Abbiamo chiesto agli atleti del Team Vibram come si stanno allenando

Poco più di una settimana alla The North Face UTMB, gara cult che la scorsa edizione ha visto la presenza di 2369 concorrenti, di cui 186 donne. Solo 1133 partecipanti, meno della metà, ha tagliato il traguardo, a sottolineare la complessità e le difficoltà di una gara che è sempre più amata dai professionisti della specialità. Come ci si prepara? Sia per durata che tipologia di percorso (166 km, 9500 m D+, 7% asfalto ,15% sterrato, 78% sentieri) che per imprevedibili condizioni meteo come vento, pioggia, gelo, la gara mette a dura prova il fisico dei partecipanti e la loro tenuta. Abbiamo voluto saperne di più e abbiamo coinvolto in una serie di domande specifiche il Trailrunning  Team Vibram, per capire come ‘atleti non atleti’, gente comune,  come sottolinea la filosofia del loro gruppo ‘ordinary people being extraordinary si sta preparando.


COME TI ALLENI PER L’UTMB?
«Per una gara simile bisogna aver già acquisito una notevole capacità di ‘fondo’ – dice 
Beppe Marazzi quindi tanti chilometri già fatti negli anni. Io mi sto allenando per ‘situazioni’ particolari, con allenamenti mirati a riprodurle: uscite di notte, corse a stomaco pieno, sotto la pioggia. Percorro fra gli 80 e i 130 chilometri per settimana, curando la qualità, correndo spesso a ritmi sostenuti». Diverso l’approccio di Francesca Canepa: «Come allenamenti lunghi ci sono le gare, alle quali partecipo ogni due settimane. Svolgo quindi allenamenti di circa un’ora, al mattino salvo quando ho la fortuna di condividere un percorso con Renato Jorioz, il mio coach; allora possiamo spingerci fino a tre ore percorrendo 20-25 km».
«Rientrato dall’Argentina non ho ancora trovato un lavoro – risponde Nicola Bassi – situazione che agevola la pianificazione degli allenamenti: 15-25 km  per tre volte la settimana, su terreno sterrato e ondulato, e anche qualche classica salita alpinistica. Il tutto alternato con uscite in bici da un centinaio di chilometri e forse qualche uscita di notte». Per Sébastian Nain «un grande mese di luglio in termini di chilometri e dislivello, sia a piedi che in bicicletta, con quattro giorni di allenamento su Chamonix: 170 km/D+11.000, ai quali si è aggiunta una grande uscita sulla Sky Race Les  Ecrins (48 km/D+3100, diciannovesimo posto) giusto per far fiato». E per agosto? Sébastian si è allenato nell’Aixoise, a un’ora dagli Ecrins, dal Champsaur e dal Ventoux, con partenze di una o due giornate per fare piccoli blocchi di allenamenti  in montagna: 5-6 ore per giorno.
«Ora sono in vacanza – confessa Ronald Moalic – quindi provo ad affrontare percorsi  semplici. Cerco di migliorare le mie velocità e le mie uscite in bici. Sicuramente farò qualche allenamento più lungo e corposo,  in montagna, in corsa rando, anche per verificare le mie performance in certe situazioni».
David Gatti si è infortunato ai primi di maggio e non ha potuto allenarsi sino a fine giugno «quindi la mia preparazione rischia di essere inadeguata. I miei  percorsi in luglio hanno registrato  fra i 10 e i 15 km per settimana, con 3000/5000 metri di dislivello; non il massimo, insomma».

TI ALLENI DA SOLO O CON QUALCUNO?


Tutti gli atleti si allenano da soli, e le ragioni sono evidenti: gli impegni di ognuno, gli orari, ma soprattutto le diverse finalità dell’allenamento. A nessuno fa piacere dover
limitare o stressare i ritmi della corsa in funzione del compagno di giornata. 
Fanno eccezione, in minima parte, Francesca Canepa che a volte condivide l’uscita con il suo coach, Renato Jorioz, e Ronan Moalic che non esclude uscite con i compagni occasionali, pastori, montanari, guardiani di rifugi. 

QUANDO TI ALLENI?
Beppe Marazzi cerca dei compromessi accettabili, la pausa pranzo è un’opportunità per fare 30 minuti a ritmo veloce. A questo aggiunge un’uscita serale un paio di volte la settimana e le gare durante i week-end. Se non ci sono gare, uscite lunghe in montagna, per 4-5 ore. Francesca Canepa  è mamma, quindi preferisce l’allenamento al mattino «così riesco a conciliare la gestione  dei bambini». Questo fatto comporta che non si allontani mai troppo da casa e che i percorsi siano brevi. Non avendo ancora trovato un lavoro Nicola Bassi è il più agevolato fra i componenti del Trailrunning Team Vibram. Quindi molto tempo a disposizione per crearsi e gestirsi le sue uscite a piedi o in bici. Sébastien Nain è pompiere del reparto nucleare e lavora con un ciclo di 24 ore di guardia e 48 di riposo. ”Provo a scaglionare i miei allenamenti durante la settimana Impegnandomi di meno durante il week end per passare del tempo con i figli e mia moglie, cercando di lasciarle spazio per i suoi allenamenti di thriatlon». Per Ronald Moalic, chirurgo, in una settimana tipo è difficile allenarsi più di 3 o 4 volte; proprio per questo preferisce due uscite di un’ora, un’ora e mezza anziché una di 3-4 ore. Naturalmente tutto il mese di agosto è un’abbuffata di allenamenti. Il mattino presto o la sera tardi sono i momenti in cui David Gatti, Responsabile del mercato professionale per Polartec, ruba il tempo per allenarsi. A questi periodi pre-post lavoro aggiunge il fine settimana.

COM’E’ LA TUA ALIMENTAZIONE DURANTE L’UTMB?
«Inserirò in modo più calcolato gli zuccheri, con l’assunzione programmata di gel e barrette – prevede Beppe Marazzi – ma ho verificato che non mi bastano e mi danno nausea. Quindi, nei ristori principali, assumerò cibi salati e caldi (pasta, brodo e zuppe)».
«Di base cercherò di marciare il più possibile a zuccheri liquidi, gel e bevande – prevede Francesca Canepa – poi l’assistenza personale del mio coach ai punti ristoro mi farà decidere se integrare con  yogurt o pizza od altro ancora. A mio parere è importante, nei momenti di estrema fatica, poter contare su qualche ‘cibo coccola’ che hai davvero 
voglia di mangiare». «Frutta secca: noci, albicocche, uvetta, qualche banana e alcuni gel». Quest0 il menu di Nicola Bassi, in parte testato alla Lavaredo. «L’UTMB è decisamente più lunga e impegnativa, ma un corretto incremento di questi elementi non dovrebbe crearmi grossi problemi».
«Ḕ un segreto – scherza Sébastien Nain – grazie a Vibram posso prevedere e portare quello che veramente desidero mangiare: un pezzo di formaggio, dell’acqua St Yorre e così via. Il fatto di essere seguiti ai ristori cambierà molte cose e aumenterà il nostro comfort». Ḕ la mia prima UTMB e non sono un professionista – sottolinea Ronan Moalic – ma
ho capito che bisogna variare molto, zuccherato e salato, sperando di non soffrire troppo per questa sensazione di disgusto che può arrivare dopo qualche ora di gara.  Vedremo, sarà una ulteriore scoperta di sé e della montagna». Per David Gatti è tutto da imparare, perché si considera il meno esperto di tutti: «Faccio affidamento sui consigli di tutto il team, non ho ancora le idee chiare e non ho ancora deciso come procedere. Ma sono sicuro che avrò buoni consigli».