Skialper Archive / Sangre y corazón

Quattro giorni di lunghi e complicati avvicinamenti, prime ripetizioni e nuove vie nel cuore più selvaggio e vertiginoso delle Dolomiti bellunesi

Foto Santi Pedròs, Diego Toigo e Ruggero Arena

La cima più alta è il Monte San Lucano, con i suoi 2.409 metri, ma è semplicemente il culmine geografico di un gruppo montuoso conosciuto solo da scalatori e alpinisti alternativi. Le Pale di San Lucano, nascoste a Nord-Est dalle più alte Pale di San Martino, per molti sono dei semplici nomi sulla mappa, però ospitano nelle loro viscere un labirinto di pareti e guglie che ne fanno un terreno per pochi.  

Emilio Comici, Attilio Tissi, Giovanni Andrich, Eugenio Bien, Renato Casarotto, Piero Radin, Alessandro Gogna, Franco Miotto, Lorenzo Massarotto, Ilio ed Ettore De Biasio, Ivo Ferrari, Fausto Conedera, Stefano Santomaso, Gianni Del Din, Renato Panciera. Ci sono alcuni dei grandi dell’alpinismo insieme a cognomi poco conosciuti al di fuori di queste montagne tra i protagonisti della storia alpinistica dello Yosemite delle Dolomiti, come lo ha definito Alessandro Gogna nell’omonimo libro.

Le Pale di San Lucano superano i 1.600 metri di altezza dal fondovalle, le pareti hanno uno sviluppo tra i 400 e 1.000 metri. Gli avvicinamenti possono durare dalle tre alle quattro ore e spesso si risolvono in umili ritirate dopo essersi persi su pendii ripidi e scoscesi, cosparsi di erba scivolosa. Molte vie non vanno oltre il V+ o VI UIAA, ma la natura selvaggia dei luoghi, le difficoltà di orientamento e i pochi chiodi nella roccia alzano l’asticella. Una delle vie più famose è la Casarotto-Radin, un gigantesco diedro di oltre 300 metri incastonato nello Spiz di Lagunaz (2.331 m) con una discesa lunga e complessa. Altre vie più moderne come la Collaborazione o la Via dei Ritorni, più difficili e senza nemmeno uno spit lungo il percorso, sono la prova che esistono ancora angoli nascosti, lati B dove disegnare belle vie di qualità alpinistica.

@Ruggero Arena

È stato il mio amico Diego Toigo, presidente del Gruppo Rocciatori del CAI Feltre, a lanciare l’idea di un concatenamento delle quattro Pale, una traversata cercando di raggiungere le vette solo con prime ripetizioni. Il progetto sembrava un po’ folle, soprattutto per la complicata logistica di accesso e di discesa e per la mancanza di punti di appoggio come rifugi o bivacchi. La prima scelta è stata quella della stagione: abbiamo subito concordato che il periodo migliore per questo viaggio alpinistico sarebbe stato in primavera inoltrata grazie alle giornate con tante ore di luce e perché in autunno la mancanza di acqua avrebbe reso complicato idratarsi. Impensabile andarci in estate: fa troppo caldo e il mio lavoro di Guida non mi avrebbe lasciato tempo. Avevamo diverse opzioni, sempre con l’obiettivo di concatenare solo prime ripetizioni, l’unica decisione presa da subito è stata quella di partire dalla Quarta Pala e finire sulla Prima. Prima della traversata abbiamo portato una tenda con viveri sotto la vetta del Monte San Lucano, proprio accanto al Passo del Ciodo, unico passaggio utilizzato in passato dai pastori e dai cacciatori di camosci e nostro campo base.

Il D-day è arrivato domenica 13 giugno, quando abbiamo intravisto una finestra meteo favorevole in una primavera molto variabile. Alle sei del mattino abbiamo parcheggiato il furgone al Col di Pra, a 843 metri di quota, per affrontare uno degli avvicinamenti più abominevoli che ricordi, che ci è costato quattro ore, incontri ravvicinati con zecche e vipere e un volo a pendolo su un tiro di terzo grado. Alle 9.30 intuiamo di essere all’attacco della via Mario Tomè - Bariza che sale per 800 metri tra lo Spigolo Gogna e la Casarotto. Alle nostre spalle una vista incredibile sullo Spiz di Lagunaz e il diedro Casarotto ci accompagna per tutto il giorno. Siamo rimasti sorpresi dalla qualità della roccia man mano che si liberava dai ciuffi d’erba, aumentando in verticalità e difficoltà. Dopo un paio di tiri di VI, annusiamo la vegetazione in vetta. Sono quasi le sei del pomeriggio e accarezziamo il primo dei nostri sogni, la Quarta Pala di San Lucano. Una passeggiata lungo l'aerea cresta, calpestando un po' di neve soffice a causa delle alte temperature, ci porta al caratteristico Arco del Bersanèl, al Monte San Lucano e al Passo del Ciodo. È stata una giornata con più di 1.700 metri di dislivello cumulato e 13 ore e mezza di attività. Siamo felici e ci godiamo un tramonto unico, ma non ho nemmeno il tempo di dare la buonanotte a Diego che mi ritrovo a sognare l’ignoto.

 

@Ruggero Arena
@Ruggero Arena

Lunedì è stata la volta della via del Pilastro Bianco. La discesa per arrivare all'attacco avviene attraverso il Boral di San Lucano. I borai sono i canali rocciosi ed erbosi che separano le Pale di questo particolare gruppo montuoso. Nel 2017 ero già stato qui quando abbiamo aperto Llops de Mar con Luca Valatta, ma era autunno e il canale già senza neve. Questa volta dobbiamo scendere per circa 500 metri con le doppie su neve dura rotta da crepe sospette che in fondo si trasformava in cascate d’acqua. Alla fine, a due lunghezze dall'inizio della via e dopo tre ore di avventura, siamo riusciti a entrare in parete con un lungo traverso. Il percorso sale senza particolari difficoltà per belle fessure e placche sulla sinistra del Pilastro e ci porta sulla vetta tra Terza Pala e Spiz di Lagunaz, dove inizia una sessione di salite e discese che comprende un totale di oltre 300 metri, tiri fino a IV+ e sei doppie. Per fortuna che pensavamo che la seconda sarebbe stata una giornata rilassante: sono state più di 12 ore molto intense che ci hanno condotti alla tenda sfiniti e lì abbiamo trovato ad accoglierci il nostro amico e fotografo ufficiale della traversata, Ruggero Arena. Dopo avere valutato bene la logistica del terzo giorno, abbiamo deciso di spostarci per la notte al bivacco Margherita Bedin, in vetta alla Prima Pala, per risposarci meglio. Il posto è da sogno…

Martedì siamo scesi lungo il sentiero 765, cancellato da un incendio e dalla tempesta Vaia del 2018 e ormai quasi impraticabile, dirigendoci verso il Boral de la Besausega per raggiungere la base della via Flora, obiettivo iniziale della giornata. Però, una volta arrivati all'attacco, nei primi tre tiri ci alziamo troppo e ci rendiamo conto che la via è 40 metri sotto di noi e a destra e invece, sopra le nostre teste, una roccia di ottima qualità cattura l’attenzione. Così, con naturalezza, iniziamo a salire dove vogliamo. Prima troviamo delle stupende placche giallo-nere a buchi, poi i tiri si susseguono in maniera logica con delle lunghezze davvero belle e dopo sette tiri raggiungiamo la grande cengia terminale di Flora, pensando di percorrerla e di finire così su un terreno familiare, ma il diedro di uscita è diventato una cascata d’acqua. Mancano una cinquantina di metri, sulla sinistra vedo un sistema di fessure che ci regalano due tiri eccezionali e non facili fino alla vetta della Seconda Pala su una nuova via che chiamiamo Sangre y Corazòn.

@Santi Padròs

Abbraccio Diego, sentiamo che il viaggio è quasi terminato, manca solo l’ultima via, sulla Prima Pala, ma siamo molto stanchi e il meteo promette temporali pomeridiani per il giorno successivo, quindi dobbiamo giocare bene le nostre carte. Nell'ora e mezza di rientro al Bivacco Bedin abbiamo analizzato bene la situazione, poi un'altra notte intrisa di natura, roccia, emozioni e amicizia. Vita pura. Mercoledì avevamo in mente due vie alla Cima Est di Ambrusogn (vetta principale della Prima Pala), la più dura Raffaella e la Massarotto - De Biasio come soluzione veloce in caso di maltempo. Alla fine siamo riusciti a ripetere i primi tre tiri della via del Diedro e poi ci siamo spostati sulla Raffaella, che ci ha regalato una salita tecnica e di impegno. La placca compatta che porta alla splendida fessura più in alto ci ha dato del filo da torcere e anche i tiri successivi sono davvero belli. Alla fine siamo arrivati alla cengia che con un lungo traverso tra i mughi ci ha portato fuori dalla parete, appena sotto la Cima d’Ambrusogn. 

Mentre ci sleghiamo, ci rendiamo finalmente conto di avere dato forma al nostro sogno. Siamo già fuori dalla parete, sulla via per il bivacco, per recuperare tutto e tornare alla civiltà. Ancora non ci crediamo di essere riusciti a concatenare le quattro pale in quattro giorni consecutivi. Ora però stiamo cominciando a rilassarci, sono state giornate molto intense, soprattutto per l'esposizione del terreno, ma siamo soddisfatti delle nostre scelte. E quasi non ci accorgiamo che, mentre arriviamo al furgone, inizia a piovere. Grazie Diego, perché sogni progetti incredibili nel cuore dell'Europa, dove sembra che se non ti confronti con l'orologio non ci sia più niente da inventare. E da sognare.

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One with nature - twenty years of Vibram FiveFingers

In occasione della Milano Design Week che si terrà dal 6 al 12 giugno, Vibram presenta il progetto multidisciplinare “one with nature – twenty years of Vibram FiveFingers”, aprendo il suo archivio prodotto per celebrare, a distanza di vent’anni dal primo prototipo, le calzature Vibram FiveFingers come icone di design. Un esempio di coraggio e visione imprenditoriale, che unisce sperimentazione tecnologica e innovazione, testing sul campo e outdoor community.


Negli spazi del Vibram Connection Lab, centro nevralgico di innovazione e creatività di via Voghera 11 a Milano, prenderà vita una mostra che ospiterà una selezione di più di cento prototipi di Vibram FiveFingers selezionati da Robert Fliri, scelti tra l’archivio Vibram e il suo archivio personale. Obiettivo del progetto è raccontare la storia e l’evoluzione di Vibram FiveFingers, il “guanto da piede”, che, con il suo concept innovativo e l’estetica inconsueta, rivoluziona l’idea della camminata, rimandando alla sensazione del piede nudo, ma con protezione funzionale. Grazie a Vibram FiveFingers la suola diventa sempre più sottile e dalle forme organiche, quasi un tutt’uno con il piede stesso, che recupera così la sua massima sensorialità e libertà di movimento.

Per l’occasione Mandalaki Studio presenterà l’installazione Feel the nature come allestimento per lo spazio espositivo. La natura è il filo conduttore che lega due prodotti, una luce e una calzatura, attraverso il concetto comune di esperienza minimale, basata su sensazioni, libertà e performance. Grazie alle luci Halo Edition, Mandalaki reinterpreta lo spazio Vibram, trasformandolo in un landscape naturale caratterizzato da sfumature di colore che aprono finestre spazio-temporali.

Mercoledì 8 giugno a partire dalle ore 18.00 si terrà l’opening party di “one with nature – twenty years of Vibram FiveFingers” con la curatela musicale di Ultimo Tango, etichetta e collettivo musicale. Durante la serata avrà luogo la performance All Terrain Training, ideata dall’artista inglese Will Pegna ed eseguita per la prima volta a Londra nel 2020 utilizzando proprio Vibram FiveFingers. Ispirata ai tremori tettonici della Terra, l’esibizione, della durata di due ore, vedrà coinvolti nove performer, accompagnati da un paesaggio sonoro mixato dal vivo dalla sound artist Shirley Pegna, realizzato con le registrazioni di movimenti glaciali artici e i suoni dei movimenti della Terra. ATT (All Terrain Training) è una serie unica di performance artistiche che collega ecologia, sport, suono, movimento e moda.

La mostra one with nature sarà aperta al pubblico fino al 18 giugno presso il Vibram Connection Lab di via Voghera 11 a Milano dalle 11.00 alle 19.00.


Salomon e le novità Trail SS2022

Una linea completamente rinnovata quella delle calzature da Trail che Salomon ha lanciato per la stagione SS2022. Il Brand francese anche stavolta non scende a compromessi: prodotti ultra performanti, con materiali e tecnologie di alta qualità e prezzi decisamente concorrenziali. La novità principale è l'inserimento della tecnologia Energy Blade, piastre composite in TPU, nella linea di scarpe da Trail running. Le piastre, posizionate nell'intersuola delle calzature, sono progettate per aggiungere consistenza alla scarpa per una maggiore ritorno dell'energia nella rullata, mantenendo caratteristiche di flessibilità e stabilità. Non solo esperti, la tecnologia Energy Blade viene utilizzata anche nei modelli più accessibili per i trail runner meno tecnici, per esempio nella scarpa Hypulse (con piastra TPU Energy) e nella Impulse (il modello più polivalente della gamma). La tecnologia Salomon accessibile a tutti, senza compromessi. Ovviamente, da bravi feticisti quali siamo, abbiamo testato questi prodotti per la nostra Outdoor Guide 2022, e possiamo confermare i rumors che parlano di una tecnologia estremamente performante che si adatta perfettamente anche ai piedi dei meno esperti. La piastra di cui si parla, infatti, non è in carbonio o materiali estremamente rigidi, ed è in grado di mantenere un elevato livello di comfort aumentando notevolmente la reattività.

«Nella nuova linea Pulsar Trail, volevamo portare reattività e una sensazione ‘pop’ nella corsa. Negli ultimi anni
abbiamo visto un sacco di nuove scarpe ‘divertenti’ entrare nella corsa su strada e volevamo
portare lo stesso divertimento e la stessa energia nel trail. L'Energy Blade è una nuova
entusiasmante tecnologia che porta quel "pop" senza compromettere la stabilità sul sentiero. Non
importa quanto corri veloce o lontano, c'è una Energy Blade per tutti i runner della linea».


LA PREVIEW DEI PRODOTTI DI PUNTA SALOMON SS2022 

La Pulsar Trail Pro porta le piastre composite in TPU nel trail running in una scarpa che è sia reattiva che stabile. La piastra in TPU composito, chiamata Energy Blade, è una soluzione rigida che dona più potenza al runner, limitando la dispersione di energia ad ogni falcata. Grazie alla sua
costruzione disaccoppiata, la Pulsar Trail Pro è abbastanza flessibile da garantire comunque grande stabilità e comfort. È inoltre realizzata con la schiuma Energy Surge, un'intersuola super elastica e confortevole che è il 40% più reattiva rispetto alle schiume precedenti di Salomon, per aumentare la falcata e la stabilità. Il camber inverso (rocker) aiuta ad accelerare la fase di appoggio sul terreno.
La combinazione di questi tre elementi crea la miscela perfetta di reattività, comfort e stabilità per aiutare a stabilire nuovi record personali e vincere gare. I piedi, poi, sono protetti nei punti giusti grazie a un parafango laterale e alla ghetta che impedisce l'ingresso di detriti. La suola Contagrip MA, con una geometria ottimizzata dei tasselli, offre un grip ottimale per mantenersi stabili e al sicuro da scivolamenti, anche su sentieri difficili. Sarà anche disponibile in colori in edizione limitata per coloro che desiderano aggiungere stile al proprio gioco di trail.

Drop: 6mm - Prezzo: 150 euro

La Pulsar Trail reattiva, stabile e confortevole è dotata della stessa tecnologia della Pulsar Trail Pro, ma con una piastra composita in TPU Energy Blade leggermente più morbida e flessibile. La schiuma Energy Surge aumenta la reattività della scarpa offrendo allo stesso tempo comfort nell'intersuola per
una corsa fluida. La geometria del rocker R.Camber si combina con la tecnologia Energy Blade per spingersi in avanti e aumentare il trasferimento di energia, in modo da non perdere velocità. La suola Contagrip® MA è adatta a una grandissima varietà di superfici. Il perfetto equilibrio tra geometria e mescola in gomma offre sicurezza su superfici bagnate, asciutte, dure o cedevoli, e garantisce resistenza a lungo termine. La Pulsar Trail è disponibile anche nelle versioni Gore-Tex e TwinSkin.

Drop: 6mm - Prezzo: 130 euro

Per il runner leggermente meno impegnato, la Hypulse è una scarpa da trail running altamente reattiva che presenta una piastra in TPU più morbida, l'Energy Blade, che aumenta il ritorno di energia garantendo una corsa stabile e confortevole. Fuze Surge, una schiuma super morbida realizzata con EVA e il 30% di gomma naturale, si combina con la costruzione rocker R.Camber che spinge in avanti. La tecnologia SensiFit si adatta al piede per una calzata precisa e sicura e il sistema Quicklace assicura grande vestibilità e comfort. Gli elementi morbidi utilizzati nella tomaia contribuiscono anche a rendere più confortevole l'Hypulse. La suola Contagrip e la protezione sull'avampiede e sulle aree del parafango aiutano a prevenire scivolamenti o lesioni sui sentieri più tecnici.

Drop: 8,5 mm. - Prezzo: 100 euro

La scarpa da trail running Impulse è una scarpa comoda e multi-tasking per consentire di passare dalle corse su strada ai sentieri su trail. La morbida schiuma Fuze Surge nell'intersuola si abbina a una tomaia leggera per offrire comfort a lungo raggio. L'intersuola Fuze Surge si lega con una costruzione rocker R.Camber per offrire una corsa fluida e una falcata più potente. Una tomaia protettiva e un battistrada solido e aderente sulla suola Contagrip proteggono da rocce e scivolamenti.

Drop: 8,5 mm - Prezzo: 80 euro

Scopri tutte le novità della SS2022 su www.salomon.com 


MT-4, la nuova proposta di Topo Athletic

Il brand americano presenta al mercato italiano il nuovo modello off road, una scarpa da trail versatile per chi ama i tracciati ibridi, che accompagna il runner dalla porta di casa fino alla meta. La MT-4, come nella versione precedente, presenta un drop di 3mm (altezza da terra 25mmX22mm) che si dimostra perfetto per l'off road offrendo una corsa comoda e flessibile.

Caratteristica principale di tutti i prodotti Topo è l'apprezzatissimo fit largo in punta, che garantisce alle dita la possibilità di distendersi naturalmente e attivarsi, aspetto fondamentale soprattutto nelle lunghe distanze dove il piede tende a gonfiarsi. L'intersuola a doppia densità favorisce una corsa confortevole, grazie ad una sezione più solida a contatto con il terreno che stabilizza la rullata fornendo un alto livello di protezione. Il plantare Ortholite da 5mm si integra egregiamente in questo connubio di tecnicità e comodità.

Grande novità anche per la tomaia, Topo su questo modello abbandona Ripstop per passare all'Open Air Mesh, che offre maggiore traspirabilità e capacità di drenaggio, caratteristiche che rendono la scarpa perfetta per l'utilizzo in ambienti caldi.

Infine la suola Vibram XS Trek Evo assicura trazione e durata superiori su varie tipologie di terreno, con tassellatura a 6mm distanziata per un distacco ottimale di fango e neve. La scarpa ha un peso di 303g in taglia 43.

Trovate la MT-4, in versione uomo e donna, disponibile online su topoathletic.it e nei punti vendita specializzati.


RUNNINGSOFIA, il podcast di Claudio Bagnasco

"Runningsofia" è il bollettino settimanale di un podista innamorato della corsa.

"Runningsofia" è il podcast per, anzi di, tutti i podisti amatori.

"Runningsofia" ha un sottotitolo, "E la corsa e la vita", che significa... beh, su: scopritelo ascoltandomi. Ogni martedì.

Buone cose, buone corse!

Dopo il successo dell'omonimo libro Runningsofia, uscito nel 2019, Claudio Bagnasco torna a parlare di corsa e di vita nel nuovo podcast disponibile sulle principali piattaforme streaming e in uscita ogni martedì.

Le gioie e le fatiche della corsa, le difficoltà nell'incastrare questo fantastico sport tra i mille impegni quotidiani... I racconti di Claudio sono accompagnati da consigli, aneddoti, esperienze e dalla sincerità di un podista che non si dichiara esperto del settore e che, come ognuno di noi,  affronta quotidianamente ogni salita consapevole dei propri limiti, con la determinazione giusta per affrontarli ma anche l'umiltà necessaria per rispettarli.

Trovate le prime due puntate a questo LINK, se non sapete quando ascoltarle, magari fatelo mentre vi allenate!


Zegama, the king Kilian is back

Dopo la quattordicesima Champions del Real Madrid, ecco la decima vittoria di Kilian Jornet a Zegama, la prima con ai piedi le nuove Nnormal al posto delle Salomon con le quali ha scritto la storia della gara basca. Passano gli anni, ma Kilian non molla. «Sono passati 16 anni da quando sono venuto qui per la prima volta e tornare a vedere gli organizzatori e gli spettatori è stata per me la vittoria più grande. Questa decima vittoria dimostra anche che ho continuato a migliorare e che il mio livello non è sceso, è quello che mi interessa di più! Dimostra anche che posso ancora correre con i giovani ed essere competitivo». Giornata insolitamente soleggiata e senza fango oggi a Zegama, primo appuntamento con le Golden Trail World Series e primo appuntamento per la gara mito dello skyrunning dopo lo stop imposto dalla pandemia. Kilian Jornet vince in 3h36’40’’, battendo il record di 3h45’ di Stian Angermud del 2017, ma sulla salita di Sancti Spiritu, tra le urla di 30.000 spettatori, lascia la testa a un indiavolato Davide Magnini. Però poi sulla lunga discesa, la tecnica del campione catalano rimette la classifica nell’ordine giusto. Per Davide Magnini l’onere o l’onore di essere il portabandiera del team Salomon con un crono di 3h39’31’’ che gli vale il secondo posto davanti a Manuel Merillas (team SCARPA), terzo in 3h45’43’’. «Non ho mai pensato di poterlo battere, è troppo forte, soprattutto sulle discese tecniche, ma correre insieme sulla salita, con tutti quei tifosi, è stata un’esperienza folle» ha detto Magnini. Tra le donne vittoria e record della gara per l’olandese Nienke Brinkman (team Nike), 4h16:43’’ sulla svizzera del team Salomon Maude Mathys (4h26’03’’) e sulla basca Sara Alonso (Salomon, 4h26’40’’). Quinta Fabiola Conti (Salomon, 4h36’43’’).


Nuovo look per il Vibram Store di Milano

Milano, 26 maggio 2022

Grande successo per l'inaugurazione post restyling dello storico negozio monomarca dell'azienda varesina, in via Raffaello Sanzio 6. Muschio, sassi, cemento, una nuova esperienza di acquisto completamente orientata alla sperimentazione dei sensi, alla ricerca di quell'approccio primordiale di contatto con il suolo raggiungibile solo attraverso una calzatura minimalista ed appositamente concepita come la Fivefingers, modello iconico di Vibram.

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L'evento ha dato modo ai visitatori di immergersi in un ambiente sensoriale fatto di profumi, componenti tattili e visive presenti nelle tre diverse experience room di rimando a tre differenti aree di utilizzo del prodotto Vibram FiveFingers: outdoor, urban e water.

Muschio, corteccia, resina sono soltanto alcuni degli aromi che accompagneranno in un viaggio sensoriale misterioso gli utenti alla scoperta dell’ambiente outdoor. La seconda stanza, quella urban, è invece caratterizzata da odori metallici e industriali tipici delle strade metropolitane, dove il contatto con il suolo è discontinuo. Infine l’area water, inondata da profumi terrosi, tipici delle superfici instabili dove terreno e acqua si incontrano accompagnati da suoni che ricordano allo scenario acquatico. Questo trittico garantirà, oltre ad un’esperienza ultra-sensoriale, di toccare con mano qualità, sicurezza e performance caratteristiche delle suole firmate Vibram.

Il Vibram Store di via Raffaello Sanzio è stato concepito dallo studio di architettura milanese Storage. La scelta dei materiali innovativi e naturali derivanti anche dal riutilizzo di Luxury rubber incarnano perfettamente la filosofia dell’azienda varesina, sempre più vicina agli ideali di sostenibilità.


Alex Txikon in Italia, due appuntamenti con il grande alpinismo

Due eventi dedicati all'alpinismo con la A maiuscola, quello degli ottomila, raccontato da uno degli interpreti principali delle ultime incredibili imprese. Alex Txikon, celebre scalatore basco e ambassador di Ferrino, sarà protagonista delle serate organizzate dal brand  il 30 maggio a Torino e il 31 a Roma, durante le quali racconterà le sue avventure sulle montagne più alte del globo, dall'Himalaya all'Antartide.

Il basco Alex Txikon è uno dei più forti scalatori contemporanei, con all'attivo la salita di undici vette di 8000 metri. Il suo nome, però, è legato in modo indissolubile all'epopea dell'alpinismo invernale. Il 26 febbraio del 2016, infatti, Alex, assieme all'italiano Simone Moro e al pakistano Ali Sadpara, ha fatto parte della prima cordata in grado di raggiungere nella stagione più fredda gli 8126 metri di quota del Nanga Parbat, una delle più pericolose e difficili vette del Karakorum.

Su questa stessa montagna Txikon non ha esitato a tornare nel 2019, abbandonando la spedizione che lo vedeva impegnato per tentare la prima invernale del K2, per cercare di prestare soccorso a Daniele Nardi e Tom Ballard, dispersi sull'inviolato Sperone Mummery, dal quale, purtroppo, non hanno fatto più ritorno.

La passione per il "grande freddo" ha portato Alex anche nel continente antartico, dove, nel 2006, ha partecipato a una spedizione esplorativa, salendo nuove vie e cime ancora inviolate.

Nei due appuntamenti di Torino e Roma, Alex, affiancato dal giornalista esperto di montagna Gian Luca Gasca, ripercorrerà con i suoi racconti e straordinarie testimonianze filmate, il suo lungo percorso fra i colossi dell'Asia, cominciato nel 2002, quando aveva solo 21 anni.

A detta dello stesso Txikon quello dell'alpinismo nella stagione più fredda è per lui un destino segnato fin dalla sua nascita, visto che è venuto al mondo il 12 dicembre del 1981, proprio alle soglie dell'inverno. Così come nel destino è scritta anche la predisposizione per il gioco di squadra e la collaborazione come armi vincenti del suo alpinismo: non poteva essere diversamente per un ragazzo come lui, cresciuto in una famiglia di ben tredici fratelli e che, a soli tre anni, ha scalato la sua prima montagna, il Grodea, bei Paesi Baschi, proprio in compagnia del fratello maggiore Javi.
Gioco di squadra e condivisione con gli altri significa anche curiosità e rispetto nei confronti delle culture e delle persone che si incontrano nei propri viaggi. Un aspetto, questo, sul quale Alex si è sempre soffermato con grande sensibilità, così come grande attenzione ha sempre riservato alle problematiche ambientali: spesso, infatti, le sue spedizioni, oltre a focalizzarsi sull'obiettivo alpinistico, sono legate a progetti scientifici di monitoraggio dei cambiamenti climatici.

«Quello di Alex è un tipo di alpinismo che ci teniamo particolarmente a sostenere e portare ad esempio - commenta Anna Ferrino, CEO di Ferrino Outdoor - perché all'altissimo profilo sotto l'aspetto della prestazione sportiva associa una sensibilità verso le tematiche ambientali e quelle sociali nella quale anche la nostra azienda si riconosce».

CURRICULUM ALPINISTICO DI 

ALEX TXIKON

 

2003

Broad Peak (8.047 m) – vetta

2004

Makalu (8.463 m) - vetta

K2 (8.611 m) - tentativo

Cho Oyu (8.201 m) - tentativo

2005

Makalu (8.463 m)- parete Ovest - tentativo

Picco Lenin (7.134 m) - vetta

2006

Shisha Pangma (8.027 m) - vetta

Spedizione in Antartide: Monte Scott (880 m) - vetta;

Monte Shakleton (1.465 m) - via nuova;

Monte Wandell (2.397 m) - prima salita assoluta

 

2007

Shisha Pangma (8.027 m) – British Route - vetta in stile alpino

2008

Dhaulagiri (8.167 m) - vetta

Manaslu (8.163 m) - vetta

2009

Kangchenjunga (8.586 m) - tentativo

Shisha Pangma (8.027 m) - vetta

2010

Annapurna (8.091 m) vetta

Shisha Pangma (8.027 m) vetta

2011

Gasherbrum I (8.080 m) - spedizione invernale - tentativo

Gasherbrum II (8.035m) - vetta

K2 (8.611m) - tentativo

2012

Gasherbrum I South (7109 m) - spedizione invernale e via nuova - vetta

Spedizione in Groenlandia (arrampicata e base jumping)

2013

Laila Peak (6.096 m) - spedizione invernale - vetta

Nuptse (7.861 m) - tentativo interrotto a 20 metri dalla vetta

Lhotse (8.516 m) - vetta

K2 (8.611 m) - tentativo

2014

Kangchenjunga (8.586 m) - tentativo interrotto a 8.500 m.

Nameless Tower (6.251 m) - Via ‘Eternal Flame’ (7b+, A2, M5 1100m, in 36 ore) - vetta

2015

Nanga Parbat (8.125 m) - tentativo invernale

Thalay Sagar (6.904 m) - via nuova sul pilastro Nordovest

2016

Nanga Parbat (8.125m) - prima salita invernale

2017

Everest (8.848 m) - tentativo invernale

2018

K2 (8.611 m) - tentativo invernale

Everest (8.848 m) - tentativo invernale

2019

K2 (8.611 m) - tentativo invernale interrotto per prestare soccorso a Daniele Nardi e Tom Ballard dispersi sul Nanga Parbat

In occasione dell'incontro Ferrino e Alex Txikon doneranno al Museo un esemplare della tenda d'alta quota Snowbound 2, utilizzata dall’alpinista nel corso dei suoi recenti tentativi di salita invernale al Manaslu (8.163 m). La tenda entrerà a far parte delle collezioni del Museo che raccontano la storia dell’alpinismo e l’evoluzione delle sue tecniche e materiali.


ORTOVOX lancia protACT Academy Lab

PROTACT è la nuova piattaforma multimediale lanciata da ORTOVOX che si pone come obiettivo rendere più sostenibili gli sport di montagna, attraverso un percorso interattivo di informazione e sensibilizzazione studiato per analizzare le abitudini e l'impronta ambientale di chi pratica outdoor. All'interno del percorso, strutturato in  4 capitoli, vengono affrontati i temi principali che influenzano il nostro impatto sulla natura che ci circonda quando facciamo sport: La mobilità, la consapevolezza e l'informazione, il consumo responsabile, la cura e la riparazione. 

«Sappiamo di essere parte del problema, ma sappiamo anche che possiamo essere parte della soluzione. È tempo di andare oltre la realizzazione di prodotti solidali e sostenibili. È necessario far sì che la rivoluzione accada. Il nostro compito è quello di diventare un modello da seguire e una fonte d’ispirazione per la community degli sport di montagna. Questo è il ragionamento alla base del nuovo protACT LAB: l’obiettivo della piattaforma è proteggere ciò che amiamo»

Christian Schneidermeier, Ortovox CEO

protACT LAB è online dal 23/05/2022 ed è consultabile visitando la pagina web https://www.ortovox.com/it/protact-academy-lab/. I diversi capitoli contengono tutorial multimediali per incentivare il cambiamento con piccoli accorgimenti e per mobilitare il potenziale dell’intera comunità alpinistica. In questo modo protACT LAB mostra le svariate possibilità che ognuno di noi ha per mettersi in discussione e cambiare il proprio comportamento quando pratica sport di montagna.

Mobilità

Sono 13 i miliardi di chilometri che gli 1,4 milioni di membri dell’Associazione Alpina Tedesca percorrono in auto – ogni stagione. Questa cifra rende lampante quanto margine di miglioramento ci sia ancora e quanto forte potrebbe essere l’impatto se ognuno di noi decidesse di cambiare le proprie abitudini e di spostarsi in modo sostenibile. Il capitolo “Mobilità” illustra gli effetti dell’alpinismo sul paesaggio montano: mentre scalano, gli alpinisti consumano 3.494 kg di CO₂ all’anno, il che equivale allo scioglimento di 10,5 m² di ghiaccio artico. Circa 2.600 kg di questi sono dovuti agli spostamenti da e verso la montagna. È fondamentale quindi cambiare il nostro modo di muoverci, perché è così facendo che possiamo fare davvero la differenza. Questo capitolo presenta dei semplicissimi tool e delle iniziative mirate che aiutano a scegliere la strada giusta. Nella convinzione che, se sommati, i nostri passi possano avere un impatto significativo.

Consapevole in montagna

Collezionare like o esperienze? In che misura la community di appassionati di sport di montagna contribuisce al sovraffollamento dei parcheggi e dei sentieri delle singole località montane postando le proprie avventure sui social media? Quali potrebbero essere le alternative valide? Il capitolo “Consapevole in montagna" incoraggia la riflessione e propone nuove vie. In più mostra degli aspetti curiosi della montagna, che vanno ben oltre i like e i record: solo sulle nostre montagne, per esempio, crescono circa 4.500 specie di piante. L’acqua del ruscello limpido può essere bevuta? Qual è la differenza tra tracce e impronte? Quando inizia a trottare la volpe?

Consumo consapevole

Fino al 10% delle emissioni globali di CO₂ è riconducibile all’industria tessile, una percentuale che supera anche quella del trasporto aereo e marittimo. La community degli alpinisti ha quindi un potere enorme. Ogni anno, solo in Germania finiscono nella spazzatura circa 400.000 tonnellate di tessuti. La percentuale di tessuti biologici negli armadi tedeschi è in media inferiore all’1%. La produzione di cotone determina almeno il 20% dell’utilizzo di pesticidi a livello mondiale: tutte queste cifre ci spiazzano e devono far riflettere. Il capitolo “Consumo consapevole” chiarisce alcuni punti della giungla delle etichette e incoraggia a optare per degli acquisti alternativi.

Cura & riparazione 

Con poche e semplici mosse, che chiunque può imparare a fare, è possibile riparare molti dei piccoli danni ai capi d’abbigliamento e all’equipaggiamento da montagna: un contributo importante per un uso sostenibile delle attrezzature. Quando la cura è adeguata, la vita di un prodotto può allungarsi notevolmente. Si tratta di un accorgimento importante, visto che circa il 40% dei tessuti nuovi rimane più o meno inutilizzato. Dal lavaggio corretto di un hardshell (quanta elettricità consuma in realtà una lavatrice a 60 °C rispetto a un lavaggio a 30 °C?) alla rimozione dei pallini, il capitolo contiene numerosi consigli sulla manutenzione e sulla riparazione dei capi. In modo giocoso e coinvolgente, i video tutorial offrono soluzioni semplici per prendersi cura dell’attrezzatura, dalla riparazione delle zip alla pulizia delle chiusure in velcro fino alla cucitura di piccoli fori.


ORTOVOX: SICUREZZA E FORMAZIONE

Come quasi nessun’altra realtà del settore dell’outdoor, Ortovox, l’azienda con sede a sud di Monaco di Baviera specializzata negli sport alpini, è sinonimo di sicurezza in montagna. Dal 1980 Ortovox protegge gli alpinisti con i suoi apparecchi di ricerca in valanga e dal 1988 propone abbigliamento funzionale che protegge dalle intemperie. Nel 2008, con il lancio della Safety Academy, è stato creato un programma di formazione online e offline. Nel corso degli anni l’obiettivo non è mai cambiato: proteggere gli alpinisti e la montagna stessa. Già nel 2017 Ortovox ha deciso di puntare alla neutralità climatica da raggiungere entro il 2024 – e il traguardo è ora molto vicino. A spingere Ortovox a lanciare la piattaforma multimediale protACT LAB sono stati gli effetti sempre più drastici dei cambiamenti climatici. protACT LAB è una raccolta di informazioni e al contempo una fonte di ispirazione dedicata alla community degli appassionati di sport di montagna. Lo scopo della nuova piattaforma è quello di rendere gli sport alpini più sostenibili e socialmente responsabili. Come riparare i capi d’abbigliamento? Come raggiungere la montagna in modo più sostenibile, senza grandi sforzi? Che impatto ha l’alpinismo sul cambiamento climatico? Oltre a suggerimenti concreti e a quelli che chiamiamo “mountain hacks”, protACT Lab raccoglie le sconvolgenti cifre legate ai cambiamenti climatici e attraverso una serie di storie e di ritratti, che spaziano dalla climber Lena Müller alla scienza dell’acqua e delle piante, mira a far riflettere e a sostenere il cambiamento.


Dynafit, la preview della collezione SS23

From Athletes to Athletes. Uno slogan, quello del brand tedesco, che non lascia spazio all'interpretazione. Il meglio della tecnologia al servizio della vera esperienza, quella di chi lo sport lo pratica quotidianamente e ne conosce le necessità. Creare prodotti innovativi andando incontro alle esigenze degli utilizzatori, fedeli al motto Ready For More. Questo da sempre l'obiettivo di Dynafit, che anche nella collezione SS23 ha saputo dimostrare di avere il know-how per portare ancora più in alto l'asticella della tecnicità.
https://youtu.be/liGtqspykb4?list=TLGGH9BQ6HoTIpQxNjA1MjAyMg
La collezione SS23 è focalizzata sull'ultra running e offre dei prodotti molto tecnici, studiati per garantire massimo comfort e protezione sui percorsi di lunga distanza, dal primo all'ultimo chilometro. Le novità presentate sono tutte accumunate dall'inconfondibile stile Dynafit, che nel suo minimalismo raccoglie sempre l'essenziale tra tecnicità dei materiali e linearità del design. In questo articolo vi spoileriamo gli highlight della collezione primavera-estate 2023.

Dynafit SS23 Highlights 

https://youtu.be/NtzfLQWsC1U?list=TLGG2GeY_mHM2aIxNjA1MjAyMg

ULTRA RUNNING SYSTEM 

I tre punti forti della collezione sono la nuova scarpa da running Ultra 100, la giacca Ultra triplo strato e il gilet da running Ultra 12. 

 

ULTRA JACKET

Con un peso di soli 185 grammi la nuova Ultra triplo strato è la giacca impermeabile più leggera e traspirante della collezione. Il materiale altamente tecnico protegge efficacemente dal vento e dalle intemperie. Il sistema ZipOver Backpack System, una lunga zip sulla schiena, consente di allargare la giacca e indossarla sopra lo zaino, in modo tale che rimanga asciutto in caso di pioggia. La giacca può trovare spazio in qualsiasi posto, grazie alla sua confezione minimalista. 

 

ULTRA 100 SHOES

Pronte per un nuovo livello di prestazioni: agilità e comfort per le ultra distanze sono caratteristiche essenziali di una scarpa da trail, ma per arrivare sul podio anche leggerezza, precisione e reattività sono altrettanto indispensabili. Sviluppate grazie all'esperienza dell'ultra runner norvegese Sebastian Krogvig, vincitore nel 2021 della TDS, le Ultra 100, che nel 2023 arriveranno alla v2 del progetto, conciliano le esigenze di massima ammortizzazione, grip e un efficace ritorno di energia, candidandosi a diventare la soluzione ideale per le distanze oltre i 42,195 km su ogni tipo di terreno. I punti di forza del nuovo prodotto, oltre a quelli sopra citati, sono il massimo ritorno dell'energia grazie a una suola leggera, reattiva e molto ammortizzata, costruita con dei materiali che pesano il 20% in meno rispetto a una tradizionale intersuola in EVA ma restituiscono più del 10% di energia in più, in aggiunta alla comprovata suola Vibram Megagrip con un nuovo design del tassello, il Traction Lug.  La scarpa sarà disponibile anche in versione da donna.

 

GILET ULTRA 12 

Vestibilità perfetta, design sofisticato: in gara e in allenamento con tutto ciò che serve. Il design aderente ed ergonomico è stato messo a punto per garantire una vestibilità perfetta e confortevole e la stabilità del carico dal primo all'ultimo chilometro. Oltre alle calssiche tasche frontali per i flask morbidi, Ultra 12, come tutti i nuovi vest (Alpine 8, 15 e Sky 4) hanno 4 tasche aperte elasticizzate, una tasca zip per riporre piccoli oggetti da tenere a portata di mano e tre possibilità di fissaggio per bastoncini. In dotazione con ogni modello ci sono due flask perfettamente dimensionati per le tasche.

 

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https://youtu.be/hYKjJJe05SE?list=TLGGIgd0KqSL7h0xNjA1MjAyMg

TRAVERSE SYSTEM   

Dopo il lavoro ti piace fare un giro veloce sulla montagna vicino a casa e nel fine settimana preferisci invece esplorare diverse cime una dopo l'altra? Allora il sistema Traverse, pensato per uscite veloci, fa propri al caso tuo. 

 

TRAVERSE SHOES

Il fulcro della nuova collezione, il coltellino svizzero delle scarpe da montagna leggere, che unisce il meglio delle tecnologie: leggera e versatile come una scarpa da trail running, ma con la protezione, il comfort e il grip di una scarpa da alpinismo. Un modello che, nelle intenzioni di Dynafit, ridefinisce il concetto di versatilità. Grazie alla calzata snella e al battistrada Pomoca il controllo è assicurato su ogni tipo di terreno in ogni condizione meteo. Disponibile anche nella versione Gore-Tex.

 

ZAINO TRAVERSE 22

Ispirato dai nuovi gilet Ultra, lo zaino Traverse 22 unisce il mondo del trail e quello del mountaineering. Ha una vestibilità comoda e aderente che lascia una grande libertà di movimento e consente di afferrare rapidamente le provviste o i vestiti di ricambio. Il grande comparto da 12/22 litri lo rende estremamente versatile. 

 

GIACCA TRAVERSE POLARTEC ALPHA 

Giacca in fleece leggera e traspirante per le uscite impegnative: mantiene una temperatura sempre piacevole per il corpo, adatta a tutte le condizioni. Protegge efficacemente dal freddo e allo stesso tempo veicola il calore necessario, per evitare la sudorazione eccessiva durante le attività più intense.

 

TRAVERSE TIGHTS

Comfort, libertà di movimento e resistenza. i pantaloni Traverse Tights conquistano con il loro materiale elasticizzato e la vestibilità aderente. Un capo atletico per le uscite veloci in montagna. Sulle ginocchia e sul retro il materiale è rinforzato per aumentare la robustezza durante i passaggi di arrampicata o il meritato riposo in cima

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https://youtu.be/7vOB4Sf2sOY?list=TLGGKRzlHIWXi7cxNjA1MjAyMg

COLLEZIONE RAZZLE DAZZLE  

 

Lo stile incontra la performance: l'estate running  2023 con Dynafit sarà ricca non solo di colori ma anche di motivi fantasiosi. La nuova collezione ha un design accattivante che attira tutti gli sguardi sul trail, unito a una funzionalità al top. Leggeri, affidabili, robusti, questi prodotti tecnici consentono di raggiungere la migliore prestazione su ogni terreno. Dalla fascia per capelli alle scarpe da corsa, le parole d'ordine sono traspirabilità, asciugatura rapida, comfort e ammortizzazione. 

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Scopri il resto delle novità in preview a questo LINK.


Makalu, Adrian Ballinger e la prima discesa con gli sci del Gigante Nero

Una data che entra nella storia dello sci himalayano quella del 9 di maggio 2022, giorno in cui Adrian Ballinger ha portato a termine la prima discesa integrale del Makalu, quota 8463 m.

Makalu, Il Gigante Nero, di neve e roccia, la cui cresta sommitale demarca il confine tra il Nepal e il Tibet, il tutto a meno di 20 km dall’Everest. La quinta montagna più alta del mondo, considerata dagli alpinisti uno degli ottomila più difficili da salire per la complessa logistica ed il per nulla semplice avvicinamento. Un obiettivo ambizioso per Adrian Ballinger, Guida alpina e sciatore di alto livello con all'attivo diverse imprese nella catena himalayana, che già nel 2012 e nel 2015 aveva tentato la discesa senza però ottenere successo a causa delle cattive condizioni.

https://www.youtube.com/watch?v=cKKU2S93C7g&t=277s

Il tentativo di discesa di Emily Harrington e Adrian Ballinger nel 2015

Il team composto da Ballinger, Dorji Sonam Sherpa e Pasang Sherpa è stato il primo a raggiungere la vetta nel 2022, lunedì mattina alle ore 9.00 in pieno whiteout. «Prima di parlare della discesa con gli sci...parliamo di chi l'ha resa possibile» scrive l'alpinista sui suoi canali social, ringraziando infinitamente i compagni senza i quali raggiungere la cima sarebbe stato impossibile. «Dai 7900 metri in su abbiamo battuto traccia, loro due trasportando 300 metri di corde fisse. Quando abbiamo raggiunto la cresta sommitale Dorji ha preso il comando su un terreno tecnico, difficile e poco proteggibile. Infine, si sono offerti di portare giù parte della mia attrezzatura in modo da consentirmi di sciare per tutti gli oltre 2400 metri di dislivello senza avere sulle spalle uno zaino enorme» continua Ballinger, ricordando come Dorji Sonam Sherpa fosse con lui anche nella spedizione al Manaslu nel 2011.

Adrian Ballinger, Dorji Sonam Sherpa e Pasang Sherpa

«Lo sci è sempre stata una delle mie più profonde passioni fin da quando ero bambino. La carriera da alpinista di alta quota mi ha poi portato a scalare diversi 8'000, fondere insieme sci e alpinismo è stato un processo naturale». Adrian è Guida IFMGA e CEO fondatore di Alpenglowe Expeditions, gruppo di Guide certificate che organizza spedizioni in tutto il globo e che utilizza tecniche avanzate di workout in camere iperbariche per ottimizzare le tempistiche di acclimatamento.

«La discesa è stata quasi completamente verticale e su terreno duro. Le curve buone erano su neve, quelle brutte su ghiaccio e roccia» racconta lo sciatore estremo, che confessa anche di aver dato fondo a tutti i «trucchi e stratagemmi» imparati negli anni di esperienza. Ballinger sottolinea, rivolto a «chi ci tiene e per chi vorrà fare una discesa migliore e più pulita in futuro», di avere iniziato la discesa 15 metri sotto la vetta, scelta dettata dalle «scarse condizioni di visibilità e dalla presenza di altri alpinisti». L'alpinista dichiara di aver tolto gli sci una sola volta per calarsi con una doppia di 60 metri lungo il French Couloir, a quota 8070m, e di aver utilizzato corde fisse come supporto nei tratti più critici e pericolosi. «È stato divertente sciare di fronte alle facce incredule degli oltre 25 sherpa e scalatori che risalivano le fisse mentre io scendevo, nei loro occhi si leggeva un'espressione del tipo 'questo è pazzo'!». 

In qualsiasi caso, 15 metri sotto la vetta, con l'ausilio di corde dove necessario, lo zaino leggero e chi più ne ha più ne metta, Ballinger è riuscito in un'impresa unica nel suo genere che non può ricevere altro se non rispetto ed ammirazione: «It wasn't good skiing, but it was a great skiing», conclude Adrian, e noi non aggiungiamo altro.

@Adrian Ballinger
@Adrian Ballinger
@Adrian Ballinger

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Con il successo sul Makalu rimane una sola vetta tra i 14 ottomila ancora inviolata dalle lamine di uno sci: gli 8'586 metri del Kanchenjunga. Chissà se le nuove tecnologie, gli allenamenti mirati ed il continuo spostamento dell'asticella oltre il limite permetteranno a qualcuno di portare a termine l'impresa.

 


AKU Dolomiti Hike & Bike quota 1082

A San Tomaso Agordino (BL) il 2-3 luglio 2022 si terrà il primo raduno Hike & Bike by AKU, un evento dedicato alla felice convivenza tra e-Bike ed escursionismo a piedi. Due giorni di esperienze, incontri, musica e sapori tra le montagne più belle del mondo.

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@AKU

AKU ha ideato Dolomiti Hike&Bike, il primo raduno di escursionismo a piedi e con l’utilizzo della bicicletta a pedalata assistita sulle Dolomiti bellunesi. Dal 2 al 3 luglio, due giorni di escursioni libere e guidate, incontri, musica e gastronomia a San Tomaso Agordino (BL) nell’incomparabile scenario dolomitico dominato dalla maestosa parete del Civetta, dalle Pale di San Lucano e dal Sasso Bianco.
Una manifestazione che si propone come punto di incontro e di condivisione fra l’escursionista tradizionale e il moderno e-biker. Un’occasione di confronto anche per discutere su come far convivere due attività solo apparentemente in contrasto e che possono trovare invece una felice convivenza attraverso un approccio responsabile all’esperienza di contatto con la montagna.

Il programma ed il modulo di iscrizione saranno pubblicati nelle prossime settimane sul sito www.aku.it .