Le gare del fine settimana in Italia, ecco come è andata
Le gare del fine settimana in Italia: ecco come è andata in alcune delle tante prove in programma; per tutte le classifiche vi rimandiamo come al solito al calendario.
TRAIL DEL SEGREDONT – In tanti alla settima edizione della gara del Gav Vertova: ben 353 al traguardo. Super sfida per la vittoria finale, un testa a testa tra Paolo Bert e Matteo Longhi: soluzione in volata con il piemontese della Valetudo davanti per soli tre secondi sul ‘local’ del Gav Vertova. 2h09’54” il tempo del vincitore dopo 23 km. Terzo Elia Balestra in 2h13’52”, quindi nella top ten Luca Arrigoni, Paolo Poli, Alex Lanfranchi, Giambattista Micheli, Alessandro Noris, Michele Persico e Denny Epis. Nella gara rosa sigillo di Lara Bonora che chiude in 2h48’24”; con lei sul podio Federica Giudici e Giuliana Arrigoni.
AMOROTTO TRAIL – Tappa del Trofeo Agisko BPER Appennino Trail Cup nell’Appennino Reggiano. Nell’AUT, la gara lunga di 68 km, vittoria di Lorenzi Naldi in 7h46’56”, davanti alla prima lady Cristiana Follador in 8h23’52” quindi Michael Caldera (8h32’11”), Roberto Rondoni (8h37’25”) e Davide Contini (8h49’48”). Nel Monte Valestra Trail (48 km) a segno Luca Carrara in 4h41’16” davanti a Davide Scarabelli in 4h57’11” e Marco Franzini in 5h00’18”, quarto il britannico Robbie Britton, quinto Luca Adorni. Ottava assoluta e regina della gara rosa Katia Fori in 5h36’59”. Nel San Vitale Trail (20 km), infine, vittorie di Eddj Nani e Cecilia Basso.
TROFEO NASEGO - Doppio appuntamento a Casto. Si parte con il vertical, tappa del Vertical Eolo Cup. Affermazione da record per Patrick Facchini in 36’14”, davanti a Hannes Perkman (37’01”) e Bernard Dematteis (37’12”). Quarto posto per il fratello Martin Dematteis (37’44”), seguito dal veterano Emanuele Manzi (38’12”). Al femminile la regina del Vertical Nasego è la rumena Denisa Dragomir che ferma il cronometro a 45’10”. Seconda posizione per Ilaria Bianchi (46’52”), seguita da Elisa Compagnoni a 2’41” di distacco dalla vincitrice.
Nel Trofeo Nasego long distance, Alessandro Rambaldini non delude il pettorale che gli è stato affidato: è lui il numero uno e dopo l'attacco iniziale del keniano Mangata Kwemoi e del duo Kosgei-Simukeka, ‘Rambo’ recupera posizioni su posizioni, fino a tagliare il traguardo per primo davanti ad una folla in delirio in 1h37'01". Secondo posto dunque per Isaac Kosgei (1h37'56"), keniano naturalizzato austriaco, e terzo Luca Cagnati (1h38'09”). Quarto posto a 1’03” il protagonista delle prime battute di gara Mangata Kwemoi, seguito da Bernard Dematteis che chiude in quinta posizione a 2’01 da Rambaldini. Al femminile sorride Alice Gaggi con tanto di nuovo record di gara in 1h55’15”. Secondo posto per la rumena Denisa Dragomir in 1h56’22” con la britannica Sarah Tunstall (2h00'17") a completare il. Quarta Celine Lafaye (2h03'39") seguita dall'azzurra Barbara Bani.
VALLEVARAITA TRAIL - La gara cuneese ha visto il successo di Danilo Lantermino e Giulia Vinco. 1h41'36” il tempo del vincitore davanti a Gabriele Abate (1h45'33”) e Fulvio Fazio (1h52'36”), nella gara rosa 2h17'16” il crono della prima su Daniela Bonnet (2h21'57”) e Elisabetta Negra (2h24'22”).
Il triplete di Luis Alberto Hernando
Ancora Luis Alberto Hernando. Nel campionato del mondo in ‘casa’, il Penyagolosa Trails, lo spagnolo conquista il terzo titolo iridato consecutivo (oltre a quello per nazioni). Gara attenta la sua: lascia sfogare gli avversari, poi nel finale più impegnativo, riprende e stacca tutti, per chiudere sul traguardo in 8h38’35”. Festa Spagna con il secondo posto di Cristofer Clemente (8h46’19”), con terzo il britannico Thomas Evans (8h49’35”), quindi ancora GB con Jonathan Albon, quinto il francese Ludovic Pommeret. Completano la top ten la statunitense Mario Mendoza, il francese Romain Maillard, l’altro atleta USA Zach Miller, il ceco Jiri Cipa e il tedesco Janosch Kowalczyk. Ventiquattresimo il primo azzurro, Andrea Macchi.
L’olandese Ragna Debats si aggiudica la gara rosa in 9h55’00”, davanti alla spagnola Laia Cañes in 10h11’11” con bronzo per la francese Claire Mougel in 10h15’23”. Spagna comunque leader come squadra con il quarto posto di Gemma Arenas e il quinto di Maite Maiora.
Transvulcania a Pere Aurell Bove e Ida Nilsson. Con Marco De Gasperi quarto!
Pere Aurell Bove e ancora Ida Nilsson: sono loro i protagonisti della Transvulcania, nella prova ultramarathon, prima tappa delle World Series ‘Extra’. Lo spagnolo chiude i 75 km del tracciato (e 4350 metri di dislivello) con il tempo finale di 7h37’26”, precedendo il russo Dmitry Mityaev (7h38’22”) e il francese Thibaut Garrivier (7h42’49”), con ottima quarta piazza per Marco De Gasperi. Il Dega era un po’ al debutto su distanze del genere e arriva il traguardo in 7h44’26”, quinto il francese Xavier Thevenard, sesto lo spagnolo Manuel Anguita Bayo con settimo posto per Daniel Jung; sedicesimo Franco Collé.
La svedese Nilsson fa triplete: venticinquesima assoluta in 8h40’43”; con lei sul podio la spagnola Mònica Comas Molist (8h46’57”), e la statunitense Kelly Wolf (8h49’45”). Undicesima Laura Besseghini.
Transvulcania, partenza con il vertical
Primo atto del lungo fine settimana della Transvulcania con il vertical, tappa del World Circuit. Percorso classico con partenza dalla spiaggia di Puerto de Tazacorte ed arrivo a El Time dopo 7,6 km e 1203 metri di dislivello. Vittoria di Pascal Egli in 47’55”, davanti a Stian Angermund-Vik in 48’03” e Rui Ueda in 48’08”, quarto Aritz Egea, quinto Ondrej Fejfar. Nella prova femminile detta legge Christel Dewalle in 56’52” su Laura Orgué in 57’19”; terza Zuzana Krchová 1h01’13” con quarta, a soli cinque secondi dal podio, Stephanie Jimenez, quinta Yuri Yoshizumi e sesta Elisa Desco.
Contro vento
Le Eolie non sono una destinazione così scontata per una rivista come Skialper. Eppure sul numero di aprile-maggio ne parliamo. Lo fa Ruggero Bontempi con una chiave di lettura diversa perché le Eolie, oltre che una delle destinazioni marine più di moda, sono anche un incredibile terreno di gioco per chi ha voglia di scoprirle a piedi, in versione trekking. Magari unendo le suggestioni di una natura forte a quelle cinematografiche perché le isole del vento sono state il set di alcuni famosi film, a partire da Il Postino.
GREATEST ITALIAN TREKS - Le Eolie in versione trekking fanno parte di una serie di proposte insolite selezionate da Skialper in collaborazione con Ferrino. Tra le escursioni delle quali parliamo quelle al Cratere della Fossa di Vulcano, alle Cave di Caolino e Terme di San Calogero a Lipari o al Monte Fossa delle Felci di Salina. Non mancano la salita al cratere di Stromboli o passeggiate nelle selvagge Alicudi e Filicudi, dove c’è la più piccola scuola d’Europa, con una maestra e tre alunni.
LA SCIARA DEL FUOCO - Sul vulcano di Stromboli qualcuno ha anche messo gli sci. Giorgio Daidola è stato uno dei primi a farlo negli anni Settanta. «Ai tempi si poteva fare tutto, ma è stata una delle volte che ho avuto più paura in vita mia, perché a intervalli di 13-14 minuti c’era un’esplosione e veniva giù di tutto» ricorda Daidola. «Avevo bivaccato in vetta, scendendo all’alba e cercando di terminare la discesa in quello stretto lasso di tempo tra un’esplosione e l’altra, ma quando sono arrivato nella parte bassa non sapevo più dove scendere perché era pieno di grandi pietre». Quella sciata da Daidola è la sciara sul versante occidentale del vulcano, mentre ce ne sono altre più sabbiose sull’altro versante.
Transvulcania, ci siamo
Il circuito delle World Series si trasferisce a La Palma: è il week-end della Transvulcania. Si parte giovedì con il vertical (7,6 km e 1203 metri di dislivello), seconda prova del World Circuit: tra i favoriti Stian Angermund-Vik, Aritz Egea, Pascal Egli (in gara anche Simone Eydallin), mentre al femminile occhi puntati su Laura Orgué, Christel Dewalle oltre alla 'nostra' Stephanie Jimenez ed Elisa Desco.
La ultramaraton di sabato (75 km e 4350 metri di dislivello) è prova d’apertura del circuito ‘extra’ della ISF. Folta la pattuglia azzurra con Marco De Gasperi, Franco Collé, Daniel Jung, Fulvio Dapit, Peter Kienzl, Francesca Canepa, Laura Besseghini… Gli avversari e le avversarie non mancano: i francesi Xavier Thevenard e Michel Lanne, oppure il vincitore della Hardrock 100, lo statunitense Jason Schlarb, e ancora lo spagnolo Pau Bartoló o il marocchino Zaid Ait Malek, mentre nella gara rosa favori del pronostico per la svedese Ida Nilsson (che la Transvulcania l’ha già vinta due volte), poi le statunitensi Anna Mae Flynn, Cassie Scallon, Kelly Wolf, oppure la francese Emilie Lecomte.
Sabato è il giorno del Mondiale di trail
Giovedì inizia l’avventura degli azzurri: partenza dall’Italia, destinazione Spagna, dove sabato andrà in scena il Penyagolosa Trails, gara che quest’anno è campionato del mondo trail. Start alle 6 del mattino per affrontare 85 km con 5000 metri dislivello. Il team azzurro è già volato in terra iberica per testare il tracciato. «Una prova da gestire con grande attenzione - spiega il tecnico azzurro Paolo Germanetto - che presenta gli ultimi 30 km molto impegnativi, i più ‘alpini’, se così possiamo chiamarli, del percorso. La parte centrale è più corribile, ma mai banale. Bisogna fare grande attenzione, sempre, già dalla prima discesa». Dieci i convocati (Riccardo Borgialli, Stefano Fantuz, Andrea Macchi, Christian Pizzatti, Simone Wegher, Marco Zanchi, Chiara Bertino, Alessandra Boifava, Lisa Borzani e Lidia Mongelli), cosa può raccogliere l’Italia? «Una previsione non è mai facile - conclude Germanetto - su queste distanze, Spagna e Francia partono sicuramente con i favori del pronostico, sia a livello individuale che di squadra. Noi proveremo a giocarsi con gli altri, qualche chance da podio a livello di squadra».
SPAGNA E FRANCIA - Luis Alberto Hernando e Adeline Roche sono in ‘pista’ per difendere il loro titolo conquistato lo scorso anno al Trail Sacred Forests di Badia Prataglia. Gioca in casa e punta a non sbagliare la squadra spagnola: qualche nome? Cristofer Clemente Villa, Pablo Villa, Maite Maiora, Gemma Arena e Azara Garcia. In casa Francia con Adeline Roche in gara anche Nathalie Mauclair (entrambe al rientro da un infortunio) e Amandine Ferrato, mentre nel team maschile presenti Ludovic Pommeret, Sylvain Court, Sébastien Spehler, Adrien Michaud e Romain Maillard. Assenti Cédric Fleureton e Nicolas Martin, infortunati.
GLI ALTRI - 351 atleti, 49 paesi: la concorrenza non manca (se volete vedere la start-list… eccola). Gli Stati Uniti sono sempre da prendere in considerazione (Zach Miller, Mario Mendoza, oltre a Claire Gallagher), poi Svizzera (Diego Pazos, Urs Jenzer e Walter Manser), ma soprattutto Gran Bretagna (con Tom Owens, Jonathan Albon, Thomas Evans e Ryan Smith).
Crans-Montana Rando Parc
«Un’idea che è nell’aria già da quattro, cinque anni. Il popolo degli scialpinisti, che ora è composto anche da quelli che risalgono le piste, è sempre più numeroso. Lasciarli su pista diventava quindi pericoloso, sia per loro sia per gli sciatori. Dare sanzioni a chi risale, non piaceva. Perché escluderli? E allora ecco l’idea, che piano piano e grazie all’aiuto di tutti ha preso forma». A parlare è Nicolas, marito della campionessa di scialpinismo svizzera Sèverine Pont-Combe. Sono loro i genitori del nuovo Rando Parc di Crans-Montana, in Svizzera: 40 chilometri di itinerari per lo skialp segnalati, controllati e divisi per difficoltà. con 8.000 metri di dislivello e a pochi passi dagli impianti della stupenda località svizzera. Ne parliamo su Skialper di aprile-maggio nell’articolo di Tatiana Bertera con le foto di Stefano Jeantet.
I NUMERI - Quindici itinerari poco distanti dalle piste, su oltre di 40 chilometri di sentieri, con un dislivello positivo di 8.000 metri. Sono queste le dimensioni del gigantesco trekking park inaugurato questo inverno e voluto dall’intero comprensorio, con la preziosa collaborazione di Nicolas e Séverine. Perché se in un posto ci vivi, se lo ami, vorresti che lo amassero anche gli altri e soprattutto vorresti che fosse valorizzato al meglio. Beh, qui a Crans-Montana hanno saputo farlo. Turismo intelligente, turismo per tutti, non solo per i pistaioli; a me piace chiamarlo così.
COME FUNZIONA - I percorsi scialpinistici, rappresentati su un cartellone a poca distanza dall’ingresso della funivia, sono ben segnalati. Ognuno di essi ha un numero, una scala di difficoltà, lunghezza e dislivello. Sbagliare è praticamente impossibile. Sono segnati con frecce e cartelli… qui l’ordine è proprio svizzero! La traccia c’è, ma è quella fatta dal primo che è salito dopo la più recente nevicata. Quando fiocca, la traccia si cancella, come in ambiente, ma i cartelli rimangono. Il primo che si alza la mattina e mette le pelli sotto gli sci, batte anche per tutti gli altri.
Miky Boscacci, una festa continua
Ha vinto Coppa del Mondo e circuito LGC: per Michele Boscacci una stagione da incorniciare. Albosaggia, la sua Albosaggia gli ha dedicato una grande festa (e c’erano anche Robert Antonioli, i tecnici azzurri Bendetti e Canclini, oltre all’altra atleta nata nella Polisportiva, Giulia Murada), prima è stato uno dei protagonisti ad Aosta alla Festa degli Atleti del Centro Sportivo Esercito.
Il bello delle vittorie… verrebbe da dire.
«È un periodo così: tanti festeggiamenti, gli sponsor che ti cercano. Vedo un sempre maggiore interesse verso lo ski-alp. Sono stato negli studi di Sky, una troupe della Rai è venuta a trovarmi a casa per un’intervista. Insomma tanti appuntamenti, ma è sempre una bella emozione».
Quanto rammarico nell’essere a fianco degli atleti-colleghi olimpici?
«Un po’ c’è, ed è inevitabile: facciamo la stessa fatica, ma alla fine loro hanno una parentesi olimpica che è qualcosa di straordinario. Davvero un peccato che lo ski-alp non sia stato ammesso tra quattro anni a Pechino, resta il 2026, quando avrò 36 anni… Speriamo di essere ancora lì tra i migliori».
Dove aver vinto tanto, come si riparte? Quante motivazioni?
«Mi era già successo nel 2016 e allora ero ripartito subito con le gare di corsa con una cattiveria agonistica incredibile. E poi un po’ lo avevo pagato mentalmente. Sai l’allenamento non è problema, quello si fa naturalmente tutti i giorni, però la testa ha bisogno di staccare, di non metterla subito sotto stress con la prestazione, la preparazione di qualità mirata all’evento. Non dico di essere appagato, solo di prendermela con più calma. Stare un po’ a casa, curare i miei animali. Poi magari tra un po’ mi riparte la voglia di gareggiare».
Un pensiero alla prossima stagione?
«Onestamente ho finito da due settimane e non ci penso, non ci voglio pensare: so solo che sarà l’anno dei Mondiali…».
La doppia vita di Martina
La prima a essere sorpresa è stata proprio lei: Martina Valmassoi ha vinto la Trentapassi Skyrace. «Non me l’aspettavo davvero: era la prima gara della stagione e prima non è che abbia corso così tanto».
Allora sei ancora un’atleta a tempo pieno?
«Beh, non adesso non più. L’anno scorso arrivavo da un infortunio e allora ho fatto poche gare, poi comunque c’è il lavoro: è vero, per lavoro devo correre (segue la comunicazione per Salomon, soprattutto la parte social, direttamente sul campo, seguendo gli atleti sui percorsi di gara ndr), ma il tempo è quello che è. Per esempio in settimana parto per la Transvulcania, ma niente pettorale, solo foto e testi…».
Comunque un programma gara lo hai fatto?
«Sì, sono sempre nel team Salomon Italia e ho un sostegno a livello internazionale. Da qualche stagione ho deciso di allungare le distanze: farò la 55 km di Madeira, la 70 della High Trail Vanoise, anche se l’obiettivo numero uno sarà il Trofeo Kima».
Allora bisogna mettere chilometri nelle gambe...
«Quando sono in trasferta cerco comunque di allenarmi: tra maggio e giugno sarò sempre in viaggio tra Annecy e gli Stati Uniti, per fortuna tra luglio e agosto sarò di più a casa e lì farò quantità e non solo qualità per affrontare al meglio il Kima».
Welcome back Kilian!
Kilian è tornato. Lo avevamo lasciato alla Pierra Menta out per un infortunio: frattura del perone dopo una caduta nell’ultima tappa. Operazione e riabilitazione: sui suoi canali social le immagini di allenamento a secco e bicicletta.
Oggi su Strava ecco la prima uscita di corsa: oltre un’ora e mezzo di corsa, più di mille metri di dislivello e quasi 10 chilometri. Welcome back Kilian!
Ecco chi è salito sul podio nel ricco fine settimana di corsa
Non solo Trentapassi, è stato un fine settimana davvero 'pieno': ecco come è andata, con le tutte le classifiche nel nostro calendario.
TRAIL DEL MOTTY – In tanti per la grande classica del Mottarone. Nella gara regina di 39 km e 2100 metri di dislivello, vittoria di Cristian Minoggio in 3h50’22”, davanti al compagno di club della Valetudo, Stefano Radaelli (4h02’38”) con terzo Fabio Di Giacomo in 4h11’38”, quarto Alessandro Martignoni, quinto Simone Beltrametti. Sul podio rosa prima Cecilia Pedroni, anche lei Valetudo, in 4h56’18”, seconda Emanuela Scilla Tonetti (5h19’58”), terza Chiara Boggio (5h24’33”). Nel Mottyino, da 19 km, affermazioni di Matteo Spreafico e Monica Moia.
TRAIL LONGANE KARPOS – All’ennesimo tentativo, Daniele De Colò centra la vittoria alla gara andata in scena a Lozzo di Cadore. Il vigile del fuoco di Taibon Agordino, già diverse volte sul podio, ha finalmente fatto propria la gara delle Dolomiti Bellunesi, prova impegnativa che propone un tracciato di 15 chilometri di sviluppo e 1100 metri di dislivello positivo. De Colò, classe 1970, è partito fortissimo, mettendo subito un bel po’ di secondi tra sé e gli inseguitori. A metà gara il vantaggio era di circa un minuto e mezzo ed è continuato a crescere nella seconda metà gara. Alla fine l’esperto atleta agordino ha vinto in 1h09’04”, precedendo di 2’35” l’ex biathleta azzurro, il friulano Michael Galassi, e di 3’47” un altro friulano, Giulio Simonetti. Tra le donne, la vittoria è andata all’altoatesina di Pieve di Marebbe Anna Pedevilla. Anche in questo caso due atlete friulane sul secondo e terzo gradino del podio: rispettivamente Carla Spangaro e Anna Finizio.
«Finalmente sono riuscito a vincere questa gara dura e bellissima» dice Daniele De Colò. «Ho fatto diversi piazzamenti sul podio e questa volta riesco a primeggiare: volevo questa vittoria, anche per dedicarla a Enrico Frescura e Alessandro Marengon, i due giovani cadorini caduti sul monte Antelao lo scorso 1 maggio». Anche l'organizzazione ha dedicato un pensiero ai due ragazzi del Soccorso alpino deceduti nei giorni scorsi, ricordandoli con un minuto di silenzio prima del via della gara. «Da martedì il pensiero di tutti noi è per Enrico e Alessandro» dice il coordinatore dello staff organizzativo, Andrea Forni. «Abbiamo nel cuore e nella mente la scomparsa di Enrico e Alessandro. Non è stata una settimana facile. Sono contento che in tanti del Soccorso Alpino oggi fossero presenti: ci tenevano, pur col dolore nel cuore. Per quanto riguarda la gara, la partecipazione è stata ottima in termini numerici perché abbiamo raggiunto i 300 partecipanti, ed elevato è stato anche il livello tecnico. È andato tutto bene. Abbiamo avuto anche la prova di nordic walking: è stata un’edizione sperimentale che contiamo di confermare e potenziare il prossimo anno».
GARDA TRENTINO TRAIL – Nella gara da 60 km e 3500 metri di dislivello, partendo da Riva del Garda con arrivo ad Arco, successo di Christian Hofer in 6h32’14” su Christian Insam (6h37’48”) e Josef Thaler (6h46’24”), quarto il norvegese Edvard Vasdal, quinto Giuseppe Biava. Al femminile a segno Francesca Dal Bosco in 7h38’26” su Isabella Lucchini in 7h48’55” e Magdalena Martini in 7h49’52”.
TROFEO VALLI BERGAMASCHE – Come da tradizione si è aperta la stagione della corsa in montagna con il Trofeo Valli Bergamasche, che quest’anno accende quindici candeline.La squadra di casa stringe i denti e non lascia andare il suo trofeo a staffetta maschile completando i 3 giri in 1h41’24”. Ottavo titolo consecutivo per gli ‘orange’ guidati da Luca Cagnati, autore di una ottima prima frazione distaccato solamente da un Bernard Dematteis che conclude gli 8,2 km di gara in 32'48" con un vantaggio di 38” sull’avversario. Vincitori e compagni di squadra anche l’azzurro Nicola Spada (33’03”) e Massimiliano Zanaboni (34’57”).
Secondo posto per la sfortunata Corrintime (1h43’02”) dei gemelli Dematteis che viene rallentata da un errore nel percorso da parte di Henri Aymonod, comunque all’altezza dei suoi compagni. Frazione finale velocissima per Martin Dematteis che chiude il percorso in 33’16”.
Terzo posto sempre di casa con la staffetta Valli Bergamasche B (1h45’19”) composta dallo junior Alessandro Lotta e l’iridato Alessandro Rambaldini, grande sfida la loro che con lo sprint finale di Matteo Bossetti distaccano la Recastello di Magri, Della Torre e Poli, quarti a un minuto dal podio.
Nella gara individuale femminile Alice Gaggi ha la meglio sulla compagna di squadra Samantha Galassi, vittoria e crono fermato a 39’09” sul tracciato da 8,2 km. A seguire Galassi (40’24”) e sul gradino più basso del podio Stefania Cotti Cottini del G.S. Pellegrinelli (41’02”). Quarto posto per Elisa Compagnoni (41'45") seguita da Luisa Gelmi (42'08").
100 E LODE – Sigillo di Roberto Mastrotto alla decima edizione della 100 km sulle montagne vicentine. 9h48’26” il suo crono, davanti ad Alessio Zambon (11h13’02”) e Luca Manfredi Negri (11h15’47”). Federica Menti, tredicesima assoluta in 12h28’26” si aggiudica la gara rosa su Elisabetta Luchese (13h54’13”) e Ingrid Lanthaler (14h21’45”).
GRAN TRAIL RENSEN – Franco Collè guest star della gara nell’entroterra ligure di Arenzano: il valdostano del team Hoka One One / Crazy Idea chiude i 45 km e 3000 metri di dislivello in 5h16’10”; con lui sul podio Paolo Piano (5h32’28”) e Alberto Ghisellini (5h34’01”). Settima assoluta, e prima nella gara femminile, Simona Gambaro in 6h21’40”, quindi Giuditta Turini (6h27’31”) e Virginia Oliveri (6h32’29”).
LAGO MAGGIORE INTERNATIONAL TRAIL – Percorso vista lago di 50,6 km con 3510 metri di dislivello: primo sul traguardo Roberto Viliotti in 5h46’51” davanti a Moreno Sala (5h56’10”) e lo svizzero Gabriele Sboarina (6h05’17”), quarto Francesco Rigodanza, quinto lo slovacco Marian Priadka. La svizzera Kathrin Göetz detta legge al femminile in 6h28’20” (nono tempo assoluto), davanti alla svedese Sofie Strömberg (7h08’34”) e a Daniela Montelli (7h26’14”); ai piedi del podio Guendalina Sibona e Lisa Boschetti.
VESUVIO SKYMARATHON - Fulvio Dapit firma la 42 km e 2600 metri di dislivello, chiudendo al traguardo in 4h10’38”, davanti a Giovanni Ruocco (4h11’38”) e Mario Maresca (4h13’13”), quarto Carmine Amendola (4h26’48”) con quinta Silvia Rampazzo in 4h27’36”.
TRAIL SOVRAMONTINO - Terza edizione della prova di corsa in montagna che si svolge lungo sentieri e mulattiere che si snodano nella superba cornice della Vette Feltrine, nel Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi. La manifestazione ha proposto un tracciato di 10 chilometri (600 metri di dislivello) e uno di 17 chilometri (1200 metri di dislivello), entrambi con partenza e arrivo fissati alla frazione di Sorriva. Sul tracciato lungo la vittoria è andata a una delle promesse dello sci alpinismo italiano, Enrico Loss: il primierotto si è imposto con il tempo di 1h31’50”, precedendo di 6’7” Daniele Meneghel e di 6’49” Matteo Vecchietti. Tra le donne, successo di Eleonora Rossi davanti a Letizia Filosa e Orietta Lodi.
Sul percorso breve, tra le ragazze si è registrata la vittoria dell’azzurra dello sci di fondo Anna Comarella: la poliziotta cortinese, classe 1997, che lo scorso febbraio ha partecipato alle Olimpiadi di Pyeongchang, al termine dei 10 km ha fermato il cronometro sul tempo di 1h’04’55, precedendo Annalisa Cipollone e un’altra giovane fondista, la sovramontina Erica Antoniol. Tra i maschi la 10 km ha visto imporsi un atleta di casa, Nicola D’Agostini, che ha avuto la meglio su Lorenzo Busin e Massimo Torghezze.