Laura Orgue’ protagonista in Montana
Vince vertical e circuito, poi concede il bis alla The Rut
Tappa a stelle e strisce per le World Series con le gare al Big Sky resort in Montana. Apertura con il Lone Peak Vertical Kilometer: salita di 4,8 km sino a quota 3.403 metri con un dislivello di 1.107 metri. Ennesima vittoria, la terza consecutiva, per Laura Orgué che così mette in cassaforte il titolo del Vertical World Circuit: 54’29” il suo tempo davanti alle atlete di casa Jennifer Kunzman (1h08’38”) e Beth Shumate (1h09’46”). Al maschile podio tutto USA con JP Donovan in 47’27” davanti a Mike Popejoy in 48’48” e Mike Foote in 50’06”. Laura Orgué concede il bis il giorno successivo nella The Rut Mountain Runs 28K, prova sky delle Migu Run Skyrunner World Series, in 3h50'13'' davanti alle statunitensi Taylor Nowlin (4h03'21’’) e Hillary Gerardi (4h16'03’’). Nella prova maschile affermazione di Aritz Egea (in 3h16’) sullo svizzero Pascal Egli (3h19’) e sull’altro iberico Jan Margarit Solé (3h20’). In programma anche la 50K, sempre prova World Series, come ultra. A segno lo spagnolo Luis Alberto Hernando (5h10’) sugli atleti di casa Morgan Elliott (5h24’) e Scott Patterson (5h33’), mentre nella gara rosa prima l’olandese Ragna Debats (6h13’), seconda Brittany Peterson (6h18’) e Kristina Pattison (6h42’).
La UTMB dei marchi
Salomon top, Hoka, TNF e Vibram i piu’ presenti nella top 10
Analizzando quali scarpe hanno utilizzato i top ten della classifica maschile della UTMB 2017 emerge la supremazia (e non solo nella gara regina) di Salomon, non tanto in termini numerici ma di qualità del piazzamento. Due atleti nei dieci ma… i primi due, D’Haene (S-Lab Sense Ultra 2) e Jornet (S-Lab ME:sh). Salomon è stato in generale il marchio vincente di questa edizione delle gare UTMB. Sul podio anche Hoka One One con Tim Tollefson (Mafate Speed 2). Proprio Hoka One One è il marchio più diffuso insieme a The North Face, con il quinto posto di Jim Walmsley (Mafate Speed 2) e il decimo di Jordi Gamito (Speedgoat 2). The North Face raggiunge il sesto posto con Pau Capell (Ultra Vertical), il settimo con Dylan Bowman (Ultra Vertical) e il nono con Zach Miller (Ultra Vertical). Al quarto posto un atleta Asics come Xavier Thévenard, all’ottavo Gediminas Grinius del Trailrunning Team Vibram che ha corso con scarpe Altra. Proprio l’appartenenza del lituano al team dell’azienda di Alibizzate che produce suole tecniche è lo spunto per una riflessione: sette dei primi dieci utilizzavano suole con mescola Vibram, la ben nota Megagrip: Tollefson, Walmsley, Capell, Bowman, Grinius, Miller, Gamito. Uno ha usato la nuova tecnologia Litebase, che riduce notevolmente spessore e peso: Grinius. Anche Scott Hawker, appena fuori dalla top ten, ha usato Vibram, su Hoka Speed Instinct 2 e Speedgoat 2. Sembrano passati secoli da quando Chorier (anche lui in gara con Megagrip) nel 2008 si presentò sul podio come un ufo con una delle prime suole Vibram per il trail…
Transpelmo a Luca Cagnati e Anna Finizio
Freddo e neve sul tracciato della gara bellunese
Vittoria bis per Luca Cagnati. Dopo essersi imposto lo scorso anno, il bellunese azzurro della corsa in montagna si è ripetuto domenica alla Transpelmo. Il tracciato, con partenza e arrivo a Palafavera (Val di Zoldo, Belluno) prevedeva 18 chilometri di sviluppo, per 1.300 metri di dislivello positivo e altrettanti di dislivello negativo, con il tratto più impegnativo tra rifugio Venezia a Forcella Val d’Arcia: 550 metri di dislivello in poco più di 2 chilometri di sviluppo. Cagnati ha fatto gara solitaria fin dai primi metri, arrivando sul traguardo di Palafavera con il tempo di 1h44’43”. Alle sue spalle l’altoatesino di Ortisei Alex Oberbacher, staccato di 2’52”, e il trentino di Predazzo Dnaiele Felicetti (4’33” il ritardo).
Al femminile la vittoria è andata alla friulana Anna Finizio (2h20’55”) che ha preceduto la trevigiana Silvia Serafini (2h22’57” per la vincitrice 2016) e la bellunese di La Valle Agordina Anna De Nardin (2’26”38). A questa decima edizione della Transpelmo hanno dato vita 670 concorrenti (700 gli iscritti). Tutti messi a dura prova non solo dalle difficoltà altimetriche e tecniche ma anche dalle condizioni meteo: a Forcella Val d’Arcia (2.476 metri di altitudine) la temperatura era attorno agli zero gradi e la neve sul terreno, caduta durante la sera della vigilia, misurava una quindicina di centimetri.
Pintarelli, Stofner e Buzzoni festeggiano alla Rosetta
Era l’ultima tappa La Sportiva Mountain Running Cup
Gil Pintarelli vince l’International Rosetta Skyrace, Martin Stofner il circuito La Sportiva International Mountain Running Cup. Successo che vale doppio, invece, per l'orobica Lisa Buzzoni. Messe in archivio Trentapassi SkyRace, Ledro SkyRace, Stava Mountain Race, San Fermo Trail e Skylakes, in 307 si sono dati appuntamento oggi sui 22.4 km dello spettacolare tracciato disegnato tra storici alpeggi e creste aeree che hanno regalato vedute mozzafiato dall’Adamello al massiccio del Bianco con scorci impagabili sull’Alto Lario. Al sesto chilometro il primo traguardo volante. Ad aggiudicarsi il memorial Bruno e Giuliana Martinalli, posto all'altezza della Casera Vegia il lecchese Daniel Antonioli e la lariana Arianna Oregioni. La gara è entrata nel vive all'Alpe Piazza, un vero palcoscenico naturale sul vicino Lago di Como. Qui, un terzetto al comando. Il soldatino del Cs Esercito Daniel Antonioli, già vincitore di questa gara, ha sfruttato le proprie doti da scalatore provando a sgranare il gruppo di testa. Alle sue spalle l'altoatesino Martin Stofner e il trentino Gil Pintarelli. Il suo forcing si è rivelato ottimale per sbucare per primo ai 2.217 metri del Pizzo dei Galli. Bis di traguardi volanti quindi per Antonioli che si è portato in fuga Martin Stofner, Gil Pintarelli, Andrea De Biasi e Andrea Morelli. Ad aggiudicarsi il Memorial Franco Garbellini in rosa ancora Arianna Oregioni. In lizza per il podio finale anche Paola Gelpi e la leader di circuito Lisa Buzzoni. Sulla discesa verso la piana di Olano e la successiva risalita verso la cima della Rosetta si sono rimescolate la carte in tavola con Gil Pintarelli e Andrea De Biasi che hanno messo la freccia e attaccato Antonioli. Con loro anche il leader di circuito Martin Stofner. Al femminile Arianna Oregioni ha invece continuato il proprio forcing portandosi dietro Paola Gelpi e LisaBuzzoni.
DISCESA - La gara, come ogni anno, si è decisa nella lunga, lunghissima picchiata verso il traguardo dove è andato in scena il ‘Gil Pintarelli Show’. Il trentino del Team Crazy ha stretto i denti e vinto nuovamente, dopo sette anni, la gara della Valgerola. Per lui crono di 2h11'40". Seconda piazza e successo nel circuito per Martin Stofner in 2h12'39”. Terzo posto per un generosissimo Andrea De Biasi - 2h16'54" -. Nei cinque anche Davide Invernizzi e Marco Leoni. Completano la top ten di giornata Paolo Bert, Erik Gianola, Andrea Morelli, Fausto Rizzi e Massimo Triulzi. Al femminile, Lisa Buzzoni ha lasciato sfogare le dirette avversarie per poi salire in cattedra. Per lei un successo che vale doppio: gara e circuito con finish time di 2h41'24". Secondo posto per un'altra azzurra di mountain running, Arianna Oregioni - 2h43'11" -. Terzo posto per una debuttante d'eccezione su questo tracciato, Paola Gelpi, in 2h45'07". Quarta e quinta piazza per le lecchesi Francesca Rusconi e Sara Rapezzi.
CIRCUITO - Per quanto riguarda il circuito La Sportiva Mountain Running Cup, Martin Stofner vince con 333 punti su Gil Pintarelli che in questa finale ottiene i punti necessari per passare Paolo Bert. Classifica alla mano, Pintarelli è secondo con 301 punti, mentre Bert slitta terzo con 283. Nella classifica in Rosa Lisa Buzzoni vince il circuito (333 punti). Seconda Francesca Rusconi (253) e terza Elisa Grill (197) che a suon di buoni piazzamenti ha scalzato nella prova finale l'esperta Ida Parisi, quarta finale con 191 punti.
La Maga parla rumeno: Szabolcs e Mutter super
Nella Skyrace successi di Bonfanti e Brambilla
Per la prima volta nella storia della Maga Skymarathon, giunta alla decima edizione, è stato infranto il muro dei 300 concorrenti. La prova regina, in programma oggi, parla rumeno con le vittorie di Gyorgy Szabolcs e Ingrid Mutter, entrambi portacolori della Valetudo Skyrunning Italia. La marathon maschile è stata contrassegnata dal duello fra Szabolcs e Bazzana. Sul gpm del monte Menna il bergamasco è transitato con un minuto e mezzo di vantaggio, distacco neutralizzato da Szabolcs nella zona del lago Branchino. Alternandosi in testa, hanno superato insieme il pizzo Arera e il Monte Grem. Ma il rumeno sul falsopiano del Passo di Zambla ha voluto accelerare e Bazzana non è riuscito a rispondere.
UOMINI - La sopravvenuta crisi non è cessata, tanto da costringere Bazzana al ritiro prima di raggiungere la vetta dell’Alben «Non ho ancora nelle gambe questa distanza - ha commentato Bazzana - ma prima o poi voglio vincere la Maga, voglio farlo per Dario Busi». L’ultima asperità di giornata è stata affrontata in solitaria da Gyorgy Szabolcs che è piombato sul traguardo di Serina dopo 4h50’50”. In seconda posizione, replicando il risultato del 2016 e abbassando il crono di oltre tre minuti, si è piazzato Luca Carrara. Sul terzo gradino del podio si è posizionato Clemente Belingheri. Medaglia di legno al campione di Serina Riccardo Faverio e nella top ten il ceco Jan Zemanik, Danilo Brambilla, Maurizio Fenaroli, Giambattista Micheli, Diego Cortinovis e Simone Trussardi.
DONNE - La favorita di giornata non ha deluso le attese, Ingrid Mutter, al suo debutto sulle montagne della Val Serina, ha corso in solitaria per tutti i 39 km tagliando il traguardo vittoriosa in 6h08’24”. Giulia Saggin ha conquistato il secondo posto, che le è valso il titolo di campionessa italiana di specialità. Sul podio è salita anche la beniamina di casa Carolina Tiraboschi, che quest’anno pur non avendo mai gareggiato non ha saputo rinunciare al fascino della Maga. Alle sue spalle, nell’ordine, Emanuela Manzoli, Vittoria Mandelli e Susan Ostano.
SKYRACE - Ha regalato emozioni anche la Maga Skyrace nella quale a imporsi è stato Fabio Bonfanti, plurivincitore della Skymarathon che quest’anno ha deciso di misurarsi nella distanza più breve. Scollinato a Capanna Duemila in ottava posizione, sul monte Grem ha raggiunto il drappello dei battistrada e ha imboccato la salita dell’Alben insieme a Paolo Poli. Con lui è rimasto fino al quarto chilometro della discesa conclusiva, poi ha aperto il gas e ha fatto il vuoto, completando i 24 km in 2h29’42”. Medaglia d’argento per Paolo Poli e bronzo al vincitore 2016 Adriano Ticozzelli. Completano la top ten Luca Rota, Daniele Carobbio (junior), Donatello Rota, Federico Porcelli, Daniel Rondi, Mauro Balzi e Andrea Baroni. La skyrace in rosa ha incoronato Martina Brambilla, punta di diamante della Carvico Skyrunning, che ha tagliato il traguardo dopo 3h04’37” di gara, seguita da Debora Benedetti e Maria Eugenia Rossi. Nelle migliori dieci Milena Pirola, Helene Papetti, Silvia Boroni, Chiara Cattaneo, Laura Tiraboschi (prima junior), Claudia Stroppa e Lara Birolini.
SU SKY - Prova unica di campionato italiano Csen Outdoor di Skymarathon, la 39 km ha decretato campioni nazionali 2017 Luca Carrara e Giulia Saggin. Le telecamere di Sky hanno immortalato i momenti clou della #MagaSky e gli scenari meravigliosi delle prealpi bergamasche: nelle prossime settimane un documentario verrà mandato in onda all’interno del format Icarus 2.0.
Grande attesa per Maga Skymarathon & Skyrace
Domenica la gara a Zorzone
Domenica è tempo di Maga Skymarathon & Skyrace. Oltre 300 runner: nella starting list figura il campione in carica Cristian Minoggio, ma la pattuglia degli uomini Valetudo comprende anche il rumeno Gyorgy Istvan Szabolcs e il bergamasco Clemente Belingheri. Questo trio dovrà fare i conti con Fabio Bazzana, recentemente tornato nel mondo delle skyrace e super determinato nel prendersi finalmente una rivincita dopo alcuni secondi posti in cui perse in volata la Maga per una manciata di secondi. Avrà come obiettivo il primo gradino del podio anche l’azzurro di ultra trail Luca Carrara. Dalla Repubblica Ceca fari puntati su Jan Zemanik, atleta di caratura internazionale sulle lunghe distanze. Attenzione all’atleta locale Riccardo Faverio, ex ciclista pro, osso duro e già vincitore dell’edizione 2011. Grande attesa per Ingrid Mutter, stella rumena della Valetudo, sicura protagonista della gara in rosa insieme a Giulia Saggin, Vittoria Mandelli e la beniamina di casa Carolina Tiraboschi. La Maga Skyrace avrà ai nastri di partenza i vincitori dello scorso anno, Adriano Ticozzelli e Daniela Rota. L’uomo da marcare a vista sarà Fabio Bonfanti, il cui nome è inscritto nell’albo d’oro della gara lunga di ben due edizioni, e quest’anno per la prima volta si cimenterà nella 24 km. Osservato speciale Paolo Poli, atleta Valetudo iscrittosi all’ultimo minuto. Non dimentichiamoci di Vincenzo Persico e Luca Rota. In ambito femminile lotteranno per il podio Milena Pirola, Martina Brambilla, Maria Eugenia Rossi e Debora Benedetti. La Skymarathon scatterà da Zorzone alle ore 7, percorso di 39 km che valica sei passi e affronta quattro vette - Menna, Arera, Grem e Alben, il cui acronimo forma il nome Maga -, per un dislivello positivo complessivo di 3000 metri e quota massima 2512 metri. La Skyrace parte alle ore 9.30 a quota 1600 metri sulle pendici del pizzo Arera; dal rifugio Capanna 2000 ci si dirige verso Camplano, si giunge sul monte Grem, ci si abbassa al Colle di Zambla, si risale sul monte Alben e si scende verso Serina, dove sono posti i traguardi di entrambe le gare, quota massima 2049 metri, distanza 24 km e dislivello positivo 1450 metri.
Francois D'Haene vince la terza UTMB!
Secondo Kilian Jornet, terzo Tim Tollefson
Il re dell'ultra-trail è lui, Francois D'Haene. Non c'è dubbio, nella gara delle gare, in una Chamonix affollata come mai si era visto nella storia dell'UTMB, il vignaiolo francese del Team Salomon ha vinto una gara velicissima e durissima, nel gelo, nella nebbia, nella pioggia, nel fango e nella neve. Dopo la lunga notte nella quale D'Haene, lo statunitense Jim Walmsley, Kilian e Xavier Thévenard hanno tirato a lungo insieme, dopo La Fouly, quando Walmsley ha accusato le prime difficoltà per il grande forcing, con probemi ai piedi, con Thévenard già attardato, D'Haene ha accumulato un vantaggio fino a 20 minuti circa, poi ridotto a poco più di dieci minuti da Kilian nel tratto a partire da Champex. Sulla salita di La Flegère Kilian ha capito che non aveva più possibilità di raggiungere D'Haene e ha chiuso con 15'06'' di distacco.
TEMPI SUPER - 19h16'38'' il tempo di D'Haene, un crono spaventoso, frutto anche di una gara un po' più corta e con meno dislivello a causa del taglio del tratto delle Pyramides Calcaires e della salita alla Tête aux Vents. Non si può parlare di record (comunque detenuto da D'Haene, 20h11'44'', nel 2014) ma siamo su valori record. Al terzo posto lo statunitense Tim Tollefson in 19h53'00'' e al quarto l'altro francese Xavier Thévenard in 20h03'14''. Grande recupero del piccolo atleta del Jura che chiude comunque la sua terza UTMB con un bottino di due vittorie e un quarto posto. Al quinto posto un Jim Walmsley (Team Hoka) che aveva imposto un gran ritmo nei primi chilometri, scappando già prima di Les Houches, che ha sofferto e perso tanto verso La Fouly, ma ha saputo recuperare nel finale. 20h11'38'' il suo tempo. La top ten: sesto lo spagnolo Pau Capell, settimo la statunitense Dylan Bowman, ottavo il lituano del Team Vibram Gediminas Grinius, nono lo statunitense Zach Miller, decimo lo spagnolo Jordi. Primo italiano Giulio Ornati, ventunesimo in 23h08'34'' (l'anno scorso nono in 23h25'38'', al nettio del cambio del percorso un buon dato per capire il livello stellare del 2017).
LA CRONACA - Pronti via, partenza alle 18,30, posticipata di 30 minuti per le previsioni meteo, atmosfera delle grandi occasioni ed emozioni alle stelle. Il ritmo, come era immaginabile, è subito sostenuto e dopo qualche chilometro è il nuovo prodigio del trail, lo statunitense del Team Hoka Jim Walmsley a prendere il comando. A Saint Gervais passa per primo con circa tre minuti su Kilian, poi il suo D’Haene-Thévenard. A Saint Gervais stessa storia, praticamente sempre la stessa storia, tranne un passaggio da secondo al Col de la Seigne e al Bonatti, ma sempre lì. Si dice che a Saint Gervais si sia lasciato sfuggire un «vanno tutti piano», ottenendo come risposta da Kilian «vanno tutti forte». Alla vigilia aveva detto che sarebbe stata una gara dove essere pazienti. L’americano scappava via e poi ai rifornimenti si fermava ad aspettare gli altri, chiedendo di stare insieme. La lunga notte è passata così, fino a La Balme con quattro uomini a poca distanza: Walmsley, Thévenard, D’Haene e Kilian, poi da La Balme Thévenard ha rallentato un po’. Da Courmayeur corsa a tre, con Kilian che ha accusato un po’ il colpo e soprattutto D’Haene e Walmsley a tirare, poi a La Fouly Walmsley accusa il colpo del grande forcing, con problemi ai piedi e D’Haene passa al comando da solo. Kilian arriva a - 20’, poi da Champex sembra stare meglio, il distacco si riduce fino a poco meno di 15 minuti, ma sulla salita di La Flegère capisce che la vittoria è sfumata. Gara praticamente sempre al comando per D’Haene, con la notte in compagnia, come si era augurato alla viglia, in rimonta invece quella del riconfermato terzo Tim Tollefson, passato gradualmente dalla diciannovesima alla terza posizione in perfetta progressione ‘diesel’. Walmsley, attardato fino al settimo posto, ha poi ripreso velocità, passando quarto a Vallrocine e Col des Montets, ma una vecchia volpe dell’UTMB come Xavier Thévenard ha messo la freccia a la Flegère andando a chiudere al quarto posto finale. Tra Le Tseppes e Chamonix Walmsley è andato a una media di 11,5 km, più di tutti gli altri top…
RECORD - La gara conclusa oggi era 4,6 km più corta del percorso originale (taglio Piramides Calcaires e Tête aux Vents per maltempo) e anche il dislivello era leggermente ridotto. Non si puà dunque parlare di tempi record ufficiali. Peccato perché con le temperature più fresche e il parterre elevatissimo il record era nell’aria. Qualche dato fino al Col de la Seigne, fino a quando il percorso è stato lo stesso: a St. Gervais Walmsley è passato in 1h42’15’’ contro 1h47’15’’ di D’Haene nel 2014, a La Seigne D’Haene in 6h18’02’’ contro 6h32’03’’. Il record era a portata di mano…
Nuria Picas piu' forte di tutto
La catalana vince l'UTMB guardandosi le spalle dalla rimonta della Huser
Alla fine ce l’ha fatta. Dopo due secondi posti ecco Nuria Picas (Team Buff) finalmente sul gradino più alto dell’UTMB. Gara dura come sempre, nella quale è sempre stata davanti, guardandosi le spalle dalla favorita Caroline Chaverot, ritiratasi ad Arnouvaz e poi (come l’anno scorso Caroline Chaverot) dalla svizzera Andrea Huser (Team Mammut), cliente difficile, che non molla mai e viene fuori all’ultimo, soffiandoti sulle spalle quando non ne hai più. Alla fine l’ha spuntata per pochissimo la Picas, al traguardo in 25h46’43’’ e Huser a 2’35’’. Un arrivo pazzesco dopo cento miglia di gara. Per una volta, nonostante le emozioni degli uomini, forse ancora più bello. Nuria arriva camminando, esausta ed emozionatissima. Fa avanti e indietro sul rettilineo finale con la bandiera catalana, piange, abbraccia i figli. Intanto la Huser spunta veloce nel centro di Chamonix. A un certo punto qualcuno dell’organizzazione suggerisce di tagliare la linea del traguardo e pochi istanti dopo spunta Andrea Huser, ancora seconda (come la Picas fino a ieri…). Ma anche per lei l’arrivo è festa, il secondo posto vale una vittoria. Procede a zig zag distribuendo cinque e poi un abbraccio con gli occhi in lacrime con la Picas. Un istante che sembra durare un’eternità, che vuol dire tanto dopo chilometri di inseguimento. Un’altra bellissima pagina di sport aspettando di completare il podio. Una pagina alla quale bisogna aggiungere una nota: la Picas pochi mesi fa sul Makalu ha rischiato seriamente la vita, colpita da una grave polmonite a quota 7.800. La sua lucidità e un fisico allenato le hanno permesso di rientrare a valle e di essere trasportata d’urgenza in elicottero all’ospedale più vicino. «Bastava poco perché la polmonite si trasformasse in edema polmonare e non sarei qui a raccontarlo» ha dichiarato ai colleghi di carreraspormontana.com. Dulcis in fundo. Completa il podio la francese Christelle Bard. Nella top ten, nell'ordine: la giapponese Kaori Nowa, l'australiana Kellie Emerson, la canadese Alissa St. Laurent, la britannica Anne-Marie Watson, la statunitense Amy Sprotson, la bulgara Maria Nikolova e l'australiana Robyn Bruins. Prima italiana Basila Förster, tredicesima, quattordicesima la russa trapiantata in Italia del Trailrunning Team Vibram Yulia Baikova, venticinqusima Martina Chialvo.
CCC a stelle e strisce
Primi gli statunitensi Hayden Hawks e Clare Gallagher
CCC a stelle e strisce. La vittoria va allo statunitense Hayden Hawks che taglia il tragurdo di Chamonix con il tempo di 10h24’30”; con lui sul podio il polacco Marcin Åšwierc in 10h42’49” e l’atleta di casa Ludovic Pommeret in 10h50’47”; quindi due britannici, Thomas Evans e Tom Owens, con l’islandese Thorbergur Jonsson, il francese Nicolas Bouvier-Gaz, un altro britannico, Michael Jones, il francese Aurélien Collet e lo statunitense Jorge Maravilla a completare la top ten. 18° il primo azzurro, Giulio Piana, 28° Francesco Rigodanza
E in campo femminile detta legge la statunitense Clare Gallagher in 12h13’57”, davanti al duo spagnolo con Maite Maiora (12h26’41”) e Laia Canes (12h47’39”). Poi ancora Stati Uniti con la quarta piazza di Keely Henninger e la quinta di Kelly Wolf; nelle dieci la francese Delphine Avenier, le britanniche Holly Rush e Tracy Dean, la spagnola Anna Comet Pascua e l’azzurra Francesca Pretto; venticinquesima Isabella Lucchini, ventinovesima Daniela Bonnet.
Tutto esaurito alla Transpelmo: 700 al via
Domenica la decima edizione
Sold out alla Transpelmo. La decima edizione gara organizzata dalla Pro Loco Zoldo Alto ha fatto registrare il tutto esaurito e così saranno 700 i concorrenti che domenica 3 settembre si confronteranno lungo i sentieri che corrono al monte Pelmo. Nella start list figurano, con i primi numeri, anche i vincitori delle prime nove edizioni: da Luca Cagnati e Silvia Serafini, vincitori nel 2016, a Claudio Cassi e Martina Brustolon, vincitori della prima edizione, nel 2008. «Abbiamo raggiunto la quota massima fissata, vale a dire 700 concorrenti ed evidentemente siamo molto soddisfatti della risposta degli atleti» commentano Andrea Cero ed Eris Costa, del comitato organizzatore. «Per loro, come dalla prima edizione, stiamo dando il massimo, con un grande lavoro da parte dei volontari: sono oltre 120 venti complessivamente e di questi una sessantina saranno quelli posti lungo il percorso per assicurare assistenza, collegamenti radio e ristori».
Il tracciato della Transpelmo prevede partenza e arrivo a Palafavera e proporrà 18 chilometri di sviluppo, per 1.300 metri di dislivello positivo e altrettanti di dislivello negativo. Il tratto più impegnativo è quello che porterà i concorrenti dal rifugio Venezia a Forcella Val d’Arcia: 550 metri di dislivello in poco più di 2 chilometri di sviluppo. Confermati partenza e arrivo nella zona dello stadio del biathlon, novità dello scorso anno. Il via è previsto per le 9.30. Il tempo massimo è fissato in 5ore. Sono previsti due cancelli orari: al rifugio Venezia alle 11.30 e a Forcella Val d’ Arcia alle 12.30. Quest’anno la Transpelmo proporrà una novità dedicata ai più piccoli: si tratta della Transpelmo Junior Race, manifestazione promozionale dedicata agli Under 15 che si correrà con partenza e arrivo sotto lo striscione della gara dei ‘grandi’, sulla piana di Palafavera, nei pressi dello stadio del biathlon.
UTMB, il giorno prima: le dichiarazioni dei top
Confermato il percorso CCC, ottimismo per la gara regina del programma
«Quando ho visto il livello degli atleti al via ho pensato che non potevo non esserci, nelle gare più corte, nello scialpinismo, sono in 10, 20 a potere vincere, nell’ultra-trail di solito due, tre». È un Kilian Jornet assediato da giornalisti e fotografi quello che risponde alle domande subito dopo la conferenza stampa di presentazione dell’UTMB. I suoi 20 minuti per il botta e risposta con i giornalisti sono i più affollati. Ti senti in forma? «Non so, alla Sierre Zinal è andata bene, vedremo». E il meteo, previsto brutto, con temperature fredde, cambierà i piani degli atleti? «Non faccio mai piani in gara, se li fai non riesci a rispettarli, bisogna ascoltare il proprio corpo e le proprie sensazioni, se qualcuno scappa valutare se si ha voglia di andare a prenderlo subito o se controllarlo. Certo, preferisco le temperature fresche, che permettono ai miei muscoli di recuperare più velocemente». Il percorso dell’UTMB è considerato facile, poco tecnico, almeno per gli standard europei. «È facile arrivare, ma difficile vincere, bisogna sempre prepararsi per la difficoltà, qui la difficoltà è a velocità».
LA NOTTE DELL’ULTRA-TRAIL - Kilian non ha piani, ma gli altri? Jim Walmsley è uno che corre veloce, molto veloce. «Credo che domani bisognerà essere pazienti, è la prima volta che corro qui, farà brutto, ci sono così tanti atleti forti» dice invece lo statunitense. François D’Haene qualche piano l’ha fatto, naturalmente dipenderà anche dagli altri: «Credo che, pur essendo così tanti atleti forti, si inIzierà a decidere la gara dopo il Col du Grand Ferret o La Fouly, penso che vorremo correre insieme nella notte, almeno me lo auguro, ho fatto delle notti da solo e non so se vorrei riprovare questa esperienza». Un po’ diverso il pensiero di Xavier Thévenard: «Ho le mie tabelle dei tempi e cercherò di rispettarle, vedremo in che posizione sarò e se riuscirò a stare nei crono previsti». Ma cosa ha aggiunto all’UTMB la presenza di Kilian? «Non ho la presunzione di pensare di batterlo, voglio cercare di stare con lui il più a lungo possibile» dice Xavier Thévenard. «Sono molto contento che sia qui perché è sempre un piacere correre con lui, ha dimostrato di essere fortissimo, lo conosciamo tutti, poi in una gara di cento miglia non si può mai sapere in partenza come finirà, credo che lo stesso Kilian non sappia mai come finirà la sua gara, ci sono tanti fattori, la sua presenza ha reso ancora più frizzante l’atmosfera» ha detto D’Haene. Mai folta come nel 2017 la platea degli americani. Che (al maschile) non hanno ancora vinto l’UTMB. Sarà la volta buona? Sono tutti convinti di sì: «altrimenti non saremmo qui, sono cambiate tante cose, gli statunitensi sono più abituati al terreno alpino» hanno detto all’unisono. Intanto Kilian potrebbe correre con delle scarpe Salomon senza stringhe: «Devo ancora decidere, se farà brutto, con tanta pioggia, sicuramente no, meglio le stringhe». Caroline Chaverot, la grande favorita femminile, è prudente: «In una gara così lunga bisogna sempre essere umili, non sai cosa può succedere. Mi auguro di non avere i crampi che mi hanno tormentato l’anno scorso, non ne soffro mai, chissà perché mi vengono solo qui».
CCC OK, UTMB PROBABILMENTE - Intanto ci sono alcune novità sul programma delle gare di domani: la CCC sarà sul percorso normale. «Sarà freddo, ma siamo riusciti a organizzare logistica e squadre di soccorso» ha detto Catehrine Poletti. «Per quanto riguarda l’UTMB - ha aggiunto - non c’è ancora una decisione ufficiale che verrà presa domani mattina, posso però dire che le possibilità che non si corra sul percorso normale sono poche: la perturbazione si sta diradando, con un calo generalizzato dell’intensità delle precipitazioni, accompagnato però anche da un calo delle temperature. La quota neve scenderà fino a 2.000-1.700 metri, però saranno precipitazioni deboli, ci sarà vento che aumenterà la sensazione di freddo». Ma, nonostante il clima, sarà una UTMB molto ‘calda’.
Bernard e Martin Dematteis pronti al record sul Viso
Venerdi' 8 settembre il tentativo di salita sul Re di Pietra
Un record nel rispetto della montagna. Venerdì 8 settembre Bernard e Martin Dematteis tenteranno di battere il record di salita al Monviso. «Ma vorremmo accarezzarlo, non vincerlo il Re di Pietra - spiega Bernard durante la presentazione alla Sala degli Specchi della Fondazione Bertoni a Saluzzo -, è la nostra montagna: sarà un’emozione fortissima, siamo da sempre molto legati al nostro territorio». Il tempo da battere è quello di Dario Viale in 1h48'54”, realizzato nel 1986. «Non sarà certo facile - ribadisce Martin - Dario è un mito, è stato fortissimo ed è molto più scalatore di noi. Avremo tanto tifo e quell’adrenalina speriamo ci faccia andare ancora più forte». «E poi - riprende Bernard - per la prima volta si cerca un record in due. Non è facile, perché magari i ritmi saranno diversi, magari ci divideremo prima di arrivare in vetta, ma pensare di batterlo insieme è davvero incredibile». Partenza dal Pian del Re, a quota 2020 per arrivare sulla vetta del Viso a 3841 metri: la via scelta è la‘normale’ lungo la parete Sud. «La prima parte sarà corribile, poi dal bivacco Andreotti dovremo mettere anche le mani a terra - concludono i gemelli -. Le condizioni del terreno, viste anche le alte temperature sono ottimali».
Un progetto nato un anno fa: nel 2016 sarebbe stato il trentennale del record e i trent’anni di Bernard e Martin. Era anche stata decisa una data, poi due settimane prima si decise di rinviare vista un’abbondante nevicata. «Nessun record a qualsiasi costo, ma tutto in sicurezza, perché la montagna deve essere sempre rispettata - spiega Miculà Dematteis che con Daniele Ghigo ha curato l’organizzazione dell’evento -. Venerdì prossimo se ci saranno le condizioni meteo adatte si fa, altrimenti siamo pronti ad anticipare o posticipare la data: siamo in costante contatto con Luca Mercalli e Nimbus per avere un quadro completo e dettagliato»
Il tentativo di record avrà un’anima green grazie alla collaborazione con la Cooperativa Erica di Roberto Cavallo, sia durante il percorso, sia nel village di partenza. Attenzione alla differenziazione dei rifiuti, informazioni sullo smaltimento e il successivo recupero dei materiali, pannelli fotovoltaici portatili per un impatto zero: insomma, tutto per proteggere la Biosfera del Monviso.Durante la mattinata saranno organizzate, a cura di Sportification, attività ludico motorie a carattere ricreativo riservate ai più piccoli e agli under 16; e ci sarà in palio tra i partecipanti alla giornata una Ricicletta (bicicletta realizzata grazie al riciclo dell’alluminio).
Infine è possibile, fino a venerdì 8 settembre, dare il proprio contributo all’impresa dei gemelli Dematteis, grazie alla raccolta fondi su internet sulla celebre piattaforma italiana di crowdfunding su www.produzionidalbasso.com/project/record-di-ascesa-al-monviso-dei-gemelli-dematteis/: e alla fine tutto quello che verrà raccolto andrà alla Cecy Onlus.












