Prima salita del Kishtwar Kailash per Fowler e Ramsden

Una nuova via e' stata aperta dai due britannici

Nello scorso mese di ottobre i due britannici Mick Fowler e Paul Ramsdsen hanno effettuato la prima salita del Kishtwar Kailash, un colosso di 6451 m nell’Himalaya indiano.
I due forti alpinisti, ormai non più giovanissimi, ma sempre in forma smagliante, hanno salito dal 4 al 10 ottobre una linea di 1500 m sulla parete Sud-Ovest, con diversi tratti di misto difficile e ghiaccio anche verticale; naturalmente il tutto in stile alpino.
A quanto è dato sapere questa montagna era stata tentata solo nel 1989 da una cordata scozzese, poi più nulla fino alla prima dei due inglesi. Fowler aveva, però, già tempo addietro, durante una spedizione in quella zona dell’Himalaya, buttato l’occhio su questa bella montagnona.
Fowler e Ramsden sono ormai due veterani di questo genere di salite e insieme hanno già salito pareti un po' su tutte le montagne del pianeta, prediligendo vie di misto e sempre in stile alpino. Alcune loro imprese li hanno portati a vincere addirittura il Piolet d’or.

SU GHIACCIO SOTTILE -
Se volete farvi un'idea di chi sia Mick Fowler e dello spessore alpinistico delle sue salite leggete il suo libro “Su ghiaccio sottile. La normalità delle Imprese straordinarie”.


SainteLyon, cade il tabu’ dei premi in denaro

Per la classicissima francese, montepremi di 10.000 euro

Dopo i Templiers dello scorso anno e la Marathon du Mont-Blanc di quest’anno, un’altra storica gara francese cade nella tentazione dei premi in denaro. E non è una gara qualunque perché la SainteLyon è una delle gare più antiche e più partecipate dell’intera Francia. Una decisione che oltretutto è stata annunciata a iscrizioni terminate, nell’anno del record con quasi 14.000 partecipanti, e della sua sessantesima edizione

LE ORIGINI - Correva l’anno 1951 quando un gruppo di ciclisti di Saint Etienne e di Lione crearono una passeggiata invernale tra le due città lungo il GR7. L’obbiettivo era quello di mantenere la forma nel periodo invernale. All’inizio la traversata si svolgeva in due tappe, con sosta a St. Catherine. La manifestazione cresce di interesse velocemente e da due giorni si passa a un solo giorno di percorrenza con i primi concorrenti che raggiunsero brevemente il muro delle 7h30’ lo stesso impiegato nel secolo scorso dalla diligenza per collegare appunto Lione a Saint-Etienne . Nel 1977 la Saintélyon diventa a tutti gli effetti una gara competitiva. Già agli inizi degli anni 2000, la gara contava più di 3.000 iscritti per poi arrviare ai 12.000 dello scorso anno e ai 14.000 di questa edizione.

A FAVORE DEGLI ATLETI -
 Michel Sorine, il direttore di gara, ha dichiarato che la decisione è stat presa perché se  gli atleti di livello fanno sognare,  è altrettanto vero che ormai essere un atleta di alto livello richiede dei sacrifici. Sorine, annuncia i 10.000 euro come un aiuto agli atleti ed esorta le aziende a investire nel settore per farlo crescere. Il montepremi di 10.000 euro sarà distribuito tra i primi 5 uomini e le prime 5 donne della gara individuale.  


Gia' 600 le iscrizioni al Mountain Attack

La Sportiva partner del Team e per le tre gare del 17 gennaio 2014

Il 17 gennaio 2014 si disputerà la sedicesima edizione del Mountain Attack a Saalbach-Hinterglemm. 
L'appuntamento di Saalbach è ormai un must nel panorama internazionale delle sfide scialpinistiche, e richiama ogni anno quasi 1000 atleti da 15 Paesi. In Austria è in assoluto l'evento skialp più importante.
Ad oggi circa 600 iscrizioni sono già registrate per l'Attack 2014.  

LE TRE GARE DEL MOUNTAIN ATTACK -
Come già lo scorso anno si disputeranno tre distinte competizioni. 
- Schattbergexpress race: il Vertical di 1015 metri sui muri dello Schattberg, la prima famosa salita del Mountain Attack.
- Mountain Attack Tour: percorso corto di 2035 metri positivi.
- Mountain Attack Marathon: il percorso completo di 3008 metri positivi.  

TOURENSKITEAM LA SPORTIVA -
Da diversi anni Roland Kurz, anima del c.o. del Mountain Attack, pensava a un team di atleti che promuovesse l'evento.
Ora il progetto è realtà e vuole andare oltre, grazie alla collaborazione con forti atleti, l'allenatore Gerald Bauer dell'Olympic Training Centre di Salisburgo e La Sportiva. 
Il team condivide obiettivi sportivi, di ricerca e promozionali per lo scialpinismo, puntando a diventare ambasciatore di questo sport.    


Successo di Kosovelj all'EcoTrail della Muggia

Secondo Wyatt, terzo Abate. Confortola prima donna

Successo dello sloveno Mitja Kosovelj ieri nella Euromarathon EcoTrail della Muggia, disputata tra Slovenia e Italia sulla lunghezza della mezza-maratona. La gara, con 800 metri di dislivello, ha visto la vittoria dello sloveno Mitja Kosovelj in 1h28'47'' davanti a Jonathan Wyatt (1h30'56'') e a Gabriele Abate (1h31'38''). Nella gara femminile vittoria di Antonella Confortola (1h48'16'') davanti ad Andraja Godec (1h58'19'') ed Eva Paternoster (2h07'06''). 


Mwangi Hirum Wandangi vince al debutto nel trail

Il keniano primo al 'Terre di Mezzo' a Daverio

Era uno degli atleti più attesi alla vigilia: Hirum Mwangi Wandangi era al debutto in un trail, la quarta edizione delle 'Terre di Mezzo' a Daverio. Il keniano ha chiuso i 37 km del tracciato in 2h27'00" davanti a Fabio Bazzana (2h34'57") con Danilo Lantermino a completare il podio (2h39'32"). Nella gara rosa a segno Virginia Oliveri in 3h130'26", precedendo Scilla Tonetti (3h14'24") e Annalisa Cappelletti (3h14'24").


Canepa, quinta per ISF, trentesima per ITRA

Le prime analisi sui ranking di quest’anno

Se pur ancora parziali e solo riferiti alle lunghe distanze, i dati forniti in settimana dalla ISF (International Skyrunning Federation) sul ranking 2013 si prestano a un primo confronto con quelli più completi forniti dalla ITRA (International Trail Running Federation). Per capire a fondo i meccanismi di calcolo dei due ranking, abbiamo preso come riferimento le posizioni di Francesca Canepa, quella che da molti è considerata la miglior atleta italiana delle lunghe distanze.

I DUE RANKING – I due metodo di calcolo adottatti da ISF e ITRA partono da un presupposto differente e di conseguenza si prefiggono lo scopo di rappresentare la realtà dell’outdoor running in modo altrettanto differente. In estrema sintesi, rimandando il’analisi dettagliata al numero di Ski-alper di dicembre, la ISF tende a offrire una panoramica di quanto è accaduto nella stagione in corso in termini di piazzamenti e performance nelle singole gare selezionate mentre la ITRA tende a offrire una panoramica sulle prestazioni atletiche assolute nel corso delle ultime tre stagioni. Con questi due fini, la prima considera le posizioni in classifica, i distacchi dal vincitore e la presenza di atleti elite nella singola gara, la seconda trasforma le singole prestazioni in un indice di riferimento, basato sulla traformazione del dislivello positivo in km equivalenti in pianura e confrontabile quindi nei diversi eventi stagionali. Ed è per questo motivo che la ITRA, a differenza della ISF, esprime anche un ranking complessivo che contempla tutti i tipi di distanze. In estrema sintesi, per ISF conta quanto si è arrivati nella gara e per ITRA quanto nella stessa si è andati veloce. Infine, la ISF si limita a considerare le lunghe distanze quelle superiori ai 42 km mentre la ITRA entra nel dettaglio suddividendole in fasce, da 42 a 69 km, da 70 a 99 km e oltre i 100 km. Per il ranking ITRA, il miglior atleta al mondo in termini di prestazione potrebbe quindi essere quello che ha fatto registrare grandi performance anche in sole gare di livello secondario, addirittura in gare esclusivamente locali, mentre per la ISF quello stesso atleta non comparirebbe in classifica perché vengono considerate unicamente le gare ritenute di livello internazionale.

FRANCESCA CANEPA – Il caso di Francesca Canepa è abbastanza eloquente perché porta a dei risultati molto differenti. Per il ranking ISF, l’atleta italiana è la 5° al mondo nelle gare di lunga distanza. Per il ranking ITRA, invece, è 30° nelle gare oltre i 100 km, 81° in quelle da 70 a 89 km e 226° in quelle da 42 km a 69°. Dando per scontato che in entrambi i ranking le formule siano state utilizzate correttamente cerchiamo quindi di interpretare i risultati. Per il ranking ISF, le migliori tre gare stagionali di Francesca sono state, nell’ordine, Tor des Géants, Ronda, e UROC mentre sono state scartate la Ice Trail e la Speedgoat in quanto nelle stesse ha totalizzato un punteggio inferiore. Il mondiale IAU, invece, non ha assegnato punteggio a Francesca in quanto classificatasi oltre il 15° posto. Alla luce di questi rusultati, e senza quindi considerare quelli ottenuti in gare non rientranti tra quelle selezionate, Francesca è risultata essere la 5° atleta nella disciplina. Per il ranking ITRA, invece, inerente al suo 30° posto nelle gare oltre i 100 km, sono state considerate le migliori, nell’ordine, The Abbots Way 2012, UTMB 2012, Lavaredo 2012, UROC 2013 e Ronda 2013. Come prima lettura, balza subito agli occhi che non sono risultate tra le sue migliori prestazioni, le due vittorie al Tor des Géants. Unendo i concetti espressi dai due ranking, sempre per le distanze oltre i 100 km, risulterebbe che Francesca Canepa è quindi la 5° atleta al mondo per risultati e la 30° per prestazioni sportive, ovvero per velocità.

UN DISCORSO ALLARGATO – Al pari di Francesca Canepa, ci sono altri risultati che si prestano ad essere analizzati come il 4° posto nelle distanze di oltre 100 km di Kilian Jornet per il ranking ITRA o il primo posto assoluto, quindi nel ranking generale, di Rory Bosio.

A questo punto difficile dire quale dei due risultati rappresenti meglio la situazione reale. Noi ci proveremo appunto sul prossimo numero di Ski-alper.
 


Mondiali trail 2015, salta la candidatura italiana

Francia e Lussemburgo le candidate

Fonte la prestigiosa rivista francese Trail Endurance Mag, il 2 novembre è stata presentata ufficialmente la candidatura da parte degli organizzatori della gara francese Maxi Race du Lac d’Annecy per i mondiali trail che saranno orgazizzati dalla IAU (International Association of Ultrarunners) nel 2015.

LA CANDIDATURA - Durante l’incontro svoltosi proprio ad Annecy, erano presenti lo spagnolo Paco Rico, rappresentante europeo della IAU e responsabile della commissione trail della stessa, il francese Michel Poletti, presidente della International Trail Running Association nonchè, organizzatore dell’Ultra-Trail du Mont-Blanc e membro del gruppo di lavoro trail della IAAF,  Michel Huertas, vice presidente della FFA,  il direttore della corsa Stéphane Agnoli e il responsabile dello sponsor tecnico della corsa, Tecnica,  Xavier Bloem. La candidatura francese dovrà però fare i conti con quella presentata dal Lussemburgo. La decisione finale sull’assegnazione del mondiale 2015 verrà presa dall stessa IAU nel mese di gennaio 2014.

LA GARA – Il percorso dovrebbe rimanere pressochè identico a quello già sperimentato nel 2012. Se venisse accettata la candidatura della Maxi Race du Lac d’Annecy si tornerà quindi a disputare un mondiale trail senza i giri ad anello che hanno caratterizzato l’ultima edizione in Galles. Considerata la tipologia del percorso, dopo l’edizione di Serre Chevalier del 2009, si tornerebbe anche a disputare un mondiale con un significativo profilo altimetrico. Si tratterebbe infatti di una gara di 86 km e 5.300 metri di dislivello positivo che nel 2012 è stata vinta dal tedesco Philipp Reiter in 9h45’32’’ tra gli uomini e dalla neozelandese Anna Frost in 10h15’23’’ tra le donne, quest’ultima con il quarto tempo assoluto. La gara rimmarà open con l’aggiunta delle selezioni nazionali sfruttando in questo modo l’ampia partecipazione di concorrenti che nelle ultime due edizioni hanno mostrato grande interesse per la stessa prova. La gara francese, fermo restando la data di fine maggio, attualmente utilizzata per l’evento, andrebbe inoltre a cadere in un periodo della stagione non concomitante con altre manifestazioni di portata internazionale. 

ECLUSIONE ITALIANA – Da quanto riportato da Trail Endurance Mag, quindi, sembrerebbe essere stata scartata la candidatura presentata in passato dalla Trans D’Havet, quest’anno già prova valida per il campionato europeo Skyrunning e quindi con un bagaglio d’esperienza acquisito che potrebbe essere prezioso anche in ottica di una prova mondiale. Gli organizzatori della gara italiana, dal canto loro, dicono di non aver mai ritirato la loro candidatura e di essere sorpresi dell’apparente esclusione. Sempre dalle stesse fonti, stando così la situazione, sembrerebbe essere stata scartata da parte della IAU anche la candidatura di un’altra gara italiana, il Trail del Monte Soglio che la IUTA aveva proposto a inizio stagione alla stessa IAU.
 


Catania e Brizio vincono la maratona dell'Etna

Ottava edizione della gara sul vulcano siciliano

Ottava edizione dell'Etna Valetudo Sky Marathon, i 42 km e 1100 metri di dislivello, sui sentieri del vulcano siciliano. Vittoria di Vito Massimo Catania che si è imposto con il tempo di 2h59', davanti a Mikhail Mamleev e al palermitano Giuseppe Giuseppe Cuttaia. In campo femminile a segno Emanuela Brizio in 3h35' davanti a Graziella Bonanno e a Martina Norma.


Il record dell'ultramaratoneta Cristiano Campestrin

L'Alta Via numero 1 delle Dolomiti in 22 ore e 12 minuti

Di solito la si percorre in una dozzina di tappe.
Invece Cristiano Campestrin, atleta azzurro di ultramaratona e runner del team Salomon ha deciso di affrontare l'intera «Alta Via numero 1 delle Dolomiti» di corsa, in un unico giorno e in completa autonomia. Ce l'ha fatta in 22 ore e 12 minuti: un'impresa che non è solo atletica, ma anche di scoperta naturalistica e umana.   

COMPLETA AUTONOMIA -
125 chilometri e 7.300 metri di dislivello positivo portando con sé tutto quanto può servire, senza il supporto di organizzatori o volontari a indicare la strada o a fornire liquidi e alimenti lungo il tragitto; un cammino, o meglio una corsa, dentro se stessi. Campestrin non è nuovo a queste distanze e a questo tipo di fatiche, avendone affrontate anche di più lunghe nell'ambito di molte competizioni. All'inizio dell'estate, però, ha deciso di preparare questa sfida dai risvolti epici.   

IL PERCORSO -
L'Alta Via numero 1, ideata nel 1966, parte dal Lago di Braies in Alto Adige per giungere a Belluno dopo aver attraversato i luoghi più celebri e ricchi di fascino delle Dolomiti: Croda del Becco, Fanes, Lagazuoi, Tofane, Giau, Pelmo, Civetta, Moiazza, San Sebastiano, Pramper, Cime de Zità e Schiara.  

LA PREPARAZIONE E L'ATTESA -
Cristiano voleva partire in giugno, per sfruttare le giornate più lunghe dell'anno, ma un calo di forma fisica lo ha costretto a posticipare. Ha quindi ripreso ad allenarsi ma i mesi successivi sono stati caratterizzati da una lunga serie di temporali. Con attento occhio al meteo, ha trovato una 'finestra' tra una precipitazione e l'altra, il 29 agosto: lì è cominciata l'avventura.  

UN VIAGGIO DI SCOPERTA DEI LIMITI -
«Avendo l'idea della completa autonomia - racconta - mi sono posto l'obiettivo di esserlo dall'inizio alla fine, dunque anche nel percorso di avvicinamento. Ci sono voluti quattro diversi autobus e una mezza giornata per arrivare al punto di partenza, al Lago di Braies. Alle 14.30 avevo lo zaino in spalla, pronto a cominciare la corsa». L'impresa dura il pomeriggio, la notte e il giorno seguente; le difficoltà non mancano. «Questo affrontare la fatica rappresenta un processo di conoscenza dei propri limiti. Mano a mano che si va avanti si tolgono tutte le maschere, i comportamenti e le abitudini: si resta soli con ciò che si è. È in questa situazione che ho scoperto in me risorse nascoste».  

SUPERARE LE DIFFICOLTÀ -
Risorse con cui affrontare alcuni seri ostacoli: il più impervio, lo stomaco che si chiude e non accetta più né i liquidi né i gel zuccherini che Cristiano ha nello zaino. «Quella di non riuscire a bere è una difficoltà che mi ha accompagnato per ben 10 ore, da circa la metà e fino alla fine della corsa, tanto che poi si è fatta sentire anche nei giorni seguenti».

Non è stata comunque l'unico imprevisto: «In piena notte ho trovato un cantiere forestale, poco dopo Passo Duran, con tronchi di abete abbattuti a precludere il cammino e a trasformare il sentiero in un intricato labirinto. A un certo punto ho anche sbagliato strada: un rischio che avevo messo in preventivo, specialmente di notte, e che invece mi ha sorpreso all'albeggiare, probabilmente perché vedere le prime luci mi aveva portato un lieve calo di concentrazione. È avvenuto nei pressi del rifugio Sommariva al Pramperet: un punto dove la montagna è meno frequentata e i sentieri meno segnati. Sono tornato sui miei passi, ho ritrovato la via e ho proseguito. L'allungamento del percorso avrebbe potuto procurarmi qualche brutto scherzo a livello emotivo, ma ho trovato la forza e la lucidità per superare anche questo. Temevo poi molto la parte finale, con la ferrata che scende per 800 metri: piuttosto tecnica e dunque rischiosa dopo tanta fatica».  

E NEL FUTURO? -
Normale, ora, chiedersi se Cristiano tenterà altre imprese come questa. «La mia idea è quella di procedere con questa conoscenza: delle Dolomiti e di me stesso».
Cristiano durante la stagione ha partecipato con il Team Salomon anche a numerose competizioni, fra le quali il Sellaronda Trail Running, al termine del quale ha ottenuto la 14esimo piazza conquistando il secondo posto assoluto nel circuito Salomon Trail Tour Italia 2012.  


Domenica il trail Terre di Mezzo

Partenza e arrivo alla Palazzina della cultura di Daverio

Domenica appuntamento con la quarta edizione del trail Terre di Mezzo. 35 km, con dislivello positivo di 970 metri con partenza e arrivo alla Palazzina della cultura di Daverio (VA). Non cambia il percorso rispetto all'ultima edizione, passando per la piana di Vegonno, il crinale boschivo che porta a Caidate, poi discesa su Montonate, passaggio al laghetto del Pietro per raggiungere il guado del fiume Strona, per toccare Villadosia dove inizia la salita al monte Carbonino. Altra salita al monte San Giacomo per una antica scalinata in pietra, passaggio in località Gaggio dove è posto il ristoro al km 29. Altra ascesa dietro la cava di Bernate sino al bacino idrico di Casale Litta per poi rientrare sul versante verso Daverio, attraversando la vallata in zona cascina Spazzacamino, sino all’arrivo. Partenza alle ore 9, mentre sabato ore 20,30 presso la Palazzina della Cultura di Daverio presentazione del trail con l'incontro 'Dagli Altipiani alle Alpi' con ospiti Bruno Brunod, Scilla Tonetti, Hirum Mwangi Wandangi (atleta keniano al suo primo trail) e lo psicologo degli ultra Pietro Trabucchi.


Gli azzurri dello ski-alp a Skipass di Modena

Premiati i vincitori della Coppa Italia e presentata la nuova tuta da gara

Nell'ambito del consueto programma di eventi della FISI presso la fiera Skipass di Modena, anche lo scialpinismo ha avuto il suo spazio. «Si tratta di uno sport che sta crescendo in modo esponenziale, da disciplina di nicchia ci stiamo affacciando al grande pubblico» ha commentato il presidente Flavio Roda, che non ha voluto mancare all'evento. Sono stati chiamati sul palco gli atleti azzurri insieme al DT Oscar Angeloni ed è stata presentata al pubblico la nuova tuta da gara che verrà indossata nelle gare di Coppa del Mondo e ai Campionati Europei di Andorra. Inoltre c'è stata la premiazione dei vincitori della Coppa Italia - Trofeo Scarpa: Lorenzo Holzknecht e Matteo Eydallin a pari merito nei Senior, Federica Osler davanti a Gloriana Pellissier in campo femminile. La campionessa azzurra, nell'occasione, ha annunciato l'addio alla squadra nazionale. Da segnalare anche i vincitori della Coppa Italia Master, Giancarlo Lira e Monica Sartogo. Last but not least il video di presentazione della Pitturina Ski Race, importante evento nel calendario 2013, unica tappa italiana di Coppa del Mondo, in programma l'ultima settimana di gennaio in Val Comelico.


Ranking ISF, la prima analisi donne

Abbiamo provato ad entrare nel dettaglio dei calcoli

La prima analisi sul ranking ISF riguarda alcuni esempi della classifica femminile presi a riferimento.

PRIMA DEL RANKING - Prima della pubblicazione del ranking, senza quindi avere alcuna indicazione in merito, è interessante immaginare cosa avremmo potuto rispondere all’ipotetica domanda di chi fosse la miglior atleta al mondo in riferimento alla stagione 2013. Con molta probabilità, al netto di considerazioni che abbiano a che fare con il legittimo tifo sportivo per un singolo atleta, il quesito non sarebbe stato di facile risposta per nessuno. Questo per due motivi principali: da un lato le ultra distanze andrebbero suddivise almeno nella fascia che va dai 42 km ai 100 km, dall’altro perché non è poi così usuale assistere a scontri diretti tra le migliori atlete al mondo. Fatte queste dovute considerazioni, personalmente avrei ragionato su un numero ristretto di cinque atlete. Sono, in ordine alfabetico di nome, Emelie Forsberg, Francesca Canepa, Nathalie Mauclair, Nuria Picas e Stephanie Howe. Se la domanda mi fosse stata posta a inizio anno, al posto della Mauclair e della Howe avrei inserito Elisabeth Hawker ed Elli Greenwood. Riguardo all’ordine, avrei detto Forsberg, Mauclair e Picas.

DOPO IL RANKING - Il ranking ISF vede nell’ordine, Forsberg, Picas, Mauclair, Howe e Canepa. E molto interessante cercare di capire il meccanismo del ranking e in particolare da cosa è stato generato il divario di 25 punti tra la Picas e la Mauclair. In riferimento al concetto di ranking, il più significativo il più conosciuto e utilizzato è quello del tennis, dove non solo viene assegnato un punteggio, ma si è soliti a indicare un atleta con la sua posizione mondiale.

FORSBERG VS MAUCLAIR - Le due atlete in questione, Forsberg e Mauclair, si sono confrontate direttamente nel corso della stagione due volte. Nella prima, la Transvulcania, vinse la Forsberg e la Mauclair arrivò quarta a 33’ minuti dalla svedese. Nella seconda, la Diagonale des Fous, vinse la Mauclair e la Forsberg arrivò seconda a 2h43’ dalla francese. Nel corso della stagione la Forsberg ha disputato 5 gare tra quelle selezionate, la Mauclair 4. Per la prima, i tre migliori punteggi conseguiti sono stati alla Transvulcania, Trans D’Havet e UROC, mentre sono stati scartati quelli dell’Ice Trail, pur avendola vinta, e della stessa Réunion. Per la Mauclair i tre migliori punteggi sono quelli del mondiale IAU, della TDS e della Réunion. In entrambi i casi, quindi, sono stati scartate le sconfitte dirette. Inoltre, in entrambi i casi i tre punteggi contemplati rigardano altrettante vittorie. A questo punto è quindi interessante cercare di capire da cosa siano dipesi i 25 punti di distacco tra la Forsberg e la Mauclair visto e considerato che entrambe hanno tre vittorie. In questo caso, il discorso si riferisce unicamente al livello di partecipazione delle stesse gare, ovvero individuato dalla ISF in base al numero atlete elite presenti. Le cinque gare stagionali che al femminile hanno registrato il maggior numero di elite, con quattro atlete ciascuna, sono state,  nell’ordine, Transvulcania, Trans D’Havet, Speedgoat, UTMB e UROC. Tre di queste sono state vinte dalla Forsberg e nessuna dalla Mauclair. La Mauclair ha vinto una gare con tre atlete elite, mondiale IAU, una gara con un’atleta elite, la Diagonale des Fous, e una gara senza nessun atleta elite, la TDS. I punti di distacco derivano da questa differenza.

IL FATTORE DISTACCO - Il ranking ISF tiene conto, tra le altre variabili, del fattore distacco. Questo è calcolato in percentuale e, ovviamente, non in valore assoluto altrimenti sarebbero avvantaggiate le gare corte su quelle lunghe. E’ un parametro che forse per mentalità siamo poco abituati a considerare dando più risalto alla posizione in classifica. Un riferimento su tutti è quello che riguarda l’atleta italiana Katia Fori, la cui posizione in classifica, 46° assoluta e 9° italiana, sembra non renderle giustizia. Dico questo perché, almeno secondo me, Katia Fori è realmente una delle più forti atlete italiane. Nel caso di Katia, incidonono sostanzialmente due fattori. Il primo è che ha disputato solo due gare rientranti tra quelle selezionate e che quindi la sua media punteggio ha subito una penalizzazione dell’11%. Nella prima gara, i mondiali in Galles, Katia ha ottenuto un buon punteggio in  funzione del suo splendido quinto posto e un distacco contenuto di poco superiore ai 30’. Nella seconda, quella più prestigiosa a livello mediatico, ovvero l’UTMB, è arrivata quarta ma ha inciso molto il distacco di oltre 5 ore dalla vincitrice. Per fare un raffronto, l’atleta che la precede, Chiara Colonnello, nel corso della stagione non ha conseguito dei piazzamenti in classifica al pari di Katia ma avendo disputato tre prove tra quelle selezionate la sua media non ha subito penalizzazioni. Dal punto di vista dei distacchi, inoltre, Chiara ha avuto dei risultati in linea con la stessa Katia Fori. Il fattore tempo ha anche influito molto, in termini positivi, per un’altra atleta, Federica Boifava che si è classificata tredicesima assoluta in classifica e seconda tra le italiane dietro al quinto posto di Francesca Canepa. Anche per Federica ha pesato molto il fatto di aver disputato tre gare e il miglior punteggio l’ha ottenuto alla Lavaredo con il secondo posto e principalmente per il distacco contenuto a 23’ dalla vincitrice.