Ricostruzione distorta della Guida Jean-Louis Verdier

Che la prima versione dei fatti non rispecchiasse completamente quanto avvenuto lo si era intuito fin dall’inizio. Senza particolare esperienza, chiunque avesse voluto approfondire la vicenda legata al recupero di Kilian Jornet ed Emelie Forsber sullo sperone Frendo della Nord dell’Aiguille du Midi, con una semplice ricerca su internet avrebbe potuto trovare fotografie e recensioni su quello stesso itinerario. Difficile anche per un sognatore immaginare che i due ragazzi avessero affrontato i 50° su ghiaccio della parte alta della via totalmente sprovvisti di materiale tecnico e procedessero con le sole scarpe da ginnastica. E’ invece proprio così sono stati descritti immediatamente dopo l’accaduto da Jean-Louis Verdier, vice sindaco di Chamonix nonché Guida alpina, uno che quella parete dovrebbe conoscerla bene. Impossibile immaginare inoltre che i due non fossero consapevoli delle difficoltà in quanto lo stesso Kilian aveva già portato a termine la stessa via in due occasioni e in solitaria.

LE GUIDE ATTACCANO KILIAN
– Tra i moltissimi commenti pro e contro Kilian comparsi in ogni dove sul web e sulla carta stampata, oltre a quello di Jean-Louis Verdier, anche quelli provenienti da alcune Guide Alpine italiane ancora leggibili sul web. La Gendarmerie de Haute Montagne (PGHM), in funzione del proprio codice etico, ha mantenuto il riserbo sull’accaduto mentre dalle Guide Alpine sono uscite, in Francia indiscrezioni solo parzialmente riscontrate nei fatti e in Italia alcune sentenze, tutte a sfavore del comportamento di Kilian Jornet. Questo quando il catalano non aveva ancora rilasciato dichiarazioni quindi, o basandosi sul solo articolo di Le Delphine o su notizie avute privatamente dai gendarmi del PGHM.

L’ATTREZZATURA TECNICA
– Dalla versione dei fatti che lo stesso Kilian ha riportato in due riprese sul suo blog, non smentita al momento da nessuno tantomeno dal PGHM, i due ragazzi procedevano con un equipaggiamento reputabile minimal rispetto agli standard medi, ma pur sempre con attrezzatura tecnica per affrontare la via di misto. Avevano una corda da 60 metri, due picozze ciascuno, ramponi, un set di friends, cunei d’arrampicata e chiodi da ghiaccio. In sostanza, proprio il materiale tecnico presunto mancante di cui parlava la Guida Alpina Jean-Louis Verdier a poche ore dall’accaduto. Rimane la questione delle scarpe da trail al posto degli scarponi d’alpinismo, ma da quanto ricostruito non sembra essere la causa dell’imprevisto. Come documentato da decine di fotografie proprio sul web, e come si evince dall’immagine di sinistra di questo articolo che ritrae il suo amico Jordi Tosas durante una loro escursione, il catalano è solito calzare i ramponi con le scarpe da trail. Anche i riferimenti sull’orario dell’escursione, raccontata da più fonti, quasi come una gita pomeridiana non hanno trovato riscontro in quanto la loro avventura è iniziata alle 8:30 del mattino.

L’ATTESA DI 4 ORE
– Dal momento deila chiamata all’effettivo arrivo dei soccorritori, avvenuto con una calata in doppia dall’Aiguille du Midì. sono inoltre trascorse 4 ore in cui Kilian ed Emelie non hanno riportato particolari danni dovuti alla prolungata esposizione in quota. Anche questo particolare sembra stridere e non poco con le prime informazioni che li volevano in parete in collant e privi di indumenti tecnici.

UN FILM GIA’ VISSUTO
– E c’è chi incomincia a rileggere l’intera vicenda come uno sorta di attacco proprio delle Guide Alpine nei confronti di Kilian, guarda caso dopo i suoi recenti exploit su Bianco e su Cervino. Sembra quasi un film già vissuto nel passato con un protagonista su tutti, quel Walter Bonatti ritenuto per certi versi troppo rivoluzionario dalle Guide Alpine dell’epoca pronte a criticarne l’operato proprio sulle vie del Monte Bianco.