tempo di 20h36'43" precedendo il suo connazionale Iker Karrera di 8' e di quasi 20' il francese Sebastien Chiagnean. Con questa vittoria si avvicina il suo obiettivo di vincere 5 manifestazioni in 5 continenti entro la fine della stagione di corsa, che l'ha già visto imporsi a maggio in Australia e a luglio negli Stati Uniti. Tra 15 giorni partirà per il Sudafrica per un'altra impresa. In bocca al lupo campeon!
Intervista ad Urban Zemmer
Video: guarda il backstage dell'intervista realizzata per Ski-alper
L'avevamo visto in gran spolvero in occasione della visita a casa sua la settimana scorsa. Era convinto di fare una bella gara sul Latemar, perché le sensazioni erano buone e la gamba girava bene, ma addirittura di ritoccare il record della gara non l'aveva messo in previsione. Merito di questo ennesimo grande risultato il fatto di aver avuto in Roland Clara un validissimo avversario che ha provato sin dal via a mettergli pressione. Urban, una meravigliosa tripletta: vittoria, titolo italiano e record della gara. "Si tutto molto bene, migliorare il tempo a 41 anni sembra impossibile ed invece il lavoro paga sempre, sono felice". Una gara molto tirata, raccontaci com'è andata. "Roland è partito subito forte, me l'aspettavo, io inizialmente dovevo limitare il distacco per poter giocarmi le carte nel tratto duro, quello a me più congeniale. Così è andata. Ho ripreso Clara a circa metà percorso, ho preso il mio ritmo e sono riuscito a staccarlo" Vittoria con record, hai ritoccato il tuo precedente record di 6 secondi "Questo vertical mi piace molto e non perché lo vinco da 4 anni. Oggi c'erano le condizioni ideali per correre, temperatura ottimale, tracciato in perfette condizioni ed un Clara che mi ha dato i giusti stimoli." Prossimi appuntamenti? "questi vertical sono in preparazione all'evento clou della stagione che saranno gli Europei in Spagna a novembre. Prima vorrei partecipare ad un vertical di prestigio a Fully in Svizzera in programma il 22 ottobre che sarà un ottimo banco di prova dal momento che ci saranno tutti i migliori interpreti della specialità" Al vertical del Latemar c'è da registrare il ritorno di un grandissimo dello scialpinismo, Mirco Mezzanotte infatti ha chiuso in settimana posizione a ridosso di Marco Facchinelli e precedendo gli altri due forti scialpinisti del Bogn da Nia rispettivamente Ivo Zulian e Thomas Trettel. Che sia il preludio ad un ritorno alle gare di scialpinismo? Follador intanto, in aria di convocazione azzurra nello scialpinismo, conferma il suo ottimo stato di forma chiudendo in quinta posizione a 3' dal fenomeno.
Stefano Daniel e Silvia Serafini vincono sulla Schiara
Una cinquantina di persone di corsa al Rifugio Bianchet
La cronoscalata, organizzata dalla famiglia Sani, gestori del Rifugio Bianchet, patrocinata dal Comune di Sedico, dal Cai di Belluno e del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, si è avvalsa della collaborazione del Corpo Forestale dello Stato e della stazione di Belluno del Soccorso Alpino. I Forestali e il Soccorso Alpino hanno messo a disposizione uomini e mezzi garantendo l’assistenza lungo l’intero percorso.
Subito dopo la partenza è Stefano Daniel a condurre il plotone che sale lungo la strada sterrata. Daniel scollina al Sass de i Companc' (a dieci minuti dall’arrivo) con una ventina di secondi di vantaggio sul suo primo diretto inseguitore, Paolo Gamberoni. Il battistrada stringe i denti e mantiene costante il ritmo anche nell’ultimo strappo che porta davanti al Rifugio vincendo con un tempo di 46.23. In seconda posizione si conferma Paolo Gamberoni fermando il cronometro in 46.45. Sul terzo gradino del podio sale l’inossidabile campione della corsa in montagna Dino Tadello con il tempo di 47.11.
Tra le donne conduce per tutta la gara Silvia Serafini che chiude al primo posto con tempo di 53.01. La Serafini non riesce per una trentina di secondi ad abbassare il tempo record della Santamaria registrato nel 2010. In seconda posizione taglia il traguardo Francesca Rossi con il tempo di 54.27. Nada De Francesch è terza con 58.35.
Il trofeo dedicato a Marco Zago è assegnato a Stefano Burlon (47.47), volontario del 118, che precede di due minuti Stefano Andrich, volontario del Soccorso Alpino. Al momento del ritiro del premio, Burlon ha ricordato Diego Perathoner, uno dei volontari del soccorso alpino, morti nella valanga in Val Lasties alla fine del dicembre 2009. Tra le donne, invece, vince Milena Dalla Piazza (1.18.20), volontaria dell'Anffas.
Tra le curiosità, l'atleta più giovane che è salito sino al Rifugio Bianchet è Piero Sovilla.
Gianpaolo Sani è soddisfatto dell'andamento della gara "Quest'anno abbiamo avuto una leggera flessione nelle iscrizioni". Ha detto Sani. "Alla fine tutto è filato per il meglio, - ha continuato il gestore del Bianchet - per il prossimo anno cercheremo una data con meno congestione di appuntamenti".
Urban Zemmer Campione Italiano Vertical
Aggiornamento flash dal Latemar
Urban Zemmer è il nuovo Campione Italiano Vertical. In campo femminile vittoria per Erika Forni. Questa mattina l’altoatesino, specialista della corsa in montagna verticale, ha vinto la 14^ edizione del Trofeo Latemar Vertical Kilometer. Il campione di Castelrotto, con il tempo di 35.41, ha fatto registrare anche il nuovo record del tracciato. Alle sue spalle si è classificato il fondista Roland Clara con un minuto di svantaggio. Sale sul terzo gradino del podio il giovane fondista Stefano Gardener. Paolo Larger è quarto. Per quanto riguarda le donne, Erika Forni vince davanti a Nadia Scola, seconda, e Irene Senfter, terza. Da segnalare le buone prestazioni degli “skialper” Marco Facchinelli e Thomas Trettel, rispettivamente sesto e decimo.
Torna la Sky Race Monte Cavallo
L'11 settembre l'ultima prova del Campionato Italiano
Skyrace Monte Cavallo, l’11 settembre il via dell’ultima prova del Campionato Italiano Skyrunning. Il percorso completamente segnalato da sabato 3 settembre.
Il tracciato della quarta edizione della Skyrace Monte Cavallo è in fase di preparazione, la messa in sicurezza e la segnalazione con le tabelle chilometriche saranno ultimate sabato 3 settembre.
Il primo weekend di agosto, in occasione della Sky Race Ortles Cevedale, Mikhall Mamleev si è laureato, con una prova d’anticipo, Campione Italiano di combinata.
Per quanto riguarda i due gradini più bassi del podio tricolore i giochi sono più che mai aperti. Paolo Larger, che correva in Alta Valtellina con l’obiettivo del titolo italiano, è secondo con 222 punti, mentre Emanuele Manzi è terzo con 160 punti. In neo Campione Italiano dopo la Sky Race Ortles Cevedale ha 300 punti.
In campo femminile è in vetta alla classifica del Campionato Raffaella Rossi con 288 punti. La Rossi, dopo aver corso la prima parte della Sky Race Ortles Cevedale alle spalle di Brizio e della rumena Ana Hecico, ha vinto la penultima tappa con il tempo di 2.48.55. La Brizio alla Sky Race Monte Cavallo dovrà giocarsi tutte le sue carte per vincere l’ennesimo titolo italiano.
La Sky Race che si correrà tra le Province di Pordenone e Belluno, è organizzata dal Team Montanaia Racing in collaborazione con il Club Alpino Italiano (sez. Alpago, Pordenone, Aviano), con il gruppo Alpini di Aviano e Giais, con il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (stazioni Alpago, Maniago, Pordenone, Valcellina), con i Radioamatori B. Zanon di Chies d’Alpago, con la Protezione Civile di Aviano, con la Proloco di Tambre, con lo Skyrunning Giais, e con i gestori del Rifugio Semenza.
La partenza della gara avrà come quartier generale il centro sportivo di Roncjade. Subito dopo la partenza si andrà verso la sorgente naturale del Tornidor attraversando i pascoli di Pian Mazzega. Gli atleti inizieranno a salire lungo la Valgrande con un occhio al cronometro, visto che gli organizzatori hanno posto un cancelletto in Forcella Val Grande a due ore e quindici. A Forcella Lastè inizierà la prova cronometrata valida per il II Trofeo Benito Saviane, indimenticato e precursore delle attività agonistiche e tra i primi sostenitori della Skyrace Monte Cavallo. Il secondo cancelletto, tre ore dalla partenza, è previsto poco sotto il Rifugio Semenza.
Il termine della prova cronometrata coinciderà con la fine della discesa a Pian delle Lastre dove inizierà la lunga salita fino a raggiungere il terzo ristoro tra i pascoli di Casera Palantina.
Il tracciato prevede un’ultima faticosa salita, fino a Forcella Palantina, prima di scendere verso Rifugio Baita Arneri dove sarà allestito l’ultimo ristoro.
Prima di entrare nel grande catino della Val Sughet, i concorrenti dovranno affrontare ancora una corta salita. Per raggiungere il Piano del Cavallo e quindi l’arrivo a Roncjade i concorrenti dovranno fare attenzione all’ultima breve, ma insidiosa discesa.
Il Monte Cavallo è protagonista indiscusso e simbolo della manifestazione. Il Cavallo insieme ai suoi satelliti, il Cimon dei Furlani, Cimon di Palantina, Monte Colombera e Tremol, sarà interamente aggirato dal percorso di gara.
E domenica sarà la volta del Latemar
Altro vertical, altro exploit di Urban Zemmer?
Lui ci sarà e come sempre sarà grande spettacolo. L'abbiamo incontrato proprio ieri nella sua splendida Castelrotto, dove sta preparando l'appuntamento degli europei in programma a novembre in Spagna, e ci è sembrato carico a dovere. Il vertical del Latemar è ormai un appuntamento classico, che si disputa in Trentino tra le guglie del Latemar. Partenza alle 10 dai 1670 metri di località Gardonè ed arrivo ai 2670 metri del Rifugio Torre di Pisa con uno sviluppo di 3300 metri. Tracciato tecnico che inizialmente si sviluppa lungo le piste da sci del Gardonè per poi inerpicarsi tra gli scoscesi prati sino alle balze rocciose del Lametar. Una volta raggiunte le rocce gli skyrunners prenderanno il sentiero che porta al passo Feudo fino al rifugio Torre di Pisa. Se in campo maschile si lotterà dal secondo posto in poi, più agguerrita sembra invece la concorrenza in campo femminile. Nadia Scola sta attraversando un ottimo stato di forma, che le ha permesso di vincere il vertical di Alba Crepa Neigra la settimana scorsa, ma dovrà vedersela con Erika Forni vincitrice della scorsa edizione del vertical del Latemar e con la cembrana Francesca Simoni. Le condizioni del percorso sono eccellenti a seguito di questo periodo secco, e la meteo per domenica è favorevole. Gli ingredienti per un'altra bella giornata di sport ci sono tutti.
Stefano Mottini lascia la presidenza della Becca
Nessuna polemica, solo la voglia di cambiare
Nessuna polemica, nessuno scontro. Mottini lascerà la presidenza della A.S.D. Becca di Nona Skyrace raggiunto il traguardo della 10° edizione. I primi anni sono stati gestiti da Marino Giacometti, padre dello skyrunning, adesso il lavoro organizzativo della Becca passerà a Stefano Mosca, appassionato di gare e soprattutto amante della Becca di Nona.
La Becca è nata da un’idea di Marino Giacometti.
Marino, ha delle idee molto importanti, futuristiche, interessanti ma molte volte incomprese. Tanto per fare un esempio, i Mondiali a Cervinia nel 2000, l'attraversata delle Alpi, inoltre è stato lui a coniare lo skyrunning. Insieme a un avvocato di Aosta e all'Assessore allo Sport del Comune di Aosta di allora, sono stati gli ideatori della Becca. Io nei primi anni mi occupavo del percorso, in seguito ho preso in mano il comitato.
Descrivi la tua Becca.
La Becca è storia, partire dal centro di Aosta e arrivare in vetta, avere ai piedi la città è spettacolare, la montagna che domina la città. Una volta ai piedi della Madonna posta in vetta c'era un bivacco, Rifugio, dove si radunava parecchia gente, proprio perché era molto vicino alla città di Aosta. Si narra che ci sia sempre stata una rivalità tra valligiani e cittadini nel salire la becca, ma non ci sono documenti scritti.
L'impegno per organizzare una competizione come la Becca?
L'impegno è tanto, ci sono 2580 mt di dislivello in salita/discesa, organizzare la partenza, con tutti i problemi che può dare, l’arrivo, gli alberghi da gestire, la ristorazione, le navette, le televisioni, gli elicotteri, e molte altre cose. Il percorso è quello che mi preoccupa meno, ma se si vuole curare bene tutti gli aspetti, l’impegno è molto e le giornate lavoro non si contano. Per non parlare della burocrazia per accedere ai contributi: è pazzesca. I risultati però si vedono ogni anno e sono gli stessi atleti a raccontarcelo, ancora oggi ho avuto una mail di complimenti per l'organizzazione e il percorso così duro. Si, la Becca salita e discesa è estremamente dura, veramente dura e vincono i più forti.
Il momento più impegnativo.
L'ultima settimana è dura, ma il giorno della gara far quadrare il tutto non è facile, ho dei bravi referenti, Alex, Carrara, Albensi, Augusto, Domenico e il mitico Baffo, ci sono i miei colleghi del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Cervinia che quando non ce la faccio più sono più lucidi e mi consigliano bene. Grazie.
Il momento più bello.
Sono tanti i momenti belli, penso che sia la natura incontaminata che lega tutti i miei ricordi più intensi.
Il vincitore che più ti ha impressionato?
In discesa Bruno Brunod, in salita quando Jean Pellissier ha fatto il record, Dennis per la sua completezza, Collon per la sua fatica, Taddei Pivk per il suo dominio. Tra le donne Gloriana Pellissier, Corinne Favre, Emanuela Brizio, devo dire che sono tutte veramente brave. I vincitori sono gli atleti affezionati alla Becca.
Come vedi il futuro della Becca? Cosa auguri al nuovo presidente Mosca?
La Becca è già a un buon livello, Mosca lavora! La Becca dovrebbe essere per noi abitanti della Aosta, il simbolo, l'orgoglio di questa montagna che domina i tetti delle case. Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino in questi anni, mi hanno dato l'opportunità di realizzare molti progetti, andando sempre avanti. La lista sarebbe infinita, ma un grazie di cuore voglio dirlo al mitico Baffo.
Sicuramente Stefano mancherà a tutte le persone che in questi anni hanno lavorato con lui. Mancheranno le telefonate all'alba o a orari assurdi, mancheranno i suoi racconti. Sono sicuro che dalla Becca di Nona non si allontanerà molto, oramai fa parte di lui.
Non potrà allontanarsi più di tanto altrimenti come farà Silvano Gadin a invitarlo sul palco e prenderlo in giro?
Come farà quel famosissimo atleta spagnolo a chidere ospitalità se non a Stefano?
Grazie Stefano! Ci vediamo sabato prossimo!
Domenica si corre il Trofeo Monte Schiara
Cronoscalata intitolata a Marco Zago
Domenica mattina alle ore 10 prenderà il via la seconda edizione del Trofeo Monte Schiara intitolata alla memoria di Marco Zago.
La cronoscalata, nata lo scorso anno dalla volontà di Gianpaolo e Valerio Sani, i gestori del Rifugio Bianchet, ha un dislivello di ottocento metri diluiti in nove chilometri e mezzo. Il traguardo è posto a pochi metri dalla porta d’entrata del Rifugio. Il percorso segue fedelmente la strada sterrata di servizio che dalla località Pinei (strada statale agordina) porta al Rifugio, le pendenze non sono mai troppo impegnative e permettono di correre sempre con un buon ritmo.
I vincitori della passata edizione, Francesco Farenzena e Marco Moretton, arrivati a pari merito sulla linea del traguardo, hanno fermato il cronometro in 44.17. In campo femminile Marta Santamaria, ha vinto con il tempo di 52.33.
Le iscrizioni (12€) si possono perfezionare il giorno della partenza sino a trenta minuti prima del via. Per tutti gli atleti è garantito il trasposto degli indumenti in zona arrivo.
Le premiazioni si svolgeranno nel pomeriggio subito dopo il pasta party e prevedono la consegna dei premi ai primi arrivati della categoria maschile e femminile. Premi speciali all’atleta più giovane, e meno giovane. Un riconoscimento speciale al gruppo più numeroso.
Al primo atleta del Soccorso Alpino arrivato al traguardo del Bianchet riceverà il 2° Memorial Marco Zago.