Il movimento italiano tra certezze e speranze

C’è un dato su tutti che ci aiuta a capire molto bene il livello generale che ha caratterizzato la Zegama-Aizkorri di quest’anno. Anche se l’analisi si riferisce alla gara maschile, questo spunto di riflessione deriva invece dalle prestazioni femminili. In gara, tra le altre c’erano cinque atlete che siamo abituati veder primeggiare in Italia in ambito femminile e in ottime posizioni anche nella classifica generale. Sono Debora Cardone, Silvia Serafini, Emanuela Brizio e Stevie Kremer. Su quest’ultima, nell’ultimo numero di Up&Down, a seguito del suo secondo posto assoluto alla Maremontana di marzo, avevamo addirittura titolato ‘’Sergio Vallosio salva l’onore all’Italia’’. Sabato, su 437 concorrenti che hanno terminato la prova, nella generale si sono classificate, 174° Stepanie Jimenez, 151° Debora Cardone, 101° Silvia Serafini, 90° Emanuela Brizio e 73° Stevie Kremer. Al netto di alcuni problemi fisici, i numeri si leggono da soli.

Per l’analisi sintetica della gara, parto a ritroso con alcune riflessioni inerenti agli italiani in gara.

FABIO BAZZANA – In un contesto simile, il valore assoluto di un piazzamento in classifica corre il rischio di non essere interpretato correttamente. Porto ad esempio il risultato di Fabio Bazzana, che ha terminato la prova in 27° posizione con il tempo finale di 4h27’32’’ e un distacco dal vincitore di 32’54’’. Solo 5 anni fa, nel 2008, con lo stesso tempo si sarebbe classificato 17°, segno che il livello continua a crescere di anno in anno. Al termine della gara, ho chiesto a Fabio se fosse contento e il suo ‘’si’’ non mi è sembrato dei più convinti. Se in uno sport più maturo come lo sci alpino, un giovane al suo esordio in Coppa del  Mondo si classificasse nei primi 30, verrebbe automatico pensare che si tratti di un ottimo punto di partenza su cui costruire gli anni a venire. C’è un immagine di Fabio che la dice molto lunga sulla sua gara. Dopo il giro nel centro di Zegama gli atleti sono tornati in zona partenza e Fabio era tra le prime posizioni, davanti a Kilian, Marco, Luis Hernando, Fulvio e tanti altri big. Una convinzione dei propri mezzi e una voglia di fare non da poco ma sintomo eloquente che la sua inesperienza in un contesto di questo tipo non l’ha di certo aiutato. In una gara come Zegama, bisogna dare il 100% ma saperlo fare nel momento giusto. Ogni sforzo inutile, anche il più insignificante, si paga caro. Al test materiali di Ski-alper Fabio mi disse che avrebbe valutato i risultati di Zegama e Chamonix per poi decidere se continuare con le World Series. La speranza di tutti noi tifosi italiani è quella che continui anche su questa strada che rappresenta più che altro una grande sfida per se stesso.

FULVIO DAPIT – Per lui che è sempre entrato nei 10 a Zegama, il 20° posto può sembrare come una mezza sconfitta. A leggere meglio i dati e davanti alla grandezza di un atleta simile, emerge qualcosa di diverso. La sua gara è stata in continua progressione, risalendo posizioni in classifica in ogni punto di controllo. Partito intorno alla 50° posizione, nel finale ha stretto i denti ed è andato letteralmente a conquistarsi un posto nei top 20 che vale molto. E’ vero che Fulvio ha impiegato circa 11 minuti in più dello scorso anno ma è anche vero che  sabato è arrivato 1° di categoria. Segno che non solo il livello continua a crescere ma che l’età media si abbassa inequivocabilmente. In campo maschile, il Team Crazy può veramente primeggiare nel corso della stagione e Fulvio, oltre che ottenere altri risultati importanti, può fare da traino ai più giovani mettendo a disposizione tutta la sua esperienza.

DANIELE CAPPELLETTI – Pensare a un 9° posto assoluto dopo aver vissuto Zegama dal vivo mette i brividi. Si è parlato poco di Daniele e il mio rammarico più grande è quello di non essere riuscito a scattargli una foto all’arrivo della gara. Anche lui, come Fulvio è partito relativamente in dietro, intorno alla 57° posizione del primo punto di controllo. Ha poi raggiunto la 10° posizione, proteggendola con tutte le sue forze per poi guadagnarne ancora una negli ultimissimi km. Tra qualche anno, quando si analizzerà l’albo d’oro di Zegama, il nome di Daniele entrerà di diritto nelle statistiche che contano. Ha dalla sua anche l’esperienza di un Team, il Valetudo Skyrunning, che da sempre ha partecipato a questo tipi di eventi con risultati strepitosi e che è capitanato dal sempre presente Giorgio Pesenti. Un’arma in più per confermarsi nel prosieguo di stagione.

I BIG – Tra gli italiani non ho inserito volutamente il nome di Tadei Pivk perché un terzo posto a Zegama va oltre le banali logiche campanilistiche. Come al solito ho rappresentato i distacchi dei primi in classifica in un grafico. Per me non sono semplici linee ma vere e proprie armonie, disegnate con sofferenza, tenacia e talento, da leggere cercando di entrare nel merito della corsa e dei suoi personaggi. Tutto gira intorno a Kilian e sabato è andata in scena la dimostrazione più eloquente di tutte. Ha trovato in Marco il partner ideale, come avvenuto già in altre occasioni. In cuor suo avrebbe sicuramente sperato che decidesse di non fermarsi come aveva annunciato in precedenza. Troppo saggio Marco per azzardare e compromettere il suo recupero. Se tutto va come deve andare, il vero duello lo potremo vivere tra un anno esatto. Nella prima parte in cui hanno corso insieme, dietro si è creato il vuoto. Un osservatore distratto potrebbe pensare che dopo il ritiro di Marco improvvisamente gli inseguitori abbiano raggiunto Kilian o addirittura che quest’ultimo abbia avuto un calo. Io invece mi immagino lo stesso Kilian che scendendo dall’Aizkorri si domandasse, quasi annoiato, è adesso cosa faccio da solo? Appena raggiunto da Luis Alberto, il caso ha voluto che abbia dato una piccola prova di forza distaccandolo di più di 1 minuto in pochi chilometri. Il finale me lo vedo di quelli veri con Luis Alberto che ci ha provato fino alla fine. L’immagine dell’arrivo, con lo stesso Luis Alberto stramazzato al suolo e Kilian che quasi per riconoscenza si piega sulle ginocchia, avendola vissuta a pochi metri mi fa ancora sorridere. Mentre il primo era realmente in debito d’ossigeno, Kilian parlava tranquillamente con Pau Ylla, responsabile Salomon Spagna. E Tadei? Banale dire che ha fatto una grande gara. Il suo terzo posto assoluto è avvalorato dal fatto che l’ha conquistato negli ultimi metri alle spese di Zaid Ait Malek. Tra i due, una sfida nella sfida che li ha visti coinvolti nella seconda parte del percorso, culminata con un abbraccio a dir poco emozionante. I 4’29’’ di distacco da Kilian, in una gara come quella di sabato in cui bene o male il talento spagnolo non è di certo andato a passeggio, valgono molto. Kilian è andato a congratularsi con lui a fine gara e i due hanno parlato per qualche minuto, giusto per controllare dal vivo e sul momento la condizione di un suo altro possibile rivale.