Secondo Kilian Jornet, terzo Tim Tollefson

Il re dell’ultra-trail è lui, Francois D’Haene. Non c’è dubbio, nella gara delle gare, in una Chamonix affollata come mai si era visto nella storia dell’UTMB, il vignaiolo francese del Team Salomon ha vinto una gara velicissima e durissima, nel gelo, nella nebbia, nella pioggia, nel fango e nella neve. Dopo la lunga notte nella quale D’Haene, lo statunitense Jim Walmsley, Kilian e Xavier Thévenard hanno tirato a lungo insieme, dopo La Fouly, quando Walmsley ha accusato le prime difficoltà per il grande forcing, con probemi ai piedi, con Thévenard già attardato, D’Haene ha accumulato un vantaggio fino a 20 minuti circa, poi ridotto a poco più di dieci minuti da Kilian nel tratto a partire da Champex. Sulla salita di La Flegère Kilian ha capito che non aveva più possibilità di raggiungere D’Haene e ha chiuso con 15’06” di distacco.

TEMPI SUPER –
19h16’38” il tempo di D’Haene, un crono spaventoso, frutto anche di una gara un po’ più corta e con meno dislivello a causa del taglio del tratto delle Pyramides Calcaires e della salita alla Tête aux Vents. Non si può parlare di record (comunque detenuto da D’Haene, 20h11’44”, nel 2014) ma siamo su valori record. Al terzo posto lo statunitense Tim Tollefson in 19h53’00” e al quarto l’altro francese Xavier Thévenard in 20h03’14”. Grande recupero del piccolo atleta del Jura che chiude comunque la sua terza UTMB con un bottino di due vittorie e un quarto posto. Al quinto posto un Jim Walmsley (Team Hoka) che aveva imposto un gran ritmo nei primi chilometri, scappando già prima di Les Houches, che ha sofferto e perso tanto verso La Fouly, ma ha saputo recuperare nel finale. 20h11’38” il suo tempo. La top ten: sesto lo spagnolo Pau Capell, settimo la statunitense Dylan Bowman, ottavo il lituano del Team Vibram Gediminas Grinius, nono lo statunitense Zach Miller, decimo lo spagnolo Jordi. Primo italiano Giulio Ornati, ventunesimo in 23h08’34” (l’anno scorso nono in 23h25’38”, al nettio del cambio del percorso un buon dato per capire il livello stellare del 2017).

LA CRONACA – Pronti via, partenza alle 18,30, posticipata di 30 minuti per le previsioni meteo, atmosfera delle grandi occasioni ed emozioni alle stelle. Il ritmo, come era immaginabile, è subito sostenuto e dopo qualche chilometro è il nuovo prodigio del trail, lo statunitense del Team Hoka Jim Walmsley a prendere il comando. A Saint Gervais passa per primo con circa tre minuti su Kilian, poi il suo D’Haene-Thévenard. A Saint Gervais stessa storia, praticamente sempre la stessa storia, tranne un passaggio da secondo al Col de la Seigne e al Bonatti, ma sempre lì. Si dice che a Saint Gervais si sia lasciato sfuggire un «vanno tutti piano», ottenendo come risposta da Kilian «vanno tutti forte». Alla vigilia aveva detto che sarebbe stata una gara dove essere pazienti. L’americano scappava via e poi ai rifornimenti si fermava ad aspettare gli altri, chiedendo di stare insieme. La lunga notte è passata così, fino a La Balme con quattro uomini a poca distanza: Walmsley, Thévenard, D’Haene e Kilian, poi da La Balme Thévenard ha rallentato un po’. Da Courmayeur corsa a tre, con Kilian che ha accusato un po’ il colpo e soprattutto D’Haene e Walmsley a tirare, poi a La Fouly Walmsley accusa il colpo del grande forcing, con problemi ai piedi e D’Haene passa al comando da solo. Kilian arriva a – 20’, poi da Champex sembra stare meglio, il distacco si riduce fino a poco meno di 15 minuti, ma sulla salita di La Flegère capisce che la vittoria è sfumata. Gara praticamente sempre al comando per D’Haene, con la notte in compagnia, come si era augurato alla viglia, in rimonta invece quella del riconfermato terzo Tim Tollefson, passato gradualmente dalla diciannovesima alla terza posizione in perfetta progressione ‘diesel’. Walmsley, attardato fino al settimo posto, ha poi ripreso velocità, passando quarto a Vallrocine e Col des Montets, ma una vecchia volpe dell’UTMB come Xavier Thévenard ha messo la freccia a la Flegère andando a chiudere al quarto posto finale. Tra Le Tseppes e Chamonix Walmsley è andato a una media di 11,5 km, più di tutti gli altri top…

RECORD – La gara conclusa oggi era 4,6 km più corta del percorso originale (taglio Piramides Calcaires e Tête aux Vents per maltempo) e anche il dislivello era leggermente ridotto. Non si puà dunque parlare di tempi record ufficiali. Peccato perché con le temperature più fresche e il parterre elevatissimo il record era nell’aria. Qualche dato fino al Col de la Seigne, fino a quando il percorso è stato lo stesso: a St. Gervais Walmsley è passato in 1h42’15’’ contro 1h47’15’’ di D’Haene nel 2014, a La Seigne D’Haene in 6h18’02’’ contro 6h32’03’’. Il record era a portata di mano…