Stefan Rainer di Oberalp: «posticipiamo di un mese i saldi»

Un sistema che rincorre se stesso, con collezioni con vita sempre più breve e finestre saldi incombenti. Un sistema che ha messo in difficoltà diversi negozi specializzati e che con la pandemia e i lockdown rischia di acuire una situazione difficile. Per questo Stefan Rainer, CSO del Gruppo Oberalp, che controlla i marchi Salewa, Dynafit, Wild Country, Pomoca, Evolv e LaMunt, ha scritto una lettera ad Anna Ferrino, Presidentessa di Assosport, e Günther Acherer, Presidente di IOG - Italian Outdoor Group, per proporre di fare slittare di almeno un mese la stagione dei saldi. Una lettera, quella di Rainer, che porta all'attenzione dello sportsystem alcune riflessioni fatte anche da Giorgio Armani sul sistema moda durante la prima ondata della pandemia. Proprio per arrestare la spirale Oberalp ha confermato il 75% dell'attuale catalogo per la prossima stagione invernale. Riportiamo la lettera di Rainer a seguire:

Gentile Presidentessa Anna Ferrino, gentile Presidente Günther Acherer,

mi permetto di scriverVi a nome del Gruppo Oberalp di Bolzano, proprietario dei marchi Salewa, Dynafit, Wild Country, Pomoca, Evolv e LaMunt. Il fatto che queste settimane così importanti per le vendite stiano trascorrendo in lockdown parziale o totale, sicuramente sta penalizzando il sell-out degli articoli sportivi, soprattutto per quei retailer che si sono specializzati nella consulenza e vendita offline. Le limitazioni preannunciate per le località e gli sport di montagna acuiranno queste problematiche per i negozi a vocazione alpina e turistica. Ma in realtà è già da diverse stagioni che un numero importante di retailer è in difficoltà. Tra i motivi c'è anche il fatto che troppe vendite sono frutto di una eccessiva pressione promozionale, che penalizza la marginalità. Noi siamo fortemente convinti che per assicurare un futuro positivo al nostro settore sia necessario fare in modo che i prodotti esposti sugli scaffali mantengano il più possibile il loro valore. Per questo i nostri marchi di proprietà Salewa e Dynafit hanno scelto da tempo la strategia di avere una alta percentuale di prodotti carry over, per cui il 75% dell'attuale catalogo invernale è stato confermato per la stagione FW21/22. Un segnale positivo è che sempre più marchi sembrano apprezzare e seguire la nostra strategia, puntando su una percentuale di prodotti (SKU) continuativi importante. Riteniamo però che, in aggiunta a queste strategie di lungo respiro, sarebbe di grande impatto positivo se questo inverno venissero posticipati i saldi di almeno un mese - vale a dire a inizio febbraio 2021. Questa misura, contingente ma immediatamente realizzabile, concederebbe ai negozianti il tempo minimo necessario per generare quote di sell-out a prezzo di listino (SRP), tali da poter garantire quei margini vitali per le loro attività commerciali. Sono convinto che Assosport e Italian Outdoor Group potrebbero portare avanti questa proposta e promuoverla nei canali istituzionali a favore di tutto il nostro comparto, contando sul pieno appoggio del gruppo Oberalp.

Cordiali saluti,

Stefan Rainer Group CSO Oberalp

Stefan Rainer, CSO Oberalp Group

Nasce l'archivio digitale Ferrino

Per festeggiare i 150 anni Ferrino, il marchio outdoor torinese che ha fatto la storia delle esplorazioni e dell’avventura in giro per il mondo, oltre che del campeggio, si è regalato un archivio digitale storico. In mesi di intenso lavoro sono stati raccolti i documenti più significativi della lunga storia del marchio - dalle fotografie ai ritagli della rassegna stampa, fino ai cataloghi e agli schizzi dei progetti dei prodotti - e trasferiti su una piattaforma digitale. Lo strumento, presentato ieri da Anna Ferrino nel corso di un’anteprima in streaming, per ora è interno all’azienda, ma il prossimo passo potrebbe essere quello di creare un museo digitale d’impresa. 

L’evento è stato l’occasione per sbirciare nei ricordi di un’azienda che ha un patrimonio di storie e di ambassador unico, a partire da Reinhold Messner. La digitalizzazione dell’archivio è stata affidata a Promemoria e la piattaforma non è un punto d’arrivo ma un percorso. Oltre alla ricerca nei documenti interni, infatti, si pensa di accedere agli archivi pubblici. Alcuni documenti sono stati recuperati direttamente negli archivi personali delle famiglie Ferrino e Rabajoli (entrata in società a partire dal 1971) perché nel 1943 lo stabilimento fu bombardato e completamente distrutto. Proprio a proposito del bombardamento, ieri Anna Ferrino ha mostrato le foto di un album fotografico che documenta i danni subiti che non era mai stato reso pubblico. Altre ‘chicche’ sono i ritagli di giornale tratti da Time sull’impresa degli Ottomila di Messner o una tenda Ferrino in un quiz di Mike Bongiorno. 


Scialpinismo in crescita, ma pesano le restrizioni degli ultimi DPCM

È un po’ il mantra di inizio stagione: sciare nelle località sciistiche sarà più difficile e allora si assisterà a una crescita dello scialpinismo. Quello che, nei limiti degli stock disponibili, è successo negli Stati Uniti a marzo, dove in alcune zone il lockdown è stato più leggero ed è iniziato dopo rispetto a noi. Ma è davvero così? E la vendita di attrezzatura e abbigliamento per hiking e trail running in estate come è andata? Lo abbiamo chiesto a tre negozianti specializzati che si trovano in zone geografiche diverse.

«Fino a un paio di settimane fa c’era un buon interesse sullo scialpinismo, anche se in parte era collegato con la chiusura e i mancati acquisti di marzo-aprile» dice Diego Cavallo di Cavallo Centro Sport di Borgo San Dalmazzo che in questi giorni presidia il negozio, lasciato aperto dall’ultimo DPCM, ma desolatamente vuoto. «Oggi è entrata una persona, appena il contagio ha iniziato a salire e sono arrivate le nuove misure si è fermato tutto, mentre l’estate è andata bene, soprattutto per l’hiking: è in parte cambiata la clientela ma la stagione è stata comunque interessante».

Anche Danilo Noro di XL Mountain di Settimo Vittone, vicino a Ivrea, è tranquillo in negozio, dove in questi giorni arrivano soprattutto corrieri con la merce. «Fino a un paio di settimane fa c’era moltissimo interesse, uno degli ultimi sabati prima dell’entrata in vigore del DPCM è stata una giornata da record, poi si è fermato tutto». È interessante conoscere meglio la clientela che ha affollato i negozi in autunno. «Prevalentemente nuova, in arrivo dalla pista, con poca esperienza nella scelta dei materiali per lo skialp» dice Danilo. XL Mountain si trova lungo la strada per le località valdostane e c’è una parte di clientela che ha ricercato l’attrezzatura da scialpinismo per evitare di prendere gli impianti di risalita, risalendo lungo le tracce aperte accanto alle piste del Monterosa Ski, ma con l’obiettivo poi di ridiscendere in pista. «C’è stata anche tanta richiesta per bambini e ragazzi, ma in carenza di attrezzatura alcuni hanno ripiegato sullo sci di fondo» conclude Danilo che conferma i buoni numeri estivi dell’hiking e del trail.

«Fino a inizio/metà ottobre c’è stato molto interesse, sia nel negozio fisico che sul sito internet, con aumenti a due zeri nelle vendite di attrezzatura per lo scialpinismo, oggi il punto vendita è chiuso, il sito fa registrare ancora numeri alti e tanto interesse, ma le vendite si sono quasi fermate del tutto» dice Ivan Divenuto, che gestisce Memo Alpine Outwear di Campo Tures, in Alto Adige. La sensazione, come è avvenuto in estate, almeno da queste parti, è che sia in crescita l’attrezzo ma più fermo l’abbigliamento. «In estate abbiamo assistito ad aumenti notevoli nella vendita di scarpe da hiking, mentre non è stato così per l’abbigliameno: è arrivata tanta clientela nuova che non poteva fare a meno delle scarpe tecniche e probabilmente si è arrangiata per l’abbigliamento, magari senza avere obiettivi troppo specifici» conclude Ivan. Più che la neve si aspetta qualche decisione per capire cosa e quando sarà possibile fare, questo è il mantra del momento.


Buff presenta lo scaldacollo con filtri e trattamento antibatterico

Dopo la mascherina sportiva, con l’arrivo dell’inverno, ecco lo scaldacollo che filtra i batteri. Lo ha presentato Buff e si chiama Filter Tube. In apparenza non è diverso dal famoso neckwarmer della casa spagnola, ma all’interno una tasca ospita un filtro usa e getta a tre strati, di cui uno in nanofobra chiuso tra due strati idrorepellenti. A realizzare i filtri, efficaci fino a un giorno intero, è Ahlstrom-Munksjö, che dichiara la rispondenza alla norma EN14683:2019 delle maschere chirurgiche di tipo I e II e un’efficienza di filtrazione del 98%, anche se lo scaldacollo non è certificato come dispositivo medico o di protezione individuale. Inoltre Filter Tube ha subito il trattamento antibatterico Heiq Viroblock ed è lavabile a 60 °C. Nella confezione di vendita sono presenti 5 filtri e sono poi acquistabili a parte confezioni da 30 filtri. Filter Tube è disponibile in 17 diversi design e costa 23.95 euro. Info: www.nov-ita.com


Cambio al vertice di Rossignol

Cambi in vista al Gruppo Rossignol che controlla, tra gli altri, i marchi Rossignol, Dynastar e Lange. Dopo 16 anni alla guida, Bruno Cercley cederà il ruolo di CEO
a Vincent Wauters durante il primo trimestre del 2021, mantenendo un ruolo non esecutivo come Presidente e membro del Consiglio. Riportiamo a seguire il comunicato ufficiale dell'azienda.

Bruno CERCLEY ha fatto il suo ingresso in Rossignol nel 2002, lasciando poi l’azienda nel 2005 dopo l’acquisizione di Quiksilver. Nel 2008 ha guidato una cordata che ha acquisito Rossignol da Quiksilver e, al termine della transazione, ha quindi assunto la carica di CEO.Sotto la guida di CERCLEY, il Gruppo Rossignol è cresciuto fino a diventare oggi uno dei principali player del mondo negli sport invernali, con un portfolio di brand tra cui Rossignol, Dynastar, Lange e Look. Dopo un drastico piano di ristrutturazione attuato nel 2009, i marchi del Gruppo hanno costantemente aumentato le loro quote di mercato e negli ultimi anni hanno registrato un successo senza precedenti nella Coppa del Mondo di sci. Un risultato ottenuto con anni di investimenti nella progettazione e realizzazione di prodotti da parte di persone competenti e appassionate. Grazie a questo impegno CERCLEY è stato nominato “Chevalier de la Légion d’Honneur”, onorificenza conferita dalla Repubblica francese.

Con la guida di CERCLEY, Rossignol ha anche lanciato con successo una collezione completa di abbigliamento ed è entrato nel mercato della mountain bike, ampliando così il ruolo di Pure Mountain Company. Il posizionamento ottenuto oggi, permetterà di sfruttare al meglio le potenzialità dei suoi marchi, per continuare ad accelerarne la crescita futura.

Vincent WAUTERS entrerà a far parte del gruppo Rossignol a partire dall’1 dicembre 2020 con l’obiettivo di consolidare lo sviluppo globale del core business del Gruppo e continuare a sviluppare l’enorme potenziale rappresentato dall’abbigliamento e dall’e-commerce. Vincent e Bruno lavoreranno insieme per una transizione graduale della direzione generale nel corso del primo trimestre 2021. Vincent ha una grande esperienza al vertice di aziende del settore sportivo outdoor: in precedenza è stato CEO di Hunter Boots, presidente di Arc'teryx e membro del consiglio esecutivo di Amer Sports Corporation come responsabile Global Operations e delle categorie abbigliamento e attrezzature. Wauters ha anche ricoperto diverse posizioni operative presso Newell Rubbermaid ed è stato uno dei primi dipendenti di Amazon in Francia.

Bruno CERCLEY ha dichiarato: “Ripercorrendo quello che abbiamo realizzato nell'ultimo decennio, sono molto orgoglioso di aver avuto il grande privilegio di guidare i dipendenti in questa incredibile avventura. Abbiamo recuperato la nostra posizione di leader nel mondo sci con Rossignol, raddoppiato la nostra quota di mercato degli scarponi, abbiamo creato una vera e propria business unit dedicata all’abbigliamento, in costante crescita e supportata da un posizionamento unico del marchio. Siamo diventati un partner importante per gli appassionati di montagna lungo tutte le stagioni dell’anno, sull’onda dello slogan “Another Best Day”. Sono molto grato alle persone che hanno lavorato così duramente insieme a me per realizzare questi obiettivi. Questo è il momento giusto per organizzarci e  continuare a sviluppare la nostra visione e portarla avanti con solidi piani d'azione. L'ingresso di Vincent nel Gruppo è un'enorme opportunità che non potevamo perdere. Sono molto entusiasta di lavorare insieme lui per garantire una transizione fluida ed efficiente. Rimarrò coinvolto nel futuro del Gruppo da una prospettiva più strategica, come Presidente e membro del Consiglio".

Bruno Cercley © Emmanuel Foudrot/Rossignol

Vincent WAUTERS ha aggiunto:È un grande onore entrare a far parte di un gruppo così iconico ed autentico come Rossignol. Quello che è stato realizzato sotto la direzione di Bruno negli ultimi anni è davvero notevole e non vedo l'ora di lavorare con tutti i team e i nostri partner per scrivere insieme il prossimo capitolo di questa storia piena di passioni”.

Vincent Wauters

“È stato un privilegio lavorare con Bruno negli ultimi sette anni. Ha guidato un'importante trasformazione del Gruppo e sta cedendo a Vincent una società forte e performante. Penso che l'eredità dei marchi e dell'organizzazione del Gruppo Rossignol sia in buone mani con Vincent, che con la sua esperienza in marchi iconici di abbigliamento e sport invernali e le sue competenze in marketing, e-commerce e operations, porterà nuove capacità importanti per accelerare la nostra crescita”, ha commentato Hugo MAURSTAD, rappresentante di Altor e presidente del consiglio di amministrazione.


Nasce LaMunt, il marchio di abbigliamento outdoor creato dalle donne per le donne

«LaMunt è il nuovo marchio di sport di montagna creato da donne per donne, che apre una nuova prospettiva femminile sugli sport alpini». Le parole di Ruth Oberrauch, membro dell’Executive Board del Gruppo Oberalp alla Virtual Convention del gruppo, organizzata in forma online lo scorso 29 ottobre, segnano la nascita del nuovo brand nel portafoglio del gruppo bolzanino.

LaMunt si rivolge a donne sicure di sé che vogliono vivere la montagna a modo loro. La frequenza delle attività, il livello di abilità e la velocità sono di secondaria importanza. Ciò che conta per le donne LaMunt è la propria passione per la montagna. Il marchio che si posiziona nel segmento premium, è la risposta del gruppo al crescente numero di donne che praticano sport di montagna e che sono alla ricerca di un abbigliamento che soddisfi le loro esigenze, senza compromessi in termini di funzionalità. È proprio qui che entra in gioco LaMunt, che combina funzionalità ed estetica proponendo smart fit solutions. Seguendo lo slogan del brand Shape her identity, la progettazione dei capi si sviluppa attorno al concetto di perfetta vestibilità per il corpo femminile, in modo che le donne si sentano a proprio agio durante tutte le attività. Dettagli ben studiati, possibilità di personalizzazione, materiali sostenibili e di alta qualità sono destinati a soddisfare le esigenze delle donne che vogliono esprimere la propria personalità anche attraverso l’abbigliamento in montagna. LaMunt sarà disponibile online e in modo esclusivo presso rivenditori selezionati a partire da gennaio 2022.

Come base per il lancio sul mercato del nuovo marchio LaMunt e come fonte di ispirazione per tutti i propri marchi per gli sport di montagna, il Gruppo Oberalp ha commissionato uno studio semiotico a Karmasin Behavioural Insights (Vienna, Austria), uno degli istituti di ricerca comportamentale più riconosciuti a livello internazionale, che ha analizzato i bisogni, la mentalità e gli atteggiamenti delle donne in montagna. La funzionalità dell'abbigliamento e dell'attrezzatura per gli sport di montagna sono risultati essere essenziali. Inoltre, per le donne il comfort e la vestibilità sono prioritarie, seguite dal design e dal prezzo. Grazie a questa ricerca si è potuto capire che gli scarponi e i pantaloni da montagna sono gli articoli più problematici per le donne, soprattutto a causa della loro vestibilità.

Le nuove proposte Salewa, Dynafit, Pomoca, Evolv, Wild Country e LaMunt sono state presentate con una sfilata nella suggestiva location del Messner Mountain Museum a Plan de Corones, progettato dall’archistar Zaha Hadid. Gli showroom virtuali e i video dei prodotti continueranno ad essere disponibili sulla piattaforma digitale convention.oberalp.com


Mono Air Hoody, da Houdini e Polartec il fleece open source contro lo spreco di plastica

Arriva il fleece open source per combattere lo spreco di plastica nell’industria tessile. L’iniziativa è del brand svedese Houdini, spesso all’avanguardia nell’abbigliamento outdoor sostenibile. Dal sito Project Mono Air sarà possibile scaricare una scheda completa delle componenti del capo Mono Air Hoody, dalle stampe fino ai più piccoli dettagli, nonché seguire da vicino tutte le scelte legate alla progettazione, scoprire alcuni approfondimenti sulla tecnologia del tessuto e, infine, esplorare i principi della moda circolare che costituiscono il DNA di tutti i capi Houdini. Questa iniziativa ha come scopo di orientare l’industria tessile e il design del prodotto verso una tendenza più circolare waste free, questo grazie alla condivisione di informazioni e alla collaborazione tra i diversi settori coinvolti.

La giacca Mono Air Houdi, presentata per la prima volta a gennaio e insignita del prestigioso ISPO Gold Award, è stata concepita per trattare su larga scala la problematica della plastica e dello spreco tessile. Il capo è dotato dell’innovativo tessuto Polartec Power Air, realizzato in materiale riciclato e riciclabile, progettato per ridurre la dispersione di microfibre dell’80%. Incapsulando le fibre all’interno di una struttura di tessuto multistrato, grazie alla lavorazione di un filato continuo, risulta essere una nuova piattaforma che offre efficienza termica avanzata; dimostrando di ridurre la dispersione di fibre di almeno cinque volte rispetto ad altri tessuti premium mid-layer.

«La nostra visione aspira a un mondo senza sprechi in cui sarà possibile vivere esperienze in natura senza causare alcun impatto negativo sull’ambiente. Così, il progetto Mono Air nasce da un’idea di cambiamento: se vogliamo rendere migliore il settore della moda, dobbiamo lavorarci insieme. Affrontiamo tutti gli stessi problemi legati alla progettazione e alla produzione non sostenibile, quindi perché non condividere soluzioni per far fronte alla questione? Un capo non risolverà di certo il problema, ma speriamo che contribuisca nel suo piccolo a velocizzare i ritmi dell’innovazione e, magari, a innescare un cambiamento anche al di fuori dell’industria tessile» ha detto Eva Karlsson, CEO di Houdini.

«Polartec Power Air rappresenta un passo in avanti nella riduzione dell’impatto ambientale di quello che creiamo e indossiamo - ha affermato Steve Layton, Presidente di Polartec - Questa innovazione all’avanguardia può contribuire realmente al concetto di circolarità. Sono processi e composizioni di questo calibro che rendono possibile il concetto di circolarità, ed è grazie ad esempi di condivisione come quelli di Houdini che è possibile mostrare al mondo come creare capi in maniera sostenibile».


ISPO Munich punta sulla fiera ‘ibrida’

Dopo qualche rumour, è arrivata oggi la conferma ufficiale che ISPO Munich, la più importante fiera al mondo per gli articoli sportivi invernali, si terrà dal 31 gennaio al 3 febbraio al quartiere fieristico di Monaco di Baviera. Sarà però una fiera ‘ibrida’, come comunicano gli organizzatori, con stand e possibilità di presenza nei padiglioni, ma anche una piattaforma digitale che permetterà di ‘partecipare’, soprattutto ai visitatori extra-europei, quelli per i quali sarà più difficile la presenza di persona anche se il governo tedesco ha chiarito che anche i cittadini di Stati che attualmente non fanno parte della lista verde di Paesi extra-Schengen potranno entrare in Germania per la partecipazione alle fiere. Inoltre per gli espositori sono stati previste scadenze e termini per la cancellazione più flessibili e stand pre-allestiti per ridurre costi e tempi. La piattaforma digitale consentirà anche un ‘accesso’ alla fiera ai consumatori finali ed è stato sperimentato con la community ISPO Innovation che ha coinvolto 80.000 consumatori in progetti di crowd-funding e ricerche di mercato. La politica di sicurezza sanitaria si baserà sulla distanza interpersonale, l’igiene delle mani, l’utilizzo della mascherina e la tracciabilità. Non sono ancora noti i dettagli della formula ibrida e soprattutto come funzionerà la piattaforma digitale e rimane l’incognita della partecipazione dei marchi che vedrà prevedibilmente un calo importante rispetto alle ultime edizioni con diversi marchi la cui partecipazione rimane in dubbio.


Arriva Scott Kinabalu 2

Arriva la seconda versione di Scott Kinabalu, la scarpa da trail più versatile del marchio svizzero. L’obiettivo di progetto è proprio la trazione versatile, legata ad alti livelli di ritorno di energia e comfort. La versatilità nella trazione è data soprattutto dalle alette posizionate sulla suola, tasselli multiformi (alcuni sono a chevron) che sono pensati per consentire alla scarpa di mordere i diversi strati di rocce e radici e adattarsi il terreno.

L’aspetto più vistoso però è legato ai diversi colori lungo l'intersuola che contengono una densità diversa della schiuma utilizzata. La parte protettiva, che è più morbida in densità, consente un atterraggio ammortizzato mentre il resto dell'intersuola, essendo più rigido, fornisce un rebound reattivo. L'impiego della schiuma cinetica di Scott, secondo quanto dichiarato dalla casa, fornisce il 14% in più di ritorno di energia rispetto alla schiuma EVA standard.

Il drop è di 8 mm per 290 gr di peso dichiarato. La tomaia è in maglia ingegnerizzata. Scott Kinabalu 2 è già in vendita al prezzo al pubblico di 145,90 euro. Sarà sicuramente tra le prime scarpe che metteremo alla frusta per la prossima edizoone della Outdoor Guide ;)


Salomon verso la produzione di scarpe ‘made in France’

La svolta verso la produzione locale, conseguenza anche della pandemia e delle problematiche emerse con il blocco dei trasporti e le limitazioni alla mobilità delle persone, segna un nuovo traguardo. Salomon ha annunciato ieri l’accordo con Chamatex per la realizzazione di uno stabilimento altamente automatizzato a 200 chilometri dalla sede di Annecy, ad Ardoix.

Advanced Shoe Factory 4.0 (ASF 4.0), questo il nome del sito produttivo, sarà operativo a partire da metà 2021 e a regime (2025) potrà produrre fino a 500.000 paia di calzature, per la metà marchiate Salomon. La prima pietra è stata posata lo scorso 17 settembre. Le scarpe Salomon create in ASF 4.0 saranno distribuite in tutta Europa e saranno prodotte al 100% in questa fabbrica. L'uso della robotica in fabbrica semplifica anche il processo di assemblaggio, offrendo una soluzione competitiva ai costi di produzione asiatici. Infine, la produzione localizzata è maggiormente rispettosa dell'ambiente perché riduce al minimo l'impatto di CO2 associato alla spedizione dalle fabbriche all'estero. La costruzione di ASF 4.0, nonostante l’ampia automatizzazione, creerà anche nuovi posti di lavoro in Francia impiegando circa 50 persone, dagli operatori qualificati fino agli ingegneri e ai programmatori.

Chamatex, produttore di tessuti dal 1980, ha scelto Salomon come partner principale nella costruzione dello stabilimento ASF 4.0 per la storica collaborazione tra le due aziende e il know-how tecnico maturato. Molte delle scarpe Salomon realizzate nello stabilimento ASF 4.0 utilizzeranno il materiale Matryx che Chamatex ha fornito a Salomon per la scarpa da trail running Cross/Pro, presentata durante la stagione primavera/estate 2020. Chamatex e Salomon applicano anche le conoscenze acquisite da quando Salomon ha creato la sua linea di calzature personalizzate ME:sh nel 2017 e nel 2018, che prevedeva già l'utilizzo della robotica per la creazione di scarpe da corsa personalizzate all'interno dell'Annecy Design Center di Salomon.

La questione della produzione locale è strettamente legata non solo a quella della sostenibilità ambientale ma anche a quella della sostenibilità economica connessa al costo del lavoro nei Paesi Occidentali. Un interessante studio realizzato da un altro marchio francese, il brand di abbigliamento outdoor Picture, ha analizzato i costi di produzione e di vendita di una t-shirt in cotone organico realizzata in Turchia secondo i migliori principi e certificazioni della sostenibilità ambientale e della tutela dei lavoratori e a livello europeo. Produrre in Turchia determina un costo a capo di 7 euro, mentre il costo di acquisto del negozio è di 12,50 euro e al pubblico di 30-33 euro iva inclusa. La realizzazione in Europa costerebbe 15-20 euro, con la necessità di vendere al negozio a 30-35 euro e di prezzo al pubblico fuori mercato, di oltre 70 euro. L’unico modo perché la produzione sia sostenibile dal punto di vista economico, secondo il marchio francese, sarebbe la vendita diretta attraverso il proprio sito internet, come fanno alcuni marchi francesi, per esempio Hopaal e 1083. Una scelta che probabilmente ridurrebbe la popolarità ma soprattutto, cambiando il sistema di distribuzione, non contribuirebbe allo sviluppo delle economie locali, dai Paesi in via di sviluppo ai commercianti. Robotizzare o cambiare il modello di distribuzione? Queste al momento sembrano le vie possibili verso la rilocalizzazione di parte della produzione.


Ryan Gellert è il nuovo CEO di Patagonia

Patagonia ha nominato il nuovo CEO di Patagonia Works, Ryan Gellert, dal 2014 alla guida di Patagonia in Europa, in Medio Oriente e Africa. Patagonia Works è la holding che presiede Patagonia, Inc (abbigliamento e attrezzature), Patagonia Provisions (alimentare), Patagonia Media (libri, film e progetti multimediali), Lost Arrow Solutions (settore government), Fletcher Chouinard Designs, Inc. (tavole da surf), Tin Shed Ventures, LLC (settore investments) e Worn Wear, Inc. (upcycling di abbigliamento usato).

Gellert ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti, in Asia e in Europa. Prima di entrare in Patagonia, ha trascorso 15 anni presso Black Diamond Equipment, dove ha ricoperto diversi ruoli tra cui Brand President, VP of Supply Chain Management e Managing Director di Black Diamond Asia. Sotto la sua guida, Patagonia ha lanciato la sua prima campagna ambientale globale relativa a un'iniziativa europea: Save the Blue Heart of Europe, proteggendo gli ultimi fiumi incontaminati d'Europa dalla minaccia di oltre 3.000 progetti idroelettrici pianificati. Ha inoltre lanciato nel vecchio continente Patagonia Action Works, uno strumento digitale per connettere le persone con i gruppi ambientalisti, sia nella loro area sia in tutto il mondo, dando loro modo di partecipare alle iniziative e agire concretamente. Gellert succede alla carismatica guida di Rose Marcario e la sua nomina arriva dopo un periodo di qualche mese di guida ad interim dell'azienda da parte del COO Doug Freeman.

Il Consiglio di Amministrazione di Patagonia ha annunciato due ulteriori cambiamenti nella sua leadership: Jenna Johnson e Lisa Williams sono state incaricate di un nuovo importante ruolo. Jenna Johnson, che precedentemente ha guidato il settore outdoor tecnico di Patagonia è ora a capo di Patagonia, Inc., dove avrà il compito di allineare ulteriormente il business della divisione di abbigliamento e accessori alla mission aziendale e alle comunità sportive. Lisa Williams, che è entrata a far parte del team prodotti di Patagonia nel 2001, assume un nuovo incarico esecutivo come Head of innovation, design and merchandising. In questo ruolo, avrà il compito di accelerare la mission di Patagonia attraverso progetti e materiali rivoluzionari e in grado di catturare CO2.

«Sono davvero onorato dell'opportunità e profondamente consapevole della grande responsabilità di guidare l’azienda in questo momento critico – ha detto il nuovo Ceo Ryan Gellert - Siamo noi stessi ad avere le maggiori aspettative su Patagonia. Tutto ciò che facciamo deve ricondurre alla nostra mission: siamo in business per salvare il nostro pianeta e dobbiamo farlo in un modo che sia giusto, equo e inclusivo per tutte le persone. È una grandissima ambizione e dovremo affrontare giorni difficili quando proveremo a sfidare le regole, ma sono entusiasta di poterlo fare fianco a fianco con i talentuosi e appassionati professionisti che fanno parte del team Patagonia. E sono sicuro che ci sarà anche da divertirsi durante il percorso!».

Il sito statunitense Fastcompany ha pubblicato la prima intervista a Ryan Gellert e Jenna Johnson, online qui.


Arriva anche il pantaloncino... elettorale

È un fenomeno tutto americano, però un po’ di curiosità la può destare anche da noi. Negli Stati Uniti, in fibrillazione per le elezioni presidenziali del 3 novembre, ha iniziato a circolare la foto di un’etichetta di un capo di abbigliamento Patagonia con una scritta ‘Vote the assholes out’ (linguaggio molto colorito, diciamo ‘vota per lasciare a casa gli st….i’). La fotografia è apparsa per la prima volta in un post di Corey Ciorciari, ex consigliere del senatore della California Kamala Harris. In molti hanno pensato a un fotomontaggio, invece alcuni articoli della stampa, da Adventure Journal al Los Angeles Times, confermano che non è un fotomontaggio. Secondo quanto scritto da Steve Casimiro dell’Adventure Journal, che ha contattato la sezione affari pubblici del brand di abbigliamento outdoor californiano, si tratterebbe di un’edizione in tiratura ultra-limitata del pantaloncino Road to Regenerative Stand Up. Il messaggio sarebbe diretto genericamente, come avvenuto in altre forme in passato a ‘politici di qualsiasi partito che negano che il cambiamento climatico sia reale, o non credono che dovremmo fare nulla per il cambiamento climatico’.