SCARPA presenta la sponsorship della nazionale di skialp a Milano Montagna
SCARPA diventa sponsor della Nazionale Italiana di Scialpinismo per la stagione 2019-2020 e sarà presente a Milano Montagna Week nel segno della collaborazione con la Federsci giovedì 17 ottobre alle 18,45. Oltre ai manager dell’azienda di Asolo, infatti, sarà possibile incontrare Robert Antonioli e il dt azzurro Stefano Bendetti. Quella di Scarpa con lo skiakp race è una storia che parte dai prodotti per arrivare agli atleti visto che, oltre ad Antonioli, usano gli scarponi made in Asolo anche Robert Antonioli, Davide Magnini, Matteo Eydallin e Federico Nicolini. «Siamo orgogliosi di essere diventati sponsor della Nazionale di Scialpinismo, con cui collaboriamo da diversi anni, per noi è la naturale evoluzione di un percorso che da sempre ci vede al fianco degli atleti: è dal costante confronto con loro, infatti, che nascono molte delle innovazioni presenti nei nostri prodotti» ha detto Diego Bolzonello, amministratore delegato dell’azienda. La sponsorizzazione azzurra ha anche un significato legato al made in Italy: «nonostante l’80% delle nostre vendite avvenga all’estero, siamo e vogliamo rimanere un’eccellenza del made in Italy e questa partnership è anche il segno del nostro voler restare orgogliosamente italiani».
Eletto il direttivo della ISMF. Lo svizzero Thomas Kähr nuovo presidente
Tempo di elezioni per la ISMF. In Turchia assemblea per trovare il nuovo numero uno della federazione internazionale dello ski-alp, alla scadenza del mandato di Armando Mariotta, nominato, al termine del lavori, membro onorario della ISMF e che resterà con una posizione ‘operativa’ come Project Leader per i Giochi Olimpici. I rappresentanti di 23 federazioni hanno eletto lo svizzero Thomas Kähr, unico candidato in lizza, già vice-presidente dell’UIAA. Nel consiglio, nel ruolo di vice presidente, lo svizzero Leo Condrau, il francese Pierre Dupont e Marco Mosso, mentre il segretario generale sarà lo spagnolo Lluis Lopez; consiglieri la polacca Monika Strojny, lo statunitense James A. Moore, l’andorrano Jaume Esteve e la svizzera Regula Meier. Rappresentanti degli atleti, due giovani: la russa Ekaterina Osichkina e il belga Maximilien Drion Du Chapois.
Ufficiale il calendario della Coppa del Mondo ISMF
Ufficiale il calendario della Coppa del Mondo ISMF: cinque tappe in programma, da dicembre ad aprile. Si parte in Francia, ad Aussois, il 20 e 21 dicembre, con individual e sprint, il 25 e 26 gennaio tradizionale appuntamento ad Andorra con individual e vertical. A febbraio debutto della Germania, l’8 e il 9 a Berchtesgaden con sprint e individual, quindi il 19 e 20 trasferta in Cina con individual e spint. Chiusura in Italia a Madonna di Campiglio dal 2 al 5 aprile, tre gare valide anche come campionato europeo.
Occhi puntati soprattutto sul debutto ai Giochi Olimpici giovanili di Losanna 2020: dal 10 al 14 gennaio si gareggia a Villar. E ci saranno anche i Winter World Master Games a Innsbruck dal 15 gennaio.
Definite le squadre azzurre di ski-alp. Con un occhio di riguardo per i Giochi Olimpici giovanili
Definite le squadre azzurre di ski-alp. Robert Antonioli, Michele Boscacci, Matteo Eydallin, Damiano Lenzi, Nadir Maguet, lo zoccolo duro dell’Esercito si potrebbe dire, oltre ai tre ‘civili’ William Boffelli (Under Up Ski Bergamo), Federico Nicolini (Brenta Team) e Alex Oberbacher (Bogn da Nia Val da Fasha) saranno il team senior, mentre al femminile c’è la sola Alba De Silvestro. Nel gruppo Espoir Nicolò Canclini, Davide Magnini, Sebastien Guichardaz, Giovanni Rossi, Giorgia Felicetti, Mara Martini e Giulia Murada; a livello Junior solo tre atleti Matteo Sostizzo, Alessandro Rossi e Samantha Bertolina. «Un gruppo che può sembrare ristretto - spiega il confermato direttore tecnico Stefano Bendetti - ma ci sono stati tanti cambi di categorie e dunque abbiamo ridotto un po’ il numero, soprattutto a livello Junior. Ma resta come sempre una nazionale ‘aperta’: per le convocazioni in Coppa del Mondo molto dipenderà anche dalle gare nazionali a inizio stagione». Il 2020 è anche l’anno del debutto dello ski-alp ai Giochi Olimpici giovanili: in gara ci saranno i Cadetti, non ci sono convocazioni in Nazionale per questa categoria, ma l’attenzione sembra essere massima, visto che a fianco di Davide Canclini ci sarà a tempo pieno anche Manfred Reichegger. «Verissimo - conclude Bendetti - lavoreremo con grande impegno in questo settore. Abbiamo individuato un gruppo di dodici ragazzi e ragazze e con loro abbiamo in programma una serie di raduni mirati, partendo con un primo stage già ad agosto».
Con Milano-Cortina lo ski-alp è più vicino alle Olimpiadi
Con la vittoria di Milano-Cortina lo ski-alp ha molte più chance di approdare ai Giochi Olimpici nel 2026. Perché in Italia c’è una maggiore conoscenza dello ski-alp rispetto alla Svezia, perché ci sono molte possibilità di medaglia per gli azzurri. «Ci siamo subito complimentati per la vittoria di Milano-Cortina - spiega l'ISMF general manager, Roberto Cavallo - e abbiamo già chiesto un incontro con il presidente del Coni, Malagò, e il numero uno della Fisi, Roda. Vedremo nelle prossime settimane, sappiamo comunque che già tante località si sono mosse per ospitare lo ski-alp». Si parla della Valtellina, dell’Alpago, anche di Madonna di Campiglio. Sono già dodici le sedi delle gare previste per il 2026, crediamo che forse sarebbe più facile avere l’ok del Cio per l’approdo dello ski-alp se non venisse troppo modificato il dossier presentato a Losanna. Anche per lo ski-alp in questo momento è importante rimanere ‘unito’ per arrivare alle Olimpiadi, il dreaming together che ha portato l’Italia ai Giochi 2026.
Armando Mariotta saluta l'ISMF
A fine settembre ci sarà il nuovo presidente della ISMF. Presidente che non sarà più Armando Mariotta che, dopo due mandati alla guida della federazione internazionale dello scialpinismo, non potrà più candidarsi, ‘da statuto’.
Otto anni alla guida della ISMF, un bilancio?
«Non dovrei farlo io, ma mi ritengo molto soddisfatto. Per il riconoscimento del CIO, l’approdo alle Olimpiadi giovanili il prossimo anno, e ancora la Coppa del Mondo che quasi non esisteva e che ora ha una buona rilevanza internazionale e soprattutto con un format unico come le altre discipline invernali. Senza dimenticare che lo skialp adesso è in pianta stabile ai Mondiali Militari e ai World Master Winter Games. Ma ci metterei dentro anche il controllo antidoping, l’evoluzione dei regolamenti, il sistema di cronometraggio».
Però lo ski-alp in Cina alle Olimpiadi non c’è, e in Coppa del Mondo, e ci aggiungerei anche i Mondiali, spesso ci sono state gare non all’altezza.
«Partiamo da Giochi in Cina. Ci abbiamo provato, siamo stati in più occasioni dagli organizzatori cinesi, ma la risposta è stata quella che per quell’appuntamento non c’era il via libera del CIO. Adesso pensiamo al 2026. Dico pensiamo perché l’attuale consiglio dovrà fare le prime mosse già dopo la scelta della sede a fine giugno a Losanna. Abbiamo avuto contatti con entrambi gli organizzatori, ma anche qui il CIO ci ha detto di aspettare. Una volta decisa la location del 2026, dovremo muoverci.
Per quanto riguarda la Coppa del Mondo bisogna fare una precisazione: non è l’ISMF che decide i luoghi, ma sono le federazioni nazionali che indicano la località; a me sarebbe piaciuto andare a Courchevel, ma se i francesi ci indicano Puy-St. Vincent o Super Devoluy, andremo lì.
Noi abbiamo fatto il possibile per far capire alle stazioni che la Coppa del Mondo era un prodotto in più da offrire e non un peso: sopralluoghi in estate, riunioni; credo che spesso ci siamo riusciti, altre volte forse meno. Nell’ultima edizione della Coppa siamo arrivati a sei tappe, con tutte le gare disputate e con grandi risultati. E le finali a Madonna di Campiglio direi che si sono concluse con un grande successo organizzativo.
Agli ultimi Mondiali, poi il maltempo l'ha fatta da padrone e comunque non abbiamo annullato nessuna gara. Resta, comunque, un altro aspetto. Piaccia o meno, il nostro format di gare è questo: dobbiamo avere partenza e arrivo vicino alla piste».
La sensazione è quella che lo skialp, però, non sia decollato, come per esempio il biathlon.
«Abbiamo fatto una scelta con il nostro partner Infront: prima, iniziare una diffusione attraverso le televisioni per raggiungere il grande pubblico e poi lavorare sui canali social dove c’è una presenza ovviamente dei più appassionati. Non avevamo le dirette, ma il nostro magazine è andato a milioni di spettatori, Thailandia compresa. Ripeto, è un progetto a lungo termine, e non è facile da conseguire in breve tempo, ma siamo soddisfatti dei risultati raggiunti».
Capitolo LGC, perché questa divisione?
«Non l’ho vissuta bene, anche perché non ho condiviso la loro scelta. Abbiamo sempre cercato di mantenere il mese di marzo ‘libero’ dalla Coppa del Mondo, il sistema del ranking credo fosse un bel compromesso. Per i Mondiali, però, non avevamo altra scelta che su quella data. Lo abbiamo comunicato a settembre, chiedendo alla Pierra Menta di cambiare i giorni di gara. Non è stato fatto e di conseguenza si è perso tutto quello che avevamo fatto insieme prima. Mi auguro che si possa ricucire in futuro, perché questo è un danno per il nostro sport. Sempre considerando che sono due format diversi, ma alla fine credo che sia sempre ski-alp e che gli atleti siano gli stessi».
Cosa farà Mariotta in futuro?
«Ho già detto che non accetterò incarichi politici, piuttosto se lo vorranno, darò una mano a livello operativo. Altrimenti andrò a vedere le gare, spero quelle dei Giochi del 2026».
Come funziona l'anti-doping nello ski-alp?
Lotta al doping nello ski-alp, come funziona? L’ISMF, come altre federazioni internazionali come quella del biathlon, o organizzatori, per esempio Losanna 2020, ha firmato una partnership con l’ITA, l’International Testing Agency, organizzazione che fa base a Losanna ed è ovviamente riconosciuta dal CIO e dalla WADA. Un accordo raggiunto prima del via della nuova stagione (l’ITA è nata infatti solo ad inizio 2018), prima, dal 2011, si affidava a SportAccord: è una no-profit, ma i soldi servono per fare i controlli. L’ISMF ha messo sul piatto un budget che è circa il 20% del bilancio: con quelle risorse l’ITA si organizza per una serie di controlli che devono attenersi allo standard, anche come numero di controlli, fissato dall’articolo 5 del codice anti-doping della Wada, che è stato aggiornato nel 2018. «Certo con più risorse si potrebbe fare molto di più - ci ha detto Roberto Cavallo, ISMF general manager che segue con il ‘discorso’ anti-doping con Regula Meier, ISMF anti-doping coordinator - ma siamo già soddisfatti di essere tra le federazioni internazionali più ‘piccole’ a realizzare un programma antidoping adeguato a quanto richiesto dalla WADA». I numeri di quanti controlli, di chi sia stato controllato, ancora non si sanno: l’ITA fissa il minimo richiesto dalla WADA e poi si muove di conseguenza in modo autonomo; alla fine presenta alla federazione internazionale un report di quello che è stato realizzato. Report che nel caso della ISMF sarà presentato a fine settembre ad Antalya, in Turchia, nel corso dell’assemblea generale, la stessa che in quei giorni eleggerà il nuovo presidente del dopo-Mariotta.
DUE LIVELLI - L’ITA, come tutte le altre organizzazioni anti-doping, lavora su due livelli. Quello classico del controllo a fine manifestazione: vengono scelti alcuni atleti a campione (di solito i vincitori o i piazzati nelle prime posizioni) e controllati. L’altro sistema è quello del cosiddetto ‘passaporto biologico’: in questo caso gli atleti vengono controllati anche lontano dalle gare, a casa o comunque nel luogo in cui si trovano che devono segnalare all’ITA. I campioni di sangue e urine vengono poi analizzati da laboratori approvati dalla WADA. Funziona così per tutti gli atleti, anche per gli ski-alper.
Tempo di premiazioni finali allo Skialpdeiparchi
All’Aquila, tempo di premiazioni finali dello Skialpdeiparchi, circuito che si è articolato in otto manifestazioni: il capoluogo abruzzese è ormai il riferimento del centro Italia nella crescente pratica dello ski-alp, ospitando la sua provincia il 90% delle manifestazioni.
Alla serata hanno partecipato atleti, organizzatori e sponsor dell’edizione 2019: in campo femminile il circuito è stato vinto da Raffaella Tempesta davanti alla new entry di quest’inverno, Leda Argentini e a Giovanna Galeota; al maschile vittoria di Carlo Colaianni che ha preceduto Armando Coccia e Raffaele Adiutori. Da sottolineare che i vincitori hanno sempre ottenuto la prima posizione agli eventi cui hanno partecipato.
Lo Skialpdeiparchi, coordinato da Live Your Mountain, è giunto al suo sesto anno. Complessivamente gli atleti che hanno partecipato almeno ad un evento sono stati circa quattrocento con provenienza da dieci regioni, Abruzzo, Marche, Molise, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Trentino Alto Adige e Umbria, con una naturale maggioranza dalle regioni del Centro Italia, Abruzzo in primis.
Ötzi Alpin Marathon a Patrick Facchini e Susi Von Borstel
Da Naturno fino in cima alla Val Senales in 3h37’22”. Non è un tempo record per la Ötzi Alpin Marathon, ma sicuramente sensazionale dopo aver pedalato per 25,5 km fino in cima al Monte Sole, scendendo in picchiata fino a Madonna di Senales e affrontando un dislivello complessivo di 1673 metri, quindi 11,3 km con 495 metri di dislivello di corsa off road e infine la scalata con sci e pelli sul ghiacciaio di Senales di 6,7 km, ma con 1201 metri di dislivello in una giornata da incorniciare, con una finestra di sole e cielo azzurro dopo le nevicate dei giorni scorsi e della notte.
Tutti puntavano sulla vittoria di Marc Pschebizin, ma il campionissimo tedesco non si è presentato al via di Naturno e così il primo a giungere in cima alla Val Senales, ai 3212 metri della Grawand, è stato il trentino Patrick Facchini dopo 3h37’22”. Pronostici sovvertiti anche tra le donne, con la tedesca Susi Von Borstel a svettare su tutte. Nella gara a staffetta sono stati gli stranieri a primeggiare, col team Virgosystem al maschile e il team KTM Bikes nella categoria mixed.
Partenza nel centro di Naturno sotto un bel cielo terso, e subito l’austriaco Uwe Hochenwarter mette le ali sia nella interminabile salita sul Monte Sole che nella successiva velocissima discesa verso il fondovalle, poi mette il turbo sulla provinciale fino al primo cambio di Madonna di Senales. È proprio l’austriaco il primo a calzare le scarpette ed affrontare la gara di running tallonato dal tedesco Thomas Trainer e da Patrick Facchini. Il trentino già a metà frazione della corsa conquista la leadership e amministra saggiamente la gara, presentandosi al secondo cambio di Maso Corto con un consistente vantaggio, poi sulla salita del ghiacciaio di Senales scarica tutta la sua potenza sugli sci e centra il miglior tempo di frazione, aggiudicandosi così la vittoria finale. Con la corona al collo è finita l’adrenalina e l’atleta del team La Sportiva è crollato a terra stremato.
Ma le sorprese di giornata non erano finite. Ci si aspettava un completamento straniero per il podio, ed invece a ricevere l’argento è stato l’altoatesino di Prato allo Stelvio Thomas Niederegger. Prudente con la mtb, settimo tempo, Niederegger ha fatto un gran recupero nella corsa col miglior tempo, per presentarsi poi secondo assoluto. All’austriaco Uwe Hochenwarter il terzo posto finale va decisamente stretto. Dopo il miglior tempo con la mtb si è attardato nella prova running ed anche con gli sci non è riuscito a svettare (settimo). Alle sue spalle lo svizzero Hug e quindi Alessandro Forni, uno che decisamente ama le gare di fatica.
Anna Pircher dopo un poker consecutivo di vittorie è la reginetta della Ötzi Alpin Marathon, ed era la grande attesa. L’intramontabile atleta di Laces però oggi era nella classica giornata no, ma soprattutto la tedesca Susi Von Borstel, che da queste parti (Val Martello) ha lasciato la sua impronta vincente nello scialpinismo, ha azzeccato tre frazioni vincenti: miglior tempo con la mtb, nel running nella sua disciplina, lo ski alp. E così è stata quest’ultima a tagliare il traguardo a braccia alzate dopo 4h2”. Per conoscere chi sarebbe salita sul secondo gradino del podio si sono dovuti attendere oltre 17’, con la friulana Maria Dimitra Theocharis a beffare proprio Anna Pircher, terza a 32’12” dalla vincitrice. Se può essere di consolazione, la tenente dell’esercito polacco Iwona Januszyk, data per favorita, è stata staccata dalla venostana di 2’.
Se le gare degli ironmen e ironwomen individuali erano le più attese, grande era l’interesse anche per la gara team. Gli austriaci del Team Virgosystem hanno subito messo in chiaro le proprie intenzioni con Hochenwarter a dominare la gara di mtb, Seibald quella di corsa e Verbnjak secondo con gli sci, ma dietro nessuno si è arreso anzitempo. I ragazzi della Mountainshop Hoerhager hanno cercato di contenere il distacco nelle prime due frazioni, ma nella terza hanno dovuto soccombere. Nella classifica mixed il tirolese Obwaller, il bolzanino Gerd Frick e l’austriaca Wacker non hanno avuto rivali.
Un Mezzalama senza 4000, ma con 4000 metri di dislivello nelle gambe
Un Mezzalama senza 4000, ma un Mezzalama tosto, difficile, impegnativo, con 4000 metri di dislivello. Adriano Favre ha fatto scattare il piano C, viste le condizioni meteo - freddo, nebbia, nevischio, ma soprattutto tanto vento - così, dopo il Castore salta anche il Naso del Lyskamm (e la Roccia della Scoperta): dal Quintino Sella non si sale, ma si scende sino alla sorgenti del Lys, una bella discesa in canale, ma dopo bisogna risalire sino al Colle della Salsa e i metri di dislivello sono comunque quasi 800. Insomma più sciabile, ma con tanta salite nelle gambe. Per fortuna arriva il sole sul traguardo di Gressoney.
GARA MASCHILE - I favoriti erano loro, la squadra del CS Esercito: hanno vinto ma è stata bagarre vera. Le prime tre squadre in 3’51”. Michele Boscacci, Robert Antonioli e Matteo Eydallin hanno dovuto dare il massimo, hanno forzato sull'ultima salita, per battere Werner Marti, Martin Anthamatten e un William Boffelli in gran palla. Nella discesa gli alpini sono rimasti in cordata, gli altri hanno avuto la possibilità di farlo in ‘libertà’. Ma aldilà di qualche ‘incomprensione’ (aggiungiamo legittima visto difficoltà vere per gli organizzatori) gli ‘alpini’ ne avevano di più. Quinto Mezzalama per Eyda, ciliegina sulla torta per la stagione perfetta di Robert dopo Mondiali e Coppa del Mondo, ennesima conferma della classe di Miky.
E alle spalle delle prime due squadre sempre in agguato Kilian Jornet che va forte anche da papà, questa volta con gli austriaci Jakob Herrmann e Armin Hoefl.
I quarti, Xavier Gachet, Samuel Equy e William Bon Mardion, sono arrivati a quasi 23’, poi quinti Henri Aymonod, Alex Oberbacher e Pietro Lanfranchi, sesti Alex Salvadori, François Cazzanelli e Stefano Stradelli, settimi Filippo Beccari con i norvegesi Lars Erik Skjervheim, Hans-inge Klette, ottavi Mirco Pervangher, Cristian Minoggio e Luca Morelli, noni Bastien Fleury, Julien Michelon e Florian Sautel, decimi Henri Grosjacques, Stefano Castagneri e Nadir Giovanetto.
GARA FEMMINILE - E undicesime assolute Alba De Silvestro con le francesi Axelle Mollaret e Lorna Bonnel. Piazza d’onore per Giulia Murada, Ilaria Veronese e Mara Martini che hanno vinto la sfida con Elena Nicolini, Bianca Balzarini e Corinna Ghirardi.
Cambia il Mezzalama: non si sale al Castore
Hanno fatto i salti mortali, ma alla fine gli organizzatori del Trofeo Mezzalama hanno dovuto fare i conti con condizioni climatiche a dir poco difficili. «E domenica il meteo dice sicuramente freddo, vestitevi». Adriano Favre parla alle trecento squadre del Mezzalama. Tutti in silenzio ad ascoltare qual è il piano B: non c’è il Castore, troppo pericoloso salire lassù dopo il vento che ha soffiato in questi giorni. Così non si sale, ma si scende, tanto. Dal Colle di Verra sino al Rifugio Mezzalama e poi ancora più giù ai Piani di Verra. Da 3800 metri di quota a 2400, in discesa. Ma poi si sale e sono 1200 metri di dislivello sino al Quintino Sella. Insomma, togliendo i 400 metri di salita al Castore, sono 800 metri in più nelle gambe. Prima e dopo percorso confermato: partenza a piedi da Cervinia alle 5.30, Colle del Teodulo, Breithorn dove c'è il primo cancello orario delle tre ore. Nel finale Naso del Lyskamm e al momento confermato anche il passaggio al ‘nuovo’ 4000, quello della Roccia della Scoperta, prima della discesa su Gressoney.
Le sfide del Mezzalama Jeunes
Sulle nevi del Monterosa Ski, sopra Gressoney-La-Trinité è andata in scena la terza edizione del Mezzalama Jeunes, gara riservata alle categorie Junior e Cadetti inserita nel circuito de La Grande Course Jeunes. Le gare sono partite da Gabiet all’ombra del Monte Rosa e a pochi metri dalle tracce dell’ultima discesa del Trofeo Mezzalama. Fabien e Sebastien Guichardaz chiudono alla grande la stagione vincendo il Mezzalama Giovani. Per loro un primo posto mai in discussione davanti i francesi Esteban Cifermas e Bastien Flammier e i valtellinesi Matteo Speziale e Alessandro Gadola. Nella classifica juniores ‘in rosa’ sigillo di Beatrice Bastrentaz eAmalia Laurent su Alessia e Giulia Giudici.
In gara cadette sigillo delle ‘ragazze di casa’ Noemi Junod e Elisa Tron che si sono imposte sulle compagne di comitato Chloe Collé e Valentina Bisazza. Tra i pari categoria al maschile il Team AOC ha visto salire sul gradino più alto del podio Filippo Bernardi ed Emanuele Balmas che hanno tagliato il traguardo davanti a Andrea Murisasco e Giuseppe Cantamessa e Laurent Battendier e François Battendier. Il tracciato di gara disegnato da François Cazzanelli ed Emrik Favre è risultato molto tecnico e spettacolare con due tratti a piedi e veloci discese in neve fresca. Gli Junior hanno affrontato un tracciato di 1100 metri di dislivello positivo distribuiti in quattro salire, mentre i Cadetti e le ragazze Junior hanno gareggiato lungo un tracciato con tre salite e 640 metri di dislivello positivo.