Il mea culpa del campione catalano
Dal suo blog Kilian Jornet racconta l’accaduto di ieri sera, quando è stato recuperato sullo sperone Frendo della parete nord dell’Aiguille du Midi dai soccorritori del PGHM di Chamonix.
UNA VIA GIA’ FATTA – ‘L’8 settembre stavo scalando una via di montagna sul versante nord dell’Aiguille du Midi (Francia), chiamato sperone Frendo. Un itinerario che avevo fatto in precedenza con materiale leggero. I tempi erano calcolati con margine rispetto alle previsioni e stavamo andando come previsto. Sull’ultimo risalto abbiamo perso tempo seguendo un percorso sbagliato e abbiamo poi cercato di ritornare su quello giusto. Così non abbiamo avuto il tempo di uscire dalla via prima che il maltempo arrivasse. Eravamo equipaggiati con le attrezzature necessarie per l’arrampicata (roccia e ghiaccio). Sono stato miope nel pensare che le temperature sarebbero state più calde e non ho preso abbastanza abbigliamento.
IL MALTEMPO – A 50 metri dalla cima dell’Aiguille du Midi, vedendo che il tempo peggiorava rapidamente e che continuare avrebbe potuto mettere in pericolo il mio compagno, ho deciso di chiamare il PGHM (il Corpo di soccorso in alta montagna). Sono loro che ci hanno fatto uscire sulla parte superiore dell’Aiguille, preoccupati per il freddo. Colgo l’occasione per ringraziare come sempre il lavoro professionale ed efficace dei soccorritori in montagna.
LA LEZIONE – Questo è l’avvertimento che la montagna è dura, e anche se si sta attenti è pericolosa. Noi dobbiamo essere umili perché è stata colpa nostra, e soprattutto quando si è più leggeri lo si paga caro. Dobbiamo accettare ed essere consapevoli dei rischi che vogliamo prendere, individualmente e con le persone che ci accompagnano, a seconda delle nostre capacità personali fisiche, tecniche e della nostra esperienza’.
Aggiornamento articolo
LE ULTIME DICHIARAZIONI – Il 9 settembre Kilian Jornet sempre dal suo Blog ritorna sull’accaduto a fronte delle molte informazioni uscite nei giorni successivi alla vicenda. Kilian specifica che aveva già fatto due volte lo stesso itinerario in solitaria. Specifica anche che lui e la compagna non erano ptivi di materiale tecnico besi avevano con se una corda di 60 m, un set di friends, cunei d’arrampicata, due picozze a testa, ramponi e chiodi da ghiaccio. La loro escursione è partita alle 8:30 del mattino e si è interrotta a 50 matri dalla vetta. I soccorsi sono arrivati dopo 4 ore calandosi in corda doppia per i 50 metri rimanenti.