Record sul Monte Bianco: la versione di Matheo
Il racconto della giornata con Kilian fino alla caduta nel crepaccio
Ecco il racconto 'from inside' del grande giorno di Kilian con il momento della caduta di Mathéo sopra la Jonction, che è il postaccio dove si rischia maggiormente sui ponti di neve tra i seracchi spaccati dalla pressione dei due ghiacciai che lì si uniscono.
IL CREPACCIO - Proprio su quello dei Bossons, Mathéo è scivolato cadendo in un crepaccio profondo circa sei metri. Kilian e un operatore video l'hanno aiutato a venirne fuori, ma una gamba risultava troppo dolorante per proseguire velocemente. Mathéo era ormai in sicurezza e autonomo, e avrebbe proseguito da solo.
Per Kilian allora ultima parte di discesa a rotta di collo per riuscire a restare comunque sotto le fatidiche 5 ore!
DAL BLOG DI MATHÉO - «Oggi siamo partiti con Kilian alla 4.50 dalla chiesa di Chamonix con l'obbiettivo di andare in cima al Bianco e tornare in meno di 5 ore. Sul tragitto: Tunnel, vecchia stazione di monte della teleferica, Grands Mulets, i due Plateau, la cresta delle Bosses. Ritorno sulla stessa via.
In 1h 50' abbiamo raggiunto i Grands Mulets, in 3 ore la Vallot, la cima in 3h 30' circa, poi giù per raggiungere i Grands Mulets in mezz'ora e restare entro l'ora per la chiesa di Chamonix.
Purtroppo la mia caduta alla Jonction ha costretto Kiki a continuare da solo fino a Cham per l'ultima mezz'ora. Fortunatamente più paura che male. In ogni caso sono molto contento per il mio amico, che ha realizzato il suo obbiettivo in 4h 57'.
Ho davvero passato un grande giorno in montagna, con persone incredibili che apprezzo tanto. Vi ringrazio!
La discesa dalle Bosses rimarrà a lungo tra i miei ricordi. Veramente un gran divertimento tutta in scivolata! Un saluto a tutti, e buon divertimento!
Aspettate il prossimo episodio al Cervino per una nuova avventura…»
IN CORDATA - Intanto guardate la foto, dall'account Facebook di Kilian: stanno correndo con la corda secondo criteri alpinistici come Kilian dichiara di voler affrontare 'Summits of my life'.
Il tempo del 1990 era stato stabilito in 'solo', senza corda, suscitando polemiche e prese di posizione delle istituzioni locali. A parte questo aspetto etico, la corda influisce negativamente sulla prestazione eppure Kilian & Mathèo l'hanno usata. E soprattutto, come racconta Mathéo, la corda è servita!
Le gite skialp fuori stagione continuano
Non solo alta quota per chi vuol fare 'il giro'
Fare 'il giro' vuol dire sciare almeno una volta al mese per tutto l'anno, sulle quattro stagioni. Il gioco è sempre stato relativamente facile, bastava prendere una funivia e farsi la pellatina sui ghiacciai dello sci estivo, sul Bianco o sul Rosa. Ma è anche un po' banale, e alla lunga noioso.
Invece questo 2013 particolare sta mantenendo in condizioni perfette anche alcuni itinerari classici della stagione avanzata. In molti casi sono in condizioni migliori rispetto a quelli stagionali di certe annate sfortunate.
'Il giro' 2013 ha molto più appeal!
QUOTE CLASSICHE - E' il caso dei 4000 del Vallese, che sono stati più accessibili in queste ultime due settimane che durante la stagione tradizionale condizionata da maltempo pressoché continuo. Rimpfitschorn, Stralhorn e Allalinhorn ricevono visite continue sci e pelli ai piedi. La Britanniahutte è ancora circondata dalla neve.
Tra l'altro, su queste cime ambìte dai collezionisti di 4000 gli ultimi sciatori si incrociano con le cordate di pedonatori, maggioritarie, dando luogo a confronti imbarazzanti tra l'efficacia degli sci e l'infinita lentezza dei ramponi.
Sono ancora più che accettabili i brevi tratti a piedi e sci sullo zaino per la maggior parte degli itinerari dai passi svizzeri, anzi in molti casi si parte sci ai piedi dall'auto. Il Nufenenpass resta la zona più nevosa in partenza, per Galenstock e ghiacciaio del Rodano vengono previste ancora una o due settimane di sciabilità 100%; anche per il Gross Muttenhorn ancora due o tre settimane dai 2500 metri della sterrata dal Furkapass, e una settimana almeno per Fibbia e Lucendro dal San Gottardo.
Agli sgoccioli invece la situazione della neve al Gavia, come nel bacino dell'Albigna nonostante l'arroccamento di 800 metri in funivia. Ormai si spalla oltre la mezz'ora e, anche se in altri anni ci si sarebbe sobbarcati di molto peggio, questa volta c'è di meglio. Al Gran Paradiso la neve inizia 20' dopo il Vittorio Emanuele.
ALTA QUOTA - Naturalmente sono in ottime condizioni gli itinerari sciistici al Monte Bianco e satelliti. Viene consigliato il classico percorso dai Grand Mulets al Bianco e al Maudit, tutto sci ai piedi dalla Jonction. La Nord del Bianco è molto percorsa e nei giorni scorsi Cristophe Profit è sceso con una decina di altri sciatori per una linea spettacolare tra grandi seracchi a centro parete.
Il Tacul sarebbe una bellissima opzione dal Torino con la discesa fin sotto la Vierge, e non solo dall'Aiguille du Midi. Risalire poi al Torino con gli sci è un attimo.
Sci ai piedi anche dalla funivia dell'Indren per gli itinerari classici ai 4000 del Monte Rosa sopra i rifugi Mantova e Gnifetti: Vincent, Parrot, Gnifetti, Ludwigshohe, Corno Nero sono tutti facilmente concatenabili in giornata.
Versante Zermatt: la Monterosahutte si raggiunge a piedi (poca la differenza con la stagione normale in cui si calzano 30' più in basso, attraversando il Gornergletscher se va bene). Sci ai piedi proprio dal rifugio e condizioni eccezionali in quota per tutti gli itinerari, da Nordend e Dufour via Silbersattel, e per le traversate sopra il Grenzgletscher a Polluce, Castore, Lyskamm. Ovest del Castore innevata.
Grande record di Kilian sul Monte Bianco
Dopo 23 anni cade il tempo di Gobet Cham-Mont Blanc-Cham
Da Chamonix alla cima del Monte Bianco e ritorno in meno di cinque ore. Nuovo, fantastico record di Kilian Jornet che ha firmato l'impresa in quattro ore e 57 minuti.
Kilian sale così un altro gradino di 'Summits of my life', il suo super progetto.
Partenza con Mathéo Jacquemoud questa mattina alle 4.30 dalla Église Saint-Michel, la chiesa nel centro di Chamonix convenzionale starting point per questi tentativi, ascesa al Bianco, e arrivo ancora alla Église Saint-Michel. Ma in solitaria per Kilian dopo che Mathéo, probabilmente per una caduta, è rimasto attardato. Dato che Kilian lo ringrazia via tweet e non aggiunge altro, lo diamo sano e salvo. Anzi, notizie non verificabili lo danno a sua volta a Cham ma senza record.
I TEMPI DI RIFERIMENTO - Il precedente record apparteneva allo svizzero Pierre-André Gobet, che il 21 luglio 1990 corse in 5 ore 10 minuti e 14 secondi. All'epoca il tempo fu facilitato da condizioni molto particolari che gli permisero lunghi tratti in scivolata sulla schiena. Numerosi assalti al tempo sono andati a vuoto.
Mathéo Jacquemoud mantiene invece il record Chamonix-Mont Blanc-Chamonix sugli sci realizzato nel maggio 2013 quando aveva impiegato cinque ore e 5 minuti, battendo di 10 minuti il precedente record di Stéphane Brosse e Pierre Gignoux del 2003.
IL PERCORSO DI OGGI - Per la parte bassa i due hanno usato la salita invernale, la normale sciistica. Dal centro di Chamonix Kilian & Mathéo si sono diretti verso il tunnel per poi raddrizzare la salita verso la Jonction e il successivo rifugio dei Grand Mulets.
Successivamente sono passati per il Petit Plateau, che oggi si aggira dall'alto mentre nel 1990 si attraversava senza deviazioni con un sicuro risparmio di tempo, ma difficilmente stimabile. Poi il Grand Plateau, la Vallot e la cresta delle Bossés, in perfette condizioni in questi giorni in cui salgono in vetta a centinaia dalla normale del Gouter. Ritorno per la stessa strada, mentre con gli sci si scende per la Nord.
Si tratta di circa 3800 metri positivi ed altrettanti in discesa, con notevole sviluppo e al 75% circa su neve. Si attraversano zone molto rischiose come alla Jonction e soprattutto al Petit Plateau, teatro di ripetute tragedie dovute al crollo dei seracchi che lo sovrastano. Anche i pendìi di raccordo sono attraversati da crepacci.
Un altro elemento di cui tener conto è la quota: la cima del Bianco è a 4810 metri sul livello del mare e va quindi considerato praticamente un 5000, più che un 4000, nel valutare l'impegno.
Alcune voci oggi davano il nuovo tempo a 4h 47', poi Kilian ha twittato 4h 57'.
E allora aspettiamo di goderci il suo move quando lo pubblicherà!
Domenica il tentativo Genova - Monte Bianco
Definita la data del progetto di Nico Valsesia
Il tentativo di record da Genova alla vetta del monte Bianco prenderà il via nel pomeriggio di domenica 14 luglio. In base alle tabelle di marcia ipotizzate, Nico Valsesia dovrebbe attaccare la via normale italiana al Monte Bianco dal lago Combal, in Val Veny, nell’intorno delle 4:00 di lunedì mattina. L’assistenza in quota sarà coadiuvata dall’atleta Denis Trento.
Dopo gli ultimi mesi trascorsi a rifinire la preparazione in bici, nell’ultimo mese il lavoro dell’atleta piemontese si è intensificato anche per la parte alpinistica. Dopo svariate uscite nel gruppo del Rosa e del Gran Paradiso, venerdì scorso è stata la volta del Monte Bianco, risalito dalla stessa via che verrà percorsa durante il tentativo di record. Una prova generale per valutare al meglio l’equipaggiamento, le condizioni del percorso e l’affiatamento con lo stesso Denis Trento.
I riferimenti cronometrici ufficiali sono le 23 ore di Marino Giacometti nel 1997 e le 18h50’ di Andrea Daprai nel 2008. Il record verrà omologato da un cronometrista ufficiale della Federazione Italianiana Cronometristi. L'intero tratto prevede una distanza complessiva di circa 320 km e 5.500 m D+.
Ski-alper sarà presente durante il tentativo di record con aggiornamenti in diretta dal rifugio Gonnella.
Dal Monte Rosa a 13 metri sotto il mare
La staffetta dal Cristo delle Vette al Cristo degli Abissi
Il fascino del Monte Rosa, la passione per lo sport: non mancheranno certo gli spunti a Gressoney-La-Trinité, che il 16 luglio vedrà Gianluca Genoni, pluricampione mondiale di immersione in apnea, tra i protagonisti della traversata al 'Cristo delle Vette', sul Balmenhorn a quota 4200m.
LE FASI DELLA STAFFETTA - Il concatenamento proseguirà insieme ad altri atleti fino al 'Cristo degli Abissi' nella baia di San Fruttuoso, in Liguria, a 13m di profondità. Un’esperienza unica, che saprà unire la bellezza e la maestosità della montagna alle profondità degli abissi, in una prova a staffetta che prevede canoa, alpinismo, ciclismo ed apnea: ad affiancare Genoni in questa prova ci saranno i professionisti di specialità, come Elia Luini (canoa), Stefano Zanini ( ciclismo), Lucio Trucco (alpinismo), ma anche atleti amatoriali.
UNA DIMOSTRAZIONE DI MOBILITÀ SOSTENIBILE - L’obiettivo del progetto è promuovere la mobilità sostenibile attraverso la collaborazione e la sussidiarietà nelle varie discipline, dimostrando che i limiti di ognuno di noi sono solo mentali e che la possibilità di un mondo più sostenibile è alla portata di tutti. L'intero ricavato della manifestazione verrà devoluto alle associazioni delle città di Busto Arsizio e Rapallo.
Il conto alla rovescia è iniziato.
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Skialp a luglio con la neve di aprile
Ecco le zone dove si scia ancora bene. Anzi, benissimo.
Le temperature si sono alzate solo negli ultimi giorni e restano ancora molto gradevoli in montagna. Ma nei giorni precedenti lo scorso week end la neve è scesa fin sotto i 2000 metri, specialmente nel Nord Est. E' rimasta un po' più alta altrove, ma in quota tutti hanno trovato neve nuova fredda, perlomeno in salita. Tutti hanno segnalato condizioni tardo primaverili in discesa.
Nel gruppo del Bianco sabato sono caduti circa 50 centimetri di neve oltre i 3000 metri, e per qualche giorno persistevano condizioni proibitive di freddo e vento per la vetta. Poi sono ripartite le cordate per la cima, ed ora la salita dai Trois Mont Blanc è tracciatissima ed in ottime condizioni. Si passa facilmente la terminale per il Tacul e anche il breve tratto ripido per il Col du Mont Maudit è elementare.
Avviso ai naviganti senza sci: è aperto il nuovo rifugio del Gouter e il vecchio è stato chiuso. Nuova regola: chi sale senza prenotazione paga 90.00€, niente cena, e dorme sul pavimento. I furbi sono avvisati…ma come faranno quelli che escono tardi dalle vie lunghe, o in difficoltà?
Grande traffico sulle cime del Rosa Vincent, Parrot, Gnifetti e innevamento addirittura migliorato, con discese in neve polverosa nel week end. Con gli sci fino alla funivia dell'Indren.
Ha nevicato anche in Presanella, quindi la normale sciistica resta in ottime condizioni da pochi minuti dopo il Denza.
Dal Passo Gavia si portano gli sci pochi minuti, poi via libera per Tresero, San Matteo, Dosegù, anche se in Val Dosegù la neve si assottiglia.
In Svizzera il Grand Combin è in condizioni tardo primaverili e firn prevalente. Si mettono gli sci a circa 2400 metri nel vallone sotto la Panossiere, e l' innevamento è continuo dal rifugio. Molta neve in quota, un po' di ghiaccio affiorante sopra il Couloir du Gardien.
Il Fletschorn è sciabile praticamente dall'auto sul versante Gruebugletscher. Traffico sulla Nord Est in salita, e ormai un po' meno in discesa. La neve quasi invernale dei temporali serali è uno strato sottile che appoggia su neve molto dura e rigelata dopo le scaldate del sole di luglio. È però ancora sciabile la Nord Est del Sengchuppa su Rossboden e quindi Simplon Dorf, chiudendo così l'anello versante Sempione.
Molto gettonate le gite sui 4000 del Vallese dalla Britanniahutte sopra Saas Fee, comodamente raggiungibile con l'impianto. Su Strahlhorn, Rimpfitschorn e Allalinhorn si è sciato su 30 centimetri di neve quasi invernale, e al ritorno si risale alla Britannia ancora sci ai piedi!
Dal Nufenenpass si parte ancora con gli sci da 1950 metri sul versante Nord per il Blinnenhorn 3373, per la Punta dei Camosci, e viene segnalato innevamento per almeno altre due settimane dal lago di Gries. Arbola ben innevata e tracciata.
Ottime condizioni anche sulle classiche dei passi svizzeri dal Belvedere sopra Gletsch. Al Sustenhorn sono saliti a decine.
Kilian e Matheo ancora in cima al Monte Bianco
Troppa neve, niente record, ma non finisce qui
Dopo il week end dedicato al Vertical al Brevent e alla Mont Blanc Marathon di Chamonix, oggi Kilian Jornet & Mathéo Jacquemoud hanno fatto una puntatina in cima al Monte Bianco.
NIENTE RECORD...PER OGGI - Tentativo di record rimandato per la troppa neve.
Kilian ha twittato verso le 15.50: «Primo tentativo di record al Monte Bianco con Mathéo! Buone condizioni e salita veloce ma molta neve sulla discesa! percorso da preparare di più ; ) »
...ecco, potrebbero fare ancora un po' di su e giù dal Bianco nei prossimi giorni, così battono bene la Nord...
IL TEMPO DI MATHÉO - Per ora il record di 5h 06' dalla piazza di Cham e ritorno appartiene a Mathéo che l'ha stabilito individualmente lo scorso 14 maggio, quasi dispiacendosene perchè Kilian era impegnato altrove.
Non aveva neppure ritenuto di mediatizzare preventivamente il tentativo, ritenendolo un crono personale. Era stato accompagnato nella prima parte anche da Filippo Beccari.
Le sue dichiarazioni vertevano sul mito di questo record, appartenente a Pierre Gignoux e Stèphane Brosse. Proprio il compianto Stèphane aveva investito Mathéo e Kilian come suoi 'successori designati' al record, invitandoli a realizzarlo insieme. Poco tempo prima Mathéo e Kilian avevano staccato un tempone, forse ancora più impressionante, ma non dalla piazza di Cham. Ed ora eccoli nuovamente in azione insieme.
Clima fresco e neve nuova, si scia ancora bene
Passi svizzeri e impianti al Rosa aperti. Lo skialp non finisce mai
E' in corso una settimana di tempo molto fresco, che in quota ha rigelato il manto duramente provato dall'anticiclone africano della settimana precedente. Anzi, soprattutto nelle Alpi Centrali sono segnalati a macchia di leopardo nuovi depositi di 20-30 centimetri oltre i 2800 metri, conseguenti alle brevi ma intense burrascate dei giorni scorsi. Ecco la situazione generale.
MEDIA QUOTA - Gli itinerari di media quota più gettonati sono stati i soliti di fine stagione…a fine maggio: ma siamo a fine giugno.
- Il Gavia, come punto di partenza per San Matteo, Pedranzini, Cadini, Mantello, quasi esaurisce i posti macchina. La Nord classica del San Matteo è irriconoscibile sulla via classica, sconvolta da spaccature e assestamenti. E' stata salita, e scesa in sci comunque in condizioni non buone, sulla linea alla destra orografica delle rocce.
- Allo Stelvio proseguono le puntate alle tre classiche: Cristallo, ormai più per le paretine Nord e Nord-Est che per la cresta, Punta degli Spiriti e soprattutto cima Tuckett, che permette ancora la discesa fino a pochi minuti di cammino dal Franzenshöhe, l'albergo sul tornante a 2270 metri della strada, versante altoatesino. Per l'Ortles invece bisogna camminare circa 20 minuti a monte del rifugio Borletti, oltre al solito arroccamento di 600 metri.
- Presanella e Muraccia: la strada da Vermiglio per i Pozzi Alti è aperta, quindi si cammina per un'ora sul comodo sentiero per il Denza. Folla sui vari scivoli Nord Est, Faustinelli (delicata in alto per poca neve), ai lati del Seracco. Quest'ultimo è stato salito, descrivendo poi la riduzione del tratto verticale (85°) a circa 10 metri iniziali, seguiti da un paio di tiri su ghiaccio molto ripido oltre i 60°. Ormai si scende in sci solo dalla normale in ottime condizioni (fino a cinque minuti dal Denza) perché sul ripido si sono formate le rigole più i rigoloni centrali, c'è ghiaccio scoperto e la neve è dura. Manto regolare, invece, senza pieghe sulle pendenze sciistiche. Ottime condizioni sui versanti meridionali (Nardis), per gli amanti della ripellata.
- Piemonte: buone condizioni per gli itinerari serviti dalle carrozzabili di servizio alle dighe in quota, come in Valle dell'Orco sopra il lago Serrù e in Piantonetto sopra il Teleccio. 'Portage' più che accettabile, poi sopra è stata forse la zona più nevosa questo inverno.
- I passi svizzeri (Furka, Susten, Grimsel): sono aperti, quindi via libera agli itinerari sopra Gletsch.
ALTA QUOTA - Dal 22 giugno è stata riaperta la funivia per Punta Indren da Gressoney.
- Monte Rosa: rifugi già molto frequentati, ma con la riapertura dell'impianto le cime ridiventano convenienti in giornata per gli sciatori. Segnalati tanta neve in quota e crepacci ben chiusi (ma attenzione, sempre). Da Cervinia si portano gli sci poco più di 200 metri sulla pista del Ventina.
- Vallese: per la zona di Saas Fee bisogna prevedere neve solo da 2500 nei versanti al sole, e poco più in basso sugli altri. Ottime condizioni in quota sui 4000 sciistici classici, ancora convenienti con gli sci piuttosto che a piedi, anche se ormai gli sciatori sono in minoranza.
- Monte Bianco: ancora frequentata la via dai Grand Mulets, però La Jonction è diventata più delicata anche perché di solito si passa tardi. Ponti dubbi, la stanno passando in corda e ramponi. Sulla Nord viene aggirata la parte alta, entrandoci verso 4500 dalla parte Colle della Brenva sopra il Mur de la Cote. Segnalata ancora neve di deposito nei canali sopra il Tunnel fin poco sopra i 2200 metri, per chi volesse allungare il brodo.
Versante italiano: primi approcci dal rifugio Gonella - aperto e gestito dal 14 giugno - e una salita in sci fino al Colle des Aiguilles Grises. Miage sciabile fino a 2100 metri, sulla destra.
I terroristi insanguinano il Nanga Parbat
Sabato uccisi 10 alpinisti in un attacco terroristico al campo base
Non sono giorni facili per l'alpinismo. Dopo la duplice tragedia sul Gran Zebrù, nello scorso fine settimana anche le cime del Pakistan si sono tinte del rosso del sangue. In questo caso purtroppo si tratta di un attacco terroristico che ha colpito sabato scorso il campo base del Nanga Parbat.
L'ATTACCO - Secondo alcune versioni 10 alpinisti e la loro guida pakistana sono stati fatti uscire dalle loro tende da uomini in uniforme e poi uccisi. Il gruppo comprendeva due cinesi, un lituano, un nepalese, due slovacchi, tre ucraini e una persona con doppia cittadinanza cinese e statunitense. Circa dieci portatori nepalesi si sono salvati perché saliti ai campi successivi per attrezzare la via. Altre versioni differiscono leggermente nel numero delle vittime e nelle modalità, e per molte ore la notizia non era neppure verificabile.
EVACUATI TUTTI GLI STRANIERI NELL'AREA - Oggi il governo del Pakistan è intervenuto per condannare l'accaduto e per evacuare dall'area circa 40 altri alpinisti ed escursionisti irlandesi. americani, italiani, nepalesi, danesi, serbi. Tutte le agenzie che avevano organizzato trekking e salite in zona hanno cancellato i loro programmi.
LE RIVENDICAZIONI - Sono giunte due rivendicazioni. Una generica di talebani, e un'altra più credibile da parte di Jandullah. Il loro portavoce, Ahmed Marwat, ha riferito in un messaggio: «Abbiamo attaccato perché i turisti erano infedeli nemici dei musulmani». Il movimento Jandullah non è nuovo ad attacchi terroristici; nel febbraio del 2012 attaccò un pullman nel Kohistan, uccidendo 18 passeggeri sciiti, ma è la prima volta che le loro azioni si spingono in aree in cui il governo pakistano ha sempre cercato di garantire la sicurezza al turismo internazionale.
UNA PRIMA ANALISI - Secondo Luca Calvi, studioso e appassionato di questioni di montagna, «dal Kashmir sono almeno trent'anni che ci si aspetta una sorta di esplosione che in parte ha già mostrato i propri prodromi. Come il Caucaso e come tutte le regioni di frontiera senza una 'identità nazionale riconosciuta', ma con una gran quantità di diatribe etnosacrali e religiose, il Kashmir è da decenni una polveriera, la cui creazione risale allo stesso periodo della creazione di due entità statali oggi conosciute come India e Pakistan. Sono più propenso a credere che la questione vada ascritta alle lotte ricorrenti e cicliche tra India e Pakistan, vedendo piuttosto una escalation in cui le frange estremiste di una società in precarissimo equilibrio tra Shari'a e modernità (Pakistan) hanno gioco facile a creare situazioni di panico che possono portare a danni per l'economia (fuga dei possibili turisti) e, conseguentemente, a facilitare la salita al potere dei potentati dell'antidemocrazia talebana o fondamentalista deteriore.
Non so se le rivendicazioni siano vere o solo uno sciacallaggio a proprio uso di quanto fatto da terzi. La lotta contro l'occidente non è un fine, è solo un mezzo per ottenere il potere ed il predominio nelle zone di confine».
Genova Monte Bianco, primo briefing tecnico
Nico Valsesia in Val Veny con il suo staff
Si è svolto domenica sera a Courmayeur il primo briefing tecninco per il tentativo di record della Genova-Monte Bianco che coinvolgerà l’atleta piemontese Nico Valsesia a metà luglio.
Partito da Genova in bicicletta alle prime ore del mattino, Nico Valsesia è arrivato in Val Veny accompagnato da gran parte del suo staff per quella che è stata una vera e propria prova generale per la parte ciclistica. Come variante, giusto per inserire ulteriore dislivello nell’allenamento, prima la salita al Colle San Carlo e poi quella al Piccolo San Bernardo, per poi di ritornare sul percorso originario che porta in Val Veny. Al suo seguito, anche Morgan Bettacca che ha colto l’occasione per girare le prime riprese video del progetto. Dopo la Race Across America del 2011 e il Salar dello scorso anno in compagnia di Marco Gazzola, questo sarà infatti il terzo progetto sportivo che comporterà anche una produzione video.
Il briefing si è svolto al campeggio Monte Bianco in Località Val Veny Peuterey dove la guida alpina e skyrunner Matteo Pellin ha accolto i partecipanti e offerto consigli preziosi sulla successiva parte alpina, quella che dal lago Combal porta in vetta al Monte Bianco. Fu proprio lo stesso Matteo Pellin che fece assistenza a Marino Giacometti nella parte alpinistica durante il suo record del 1997. L’abbondante strato di neve residuo offre ottime condizioni per la salita in vetta e il tentativo di record per questo motivo potrebbe essere anticipato di una settimana, intorno a metà di luglio.
L'intero percorso prevede un totale di 320 km e 5.200 metri di dislivello postitivo. Attualmente sono registrati due record del percorso; quello “solo” è stato stabilito da Marino Giacometti nel 1997 in 23h00’ e quello in “team” da Andrea Deprai nel 2008 in 18h50’.
Ieri mattina, dopo un allenamento con la compagna di team Stevie Kremer, Nico Valsesia e ritornato a Borgomanero sempre in bicicletta. Il suo programma di allenamento continuerà nei prossimi giorni con particolare focalizzazione sulla parte alpinistica. Domani in programma la salita sul Monte Rosa e a seguire le prime due salite sul Monte Bianco.
La giornata nera del Gran Zebru'
Tragiche coincidenze in due episodi distinti
Due incidenti spaventosi, con alcuni elementi in comune al punto di creare equivoci tra il primo ed il secondo, ed altri così differenti da non permettere di assimilarli, quasi come se fossero accaduti su due montagne differenti.
La prima cordata è caduta verso le 8.30, in discesa, di ritorno sui propri passi dalla cima che aveva raggiunto per la normale. La seconda è caduta dopo le 13.30, sempre scendendo per la normale dalla vetta. L'aveva però raggiunta per la Nord classica, che non è mai una salita per improvvisati dato che il suo accesso resta comunque uno zoccolo marcio piuttosto verticale di IV su misto delicato, miseramente proteggibile.
Dalle notizie raccolte, anche da testimoni oculari che però hanno assistito da lontano (dal rifugio Casati), la dinamica è stata simile per i due incidenti. Difficile dire cosa abbia provocato di preciso la caduta di uno dei rispettivi componenti delle due cordate, che poi hanno trascinato i compagni legati alla stessa corda: inciampo? zoccolo sotto i ramponi? distacco dello spesso strato di neve recente mai perfettamente consolidata con quella vecchia, riconoscibile dai depositi di sabbia e pollini precedenti alle forti precipitazioni di fine maggio?…proprio solo in questi ultimi giorni molti pendìi in zona e ad altitudini simili si sono liberati di quello strato, eccezionale per il periodo ed ora fradicio fino alla base in assenza del rigelo notturno (che invece agiva, fuori stagione, fino a una settimana fa).
Sta di fatto che in entrambi i casi le cordate procedevano di conserva, come sempre si fa su quel pendìo. La conserva resta il modo classico di procedere su tratti lunghi di terreni facili ma pericolosi. Le alternative (tiri di corda, conserva distesa protetta) sono sempre troppo lente e sproporzionate a quel terreno. Non si sa se in questo caso gli alpinisti, nei punti di innesco della caduta, camminassero su ghiaccio o neve, ma in questo secondo caso sarebbe praticamente impossibile proteggersi anche decidendo in tal senso.
I soccorritori hanno parlato di assetto corretto e attrezzatura adeguata da parte delle vittime degli incidenti. Quindi resta quel famoso nodo di cui è sempre difficile parlare perché implica l'ammissione di un bug tecnico che diventa anche etico, che tutti conoscono e su cui tutti preferiscono soprassedere in presenza di non addetti ai lavori: la conserva classica (sprotetta) potrebbe essere abbastanza efficace solo a determinate condizioni e fatta con la massima attenzione. Ma non garantisce nulla. Su lunghi pendìi mediamente ripidi in ghiaccio, o peggio in neve, è sicurezza teorica ma più spesso si trasforma in elemento di rischio. Può essere meglio procedere slegati, e ultimamente è la scelta consigliata 'istituzionalmente', per non trascinare nella caduta anche i compagni di cordata. A condizione di avere il grado, cioè di muoversi con padronanza - tutti - su quel determinato terreno.
Considerazione pragmatica, quest'ultima, ma non così facile da ammettere sotto l'aspetto dell'etica di montagna e di cordata. Meglio uno che tre, certo, ma chi lo racconta a casa di quello che non c'è più? Da queste considerazioni non sono del tutto esenti neppure i professionisti che sanno gestire la conserva alla perfezione e in tutte le sue declinazioni. Restano spesso costretti alla scelta tra un rischio maggiore e uno minore, che sempre rischi rimangono.
Andrebbe fatta un'altra considerazione: sale in montagna molta più gente di una volta. Su tante montagne c'è affollamento anche su vie alpinistiche, dove si procede a tiri. Quando una settimana fa è caduta la valanga del Tacul, da Chamonix sono saliti due elicotteri con 20 soccorritori pur senza aver ricevuto richieste di soccorso. Per fortuna era scesa verso le 8 del mattino, l'orario 'morto': quelli che salivano erano già passati, per quelli di ritorno era ancora presto. Ma alla Gendarmerie si aspettavano il peggio: su quella via normale salgono a centinaia ogni giorno della settimana, e negli scorsi anni si sono registrate proprio lì delle vere e proprie stragi. Così come sotto il Col Maudit, e al Petit Plateau sopra i Grand Mulets…
A poche centinaia di metri dal G.Z. c'è l'Ortles con la sua Nord: una salita in ghiaccio relativamente facile pur essendo una via alpinistica, ma lunga ed espostissima ai pericoli oggettivi cui si si resta sottoposti per ore. Negli ultimi anni, incidenti mortali ogni stagione. Praticamente una roulette russa, eppure ci vanno sempre decine di cordate.
Purtroppo la giornata nera del Gran Zebrù (preceduta qualche anno fa da un'altra simile, e da altri incidenti mortali che hanno coinvolto singolarmente meno alpinisti) non è la prima e non sarà l'ultima, se la frequentazione della montagna continuerà ed aumenterà come prevedibile.
Senza conseguenze la valanga del Mont Blanc du Tacul
Ha spazzato la via normale ma nessuno transitava in quel momento
La famigerata valanga che coinvolge la via normale, stavolta con un fronte di 60 metri, e’ caduta lo scorso venerdì 14 giugno verso le 8.15 sulla parete nord del Mont Blanc du Tacul, sul versante francese del massiccio del Monte Bianco.
LE RICERCHE DELLA GENDARMERIE - Sul posto sono intervenuti due elicotteri del Pghm di Chamonix che hanno trasportato in quota 20 soccorritori e due cani da valanga per sondare il terreno e accertare se qualcuno fosse stato travolto. Nella massa nevosa infatti erano stati segnalati degli sci, che evidentemente erano stati lasciati nell'area da scialpinisti che li avrebbero recuperati al ritorno, dopo aver proseguito con i ramponi. Le operazioni di ricerca si sono chiuse con esito negativo, com'è stato confermato nel corso della successiva conferenza stampa organizzata a Chamonix per illustrare i dettagli dell'intervento compiuto dagli specialisti dalla Gendarmeria.
I PRECEDENTI - Questa specifica valanga è tristemente nota per aver provocato in almeno due occasioni negli ultimi anni delle vere e proprie ecatombi tra i salitori della normale dei Trois Monts Blanc dal Refuge des Cosmiques. Una via facile e iperfrequentata ma altrettanto esposta a pericoli oggettivi, come conferma anche la tragedia dell'estate 2012 sotto il 'gradino' successivo al Col Maudit (9 morti). La valanga del Tacul viene innescata da crolli anche minimi della lunga seraccata di cresta sopra la normale, che spezzano i legami degli accumuli nell'area sottostante, spesso sottovento rispetto alle perturbazioni. Purtroppo stacca con una certa regolarità e, oltre ai gravi incidenti registrati dalle cronache generaliste, ha travolto numerose persone anche in altre occasioni ma senza conseguenze gravi.
VIE NORMALI AL BIANCO IN OTTIME CONDIZIONI - In questi giorni la normale dei 3 Monts è in ottime condizioni e molto frequentata anche da scialpinisti che poi sciano a valle per i Grand Mulets, spesso scendendo la Nord del Monte Bianco. Anche quest'ultima è data in ottime condizioni e ben tracciata.
Artva acceso e gambe in spalla sul Tacul, quindi, perché neanche l'orario e la temperatura garantiscono dalle cadute di seracchi.












