La visione del manager sul presente e futuro della disciplina

Fred Bousseau, riferimento indiscusso della rivista francese Trail Endurance Mag, alla vigilia dei Templier ha intervistato Olivier Gui, manager del Team Adidas nonché consulente per la Federazione d’Atletica Francese (FFA).  Ne sono usciti spunti interessanti sulla sua visione attuale e futura del trail running con riflessi di non poco conto nell’ambito più prettamente politico della questione. Le questioni principali, la Federazione, i team commerciali, i media non di settore, il livello crescente con la necessità di programmazione da parte degli atleti e l’antidoping.

STAGIONE POSITIVA – Per Olivier Gui la stagione che è ormai alle porte, l’ottava  nel trail running per il marchio tedesco, è stata estremamente positiva. Parla dei tanti successi conseguiti, partendo dall’Eco Trail de Paris passando poi per la 6000D e il campionato francese di Gap, dalla prima vittoria di Aurélien Dunand-Pallaz alla più recente di Gilles Guichard. 

IAAF (IAU & WMRA), FFA , ITRA E SKYRUNNING –  Bousseau viene quasi subito al dunque chiedendo a Gui se la varietà delle istituzioni presenti non possa costituire un danno per lo sport in questione. Gui risponde che il settore è ancora in evoluzione e che le verità di oggi non è detto che siano talia in futuro. Li vede come attori differenti nel legittimo tentativo di spartirsi la torta. Sostiene anche che, nonostante ci sia chi pensa di avere la corsa più bella del mondo nel più bel luogo del mondo e chi crede che la qualità di un corsa debba essere misurata esclusivamente in termini d’altitudine, il trail è giusto che sia praticato ovunque, su tutto il territorio francese e all’estero, dove tutti possono trovare qualcosa.

FEDERAZIONI. TEAM E MEDIA – Gui ritiene che la federazione internazionale dovrebbe rendersi conto rapidamente che è necessario organizzare un campionato del mondo “vero e degno di questo nome”. Aggiunge anche che il compito delle federazioni nazionali deve essere quello di lavorare sulle selezioni per consentire lo svolgimento di manifestazioni di alto livello.  Se la disciplina non sarà strutturata, per Gui difficilmente i media non prettamente di settore si avvicineranno. Non crede infine che possa essere un’icona isolata che possa dare credibilità a questo sport.  

IL FUTURO, TEAM E PROGRAMMAZIONE – Alla domanda di come si immaginerà il trail running nel 202°, Gui sostiene che le gare da sogno organizzate all’altezza, saranno quelle più seguite in un tempo molto breve, così come avviene per le grandi corse su strada. Si augura anche che la federazione integri il concetto di Team che attualmente sono gli attori che investono maggiormente nel settore. Gil  sostiene anche che la performance sarà ulteriormente migliorata richiedendo agli atleti di orientare meglio i loro obiettivi perché con un livello maggiore non potranno essere al top per tutto l’anno. La sua speranza è che gli atleti sappiano preservare la loro salute, accettando l’idea che un normale essere umano non può correre per lunghe distanze ogni fine settimana. E infine, si augura che l’anti doping per gli atleti di tutti i livelli sia intensificato per garantire l’equità.

QUI l’intervista completa di Fred Bousseau