Continua l’espansione di Primaloft in Europa
Irina Mock è la nuova European PR Manager
Primaloft, brand americano specializzato nella realizzazione di laminati e membrane che garantiscano un elevato isolamento termico, prosegue nell’ampliamento del proprio Gruppo europeo. Dopo Birgitte Norenberg, Trade Marketing Manager Europe, entra a far parte del team Irina Mock, con il compito di PR Manager. Irina coordinerà da Holzkirchen, Germania – headquarter Primaloft – gli uffici pubbliche relazioni d’Italia, Francia, Spagna, Scandinavia, Regno Unito ed Europa dell’Est, con l’obiettivo di intensificare, insieme a Birgitte Norenberg, la cooperazione tra Primaloft e i propri clienti, rispondendo in prima persona per i mercati di lingua tedesca. In aggiunta al classico lavoro di pubbliche relazioni promuoverà la corporate communication. Risponderà di ciò a Jochen Lagemann, Direttore Sales e Marketing Europa di Primaloft. Irina, austriaca, appassionata outdoor fan (arrampicata, mountain bike, sci) vive da 6 anni a Monaco, si è diplomata alla Bayrische Akademie für Werbung und Marketing e conosce approfonditamente il marchio Primaloft per avervi lavorato come freelance negli ultimi due anni. La sua esperienza nell’outdoor è vasta, essendosi occupata di Primaloft stesso per l’agenzia ThreeSixty Communication di Milano e di marchi come NorrØna, Cloudveil, Spyder e Napapijri presso l’agenzia Krauts di Monaco. Irina ha inoltre lavorato come freelance per Head Sportswear e June communication (Obergurgl-Hochgurgl) e ha completato alcuni progetti di marketing nel settore fashion e sport.
La Sportiva Ultra Raptor
350 g per la novità 2013 destinata agli ultra trail
Il barefooting sarà anche la moda del momento, ma quando il gioco si fa duro servono scarpe che aiutino i ‘comuni mortali’ a portare a termine trail e ultra trail. La Sportiva propone per il 2013 il modello Ultra Raptor, sviluppato appositamente per le lunghe distanze e i terreni difficili. Adatto soprattutto a corridori con piedi dalla pianta larga, vede la tomaia, in mesh e rinforzi in microfibra anti abrasione, assemblata su di una piattaforma in Eva a spessore differenziato. Piattaforma garante di una marcata ammortizzazione. Un inserto in poliuretano lavora in favore della stabilità del tallone. La suola, secondo tradizione La Sportiva, è autoprodotta. Nel dettaglio si tratta del modello FriXion XF, che promette una notevole resistenza all’usura, abbinato a un inedito sistema d’assorbimento degli impatti. Tale sistema prevede tasselli della suola a spessore differenziato, così che alcuni di essi vengano a contatto con il terreno prima degli altri, attenuando gli shock. Disponibile nelle misure da 36 a 47,5 EU (incluse ½ misure), Ultra Raptor pesa 350 g al pezzo nella taglia 42 EU.
Si avvicina il giorno del Vertical alla Dolomites
Seguiremo tutto il programma dal vivo con i nostri inviati
È tutto pronto a Canazei, in Val di Fassa, per la quindicesima edizione della Dolomites SkyRace dei record, con quasi 1000 partecipanti nelle due gare valide per le Skyrunner World Series. L’unica incognita è come sempre legata al meteo. Infatti gli organizzatori valuteranno domani sera se anticipare di mezzora lo start della prima gara in programma, la Dolomites Vertical Kilometer di venerdì 20 luglio, valida come terza delle cinque prove del massimo circuito riservato alle competizioni di sola ascesa: le 10 anziché le 10.30.
DA ALBA DI CANAZEI A CREPA NEIGRA - La gara di apertura si svilupperà sul tradizionale percorso che da dai 1465 metri di Alba di Canazei porterà gli atleti ai 2465 metri in località Crepa Neigra, lungo il “sentiero del Fulmine”, per uno sviluppo di 2100 metri e un dislivello di 1000 metri.
Le certezze invece vengono dalla starting list di assoluto livello, che vedrà al via per la gara d’apertura 250 iscritti, fra i quali tanti big che parteciperanno ad entrambe le competizioni. Primo della lista il catalano Kilian Jornet Burgada, talento che ha sempre un grande appeal verso il mondo mediatico e non è un caso che il programma Icarus di Sky proprio a Canazei seguirà le sue gesta. E’ lui il favorito numero di domani, anche se dovrà ben guardarsi dai connazionali Miguel Caballero Ortega, Jessed Hernandez Gispert, David Lopez Castan e da Luis Alberto Hernando Alzaga, che lo scorso anno vinse la Dolomites. Da non sottovalutare poi lo scozzese Tom Owens, il russo Andrey Semenov e lo sloveno Nejc Kuhar.
Non ci sarà invece l’altoatesino Urban Zemmer, fermo ai box per i noti problemi di salute. Così le ambizioni azzurre sono tutti nei confronti della fiemmese Antonella Confortola che parte con buone possibilità di vittoria - iberica Nuria Dominguez Azpeleta e svedese Emelie Forsberg permettendo - mentre l’altra spagnola Mireia Mirò pare intenzionata a partecipare esclusivamente alla gara lunga di domenica, causa i noti problemi al ginocchio. Risulta fra le iscritte anche la fortissima spagnola Oihana Kortazar, che solo all’ultimo scioglierà le riserve visto che risulta iscritta anche ad un altro evento sui Pirenei.
Dopo il Vertical toccherà alla prestigiosa Dolomites SkyRace di domenica mattina, per la quale gli organizzatori sono stati costretti a chiudere le iscrizioni con una settimana d’anticipo per garantire uno standard qualitativo rilevante. L’ufficio gare in questi giorni è bersagliato dalle richieste di adesione, ma non c’è nulla da fare.
GRANDE ATTESA PER LA SKYRACE - Anche la gara di domenica avrà gli atleti più forti del mondo al via. Oltre a quelli presenti al Vertical ci saranno il romeno Ionut Zinca, il giapponese Dai Matsumoto, lo spagnolo lo sloveno Mitja Kosovelj, l’australiano Mick Donge e la pattuglia italiana con Michele Tavernaro, Fulvio Dapit, Gil Pintarelli, Daniele Cappelletti e Paolo Larger. Fra le donne lotta aperta fra la fiemmese Antonella Confortola e la vincitrice dello scorso anno Mireia Mirò, senza tralasciare l’inossidabile Emanuela Brizio, la svedese Emelie Forsberg e la statunitense Kasie Enman e Oihana Kortazar.
Saranno loro a sfidare l’impegnativo percorso di 22 km, dei quali 10 in salita e 12 in discesa con partenza a quota 1450 metri da Canazei, che ha nel passaggio per Forcella Pordoi (2829 metri), Piz Boè (3152 metri) e Val Lasties i luoghi più suggestivi. La Dolomites SkyRace potrà godere di un’importante vetrina mediatica con una sintesi di 30 minuti che verrà trasmessa da Rai Sport Uno già lunedì 23 luglio alle ore 18.30.
PROGRAMMA DAVVERO RICCO - Il programma della manifestazione fassana prevede dunque la partenza del Vertical Kilometer alle ore 10 o 10.30 di venerdì 20 luglio e la relativa premiazione alle 14.30 a Canazei. Quindi sabato alle 16 la Mini Dolomites SkyRace e alle 21 la serata di presentazione della classica di domenica in piazza Marconi con la premiazione di tutti i vincitori delle passate edizioni, la consegna di un riconoscimento ai 5 senatori e la presenza dei campioni fassani di sci alpino Deville, Gross e Costazza. Domenica mattina alle 8.30 lo start della Dolomites SkyRace con 720 partenti.
Iker Karrera e il record Chamonix-Zermatt
115 km e 9.000 metri di dislivello settimana prossima
Il trail runner spagnolo Iker Karrera (vincitore della Lavaredo Ultra Trail 2012) tenterà il record di percorrenza della mitica alta via Chamonix-Zermatt. Un percorso di 115 chilometri con 9.000 metri di dislivello. Karrera non è nuovo a queste imprese: l'anno scorso percorse 125 chilometri e 7.500 metri di dislivello per toccare le tre cime più alte dei Pirenei. L'impresa dovrebbe svolgersi tra il 23 e il 29 di luglio, in funzione delle condizioni meteo, e lo spagnolo è già a Chamonix. Il record della Chamonix-Zermatt, con sci da alpinismo, è di 18h 50'.
Giir di Mont: diretta su Rai Sport e varianti percorso
La gara di Premana del 29 luglio festeggia i 20 anni con tanti big
Quest’anno il Giir di Mont, in programma il 29 luglio a Premana (Lc), è il solo appuntamento italiano inserito tra le main races della Skyrunner® World Series, la Coppa del Mondo di specialità. L’evento fa parte anche del nuovo challenge La Sportiva-Gore-Tex Mountain Running Cup, composto da cinque gare di respiro internazionale disputate sul territorio italiano e racchiuse nell’arco di tre mesi. Il Giir di Mont costituirà la quarta tappa, la prima è andata in scena lo scorso 10 giugno, la Valmalenco Valposchiavo Skyrace, vinta dal ceco Robert Krupicka e dalla piemontese Emanuela Brizio. Già in archivio anche il secondo degli appuntamenti lo scorso 24 giugno, il cui albo d’oro è stato firmato dal rumeno Ionut Zinca davanti al castigliano Luis Albert Hernando Alzaga e, al femminile, di nuovo da Emanuela Brizio. Domenica prossima toccherà alla terza tappa, la Dolomites Sky Race, poi l’antipasto per il gran finale col Giir di Mont, domenica 29, e finalissima la domenica successiva nel bresciano con la Red Rock Skymarathon.
TANTI BIG - Oltre ai protagonisti del challenge La Sportiva-Gore Tex, come Hernando Alzaga, Mamleev, Caballero, Zinca e Brizio, a Premana è annunciato un parterre tra i più ricchi di sempre. Al via sono attese anche le forti Mireia Mirò, Oihana Kortazar Aranzeta e Nuria Picas, ma anche gli azzurri Butti, Golinelli, Larger, Dapit e Brunod, il giapponese Matsumoto, il francese Rabat e gli iberici Hernandez e Castanier.
DIRETTA RAI SPORT - Le tante sfide offerte dai circuiti, i migliori atleti della gamma e il percorso collaudato anche attraverso il Campionato del Mondo 2010, faranno del ventesimo Giir di Mont un evento da incorniciare, avvalorato anche dalle telecamere di RAI Sport che regaleranno una prolungata ed attesa diretta, un’ora e mezza, domenica 29, dalle 11 alle 12.30.
PERCORSO - Si profila una sfida 'calda' sul classico percorso di 32 km e 2.400 m/dsl che, quest’anno, ha subito qualche aggiustamento, infatti attorno al ventesimo chilometro ci si imbatterà in un tratto nuovo, una 'deviazione' di circa 300 metri inserita dagli organizzatori per aggirare un punto interessato da una frana. Qualche novità anche in partenza, nel paese. Nella sostanza, però, cambia poco per i concorrenti che, dopo questo nuovo stralcio di tracciato, proseguiranno sul tradizionale percorso di gara.
GARA CORTA - Domenica 29 ci sarà spazio anche per la classica 'Mini SkyRace' di 20 chilometri e 800 metri di dislivello. Il 20 sarà il numero magico dell’edizione di quest’estate, poiché corrisponde non solo alle edizioni complessive del Giir di Mont e ai chilometri della rassegna 'Mini', ma anche agli anni trascorsi dalla nascita della disciplina dello skyrunning, inteso non più come semplice esplorazione e divertimento in quota, ma come sport vero e proprio a livello mondiale.
ELICOTTERO - Durante tutta la giornata di domenica 29, infatti, sarà disponibile il servizio elicottero per il trasporto passeggeri, in modo da raggiungere agevolmente le postazioni più scenografiche del percorso e tifare i propri beniamini.
Val Gardena Mountain Run, domenica e' il D-day
Partenza da Ortisei e arrivo al Seceda
Appuntamento domenica 22 luglio a Ortisei (Bz) con la Val Gardena Mountain Run, gara di corsa in montagna con partenza in Piazza Rezia (1.238 m) e arrivo alla stazione a monte della funivia del Seceda (2.518 m) con una distanza di circa 14,5 km e un dislivello di ben 1.280 m. Il tracciato va da Ortisei in direzione Val D’Anna, fino alla Baita Da Pauli, continua fino al Col de Flam. Da qui prosegue su strada forestale fino alla panoramica Chiesetta di San Giacomo per continuare fino alla Baita Gamsblut. Gli ultimi chilometri proseguono verso Pieralongia e poi fino al traguardo alla stazione a monte del Seceda. Partenza gara ore 10.00. Iscrizione entro il 21 luglio, 25 euro, dal 21 al 22 luglio, 30 euro. Le premiazioni avranno luogo al rifugio Seceda alle 13 e i primi arrivi sono previsti verso le 11,15. www.gherdeinarunners.it
'Sono cresciuto psicologicamente'
Intervista esclusiva a Giuliano Cavallo, dominatore del Gran Trail Valdigne
Cento chilometri tondi tondi. Cento chilometri in testa, dall'inizio alla fine. L'impresa di Giuliano Cavallo al Gran Trail Valgigne è stata emozionante fino in fondo. Abbiamo rivolto all'atleta valdostano qualche domanda.
Giuliano, hai già realizzato di avere vinto per la seconda volta il Gran Trail Valdigne o è ancora presto?
«Oggi è mercoledì, comincio a realizzare, non solo che ho vinto il Gran Trail Valdigne, ma di essere riuscito a emozionare la gente lungo il percorso e all'arrivo… così tanto che mi sono detto nel 2010 non è andata così».
Cosa significa correre praticamente a casa e davanti al proprio pubblico? E’ più la sicurezza di avere dei riferimenti o l’ansia per le inevitabili pressioni che ne derivano?
«Correre in casa, davanti al pubblico, vuol dire praticamente 100 chilometri di gara dove la gente ti conosce, sai già che faranno il tifo e l'accoglienza è tutta per te. La sicurezza di avere dei riferimenti la ritengo un fattore principale della gara, le pressioni no. Il Gran Trail Valdigne è lungo e può (purtroppo) riservare sorprese».
Hai praticamente corso in testa alla gara, da solo, per quasi 100 chilometri. Come sei riuscito a gestire un’esperienza simile?
«Qui entra in gioco tutta l'esperienza che ho maturato all'inizio di quest’anno, consapevole già dall'inizio che ottenere una vittoria voleva dire tanto sacrificio. Ho partecipato a manifestazioni come il Trail del Mont Vantoux, in Francia, a marzo, la Transvulcania sull'isola di La Palma a maggio, e infine nel week-end di fine giugno al Cross du Mont Blanc a Chamonix, in Francia, dove era presente sulla linea di partenza il miglior livello di atleti del panorama del Trail Running internazionale. In tutte queste manifestazioni sono sempre riuscito a gestire al meglio la gara, lottando fino all'ultimo metro del traguardo pur di riuscire a rimanere sempre nel gruppo. Al Gran Trail Valdigne non avevo quella pressione di raggiungere gli altri e difendermi contemporaneamente dai rivali. Tutto sommato con Daniele Fornoni e Marco Zanchi, a parte quest'anno, di gare ne ho fatte e li conosco abbastanza bene. Per quanto riguarda Jules Henri Gabioud, non avevo mai corso con lui e quindi costituiva per me l’unica vera incognita. Erano presenti altri concorrenti che avrebbero potuto fare la gara della vita ma l'obiettivo era quello di vincere e ci tenevo molto».
Come giudichi la tua prestazione in valore assoluto a questo punto della stagione?
«Direi perfetta. Lo dimostra il fatto che, avendo avuto degli acciacchi dovuti probabilmente a un carico di lavoro non indifferente negli ultimi mesi, dopo i 100 chilometri del Gran Trail Valdigne l'unico problema che ho avuto è stato un leggero fastidio all'adduttore della coscia sinistra, ma penso che sia riferibile alla pubalgia che mi ha colpito nei mesi precedenti. Quindi, direi ottimo».
Senti di essere cresciuto rispetto alla passata stagione? Ritieni di avere dei margini di miglioramento?
«Sì tanto, soprattutto psicologicamente. E grazie a questo magnifico inizio di stagione, e alla mia costanza, sono sicuro che ho dei margini di miglioramento e potrò nel futuro togliermi qualche altra soddisfazione».
Qual è l’immagine più bella che porterai con te di questo Gran Trail Valdigne?
«Essere stato al centro dell'attenzione dal primo al centesimo chilometro della gara e avere condiviso questa vittoria con tutti quelli che mi conoscono, dagli sponsor all'ultimo arrivato domenica mattina».
E adesso quali sono i tuoi prossimi appuntamenti?
«Per il momento quasi nulla solo UTMB UTMB UTMB UTMB!!! Nei mesi successivi qualcos'altro…»
Questa prima parte di stagione quali insegnamenti ti ha dato in vista dell’UTMB di fine agosto?
«Sapersi dosare durante l'inizio stagione, cercare di contenere al minimo le gare e soprattutto mirare a degli obiettivi prefissati, attendere l'UTMB come l'obiettivo principale della stagione. Fino a oggi ho rispettato questi insegnamenti».
Annullato il Vertical Sprint di Milano
La gara a Palazzo Lombardia vittima della crisi economica
Con una breve nota il Comitato Organizzatore ha comunicato che non sarà possibile confermare il prossimo 23 settembre l'organizzazione di Vertical Sprint, la tappa milanese del Vertical World Circuit che per 5 anni è stata corsa prima sul Grattacielo Pirelli e poi nel nuovo Palazzo Lombardia (una impegnativa salita sulla scale nell'edificio più alto d'Italia - 39 piani e 866 gradini - che lo scorso anno ha visto al via 250 atleti di 11 nazioni).
Regione Lombardia, che ha promosso e finanziato l'avvenimento nella propria sede fin dalla prima edizione del 2007, negli scorsi giorni ha comunicato che il budget regionale o di sponsor non è disponibile e sufficiente per sostenere l'avvenimento. «Questo avvincente Campionato skyrunning è nato tre anni fa proprio da una intuizione di Milano - ha sottolinea Marino Giacometti Presidente di ISF (International Skyrunning Federation). Per noi è un brutto colpo annullare la gara di Milano nel corso della stagione: il gioco dei punteggi e degli scarti potrebbe falsare le classifiche di questa stagione».
'Mi piace correre con i big'
Abbiamo intervistato Marco Moletto, vincitore del k2000 di Morgex
Marco Moletto: dopo una buona prestazione al Vertical di Chamonix, il trionfo domenica a Morgex nel primo k2000. Una bella vittoria, un'iniezione di fiducia per il futuro. Abbiamo raggiunto l'atleta piemontese per conoscerlo meglio.
Raccontaci qualcosa di te, dove abiti, cosa fai nella vita di tutti i giorni e quando hai incominciato a correre?
«Ho 24 anni e ho sempre vissuto a Limone Piemonte ma da qualche anno vivo con la mia fidanzata in un paesino poco distante, anche se l'idea è di ritornare presto a stare tra le mie montagne. Lavoro presso gli impianti sciistici della Riserva Bianca di Limone Piemonte, d'inverno a pieno regime, mentre d'estate purtroppo solo saltuariamente, anche se così riesco ad allenarmi a pieno regime. Ho sempre praticato sci di fondo, da ragazzino fino alla età di 16 anni, quando ho smesso del tutto. Ho iniziato da due anni a correre, anche se a livello nazionale e internazionale questa è la mia prima stagione».
Da dove nasce la tua passione per la corsa in salita?
«A dire la vero non lo so neanche io, mi piace faticare, dare tutto me stesso in salita e arrivare in vetta stremato, è una cosa che ritengo che devi avere dentro. In inverno pratico lo scialpinismo, sempre in vertical, come allenamento ma spero di perfezionarmi e potere essere competitivo».
In quasi tutte le gare vediamo schierato alla partenza anche tuo papà, che oltretutto ottiene sempre dei risultati importanti. Cosa vuol dire per te condividere questa tua passione con lui?
«La passione per lo sport me l'ha trasmessa lui che fin da bambino, all'età di 10 anni, mi portava in bici o con un tandem a macinare chilometri. E' sempre stato il mio punto di riferimento. Ora corriamo assieme e tutti gli allenamenti li faccio con lui. Per me è molto importante averlo al mio fianco, è uno stimolo costante a fare sempre meglio. Se ora faccio bene è grazie a lui».
Cosa prevede il tuo allenamento settimanale per prepararti in questa disciplina?
«Da circa due mesi mi sta seguendo l'allenatore Mauro Riba, che ha stravolto il modo di allenarmi. Mi alleno circa 5-6 volte a settimana tra carichi e scarichi e di solito un giorno lo dedico alla bicicletta, che fa benissimo. Mauro mi ha fatto capire che il metodo in cui ti alleni è importantissimo».
Cosa ti ha lasciato questa tua vittoria a Morgex?
«Vincere è sempre bello, ma quando vinci e riesci a metterti alle spalle dei grandi campioni come Dennis Brunod ti da una carica incredibile. Dennis come anche William Bon Mardion, che ho battuto a Chamonix, sono degli idoli per me e riuscire a batterli ti fa provare una sensazione bellissima».
Domenica mattina cosa hai pensato quando tra gli iscritti alla gara hai letto il nome di Dennis Brunod?
«Quando ho letto il suo nome ho subito intuito chi sarebbe stato il vincitore di giornata. E’ un grandissimo campione e penso che fosse venuto per vincere. Devo dire che la sua presenza mi ha motivato ulteriormente. Mi piace molto correre con i bigı».
E adesso quali sono i tuoi prossimi appuntamenti?
«Con il Team Salomon-Carnifast parteciperò venerdì al Vertical di Canazei, poi farò l'Aosta-Becca di Nona, l’Ivrea-Mombarone, il Vertical di Fully in Svizzera e credo il Puig Campana in Spagna. Tutto questo oltre a qualche evento locale».
I risultati del fine settimana
3 Laghi 3 Rifugi, Transcivetta… ecco chi ha vinto
3 LAGHI 3 RIFUGI - Domenica 15 luglio a Valbondione (Bg) ha preso il via i Campionato Italiano di skyrace a staffetta a coppie della Federazione Italiana di Skyrunning (prova unica di circa 31 km). La '3 laghi 3 rifugi - Memorial Mario Merelli', questo il nome della gara, ha visto vincere la coppia bergamasca Michele Semperboni-Fabio Bonfanti (2h 44' 14''), del gruppo sportivo G.S. Altitude. Secondi Bazzana- Berlinghieri a soli 9 secondi. Tra le donne vittoria della coppia Valetudo Sky Running Italia Raffaella Miravalle -Debora Cardone (3h 15'n28''). Il Vertical di 1600 m. di dislivello è stato vinto da Fabio Bazzana (1h 18' 21'') e Raffaella Miravalle (1h 32' 54'').
SKY RACE ALPI APUANE - A Fornovolasco (Lucca) sui 23 chilometri del percorso (dislivello 1.400 metri) domenica 15 luglio si sono imposti Marco Rusconi (2h 46’) davanti a Silvano Fedi e Giacomo Buonuomini e Luana Righetti davanti a Giulia Botti e Francesca Lentini.
GROSSGLOCKNER - Sulle pendici della montagna più alta dell'Austria si è corsa una delle gare più importanti del Paese transalpino (12,67 km, 1.514 m dislivello) che ha visto trionfare due kenyani: Geoffrey Gikuni Ndungu (1h 12’11″), imitato al femminile da Lucy Wamboi Murigi (1h 27’12″). Sul podio maschile i connazionali Isaac Kosgei e Thomas Lokomwa mentre tra le donne si segnala il terzo posto di Antonella Confortola (1h 30’37″). Da segnalare il quarto posto maschile di Jonathan Wyatt, sei volte campione del mondo di corsa in montagna.
TRANSCIVETTA KARPOS - Domenica è andata in scena anche la gara di marcia non competitiva a coppie di 23,5 chilometri nei dintorni del famoso massiccio dolomitico: la pioggia battente non ha fermato i 1.350 concorrenti. Ad aggiudicarsi il ranking maschile Daniele De Colò e Alessandro Follador (2h 08' 55'') davanti a Gil Pintarelli-Silvano Fedel e Alessandro Morassi-Mario Scanu. Tra le donne vittoria di Chiara Ladini-Angela De Poi (2h 52' 03'') davanti a Jennifer Senik-Chiara Campanelli e Chiara Colonello-Elena Turchetto. Nella gara mista vittoria di Silvia Serafini e Stefano Daniel (2h 31' 28'').
L'outdoor 2013 va di corsa
Trail running sugli scudi a Friedrichshafen. Spopola il barefooting
‘Fatta l'Italia, bisogna fare gli Italiani’. Così si esprimeva Massimo D'Azeglio al termine della Spedizione dei Mille. Oggi, conclusa OutDoor 2012, esposizione internazionale ospitata dalla fiera di Friedrichshafen (Germania) e dedicata agli sport outdoor, potremmo affermare che ‘fatta la scarpa, bisogna fare i corridori’. Detto che il trail running, e in generale la corsa off road, è il movimento più vivo e spumeggiante nel panorama degli sport di montagna, mentre si registra una discreta stagnazione per quanto riguarda l’alpinismo e l’arrampicata, la parola d’ordine, nonché tendenza imperante per il 2013 in tema di calzature, è barefooting; letteralmente camminare a piedi nudi. Vale a dire, in chiave sportiva, correre con scarpe che influenzino il meno possibile i movimenti degli arti inferiori. Quasi fossero una seconda pelle. Una religione, dato che necessita di fede per aderirvi, che prescrive lo stravolgimento della corsa tradizionale. Addio allora alla consueta transizione dall’impatto del tallone con il terreno alla spinta con la parte anteriore del piede in favore di un’andatura basata sull’appoggio esclusivamente dell’avampiede e del mesopiede avanzando il proprio centro di gravità. Come dire, la morte della rullata! Una tecnica definita anche natural running in quanto i corridori scalzi adotterebbero questo stile. Le scarpe barefoot, nel dettaglio, sono sempre neutre e minimaliste, in quanto dotate di una minore ammortizzazione rispetto alle calzature standard nonché contraddistinte da un limitato, quando non assente, dislivello dell’intersuola, e quindi dello spessore degli inserti antishock, tra sezione anteriore e posteriore.
Scarpa debutta nel running off road
Stravolgeremo il nostro modo di correre? Alcuni atleti l’hanno già fatto. I comuni mortali no. E non è detto siano in grado di farlo, dal momento che la transizione verso il natural running dovrebbe avvenire quanto più gradualmente possibile onde non incorrere in infortuni dovuti alla risicata ammortizzazione in corrispondenza del tallone. E all’inedita distribuzione dei pesi sbilanciata verso l’avampiede. Le aziende, però, non sembrano preoccuparsene. O quanto meno non ne fanno un cruccio tale da perdere il sonno. Parafrasando ulteriormente la Spedizione dei Mille, potremmo identificare nei ‘Mille’ proprio i costruttori lanciatisi in quest’avventura. Non solo brand inediti, ma anche giganti del settore quali Salomon, La Sportiva, Adidas e Brooks, che guardando al minimalismo ampliano le proprie collezioni da trail. Seguiti da debuttanti illustri quali Scarpa e Patagonia, così come dalla rientrante (nel settore) Merrell. Chi ha fatto resistenza? Assente Hoka One One, in fiera il ruolo di Davide contro Golia è spettato principalmente a Tecnica, con una nutrita schiera di nuovi modelli votati alla massima ammortizzazione. Cushioning contro barefooting.
Cui prodest?
Perché tanto interesse per il barefooting? Per una nutrita serie di ragioni non necessariamente improntate al benessere dei corridori. Innanzitutto perché progettare una scarpa minimalista è meno complesso che realizzare una calzatura che debba rappresentare un bilanciato compromesso tra ammortizzazione, reattività e tenuta. Con buona pace (o estremo dolore) di pronatori e supinatori, così come dei marchi che tradizionalmente presidiavano questa branca del running. In seconda battuta perché rende agevole ridurre i pesi. E la leggerezza fa gola a tanti... Può quindi rappresentare un irresistibile stimolo all’acquisto. In aggiunta il natural running è ‘l’energy drink’ mediante il quale le aziende vorrebbero infondere una sferzata d’entusiasmo a un settore in crescita sì, ma non tanto rapidamente e marcatamente da costituire un solido argine dinanzi al dilagare della crisi. I ‘Mille’, i costruttori, hanno individuato la loro arma: il barefooting. Da schierare in battaglia contro la congiuntura economica. In ultima battuta, le scarpe votate al natural running sono attraenti: semplici, essenziali, ridotte ai minimi termini e dall’aspetto terribilmente racing. Un sogno per gli appassionati maggiormente allenati. Verranno utilizzate nei trail più impegnativi? Extra terrestri a parte (Kilian docet) quasi certamente no. Ma qualcuno ci proverà. E probabilmente ne pagherà le conseguenze.
Green economy
Scarpe, scarpe e ancora scarpe. Sebbene le novità più altisonanti in ottica 2013 siano riconducibili al settore calzaturiero, un altro ‘gigante’ dell’outdoor gode d’ottima salute: l’abbigliamento. Costantemente scosso dall’esasperata ricerca della leggerezza, del comfort e dell’ecologia. La green philosophy, l’attenzione alla biocompatibilità del processo produttivo, la certificazione ambientale e il miraggio del riciclo totale divengono obiettivi sia tecnici sia sociali sia di marketing. Il mondo ringrazia. Al contempo il fenomeno del trail estende la propria influenza anche al settore tessile, con il proliferare di soluzioni ‘total look’ che vestono il runner da capo a piedi come nel caso di Salomon, La Sportiva, Mammut, Lafuma e The North Face per citare i nomi più celebri. Nel 2013, allora, in montagna tutti correranno? Forse. Certamente il movimento è in crescita e sulla falsariga di quanto accaduto in Francia, dove è divenuto un vero e proprio fenomeno di costume, gli interessi commerciali si fanno via via più ingenti, a tutto vantaggio del proliferare di nuovi prodotti e modelli. Per quanti amano affrontare la montagna con meno rapidità, il futuro sembra invece delineare un orizzonte caratterizzato dal perfezionamento sia dei prodotti sia dei materiali, ma senza stravolgimenti epocali. A meno che le aziende produttrici non decidano che il barefooting abbia le carte in regola per spopolare tra trekker e alpinisti, senza dubbio desiderosi di imitare Carla Fracci saltellando aggraziatamente sulle punte di cresta in cresta…
Timothy Olson, dalla droga alla Western States 100
La nuova vita del vincitore della prestigiosa gara grazie al trail
«Correre mi ha salvato la vita. Ho iniziato a correre per disintossicarmi, poi per dimenticare e per incontrare la pace. Ho iniziato a correre perché era l'unica cosa che potevo fare, l'unica medicina. Non sono cambiato dal giorno alla notte, però correndo ogni giorni ho recuperato me stesso». Non sono solo le parole di chi ce l'ha fatta, sono le parole di Timothy Olson, primo all'ultima edizione della Western States 100, la famosa corsa ultra-trail statunitense. Sono le parole del detentore del record della gara: 14h 46' 44''. L'incredibile storia è stata raccontata dal sito iRunFar e ripresa da carreraspormontana.com. Olson, ventottenne, circa dieci anni fa è entrato in una spirale di alcool e droga che lo ha portato anche in carcere e poi in libertà vigilata. «Lottavano due io: quello che ero e quello che avrei voluto essere». Anni di disperazione, poi la salvezza. «Cominciai a correre, poi mi allenavo con dei ragazzini che si divertivano moltissimo, infine ho iniziato a correre nei campi, molto meglio che farmi di acido bighellonando per le strade». Fu così che Timothy riuscì a laurearsi. Il passo successivo è stato una vacanza in Colorado con il suo cane: camminate nella natura, notti sotto le stelle e un incontro importante, quello con la moglie. «Non conoscevo ancora il trail running, però sapevo che questa natura era la mia casa: mia moglie e mio suocero correvano, partecipai alla mia prima maratona e correre è diventato uno stile di vita che celebriamo tutti i giorni». Alla fine è arrivato il secondo posto alla Lake Sonoma 50 e…