Millet Trilogy Jorasses 4S GTX U premiata ai Prowinter Award Retail

Millet celebra un nuovo importante riconoscimento: la scarpa da alpinismo Trilogy Jorasses 4S GTX U ha conquistato il Prowinter Award Retail 2025 nella categoria Winter Expert Footwear. La giuria, composta da esperti del settore, ha valutato i prodotti in base a criteri di vendibilità, innovazione e storytelling, premiando la Trilogy Jorasses 4S GTX U di Millet per il suo elevato livello di isolamento e protezione, riconoscendo l'uso di materiali altamente resistenti in grado di garantire prestazioni eccezionali anche in condizioni climatiche estreme. Il design e le caratteristiche tecniche della calzatura rispecchiano pienamente i requisiti richiesti per la categoria, rendendola una scelta di riferimento per gli alpinisti più esigenti. 

Progettata per affrontare i terreni più estremi, la scarpa Made in Europe con tessuto italiano firmata Millet rappresenta l’equilibrio perfetto tra tecnologia avanzata e comfort. La tomaia alta con ghetta integrata e la suola Vibram Nanga Litebase garantiscono protezione, aderenza e stabilità su terreni difficili, mentre l’intersuola in PU a doppia densità e la suola Thermo-Comfort assicurano ammortizzazione e isolamento termico. La membrana GORE-TEX Duratherm protegge il piede fino a -10 °C, combinando impermeabilità e traspirabilità, mentre il tessuto italiano altamente resistente all’abrasione assicura durabilità e performance di lunga durata. Grazie al BOA Fit System, questa scarpa offre una regolazione precisa e personalizzata, mentre la compatibilità con ramponi automatici, la ghetta impermeabile con zip e velcro e la scarpetta termica garantiscono massima protezione contro le intemperie. Testata nei laboratori Millet, questa calzatura da 1.160 g è perfetta per gli alpinisti che cercano un pacchetto completo fatto di sicurezza, comfort e performance. 

Il premio affonda le radici nella tradizione centenaria del marchio: dal 1921, quando Marc e Hermance Millet iniziarono a produrre borse a Lione, alla rivoluzione degli zaini da alpinismo operata nel 1945 dai figli René e Raymond, che collaborarono con leggende come Louis Lachenal e Reinhold Messner. Oggi, sotto la guida di Romain Millet, pronipote dei fondatori, l’azienda continua a innovare, mantenendo viva la passione per la montagna e l’impegno verso la sostenibilità e le alte prestazioni. 


Saveskimo

Un atleta simbolo dello scialpinismo come William Bon Mardion. Una gara di Coppa del Mondo, la individual in pista di Arinsal. Una protesta plateale contro format sempre meno fedeli allo spirito e all'eredità dello scialpinismo: al momento del via rimane fermo, con le braccia incrociate. È successo lo scorso 25 gennaio. La foto, pubblicata dai colleghi di Skimostats sul loro account Instagram, che riportiamo nell'articolo, parla da sola.

Così nasce l'hashtag #saveskimo che in pochi giorni è diventato virale. Intendiamo virale per il piccolo mondo dello scialpinismo agonistico (meno di 100 post). Non è tanto la quantità, ma la qualità che ne determina la viralità. Ci sono post di molti degli atleti o ex atleti più forti, da Samuel Equy a Emelie Forsberg, passando per Xavier Gachet, Axelle Mollaret, Katia Tomatis e Martina Valmassoi. Spicca anche quello ironico degli organizzatori della Pierra Menta: «Le salite vengono battute con amore dai volontari, non create con la motosega (la motosega serve per fare rumore al Grand Mont)».

Il motivo della protesta è una individual che, a causa anche della mancanza di neve, è stata tracciata in pista, con un circuito da ripetere quattro volte: porte direzionali, salite a piedi (tagliate con la motosega), rombi. Insomma, una sprint allungata. Un format per il futuro, magari in previsione di una individual ai Giochi del 2030? «Fa veramente male al cuore vedere la direzione che sta prendendo il nostro sport... Questo circuito dovrebbe essere la vetrina dello sport e non un percorso che non sarebbe da proporre neppure a dei principianti» scrive Samuel Equy. «Fino a dove dobbiamo e possiamo spingerci nell'accettare che lo scialpinismo venga massacrato?» si domanda Xavier Gachet. Nei commenti gli risponde Kilian Jornet: «Ne abbiamo fatte molte di gare senza tanta neve, la Trace Catalane, Albosaggia, Alpago... ma, come dici bene, bisognava adattarsi alle condizioni per fare il meglio, cercando dei percorsi naturali. In questi ultimi anni la direzione verso uno sport sempre più da stadio, con l'artificializzazione degli ostacoli, è triste...». Tra gli altri commenti anche quello di un grande del trail running, ma grande appassionato di scialpinismo, come François D'Haene: «Sperando che questo nuovo messaggio possa finalmente essere ascoltato... prima che sia troppo tardi per lo sport e gli atleti». «Conosco alcuni dei migliori e più esperti atleti del mondo. Alcuni fanno cose che la maggior parte delle persone non pensano possibili. Sciano a una velocità pazzesca in discesa, non importa con quali condizioni della neve o quanti ostacoli da superare. E ora questi atleti vengono rallentati da delle bandiere su una pista perfettamente battuta» scrive Martina Valmassoi. Si arriverà allo sciopero degli atleti? Difficile pensarlo perché comunque il gesto di Bon Mardion è rimasto isolato, ma sicuramente cela un malcontento diffuso. E fa specie che nel comunicato post gara della federazione internazionale non ci sia neanche un cenno al gesto plateale di William.


Stickers, roba da sciatori

Nei nostri welcome box non mancano mai. Ma non basta, abbiamo dovuto inventarci qualcosa in più.
Gli stickers sono richiestissimi, da sempre, è quasi come facessero parte, in un certo senso, dell'immaginario stesso degli sciatori.
Li troviamo appiccicati sui furgoni e sui van (questa è davvero una destinazione tipica), nei bagni delle baite nelle località sciistiche, sulle barre di sicurezza delle seggiovie, agli impianti.
Insomma, un po' dappertutto.


Ultimamente, soprattutto in ambito scialpinistico e freeride, vengono utilizzati molto anche sugli sci, per personalizzare e dare un tocco di originalità alle due aste.
È per questo motivo che abbiamo prodotto la busta con 6 varianti di adesivo in un formato (13x2,7 cm) studiato appositamente per funzionare esteticamente sugli sci.
Abbiamo scelto adesivi da esterno di Sticker Mule per garantire qualità e durabilità, proprio per la tipologia di utilizzo.
Il risultato? Sono pressoché andati a ruba. E quando siamo in giro, nelle gite più gettonate, è quasi una consuetudine incontrare scialpinisti con i nostri stickers sugli sci.
Per ordinarli potete cliccare qui.


Quattro chiacchiere con Francesco Puppi

Sempre impegnato, sei un atleta a 360 gradi. Attivo sui social ma non solo. Hai un blog, sei creatore e coach su Vert.run, produttore del tuo podcast Any Surface Available, co-fondatore della Pro Trail Runner Association e, per ultimo, ma non per importanza, laureato in fisica. Cosa vuol dire quindi essere un atleta nel 2023?
Che significato daresti a questa parola?

«Il trail è in costante evoluzione, soprattutto dopo la pandemia. La parte mediatica di questo sport è entrata prepotentemente nelle vite private degli atleti, che ad oggi sono chiamati ad essere non solo competitor di questa disciplina con risultati da ottenere, ma anche ad esprimersi con opinioni e prese di posizione. Questo si traduce in un lavoro a tempo pieno e richiede il dispendio di tante energie. Va da sé che un atleta, seguendo il significato della parola stessa, non è obbligato a essere socialmente attivo, ma rispetto alla mia personalità non potrei fare diversamente. Esprimendo dei concetti e delle opinioni, cerco di dare una visione a 360 gradi dell’atletica».

Vorrei fare due parole sull’ultimo progetto nato: la Pro Trail Runner Association. Quali sono i principi per cui è stata creata e gli obiettivi a breve e lungo termine?

«Il senso di community nel trail è sempre stato molto sviluppato ed è una consapevolezza che un ampio gruppo di atleti élite ha verso questo sport. Cerchiamo di preservare i valori che rendono questa disciplina interessante e diversa dalle altre. L'ecologia, ad esempio, è un principio a cui teniamo molto, visto che il trail running si pratica prettamente nei boschi o comunque in luoghi incontaminati. È la seconda volta che lanciamo questa associazione: prima durante la pandemia e poi a fine del 2022. Attualmente abbiamo una buona risposta: sicuramente la voce di Kilian, tra i fondatori della Pro Trail Runner Association, ha dato una grande spinta al progetto. Grazie a questa unione riusciamo ad avere una sola voce di fronte a istituzioni, organizzatori di gare e brand, tutelando gli atleti sotto molti punti di vista. Le quattro tematiche principali e quindi obiettivi da perseguire sono ambiente; competizioni ( per esempio lavorando con UTMB per le regole di accessibilità alle loro gare); i diritti degli atleti, con particolare attenzione alle donne; sport pulito - antidoping. 

Nike, un brand che non rappresenta solo uno stile, ma cerca di trasmettere valori imprescindibili tra cui l’inclusione tra generi, accettazione di sé e rottura degli stereotipi nello sport femminile. Che significato ha per te essere parte di questo team? Come li hai conosciuti e com'è iniziata la vostra collaborazione? Avete dei progetti per il 2023 oltre al tuo calendario gare?

«Ci siamo conosciuti a fine 2019, un bel periodo perché arrivavo da un secondo posto mondiale in Patagonia. Poi si è fermato tutto a causa de Covid19. Nell’ottobre 2021, con piccole ripartenze nel mondo, sono entrato ufficialmente da atleta in Nike. La collaborazione, però, aveva già preso una bella piega durante il periodo pandemico, così da organizzare insieme a Cesare Maestri un FKT a Madonna di Campiglio, su Cima Tosa, punta più alta del gruppo del Brenta. Del lavoro con loro non posso che esserne orgoglioso. Mi sento ben rappresentato essendo il primo brand al mondo in molti sport con particolare attenzione all’atletica che seguo a tutto tondo anche se sono specializzato nel trail running. Non mi sentirei rappresentato così bene da nessun altro brand, perché la maggior parte sono specifici in una categoria precisa di questo sport, mentre Nike è presente in ogni ambito».

Scarpa preferita da quando hai iniziato a correre con Nike?

«Una risposta che potrebbe sorprendere: la Vomero, versatile e trasversale anche se non la più usata in casa Nike. Se avessi l’opportunità di scegliere solo una scarpa, non avrei dubbi. Mi permette di correre un po’ ovunque con i dovuti - pochi - compromessi».

Vorrei avere una tua opinione in merito a due scarpe in particolare, tanto attese in questa estate: le Zegama e le Pegasus Trail 4.

«La Zegama è una scarpa con inclinazione prettamente off road mentre Pegasus Trail 4 la definirei door to trail, dall’asfalto ai sentieri corribili, agli ampi stradoni bianchi. La Zegama chiama i terreni aggressivi. L’intersuola in zoomX è reattiva e leggera: il feeling che si percepisce è un senso di morbidezza con un alto grado di protezione, nonostante la sua prontezza nei cambi di ritmo.
È una scarpa da long distance, dai 30 km in avanti, coprendo anche i chilometraggi ultra. Il grip è ottimo e infonde sicurezza a ogni passo: sono le scarpe che ho usato maggiormente al rientro dall'infortunio al gomito in cui avevo bisogno di sentirmi stabile e certo dei miei passi.
Le ho anche utilizzate ai Mondiali in Thailandia, anche se credo possano performare al meglio NEGLI ambienti alpini come quelli dei Mondiali di Innsbruck, dove sarò impegnato nello short trail.
La Pegasus Trail 4 è una scarpa più leggera, ideale per terreni come quello di Pikes Peak, in cui c'è sola salita e non è necessario avere un grip importante. La utilizzo parecchio vicino a casa mia, dove è presente un ambiente di media montagna senza particolari difficoltà».

Nike Zegama

Sensibilità al terreno, cosa preferisci?

«Come in ogni situazione, anche in questo caso bisogna trovare il giusto compromesso tra sensibilità e protezione. Sicuramente una Pegasus Trail 4 rimane più sensibile al terreno, offrendo una maggiore precisione. La Zegama, nonostante visivamente possa essere una scarpa importante e spessa, risulta leggera e dà buone sensazioni con il terreno».

Consiglio all’amatore, Pegasus Trail 4 o Zegama?

«Direi Zegama, per le ottime sensazioni di sicurezza e comodità sul trail. L’appoggio del piede è sempre molto stabile, con una costante performance della scarpa. La Pegasus è una scarpa per l’amatore più esigente, che ricerca più sprint e velocità, ma sa anche come spingerla al meglio delle sue potenzialità».

© albertofeltrin.com

SCARPA lancia Maestrale Re-Made

Scarpa inaugura una nuova generazione di prodotti creati con materiali rigenerati lanciando sul mercato il primo scarpone da scialpinismo realizzato interamente con plastiche ricavate da scarti di produzione. 

Lo scarpone è stato realizzato utilizzando un polimero rigenerato derivante da circa 3 tonnellate di scarti della fase di stampaggio, raccolti e catalogati fin dal 1995. La produzione  di Maestrale Re-Made consente la riduzione di emissioni di CO2 del 27% rispetto al processo produttivo del tradizionale Maestrale in Pebax Rnew, che già a sua volta riduce le emissioni del 32% grazie all'utilizzo di materiali di origine vegetale.

 «Dopo aver lanciato nel 2021 la Mojito Bio, prima calzatura certificata biodegradabile al 100%, e altri prodotti fortemente orientati alla sostenibilità, oggi compiamo un altro passo fondamentale verso la riduzione dell’impatto ambientale nella produzione di scarpe – sottolinea il Presidente di SCARPA Sandro Parisotto - Oltre 25 anni fa abbiamo avuto l’intuizione e la lungimiranza di catalogare e archiviare ordinatamente gli scarti di produzione: un approccio visionario rivolto al futuro, con la consapevolezza che prima o poi la tecnologia ci avrebbe consentito di valorizzare un materiale altrimenti destinato al macero. 

Quel momento è finalmente arrivato ed oggi presentiamo il Maestrale Re-Made, una versione ancora più green di un prodotto icona del nostro brand, che ne mantiene inalterate prestazioni e qualità. Il lancio di questo nuovo scarpone si pone all’interno di un percorso tracciato dal Green Manifesto, un pilastro fondamentale che ci ha consentito di mettere nero su bianco i principi sostenibili dell’azienda per concretizzarli in nuove iniziative, finalizzate ad allineare l’attività di SCARPA ai migliori standard internazionali. Si tratta di un impegno programmatico molto importante, poiché rappresenta il faro che ci guiderà da qui in avanti per il prossimo futuro». 

Con il lancio di Maestrale Re-Made scarpa avvia inoltre una collaborazione con POW - Protect Our Winters Europe: parte del ricavato delle vendite del nuovo modello sarà destinata all'associazione non-profit impegnata nella salvaguardia dell'ambiente e nella sensibilizzazione in materia di cambiamento climatico.

Maestrale Re-Made sarà messo in vendita nelle prossime settimane in edizione limita di sole 2022 paia, lo troverete online e in una  selezione di negozi della rete di vendita ufficiale.
https://www.youtube.com/watch?v=OXX7aAe43WI


Ferrino Antartica Unlimited

Omar di Felice, ultracyclist ed esploratore romano con centinaia di migliaia di chilometri nelle gambe, da Capo Nord all'Alaska, Canada e Mongolia, è in partenza proprio in questi giorni per la sua nuova avventura in Antardide. L'obiettivo della spedizione, supportata da Ferrino, è quello di percorrere 1600 km sui pedali attraversando i ghiacci del Polo Sud da solo e senza supporto, una sfida fisica che vuole anche veicolare un messaggio di allerta e sensibilizzazione sulla crisi climatica.

https://www.youtube.com/watch?v=rc_eWYeWlEQ


SCARPA protagonista di Valtellina Wine Trail

Il brand di Asolo annuncia la presenza alla nona edizione di Valtellina Wine Trail con una ospite speciale: l'alpinista norvegese Kristin Harila

SCARPA, sponsor dell'evento giunto ormai alla sua nona edizione, parteciperà alle tre distanze della competizione con un team numeroso e internazionale. Tra gli atleti chiamati a concorrere l'alpinista Kristin Harila, protagonista quest'anno dell'incredibile salita di 12 dei 14 ottomila in meno di sei mesi.

All’attesa manifestazione sarà presente anche Marco De Gasperi – tra gli ideatori della gara e brand manager SCARPA per il trail running: ≪La collaborazione con il Valtellina Wine Trail rappresenta per SCARPA la conclusione ideale di una stagione molto intensa di eventi di Trail Running. Il connubio fra la corsa e le eccellenze enogastronomiche del territorio è favorevole per ampliare il raggio di partecipanti anche di altre discipline sportive, favorendo l’avvicinamento ad uno sport che è inclusivo e ecosostenibile, che rappresentano in pieno i valori di Scarpa≫

I tre percorsi, di 12, 21 e 42 km, in partenza rispettivamente da Castione Andevenno, Chiuro, e Tirano, sono tracciati come uno splendido viaggio attraverso colori e profumi delle cantine vinicole locali e termineranno al traguardo nella città di Sondrio. Il dislivello complessivo della maratona è di 1731 D+. All'evento sono attesi tremila atleti provenienti da 32 diverse nazioni e oltre 400 volontari lungo il percorso per la festa dello sport, dei colori e del gusto.

tutte le info su https://www.valtellinawinetrail.com/

L'alpinista Kristin Harila presenzierà all'evento con un intervento il giorno prima della gare a Sondrio alle ore 18.45

ALTA - a new film from FACTION COLLECTIVE

Il flow del team Faction sbarca in paradiso. ALTA è il primo film di una trilogia che uscirà durante la stagione invernale 2022/2023

Alex Hall, Andrew Pollard, Antti Ollila, Blake Wilson, Cody Cirillo, Duncan Adams, Elisabeth Gerritzen, Kellyn Wilson, Micah Evangelista, Sophia Rouches, Tim McChesney, Vasu Sojitra, questi i nomi dei 12 protagonisti del cortometraggio della durata di 4.30 minuti prodotto da Bluemax Media, in cui il comprensorio sciisico nello Utah viene letteralmente distrutto a suon di trick, drop easagerati e party decisamente poco low profile. Al centro dello storytelling, le due nuove serie di sci del brand svizzero: The Dancer Series, pensati per l'all mountain grazie al perfetto bilanciamento tra divertimento e prestazione ad alta velocità, e The Prodigy Series, twin tip più facili dedicati allo sciatore in fase di miglioramento. Enjoy!

https://youtu.be/JQ7z6m-L9WQ


Merino, la soluzione di Oxyburn per combattere il freddo

Massima termoregolazione e traspirazione nella nuova linea del marchio italiano, acquistabile su oxyburn.it e nei punti vendita specializzati

Una fibra 100% naturale, biodegradabile, rinnovabile e proveniente da filature mulesing free, che salvaguardano la qualità dei modelli e la salute delle pecore. È la lana Merino la protagonista della nuova linea di Oxyburn, il marchio italiano di underwear tecnico nato per accompagnare, con la sua versatilità, tutte le passioni sportive anche nella stagione invernale.

Gli innovativi prodotti si dimostrano isolanti, preservando il calore corporeo per mantenere la temperatura stabile, ma al tempo stesso naturalmente traspiranti, assicurando una consistenza confortevole e leggera. Essendo molto più fine rispetto alla comune lana, risulta particolarmente gradevole al tatto e capace di ridurre irritazioni e possibili allergie.

La caratteristica della fibra di lana merino, che prende il nome dalle pecore Merino presenti soprattutto in Australia e in Nuova Zelanda, è quella di sostenere estremi cambiamenti di temperatura avvolgendo il corpo nella totale morbidezza. In assoluto la più pregiata al mondo, costituisce, inoltre, un valido aiuto nel prevenire i dolori articolari e nell’attutire le vibrazioni muscolari.

CAPI ISOLANTI E TRASPIRANTI 

La maglia a maniche corte unisex Perform è progettata per adattarsi a tutte le necessità, unendo la tecnologia senza cuciture con la qualità unica della lana Merino. Il capo offre un isolamento ideale per un uso ad alta intensità in condizioni climatiche differenti, prendendosi cura della traspirabilità e dell’eliminazione del sudore in eccesso. Con la stessa struttura le due varianti della linea, la maglia girocollo a maniche lunghe Coverage e il lupetto con zip Fleece. I pantaloni lunghi Swoosh sono ottimi per difendere dagli urti la zona del corpo più in movimento durante la corsa, ovvero le gambe, rispondendo alla necessaria dinamicità senza provocare abrasioni da frizione.

PIEDI E MANI CALDI E PROTETTI

L’elevata percentuale di lana Merino attribuisce alla calza Thermo Ski un notevole potere riscaldante per piedi sempre caldi durante la performance. La sua struttura a densità differenziate garantisce perfetta vestibilità e protezione. Touch, in media compressione, abbrevia il tempo di recupero della tonicità muscolare e accelera lo smaltimento dell’acido lattico, dimostrandosi adatta per il recovery.

A corredo della linea anche i guanti Hurry morbidi e caldi, dal tessuto resistente ed elastico e dal design antiscivolo nell’interno del palmo, mentre la punta dell’indice è touch screen. Per una maggiore aderenza, il modello Dense presenta un palmo rinforzato grazie a inserti in gel sulle dita per aumentare il grip. Per chi soffrisse ulteriormente il freddo, i guanti Stuffed integrano uno strato interno in pile con l’esterno antivento e idrorepellente.


Rossignol | Seasonal film winter 23

Rossignol svela la nuova campagna per l'inverno 2022-2023,
un inno alla condivisione di esperienze e passioni

Con questo video che annuncia la nuova stagione, Rossignol celebra il proprio amore per la montagna e gli sport invernali, in tutta la loro ricchezza e varietà.Un amore che, di generazione in generazione, riunisce gli appassionati attorno a potenti emozioni comuni. L'inverno è alle porte e il video trasporta lo spettatore in una discesa multiforme, dai pendii di neve fresca alle piste di gara, in compagnia dei grandi campioni partner del marchio. La miccia ideale per riaccendere la fiamma ispiratrice dell'inverno. 

Di generazione in generazione, è questa passione per la montagna che il marchio francese incarna sin dalla sua nascita nel 1907.Con questa nuova campagna, Rossignol invita gli spettatori a (ri)scoprire quest'ambiente straordinario e a lanciarsi, tutti insieme, verso la prossima stagione. "Allora, ci torniamo? Insieme?"
https://www.youtube.com/watch?v=NbvtO4Bp-vY


Check Up attacchi

Decalogo di manutenzione pre-stagionale

Diciamocelo, portare gli sci in laboratorio a fine stagione per lo stoccaggio estivo . un gesto che ormai rientra nella mentalità comune di ogni scialpinista medio minimamente informato, come lo è anche farli preparare per l’inizio dell’inverno. Chi mai vorrebbe ritrovarsi alla prima nevicata con un asse che non scorre, mentre gli amici scheggiano a tutta velocità rubando la prima traccia? Sensibilità diversa è quella che dedichiamo alla manutenzione degli attacchi. Alzi la mano chi si è mai preoccupato di fare un check up ai pin prima di rimetterli in pista (o nel nostro caso, fuoripista). Tante volte sottovalutiamo l’argomento, ma ricorda che quei pochi centimetri di alluminio, titanio o acciaio a cui dai relativamente poca importanza sono quelli che poi ti salvano in diverse situazioni e ti permettono di tornare a casa ogni volta con tutti i legamenti al loro posto. Perché l’attacchino è fatto per sganciare: se sgancia troppo facilmente o non sgancia affatto è un problema che non si risolve sciando con la leva alzata o facendo finta di niente (a meno che tu non faccia Saudan di cognome), ma con una manutenzione più semplice di quanto si possa pensare.
https://skialper.it/wp-content/uploads/2022/10/MANUTENZIONE-ATTACCHI-LQ.mp4
FASE 1: CONTROLLO MECCANICO

1. Controlla il gioco del puntale servendosi di un cacciavite per fare leva tra i pin. Stringi le viti con cacciavite dinamometrico, secondo le indicazioni della casa produttrice. Se il gioco persiste o le viti sono spanate, il puntale sarà da riposizionare;

2. Verifica l’integrità dei perni e delle boccole: in caso di movimento,  dovranno essere revisionati da un fornitore ufficiale;

3. Controlla il gioco della talloniera: i pin devono essere saldi e la torretta non deve avere gioco laterale o posteriore anomalo;

4. Test ski stopper: accertati che non sia bloccato e che il movimento sia fluido e reattivo. Controlla il corretto allineamento con il fianco dello sci;

5. Verifica la regolazione dell’attacco sulla base dello scafo dello scarpone secondo le indicazioni della casa produttrice (aggancio anteriore, posteriore e distanza puntale/talloniera);

6. Controlla che l’alloggiamento rampant non sia compromesso da eventuali urti o cadute.

FASE 2: LUBRIFICAZIONE

7. Pulisci accuratamente l’attacco con acqua distillata, rimuovendo residui, polvere e sporco (no solventi o sgrassatori);

8. Lubrifica il meccanismo molla-torretta della talloniera con lubrificante specifico per attacchi;

9. Lubrifica tutti i meccanismi del puntale attivandoli per far penetrare correttamente il lubrificante;

10. Lubrifica il meccanismo dello ski stopper.

 


Westenberger sbaraglia la concorrenza all’Adamello Ultra Trail

È stata una gara aperta la 170 km dell’Adamello Ultra Trail-AUT, ma alla fine Alexander Marcel Westenberger si è aggiudicato il titolo più ambito. Il tedesco di Neubiberg ha concluso la prova nella mattinata di sabato 24 settembre, in 26 ore, 23 minuti e 57 secondi, grazie a una poderosa rimonta nella seconda parte di gara che gli ha permesso di superare prima e staccare poi i nomi più quotati alla vigilia. Sui camminamenti della Grande Guerra, Westenberger ha preceduto il piemontese Giulio Ornati (27:29:35) e Luca Manfredi Negri (28:46:11).

Per il giovane atleta bavarese classe 1995 si tratta di una prima volta sull’ultra distanza, dopo grandi risultati su percorsi più brevi negli ultimi anni. Tra il 2021 e il 2022, Westenberger ha trionfato in tutte le gare alle quali ha preso parte: dai 65 km della Ultratrail Fränkische Schweiz ai 110 km della Grossglocken ULTRA-Trail. La gara è stata incerta per oltre metà percorso, e solo nella seconda parte il tedesco è stato in grado di ingranare la sesta e sbaragliare l’agguerrita concorrenza. Pronti via e un duo ha preso subito il largo: in testa Manfredi Negri, seguito in scia da Daniele Nava, mentre più staccati Giulio Ornati, Pierre Augrit e lo stesso Alexander Westenberger. Il francese Augrit ha provato a forzare nel tardo pomeriggio, ma ha pagato dazio la notte e ha dovuto ritirarsi poco dopo il km 100. Ornati si è trovato quindi in un’ottima posizione per tentare il colpo grosso, ma verso il km 120 Westenberger ha scombinato i piani e preso definitivamente il largo. Il tedesco è giunto al traguardo poco prima di mezzogiorno, oltre un’ora prima dello stesso Ornati e con quasi due ore e mezza su Manfredi Negri, che ha chiuso il podio.

«Sono davvero contento - ha esordito il vincitore sul traguardo di Vezza d’Oglio - all’approssimarsi della metà gara mi sono accorto di avere ancora buone energie e di andare molto veloce. I panorami sono fantastici e ieri abbiamo avuto una giornata magnifica per goderceli: la gara è bellissima e difficile, bisogna sempre stare concentrati».

Il primo a tagliare il traguardo venerdì nella 90 km era stato ancora una volta Walter Manser: l’elvetico, già vincitore della distanza intermedia nel 2021, si è confermato il più veloce abbassando ulteriormente il proprio record di oltre dieci minuti. 11:39:32 il tempo finale dello svizzero, che ha preceduto sotto l’arco di Vezza d’Oglio il genovese Alberto Canessa (12:55:29) e il piemontese Michael Dola (12:59:11).Gara senza storia quella che ha aperto le danze dell’Adamello Ultra Trail: Manser si è infatti ritrovato in testa alla corsa da solo dopo 2 km e non si è più voltato indietro. Il divario ha continuato ad allargarsi fino ad arrivare all’ora abbondante sul finale, dove Canessa ha avuto la meglio di Dola.

Nella 90 km femminile è stata invece Francesca Crippa da Olginate ad imporsi con 15:31:04, dopo una trama simile a quella della 170 km maschile. La venticinquenne è infatti partita a marce ridotte, per poi accelerare nella seconda metà di gara e superare sul traguardo Martina Tognin (16:18:06) e l’atleta bresciana Patrizia Passeri (16:53:33), al secondo bronzo consecutivo nella 90 km di Adamello Ultra Trail.

«Sono incredula, vincere qui è veramente fantastico - ha commentato Crippa a fine gara - I posti sono bellissimi, i volontari super e la gara decisamente tosta. Come mia abitudine sono partita piano e ho accelerato nella seconda metà di gara: l’aver provato il percorso quest’estate mi ha aiutato molto. Dedico questa vittoria a me stessa e al lavoro che ho fatto per arrivare fin qui».

L’ultima categoria a sancire il proprio podio è stata la 170 km femminile, con Alessandra Olivi giunta per prima al traguardo nella serata di sabato 24 settembre in 34:59:36 nonostante un paio di escursioni fuori percorso dovute alla fittissima nebbia. Alle sue spalle, nella notte, la seconda piazza è andata a Melissa Paganelli in 37:09:51, mentre l’ultimo gradino del podio è stato conquistato dalla britannica Zoe Salt in 40:01:22.

© Thomas Martini