Che stagione è stata?

L'abbiamo chiesto al c.t. Oscar Angeloni

Ha risposto al telefono che stava scalando in bicicletta il Passo Duran e tra un tornante e l'altro ha risposto a qualche domanda.
E' stata un'ottima stagione, ha esordito Oscarone, che ci ha visto protagonisti. Abbiamo conseguito ottimi risultati sia individuali, con vittorie in coppa e ai mondiali, sia di squadra con tantissimi piazzamenti. I nostri giovani sono più che una speranza per il futuro. Antonioli e Boscacci sono già una realtà, tra i cadetti e gli junior abbiamo dei talenti che già si sono messi in mostra. Ora bisognerà lasciarli crescere senza mettere pressione e soprattutto lasciandoli fare il loro percorso.
Il più bel risultato? Aver costruito un bellissimo gruppo. Sono ragazzi fantastici, si lavora con serenità ed armonia. Tra di loro c'è una sana rivalità, ma anche un gran rispetto. Lavorano, faticano, si sacrificano e si aiutano. Per me questo è motivo di orgoglio.
Parliamo del futuro? Ci stiamo lavorando, e posso anticipare che tutti gli elementi saranno confermati. Il gruppo di base è quello. Dovrò valutare Brunod ed in estate comunque sentirò tutti i ragazzi. Quello che mi preme è sentire la disponibilità di tutti, non accetterò part time o condizioni di sorta.
Antonioli e Boscacci passeranno senior? No è giusto che corrano nella loro categoria. Nelle tappe italiane di coppa tra i senior vorrei convocare due atleti in più per premiare chi si sarà distinto durante la stagione. Stessa cosa tra i giovani, è giusto fargli fare esperienza e respirare il clima della squadra.
Hai visto il calendario, cosa ne pensi? Demenziale, ho già comunicato a chi di dovere tutta la mia contrarietà ad un calendario che così strutturato non giova a nessuno. Ma pensa anche ai nostri sponsor che dovranno aspettare febbraio per avere visibilità. Io spero che si possa ancora cambiare, almeno una tappa a gennaio bisognerà inserirla.
Programmi? Con la squadra in autunno vorrei fare almeno due raduni a secco o sulla neve in ghiacciaio durante il week end. Adesso per noi saranno mesi di programmazione, bilanci, e consultazioni.
Un grazie a …. Spero di non dimenticare nessuno, ma vorrei iniziare con Nicola Invernizzi, il Lillo, davvero una persona straordinaria, capace, disponibile, che oltretutto ha fatto un gran lavoro con i giovani. Poi un grazie di cuore e un plauso ai responsabili dei comitati che con pochissime risorse stanno facendo miracoli.
Vogliamo citarli? Clanclini, Basolo, Zanon, Cristille, Nicolini e Romor.
Grazie Oscar, buona pedalata e buon lavoro.
 


Una classica di fine stagione con Alessandro Foti

Il salotto buono di Ski-alper sulla Cima del Carro

Il Vallone del Carro diventa a fine stagione un grande richiamo per gli irriducibili dello ski-alp. Noi della redazione di Ski-alper siamo soliti salire il Ghiacciaio d'Oin per le ultime considerazioni sui materiali e sui personaggi che animeranno la rivista della prossima stagione.
La settimana scorsa era la volta di Yves e Yannich Anselmet, questo sabato quella di Alessandro Foti, importantissimo manager nel mondo bancario e dell'economia, che si difende benissimo nello scialpinismo dove riesce a scaricare lo stress del proprio lavoro e dove trova il sistema per mantenersi in grande forma per meglio affrontare gli impegni che la sua carica gli impone.
Una gita riuscita, di quelle che solo il periodo primaverile possono offrire: neve dura al mattino presto poi via via più morbida sotto l'effetto dei raggi solari. Un itinerario affollato con un primo tratto impegnativo dal Lago del Serrù - la salita del Palo - e poi l'ampio ghiacciaio che porta fino alla vetta della Cima del Carro. Oltre ad Alessandro, che nella prossima stagione sarà un personaggio dello Ski-alp people, anche l'avvocato Saltarelli con i suoi due amici Lorenzo e Vittorio.
Apprezzabile la preparazione di tutto il gruppo, in particolare ci ha colpito la grande padronanza tecnica, sia in salita che in discesa, di Alessandro Foti che molto probabilmente oltre che conoscere alla perfezione i saliscendi dei grafici degli andamenti economici dei suoi gruppi bancari conosce altrettanto bene le virate infilate e le curve saltate…
Per tutto l'arco della salita il gruppo è stato rallegrato dalle simpatiche considerazioni del nostro avvocato che come tale è difficile da zittire.
Dalla Cima del Carro l'attenzione si sposta ora sulla Cima della Basei che di norma sancisce l'ultima uscita dello ski-alp in Canavese.


Yves Anselmet sarà il personaggio «sci ripido»

Simpatica intervista in quota fra Italia e Francia

Il Colle del Carro è situato a 3150 metri e divide la Haute Maurienne dalla Valle dell'Orco, da una parte Ceresole e dall'altra Bonneval. Quale se non questo il teatro di un'intervista esclusiva fra Yves Anselmet e il forte Yannich suo figlio?
E così domenica di buonora eccoci risalire il Vallone del Carro fra gli scialpinisti che vanno alla Cima del Carro per poi deviare a sinistra e affrontare le ripide rampe che portano al colle. Lassù ci aspettano Yves, Yannich e la signora Anselmet.
Simpatia e cordialità, una bottiglia del mio Erbaluce che ha accompagnato formaggio di brebis con pane alle noci. Le domande, i ricordi, le foto di rito.
Abbiamo parlato in francese ma anche in dialetto: la lingua dei vecchi della Maurienne è la stessa delle nostre valli.
Poi la discesa: mi vogliono accompagnare, almeno per trecento metri di dislivello. Il versante è piuttosto ripido già di suo ma dato che abbiamo parlato a lungo di sci ripido scendiamo direttamente sulla linea di massima pendenza. Yves dice che siamo a 45° e qualche valanghetta di neve marcia parte al nostro passaggio.
In basso i saluti e gli amici savoiardi rimettono le pelli e ripartono verso il colle dove li attende la signora Anselmet.
Su uno dei primi numeri della prossima stagione pubblicheremo l'intervista esclusiva con le avventure sul ripido di padre e figlio, entrambi guide e maestri di sci.


Ski-alper 79 in edicola!

Ecco i contenuti

Un numero ricco di proposte per quanto riguarda gli itinerari: dal Pic Blanc de Galibier alla Wildispitze e all'Haute Route svizzera ai quali si aggiunge il diario della traversata della Corsica con tutte le immagini per rendere ancora più esplicativo il non facile itinerario. Lo ski-alp people si occupa questa volta del gruppo della Val di Fiemme, indomiti montanari appassionati di ski-alp. Hans Kammerlander si racconta a Umberto Isman in occasione di una simpatica gita con gli sci.
Le prove materiali prendono in esame alcune novità del settore: il leggerissimo attacco in carbonio di Pierre Gignoux e l'SL dell'Atk.
Seletto prova sulla neve il nuovo Evo della Dynafit.
Molto spazio è stato dedicato alle gare, d'altronde siamo al top della stagione e alla vigilia del Mezzalama con tutte le altre classiche già disputate e di cui offriamo ampi redazionali: dalla Tre Rifugi all'Adamello Ski Raid, dal Tour du Rutor alle Dolomiti del Brenta passando per la Pierra Menta e le altre gare che contano.
Grandi spazi per i nostri lettori, catturati in gara con particolare attenzione a quanti indossano il nostro casco.
Come per ogni ultimo numero di stagione ecco la presentazione delle gare di skyrunning che seguiremo durante l'estate e i calendari di queste discipline così affini allo ski-alp.


Grande concatenamento di Mirko Mezzanotte

Tre cime e due passi in 17 ore

Mirco Mezzanotte noto per le sue doti alpinistiche ed atletiche come il Camoscio del Tesino, (è nato l’11 di febbraio del 1974 e vive a Cinte Tesino) ha realizzato nella giornata di mercoledì  20 aprile una eccezionale impresa ciclistico-alpinistica concatenando tre importanti vette del Trentino orientale, nell’ordine Mirco ha salito la Cima d’Asta 2847mt (nell’omonimo gruppo), la Cima Vezzana 3192mt (Pale di San Martino) e Cima Cece 2754mt (catena del Lagorai);  le cime più elevate dei rispettivi gruppi ed i passi Rolle e Manghen,  partendo da  casa sua a Cinte Tesino, alle ore 24 di martedì e facendovi ritorno mercoledì dopo 17 ore e 50 minuti. Per fare questa cavalcata di 17.250 metri di dislivello, metà 8625 di salita e l’altra metà di discesa, con  165 chilometri fatti in sella alla bicicletta. Sono stati 4012 i metri di salita con gli sci e 4613 quelli in bici.  Mezzanotte, ex campione di sci alpinismo e attuale “grimpeur”,  non è nuovo a imprese di questo genere avendo già effettuato tutto il concatenamento della 106 vette  dolomitiche al di sopra dei 3000 metri con Franco Nicolini nel 2007 e nel 2008, sempre con Nicolini e Diego Giovannini ha realizzato il concatenamento degli 82 “4000” della Alpi. Le motivazioni che hanno spinto il Camoscio del Tesino a compiere questa impresa sono legate alla passione e all’amore per le montagne di casa e la voglia di mantenersi sempre sulla breccia. Infatti, i tempi di Mirco Mezzanotte sono di assoluto rilievo, anche se ha affrontato il concatenamento con lo spirito di fare una prestazione degna di nota, l’ha vissuta come un “viaggio”, una piacevole progressione tra le bellezze del nostro Trentino.
“E’ stato per me un crescendo - dice Mezzanotte - l’ho affrontato senza affanni e con la mente concentrata a salire e scendere le vette, perché sia sulle strade, che sulle montagne si deve stare attenti a quello che si fa, specialmente quando si va di notte. Le mie prime sei ore sono state nella notte, da solo ho valicato l’intero massiccio granitico di cima d’Asta”.
La cronaca di questo concatenamento ce la racconta Mirco:
“Alla mezzanotte di martedì 19 aprile ho preso il vai da Cinte Tesino 851m, dove abito. Sono salito in sella alla mia bicicletta da corsa ed imboccato la strada della Val Malene, arrivato a Malga Sorgazza (1430m) ho lasciato la bici ai miei amici che mi facevano assistenza, mi sono cambiato e sono partito alla volta della Cima d’Asta, “El Zimon”, per noi Tesini. Ho trovato le neve dopo 2,5 km e da lì ho potuto proseguire con sci da alpinismo. La via scelta è stata quella del canalone sul tracciato della famosa gara di sci alpinismo, transitato al rifugio Ottone Brentari e poi per il canalone dei Bassanesi e l’aerea cresta ho raggiunto la vetta di Cima d‘Asta (2847 mt) in un’atmosfera quasi irreale, fatta di luci ed ombre fantastiche (in 2h22’ da Cinte Tesino).  In vetta ho tolto le pelli e iniziato la discesa con qualche timore viste le pendenze, l’oscurità e la neve ghiacciata. Lungo gli Orti di Regana aiutato dalle luce frontale, ho raggiunto località Refavaie, da prima con gli sci, poi a piedi, poiché sotto i 1500 metri non c’è più neve e nell’ultimo tratto in mountain bike sulla forestale sterrata fino alla strada provinciale. Nuovamente in sella alla mia bici da corsa mi sono diretto al passo della Gobbera scendendo poi a Imer in Primiero per risalire ai 1935mt di Passo Rolle.  Intanto si era fatto giorno e dal Rolle con ramponi ai piedi assieme all’amico Diego Giovannini, in veste di cineoperatore e Giuseppe De Lazzer, sono salito per la valle del Travignolo alla Cima Vezzana 3192mt.  Da Imer alla cima Vezzana ho impiegato 3h 28’.
Dalla Vezzana sono ridisceso con una sciata magnifica, a tratti su neve polverosa, al Rolle e nuovamente in sella sono sceso a Predazzo, dirigendomi direttamente a malga Val Maggiore 1620mt per poi con gli sci ai piedi raggiungere i 2754mt della Cima Cece, in vetta alla quale ero alle 12:15. Disceso alla malga Val Maggiore mi sono concesso, con gli amici che mi hanno fatto da appoggio logistico, una sosta per mangiare una pasta in compagnia. Ancora una volta in sella, alla volta di Predazzo, Ziano, Molina di Fiemme e da qui lungo i 17 chilometri che portano al passo del Manghen 2047mt, (1h14’ il tempo di salita). Sono sceso in picchiata a Borgo Valsugana da dove con un ultimo strappo in salita sono ritornato sino a Cinte Tesino”.
Con te avevi alcuni amici che ti hanno fornito l’appoggio logistico e alcuni ti hanno accompagnato chi nei tratti di sci alpinismo chi in quelli in bici?
“Per effettuare questo concatenamento è stato fondamentale l’appoggio dei miei amici fidati: Dino Ceccato, Diego Giovannini, Giuliano Torghele, Marco Ginammi, Mario Piasente, Aurelio Sordo, Giuseppe De Lazzer, mio papà Alberto e mio zio Gianpaolo.

Fondamentale è stato anche  l’appoggio tecnico di materiali altamente evoluti, ringrazio perciò alcune aziende del settore, tra le quali:
TRENTINO marketing, LA SPORTIVA di Ziano di Fiemme con il titolare Lorenzo Delladio, autentico appassionato e il fidatissimo “Macha” che mi hanno fornito lo Stratos, il nuovo scarpone di sci alpinismo in carbonio, che ho potuto testare per la prima volta, che ho trovato eccezionale per leggerezza e affidabilità. Un grazie anche a Dino MERELLI, che mi ha fornito i suoi sci in carbonio race, ”strapazzati” non poco per cercare le sottili lingue di neve primaverile, alla BAILO per tutto l’abbigliamento, alla CAMP, con me ovunque. Per quanto concerne il settore ciclistico, ringrazio la mia squadra, la Petrolvilla / Bergner-Brau con VINER e in modo particolare il presidente-amico Silvano Fontanari.

E’stata un’intensa esperienza, concepita, pensata e vissuta con il cuore… una autentica soddisfazione… alla prossima!


Traversata della Corsica ok

5 giorni fuori dal mondo sulle nevi dell'isola

Da quando il buon Maestrini mi ha parlato di questa sua avventura  nel 1985 ho iniziato questo progetto che poi è diventato un sogno e dopo ancora un impegno assoluto.
Per mesi ho studiato carte e tracciati per individuare i passaggi chiave di questa attraversata. Ce l'avremmo fatta io e Idalba da soli, ormai sessantenni a superare quello che viene classificato come un percorso difficile, complesso, soggetto ai capricci del tempo? La scelta dei materiali è stata molto attenta: il meglio che si potesse far scendere in campo e con il miglior rapporto peso-prestazione. Attrezzatura all'osso: solo l'indispensabile e nonostante questo gli zaini sono rimasti molto pesanti…
L'avventura ha preso inizio martedì mattina nei pressi del Colle di Vizzavona. Prima notte al Pietra Piana, al mercoledì la tappa chiave, quella del superamento della Brèche de Capitellu, complessa ed esposta, poi discesa liberatoria sul Rifugio Manganu per passarvi la seconda notte.
Terzo giorno alla volta del Castel de Vergiu, una tratta piuttosto lunga in un paradiso di neve attraverso il Lac de Nino. Al Vergiu fortunatamente veniamo ospitati in un albergo in ristrutturazione e abbiamo modo di lavarci e sfamarci. Il mattino appresso partenza verso il Rifugio Tighiettu in un sol balzo saltando il possibile pernottamento al Ciottulu Mori. Vi arriviamo stanchi e assetati dopo aver portato gli sci sullo zaino per un lungo tratto di sentiero dopo Bocca Foggiale lungo il Gr20.
Il venerdì sera il tempo cambia: nebbia e temperatura più calda, al mattino successivo neve dura come il marmo e via con i ramponi calzati sin da subito lungo le balze di neve e roccia che in poco meno di 1000 metri di dislivello portano alla Bocca Crucetta lungo la cresta del Monte Cintu. A questo punto il tempo è decisamente compromesso: stiamo per essere avvolti dalla nebbia: meglio abbandonare i propositi di scollinare sulla Pointe des Eboulis e scendere verso Ascu. Inizia così l'ultima - interminabile discesa verso Lozzi passando nei pressi del Rifugio d'Ercu in un nebbione sempre più fitto.
L'avventura non finisce comunque a Lozzi da dove troviamo un passaggio per Ponte Leccia, quindi in autobus fino a Corte, qui Idalba scende a cercare un albergo mentre io proseguo con il treno verso Vizzavona, scendo la fermata prima e mi devo sciroppare 5 chilometri su asfalto per andare a ricuperare l'auto lasciata parcheggiata nella piccola frazione di Canaglia da dove è partita la nostra fantastica avventura.
80 km di montagna percorsa a piedi, con gli sci o con i ramponi ai quali si aggiungono questi 5 meno nobili su asfalto.
Sensazioni fortissime sia per i paesaggi attraversati che per la complessità dei passaggi da superare.
Sul numero di aprile di Ski-alper il diario-racconto del percorso.


Il nuovo numero di Ski-alper è in edicola

La quarta uscita stagionale, come sempre ricca di 'chicche' per i lettori

Nelle sezione 'Itinerari' quattro eccezionali proposte di scialpinismo di grande respiro: dal Gran Paradiso alla Bulgaria, passando per il Monviso e la Valle Aurina (a cura di Enrico Marta e Umberto Isman).

Il simpatico servizio di Umberto Isman sugli 'Assatanati', quella categoria di scialpinisti che non si dedicano alle gare, ma tirano sempre e comunque come dannati.

Continua il filone dei grandi personaggi dello sci ripido con un'intervista esclusiva ad Anselme Baud, una figura epica dello sci ripido di Chamonix.

Grantour, quali materiali? Alla vigilia della partenza di Enrico e Idalba per il tour della Corsica, vi presentiamo i materiali che i nostri 'ragazzacci' hanno scelto per il loro viaggio.

Come sempre ricca di novità la sezione 'Prove sul campo'; su questo numero abbiamo provato per voi: Alien 1.0 di Scarpa, lo sci RST di La Sportiva e molto altro ancora.

La stagione dello scialpinismo è ormai entrata nel vivo, indispensabile quindi un buon ripasso delle nozioni tecniche: su questo numero i servizi, realizzati con l'ausilio di Fabio Meraldi, sulla curva fuori pista e su come affrontare le tracce lasciate da chi ci ha preceduto o su come aprirle per i nostri compagni di escursione.

Il servizio del nostro inviato Carlo Ceola al Trofeo dell'Etna e quelli del direttore Enrico Marta su 'La regina della notte', il Sellaronda, e sui Mondiali di Claut.

Le rubriche tecniche del Capitano Cresta e della psicologa dello sport Anna Sole Marta.

La sezione telemark: vi presentiamo la tecnica di Carlo Zortea sulla neve crostosa.

Infine lo Speciale ISPO, con tutte le migliori novità nel mondo dello scialpinismo per la prossima stagione.


Valerio Bertoglio sta meglio

L'altra mattina ha telefonato in redazione

Bertoglio, guida alpina, skyrunner della prima ora, guardaparco e, soprattutto, grande appassionato della montagna, che ha avuto il grave incidente di valanga a metà gennaio e che ha fatto stare tutti in apprensione per le sue gravi condizioni, sta meglio. Una telefonata in redazione ha rallegrato tutti. Valerio si trova ancora ricoverato al CTO di Torino e a quanto pare è un'autentica spina nel fianco della struttura per via della sua insofferenza a questa vita in ospedale, ovviamente in modo simpatico.
Questa sua voglia di uscire e tornare in montagna è certamente un segno molto positivo e denota il miglioramento registrato negli ultimi tempi delle sue condizioni.
«Enrico, sono Valerio, devo scriverti un articolo per spiegare la dinamica del mio incidente - inizia così la telefonata - sai, l'esperienza non mi manca, sono sulla neve ogni giorno e in quell'occasione avevo appena chiamato mia moglie che mi osservava dai Chiapili avvisandola di fare attenzione perché sopra di me c'erano quattro camosci su una cengia. Credo che l'inizio dello stacco sia stato dovuto al loro movimento…»
Ci aspettiamo dunque che Valerio ci racconti questa tragica esperienza. Ci ha comunque confermato che d'ora innanzi non si appresterà più a discese con gli sci senza il casco indossato…
Ti aspettiamo Valerio.


Ski-alper 77 in edicola

Un numero ricco di itinerari e di tecnica

Tre itinerari classici: la Forca del Palone, la Traversata del Catinaccio e del Fradusta. Altre tre inediti itinerari sulle tracce dei Salassi con proposta estiva e invernale con gli sci.
Poi le Isole Lofoten: una settimana di scialpinismo al Nord.
Lo ski-people ci porta in una simpatica gita con i due camilli, Onesti e Zamboni, 167 anni in due…
Kanalin è il personaggio ripido del mese, una figura epica dello sci piemontese.
Prove materiali con le novità del mercato: un'ampia descrizione di due novità assolute per l'agonismo, l'Evo D.y.N.A. e Alien 1.0 di Scarpa. Ancora prove sul campo con Carbonstreet e Atk race Rt.
Importante la rubrica sulla tecnica di discesa: il Corvo in due interpretazioni sulla neve crostosa, un'altra ce la propone Glen Plake e Meraldi esegue passaggi estremi in salita senza colteli.
Agonismo, le prime considerazioni sulla Coppa del Mondo, un'interessante e dettagliata carrellata sul futuro dello ski-alp nazionale con i giovani. Il Mezzalama raccontato da Meraldi e un servizio sulle prime tre donne che hanno partecipato a questa gara che abbiamo rintracciato a distanza di 36 anni.
Giorgio Daidola in un ampio articolo sul telemark degli anni '80 con tutti i suoi personaggi.
Insomma, un numero da collezionisti.


I Salassi abitarono qui?

Imperdibile servizio su Ski-alper n° 77

Il numero 77 della nostra rivista che si occupa di scialpinismo sarà in edicola a giorni. Uno dei servizi clou è la descrizione di tre itinerari, pressoché inediti, che hanno come tema gli insediamenti salassi in Valle d'Aosta.
Vanno spese due parole su questo antichissimo popolo che costituisce gli antenati dei Valdostani e dei Canavesani - la parte nord/occidentale del Piemonte che confina con la Valle d'Aosta - e che venne definitivamente sconfitto e deportato per opera dei Romani all'epoca di Augusto senza prima aver inferto qualche batosta alle legioni romane che si sono avventurate in questi territori fra il primo e il secondo secolo avanti Cristo.
Approfittando del lavoro della sovrintendenza della Valle d'Aosta che ha patrocinato scavi archeologici per riportare alla luce alcuni insediamenti in quota, abbiamo dapprima raggiunto i siti salassi in estate per poi ripetere l'escursione all'inizio di quest'inverno con gli sci.
Col Pierrey sopra Saint Barthelemy, Tantané sopra La Magdeleine e l'Alpe Giasset sopra Dondena sono gli itinerari descritti con un'esclusiva documentazione fotografica estiva e invernale arricchita dalle tre cartine esplicative.


Valanga a Ceresole Reale

Travolto Valerio Bertoglio, guida e guardaparco

Oggi verso le 12 Valerio Bertoglio è stato travolto da una valanga di lastroni nei canali detti dell'Ingegnere che scendono verso i Chiapili dalla Crubià.
La dinamica non è ancora chiara ma è probabile che sia stato lui stesso a determinare lo stacco. Una valanga dal fronte di 200 metri per una lunghezza di più di 300 metri nella quale il guardaparco è stato trascinato anche attraverso salti di roccia e tratti di bosco.
«Un miracolo che sia ancora vivo.» Sostiene Andrea Basolo che è subito accorso con le pelli in compagnia di Raffaella Miravalle, collega del Bertoglio, e che sono giunti per primi a prestare soccorso all'amico.
E' poi giunto l'elicottero del 118 e sono state prestate le prime cure al travolto prima di trasferirlo al CTO di Torino.
Sempre secondo Basolo potrebbe trattarsi di pluritraumi e fratture, ad una prima analisi non sarebbe parso in pericolo di vita. Aspettiamo comunque di avere notizie più precise in serata.
Valerio Bertoglio è certamente un grande esperto di queste zone dove vive e lavora ogni giorno come guardaparco del Gran Paradiso. Se poi si pensa che settimanalmente opera i rilevamenti per l'Aineva poco lontano dalla zona dello stacco dobbiamo proprio pensare ad una tragica fatalità o a una grande imprudenza.
Speriamo che presto ci racconti personalmente la dinamica dell'incidente.


Ski-alper: ci siamo!

Da domani in edicola

La solita gestazione, lunga e imprevedibile, della distribuzione, ma questa volta sembra che le cose siano andate meglio: Ski-alper 76 sarà in edicola fra domani e dopodomani…
Un numero importante questo e, visto il plauso pervenuto dagli appassionati del ripido, l'intervista con il mito Stefano De Benedetti regaleranno 10 pagine di emozioni in esclusiva. Siamo ad inizio inverno: meglio non addentrarsi sui percorsi classici, andiamo per gradi, ed ecco altri 5 itinerari easy distribuiti sull'arco alpino.
Ma il punto forte, oltre alla sciata con Glen Plake, è certamente la parte dedicata ai  test: su questo numero si presentano le prove a confronto di 12 sci XXL, quelli piuttosto larghi che sconfinano quasi nel mondo del freeride. Poi ci sono 10 scarponi grantour analizzati e fotografati nei particolari oltre ad essere stati provati sulla neve.
Il ritorno di Meraldi inizia con la parte basic della salita e della familiarizzazione con le pelli. Kilian Jornet ci spiega come si allena e cosa mangia in gara ma soprattutto come fa a vincere tutto l'anno.
Laetitia Roux la più forte di sempre si confida con la nostra psicologa.
Il ritorno al telemark e la prova sul campo delle novità di stagione completano questo numero 76 fitto fitto di chicche e soprattutto di prima mano come è nostra consuetudine...