Kilian e Marco, amici-nemici

Un nuovo, interessante episodio della Salomon Running TV

La Salomon Running Tv si arricchisce di un altro avvincente episodio. Questa volta le telecamere hanno filmato Kilian Jornet Burgada e Marco De Gasperi mentre si allenano insieme in Valtellina: immagini spettacolari e tanti consigli. Marco dice che Kilian ha un grande talento ma non è imbattibile, Kilian che Marco è al top da 15 anni e 'si sa ascoltare'. Non resta che guardare il filmato cliccando sull'immagine…
 


Kilian, vittoria alla Pikes Peak

Il catalano ha preceduto Nichols e King

Veni, vidi, vici. Ḕ proprio il caso di Kilian Jornet che ieri, alla sua prima partecipazione alla Pikes Peak Marathon, negli Stati Uniti, ha vinto senza però riuscire a infrangere il record della gara, quell'impressionate 3h 16' 39'' di Matt Carpenter che resiste da 19 anni. 3h 40' il tempo di Kilian sul percorso di 42 chilometri e 2.382 metri di dislivello positivo. La gara statunitense, da Manitou Springs alla Pikes Peak Mountain (4.302 metri), ha visto Kilian precedere gli statunitensi Alex Nichols (3h 47') e Max King (3h 50').

TERRENO MONOTONO - «Mi sentivo bene fisicamente, dall'inizio mi sono portato davanti con Alex e a metà della prima salita sono passato in testa. Dalla cima, grazie al vantaggio, ho potuto scendere senza forzare e mantenendo il distacco. Il terreno non era molto tecnico e un po' monotono e non era facile mantenere la concentrazione, io preferisco terreni dove si passa dalla corsa al salto e alla camminata» ha detto Kilian al traguardo. La Pikes Peak Marathon fa parte delle main races delle World Series. La prossima prova sarà il 14 ottobre a Borneo (Mount Kinanbalu Climbathlon)

OBIETTIVO KIMA - Oggi Kilian torna in Europa. Resterà pochi giorni a Chamonix perché domenica 26 agosto sarà al via del Trofeo Kima.
   


Forsberg, dopo la Dolomites ecco la Pikes Peak

La svedese davanti Enman e Miro'

Emelie Forsberg si è imposta ieri nella Pikes Peak Marathon femminile. La svedese ha preceduto la statunitense Kasie Enman, protagonista al Giir di Mont a fine luglio, e Mireia Mirò. Proprio la catalana è stata la sorpresa e la sfortunata protagonista della gara. Certo, definire sorpresa una fuoriclasse come Mireia è un po' bizzarro, ma dopo il ritiro alla Sierre-Zinal a causa di un fastidio al ginocchio, era difficile prevedere la Mirò al comando fino a 10 chilometri dal traguardo. La catalana si è dovuta arrendere non al ginocchio ma… al mal di pancia. «Sono salita a un ritmo costante fino alla cima Pikes Peak, a oltre 4.000 metri, con un vantaggio di 3-4 minuti. L'idea era di fermarsi, ma visto che stavo bene e ho lavorato molto con il fisioterapista in settimana, sono andata avanti. Stavo molto bene fisicamente, purtroppo però a 10 chilometri dalla fine ho iniziato ad avere un forte mal di pancia e facevo fatica a correre» ha dichiarato Mireia al traguardo. 


Richiamo per gli imbraghi Salewa

Coinvolti i modelli Civetta II e Vertigo 400 Alpindonna

Salewa sottopone a prove i suoi prodotti per la sicurezza a intervalli regolari, al fine di poter garantire il massimo livello di qualità e sicurezza. Nell'ambito di tali prove è stata verificata la robustezza degli imbraghi completi Salewa Civetta II e degli imbraghi Vertigo 400 Alpindonna. Nel corso di dette prove i vari imbraghi hanno evidenziato anomalie. Al fine di escludere qualsiasi rischio per l'utilizzatore, Salewa ha deciso di ritirare in via preventiva alcuni imbraghi completi Civetta II e imbraghi Vertigo 400 Alpindonna. Invitiamo chiunque possegga uno dei summenzionati imbraghi completi Civetta II o imbraghi Vertigo 400 Alpindonna di provvedere alla sostituzione di questi prodotti con un nuovo imbrago presso il proprio rivenditore specializzato. Per eventuali domande potete consultare le FAQ sul sito Salewa: http://media.salewa.com/Recall_Factsheet_ITA.pdf, contattare l’azienda sulla pagina Facebook www.facebook.com/salewa, all’indirizzo email info@salewa.it o al numero di telefono 0471.242900.


Il sole splende sul Giir dei record

Oltre 830 iscritti, tanti big e bel tempo domani a Premana

E' tutto pronto a Premana (Lc) per la ventesima edizione del Giir di Mont, unica prova italiana della Skyrunner World Series. Un'edizione da record con 830 pettorali per la corsa che si arrampica sui 12 alpeggi premanesi per un totale di 32 chilometri e 2.400 metri di dislivello.
Quella di quest’anno sarà un’edizione tutta da incorniciare, per i numeri da record, per la presenza dei top runners (se si esclude Kilian Jornet che sta correndo alla SpeedGoat, nello Utah) e per oltre 90’ di diretta su RAI Sport2 (dalle 10.55 alle 12.30). A rendere ancora più speciale la giornata anche le previsioni meteo, inizialmente incerte e ora tendenti al bello.

NUMERO UNO PER HERNANDO - Il numero uno domattina lo indosserà Luis Alberto Hernando, numero uno anche nella Coppa del Mondo dello scorso anno e attuale leader. Numero due invece per lo scozzese Tom Owens, mentre il pettorale n. 3 sarà per il rumeno Ionut Zinca. È su di loro che sono rivolti i riflettori, anche se i nomi che contano sono tanti. Si corre in terra lecchese e allora i due skyrunners locali Stefano Butti e Nicola Golinelli partono con gli occhi puntati addosso, proprio come Fulvio Dapit, miglior azzurro in questo torneo mondiale. Di stranieri pronti a recitare un ruolo da protagonista ce ne sono molti, dalla Spagna soprattutto, ma anche da Giappone, Francia, Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Andorra, Ungheria, Russia e Australia.
Mancando Jornet Burgada i pronostici si aprono e lo stimolo di segnare il nuovo record di gara è forte. Quest’anno infatti il tracciato si allunga di quasi un chilometro con un po’ di dislivello in più.

SPAGNA VS FORSBERG -
La gara femminile si prospetta forse ancora più avvincente di quella maschile. C’è una sola concorrente scandinava, la svedese Emelie Forsberg, che fa paura allo squadrone spagnolo forte di Blanca Maria Serrano, Nuria Picas Albets, Nuria Dominguez e della detentrice della Coppa del Mondo Oihana Kortazar Aranzeta, ma l’Italia non si nasconde, c’è Emanuela Brizio pronta a dire la sua su un percorso che conosce bene e che l’ha vista trionfare nel 2007. Da tenere d'occhio Silvia Serafini che su un terreno abbastanza congeniale per le sue caratteristiche, potrebbe dire la sua.
La gara premanese è parte integrante del nuovo circuito La Sportiva-Gore-Tex Mountain Running Cup e, fatto non secondario, Giir di Mont significa anche solidarietà, l’evento infatti sostiene Telethon con un aiuto concreto per la ricerca contro le malattie rare.
Partenza domani da Premana alle 7.50 della Mini SkyRace e alle ore 8.20 il via al Giir di Mont. I primi sono attesi al traguardo poco dopo le 11.30. Stay tuned!


Viking Apex Boa

Sistema d'allacciatura Boa per la scarpa norvegese da trail

Ha il Boa, ma non è l’Alien di Scarpa. Si tratta della novità 2013 Apex Boa prodotta dalla norvegese Viking. Dedicata ai trail in condizioni climatiche avverse, la calzatura nordica beneficia dell’allacciatura mediante Boa System e della fodera Gore-Tex XCR. La tomaia è in mesh e inserti di poliuretano, l’intersuola in Eva a doppia densità. La suola, autoprodotta, si avvale di tasselli di 5 mm di profondità a disposizione triassiale. Pesa 350 g nella misura 42 EU.


Patagonia M10 Jacket

225 grammi secondo natura

Prodotta nel rispetto della natura secondo procedimenti eco compatibili, M10 è la giacca impermeabile e traspirante più leggera che Patagonia abbia mai realizzato. Con un peso inferiore a 225 grammi, è composta da un laminato a triplo strato abbinato a una membrana impermeabile e traspirante. In corrispondenza delle ascelle e delle braccia sono previste zone di ventilazione adattabili mediante zip. Collo rivestito in materiale particolarmente caldo, simile al pile. Costa 300,00 euro. 


Scialpinismo, obiettivo Mondiali

Il ct Angeloni: 'collaborazione con i comitati'

Dopo l'ufficializzazione della squadra avvenuta lo scorso 10 luglio, il direttore tecnico della squadra di scialpinismo Oscar Angeloni si è messo al lavoro per programmare la nuova stagione di competizioni che culmineranno con i Mondiali di Briancon del 9-17 febbraio 2013 attraverso cinque tappe di Coppa del Mondo, di cui due in Italia in Valle Aurina e a Clusone. «Il nostro gruppo passa obbligatoriamente dalle riconferme della passata stagione - spiega Angeloni - . Nel settore maschile avremo gli stessi elementi che buone soddisfazioni ci hanno regalato l'anno scorso, accanto ai vari Reichegger, Trento, Holzknecht, Brunod, Eydallin, mi aspetto un ulteriore passo verso l'alto dei due under 23 Michele Boscacci e Robert Antonioli, quest'ultimo appena tesserato dal Centro Sportivo Esercito». Situazione più incerta in campo femminile: «Siamo un po' carenti numericamente, ma confidiamo nella crescita delle nostre giovani come la bellunese Alba De Silvestro e la bormina Elisa Compagnoni, inoltre speriamo nella riconferma di Elena Nicolini nelle prove veloci, affiancata dalla esperta Gloriana Pellissier». Lo scialpinismo cresce in termini di popolarità e di livello agonistico, e l'Italia che da sempre è ai vertici del movimento non sta a guardare: «Siamo sempre fra i primi al mondo, tuttavia non dobbiamo dormire sugli allori per i paesi dell'est e quelli scandinavi si stanno particolarmente sviluppando, è sempre più difficile rimanere al top. Occorre investire sulla base, a settembre cominceremo i raduni conciliando gli impegni e le attività di ogni atleta, con un occhio particolare ad una ulteriore collaborazione con i comitati regionali per uno sviluppo dello sci alpinismo a livello giovanile».


Giuseppe Marazzi e Sergio Vallosio, sognando la UTMB

Faccia a faccia tra i due atleti in vista della gara di fine mese

Abbiamo messo Giuseppe Marazzi (1974) e Sergio Vallosio (1972) uno di fronte all’altro cercando per una volta di scalfire la loro modestia. Due ragazzi per certi aspetti simili che negli ultimi anni sono diventati un riferimento del trail running nazionale. Saranno al via per il secondo anno consecutivo all’Ultra Trail du Mont Blanc (166 km) in programma a fine agosto a Chamonix. Entrambi pronosticano l’altro 'finisher' in 25 ore.

Ciao Beppe (ciao Sergio) ci racconti qualcosa, per come lo conosci, di Sergio (Beppe) come uomo e come atleta?



Beppe: «Definire Sergio come atleta è facile, basta guardare la sua continua crescita degli ultimi anni e i suoi risultati... Poche storie, è fortissimo! Non abbiamo fatto tante gare insieme ma quelle poche volte mi ha costantemente sverniciato, quindi non posso conoscere il suo stile di corsa o i suoi punti forti e deboli... L'unico modo che ho per vedere Sergio all'opera è andare a fare lo spettatore! (cosa che ho fatto pochi giorni fa) Come uomo dovrei dire che è simpatico e sembra una persona pacata e tranquilla... ma in realtà sono molto invidioso perché lui ha il fans club su Facebook con un sacco di tifosi e io no!»

Sergio: «Beppe l'ho conosciuto durante l'UTMB 2011 ma non siamo riusciti a dirci un molto in gara. Poi i nostri sentieri si sono incrociati nuovamente al Monte Casto dove abbiamo rimediato e così tra una birra e l'altra non abbiamo potuto che diventare subito amici. Mi piacerebbe rivederlo più spesso, a Cima Tauffi il piacere di incontrarlo ai ristori è stato davvero grande. Grazie Beppe!»

Manca circa un mese all’Ultra Trail du MontBlanc di fine agosto. Vi capita già di pensare alla corsa e, se
sì, in quali momenti della giornata?



Beppe: «Ci penso abbastanza spesso. Quando sento una bella canzone per radio incomincio a fantasticare di qualche punto 'strategico' della gara... Oggi ad esempio ascoltavo 'Where the Streets Have No Name' degli U2 e pensavo che sarebbe stato bello averla nelle orecchie 'volando' allo scollinamento del Gran Ferret con un bel sole negli occhi e il vento forte nei capelli... Quando mi capita mi segno il titolo della canzone e il punto: ormai la playlist per l'UTMB è pronta! Altre volte mi ritrovo a pensarmi al traguardo tra due ali di folla... di solito arrivo quarto! E' un'idea talmente pazza che non si può neanche definire sogno. Ma non mi costa nulla e mi fa stare bene... quasi come fosse vero. Poi però mentre mi alleno torno subito con i piedi per terra perché mi tocca fare i conti con la fatica, quella vera che nel sogno naturalmente non c'era».


Sergio: «Sì, il pensiero è spesso ricorrente perché so cosa mi aspetta ma non è ansia, anzi. Durante il lavoro sono piuttosto impegnato per cui mi è difficile pensare ad altro ma al di fuori mi capita spesso di ripassare mentalmente i vari tratti e le strategie da adottare in gara. Vorrei arrivare preparato al meglio, questa è una grande occasione per noi, dobbiamo giocarcela bene».



Rispetto a un anno fa esatto, come vivete l’ultimo mese di attesa prima del grande evento?



Beppe: «Da un certo punto di vista è tutto diverso: l'anno scorso ero appena uscito da un infortunio che mi aveva tenuto fermo per tutto maggio e parte di giugno. Ero consapevole che mi mancavano i chilometri sulle gambe ed ero molto incredulo sulla reale possibilità di riuscire a finire l'UTMB. Quest'anno invece so che finire l'UTMB è possibile, ma questa volta non mi accontento di finire... voglio fare un bel risultato! Quindi da un certo punto di vista non è cambiato nulla: l'anno scorso l'incertezza di finire, quest'anno l'incertezza di riuscire a fare il risultato. Però io sono un improvvisatore: un mese prima sento l'evento ancora lontanissimo, la tensione della gara per me arriva solo negli ultimi giorni, se non nelle ultime ore».


Sergio: «Sono estremamente sereno. L'anno scorso ero più agitato e preoccupato. Oggi so che sarà durissima e starà solo a me arrivare preparato».


Avete cambiato qualcosa nella vostra programmazione stagionale rispetto allo scorso anno?

Beppe: «Quest'anno fisicamente mi sento molto bene e sono riuscito a fare molte gare medio lunghe (dai 70 ai 120 km) nel periodo tra maggio e luglio che ho sempre affrontate in ottica UTMB cercando di volta in volta di mettere a punto uno specifico dettaglio. Ad esempio test sull'alimentazione, sui materiali (soprattutto le scarpe), sulla strategia di gara, sulla gestione dei ristori, ma soprattutto alla ricerca del ritmo giusto da impostare per affrontare l'UTMB. Mi sono sempre sforzato di tenere un po’ di energie da spendere nel finale dove sono sempre riuscito a correre molto bene specialmente in discesa. Nello stesso tempo quando mi sono accorto che qualcosa non andava non ho esitato ad abbandonare la competizione per evitare di raschiare il fondo del barile e allungare a dismisura i tempi di recupero. In alcune occasioni ho avuto l'impressione di aver imparato a gestire molto bene la reazione del mio corpo dopo 12-15 ore di montagna con 100-120 km e di questo sono molto contento».

Sergio: «Sì molto... La mia allenatrice (nonchè moglie) Alessandra sta facendo un ottimo lavoro e ho piena fiducia nei suoi consigli. La parola d'ordine per me è  'progressività' e per il momento mi ha portato bene. Ho cominciato a correre da 5 anni e 15 chili fa e sono pronto a migliorarmi ancora, so  che posso farlo».



A fine agosto con quale massimale in un singolo allenamento (km e durata) vi presenterete alla partenza?



Beppe: «Se parliamo di vero allenamento non ho mai superato i 40 km in 5/6 ore. Mi è anche capitato di fare lunghi giri in compagnia a ritmo molto lento anche di 8/9 ore. Se invece consideriamo anche le gare, quest'anno sono arrivato a 15 ore. Come rifinitura finale ho in programma un giro molto lento nei prossimi giorni da una ventina di ore».

Sergio: «Il massimale per l'UTMB l'ho già fatto al Cro-Magnon a fine giugno. Sono consapevole di allenarmi poco, il lavoro  e la casa non mi permettono di fare grandi lunghi. Prediligo distanze più brevi ma in montagna per cui con più dislivello. Penso che difficilmente supererò i 40 km in una singola uscita prima dell'UTMB».

Vedete l’UTMB più come un viaggio e/o esperienza personale o più come una competizione sportiva?



Beppe: «Quest'anno non ho dubbi: competizione sportiva! L'anno scorso però avrei risposto esattamente il contrario. Oggi mi sento più maturo grazie all'esperienza del 2011 ma so anche che affrontare l'UTMB con spirito competitivo è molto pericoloso. Infatti se l'obiettivo è 'solo' quello di arrivare in fondo e fare un bel viaggio e se non subentrano particolari problemi fisici non è poi così difficile: ci sono 46 ore di tempo e psicologicamente si può sempre avere una spinta positiva perché 'comunque vada sarà un successo'. Viceversa un obiettivo di tipo agonistico costringe a confrontarti continuamente durante la gara con la possibilità di dover constatare ben prima del traguardo che il risultato diventa realisticamente irrealizzabile... e in un caso del genere immagino che la voglia di mollare diventi davvero grande. Quest'anno ci vorrà davvero una grande ostinazione!»

Sergio: «Entrambe le definizioni sono corrette dal mio punto di vista. Sarà però in primis un grande viaggio. Le emozioni e  i ricordi che ci porteremo per sempre con noi saranno indescrivibili. Ancora oggi mi viene la pelle d'oca nel pensare all'UTMB dello scorso anno».

Lo scorso anno Sergio è arrivato 38° in 29h 12’ e Beppe 49° in 30h 17’ su circa 2.550 concorrenti. Oggi firmereste per ottenere lo stesso risultato?

Beppe: «Davanti a un mostro come l'UTMB dovrei usare tutta la modestia possibile e rispondere sì: comunque arrivare in fondo è una bella soddisfazione. Ma mentirei prima di tutto a me stesso! Questa volta ho delle aspettative di netto miglioramento: l'esperienza dello scorso anno mi è servita proprio a questo. Oggi so che posso limare tranquillamente 3/4 ore... No: 30 ore non mi bastano!»


Sergio: «Assolutamente no. Metterei solo la firma per arrivare a Chamonix sulle mie gambe, quello sì ... sarei già contento per ora! In una gara come  questa può accadere qualunque cosa, l'unica certezza è che nessun partente può esser certo di arrivare».

Qual è il risultato di tempo e di classifica che oggi vi farebbe pensare che avete fatto la gara, se non della vita, della stagione?
Beppe: «E' molto difficile stabilire un obiettivo per l'UTMB perché ci sono tantissime variabili che possono far sballare tutti i conti. Pianificare la gara sul tempo è pericoloso perché avvicinandoti al traguardo potresti accorgerti di non farcela e mollare con la testa. D'altra parte gestire la gara sulla posizione e quindi sugli avversari è ancora più pericoloso specialmente all'inizio per il rischio di bruciarsi troppo in fretta inseguendo qualche avversario troppo veloce... Se proprio devo sbilanciarmi arrivare prima della prima donna sarebbe la gara della vita, 26 ore la gara della stagione, 27 ore un buon risultato».

Sergio: «Credo sinceramente che se riuscirò a finire l'UTMB avrò comunque fatto un buon risultato a 
prescindere da tempi e piazzamenti. All'UTMB come ogni anno partiranno i più forti atleti del mondo e Dio solo sa quanti di loro si  fermeranno o quanti avranno difficoltà, quale sarà il meteo che affronteremo. Le incognite sono troppe per poter azzardare un posizionamento in classifica, sarà già tanto entrarci!»

E quello, sempre in termini di tempo e classifica, che oggi considerate un bel sogno che non siete ancora in grado di realizzare?

Beppe: «24 ore, che potrebbe voler dire finire nei primi 10... un podio all'UTMB... può bastare come sogno?»


Sergio: «Se proprio devo sognare allora tanto vale farlo bene... 18esimo in 25 ore abbondanti. Stare al di sotto della ventesima posizione nel 2012, vista l' escalation degli ultimi anni, sarebbe davvero un sogno. Chiudere in 25 ore sul percorso originale invece credo sia assolutamente possibile. Magari non ancora quest'anno ma ci si può lavorare».

Sergio (Beppe) secondo te quale risultato è nelle potenzialità di Beppe (Sergio)? E quello che più verosimilmente raggiungerà?

Beppe: «Questa risposta è facile!! Quest'anno Sergio ha dimostrato di essere fortissimo e di avere a disposizione un motore eccezionale. Credo che potenzialmente possa avere nelle gambe 23 ore se non qualcosa meno... Sergio è anche molto esperto e l'anno scorso ha fatto una gara bellissima con una partenza cauta e una rimonta progressiva fino alla fine. Però per sfruttare tutto il proprio potenziale bisogna osare qualcosa di più fin dall'inizio e così aumenta il rischio di saltare. Per riuscire a dosare bene le forze in modo da non sprecarne ma neanche conservarne troppe serve ancora più esperienza. Quindi quest'anno credo che Sergio starà attorno alle 25 ore».

Sergio: «Beppe è un duro e sono convinto farà bene. Non abbiamo mai  corso insieme quest'anno ma credo che più o meno abbiamo una preparazione simile per cui anche a lui auguro un 25 ore e sotto la ventesima posizione!!»

Siamo in gara. Come lo scorso anno, transitate al centesimo chilometro del Gran Col Ferret vicini e appena iniziata la discesa vi ritrovate insieme. Per voi, ottime sensazioni e una buona regolarità che vi portano a rimontare in classifica e ad arrivare a Les Contamines in ventesima posizione assoluta. Davanti a voi, a vista, un gruppetto di 3 atleti e poco più avanti vi dicono che il quindicesimo è transitato da appena 3 minuti. Uscite dal ristoro insieme e arrivate al Col des Montets, con più di 50 chilometri fatti insieme. Sulla salita che porta alla Tète aux Vents ti accorgi che il tuo compagno accusa la stanchezza mentre tu stai bene e nella tua testa hai l’obbiettivo di raggiungere e superare il quindicesimo. Saluti il tuo compagno o cerchi di aiutarlo terminando l’avventura insieme?

Beppe: «Premesso che stiamo ragionando per assurdo, provo a ribaltare lo scenario sul finale: se fossi io in crisi sull'ultima salita e mi accorgessi che Sergio in gran forma mi sta aspettando rinunciando a guadagnare posizioni non mi farebbe piacere. E nello stesso tempo non mi aiuterebbe affatto, anzi mi farebbe sentire come una palla al piede, facendomi sprofondare ancora più nella crisi. Lo inviterei ad andare con il suo ritmo... E se lui non lo facesse mi fermerei qualche secondo (magari a un ristoro) per lasciarlo andare. Poi vedendolo sparire davanti a me, riprogrammerei il cervello inserendo un mirino di precisione e incomincerei a rielaborare un obiettivo: 'adesso pian piano faccio finire la crisi, poi cambio ritmo e incomincia la caccia... quando scolliniamo avrò già cominciato a riavvicinarmi, poi in discesa lo ripiglio'. Questo potrebbe servirmi per reagire! E comunque vada mi farebbe sentire bene: grandissimo mio risultato se riesco a riprenderlo, nessun rimpianto e grande onore a lui se non ci riesco».

Sergio: «Beh... a parte che sarà ben difficile giocarsi la quindicesima posizione, magari!! Comunque è una situazione che  ho già vissuto parecchie volte ma in senso opposto: io in crisi e gli amici che mi raggiungono e sorpassano. Ma per mia indole e natura ho sempre rifiutato di farmi aspettare o aiutare (se non per rialzarmi dopo catastrofiche cadute), ho sempre incitato gli altri a proseguire con il loro passo e lo stesso farei con Beppe perché sono  sicuro la pensa come me. Farei di tutto per incoraggiarlo a tenere il mio passo,  questo sì, ma non rallenterei perché potrei andare in crisi io in  discesa e perderemmo entrambi tempo e posizioni se ci aspettassimo. Viaggiare in coppia significa adeguarsi sempre al passo più lento. Ben diverso è se avessimo lo stesso passo e insieme arrivassimo a Chamonix, sarebbe una grande gioia tagliare insieme il traguardo».

Salutatevi e fatevi un in bocca al lupo a modo vostro.

Beppe: «Sergio, comunque vada a Chamonix ci beviamo una birra insieme... ma mentre scendi dalla Tète aux Vents stai attento, perché ad un certo punto sentirai avvicinarsi sempre più forte rumore di passi... Inutile che ti giri per guardare chi è: sono io che ti sto riacciuffando! E dopo... nessuna pietà fino alla fine!!!»

Sergio: «Vai Beppe e ..... SPACCA!!!  Scherzi a parte... il mio più grosso e sincero in bocca al lupo!!  Questa è il nostro UTMB.... allora andiamo e prendiamocelo!!!!»


Gigante SkyRace e Cusna Vertical K 

Il 2 settembre due gare alla scoperta dell'Appennino Emiliano

Ci troviamo nel Parco Nazionale Tosco Emiliano ai piedi del monte Cusna, sommità di un crinale appenninico detto 'Il Gigante' per un evidente somiglianza ad un gigante addormentato. L'appuntamento è per il 2 settembre con due gare inserite nel calendario FSA, una skyrace di 26 km per 2000 metri di dislivello positivo e un Vertical Kilometer con 1000 metri di dislivello positivo riassunti in 3,9 km di sviluppo. Il via sarà dato all’imbocco della strada che dall’abitato di Monte Orsaro porta a Passo Cisa (1250 m) da cui inizia una breve salita fino al Rif. Monte Orsaro; tratto di discesa verso la Peschiera Zamboni (1150 msl). Qui inizia una salita impegnativa (sentiero 617) di 3,8 km per 900 metri di dislivello, al termine della quale sarà posto un cancello orario. Si prosegue lungo il Crinale, poi in picchiata verso Presa Alta passando dal Rif. C.Battisti e dal Rif. Bargetana.
Una seconda lunga salita porterà fino alla vetta del Cusna (2120 m) tramite il sentiero 627: qui il panorama è assicurato! Discesa dallo spallone della Contessa, ricovero Rio Grande, per finire con il sentiero  623A e arrivo al Rifugio di Monte Orsaro. Non volendo escludere nessuno ci sarà anche la versione non competitiva di circa 6 km sul monte Prampa. www.alpensportshop.it


Sabato al via la SpeedGoat 50

Kilian Jornet in gara nell'impegnativa ultra statunitense

Alle 6,30 di domani mattina, un giorno prima del Giir di Mont, a Snowbird, negli Stati Uniti (Utah), prenderà il via la SpeedGoat50, seconda tappa del circuito Ultra Sky Marathon della World Series. La gara, disegnata dallo statunitense Karl Meltzer, è una delle 50 miglia più dure, con 3.000 metri di dislivello. Al via di Snowbird ci sarà anche Kilian Jornet Burgada che dovrebbe fermarsi negli Stati Uniti fino alla Pikes Peak. Dall'Europa anche Thomas Lorblanchet e Philipp Reiter. Tra le donne è attesa anche Anna Frost, vincitrice della Transvulcania, al rientro dopo un periodo di riposo per affaticamento.
 


Dynafit Feline Ghost

260 g per i trail più duri

La seconda stagione di Dynafit nel settore delle scarpe da trail porta in dote una novità: Feline Ghost, disponibile anche in versione femminile. Derivata dalla nota Feline Superlight, è votata alle lunghe distanze e ai trail più impegnativi. Nonostante ciò il peso non aumenta, anzi diminuisce, dato che Feline Ghost dichiara una massa di 260 g (taglia 42 EU) contro i 270 g appannaggio di Feline Superlight. Punto di forza, da tradizione, è la combinazione di una suola con caratteristiche di tenuta in linea con un prodotto da alpinismo e un’intersuola, definita Multi Pad, a densità differenziata. La suola è in gomma a tripla mescola ed è realizzata dalla specialista italiana Vibram. Tomaia priva di cuciture.


Iscriviti alla newsletter


Mulatero Editore utilizzerà le informazioni fornite in questo modulo per inviare newsletter, fornire aggiornamenti ed iniziative di marketing.
Per informazioni sulla nostra Policy puoi consultare questo link: (Privacy Policy)

Puoi annullare l’iscrizione in qualsiasi momento facendo clic sul collegamento a piè di pagina delle nostre e-mail.

Abbonati a Skialper

6 numeri direttamente a casa tua
43 €per 6 numeri

La nostra sede

MULATERO EDITORE
via Giovanni Flecchia, 58
10010 – Piverone (TO) – Italy
tel ‭0125 72615‬
info@mulatero.it – www.mulatero.it
P.iva e C.F. 08903180019

SKIALPER
è una rivista cartacea a diffusione nazionale.

Numero Registro Stampa 51 (già autorizzazione del tribunale di Torino n. 4855 del 05/12/1995).
La Mulatero Editore è iscritta nel Registro degli Operatori di Comunicazione con il numero 21697

Privacy Policy - Cookie Policy

Privacy Preference Center

X