Anno sabbatico per Dakota Jones
Il vincitore della Transvulcania ha chiuso la stagione
Lo ha scritto lui sul suo blog: smetterà di correre per una stagione per mantenere la motivazione. Dunque Dakota Jones, dopo avere vinto la Transvulcania, corso la Zegama e la HardRock 100, ora pensa alla mountain bike e soprattutto all'alpinismo. «Sono nel mio migliore stato di forma di sempre, però per questo sport la longevità è importante… So che la mia carriera non durerà per sempre, ma voglio essere sicuro che la fine arriverà per una mia decisione e non sarà obbligata… Data la mia età e la mancanza di infortuni, c'è più il pericolo di bruciarmi mentalmente che fisicamente, per fortuna sono molto motivato, però, come in corsa mi alimento quando sto bene per evitare che sia troppo tardi, credo che sia il momento di 'alimentare' la mia motivazione». Dakota Jones vuole utilizzare la prossima stagione per scalare, andare in mountain bike, studiare le lingue straniere, aggiornare i propri profili internet...
Il livello dello skyrunning italiano
La riflessione del selezionatore Poletti dopo la Dolomites
Silvia Serafini quinta, Gil Pintarelli, migliore italiano, diciassettesimo… Le donne italiane dello skyrunning migliorano… e gli uomini? Questo il verdetto della Dolomites Sky Race. Abbiamo chiesto un commento sull'argomento al selezionatore della nazionale di skyrunning Mario Poletti: «Penso che la vera selezione si farà in realtà domenica al Giir di Mont con tutti i più forti atleti del Belpaese. In questo momento ci sono tante gare ogni fine settimana e gli atleti corrono tutte le domeniche, ci sta che ci sia una gara nella quale brillano di meno e poi sono talmente tanti gli appuntamenti che c'è molta dispersione. Probabilmente, vedendo anche il livello dei runner presenti e pensando alla gara di Premana, diversi skyrunner hanno valutato di non partecipare».
Edelrid Cable Vario
Il set da ferrata ad assorbimento variabile
Premiato alla recente fiera internazionale degli sport Outdoor di Friedrichshafen, Cable Vario è il primo set da ferrata a carico variabile. Permette di assorbire/ammortizzare, in caso di caduta, qualsiasi tensione adattando il sistema di ritenuta al peso dell’utilizzatore. Una possibilità di personalizzazione che ricalca, idealmente, la tecnologia degli attacchi da sci, e che va a tutelare soprattutto i soggetti dalla corporatura più minuta, altrimenti interessati da tensioni potenzialmente pericolose. Il set Cable Vario si completa di longe elasticizzate e moschettoni OneTouch, apribili esercitando una semplice pressione con il palmo della mano in corrispondenza della protezione di chiusura.
Pablo, re del Trail Tour
Intervista con Barnes, vincitore del circuito targato Salomon
Pablo Barnes (1976), argentino di nascita e ligure d’adozione, si è laureato sabato vincitore del secondo Salomon Trail Tour Italia a Fanano (Mo). Il trail runner è riuscito infatti a conquistare il terzo posto assoluto e la vittoria finale nel circuito. Questo risultato si aggiunge alla vittoria nel Grand Raid du Cro-Magnon a giugno e al terzo posto nel Le Porte di Pietra a maggio. Per lui, sicuramente, una stagione da incorniciare.
Pablo, questa è la tua sesta stagione nel trail running. La reputi una delle tue migliori?
«Il 2007, l’anno del mio esordio, mi ha dato tante soddisfazioni, e stato l'anno in cui ho fatto il mio salto di qualità, tanto nelle gare di 24 ore come nel trail. Ho fatto cose che ricorderò per sempre, sono riuscito a vincere il mio primo ultra trail a pari merito con il migliore Marco Olmo. Ma un ritorno di questo tipo non me lo immaginavo, il livello dei trail e cresciuto tanto e le mie prestazioni in questa stagione sono un qualcosa che non mi aspettavo, è sicuramente una delle mie migliori annate in assoluto».
Su tutte, qual è l'immagine di questa stagione che ti porterai con te?
«Mi vengono in mente la faccia della mia figlia Camilla, il podio della Cro-Magnon e la felicita del mio amico Fabrizio Roux quando ha vinto il suo primo trail, il Gorrei».
Come si superano le difficoltà degli infortuni e dove si trovano le motivazioni necessarie per rimanere ad alti livelli?
«Nel momento peggiore, quando non riuscivo a correre, avevo una depressione importante, però grazie agli amici che mi hanno aiutato e principalmente a mia moglie Virginia sono riuscito a superare questa difficile fase».
Cosa significa la vittoria nel Salomon Trail Tour Italia 2012?
«Non mi era mai capitato prima di vincere un circuito. Esserci riuscito con il Salomon Trail Tour Itaila, proprio nel'anno della nascita del Team Salomon Carnifast, per me è un risultato di prestigio».
E l'ultra trail running?
«L'ultra trail è entrato nella mia vita e occupa una parte importante della giornata e dei miei pensieri, mi aiuta a rilassarmi, a conoscere gente nuova, a viaggiare e testare in continuità i miei limiti fisici e mentali».
Quali sono gli altri obiettivi di questa stagione agonistica?
«I principali obiettivi sono il Mondiale di 24 ore a settembre in Polonia e i Templiers in Francia, gara mitica che non ho mai fatto».
Cosa rappresenta il team Salomon Carnifast?
«Fare pare del Team Salomon Carnifast mi aiuta a trovare le motivazioni per migliorarmi perché sono in contatto con atleti di altissimo livello. In questo team ho degli amici nuovi e vecchi con cui ci incontriamo e non solo per correre; con il mio manager parliamo quasi tutti i giorni e ogni tanto organizziamo delle feste memorabili che uniscono il gruppo. Questo team porta fortuna!».
Osprey Viper
Nuovo sistema idrico per lo zaino americano da trail
Squadra che vince non si cambia. Però si migliora. Così la pensano in Osprey, dato che alla collaudata linea Viper, dedicata a mountain biking, trail running e biking, sono state apportate significative evoluzioni in vista del 2013. Gli zaini, da tradizione particolarmente tecnici, si avvalgono di uno strato esterno in poliestere antitaglio cui s’abbina un inedito dorso definito AirScape per la presenza di canali e svasature di ventilazione. Gli spallacci sono in Eva preformata e mesh. Caratteristica saliente è l’inclusione del nuovo sistema idrico Hydraulics, forte di una base d’appoggio in grado di copiare fedelmente il profilo della schiena del trail runner favorendo al contempo il flusso del liquido. La sacca idrica è realizzata mediante un materiale inodore e insapore che offre protezione antimicrobica al 100%. I serbatoi da 3 litri sono inclusi negli zaini dal volume maggiore (con capienza di 13 e 9 litri), mentre Viper 5 (capacità di 5 litri) è dotato di serbatoio da 2 litri. Inedite, infine, la profilatura asimmetrica degli spallacci, con una zip che mantiene in posizione il tubo del sistema idrico durante l’azione e successivamente consente di riporlo al riparo dallo sporco, e la tasca avvolgibile che aumenta la capacità di carico.
Dominio kenyano in Val Gardena
Solo Wyatt tiene testa ai forti africani nella Mountain Run
Domenica scorsa è stata la volta della prima edizione della Val Gardena Mountain Run con alcuni atleti top, tra i quali Jonathan Wyatt e i fortissimi kenyani che hanno dominato sul Grossglockern una settimana fa. Alla gara gardenese erano iscritti 158 atleti: arrivati al traguardo 29 donne e 119 uomini. La partenza era nel centro di Ortisei con traguardo alla stazione a monte del Seceda e un dislivello di 1.247 metri per una lunghezza di 14,5 chilometri. Hanno dominato gli atleti kenyani. Tra gli uomini i due africani Kosgei (secondo nella gara austriaca) e Wangari sono partiti forte e fino al chilometro nove sono stati in testa. Il neozelandese Jonathan Wyatt (sei volte campione del mondo di corsa in montagna) è riuscito però a sorpassare Wangari, staccandolo al traguardo di un minuto e mezzo. Il vincitore Kosgei è arrivato in traguardo con il tempo 1h 07' 47'', Wyatt 1h 09' 55'' e il terzo classificato Wangari ha fermato il cronometro a 1h 11' 23''. Migliori altoatesini Thomas Niederegger e Hannes Rungger, rispettivamente quarto e quinto. Tra le donne prima classificata la kenyana Lucy Murigi (vincitrice sul Grossglockern) con un tempo di 1h 21' 35'', davanti ad Antonella Confortola (1h 24' 30'') e terza la britannica Anna Lupton (1h 33' 04''). Buon quinto e sesto posto per le altoatesine Anna Pedevilla e Birgit Klammer.
Il video della Dolomites Sky Race
Alcune entusiasmanti immagini della gara vinta da Kilian Jornet
Abbiamo seguito dal vivo tutte le fasi della gara con il nostro inviato Guido Valota. Abbiamo tweettato, commentato, scritto e fotografato. Ora è tempo di rivivere le emozioni di questa incredibile gara con il video ufficiale realizzato dall'ufficio stampa della Dolomites, in attesa del servizio ricco di approfondimenti tecnici che potrete trovare nel primo numero della rivista ad ottobre.
Pigoni vince il Cima Tauffi
Nella gara di 60 km secondo Vallosio e terzo Barnes
Cima Tauffi Trail: 60 km, 4.500 m D+. Appuntamento sabato scorso sull'Appennino modenese, a Fanano. La gara ha visto la vittoria di Matteo Pigoni (6h 18' 39'' - Atletica RCM) davanti a Sergio Vallosio (6h 33' 49'' - Team Salomon-Carnifast) e Pablo Barnes (6h 50' 29''). A seguire Cristiano Campestrin (Salomon-Carnifast), Eugenio Ducoli (Atletica Paratico), Giulio Piana (Cima Taufi Fanano), Girogio Toniolo (Salomon-Carnifast), Lara Mustat (prima donna con il tempo di 8h 2' 18'') e Michele Oriele Locatelli (Runners Bergamo).
Conclusa la prima tappa dei Rewoolution Raid Summer
A Bergamo vincono Pedini-Iret e Firefox
Si è conclusa ieri la prima tappa dei Rewoolution Raid Summer 2012, eventi sportivi multidisciplinari. Sabato 21 e Domenica 22 Luglio nella suggestiva cornice di Città Alta a Bergamo, 38 team si sono dati appuntamento per lo svolgimento di questa prima manche estiva. Armati di Road Book, a piedi o in sella alle mountain bike, tutti i partecipanti sono scattati allo start per affrontare la gara che si è svolta in uno scenario outdoor insolito ma non per questo meno emozionante: la ‘giungla urbana’ della città di Bergamo. Ogni team, costituito da tre persone ciascuno, si è cimentato in in un percorso misto di trail running e mountain bike, interamente in orienteering, alla ricerca dei Check Point disseminati sul territorio. Particolarmente avvincenti sono state le prove speciali che i team si sono trovati ad affrontare: l’arrampicata, la teleferica e la calata dalle mura; ma soprattutto il bag jump, novità assoluta nel format dei Raid firmati Rewoolution. Il Summer Raid ha messo così alla prova il coraggio di tutti i partecipanti, che si sono lanciati dalle mura di Città Alta, da un’altezza di 10 metri ca. per atterrare sul materassone gonfiabile. Ad aggiudicarsi la prima tappa Raid Summer per la categoria pro è stato il team Pedini-Iret (R. Mattioli - A. Visioli - M. Sartor) - che ha completato il percorso con un risultato finale di 01:41:03 - e per la categoria amatori il team Firefox che chiuso la sfida con 01:11:18. Un ottimo risultato che spingerà ancor di più i team a ripetere l’impegno anche nella prossima edizione di Nago-Torbole (22-23 Settembre) che potrebbe portarli all’ambito premio finale. Un viaggio in Nuova Zelanda, offerto da ZQ in collaborazione con Rewoolution, è infatti il premio che si aggiudicherà il team che avrà raggiunto la miglior classifica globale nelle due tappe estive. Non solo, anche un team estratto a sorte, naturalmente solo fra quelli che avranno preso parte ad entrambe le edizioni, volerà alla volta degli antipodi, alla scoperta del mondo della lana Merino.
Scarpa Minima
6 mm d’intersuola tra tallone e avampiede
Rappresenta l'interpretazione del minimalismo secondo Scarpa. Minima, novità 2013, è infatti destinata a un utilizzo agonistico off road, specie nei vertical, ad allenamenti sulle brevi distanze e a ripetute su sterrato. Alla tomaia in microfibra termosaldata e mesh abbina un’intersuola in Eva iniettata priva di effetto memoria con un differenziale di spessore tra tallone e avampiede contenuto in 6 mm. La suola si affida a un battistrada Vibram XS Trek, a mescola particolarmente morbida, con tasselli disposti in modo ampio, così da non trattenere fango e terriccio. Peso di 290 g (42 EU)
The North Face Hypertrack Guide
Door to trail dal peso ridotto
In arrivo nel 2013, beneficiano dell’esperienza maturata con le specialistiche Single Track Hayasa, destinate esclusivamente al trail running, ma sono adatte tanto alla corsa off road quanto all’utilizzo su asfalto (medie distanze). Con le super leggere (250 g) ‘sorelle’ condividono soluzioni tecniche quali la tecnologia Cradle, che abbina una zona di ammortizzazione in corrispondenza del tallone a inserti laterali in materiale più rigido per stabilizzare appoggio e rullata, plantare in Eva traforato, intersuola in Eva a doppia densità e tomaia in mesh e laminati di poliuretano termoplastico. Inserti, questi ultimi, di maggiore spessore ed estensione rispetto a Single Track Hayasa. Si candidano a modello dalla vocazione ‘universale’ grazie anche a un peso di 268 g nella misura 42 EU.
Le prime dichiarazioni dei protagonisti di Canazei
Kilian: 'Eravamo in dieci a giocarci la vittoria'
Kilian Jornet Burgada (1° classificato): «È stata una gara di altissimo livello, con i più forti al via, tranne Marco De Gasperi, che era ammalato. Eravamo almeno in dieci a giocarci la vittoria e tutti con la convinzione che chi ci fosse riuscito avrebbe centrato pure il record. E così è stato. Una gara bellissima su un percorso straordinario. Nel primo tratto di salita fino al Passo Pordoi eravamo in quattro nel gruppetto. Sui ghiaioni che portavano alla Forcella Pordoi mi sentivo bene, con le gambe leggere, a differenza di quanto era avvenuto venerdì al Vertical, e ho imposto il mio ritmo prendendo un vantaggio sugli avversari. Poi verso il Piz Boè alcuni passaggi si presentavano ghiacciati ed ho preferito non forzare, dando il tutto per tutto però in discesa. Contento anche perché le due gare fassane mi hanno consentito di guadagnare il primato nella classifica delle Skyrunner World Series».
Ionut Zinca (2° classificato): «Ho sofferto più del solito nella salita verso Forcella Pordoi, dove sono transitato sesto, e al Piz Boè, addirittura settimo. Poi ho dato il massimo in discesa, recuperando sugli avversari e arrivando secondo. Sono soddisfatto, anche perché sono arrivato a questa gara con troppi chilometri e dislivelli nelle gambe. Nell'ultimo mese e mezzo ho partecipato a numerose skyrace, a gare di orientamento e agli europei di corsa in montagna, e un po’ l’ho pagato».
Emelie Forsberg (1ª classificata): «Sono sorpresa da questo risultato, perché non pensavo di poter vincere e anche perché non sono abituata a salite così ripide. E poi addirittura stabilendo il record. Dalle mie parti le montagne hanno un'altra morfologia. Infatti fino al Piz Boè ho faticato, però ho stretto i denti cercando di non perdere di vista la Enman, che era davati a me. Dopo la cima più alta ho cercato di sfruttare la mia caratteristica di discesista ed ho superato la statunitense arrivando a braccia alzate al traguardo. Una discesa tecnica, ma non impossibile dove è possibile allungare, come quelle che piacciono a me».
Mireia Mirò (3° classificata): «Per me è stata una grande giornata, anche se non è arrivata la vittoria. Prima del via non avevo tante motivazioni, perché quest'anno non mi ero mai preparata su distanze oltre i 10 chilometri. Quando però sono transitata a Forcella Pordoi, con tantissima gente che applaudiva, dentro di me è scattata una nuova energia. Per un'atleta è davvero emozionante. Non potevo fermarmi e così ho proseguito con determinazione. Chi mi ha preceduto in questo momento è più forti e ha meritato il podio. Per quanto mi riguarda sono davvero soddisfatta di come ha risposto il mio ginocchio infortunato, che ha retto bene, nonostante una botta rimediata in una caduta. Proprio per queste sensazioni da questo momento parte la vera stagione per me».
Gil Pintarelli (primo italiano): «Sono soddisfatto della mia prova e di essere risultato il primo degli italiani. D'altronde con questi mostri presenti oggi era impensabile arrivare prima. Benché il mio migliore risultato nella Dolomites SkyRace sia un dodicesimo posto, dal punto di vista cronometrico, quella di quest'anno è la mia migliore prestazione a questa gara. Analizzando la mia gara sono stato molto regolare, utilizzando i bastoncini fino a Forcella Pordoi. Mi sono trovato molto bene nei tratti tecnici, meno nei pianori. Una grande fatica ma tanta soddisfazione».
Michele Tavernaro (secondo italiano): “E' stata una giornata storta, sin dalle prime battute non riuscivo ad ingranare. Al Passo del Pordoi ho provato a rallentare il ritmo con la speranza di carburare meglio ed invece non è servito a nulla. Ho faticato troppo e non sono riuscito ad essere fluido nella corsa. Peccato, ma fa parte delle competizioni avere un giorno negativo. Alla fine guardando il tempo non è poi male, pur essendo lontano dal mio record personale, visto che sono anche il secondo miglior italiano, ma non può bastare”.
Paolo Larger (terzo italiano): “Sto vedendo la luce dopo alcune stagioni di sofferenza. Non ho nelle gambe tanti chilometri quest'anno, ma gara dopo gara continuo a migliorare soprattutto perché i miei problemi tendinei sembrano essere risolti. Ho sentito qualche dolore nella parte finale della discesa, ma rispetto a qualche mese fa mi sembra di essere un'altra persona. E' poi significativo il fatto che ho ottenuto un tempo simile a quello dell'edizione del 2000, la mia prima a Canazei. Allora mi piazzai terzo, quest'anno 19esimo. Tanto per far capire come sia aumentato il livello di questo sport”.